Cremia

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Cremia
comune
Cremia – Stemma
Cremia – Veduta
Cremia – Veduta
Giochi di luce a Cremia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoDiego Manzi dal 2019
Territorio
Coordinate46°05′13.56″N 9°16′17.4″E / 46.0871°N 9.2715°E46.0871; 9.2715 (Cremia)
Altitudine323 m s.l.m.
Superficie10,14 km²
Abitanti673[1] (30-11-2020)
Densità66,37 ab./km²
FrazioniCadreglio, Cantone, Cheis, Colceno, Ghiano, Marnino, Motto, Prato, Pusgnano, Raviscedo, Samaino, San Vito, Semurano, Somano, Vezzedo, Vignola
Comuni confinantiDervio (LC), Garzeno, Pianello del Lario, Plesio, San Siro
Altre informazioni
Cod. postale22010
Prefisso0344
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013083
Cod. catastaleD147
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 528 GG[3]
Nome abitanticremiesi
Patronosan Michele Arcangelo
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cremia
Cremia
Cremia – Mappa
Cremia – Mappa
Posizione del comune di Cremia nella provincia di Como
Sito istituzionale

Cremia (Cremie in dialetto comasco[4][N 1], AFI: /ˈkrɛmje/), è un comune italiano di 673 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Fa parte della Comunità Montana dell'Alto Lario Occidentale.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il paese sorge sulla sponda occidentale del lago di Como, nella regione settentrionale denominata Alto Lario, ed include gran parte del versante orientale del Monte Bregagno. All'interno del comune sono presenti due torrenti: il Quaradella e la Bula, come vien chiamato in dialetto, che scorre nella Val Vezzedo.

Vista verso l'abitato di Cremia dall'anticima del Monte Bregagno

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'origine del nome di Cremia è incerta e antica: le prime attestazioni del toponimo si hanno a partire dal XIII secolo, ma non ne è chiara l'origine. Si ipotizza che derivi o da uno dei torrenti della zona, chiamato Cremia all'epoca, o che sia correlato al latino Cremium, cioè quella legna fine e secca usata per accendere un fuoco.[5][6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio del comune è stato testimone di una serie di insediamenti fin dagli albori della storia. Le più antiche tracce della presenza di una comunità sono risalenti alla tarda Età del Bronzo.[7]

In età tardo-latina, invece, si ritiene che Cremia fosse attraversata da un'importante strada, la Via Regia, che collegava la città di Cremona a Clavenna, passando per Mediolanum, della quale sono stati trovati dei possibili frammenti nei boschi in direzione di Rezzonico.[8] Inoltre, secondo alcuni, sarebbe ancora visibile il tracciato nella disposizione delle frazioni più alte del comune, percorrendo la direttrice che procede da Rezzonico verso Pianello del Lario.[9][10]

Alcuni studiosi sostengono che, durante il periodo altomedievale, proprio lungo questo tracciato si trovasse un castello feudale della famiglia De Castro Cremiae, attestato nell'XI secolo ma forse già facente parte dei 28 castella citati da Tito Livio nella zona del Lario[10]. Tali studiosi sostengono in particolare che tale castello si trovasse nella zona pianeggiante di Vignola e che fosse in precisa corrispondenza visiva con il castello di Dervio[9][10].

In epoca Longobarda vi fu un cambio di paradigma urbanistico, che vide l'abbandono dei borghi rurali in favore di un borgo fortificato, che in parte includeva l'odierna frazione Motto e di cui sono visibili ancora dei resti[10]. Le mura del borgo, oggi non più visibili, rimasero attestate attorno alla chiesa di San Michele fino almeno alla stesura del Catasto Teresiano[10].

Nel 1240 e fino alla fine del XVIII secolo il comune di Cremia fece parte della pieve di Dongo[11].

Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano Cremia come il comune che ha in carico la manutenzione di un tratto della strada di Mezzola che deve "aptare abinde supra brachia centum triginta"[11].

Ai tempi del Ducato di Milano, dalla fine del XV secolo il comune di Cremia seguì per circa tre secoli il destino del feudo delle cosiddette "Tre Pievi superiori" di Dongo, Gravedona e Sorico[11].

Nel 1751 il territorio del comune di Cremia comprendeva già i cassinaggi di Verè, Cheis, Cadrelio, Samajno, Cantone, Vignola, Somano, Sumurano, Guajno, Pusgnano, Motto, Colceno, Marnino e San Vito[11].

Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'annessione di Cremia al comune di Pianello[12], decisione che fu tuttavia revocata con la Restaurazione[13].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Cremia dispone di un discreto numero di potenziali attrazioni, ma ad oggi il Comune e la Comunità Montana ancora non han trovato il modo per poterle valorizzare.

Non essendoci un interesse, se non ai fini religiosi nel caso dei luoghi di culto, in alcuni casi, purtroppo, i luoghi in questione volgono addirittura in condizioni critiche.[14]

Chiesa di San Domenico

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale vi sono al chiesa di San Vito e quella di San Michele, entrambe già attestate durante la visita pastorale del vescovo Ninguarda alla fine del XVI secolo[15]. Inoltre, sui monti di Cremia, una dorsale del Monte Bregagno ospita la chiesa di San Domenico.

Chiesa di San Vito[modifica | modifica wikitesto]

Definita dal vescovo Ninguarda come "la chiesa parochiale anticha"[15], la chiesetta di San Vito[16] si trova nell'omonima frazione sul lungolago.

Si tratta di una piccola chiesa romanica[17], dedicata a San Vito e San Modesto, il primo impianto della quale è databile nell'XI secolo[16]. Di questa più antica parte in stile romanico rimangono esclusivamente una parete in sasso di Moltrasio[18], provvista di lesene e archetti pensili, oltre a un piccolo campanile,[19] pendente, caratterizzato dalla presenza di bifore e archetti[17].

A causa del ritrovamento lungo uno dei fianchi dell'edificio di alcuni reperti di età romana e alla presenza di taluni elementi architettonici coevi, si pensa che l'odierna costruzione si basi su di un edificio preesistente, probabilmente un tempietto votivo e una necropoli[20].

Internamente, la chiesa si presenta a tre navate, con archi acuti e volta a crociera provvista di cordonature quattrocentesche[17][18]. Le due navate laterali furono aggiunte nel XIII secolo. A partire dal XV secolo si aggiunsero ulteriori abbellimenti, tra i quali il dipinto di una Madonna, opera attribuita al Bergognone[21], un affresco tardoquattrocentesco, un tabernacolo dorato in legno e una tavola del XVI secolo firmata da Pietro Martire della Torre di Rezzonico[17]. La tavola fu solo una delle molte donani ricevute da alcuni abitanti della zona emigrati a Genova nel corso del Cinquecento, ricordati in una lapide della cappella di destra datata 1568[18]. All'interno è presente anche un affresco di Cesarino Vincenzi.

Tra il XVI e il XVII secolo la chiesa fu provvista di un secondo campanile[18], più alto e più massiccio rispetto al primitivo e sormontato da una cupola con lanterna[17].

Chiesa di San Michele[modifica | modifica wikitesto]

Nella frazione di Vignola si trova la chiesa di San Michele, edificata nella seconda metà del XVI secolo come parte di un convento di Umiliate[18]. Parrocchiale dal 1551[18], l'edificio si presenta con una facciata a capanna realizzata in mattoni a vista, preceduta da un pronao e sormontata da tre statue[22]. La facciata, che al centro presenta un piccolo rosone, presenta nella sua parte più elevata una decorazione ad archetti pensili[22].

All'interno, spicca un polittico del tardo Quattrocento, opera attribuita alla scuola del Bergognone e traslata dalla locale chiesa di San Vito. Al secolo successivo risalgono invece il catino battesimale (1533) e un tabernacolo scolpito (1534).

L'altare maggiore conserva una pala realizzata da Paolo Caliari. L'opera, donata da un cremiese emigrato a Vicenza, ritrae l'Arcangelo Gabriele nell'atto di atterrare l'angelo ribelle Lucifero.[18] Di scuola veneta è anche un dipinto raffigurante Sant'Antonio Abate. Un'altra tela raffigura invece la scena della consegna delle chiavi a San Pietro.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Ciminiera della vecchia filanda[24]

Itinerari paesaggistici[modifica | modifica wikitesto]

Via dei monti Lariani[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Via dei Monti Lariani.

Reperti urbanistici[modifica | modifica wikitesto]

Luoghi di culto neolitici[modifica | modifica wikitesto]

Luogo di culto neolitico
Vista panoramica di una delle rocce che compongono il complesso di reperti. Si notino le incisioni sulla superficie.

Via Regia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Via Regina.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Demografia pre-unitaria[modifica | modifica wikitesto]

  • 1751: 450 abitanti[11]
  • 1771: 663 abitanti[12]
  • 1805: 690 abitanti[12]
  • 1809: 650 abitanti (prima dell'aggregazione a Pianello)[12]
  • 1853: 1160 abitanti[13]

Demografia unitaria[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[25]

Al 1 gennaio 2019 gli abitanti di Cremia erano 667, dei quali 337 maschi e 340 femmine.[26]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni Amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio del Comune di Cremia si compone di ben sedici frazioni: Cadreglio, Cantone, Cheis, Colceno, Ghiano, Marnino, Motto, Prato, Pusgnano, Raviscedo, Samaino, San Vito, Semurano, Somano, Vezzedo e Vignola[27].

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Industria[modifica | modifica wikitesto]

Sul territorio della frazione Cantone è presente una piccola centrale idroelettrica a turbine Pelton costruita nel 1901 e gestita oggi da A2A, la quale sfrutta il torrente Quaradella e genera all'incirca 2×106 kW/h annui[28].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il principale collegamento stradale di cui il comune beneficia è la SS 340 Regina, che attraversa le frazioni di Prato e San Vito sul lungolago, dalla quale si diramano un certo numero di mulattiere e strade comunali necessarie per servire le restanti frazioni verso monte.

Trasporto pubblico[modifica | modifica wikitesto]

Lungo la statale sono posizionate a Prato e a San Vito due fermate della linea extraurbana C10[29], la quale garantisce agli abitanti della sponda Ovest del lago l'accesso alla rete ferroviaria, oltre che collegare fra di loro i vari paesi.

A San Vito è anche presente uno scalo, ora fuori servizio, gestito dalla navigazione Lago di Como.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 238, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Olivieri, Dante., Dizionario di toponomastica lombarda nomi di comuni, frazioni, casali, monti, corsi d'acqua, ecc. della Regione Lombarda, studiati in rapporto alla loro origine, Rist. anast, Lampi di stampa, [2001], ISBN 88-488-0119-6, OCLC 492462408. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  6. ^ Renato Orsini, Toponomastica Lariana e Valtellinese (PDF), su archivio-orsini.org, Tipografia Editrice Emo Cavalleri, p. 18.
  7. ^ Alberto Pozzi, Incisioni Rupestri a S.Maria di Rezzonico e Cremia, su artepreistorica.com. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  8. ^ Frigerio, Giancarlo., L'antica via regina : tra gli itinerari stradali e le vie d'acqua del comasco : raccolta di studi, societá archeologica comense, pp. 101, 109, ISBN 88-85643-19-1, OCLC 495949343. URL consultato il 2020 gennaio 06.
  9. ^ a b Zecchinelli, Mariuccia Belloni., Panoramica delle fortificazioni sul lago di Como attraverso i secoli, Casa Editrice Pietro Cairoli, OCLC 636198896. URL consultato il 2020 gennaio 06.
  10. ^ a b c d e f Giorgio Pajetta, Il Motto di Cremia Studio per la tutela dell’antico borgo (PDF), su viestoriche.net, 20 settembre 2009, pp. 5-15. URL consultato il 6 gennaio 2020.
  11. ^ a b c d e Comune di Cremia, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  12. ^ a b c d Comune di Cremia, 1757 - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  13. ^ a b Comune di Cremia, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  14. ^ Cremia, si allontana il recupero di Motto, su laprovinciadicomo.it. URL consultato il 7 gennaio 2020.
  15. ^ a b Parrocchia di San Michele, 1551 - [1989] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  16. ^ a b Chiesa di S. Vito - complesso, Via San Vito - Cremia (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  17. ^ a b c d e RomaniCOMO, su romanicomo.it. URL consultato il 2 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2020).
  18. ^ a b c d e f g Borghese, p. 193.
  19. ^ Belloni et al., p. 138.
  20. ^ Giorgio Pajetta, Il Motto di Cremia - Studio per la tutela dell’antico borgo (PDF), 2009, p. 11.
  21. ^ Chiesa San Vito – COMUNITÀ Pastorale San Luigi Guanella, su comunitasanluigiguanella.it. URL consultato il 7 gennaio 2020.
  22. ^ a b Chiesa di S. Michele, Piazza della Gloria - Cremia (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  23. ^ Belloni et al., p. 26.
  24. ^ «Salviamo la ciminiera dell’ex filanda» Cremia, coro di no contro l’abbattimento, su laprovinciadicomo.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  25. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  26. ^ Istituto nazionale di statistica, Popolazione residente al 1º gennaio 2019, su dati.istat.it, 1º gennaio 2019. URL consultato il 7 gennaio 2020.
  27. ^ Comune di Cremia, su comune.cremia.co.it. URL consultato il 2 maggio 2020.
  28. ^ Impianto Cremia, su A2A S.p.A.. URL consultato il 15 giugno 2020.
  29. ^ ASF Autolinee, Linea C10 (PDF), su asfautolinee.it.


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annalisa Borghese, Cremia, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 193.
  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.

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