Carate Urio
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Carate Urio comune | ||
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La località di Carate, vista dal lago | ||
Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Provincia | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Daniele Aquilini (lista civica il molo) dal 30-6-2016 | |
Data di istituzione | 1927 | |
Territorio | ||
Coordinate | 45°52′N 9°07′E / 45.866667°N 9.116667°E | |
Altitudine | 199 m s.l.m. | |
Superficie | 6,94 km² | |
Abitanti | 1 168[1] (31-5-2017) | |
Densità | 168,3 ab./km² | |
Frazioni | Cavadino, Greppone, Lestresio, Olzavino, Pangino, Riva, Urio | |
Comuni confinanti | Laglio, Faggeto Lario, Moltrasio, Schignano, Torno | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 22010 | |
Prefisso | 031 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 013044 | |
Cod. catastale | B730 | |
Targa | CO | |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] | |
Nome abitanti | caratesi | |
Cartografia | ||
Posizione del comune di Carate Urio nella provincia di Como | ||
Sito istituzionale | ||
Carate Urio (Caráa e Üri in dialetto comasco[3][4], AFI: [kɑˈrɑː] e [ˈʏri]) è un comune italiano di 1 168 abitanti della provincia di Como in Lombardia.
Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]
Secondo alcuni studi, il toponimo "Carate" sarebbe di origine celtica, significa "luogo della pietra" e sarebbe da attribuire alla presenza, nel territorio, delle cave di sasso di Moltrasio[5], usato fin dall'antichità per finalità edilizie[6].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La comunità cristiana si sviluppò compatta sin X secolo d.C., periodo al quale si possono far risalire le prime chiese sorte sul territorio.
Il comune di Carate Urio venne creato nel 1927 dalla fusione dei comuni di Carate Lario e Urio[7].
Storia di Carate prima dell'unione comunale[modifica | modifica wikitesto]
A partire da almeno il 1510 e fino al XVII secolo Carate non era una comunità a sé stante bensì era accorpata al comune di Laglio, che faceva parte della pieve di Nesso del Ducato di Milano.[8]
Nel 1647 Carate divenne feudo della famiglia di Francesco Gallio duca D'Alvito[5], che vi manteneva i diritti feudali ancora nella seconda metà del XVIII secolo, quando il comune di Carate risutava anche comprendere i cassinaggi "Cassina Somajna" e "Cassina Restresio"[8].
Una nuova aggregazione con Laglio fu sancita da un decreto napoleonico datato 1807[9]. La decisione fu tuttavia abrogata con la Restaurazione, che comportò una ricostituzione del comune di Carate all'interno della provincia di Como del Regno lombardo-veneto da parte degli austro-ungarici[10].
Quando nel 1859 le province della Lombardia furono temporaneamente annesse al Regno di Sardegna, il comune aveva la denominazione di "Carate Lario"[11]. Fino all'unione con Urio del 1927, Carate Lario seguì le vicende del resto della provincia di Como[11].
Storia di Urio prima dell'unione comunale[modifica | modifica wikitesto]
Nel XVIII secolo Urio fu concesso in feudo alla casata dei Della Porta[5]. Sotto Napoleone Bonaparte divenne temporaneamente frazione di Moltrasio[12],
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Urio[13][modifica | modifica wikitesto]
La Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta fu ricostruita nel 1865[14] da un originale romanico che, dai documenti della visita pastorale del Vescovo Ninguarda nel 1592, si presume fosse orientata al contrario dell'attuale e avesse due campanili e un sagrato ombreggiato da platani. In seguito ai rifacimenti, la chiesa assunse un aspetto rinascimentale[14] e fu dotata di un'abside barocca rivolta verso occidente[15]. Un campanile fu asportato dall'esondazione del torrente sottostante finendo nel lago[14]. Il superstite, ristrutturato, ha mantenuto i due ordini di bifore sormontate da arco di scarico[14]. L'interno, a navata unica e cappelle laterali, racchiude dipinti soprattutto rinascimentali e due tavole, una coi SS. Rocco e Domenico e l'altra dedicata all'Assunta[14]. Tra le tele del '500 e '600 conservate nella chiesa, si ricorda inoltre una rappresentazione dell'Immacolata di iconografia morazzoniana[14].
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Carate[16][modifica | modifica wikitesto]
Parrocchiale fondata nel 1537, con interno barocco mosso da stucchi, freschi, scagliole e tele, notevole quella dedicata ai santi titolari nel presbiterio.
Chiesa di Santa Marta[17][modifica | modifica wikitesto]
La chiesa, in località Santa Marta, è raggiungibile grazie ad una gradinata affiancata dalle 14 cappelle della Via Crucis realizzate nel 1752 e restaurate attorno agli anni Duemila[14]. In principio dedicata ai Santi Nazaro e Celso, originariamente la chiesa si limitava alla navata centrale e a parte del campanile. Fondata nel 1000 e consacrata nel 1095 dal papa Urbano II[5][14], nel corso del tempo la struttura subì manomissioni e ripristini che la portarono ad avere l'aspetto attuale, vale a dire, un edificio a tre navate provviste di locali accessori[14]. Della costruzione romanica originale, oggi sopravvive solamente la torre campanaria[14].
Entrando, ci si presentano numerose opere d'arte, per lo più affreschi del XV secolo[14]. Sull'altare maggiore è riposta una pala della Madonna col bambino fra i Santi[14]. Questa chiesa è visitabile solo nei giorni 28 e 29 luglio. Dal sagrato della chiesa, vista aperta sul primo bacino del lago e sui monti.
Santuario della Santissima Trinità[18][modifica | modifica wikitesto]
Nella frazione di Cavadino si trova il Santuario di Pobiano, la cui storia è legata a un affresco della Santissima Trinità ivi conservato[5]. Sul finire del XVI secolo, Cavadino fu meta di immigrazione dalle altre zone del paese che vennero temporaneamente abbandonate, probabilmente a causa della peste del 1577[5]. In questo periodo si assistette al crollo di una cappella, che cadde lasciando tuttavia integro il muro recante l’affresco[5]. Verso la metà del Seicento la popolazione decise di erigere una piccola chiesa per custodire l’affresco, ritenuto miracoloso, a cui dedicarono la chiesa stessa[5].
Altro[modifica | modifica wikitesto]
Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]
- Castello di Urio
Il Castello di Urio[22][23] è un'antica residenza nobiliare del XVIII secolo, fatta costruire dai Della Porta forse sulle rovine di una preesistente fortificazione[24].
Nel corso del tempo, l'edificio cambiò più volte proprietà[24].
Dopo essere passato nelle mani dei Castelbarco prima e in quelle dei Dupuy poi, agli inizi dell’Ottocento fu la volta dei Melzi d'Eril, che attribuirono alla costruzione la denominazione di "Castello" e a cui si deve la realizzazione, nel vasto parco, della scalinata e del cavalcavia che, dall'edificio, porta alle rive del lago[24].
Nel corso del XIX secolo, la storia del castello s'intrecciò con alcune vicende di Casa Savoia, dapprima diventando proprietà di Maria Teresa d'Asburgo-Lorena, moglie di Carlo Alberto; quando poi la residenza passò nelle mani della famiglia Avogadro di Collobiano, i proprietari ospitarono per qualche tempo i novelli sposi Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena per permettere un periodo di vicinanza ai genitori di lei, soggiornanti nella vicina Villa Pizzo[24].
Un ulteriore cambio di proprietà determinò una breve parentesi di trascuratezza dell'edificiò, a cui seguirono altri passaggi di mani caratterizzati da una serie di ristrutturazioni, dapprima con la famiglia Richard (1871), poi con la signora Maccrery e infine con il barone Langheim[24].
Attualmente di proprietà dell'Opus Dei, il castello si compone oggi di un primo blocco a base rettangolare di tre piani, nel centro del quale se ne innesta un secondo a quattro livelli[24]. Nella facciata, scandita da lesene ioniche e dotata di un frontone a linee miste sormontato da una balaustra ornata da statue, il piano nobile è evidenziato dalla presenza di finestre provviste di timpani centinanti e spezzati alternati[24].
- Altro
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
- Demografia pre-unitaria
- 1771: 351 abitanti a Carate[27] e 384 a Urio[28]
- 1799: 381 abitanti a Carate[9] e 255 a Urio[12]
- 1805: 366 abitanti a Carate[9] e 264 a Urio[12]
- 1809: 312 abitanti a Carate (prima dell'aggregazione a Laglio)[9] e 287 a Urio (prima dell'aggregazione a Moltrasio)[12]
- 1853: 554 abitanti a Carate[10] e 277 a Urio[29]
Demografia post-unitariaAbitanti censiti[30]

Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2017.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su protezionecivile.gov.it.
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 140.
- ^ Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
- ^ a b c d e f g h Comune di Carate Urio (CO), su www.comune.carateurio.co.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Il sasso di Moltrasio, su www.taroni.net. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Regio Decreto 11 novembre 1927, n. 2201
- ^ a b Comune di Carate, sec. XVII - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ a b c d Comune di Carate, 1798 - 1809 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ a b Comune di Carate, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ a b Comune di Carate Lario, 1859 - 1927 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ a b c d Comune di Urio, 1798 - 1809 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta - complesso, Via Regina vecchia - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ a b c d e f g h i j k l RomaniCOMO, su www.romanicomo.it. URL consultato il 5 febbraio 2020.
- ^ Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta - Carate Urio, su myLakeComo.co. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo - complesso, Piazza Luigi Minoletti - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Santuario di S. Marta - complesso, Via Santa Marta - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Santuario della Ss. Trinità, Via al Santuario - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Chiesa della Natività, Via Cavadino - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Chiesa di S. Giuseppe, Via Regina vecchia - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Oratorio di S. Rocco, Via San Rocco - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Castello di Urio - complesso, Via Pangino, 1 - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Tutte le fortificazioni della provincia di Como in sintesi, Castelli della Lombardia, su www.mondimedievali.net. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ a b c d e f g Comune di Carate Urio (CO), su www.comune.carateurio.co.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ Villa ai Cedri, Via Regina - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Villa Italia - complesso, Via Regina vecchia, 94 (P),96 - Carate Urio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Comune di Carate, 1757 - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ Comune di Urio, 1757 - 1797 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ Comune di Urio, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 29 aprile 2020.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.carateurio.co.it.
- Carate Urio, su sapere.it, De Agostini.
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