Cassina Rizzardi
Cassina Rizzardi comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Piergiorgio Bonino[1] (lista civica Cassina domani) dal 27-5-2019 |
Territorio | |
Coordinate | 45°45′N 9°02′E / 45.75°N 9.033333°E |
Altitudine | 317 m s.l.m. |
Superficie | 3,51 km² |
Abitanti | 3 359[2] (30-11-2020) |
Densità | 956,98 ab./km² |
Frazioni | Boffalora, Monticello, Ronco Vecchio, Ronco Nuovo, Martelletto, Villette Gervasio |
Comuni confinanti | Bulgarograsso, Fino Mornasco, Guanzate, Luisago, Villa Guardia |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22070 |
Prefisso | 031 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013055 |
Cod. catastale | C020 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 580 GG[4] |
Nome abitanti | cassinesi |
Patrono | san Giuseppe |
Giorno festivo | terza domenica di settembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Cassina Rizzardi (Cassina in dialetto comasco[5], AFI: /kaˈsina/) è un comune italiano di 3 359 abitanti della provincia di Como in Lombardia.
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]
Cassina è un'espressione lombarda derivata dal vocabolo "cascina", mentre Rizzardi è il nome dalla nobile famiglia comasca a cui vennero concessi i terreni attorno alla cascina[6].
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Il territorio di Cassina Rizzardi è attraversato dal rio Livescia. Il torrente, che nasce in località Monticello e scorre fino a Boffalora, segnando un tratto del confine comunale. Dopo esser entrato nel territorio di Fino Mornasco, la Livescia termina il suo percorso nel torrente Lura[6], del cui parco fa parte anche Cassina Rizzardi[7].
Storia[modifica | modifica wikitesto]
A differenza di altri centri della zona del Finese, nel Medioevo Cassina Rizzardi non costituiva ancora un vero e proprio abitato[6]. Tuttavia, la natura e la fertilità del luogo resero ambiti i terreni di Cassina, controllati da Enti ecclesiastici in epoca medioevale e, dopo la Riforma Teresiana, proprietà quasi esclusiva di nobili[6].
La più antica attestazione storica è costituita dal documento, datato 1322, con cui il territorio fu infeudato alla famiglia Rizzardi.[8] Successivamente, il feudo passò dapprima ai Lucini e in seguito ai Porro Lambertenghi.[8]
Tra il XVI e il XVII secolo la terra di "Cassina Rizzardi" o "Cassina Rizarda" risulta essere compresa nella pieve di Fino, all'interno del Ducato di Milano.[9]
Sempre compreso nella stessa pieve, nel 1751 il territorio del comune di Cassina Rizzardi risultava comprendere i cassinaggi di Molino e Molinello, oltre al territorio dei già soppressi comuni di Boffalora, Monticello e Ronco[9].
Le riforme di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico decretarono, per il comune di Cassina Rizzardi, dapprima un'annessione a Cadorago (1807) e, in seguito, uno spostamento nel territorio comunale di Fino (1812)[10]. La Restaurazione sancì tuttavia l'abrogazione di tutti i decreti napoleonici e la ricostituzione di Cassina Rizzardi come entità comunale autonoma[11].
Le acque dei torrenti presenti sul territorio furono sapientemente sfruttate nel corso dei secoli per il funzionamento di tre mulini a due pale e, probabilmente, usate dal conte Luigi Porro Lambertenghi per il primo esperimento di filanda a vapore nel 1815[6]. Tra le molte descrizioni del luogo giunte a noi dall'Ottocento, Bianchi Giovini e Fabi forniscono un'immagine bucolica[6]:
«Cassina Rizzardi. Provincia e distretto di Como, comune con convocato, a cui sono unite le frazioni di Boffalora, Monticello e Ronco. Fanno in tutto 654 abitanti, compresivi 161 collettabili. Superficie pertiche 5,167.10. Estimo scudi 21,674.2.7. I suoi dintorni sono diligentemente coltivati a viti e gelsi. Sta presso il torrente Lura, 5 miglia ad ostro-ponente da Como e 2 a tramontana-levante da Appiano.» |
(Bianchi Giovini e Fabi, 1850) |
In aggiunta alle piantagioni di viti e gelsi, la fertilità della terra consentì la rotazione delle coltivazioni di avena, segale, frumento e mais, oltre allo sviluppo di attività zootecniche[6]. Nel 1860, la famiglia Porro Lambertenghi, a quel tempo proprietaria dell'omonima villa cassinese, ebbe un ruolo primario nel matrimonio di Garibaldi a Fino Mornasco, giunto nella zona con i suoi garibaldini nel maggio del 1859[6]:
«1860 - Il 18 gennaio il marchese Luigi Porro Lambertenghi, trovandosi a letto, delega suo figlio conte cav. Giulio, già discepolo di Silvio Pellico, a rappresentarlo quale testimone della damigella Giuseppina Raimondi nel suo matrimonio col generale Giuseppe Garibaldi.» |
(Liber Chronicus Parochialis di Fino Mornasco) |
Durante il pranzo di nozze, lo sposo abbandonò la consorte insalutato ospite[6].
Durante la ventosa notte del 14 marzo 1900, alle ore tre un incendio partito dalla Corte dei Balditt si estese rapidamente a tutto il paese, risparmiando solo la villa Porro Lambertenghi, il municipio e la chiesetta[6]. La cronaca dell'episodio, riportata sul giornale La Provincia di Como del 15 marzo 1900, riporta di duecentotrenta persone rimaste senza casa, la maggior parte di esse tuttavia provviste di assicurazione.[6]
Quando il 27 agosto 1917 il marchese Giberto Porro Lambertenghi morì in guerra, il testamento riportò come erede la figlia Elena, pur tuttavia dichiarando[6]:
«… voglio che la Villa di Cassina Rizzardi vada a finire in mani assolutamente estranee… Lascio la mia Villa di Cassina Rizzardi col mobiglio che contiene… alla Società Italiana per la Protezione dei Fanciulli che ha sede a Milano…» |
(Gilberto Porro Lambertenghi, Testamento) |
Il testamento sancì inoltre il lascito della chiesetta al Comune di Cassina Rizzardi con l'obbligo di demolire il cavalcavia che la collegava alla villa[6].
Nel 2011 è stato costruito il nuovo asilo comunale che fa parte del nuovo polo scolastico di Cassina Rizzardi. Sono inoltre incominciati anche i lavori di ristrutturazione del centro sportivo comunale partendo dai vecchi e logori spogliatoi che sono stati ampliati e ammodernati secondo gli standard dettati dalla FIGC.
Simboli[modifica | modifica wikitesto]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 marzo 1953.[12]
«Di azzurro, alla fascia d'argento, accompagnata sopra da tre spighe di grano fruttate e fogliate d'oro, ordinate in fascia, e sotto da un monte all'italiana (3), di verde, cucito, uscente dalla punta. Ornamenti esteriori di Comune.» |
Il gonfalone è un drappo di azzurro.[12]
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
- Chiesa dei Santi Giuseppe e Maria sposi (XVII secolo)[13]
- Chiesa di San Rocco (XVIII secolo)[14]
- Nuova chiesa parrocchiale[15]
Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]
Villa Porro Lambertenghi[modifica | modifica wikitesto]
Villa Porro Lambertenghi (XVII secolo)[16] deve il proprio nome alla famiglia che la costruì in più fasi, a partire dal XVI secolo[17]. Una prima fase comportò la costruzione di un complesso con impianto ad "H" disposta lungo un asse che da sud-ovest punta a nord-est. Il complesso venne in seguito amplianto in una direzione perpendicolare rispetto alla primitiva, mediante l'edificazione di due bracci più bassi, disposti in modo tale da formare una "U" aperta verso sud-est. Questi più recenti bracci si estendono a partire dalla dimora padronale, edificio decorato nel quale si apre un porticato.[18]
Nel corso dell'Ottocento, la villa passò dapprima ai Raimondi, per poi essere convertita in una struttura ospedaliera.[17]
Fino alla metà degli anni Settanta del Novecento, la Villa fu utilizzata per scopi sociali, ospitando un centro socio-educativo e una scuola professionale (1927-1962). Dopo un periodo di abbandono incominciato nel 1978, che ha portato la struttura a uno stato di totale decadenza oltre che a furti di numerose opere d'arte, l'Amministrazione Provinciale di Como, attuale proprietaria, aveva previsto dei lavori di restauro con l'intenzione di utilizzare la struttura come casa di riposo per anziani[6]; al 2020 però, questi lavori non sono mai incominciati[19][20][21][22]. Nel secondo decennio del XXI secolo la villa è stata messa all'asta dalla Provincia di Como diverse volte, tra cui nel 2013 con una base d'asta di circa 4.500.000,00€[23] e nel 2015 con una base d'asta di 2.929.500,00€[24].
Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Demografia pre-unitaria
- 1751: 185 abitanti[9]
- 1799: 450 abitanti[10]
- 1805: 504 abitanti[10]
- 1809: 603 abitanti[10]
- 1853: 745 abitanti[11]
Demografia post-unitariaAbitanti censiti[25]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1995 | 1999 | Benedetto Monti | Lista civica - Coalizione di centro | Sindaco | |
1999 | 2004 | Benedetto Monti | Lista civica di centrodestra | Sindaco | |
2004 | 2008 | Adriano Cattaneo | Lista civica | Sindaco | |
2008 | 2013 | Paolo De Cecchi | Lista civica - La svolta | Sindaco | |
2013 | 2018 | Paolo De Cecchi | Lista civica - La svolta | Sindaco | |
2018 | 2019 | Lucrezia Loizzo | Commissario | ||
2019 | 2024 | Piergiorgio Bonino | Lista civica - Cassina domani | Sindaco | Nota[26] |
Sport[modifica | modifica wikitesto]
Dal 1974 Cassina Rizzardi ospita il Golf Club Monticello, progettato nell'omonima località da Luigi Caccia Dominioni su un'area di circa 140 ettari[27].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ https://elezioni.interno.gov.it/comunali/scrutini/20190526/scrutiniGI030240530
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 159, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n COMUNE DI CASSINA RIZZARDI (CO), su comune.cassinarizzardi.co.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ COMUNE DI CASSINA RIZZARDI (CO), su comune.cassinarizzardi.co.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ a b Borghese, p. 150.
- ^ a b c Comune di Cassina Rizzardi, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ a b c d Comune di Cassina Rizzardi, 1798 - 1809 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ a b Comune di Cassina Rizzardi, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ a b Cassina Rizzardi, decreto 1953-03-11 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 23 ottobre 2022.
- ^ Chiesa dei SS. Giuseppe e Maria Sposi, Piazza Silvio Pellico - Cassina Rizzardi (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ Chiesa di S. Rocco, Via Risorgimento - Cassina Rizzardi (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ Parrocchia San Giuseppe Cassina Rizzardi, su Parrocchia San Giuseppe Cassina Rizzardi. URL consultato il 27 novembre 2021.
- ^ Villa Porro Lambertenghi - complesso, Piazza Silvio Pellico, 10,14 (P) - Cassina Rizzardi (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ a b Langè, p. 256.
- ^ Langè, pp. 256-257.
- ^ Cassina Rizzardi, l'oblio di Villa Porro Lambertenghi, su rivistacomo.it. URL consultato il 15 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2016).
- ^ VILLA PORRO LAMBERTENGHI È RIDOTTA COSÌ
- ^ Cassina Rizzardi, villa Porro finisce su Striscia la Notizia
- ^ Villa Porro Lambertenghi, il degrado continua ma i social non dimenticano: "È una vergogna!", su QuiComo. URL consultato il 30 aprile 2020.
- ^ L'area industriale va all'asta. Mezzo paese è in vendita
- ^ Avviso d'asta pubblica per la vendita di immobili, su provincia.como.it. URL consultato il 15 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Cassina Rizzardi verso il voto Il sindaco: «Mi ricandido» - Olgiate e Bassa Comasca - Cassina Rizzardi La Provincia di Como - Notizie di Como e provincia
- ^ COMUNE DI CASSINA RIZZARDI (CO), su comune.cassinarizzardi.co.it. URL consultato il 30 aprile 2020.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Santino Langè, Ville delle province di Como, Sondrio e Varese, a cura di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Vol. Lombardia 2, Milano, Edizioni SISAR, 1968.
- Annalisa Borghese, Cassina Rizzardi, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 150.
- Nicoletta Ossanna Cavadini, Simone Cantoni architetto, Electa, Milano 2003.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cassina Rizzardi
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su cassinarizzardi.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 156393455 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr96044704 |
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