Grotta dell'Acqua Bianca

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Grotta dell'Acqua Bianca
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Lecco
Comune  Mandello del Lario
ComuniRongio
Profondità40 m
Lunghezza140 m
Altri nomiLa Ferriera
Coordinate45°56′14.21″N 9°21′12.51″E / 45.93728°N 9.353474°E45.93728; 9.353474
Mappa di localizzazione: Alpi
Grotta dell'Acqua Bianca
Grotta dell'Acqua Bianca

La Grotta dell'Acqua Bianca è una grotta situata nel comune di Mandello del Lario. È la grotta più famosa delle montagne del Lago di Como. La Grotta fu a lungo studiata da Leonardo da Vinci che la descrive nel Codice Atlantico.

La Grotta è oggetto di numerosi studi per le sue particolarità.

La grotta è stata sede sacra in origine, e successivamente è divenuta un sito di estrazione mineraria nell'età antica e medievale. Ma non fu più attuata nessuna attività estrattiva dopo il XVI secolo. La tecnica di coltivazione della miniera in ogni caso sembra indicare un periodo di sfruttamento riconducibile all’età antica o medievale.

Sul lato opposto della Valle si apre la Ferrera di Valdevilla detta Grotta del Pallone, gli speleologi da anni cercano un collegamento percorribile tra entrambe.

Gli studi di Leonardo da Vinci sul Lago di Como[modifica | modifica wikitesto]

Leonardo da Vinci è stato molto legato al Lago di Como. La Gioconda, i cui contorni ricalcano il promontorio di Bellagio sul Lago di Como visto dall'alto, fa intravedere sullo sfondo il ponte di Azzone Visconti nel 1300, con le sue arcate, e le montagne di Lecco sul lago di Como come il Monte Barro e il corso dell’Adda che diventa lago di Garlate, mentre a sinistra si trova il San Martino. L’acconciatura della Gioconda è una “sperada”, la tipica raggiera legata all’iconografia di Lucia Mondella. Pascal Cotte, lo studioso al quale è stato concesso l’onore di analizzare il quadro di Leonardo con una particolare camera fotografica, ha evidenziato attorno al capo della Monna Lisa dodici spilloni tipici delle donne di Lierna sul Lago di Como, dove Leonardo da Vinci soggiornava per studiare le sue montagne e il Fiumelatte presente nel suo Codice Atlantico, e tradizione dei territori circostanti.

Anche il dipinto di Leonardo da Vinci, "La Vergine delle Rocce", conservata al Louvre, è ambientata nella grotta di Lecco a Laorca. Nel dipinto di vedono gli spuntoni della val Calolden, il Sasso Cavallo e il Sasso Carbonari. Non si tratta di elementi casuali, ma di riferimenti cercati, per tracciare una mappa storica degli Sforza di Milano. Leonardo realizzò anche la mappa di Lecco, Una pianta della città prima della costruzione delle mura cinquecentesche progettate da Leonardo da Vinci, in cui si vedono chiaramente le fortificazioni trecentesche, l’arco del lungolago, il corso di uno dei torrenti che attraversa la città con quattro mulini e una torre, ora inglobata nelle mura. Nei codici di Windsor, si rintracciano disegni di creste nevose che appartengono al paesaggio lecchese. Elenchiamo, fra tutti, il massiccio centrale delle Grigne, visto dai Monti di Brianza da lui percorsi. Il profilo frastagliato del Due Mani e del Resegone ritratti dal lago di Oggiono e da Garlate. L’uragano in una valle fra i monti che tra le nuvole basse, radunate fra il Moregallo e il S. Martino, squassa di venti la conca di Lecco.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]