Tōrāh: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m →‎Ricompensa: correzione wikilink
Riga 270: Riga 270:
<references/>
<references/>


== Bibliografiea==
== Bibliografia==
* [[Gian Carlo Duranti]] ''Codici nel Pentateuco e matematica egizio platonica'', L'Arcipelago editore, Genova 1994.
* [[Gian Carlo Duranti]] ''Codici nel Pentateuco e matematica egizio platonica'', L'Arcipelago editore, Genova 1994.



Versione delle 15:59, 8 apr 2015

Template:Avvisounicode Torah (ebraico: תורה, a volte scritta Thorah) è una parola ebraica che significa insegnamento, tradotta spesso, in modo approssimativo, come "legge", dottrina.

Secondo la tradizione ebraica la Torah scritta non può essere applicata senza la Torah orale.[1]

Il contenuto

Con questo termine si indicano i primi 5 libri del Tanakh, conosciuti anche col nome greco di Pentateuco (dal greco pente significa cinque, teuchos significa libro), forse in riferimento al rotolo di pergamena in cui sono scritti. Sono noti anche come Chumash (o Ḥumash), che deriva da Ḥamesh, dalla locuzione Ḥamishah Ḥumshei Torah, "cinque libri della legge".

Con il medesimo termine l'ebraismo indica anche tutto l'insegnamento e tutta la Legge ebraica scritti ed orali. Più precisamente si utilizza la dicitura Torah shebiktav (Torah scritta, appunto il Tanakh) per indicare i 5 libri del Pentateuco, o l'insieme dei 24 Libri del Tanakh, e la dicitura Torah shebehalpeh, detta/donata "miSinai" (invero questa espressione comprende anche la Torah scritta), per indicare l'insieme di Testi sacri ebraici della Torah orale, messa per iscritto successivamente, inclusi i testi rabbinici di ogni epoca.

Lo studio della Torah è uno dei principali precetti dell'ebraismo: ne le massime dei padri, i Pirqei Avot, nel Talmud, della Torah è scritto:

Secondo l'esegesi ebraica la Torah venne rivelata a Mosè e donata al popolo d'Israele sul monte Sinai, nell'anno 2448 del calendario ebraico dalla Creazione.

Analisi dal punto di vista ebraico

Testo sacro ebraico nella sua forma tradizionale di rotolo: il Sefer Torah

La Torah è il documento primario dell'ebraismo ed è la fonte delle 613 mitzvot (613 precetti) e della maggior parte della sua struttura etica: secondo la Ghimatriah la parola ebraica Torah presenta valore numerico 611; sommando il numero 2, i primi 2 dei dieci comandamenti ascoltati dagli Ebrei direttamente dalla "bocca" di Dio, si ottiene infatti 613.
Non presenta sempre un ordine cronologico temporale degli eventi descritti ma certamente ontologico. Secondo la tradizione però ogni parola del Tanakh ed ogni aspetto della Torah, anche successivo, furono dati a Mosè da Dio sul monte Sinai, il dettato include sia le citazioni che ogni parola contenuta nel Pentateuco, anche frasi del tipo Dio parlò a Mosè...: anche la frase E Dio disse a Mosè è tanto importante quanto lo è quello che Dio ha detto a Mosè.

Anche se per l'esegesi ebraica considerata perfetta con un gran numero di leggi specifiche e con la storia sacra del popolo d'Israele a cominciare dalla creazione del mondo, la Torah scritta senza la Torah orale non è un codice legislativo completo e sistematico.

«La Torah del Creatore è perfetta[2]»

I rabbini considerano che le parole della Torah non forniscono solo un messaggio divino esplicito ma sono anche portatrici di un messaggio intrinseco che si estende oltre il loro significato.
Infatti sostengono che anche il più piccolo segno della lettera ebraica è stato messo là da Dio come insegnamento. A monito di questo viene posta una yod nella frase: Io sono il Signore tuo Dio ed in quella spesso ripetuta: E Dio disse a Mosè poiché la yod è il più piccolo segno indipendente dell'alfabeto ebraico.

Anche rabbi Aqiva, che morì nell'anno 135, disse che aveva imparato una nuova legge da ogni et della Torah (Talmud, trattato Pesachim 22b); le due lettere di et, את, talvolta precedono parole o espressioni come è nel caso accusativo nella grammatica latina per il complemento oggetto.

I Maestri ebrei discussero sull'importanza della Torah e del popolo ebraico adducendo che viene prima il popolo ebraico in quanto nel pensiero di Dio prima della Creazione.

«...egli (Rabbi Aqiva) soleva dire: ...cari ad HaShem sono i figli d'Israel ai quali fu dato un dono "delizioso" [:la Torah] ma HaShem aggiunse una speciale dimostrazione d'affetto rendendo loro noto che fu loro dato quell'oggetto "delizioso" con cui fu creato il Mondo...»

"Matan Torah": il dono della Torah sul monte Sinai

Con il dono della Torah sul monte Sinai Mosè ed il popolo ebraico poterono assistere a visioni profetiche come fu poi possibile a profeti particolarmente elevati: ogni Ebreo poté vedere le voci, ascoltare l'eterno suono dello Shofar di Dio che sembrava non terminare mai, vedere angeli ed assistere alla visione della manifestazione divina della Shekhinah.

Quando Dio volle donare la Torah al popolo ebraico ai piedi del monte Sinai Egli affermò che, nel caso in cui non l'avesse accettata, il monte, messo sopra di loro, sarebbe stato la loro tomba; inoltre, se gli Ebrei non l'avessero accolta, Dio avrebbe riportato il Mondo al caos. I giorni in cui venne donata la Torah furono persino più importanti dei giorni della Creazione infatti da questo episodio nel mondo iniziarono ad esservi anche stabilità e sicurezza. Quando venne donata fu diffuso nel mondo un senso di eternità ed anche gli uccelli non emisero versi, i buoi non muggirono e tutti gli animali stettero in silenzio; un Midrash racconta che il monte Sinai fiorì miracolosamente. Migliaia di angeli si presentarono convenendo che la Torah dovesse essere assegnata al popolo d'Israele.

Furono presenti tutte le anime di tutti gli appartenenti al popolo ebraico di ogni epoca e fu il matrimonio tra Dio e Israel infatti la Torah è ritenuta l'eterno contratto di matrimonio: in Gittin è scritto che Dio stipulò l'Alleanza con il popolo ebraico anche per la Torah orale.

Mosè poté ricevere profeticamente tutta la Torah di sempre e, durante la proclamazione dei dieci comandamenti, sintesi di tutta la Torah, gli Ebrei poterono ascoltare i primi due per poi ricevere da Mosè gli altri otto e tutta la Torah: comunque il popolo fu coinvolto ed incluso spiritualmente, e poi anche materialmente, nella promulgazione di tutta la Torah.

L'espressione riportata nel pentateuco faremo ed ascolteremo venne pronunciata dal popolo ebraico al momento dell'accettazione della Torah e delle Mizvot aderendo quindi al Regno celeste. Ascoltando quest'affermazione Dio chiese chi potesse aver fatto conoscere loro il segreto del servizio degli angeli. Gli angeli posero quindi una corona per faremo ed una corona per ascolteremo sulla testa di ciascun ebreo. Secondo un'opinione quest'affermazione risulta essere segno di fede soprattutto per l'osservanza delle leggi ebraiche dette Khok.

L'origine divina della Torah

Il nono ed il decimo princìpi di fede di Maimonide affermano che

«la Torah è stata data dal Cielo; non cambierà in alcun tempo, Dio non voglia»

La Torah è pura espressione divina trasmessa tramite Profezia e/o Ruach haQodesh Chokhmaht.

Si considera che la rivelazione e l'applicazione di quanto insegnato nella Torah siano differenti dal momento del Matan Torah rispetto al periodo storico in cui vissero, ad esempio, i Patriarchi ebrei.

Come affermato in precedenza il punto di vista ebraico è che la Torah sia stata dettata direttamente da Dio a Mosè e messa per iscritto prima della morte di Mosè; egli rappresenta la Sefirah Chokhmah per essere legato alla sapienza della Torah e la Sefirah Daat per averla concepita intellettualmente e poi diffusa.

La Mishnah riporta che è uno dei 5 possessi di Dio assieme a Cielo e Terra, al popolo d'Israele, ad Avraham ed al Tempio di Gerusalemme.

Un'interpretazione della Qabbalah afferma che la Torah costituisce il lungo nome di Dio che si è spezzato in più parole per permettere alle menti umane di comprenderlo: secondo gli Ebrei Ortodossi le lettere e i suoni della Torah possono dare origine a significati differenti se spostati. Nachmanide spiega poi che, in quanto perfetta, ad esempio la scrittura della Torah sul Sefer Torah deve essere senza errori, nemmeno per mancanze e/o sostituzioni delle lettere appunto.

Importante l'opinione rabbinica secondo cui ogni giorno deve essere considerato come il giorno in cui il popolo d'Israele ricevette la Torah ed invero si considera che essa venga rivelata in ogni momento, Rashi infatti afferma: Si dovrebbe considerare ogni giorno come quello in cui si stipulò il patto con Dio, sottolineando così l'importanza del servizio per Dio e dell'osservanza delle Mizvot con gioia e non come qualcosa da eseguire in modo abitudinario per cui poi si perderebbe la volontà di compierli.

Dio, Qadosh BarukhHu, quasi invoca il popolo ebraico affinché mai abbandoni la Torah: ciò anche grazie alla profezia ed alla fede.

Trasmissione orale della Torah

Nell'ebraismo il concetto di Tradizione è, anche secondo quanto già espresso da Alexandre Safran in merito alla Qabbalah come trasmissione da Maestro ad allievo o da Dio al prescelto, la trasmissione della parola e della sapienza divine, già iniziata da Dio a Mosè che poi la trasmise a Giosuè, Giosuè la trasmise agli Anziani e gli Anziani ai Profeti; ed i Profeti la trasmisero ai membri della Grande Assemblea... (Talmud, Pirqei Avot). La Torah venne trasmessa prima della rivelazione sul monte Sinai anche ai Patriarchi ebrei, ai capostipiti delle dodici tribù d'Israele ed insegnata soprattutto dai Leviti durante l'esilio in Egitto.

La Torah, eredità del popolo ebraico

« Perché questi precetti che Io ti comando oggi non sono una cosa straordinaria oltre le tue forze né sono cosa lontana da te; non è in cielo sì che tu debba dire: "Chi salirà per noi fino al cielo per prendercela e ce la farà ascoltare sì che possiamo porla in atto?". E neppure è al di là del mare sì che tu debba dire: "Chi passerà per noi al di là del mare per prendercela e ce la farà udire sì che noi possiamo metterla in atto?" Questa cosa ti è invece molto vicina; è nella tua bocca; è nel tuo cuore perché tu possa eseguirla »   ( Deuteronomio 30.11-14, su laparola.net.)

Per eredità della Torah si intende l'adesione consapevole ad essa nella sua totalità, inclusa l'osservanza dei precetti, nell'accettazione del giogo del Regno celeste e di quello della stessa Torah. I Maestri ritengono infatti che, sebbene usualmente per eredità si intenda qualcosa donato senza compromesso alcuno, seppur ormai concessa e intrinseca alla natura degli Ebrei, l'eredità della Torah si debba acquisire e custodire in ogni momento colmandone la propria vita e vivendone le vie di Dio. Ciascun Ebreo è collegato a Dio anche nello studio della Torah.

La prima lettera della Torah è la Beit di Bereshit, ב, mentre l'ultima è la Lamed di Israel, ל; le due lettere assieme formano la parola ebraica לב (lev), cuore: si ritiene che la Torah sia racchiusa nel cuore di ciascun ebreo che la ama intensamente e, considerandone eterna la sapienza di verità, ne vive ogni aspetto buono, giusto e di Qedushah infatti la parola presenta valore numerico 32 che equivale al numero delle vie della sapienza divina.

La parola ebraica Bereshit racchiude anche la parola ebraica Rosh che in italiano significa testa: si ritiene infatti che come Dio creò col principio, ovvero la Sua sapienza, così, intendendo con la parola Israel gli ebrei, il popolo ebraico è la testa delle Nazioni: Israel fu nel pensiero di Dio sin dal principio della Creazione.

La Torah è considerata quindi eredità particolare del popolo ebraico in modo eterno sin dal patto stipulato sul monte Sinai anche se già insegnata e vissuta precedentemente dagli Ebrei sin da Avraham: la lettera Hei, ה, aggiunta al nome Avram, il primo dei Patriarchi ebrei, cosicché divenisse Avraham, venne mantenuta per tutto il popolo ebraico in eterno: essa presenta infatti valore numerico 5, numero che corrisponde anche al Pentateuco.

Esiste una preghiera ebraica con una richiesta a Dio affinché coloro che amano la Torah non abbiano mai a subire danni (Talmud, Berakhot 64a).

La Torah e la Creazione

Secondo il testo di Qabbalah Sefer ha-Bahir la Torah inizia con la seconda lettera dell'alfabeto ebraico ב che, secondo la Ghimatriah, vale 2 in quanto la Torah esisteva già 2000 anni prima della Creazione (Bereshit Rabbah 8, 2), momento in cui Dio si dilettava nella stessa: mille anni per Dio sono come il giorno di ieri. Inoltre la prima parola stessa della Torah Bereshit, parola tradotta letteralmente con l'espressione In principio, può significare Con il principio laddove il principio è la sapienza di Dio, ovvero la Torah con cui Egli creò appunto il Mondo. Viene infatti esplicitamente insegnato che Dio guardò nella Torah per creare (nello Zohar è scritto che Egli guardò 4 volte nella/la Torah per creare e questo insegna anche l'"attenzione" che l'uomo deve avere per non sbagliare): la Torah è lo "strumento dell'artigiano" del Santo Uno, sia Egli Benedetto; ancora un Midrash di Bereshit Rabbah all'inizio afferma che la Torah fu ed è per Dio con la Creazione, in principio e per la sua esistenza, come i piani ed i registri per un mastro costruttore per sapere come fare stanze ed aperture... (Bereshit Rabbah 1, 2)

Grazie allo studio della Torah viene diffusa la pace nel mondo in quanto uno tra i fondamenti su cui esso si regge (Pirqei Avot); secondo lo Zohar il mondo sussiste infatti anche grazie alla voce dei bimbi ebrei che parlano di Torah.

La Torah ed il Beth haMiqdash

Molto nel Tanakh, in genere in tutta la Torah, viene spiegato a tal riguardo ma v'è "segreto" sulla costruzione del Terzo Tempio di Gerusalemme: secondo alcune fonti esegetiche ebraiche infatti la profezia sulla struttura di esso espressa nel Tanakh "potrebbe" apparire differente.

Il primo Sefer Torah

Pare che il primo Sefer Torah scritto sia stato poi bruciato, probabilmente durante un "attacco nemico".

Si narra ancora del pentateuco scritto da Mosè durante l'episodio sul monte Sinai sino ai 40 anni nel deserto: secondo Nachmanide, con riferimento all'ordine di porre lo scritto vicino all'Arca, i primi libri vennero scritti da Mosè interamente durante il dono dei dieci comandamenti ma l'ultimo libro venne scritto e quindi completato da Mosè sino al 40º anno nel deserto.

Il giogo della Torah, la vera libertà

Per giogo della Torah si intende l'adesione completa ed eterna ad essa in tutte le sue forme: spirituale, etica, civile, pratica e ultraterrena. Si ritiene che anche con ciò ci si unisca a Dio ed alla Sua Volontà, partecipazione che permette di godere in modo perfetto di ogni Suo operato e di poter usufruire in modo consono delle Sue opere.

La Torah non è quindi solo il momento particolare nelle sale di studio ma è diffusa in ogni aspetto della vita, colma la vita intera in ogni sua sfaccettatura. Questo principio unito a quello delle nuove prospettive ammesse della sapienza della Torah, a cui hanno accesso gli Zaddiqim che poi la insegnano, riguarda l'insegnamento di fare grande la Torah, oltre al timore ed all'onore a Dio per essa.

I Rabbini del Talmud, come poi esplicitamente anche la Qabbalah, insegnano che le Mizvot permettono di collegarsi ai Reami eccelsi, azioni che hanno conseguenze ottimali per il Mondo Inferiore. Essere servo, figlio ed amico di Dio permette di partecipare dei Suoi doni spirituali e dei Suoi misteri eccelsi.
La libertà è vissuta quindi anche grazie ad un livello spirituale elevato infatti la liberazione dalla casa degli schiavi in Egitto fu sia materiale sia spirituale ed il suo culmine dell'Esodo fu proprio il dono della Torah: i testi sacri ebraici spiegano infatti che questi eventi furono principio di redenzione per il popolo ebraico.

Premettendo che la Legge del Paese deve essere rispettata (Mitzvah secondo l'Halakhah citata più volte nel Talmud), i Maestri insegnano che chi accetta su di sé il giogo della Torah è libero dal giogo dello Stato e dei doveri civili (Talmud, Pirqei Avot), intendendo che in tal modo si possono vivere pienamente e secondo la volontà divina i livelli di Qedushah pertinenti se stesso come popolo ebraico con ciò che comporta: pur accettando ciò, negli stessi Pirqei Avot si insegna che bisogna pregare per il bene dello Stato in cui si vive, anche se in Diaspora. Molti ad esempio oggi i segni, anche effettivi, dell'accordo e del rispetto tra lo Stato Italiano e gli Ebrei riconosciuti in quanto tali.

La libertà viene vissuta quindi soprattutto come condizione spirituale.

V'è poi un detto o insegnamento della tradizione secondo cui se l'uomo non avesse avuto la Torah avrebbe imparato la modestia dai gatti, l'onestà dalle formiche e la castità dalla colomba...

Lo studio della Torah, il precetto

Dal trattato Talmudico Meghillah si evince che lo studio della Torah è perfino superiore al servizio nel Tempio di Gerusalemme.

Una richiesta dei Siddurim afferma:

Devono adempiere a questo precetto sia gli Ebrei eruditi sia gli Ebrei semplici; anche le donne possono accedere allo studio della Torah, soprattutto per l'osservanza delle Mizvot; vi sono casi di studiose del Talmud. Lo studio della Torah è quindi compiuto anche per insegnare ed eseguire i precetti o le buone azioni e può variare nella tipologia sempre fedele al metodo ed al fine per Dio, per il Mondo e le sue creature: esiste infatti lo studio dell'Halakhah e dell'Haggadah, dell'etica, Mussar, delle scritture, della Mishnah, del Talmud, dei commentatori, della Qabbalah e della Chassidut: uno dei meriti, livello più elevato dello studio della Torah, è comprendere Dio, quindi le Sue modalità in relazione al mondo, all'uomo, alle creature ed alle create tutte.

Invero esso è un obbligo il cui compito deve essere effettuato ogni giorno in quanto parte dell'Avodah, il servizio santo per Dio.
Lo studio della Torah corrisponde all'Arca dell'alleanza.

Nell'era messianica prevale lo studio del Talmud di Gerusalemme.

Studio Lishmah

Maimonide insegna che non [si] deve eleggere al fine del culto di Qadosh BarukhHu e dell'esecuzione dei precetti alcuna cosa: già Antigono di Sochò con una parabola disse che non bisogna essere come quei servi che servono al fine di ricevere un compenso ma invece servire Dio senza attendersi un compenso (Pirqei Avot I, 3), credere alla verità per la verità, ossia «servire per amore».

Ciascun ebreo deve riuscire a compiere lo studio della Torah per essa stessa, Lishmah, e non con l'intenzione di riceverne ricompensa ma anche se si iniziasse lo studio per altri fini, lo Lishmah, come quello delle ricompense, alla fine lo studio potrà divenire certamente Lishmah.

La Mizvah dello studio della Torah comprende tutte le Mizvot (Talmud, Shabbat 127).

Una "medicina"

Lo studio della Torah aiuta a vincere contro la cattiva inclinazione, lo Yetzer ha-ra: la tradizione ebraica insegna che Dio crea la medicina per ciascuna malattia prima che si manifesti e lo studio della Torah vale come "medicina" contro la cattiva inclinazione.

Anche re David aveva "sconfitto" l'"istinto cattivo" soprattutto studiando Torah, in particolare anche durante Shabbat.

Lo studio della Torah "toglie il male"

Grazie allo studio della Torah l'angelo accusatore, il Satan, non riesce a nuocere. I Maestri insegnano che, anche se l'"Amalecita" (anche Amaleciti, è un popolo che, tra quelli discendenti di Esaù di cui ha ereditato spiritualmente tutte le caratteristiche peggiori, rappresenta l'aspetto del male, l'odio contro gli Ebrei e la lashon ha-ra, che in italiano significa maldicenza), il nemico principale di Israele, vuole distoglierlo dalla Torah cercando di insinuare il dubbio, i Bnei Israel ("i figli di Israel") stessi devono continuare a studiare uniti a Dio che sempre provvede.

Uniti a Dio nelle vie della Torah

Consigliato lo studio della Torah anche dopo Shachrit per evitare un ego troppo accentuato; la Torah è quindi unita ad onore, bene e benedizione.

Ricompensa

Grande ricompensa per lo studio della Torah sia nell'era messianica sia nel Mondo futuro e già delizia di cui si godono i frutti anche precedentemente: la Torah è fonte di vita.

Nella benedizione fatta per il popolo ebraico, in cui si dice che gli Ebrei devono essere numerosi come le stelle del cielo e la polvere della Terra, nel secondo caso si intende che come la polvere[5], la terra, è fertile grazie all'acqua così il popolo ebraico non può stare senza Torah, appunto paragonata all'acqua.
Lo studio della Torah è fonte di vita, di lunghezza di giorni e di vigore spirituale derivante dalla volontà divina per chi la ama ma può essere "veleno" per i malvagi.

I Pirqei Avot insegnano che chi disprezza la Torah verrà disprezzato.

La ricompensa per lo studio della Torah che, come per le Mitzvot in genere, avviene nel Mondo futuro viene vissuta come intrinseca alla propria anima.

Metafore per la Torah

La Torah viene paragonata all'acqua in quanto fonte di vita e salvezza, al vino per i suoi segreti, a pietre preziose ed alle perle per la tradizione mistica ed a pane, carne e latte rispettivamente per lo studio in genere eseguito con passione e forte intenzione (kavanah), per lo studio del Talmud ed il legame e rapporto di Dio con essa.
Per esempio al principio della propria vita un bimbo non può ingerire cibi solidi e cereali ma generalmente dall'età di un anno: analogamente avviene per lo studio della Torah, usualmente vissuto secondo un ordine graduale ed un metodo preordinato.[6].

Nel Sefer haBahir la Torah viene considerata analoga ad una miniera.

La Torah è anche paragonata all'argento per la purità delle sue parole ed all'oro perché il Matan Torah è simile al significato simbolico del cucchiaio d'oro necessario all'Avodah del Mishkan prima e del Tempio di Gerusalemme dopo (Midrash di Bemidbar).

Diffusa nella Qabbalah la simbologia di "aspetti" della Torah simili a "foglie, germogli, rami, frutto e «frutto di frutto»"

«...Ezechia figlio di Yehudah dice che le parole della Torah sono una corona per il capo, una collana per il collo, un farmaco tonificante per il cuore, un collirio per gli occhi, una fascia per le ferite, un estratto di radici per gli intestini ed una terapia per il corpo...[7]»

Nella sua "essenza ancestrale", nei Midrashim ed altrove, la Torah viene paragonata anche alla rugiada.

La corona della Torah

Esistono tre eccelse corone spirituali "celesti": la corona del regno, la corona del sacerdozio, infine, quasi maggiormente significativa, infatti raggiungibile attraverso un numero maggiore di gradi, la corona della Torah per tutti gli Ebrei devoti, elevati, studiosi ed amanti della stessa.
Presente anche la corona del buon nome ritenuta ancora più "piacevole".

Senza dimenticare la corona della bellezza, esistono anche corone d'intelligenza.

"Amare" gli studiosi della Torah

«Rabbi Elazar a nome di Rabbi Chanina disse: "Gli studiosi della Torah procurano al Mondo la pace, come detto: ...quando tutti i tuoi figli saranno istruiti nella/della parola di HaShem, la pace dei tuoi figli sarà grande (Isaia)..."»

Anche Yehudah ben Teiymà ricordava che non si deve essere sfrontati e/o "sfacciati" contro "lo Zaddiq", "pena l'inferno". Altresì chi si presenta umile, appunto soprattutto con Dio, e/o modesto interiormente, merita il Gan Eden (Pirqei Avot). Inoltre anche Maimonide ammonisce contro coloro che cercano ostinatamente i peccati o qualche errore degli innocenti ebrei; vero infatti che essi, tali ostinati, con il popolo ebraico quasi come "testimone" verranno "giudicati" severamente da Dio, soprattutto nell'era messianica, a cui appunto Maimonide si riferisce con questo ammaestramento.

Inoltre, come i Patriarchi, gli ebrei sono intrinsecamente legati spiritualmente alla comprensione della verità della Torah ed alle Mitzvot e ciò, oltre ad essere "nucleo" della Vita ebraica, è un ulteriore significato di eredità, come già più sopra espresso.

Approccio dell'esegesi ebraica

La Legge e la Sapienza ebraiche devono essere regolate ed inserite in ambito rigorosamente attinente. Le interpretazioni dei Testi, quando queste avvengano, restano nell'ambito delle fonti riconosciute e possibili solo secondo le Middot esegetiche.

I saggi del Talmud insegnano come la Torah, in particolare il Tanakh, sia una storia che racchiude significati più profondi di quanto traspaia superficialmente infatti, essi affermano, potrebbero essere scritte storie più articolate ma la storia descritta nella stessa è una veste del significato recondito definito corpo, spesso individuato nelle Mizvot, o anima, il significato più profondo: esistono quindi una Torah rivelata, Nigleh, ed una Torah interna e nascosta, Nistar, la "Torah nascosta" ovvero la Qabbalah (Bereshit Rabbah 60; Zohar, Bemidbar 72).

Aggiunte alle 32 vie di saggezza anche lo Zohar conta 70 differenti facce della Torah corrispondenti alle 7 Sefirot, ciascuna delle quali presenta nuovamente tutte le 10 Sefirot; esistono inoltre 4 livelli esegetici individuati nell'acronimo della parola Pardes: Peshat, Remez, Drash e Sod.

Molti quindi differenti livelli di fervore religioso che attestano la diversità degli appartenenti al popolo ebraico ed anche premessa al riconoscimento di differenti livelli di osservanza per i quali si auspica la concessione della Teshuvah qualora essa non sia completa: si contano infatti 600.000 modi dell'approccio degli Ebrei alla Torah, tanti quante sono le sue lettere e quanti furono gli Ebrei all'uscita dall'Egitto e con il dono sul monte Sinai.
Ancora le 50 Porte di Binah.

Anche la Chassidut spiega che quasi ciascun ebreo è "destinatario" di una "Torah propria", con questa attitudine non discostandosi dalla Sua verità e dalle opinioni diffuse concordi con l'esegesi ebraica Halakhica.

Un Maestro noto, Chassid e Zaddiq, ebbe consapevolezza di un ammaestramento divino: più imparava, eseguiva, manteneva ed insegnava più era cosciente, quasi paradossalmente, di non aver mai studiato abbastanza.

La Mishnà porta ad esempio quattro Maestri ebrei paragonandoli ad "una spugna, ad un imbuto, ad un setaccio ed a una fonte che non smette mai di fluire": queste metafore riguardano il loro modo di intendere e "vivere" la verità.

Lettura del Pentateuco in un anno

L'Ebreo deve rispettare l'obbligo della lettura annuale del Pentateuco infatti nelle Sinagoghe viene compiuta la lettura pubblica delle Parashot e delle Haftarot: lunedì, giovedì e poi per intero a Shabbat.

Suddivisione del Pentateuco

I 5 libri del Chumash della Torah, tutti scritti da Mosè rispetto agli altri libri della Torah scritta o ai testi della Torah orale invece inizialmente trasmessi oralmente, sono (I nomi ebraici sono presi dalle parole iniziali del primo verso dei rispettivi libri):

  • Genesi (Gen; בראשית, Bereshit: "In principio...")
  • Esodo (Es; שמות, Shemot: "Nomi")
  • Levitico (Lv; ויקרא, Vayikra: "Ed egli chiamò...")
  • Numeri (Nm; במדבר, Bamidbar: "Nel deserto..."), e
  • Deuteronomio (Dt; דברים, Devarim: "Parole", o "Discorsi")

Le Parashot nell'anno ebraico

È consuetudine completare la lettura del Pentateuco ogni anno e per questo scopo essa è stata suddivisa in 54 parashoth, (plurale di parashàh, ossia "porzione") quanti sono i sabati negli anni lunghi (di 13 mesi lunari). Negli anni di 12 mesi lunari, in alcuni sabati si legge una doppia parashàh. Le parashoth prendono il nome dalla prima o da una delle prime parole con cui hanno inizio che ne riassumono il messaggio principale.
Inoltre bisogna specificare che durante le funzioni religiose nelle Sinagoghe la Torah va letta in ebraico da destra verso sinistra. I sommi sacerdoti in passato o le altre persone che la leggono devono pronunciare molto attentamente e chiaramente le parole scritte in "ebraico antico", quello biblico. Non si considera compiuta la Mizvah della lettura del Sefer Torah durante le funzioni religiose nel caso in cui le parole ebraiche non vengano pronunciate in modo corretto o anche secondo il proprio Minhag.

Il Chumash

Il termine ebraico Chumash (anche Ḥumash) (in ebraico חומש?) è un sinonimo del Pentateuco (Torah) in forma stampata su libro, anziché nei rotoli pergamenacei di Torah. Il termine deriva dalla parola ebraica con cui si indica il numero cinque: ḥamesh (חמש). Un modo più formale di indicare lo stesso significato è Ḥamishah Ḥumshei Torah, "cinque quinti della Torah", conosciuti nella lingue greca e latina con appunto il termine di Pentateuco.

Riconoscimento della Torah da parte dei non-ebrei

Una moderna raccolta completa del Talmud babilonese.

Sul monte Sinai Dio lasciò che gli Ebrei potessero scegliere se accettarla sino al decreto favorevole, secondo la loro volontà: essi dissero faremo ed ascolteremo; invero Dio ne propose l'accettazione anche agli Edomiti ed agli Ismaeliti, in rappresentanza di tutti i popoli, ma essi non la vollero.

Secondo il commentatore dell'esegesi ebraica Rashi il versetto della Torah Deut27.8 Deut27.8[8] che afferma E tu scrivi sulle pietre tutte le parole di questa Torah, spiegato bene si riferisce alla traduzione della Torah nelle 70 lingue delle 70 Nazioni fatta dal Capo dei Profeti Mosè; lo stesso Rashi afferma che ciò avvenne per gli Ebrei quando poi fossero giunti in Diaspora.
Sono le iscrizioni sulle pietre menzionate nella Parashah Ki Tavò. Secondo il Talmud era iscritto tutto il testo ma Rav Saadiah Gaon insegna che sono stati iscritti solo i 613 precetti. Il Talmud afferma che erano iscritte in tutte le 70 lingue ma una fonte Midrashica indica che erano iscritte solo in ebraico.
Secondo l'opinione Talmudica di Rav Yehudah le pietre erano ricoperte da uno strato di calce, secondo Rabbi Shimon le lettere erano state iscritte sull'intonaco. Ciò sta ad indicare che, qualora non ebrei avessero voluto avvicinarvisi per scoprirla, ciò sarebbe dovuto avvenire per un forte e sincero sentimento di fede e non per mera curiosità: infatti avrebbero dovuto togliere la calce. Secondo un'altra opinione lo strato di calce indica la barriera che sancisce comunque l'appartenenza della Torah al popolo d'Israele.
L'iscrizione avvenne prima che il popolo ebraico attraversasse il fiume Giordano, le cui acque si aprirono miracolosamente, come avvenne con il mar Rosso, con Giosuè come guida, successore di Mosè.

Nachmanide fu convinto dell'opinione esegetica ebraica secondo cui la diffusione della Torah tra i non-ebrei manifesta anche la comprensione dell'esistenza del Messia e dell'era messianica.

Opinione sulle traduzioni della Torah

Spesso alcuni significati vengono fraintesi o non individuati, come per quelli di alcuni animali per la casherut e degli ingredienti dell'incenso. Nonostante si consideri che l'ebraico sia la lingua parlata già da Adamo ed Eva e poi da Avraham, Mosè ed il popolo ebraico, anche le altre lingue offrono comunque la possibilità di comprenderne in parte i significati, pur se talvolta con alcune difficoltà. L'esegesi ebraica è necessaria anche per risolvere alcuni dubbi anche se, per esempio, altre parti del Talmud vengono interpretate soltanto con il Mashiach.

Possibile anche che vi siano errori esegetici, persino rabbinici: questo non è però ascrivibile alla scrittura originaria, sia del Tanakh che della Torah orale, il primo caso perché [quasi] incisa, come sopra descritto... ...nel secondo caso soltanto, qualche volta, per divergenze Halakhiche di "opinione": opinioni talvolta "risolte", in altri casi no e persino con Minhaghim variabili.

"...senza farina non c'è Torah, senza Torah non c'è farina..."

Tale insegnamento dei Pirqei Avot ammette il coinvolgimento equilibrato tanto sul piano materiale tanto sul piano spirituale, i due quindi correlati, soprattutto nella verità e nella provvidenza divina (Provvidenza nell'ebraismo)[9].

«C'era un uomo che viveva tra i monti. Egli non sapeva nulla di coloro che vivevano in città. Seminava il grano e ne mangiava i chicchi crudi.
Un giorno entrò in città: gli portarono del buon pane; egli disse: <<A cosa serve?>> Essi risposero: <<Pane, da mangiare!>> Egli lo mangiò ed aveva un buon sapore. Disse: <<Di che cosa è fatto?>> Dissero: <<Grano>>. In seguito gli portarono focacce impastate con olio, le assaggiò e disse: <<Di che cosa sono fatte?>> <<Grano...>>, gli risposero. Infine gli portarono pasticceria fine preparata con miele ed olio. Egli disse: <<E questa di cosa è fatta?>>. Dissero: <<Grano>>, e lui: <<Io sono il "signore" di tutte queste cose poiché mangio l'essenza di tutte queste cose: il grano!>>
A causa di quest'idea egli non sapeva nulla delle gioie del Mondo... ...per lui esse erano perdute.
Nello stesso modo avviene con uno che comprenda il "principio" ma non conosca tutte quelle deliziose gioie che derivano o deviano da quel "principio" ([anche] la Torah)[10]»

Inoltre, questa la narrazione di una discussione, come Dio ha creato il Mondo, così gli individui faticano e devono applicarsi in differenti lavori per ottenere del "pane", anch'esso considerato un frutto quasi come la frutta di alcune piante ed alcuni alberi: così è quasi per la verità della Torah, come infatti descritto per le proibizioni in Shabbat paragonate infatti all'opera del Tempio di Gerusalemme.

La luce della Torah

Lo stesso argomento in dettaglio: Or Ein Sof.

Dal Sefer haBahir, secondo un insegnamento di Rabbi Berekiyah, Menachem da Recanati ne trae che:

«...alla luce della luce primordiale, chiamata sapienza, come è scritto: ...perché la Mitzvah è una "lampada" e la Torah una "luce" (Prov 6.23[11]

Invero la tradizione Sinaitica, come ancora dai patriarchi ebrei, per rivelazione divina insegna che Dio si dilettava e [quasi] "giocava" con la Torah, sua Sapienza, già prima che il Mondo venisse ad essere: la luce risulta infatti una Sua manifestazione [della Shekhinah] come ancora la Parola divina, il Suo Kavod e il Suo Nome eccelso ed il fuoco celeste.

In un Salmo Re David chiese a Dio di "illuminare" i propri "occhi" con la verità degli insegnamenti della Torah e con i Suoi misteri.

Commenti esoterico-mistici completi

Tra questi vi sono il Sefer haZohar, il Pardes haRimonim di Mosheh Cordovero nonché i vari Midrashim e l'Haggadah.

Suddivisione ulteriore

La struttura del libro del Deuteronomio è differente dai precedenti, così talvolta i primi libri della Bibbia sono conosciuti come Tetrateuco (quattro libri). Dal punto di vista storico il sesto libro della Bibbia, il Giosuè, è la prosecuzione del Deuteronomio, per cui qualche autore parla di Esateuco.

Il punto di vista cristiano

Il punto di vista cristiano è che sia stata scritta sotto ispirazione divina. La cristianità tradizionale afferma che mentre le citazioni di Dio sono letteralmente pronunciate da Lui, il resto del testo non sarebbe una citazione diretta ma parole umane scritte da un profeta sotto l'ispirazione divina. Così l'intera Torah è dovuta ad una santa rivelazione ma non è tutta una citazione. La credenza cristiana che Gesù sia completamente umano e completamente divino ha una analogia molto vicina al punto di vista dei cristiani riguardo alla Scrittura.

Ricerca storico-fenomenologica

Alcuni studi moderni iniziati alla fine del XIX secolo affermano che il testo della Torah sembra essere stato redatto unendo differenti precedenti sorgenti: questa teoria è nota come Ipotesi Documentale, anche chiamata teoria [JEDP].

Copie

Nel 2013 è stata scoperta la più antica copia ancora esistente al mondo della Torah. Rinvenuta nella biblioteca dell'Università di Bologna, essa è stata sottoposta a un esame con il metodo del carbonio-14 che ha collocato la data di creazione tra il 1155 e il 1225.[12][13] [14] [15] [16] [17] [18] [19]

Traduzioni

Lo stesso argomento in dettaglio: Pentateuco samaritano.

Traduzioni di questi libri esistono da più di 2000 anni, la più antica e famosa delle quali è quella greca detta dei Settanta che, secondo la leggenda, si dice sia stata voluta da un faraone della dinastia tolemaica.

La più conosciuta traduzione dell'antichità è forse quella del Targum di Onkelos il Proselita, la quale è ancora usata come strumento per gli studi della Torah e citata ampiamente da Rashi in dibattiti di etimologia.

La Torah, che sta alla base del Vecchio Testamento cristiano, ebbe la sua ufficializzazione terminologica solo intorno al VII secolo. Infatti prima di tale periodo della Torah esistevano più versioni che differivano nelle interpretazioni delle singole parole. Causa di ciò risiede nella natura consonantica della lingua ebraica. L'ebraico scritto infatti - come tutte le lingue semitiche - non ha vocali. Esse sono inserite mentalmente da chi legge, a seconda del contesto e delle leggi grammaticali dell'ebraico. Un esempio in italiano potrebbe essere dato dalle due lettere "CS", le cui possibili vocalizzazioni possono essere, a causa del contesto, "CaSa", "CoSa", "CaSo", "CoSo". Prima del VII secolo ognuna delle quattro parole sarebbe potuta essere accettata, in quanto potenzialmente corretta.

I Samaritani avevano la loro versione della Torah contenente molte varianti, molto più vicine alla versione greca dei Septuaginta che al testo masoretico, portando alla conclusione che il testo samaritano si avvicina a versioni che erano comuni in Palestina ma sono state rigettate dai Masoreti.

Note

  1. ^ Quanto segue secondo la descrizione critica e sistematizzazione del The Talmud, cur. N. Solomon, Penguin Books (2009), "Introduction" e passim - pagg. di riferimento specifico in base alle rispettive sezioni. Si è consultato inoltre Il Talmud. Introduzione, testi, commenti, curato da Günter Stemberger, EDB (2008); Talmùd. Il trattato delle benedizioni, redattore S. Cavalletti, UTET (2009); Il Talmud, a cura di A. Cohen, trad. A. Toaff, Laterza (1999); Jacob Neusner, Il Talmud. Cos'è e cosa dice, San Paolo Edizioni (2009); Dan Jaffé, Il Talmud e le origini ebraiche del cristianesimo, Jaca Book (2008); Simon Schwarzfuchs, Rashi. Il maestro del Talmud, trad. A. Tombolini, Jaca Book (2005).
  2. ^ Salmi Salmi 19.2-8
  3. ^ Es 19.1-10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Deut 5.20-30, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Secondo un'altra opinione esegetica ebraica tradizionale, si intende "come i "granelli" di sabbia sulla riva del mare"...
  6. ^ Quindi, oltre al significato simbolico-ontologico, il discernere o il comprendere vengono paragonati alla facoltà di distinguere differenti cibi assaporandoli, proprio come "l'orecchio ascolta/discerne" le parole [o quanto ascolta] (Nachmanide, anche sul Libro di Giobbe)
  7. ^ Nahmanide esegeta e cabbalista (pag. 228), ed. Giuntina
  8. ^ Deut27.8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ Secondo altre opinioni questo assunto insegna la necessità del "lavoro" ("Avodah", in ebraico con duplice significato)
  10. ^ L'essenza della Cabala. Il cuore del misticismo ebraico, Newton & Compton editori, Roma, 1999 ISBN 88-8289-230-1 (pag. 115)
  11. ^ Prov 6.23, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  12. ^ bologna.repubblica.it
  13. ^ www.mosaico-cem.it
  14. ^ World's oldest complete Torah found in Italy
  15. ^ World's Oldest Torah Scroll: University of Bologna says Jewish scroll is more than 850 years old
  16. ^ World's Oldest Torah: Italian scholars believe they have discovered oldest complete Torah scroll
  17. ^ Encuentran el manuscrito más antiguo de la Torá en Italia
  18. ^ un-sefer-torah-de-850-ans-decouvert-le-plus-vieux-jamais-decouvert
  19. ^ Il-Rotulo-2-della-Biblioteca-Universitaria-di-Bologna--la-Torah-piu-antica-del-mondo

Errore nelle note: Il tag <ref> definito in <references> non ha un attributo nome.

Bibliografia

  • Gian Carlo Duranti Codici nel Pentateuco e matematica egizio platonica, L'Arcipelago editore, Genova 1994.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN177804671 · GND (DE4226122-3 · J9U (ENHE987007287481705171