Nitzavim

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Nitzavim, Nitsavim, Nitzabim, Netzavim, o Nesabim (ebraico: נִצָּבִים — tradotto in italiano: “state tutti davanti”, incipit di questa parashah) 51ª porzione settimanale della Torah (ebr. פָּרָשָׁה – parashah o anche parsha/parscià) nel ciclo annuale ebraico di letture bibliche dal Pentateuco, ottava nel Libro del Deuteronomio. Rappresenta il passo Deuteronomio 29:9-30:20[1], che gli ebrei della Diaspora leggono generalmente in settembre o ai primi di ottobre. Parashah Nitzavim cade sempre nello Shabbat subito prima di Rosh Hashanah.

Il calendario ebraico lunisolare contiene fino a 55 settimane, col numero esatto che varia tra le 50 settimane negli anni comuni e 54 o 55 negli anni bisestili. In alcuni anni bisestili (per es., il 2012, 2015, 2016, 2018 e 2019), la Parashah Nitzavim viene letta separatamente. Negli anni comuni (per es. 2013, 2014 e 2017), la Parashah Nitzavim è combinata con la parashah successiva, la Vayelech, per ottenere il numero di letture settimanali necessarie. Le due porzioni di Torah vengono congiunte eccetto quando due Shabbat cadono tra Rosh Hashanah e Sukkot e nessuno dei due coincide con le grandi Festività ebraiche.[2]

Nel libro di preghiere standard dell'Ebraismo riformato, nel periodo delle Grandi Festività, parti di questa parashah – Deuteronomio 29:9-14[3] e Deuteronomio 30:11-20[4]– sono le letture bibliche del servizio liturgico mattutino di Yom Kippur, al posto della lettura tradizionale di Levitico Levitico[5].[6]

Nella parashah, Mosè disse agli Israeliti che tutto il popolo stava dinanzi a Dio per entrare nell'Alleanza, la cui violazione avrebbe causato ogni maledizione, ma se fossero ritornati a Dio e osservato is Suoi comandamenti, allora Dio li avrebbe accettati nuovamente con amore e tenuti ancora uniti da tutte le parti del mondo. Mosè affermò che questa Istruzione non era impossibile da seguire, e presentò agli Israeliti le alternative di vita e di morte, di benedizione e di maledizione, esortandoli a scegliere la vita amando Dio e seguendo i comandamenti.

«Questo comando che oggi ti ordino ... non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire?»[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Deuteronomio 29:9-30:20, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ W. Gunther Plaut, The Torah: A Modern Commentary, Union of American Hebrew Congregations, 1981, p. 1553. ISBN 0-8074-0055-6
  3. ^ Deuteronomio 29:9-14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Deuteronomio 30:11-20, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Levitico, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ Gates of Repentance: The New Union Prayerbook for the Days of Awe, curato da Chaim Stern, pp. 342–45, Central Conference of American Rabbis, ed. riv. 1996. ISBN 0-88123-069-3
  7. ^ Deuteronomio 30:11-12, su laparola.net.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

(ENHEITYI)

Testi[modifica | modifica wikitesto]

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