Michail Gorbačëv: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
NewLibertine (discussione | contributi)
Riga 103: Riga 103:
== Onorificenze ==
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
{{Onorificenze
|immagine=St.AndrewOrder.png
|immagine=Band to Order St Andr.png
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine di Sant'Andrea
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine di Sant'Andrea
|collegamento_onorificenza=Ordine di Sant'Andrea
|collegamento_onorificenza=Ordine di Sant'Andrea

Versione delle 20:09, 31 gen 2012

Template:Avvisounicode

Michail Gorbačëv

Segretario generale del Partito comunista dell'Unione Sovietica
Durata mandato11 marzo 1985 –
24 agosto 1991
PredecessoreKonstantin Černenko
SuccessoreCarica abolita

Presidente del Praesidium del Soviet supremo dell'URSS
Durata mandato1 ottobre 1988 –
15 marzo 1990
PredecessoreAndrej Gromyko
SuccessoreAnatolij Luk'janov

Presidente dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche
Durata mandato15 marzo 1990 –
25 dicembre 1991
PredecessoreCarica creata
SuccessoreCarica abolita

Dati generali
Partito politicoPCUS
Titolo di studiodoktor nauk
UniversitàUniversità statale di Mosca
FirmaFirma di Michail Gorbačëv

Michail Sergeevič Gorbačëv– in russo Михаил Сергеевич Горбачёв? ascolta, [mʲɪxʌˈil sʲɪrˈgʲejɪvʲɪʧ gərbʌˈʧof], scrittura fonetica comune usata in italiano Mikhail Gorbaciov, traslitterazione ISO9-1995 Mihail Sergeevič Gorbačëv, scrittura semi-fonetica anglosassone Mikhail Gorbachev – (Privol'noe, 2 marzo 1931) è un politico sovietico, ora russo. È stato l'ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS) dal 1985 al 1991, propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka e alla glasnost', e protagonista nella catena di eventi che hanno portato alla dissoluzione dell'URSS e dello stesso PCUS. È stato sposato con Raisa Maksimovna Gorbačëva.

La sua politica ha portato alla fine della guerra fredda.

È stato insignito nel 1990 del premio Nobel per la pace.

Cursus honorum all'interno del PCUS

Gorbaciov in una fattoria di maiali nella Germania Est, 1966.

Si diploma e viene ammesso alla facoltà di legge dell'Università Statale di Mosca. Si laurea nel 1955 e prosegue gli studi per corrispondenza, ottenendo una seconda laurea (nel 1967) in economia agraria presso l'Università di Stavropol. In questo periodo si iscrive al Partito Comunista dell'Unione Sovietica e incontra la futura moglie Raisa Titarenko nata il 5 gennaio 1932, morta il 20 settembre del 1999 a 67 anni di leucemia, con la quale vivrà dal settembre 1953 al settembre 1999 e dalla quale avrà la loro unica figlia Irina Michailovna Virganskaja nel 1957.

Tornato nella città natale, gli viene offerto un incarico nell'associazione giovanile Komsomol. Nel 1970 ha inizio la sua carriera politica con l'elezione a Primo Segretario del Comitato del Partito nel Territorio di Stavropol. Si riconosce nel gruppo facente capo al membro del Politburo Fëdor Davydovič Kulakov, che sostituisce come responsabile del comitato centrale per l'agricoltura; quando Kulakov è stroncato da un infarto nel 1978, entra nel Politburo come membro supplente.

Nel 1979 si trasferisce a Mosca e fa squadra con l'altro membro supplente di tendenza riformista, Pëtr Mironovič Mašerov, ma, dopo la morte di costui in incidente stradale, tocca a lui la promozione a membro titolare del Politburo del Comitato Centrale del PCUS, ricevendo il patronato da Jurij Andropov (capo del KGB e nativo di Stavropol), che prima della sua morte (avvenuta nel 1984) lo indicherà alla guida del Partito.

In questo periodo le sue posizioni all'interno del PCUS generano più occasioni di viaggi all'estero, che divengono sempre più frequenti e influenzano sempre più profondamente il suo punto di vista politico e sociale riguardo alla guida del Paese. Nel 1975 aveva condotto una delegazione nella Repubblica federale di Germania e nel 1983 aveva diretto una delegazione sovietica in Canada per incontrare il Primo Ministro Pierre Trudeau e alcuni membri della Camera dei Comuni canadese. Nel 1985, infine, si è recato nel Regno Unito per incontrare il Primo Ministro Margaret Thatcher.

Alla morte di Konstantin Černenko, Michail Gorbačëv (all'età di 54 anni), viene eletto Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito, la carica più alta nella gerarchia di partito e del Paese (è l'11 marzo 1985).

Segreteria generale e Presidenza dell'URSS

La sua politica di riforme avvierà numerosi processi di cambiamento che grazie alla Glasnost (trasparenza), alla Perestrojka (ristrutturazione) e all'Uskorenie (accelerazione dello sviluppo economico), lanciati durante il ventisettesimo congresso del PCUS (nel mese di febbraio del 1986) porteranno alla fine della Guerra Fredda, arrestando la corsa agli armamenti tra USA e URSS e diminuendo grandemente il rischio di un conflitto nucleare.

Gorbačëv incontra Ronald Reagan.

L'11 ottobre 1986, infatti, Gorbačëv ed il presidente statunitense Ronald Reagan si incontrano a Reykjavík per discutere la riduzione degli arsenali nucleari installati in Europa. Tutto ciò condurrà, nel 1987 alla firma del Trattato INF sulla eliminazione delle armi nucleari a raggio intermedio in Europa. L'anno successivo, Gorbačëv annuncia la fine della dottrina Brežnev, che permette alle nazioni del Blocco orientale di tornare alla democrazia[1]. La fine del sistema degli stati satelliti avrebbe anche liberato l'URSS di una parte dei costi di mantenimento di strutture militari ormai non più sostenibili. Scherzosamente, denominerà questa sua nuova dottrina la dottrina Sinatra, riferendosi alla famosa canzone My Way.

Gorbačëv, insieme al suo ministro degli esteri Eduard Ševardnadze, conseguì anche il ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan.

Nel settembre del 1988 Gorbačëv assunse anche la carica di capo dello Stato mandando in pensione Andrej Gromyko.

Il 15 marzo del 1990 il Congresso dei rappresentanti del popolo dell'URSS (il primo parlamento costituito sulla base di libere elezioni nella storia del Paese) elegge Gorbačëv presidente dell'Unione Sovietica. Il 15 ottobre dello stesso anno, grazie alla sua fama di riformatore e leader politico mondiale, nonché al contributo dato per migliorare le sorti della guerra fredda, gli viene assegnato il Premio Nobel per la Pace.

In politica interna si giova di una dialettica tra conservatori (guidati da Ligacev ed Aliev) e riformatori (rappresentati da Yeltsin e Ševardnadze), da lui abilmente guidata per mantenersi in equilibrio tra i due schieramenti interni al PCUS e portare così il Paese ad un moderato progresso democratico. Ma nel 1988-89 l'equilibrio del divide et impera vacilla paurosamente: i primi moti nazionalisti nel Caucaso e nei Paesi baltici sfociano in disordini e crimini (ad esempio l'eccidio degli armeni nella capitale azera Baku, gli assassinii di persone russe in Kazachistan ed altro). Di fronte a questi fatti che minavano l'integrità territoriale e politica del Paese Gorbacev si comporta in un modo difficilmente spiegabile. Prima non reagisce affatto, mentre i disordini assumono vaste dimensioni. Poi ordina di usare la forza militare, il che provoca ulteriori vittime ed accresce i sentimenti indipendentisti. Esattamente questo è il caso della Lituania dove, dopo aver a lungo tollerato, se non addirittura sostenuto, un'intensa attività di movimenti indipendentisti, nel gennaio 1989 Gorbacev ordina improvvisamente all'esercito di occupare la sede del parlamento e della TV a Vilnius. Le reazioni militari violente[2] non producono nulla, oltre ai morti e l'odio verso il potere centrale moscovita (è allora che vengono all'uopo costituiti i famigerati OMON, le truppe del Ministero dell'interno incaricate della repressione, che fa diverse decine di morti imputate direttamente al Cremlino).

Francobollo della Perestrojka, 1988.

Boris Yeltsin, poi, prima viene eletto Presidente della Repubblica russa e poi abbandona il PCUS, inneggiando alla necessità di abolire la disposizione costituzionale sul ruolo guida del Partito comunista.

Mentre l'economia, tra tentativi di liberalizzazione e resistenze collettivistiche, perdeva colpi, nell'agosto 1991 i comunisti conservatori tentarono un colpo di Stato: nonostante il fatto che Gorbačëv ne fosse stato la prima vittima, essendo rimasto recluso per tre giorni nella villa presidenziale in Crimea, gli fu contestato da Yeltsin - dopo che questi piegò la resistenza dei golpisti coll'alleanza dei presidenti delle repubbliche federate non russe - di aver con le sue tattiche favorito il radicamento al potere non di interlocutori responsabili della perestroika, ma di pericolosi avventuristi. Nonostante il suo dissenso dalla deriva liberista propugnata da Yeltsin, il partito Comunista venne messo al bando e i suoi beni confiscati. Il 25 dicembre 1991 Gorbačëv rassegnò le sue dimissioni da Capo dello Stato: poche settimane prima, l'8 dicembre 1991 i capi dei 3 stati Russia con Boris Yeltsin e Gennadiy Burbulis, Ucraina con Leonid Kravchuk e Vitold Fokin e Bielorussia con Stanislav Shushkevich e Viacheslav Kebich avevano firmato a Viskulia - Belavezha il trattato che sanciva la dissoluzione dello Stato sovietico. Tale dissoluzione venne ufficialmente confermata il 26 dicembre dello stesso anno, dal Soviet Supremo.

Attività successive alle dimissioni da Capo di Stato

Ronald Reagan e Michail Gorbačëv.

Dal gennaio del 1992 Gorbačëv è presidente della Fondazione Internazionale Non-Governativa per gli Studi Socio-Economici e Politici (la Fondazione Gorbaciov).

Dal marzo del 1993 è inoltre presidente (nonché fondatore) della Green Cross International, un'organizzazione ambientalista indipendente presente in più di 30 paesi.

Ricopre inoltre l'incarico di Presidente del Partito Socialdemocratico Unito della Russia, fondato il 26 novembre 2001, un'unione di parecchi partiti socialisti democratici, dalla cui guida si è dimesso nel maggio 2004 a causa di un disaccordo con il presidente del partito, Konstantin Titov, relativo alla nuova direzione intrapresa durante la campagna elettorale del dicembre 2003.

Nel giugno 2004 ha assistito al funerale di Ronald Reagan. Nel mese di settembre, a seguito degli attacchi terroristici ceceni in Russia, il presidente Vladimir Putin ha lanciato un'iniziativa per sostituire l'elezione dei governatori regionali con un sistema per cui sarebbero direttamente nominati dal presidente ed approvati dalle legislature regionali. Gorbačëv ha criticato tali provvedimenti accusando Putin di allontanarsi dalla via democratica.

Gorbačëv è presidente del Women's World Award, un concorso annuale sponsorizzato dall'organizzazione World Awards.

Discorso al Forum di Barcellona nel 2004.

Riconoscimenti

Gorbaciov con Barack Obama e Joe Biden nel 2009.

Michail Gorbačëv ha ottenuto l'Ordine della Bandiera Rossa del Lavoro, tre Ordini di Lenin e molte altre onorificenze e riconoscimenti sovietici e internazionali, oltre a numerose lauree honoris causa da università di tutto il mondo. Nel 1990 gli viene consegnato il premio Nobel per la pace.

Critiche

La figura di Gorbačëv è normalmente vista in modo molto positivo in occidente, mentre in Russia la sua immagine è vista con molto meno favore. Pesa a suo carico la dissoluzione dello stato sovietico, che ha avuto notevoli ripercussioni, anche economiche, per vasti strati della popolazione russa.

Credenze religiose

Battezzato cristiano da bambino, Gorbačëv è ateo[3] e panteista[4]. Tuttavia professa rispetto per la fede delle persone di tutte le religioni, e ha avuto un ruolo principale nell'istituzione delle leggi sulla libertà di culto della precedente Unione Sovietica.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine di Sant'Andrea - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il suo enorme lavoro come capo di stato»
— 2 marzo 2011, Mosca
Ordine al merito della Russia - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine di Lenin (3 volte) - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine della Rivoluzione d'Ottobre - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine della Bandiera rossa del Lavoro - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'eccezionale raccolto nella comune di famiglia»
Ordine del Distintivo d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone Bianco - nastrino per uniforme ordinaria
Presidential Medal of Freedom - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore de l'Ordre des Arts et des Lettres - nastrino per uniforme ordinaria
Classe speciale della Gran Croce dell'Ordine al Merito di Germania - nastrino per uniforme ordinaria
Premio Nobel per la pace - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il suo ruolo di primo piano nel processo di pace che oggi caratterizza parti importanti della comunità internazionale»
— Oslo, 1990

Bibliografia

Michail Gorbačëv è stato inoltre autore di numerosi scritti e saggi, tra i quali:

  • A Time for Peace (Tempo di pace, 1985)
  • The Coming Century of Peace (Si avvicina un secolo di pace, 1986)
  • Peace Has no Alternative (La pace non ha alternative, 1986)
  • Moratorium (Moratoria, 1986)
  • Избранные речи и статьи, Izbrannye reči i stat'i (Scritti e discorsi scelti, in sette volumi, 1986-1990)
  • Перестройка: новое мышление для нашей страны и для всего мира, Perestrojka: novoe myšlenie dlja našej strany i dlja vsego mira (1987, Perestrojka, Mondadori, 1988)
  • Августовский путч. Причины и следствия, Avgustovskij putč. Pričiny i sledstvija (Il golpe di agosto, 1991)
  • Декабрь-91. Моя позиция, Dekabr'-91. Moja pozicija (Dicembre 1991. La mia posizione, 1992)
  • Годы трудных решений, Gody trudnykh rešenij (Gli anni delle decisioni difficili, 1993)
  • Жизнь и реформы, Žizn' i reformy (Vita e riforme, in due volumi, 1995)
  • Моральные уроки ХХ века, Moral'nye uroki XX veka (dialogo con Daisaku Ikeda, 1996)
  • On My Country and the World (Sul mio paese e il mondo, 1998).

Opere pubblicate in Italia

  • Proposte per una svolta. La relazione al XXVII Congresso del Pcus e altri documenti. Con una prefazione-intervista inedita dell'autore, Editori riuniti, Roma 1986.
  • L'Urss verso il duemila. Pace e socialismo, Teti, Milano 1986.
  • Moratoria. Discorsi e interventi, Mierma, Camerino; Pieve Torina 1987.
  • L'Ottobre e la perestrojka: la rivoluzione continua. Discorso del segretario del Pcus per il 70. della rivoluzione, Editori riuniti, Roma 1987.
  • Perestrojca. Il nuovo pensiero per il nostro paese e per il mondo, Mondadori, Milano 1987.
  • Verso un mondo migliore, Sperling & Kupfer, Milano 1987.
  • Glasnost. Botta e risposta con i giornalisti di tutto il mondo, Teti, Milano 1988.
  • Parliamoci. Perestrojka in politica estera, Napoleone, Roma 1988.
  • La sfida. 19. Conferenza pansovietica del PCUS. 28 giugno-1 luglio 1988, Editori riuniti, Roma 1988.
  • Pensare il mondo nuovo, l'Unità, Roma 1989.
  • La casa comune europea, A. Mondadori, Milano 1989.
  • Il golpe di agosto. Che cosa è successo, che cosa ho imparato, A. Mondadori, Milano 1991.
  • Dicembre 1991. La fine dell'Unione sovietica vista dal suo Presidente, Ponte alle grazie, Firenze 1992.
  • Vincitori e perdenti. Dall'Urss alla Russia, La Stampa, Torino 1993.
  • Le idee di Berlinguer ci servono ancora, Sisifo, Roma 1994.
  • Riflessioni sulla rivoluzione d'ottobre, Editori riuniti, Roma 1997.
  • Umanesimo e nuovo pensiero, Multimage, Torino 1997.
  • Le nostre vie si incontrano all'orizzonte, Sperling & Kupfer, Milano 2000.
  • Spiegami il mondo. I premi Nobel rispondono alle domande dei bambini, Oscar Mondadori, Milano 2005.
  • Il mio manifesto per la terra, Borla, Roma 2005.

Note

  1. ^ Ceslav Ciobanu, Mikhail Gorbachev: The Decay of Socialism and the Renaissance of Eastern Europe (from the Perspective of an Insider), in East European Politics & Societies, 18, nº 1 (Winter 2004): 45-69.
  2. ^ Ainius Lasas, Bloody Sunday: What Did Gorbachev Know About the January 1991 Events in Vilnius and Riga?, in Journal of Baltic Studies, 38, nº 2 (Summer2007 2007): 179-194.
  3. ^ Gorbaciov: ero e resto ateo - la Stampa, 28 marzo 2008.
  4. ^ http://www.pantheism.net/

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Segretario generale del PCUS Successore
Konstantin Černenko 11 marzo 1985 - 24 agosto 1991 nessuno
Predecessore Presidente del Praesidium del Soviet Supremo dell'URSS

dal 25 maggio 1989: Presidente del Soviet Supremo dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

Successore
Andrej Gromyko 1º ottobre 1988 - 15 marzo 1990 Anatolij Luk'janov
Predecessore Presidente dell'Unione Sovietica Successore
nessuno 15 marzo 1990 - 25 dicembre 1991 fine dell'URSS

Template:Link VdQ