Francesco II Gonzaga
Francesco II Gonzaga | |
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Ritratto di Francesco II, collezione del Castello di Ambras, Innsbruck. | |
Marchese di Mantova | |
In carica | 14 luglio 1484 - 29 marzo 1519 |
Predecessore | Federico I |
Successore | Federico II |
Nascita | Mantova, 10 agosto 1466 |
Morte | Mantova, 29 marzo 1519 |
Luogo di sepoltura | Chiesa di Santa Paola, Mantova |
Dinastia | Gonzaga |
Padre | Federico I Gonzaga |
Madre | Margherita di Wittelsbach |
Consorte | Isabella d'Este |
Figli | Eleonora Margherita Federico Livia Ippolita Ercole Ferrante Margherita (naturale) Teodora (naturale) Antonia (naturale) |
Religione | Cattolicesimo |
Motto | Probasti me domine et cognovisti |
Francesco II Gonzaga | |
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Francesco nella Madonna della Vittoria di Andrea Mantegna, suo ex voto per la cappella di Santa Maria della Vittoria a Mantova per commemorare la battaglia di Fornovo | |
Nascita | Mantova, 10 agosto 1466 |
Morte | Mantova, 29 marzo 1519 |
Cause della morte | Sifilide |
Luogo di sepoltura | Chiesa di Santa Paola, Mantova |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() |
Arma | Cavalleria |
Anni di servizio | 1483-1517 |
Grado | Capitano generale |
Battaglie |
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Comandante di | cavalleria |
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Francesco II Gonzaga (Mantova, 10 agosto 1466 – Mantova, 29 marzo 1519), battezzato Francesco Maria, era il figlio del marchese di Mantova Federico I Gonzaga e di Margherita di Wittelsbach, sorella del duca di Baviera. Fu il IV marchese di Mantova.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Dopo la morte del padre (1484), Francesco fu il signore di Mantova fino alla sua morte e la dinastia si apprestava a vivere uno dei periodi più fulgidi della sua lunga storia[1][2].
Fu aiutato nei primi anni di governo dallo zio Francesco Secco d'Aragona che lo iniziò all'uso delle armi. Il 12 febbraio 1490 sposò Isabella d'Este, figlia di Ercole I d'Este, duca di Ferrara, rinnovando la tradizionale alleanza tra le famiglie dei Gonzaga e degli Estensi.
Come nella tradizione della famiglia, Francesco si distinse per l'intensa attività di condotte militari, al soldo della potenza che via via gli offriva i maggiori vantaggi sia in termini economici, che di sicurezza per il proprio marchesato. Alle tradizionali scaramucce tra Milano e Venezia in questo periodo si sostituirono contrasti ben più grandi, che portarono in gioco grandi potenze come Francia, Spagna e papato. In questo contesto finirono schiacciati stati italiani importanti come quelli di Milano e di Napoli, e Venezia stessa subì un brusco ridimensionamento. Merito di Francesco (in questo costantemente coadiuvato dalla moglie Isabella) fu, grazie alle numerose azioni politiche e diplomatiche, il riuscire a mantenere saldo il suo piccolo ma strategicamente importante stato.
Discesa di Carlo VIII in Italia[modifica | modifica wikitesto]
Francesco ebbe una carriera di relativo successo come comandante militare, ricoprendo il ruolo di capitano della Repubblica di Venezia, dal 1489 al 1498; partecipò come comandante delle truppe collegate alla battaglia di Fornovo del 6 luglio 1495. Al termine di questa battaglia fu riconosciuto il suo valore, ma fu anche fatto oggetto dell'accusa di non aver saputo sfruttare la superiorità militare alleata, favorendo lo sganciamento e la ritirata delle truppe del re francese Carlo VIII. Nella battaglia persero la vita numerosi soldati alleati e perì anche lo zio Rodolfo Gonzaga. Per l'occasione, Francesco fece coniare da Sperandio Savelli una medaglia commemorativa con la scritta Ob Restitutam Italiae Libertatem (per aver ridato libertà all'Italia)[3], ma ancor prima di rientrare in Patria fece battere un grosso quantitativo di monete di rame e di argento nella zecca aragonese di Napoli, sia col titolo di Capitano Generale dei Veneti, sia col titolo di IV marchese di Mantova.[4].
In segno di ringraziamento per la vittoria in battaglia, su richiesta del suo consigliere frate Girolamo Redini, fece erigere in città la Chiesa di Santa Maria della Vittoria, nella quale venne collocata la pala d'altare della Madonna della Vittoria di Andrea Mantegna, trafugata poi dai francesi nel 1797[5].
Il pittore Domenico Morone eseguì nel 1494 per Francesco Gonzaga il celebre dipinto la Cacciata dei Bonacolsi, esposto nel Palazzo Ducale di Mantova.
Stando al veneziano Marin Sanudo, il duca Ercole d'Este sarebbe stato il mandante del tentato assassinio del genero Francesco cinque giorni prima della battaglia di Fornovo: il cronista vi allude solamente, dicendo che il marchese Francesco, invitato da alcuni ferraresi ad assistere a un duello, vi trovò quattro balestrieri con le balestre cariche, di cui uno rifiutò di scaricare l'arma e per questo fu decapitato; in seguito a ciò decretò che più nessun ferrarese potesse abitare in territorio mantonavo e che entro tre ore dovessero sgomberare il paese: "quale fusse la cagion, lasso considerar a li Savij lezerano".[6] Domenico Malipiero invece lo dice chiaramente, sostenendo che pochi mesi dopo, trovandosi gravemente ammalato a Fondi, il marchese Francesco avesse raccomandato la famiglia e lo stato alla Signoria di Venezia, dicendo di non potersi fidare di nessun altro, poiché "el Duca de Ferrara, so suocero, ha tentà de farlo venenar". [7] Il movente dei presunti tentati omicidi era la politica palesemente filofrancese e antiveneziana del duca Ercole, in contrasto col genero che combatteva al soldo di Venezia.
Nel 1503 si mise al servizio dei rivali della Repubblica di Venezia, la Lega di Cambrai di Papa Giulio II, divenendo luogotenente generale dell'esercito pontificio.
Il 3 giugno 1507 Benedetto e Alessandro Gonzaga, discendenti di Corrado Gonzaga, cercarono di rovesciare la signoria ma furono condannati a morte per attentato alla sicurezza dello stato.
Il 10 maggio 1509 ingaggiò nei pressi di Casaloldo una dura battaglia (Battaglia di Casaloldo) contro la Repubblica di Venezia per il controllo del borgo di confine ma ne uscì sconfitto.
L'8 agosto dello stesso anno, mentre tentava di conquistare Legnago, nel veronese, assieme a Ludovico I Pico, venne catturato a Isola della Scala da quattro contadini veronesi mentre, nascosto in un casolare, tentava di scappare per la finestra scalzo e in camicia,[8][9] quindi tradotto nelle carceri di Venezia.[10] L'episodio segnò per sempre la sua carriera militare. I veneziani lo tennero come ostaggio per diversi mesi, durante i quali subì diverse umiliazioni, che lo inimicarono per sempre verso la città lagunare, nonostante in seguito essi tornassero a chiedere il suo comando per il loro esercito.
Durante la sua prigionia, la moglie Isabella d'Este governò Mantova in qualità di reggente. Per tutto il tempo Francesco si lamentò della condotta della moglie, accusandola di non volergli bene e d'essere anzi stata causa della sua rovina, riferendosi a lei come a "quella putana di mia moier", poiché giudicava che Isabella non si stesse adoperando per la sua liberazione.[11]
Egli fu liberato dopo quasi un anno di prigionia, grazie anche all'intervento diplomatico della moglie, del suo ambasciatore Ludovico Brognolo[12] e di papa Giulio II, ma dovette consegnare come pegno di fedeltà il piccolo figlio Federico, che soggiornò così presso la corte papale.
Francesco tornò a stringere alleanze con le potenze che garantivano al suo ducato di sopravvivere. Ricevette la nomina di Gonfaloniere della Chiesa e nello stesso tempo di Capitano Generale delle truppe venete contro il re Luigi XII. Nel 1518 fu nominato dal re di Francia Cavaliere dell'Ordine di San Michele. Si dice che abbia avuto una relazione platonica con Lucrezia Borgia, cognata di sua moglie, confermata dalla fitta corrispondenza tra i due, complice il poeta della corte estense Ercole Strozzi, che finì misteriosamente ucciso[13].
Negli ultimi anni di vita l'attività militare si diradò, anche in conseguenza delle frequenti crisi che la sifilide gli procurava. In compenso proseguì l'intensa attività diplomatica volta al salvataggio del suo stato, costantemente stretto fra le grandi potenze che si davano battaglia sul suolo italiano all'inizio del XVI secolo.
Morì di sifilide nel suo Palazzo di San Sebastiano a Mantova e venne sepolto nella Chiesa di Santa Paola. Gli successe il figlio Federico, sotto la reggenza della madre Isabella.
Gli amori[modifica | modifica wikitesto]
Francesco era noto per la sua passione per le donne, tanto che, in occasione dell'assedio di Novara del 1495, sua cognata Beatrice, volendo ingraziarselo, si offrì di procurargli personalmente una "femmina di partito" con cui festeggiare la vittoria, col pretesto di proteggere sia lui che la moglie e sorella Isabella dal malfrancese.[14]
Nondimeno Francesco praticava attivamente anche la sodomia, secondo l'antico uso greco, molto diffuso un po' dovunque a quell'epoca, come egli stesso rivendica orgogliosamente in una sua velenosa lettera d'accuse a Galeazzo Sanseverino, datata 1503: "Io son reputato et cresciuto per nativitate et boni costumi; tu per favori humani et cullatarii (et io son uso di fare la festa a l'uscio de altri, et non al mio!)".[15]
È cosa nota che si circondasse di ruffiani e mezzani, i quali avevano il compito di procuragli fanciulle e giovani efebi. Uno di questi fu, fra gli altri, Ludovico Camposampiero, che incappò perciò nell'odio della marchesa.[16]
Discendenza[modifica | modifica wikitesto]
Francesco ed Isabella ebbero sette figli:
- Eleonora (1494 – 1570), sposa prima ad Antonio duca di Montalto[17] e successivamente a Francesco Maria I Della Rovere (1490 - 1538) duca di Urbino;
- Margherita Gonzaga (* 13 luglio 1496, †; 22 settembre 1496 in Mantova);
- Federico (1500 - 1540) marchese di Mantova dal 1519 con il nome di Federico II, primo duca di Mantova dal 1530, marchese di Monferrato nel 1533; sposò nel 1531 Margherita del Monferrato (1510-1566), figlia del marchese Guglielmo IX del Monferrato;
- Ippolita (1503 – 1570), monaca;
- Ercole Gonzaga (22 novembre 1505 – 2 marzo 1563), vescovo di Mantova dal 1521, cardinale dal 1527, reggente per i nipoti 1540;
- Ferrante I Gonzaga (1507-1557) conte di Guastalla dal 1539, viceré di Sicilia 1536-1546, viceré di Milano dal 1546, sposò nel 1529 Isabella di Capua († 1559), figlia del principe Ferdinando da Molfetta;
- Livia (Paola) Gonzaga (1508-1569), monaca col nome di suor Paola.
Francesco ebbe anche tre figlie naturali:[18][19]
- Margherita Gonzaga (1487-1537);[20]
- Teodora Gonzaga (?-†1519), sposò il condottiero Enea da Cavriana;[21]
- Antonia Gonzaga
Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
![]() |
Cavaliere dell'Ordine di San Michele |
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Ritratto di Francesco II Gonzaga, Baldassare Estense, 1474-1480
Mantova, Palazzo di San Sebastiano, fatto costruire da Francesco II e dove morì
Domenico Morone, la Cacciata dei Bonacolsi (1494)
Tintoretto, Francesco Gonzaga alla Battaglia di Fornovo, 1579
Andrea Mantegna, Francesco Gonzaga nella pala Madonna della Vittoria, 1496
Bartolomeo Melioli, medaglia di Francesco Gonzaga
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ atti di Governo di Francesco II Gonzaga, su digilib.bibliotecateresiana.it.
- ^ Braglia, p. 63.
- ^ Braglia, p. 65.
- ^ Simonluca Perfetto, Le monete battute da Francesco II Gonzaga nella zecca aragonese di Napoli, Swiss, Quaderni Ticinesi, 2016.
- ^ Amici di Palazzo Te - Santa Maria della Vittoria
- ^ Sanudo, pp. 484-486.
- ^ Malipiero, p. 469.
- ^ FRANCESCO GONZAGA Marchese di Mantova, su condottieridiventura.it.
- ^ I diarii di Marino Sanuto Volume 9 Di Marino Sanudo · 1883, p. 42.
- ^ Coniglio, pp. 192-194.
- ^ Archivio storico lombardo, Società storica lombarda, 1910, p. 57.
- ^ Treccani.it. Ludovico Bagnolo.
- ^ Braglia, p. 69.
- ^ Luzio e Renier, p. 87.
- ^ Floriano Dolfo, Lettere ai Gonzaga, pp. 211-214 e 426.
- ^ CAMPOSAMPIERO, Ludovico, su treccani.it.
- ^ Nosari-Canova, p. 107.
- ^ Giancarlo Malacarne, I Gonzaga di Mantova, una stirpe per una capitale europea. Gonzaga Marchesi, Modena, Il Bulino, 2005.
- ^ Giuseppe Coniglio, I Gonzaga, Varese, Dall'Oglio, 1973.
- ^ Treccani.it. Margherita Gonzaga.
- ^ Condottieri di ventura. Enea da Cavriana.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Giuseppe Coniglio, I Gonzaga, Varese, Dall'Oglio, 1973.ISBN non esistente
- Simonluca Perfetto, Le monete battute da Francesco II Gonzaga nella zecca aragonese di Napoli, Swiss, Quaderni Ticinesi, 2016.ISBN non esistente
- Adelaide Murgia, I Gonzaga, Milano, Mondadori, 1972. ISBN non esistente
- Mario Castagna, Stemmi e vicende di casate mantovane, Montichari, 2002. ISBN non esistente
- Massimo Marocchi, I Gonzaga a Lonato 1509-1515, Brescia, 2010.
- Mario Cadalora, Gonzaga Gonzaga, Modena, 1990.
- Riccardo Braglia, I Gonzaga. Il mito, la storia, Artiglio, 2002.
- Marilena Dolci, Congiure e misteri alla corte dei Gonzaga. Il processo a Francesco Secco, Mantova, 2017. ISBN non esistente.
- Marilena Dolci, Isabella d'Este e Francesco Gonzaga. I segreti di una coppia, 2018, Editoriale Sometti, Mantova.
- Galeazzo Nosari, Franco Canova, I Gonzaga di Mantova. Origini di una famiglia dinastica, Reggiolo, 2019, ISBN 978-88-99339-67-8.
- Giancarlo Malacarne, I Gonzaga di Mantova, una stirpe per una capitale europea. Gonzaga Marchesi, Modena, Il Bulino, 2005.
- Alessandro Luzio e Rodolfo Renier, Delle relazioni d'Isabella d'Este Gonzaga con Lodovico e Beatrice Sforza, Milano, Tipografia Bortolotti di Giuseppe Prato, 1890, ISBN non esistente.
- Jean-Claude Maire Vigueur, Attrazioni fatali. Una storia di donne e potere in una corte rinascimentale, Il Mulino, 2022, ISBN 978-88-15-29582-8.
- Domenico Malipiero, Annali veneti dall'anno 1457 al 1500, a cura di Francesco Longo, Agostino Sagredo, 1843.
- Marin Sanudo, La spedizione di Carlo VIII in Italia, Mancia del Commercio di M. Visentini, 1883, ISBN non esistente.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Andrea Mantegna
- Sovrani di Mantova
- Gonzaga
- Girolamo Redini
- Congregazione degli Eremiti di Santa Maria in Gonzaga
- Busto di Francesco II Gonzaga
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Francesco II Gonzaga
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Biografia, su fermi.mn.it. URL consultato il 4 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
- FRANCESCO GONZAGA, su condottieridiventura.it.
- Gonzaga, Francesco II - Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 23207644 · ISNI (EN) 0000 0000 6634 3322 · BAV 495/53332 · CERL cnp00585244 · ULAN (EN) 500115085 · LCCN (EN) n78084528 · GND (DE) 11869247X · BNF (FR) cb15619116x (data) · J9U (EN, HE) 987007513497405171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n78084528 |
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