Collezioni Gonzaga

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Collezioni Gonzaga
Mantova, Palazzo Ducale
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMantova
IndirizzoPiazza Sordello
Coordinate45°09′37.21″N 10°47′55.68″E / 45.160336°N 10.798799°E45.160336; 10.798799
Caratteristiche
TipoCollezioni d'arte
CollezioniDipinti e sculture
ProprietàGonzaga
Mantova, Palazzo Te
Mantova, Palazzo Te
Mantova, Palazzo di San Sebastiano

Le collezioni Gonzaga o la Celeste Galeria sono storicamente le cospicue raccolte di opere d'arte commissionate e appartenute alla dinastia dei Gonzaga, un tempo esposte in Palazzo Ducale, in Palazzo Te, in Palazzo San Sebastiano e in altri edifici di Mantova e dintorni.

Attualmente le opere d'arte appartenute ai Gonzaga sono disperse nei musei (e collezioni private) di tutto il mondo. Questa diaspora fu evocata dalla mostra Gonzaga. La Celeste Galeria. Il Museo dei Duchi di Mantova che dal 2 settembre 2002 al 12 gennaio 2003 riportò nei palazzi Te e Ducale una selezione di novanta degli oltre duemila dipinti appartenuti ai Gonzaga (oltre a bronzi, armi, gioie, disegni, ecc.).

Insieme alle opere pittoriche i signori di Mantova portarono nei palazzi ducali il meglio in materia di oreficeria, pietre preziose e mirabilia. Tra queste il Cammeo Gonzaga che dal 12 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009 fu il pezzo più pregiato della mostra organizzata nell'Orangerie in Palazzo Te, Il Cammeo Gonzaga - Arti preziose alla corte di Mantova, che idealmente proseguiva l'esposizione della "Celeste Galeria".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu nel XV secolo che si formarono le più importanti collezioni d'arte ad opera dei Principi del Rinascimento. Tra le maggiori figuravano le raccolte dei Papi, dei Medici e dei Gonzaga. Inizialmente erano indirizzate verso le testimonianze del mondo classico, e quindi sculture, bronzi, monete e medaglie di epoca greca e romana. Ma i Principi, divenuti mecenati, cominciarono a commissionare opere agli artisti contemporanei.

Ispirazione dei Gonzaga furono le Wunderkammer dei Principi di Baviera. A tale modello in particolare guardò Isabella d'Este creando un proprio studiolo personale che acquisì notorietà internazionale. Le collezioni gonzaghesche divennero esse stesse esempio per le corti europee, anche per la proverbiale intuizione dimostrata dai Gonzaga nella scelta delle opere dei contemporanei. Altresì il collezionismo d'arte divenne strumento di rappresentazione e di comunicazione nel sottile gioco diplomatico al quale doveva necessariamente applicarsi il piccolo stato mantovano. Il massimo splendore si ebbe durante il governo dei duchi Vincenzo I Gonzaga e Ferdinando (figlio di Vincenzo I). Per volontà di quest'ultimo le opere d'arte furono inventariate, per l'epoca un inventario predisposto con criteri all'avanguardia, la cui utilità si rivelò ancora maggiore perché stava per avere inizio la diaspora delle opere custodite nei palazzi di Mantova.

La decadenza della casata gonzaghesca portò alla dispersione delle collezioni. Una prima mutilazione fu inferta da Vincenzo II che aveva iniziato dal 1625 lunghe trattative con Carlo I Stuart, re d'Inghilterra.[1] Quest'ultimo, utilizzando la mediazione di un noto mercante d'arte di Venezia, il fiammingo Daniel Nijs (1572-1647)[2], nel 1627, infine, riuscì a prezzi relativamente bassi per la qualità delle opere interessate (anche se fu la più costosa acquisizione di opere d'arte della Casa Reale inglese, ben 30.000 sterline dell'epoca) a farsi recapitare a Londra gran parte delle collezioni Gonzaga. Paradossalmente questo evento si rivelò provvidenziale in quanto consentì la salvaguardia delle opere ormai "inglesi", sottratte alla razzia e ai danneggiamenti che subirono le collezioni d'arte ancora presenti a Mantova nel 1630, quando la città fu occupata dai Lanzichenecchi che diedero corso al Sacco di Mantova, tragico episodio della guerra di successione di Mantova e del Monferrato. Proveniente dalle Collezioni Gonzaga è anche l'ippopotamo tassidermizzato portato al museo di Storia Naturale dell'Università di Pavia nel 1783 (dove tuttora è custodito) che, forse, in origine reggeva il corpo mummificato di Passerino Bonacolsi[3].

Dipinti appartenuti alle collezioni sino ad ora identificati[modifica | modifica wikitesto]

A[modifica | modifica wikitesto]

Sofonisba Anguissola, Bernardino Campi ritrae Sofonisba Anguissola
Sofonisba Anguissola

B[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Baglione
  • Allegoria della Giustizia e della Pace, olio su tela, 255,3×227, Hampton Court, Royal Collection
  • Apollo, olio su tela, 195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Calliope, olio su tela,195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Clio, olio su tela, 195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Erato, olio su tela, 195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Euterpe, olio su tela, 195×15, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Polymnia, olio su tela, 195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Terpsichore, olio su tela, 195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Thalia, olio su tela, 195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
  • Urania, olio su tela, 195×150, Arras, Musée des Beaux-Arts
Jacopo Bassano
  • Cristo in casa di Marta, Maria e Lazzaro, olio su tela 98×126,5, Houston, Sarah Campbell Blaffer Foundation
Pieter Brueghel il Giovane

C[modifica | modifica wikitesto]

La macelleria, Annibale Carracci
Caravaggio
Annibale Carracci
Ludovico Carracci
  • Estasi di san Francesco, olio su tavola, 67×51, Parma, Collezione privata
Correggio
Correggio, Allegoria della Virtù
Lorenzo Costa
  • Regno del Dio Como, 1504, olio su tavola,160×192 cm, Parigi, Musée du Louvre
  • Isabella d'Este nel regno di Armonia o Allegoria della corte di Isabella d'Este, 1505, olio su tavola, 164,5×197,5 cm, Parigi, Musée du Louvre
  • Ritratto di una dama con cane, 1500 circa, olio su tavola, 45,5×35,1 cm, Windsor, Royal Collection
  • Madonna con Bambino[4], 1500 circa, dipinto su tavola, 71×55 cm, Londra, Collezione privata
Lucas Cranach (copia da)
  • Lucrezia, olio su tavola, 42×27,7, Siena, Pinacoteca Nazionale

D[modifica | modifica wikitesto]

Domenichino (Domenico Zampieri detto il)
  • Rinaldo e Armida, olio su tela, 121×167, Parigi, Musée du Louvre
  • Sant'Agnese, olio su tela, 212,7×152,4 Hampton Court, Royal Collection
Ludovico Dondi
  • Giulio Cesare sul carro trionfale, olio su rame, 19,5×18,5 Monaco di Baviera, Alte Pinakothek
  • Portatori del bottino e di trofei di armature reali, olio su rame, 18,5×10 Monaco, Alte Pinakothek
  • Portatori di bottino, tori sacrificali e trombettieri, olio su rame, 19,5×16,5 Monaco, Alte Pinakothek
  • Prigionieri, giullari e portainsegne, olio su rame, 19,5×19, Monaco, Alte Pinakothek
  • Trofei e macchine belliche, rappresentazione di una città sottomessa e iscrizioni, olio su rame, 20×18, Monaco, Alte Pinakothek

F[modifica | modifica wikitesto]

Domenico Fetti, Santa Maria Maddalena penitente
Domenico Fetti
Lavinia Fontana
  • Ritratto di Antonietta Gonzalus, 1594-1595, olio su tavola,57×46 cm, Blois, Musée du Chateau
  • La Regina di Saba fa visita al Re Salomone, Dublino, National Gallery of Ireland

G[modifica | modifica wikitesto]

Lorenzo Garbieri
Garofalo
  • La Sacra Famiglia con San Giovannino e Santa Elisabetta, olio su tavola, 47,5×32, Londra, Courtauld Institute of Art
Guercino
  • Erminia tra i pastori, olio su tela, 149×178, Birmingham (UK), Birmingham Museum & Art Gallery

L[modifica | modifica wikitesto]

Triplice ritratto di orefice, Lorenzo Lotto
Lorenzo Lotto

M[modifica | modifica wikitesto]

Andrea Mantegna
Andrea Mantegna, Morte della Vergine
Domenico Morone

P[modifica | modifica wikitesto]

Frans Pourbus il Giovane, Ritratto di Vincenzo I Gonzaga
Pietro Perugino
Frans Pourbus il Giovane

R[modifica | modifica wikitesto]

Giulio Romano, ritratto di Margherita Paleologa, Royal Collection, 1531[5]
Guido Reni
  • La toeletta di Venere, Londra, National Gallery
  • Le fatiche di Ercole, 1617 - 1621, quattro tele[6], Parigi, Musée du Louvre
Giulio Romano
Bottega di Giulio Romano
  • Fortuna, 1520-46, olio su tela, 96,2×49,8 cm, Hampton Court, Royal Collection[7]
  • Giove e Giunone prendono possesso del trono del Paradiso, 1530, olio su tela, 111×135,5 cm, Hampton Court, Royal Collection[8]
  • Il camerino dei Cesari: Nerone suona mentre Roma brucia, 1536-9, olio su tela, 121.5 x 106.7 cm, Hampton Court, Royal Collection[9]
Ritratto di Eleonora Gonzaga all'età di tre anni, Pieter Paul Rubens
Pieter Paul Rubens

T[modifica | modifica wikitesto]

Francesco II Gonzaga alla Battaglia di Fornovo sul Taro, Tintoretto (Jacopo Robusti), 1579
Domenico Tintoretto
Jacopo Tintoretto
Tiziano
Tiziano, Ritratto di Federico II Gonzaga

V[modifica | modifica wikitesto]

Veronese
Antonio Maria Viani
  • Annunciazione della Madonna, olio su rame, 54,5×42,5 cm, Siena, Pinacoteca Nazionale

Sculture ed oggetti appartenuti alle collezioni sino ad ora identificati[modifica | modifica wikitesto]

L'ippopotamo proveniente dalla Celeste Galeria dei Gonzaga
Kosmos, Pavia, ippopotamo proveniente dalla Wunderkammer dei Gonzaga, sul quale era collocato (a cavallo dell'animale) il corpo mummificato di Passerino dei Bonacolsi.

A[modifica | modifica wikitesto]

B[modifica | modifica wikitesto]

C[modifica | modifica wikitesto]

M[modifica | modifica wikitesto]

Michelangelo

V[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vincenzo II, settimo duca di Mantova, su fermi.mn.it. URL consultato il 26 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2014).
  2. ^ Favaretto, p. 131.
  3. ^ Pavia: si inaugura oggi Kosmos – Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia, su RP Fashion & Glamour News, 21 settembre 2019. URL consultato il 28 settembre 2020.
  4. ^ Attribuzione di Federico Zeri, fe.fondazionezeri.unibo.it
  5. ^ Royal Collection, su royalcollection.org.uk. URL consultato il 15 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2014).
  6. ^ Ercole sul rogo, Ercole e Archeloo, Ercole e l'idra e Nesso rapisce Deianira, opere commissionate dal duca Ferdinando Gonzaga
  7. ^ Royal Collection
  8. ^ Royal Collection
  9. ^ Royal Collection
  10. ^ Frammento della Trinità adorata dalla famiglia Gonzaga della chiesa dei Gesuiti della santissima Trinità.
  11. ^ Lapenta, Morselli, p. 243.
  12. ^ Lapenta, Morselli, p. 197.
  13. ^ Lapenta, Morselli, p. 336.
  14. ^ Lapenta, Morselli, p. 322.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Raffaella Morselli (a cura di), La Celeste Galleria, Milano, Skira, 2002.
  • Raffaella Morselli, Le collezioni Gonzaga: L'elenco dei beni del 1626-1627, Silvana Editoriale, 2000
  • Stefania Lapenta, Raffaella Morselli, LE COLLEZIONI GONZAGA La quadreria nell'elenco dei beni del 1626-1627, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Mi), 2006. ISBN 88-8215-427-0
  • Irene Favaretto, Arte antica e cultura antiquaria nelle collezioni venete al tempo della Serenissima, L'Erma di Bretschneider, Roma, 1990.
  • Adelaide Murgia, I Gonzaga, Milano, Mondadori, 1972. ISBN non esistente

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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