Cristo in pietà sorretto da due angeli (Mantegna)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cristo in pietà sorretto da due angeli
AutoreAndrea Mantegna
Data1495 - 1497
Tecnicatempera su tavola
Dimensioni83×51 cm
UbicazioneStatens Museum for Kunst, Copenaghen

Cristo in pietà sorretto da due angeli è un dipinto tempera su tavola (78 × 48 cm) di Andrea Mantegna, databile al 1488-1500 circa e conservato nello Statens Museum for Kunst di Copenaghen.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera viene in genere attribuita al periodo romano dell'artista, per le affinità con la Madonna delle cave, ma altri hanno proposto una datazione leggermente successiva, al decennio 1490-1500. L'opera, citata nell'inventario Gonzaga del 1627, apparteneva al cardinale Silvio Valenti Gonzaga, quando nel 1763 entrò nelle collezioni reali danesi, nucleo originario del museo di Copenaghen.

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto, firmato in basso a destra sul bordo della base marmorea, affronta in maniera del tutto originale il tema della pietà. Cristo si leva sul lato breve di un sarcofago classico finemente scolpito ed è mostrato a figura intera con le mani aperte per mostrare tutte le ferite della crocifissione. Il suo corpo, avvolto da un drappo magnificamente chiaroscurato con colori freddi e metallici, è sorretto da due angeli inginocchiati su un sarcofago, un serafino e un cherubino. Il coperchio della tomba si intravede a sinistra, mentre lo sfondo è occupato da un lontano paesaggio nella luce del tramonto. A destra si vedono il Golgota e una cava dove alcuni scalpellini sono intenti a lavorare una lastra, un fusto di colonna e una statua; altri due operai si vedono nella grotta, rischiarati da una luce interna; a sinistra si vedono campi con pastori e greggi e una città murata (Gerusalemme) all'ombra di uno sperone roccioso. Sul sentiero si vedono due pie donne che stanno recandosi al sepolcro.

Le figure principali sono caratterizzate da volti contratti e angosciati, il cui dolore è amplificato dalle linee spezzate della composizione. Si tratta di una scioltezza espressiva piuttosto nuova nell'autore, che rompe i modi statici e solenni della Camera degli Sposi in favore di "un'energia gridata quasi con acredine"[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ R. Cipriani.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberta De Nicolò Salmazo, Mantegna, Electa, Milano 1997.
  • Tatjana Pauli, Mantegna, serie Art Book, Leonardo Arte, Milano 2001. ISBN 9788883101878
  • Ettore Camesasca, Mantegna, in AA.VV., Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2007. ISBN 888117099X

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Pittura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di pittura