Ca' Zoiosa

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Ca' Zoiosa
Probabile collocazione di Ca' Zoiosa, Domenico Morone, Cacciata dei Bonacolsi, 1494.[1]
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMantova
Informazioni generali
Condizioniedificio scomparso
CostruzioneXV secolo
Realizzazione
AppaltatoreFrancesco I Gonzaga
CommittenteFrancesco I Gonzaga
Vittorino da Feltre

Ca' Zoiosa (Casa Gioiosa) era, agli inizi del XV secolo, un edificio di proprietà della famiglia Gonzaga di Mantova.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Situata a Mantova tra il castello di San Giorgio e la Magna Domus, ma staccata e isolata da essi, era un edificio destinato ai piaceri e alle danze della corte gonzaghesca (la “Casa Giocosa”). Fu commissionata probabilmente da Francesco I Gonzaga, IV capitano del popolo, che agli inizi del Quattrocento effettuò rilevanti interventi architettonici e urbanistici nella zona della corte e del vescovado, in cui vennero abbattute alcune antiche chiese come Santa Maria in Capo di Bove e Santa Croce per fare posto al castello di San Giorgio, opera di Bartolino da Novara.

Nel 1423 per volere del marchese Gianfrancesco Gonzaga, vista la sua attenzione per le arti e la cultura, fu messa a disposizione di Vittorino da Feltre, il più noto pedagogo dell'Umanesimo, che il signore volle a Mantova e che qui fondò una scuola-convitto di impostazione umanistica destinata ai rampolli di casa Gonzaga e delle altre casate principesche italiane, ma frequentata anche da allievi selezionati in base al valore, sia mantovani sia stranieri, dalla quale uscirono uomini politici, prelati e umanisti. Insegnò retorica, matematica, filosofia e chiamò a collaborare maestri di canto, di musica, di disegno, di greco e di latino. Accanto all'educazione della mente, considerò di grande importanza l'educazione fisica, che fece svolgere con giochi e gare di scherma, corsa, marce, equitazione, nuoto e gioco del pallone.[2]

Vittorino diresse la scuola mantovana, che contava fra i trenta e i quaranta allievi, sino alla morte, avvenuta a Mantova il 2 febbraio 1446. Nella direzione della scuola e nell'educazione dei figli del marchese Ludovico Gonzaga gli successe l'allievo Iacopo da San Cassiano (che ereditò anche la biblioteca di Vittorino); nel 1449 a Iacopo subentrò Ognibene da Lonigo (detto "il Leoniceno")

Dell'edificio non è rimasta traccia. Con tutta probabilità fu inglobato in epoche successive nelle costruzioni che portarono alla realizzazione di una delle corti più grandi d'Europa.[3]

Allievi di Vittorino da Feltre a Mantova[modifica | modifica wikitesto]

Casa Gonzaga[modifica | modifica wikitesto]

Federico da Montefeltro
Basinio Basini

Altri[modifica | modifica wikitesto]

Allievi di Vittorino da Feltre a Venezia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ David Salomoni, Scuole, maestri e scolari nelle communita degli stati Gonzagheschi ed Estendi tra il tardo mediovo e la prima età moderna, 2016-2017.
  2. ^ La "Casa Gioiosa" prevedeva un'educazione integrale in cui lo studio letterario aveva la sua centralità. L'insegnamento doveva essere amorevole e rispettoso delle esigenze e delle personalità dei discenti, mentre l'apprendimento non doveva essere inteso come rigido processo di acquisizione di regole. Il rapporto con i testi doveva essere diretto, senza mediazioni.
  3. ^ Palazzo ducale di Mantova. Fasi costruttive, su mantovaducale.beniculturali.it. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2013).
  4. ^ Rosmini, pp. 277-289.
  5. ^ Rosmini, p. 269.
  6. ^ Rosmini, pp. 289-302.
  7. ^ Rosmini, pp. 345-352.
  8. ^ Rosmini, pp. 328-345.
  9. ^ Rosmini, p. 201.
  10. ^ Treccani.it Gonzaga Cecilia.
  11. ^ Federico I Gonzaga., su fermimn.edu.it. URL consultato il 29 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2019).
  12. ^ Rosmini, pp. 352-364.
  13. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Da Correggio, Torino, 1835.
  14. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri italiane. Pallavicino, Tav. XVI, Modena, 1930.
  15. ^ Rosmini, pp. 249-252.
  16. ^ Rosmini, pp. 462-470.
  17. ^ Rosmini, pp. 319-325.
  18. ^ Rosmini, pp. 420-427.
  19. ^ Rosmini, pp. 272-277.
  20. ^ Rosmini, pp. 380-388.
  21. ^ Rosmini, pp. 252-261.
  22. ^ Treccani.it Tedoro Gaza.
  23. ^ Rosmini, pp. 471-472.
  24. ^ Rosmini, pp. 365-366.
  25. ^ Rosmini, pp. 440-446.
  26. ^ Rosmini, pp. 451-462.
  27. ^ Rosmini, pp. 266-271.
  28. ^ Rosmini, pp. 326-328.
  29. ^ Rosmini, p. 364.
  30. ^ Rosmini, pp. 366-367.
  31. ^ Rosmini, pp. 367-369.
  32. ^ Mario Castagna, Valerio Predari, Stemmario mantovano. Vol I, Montichiari, 1991.
  33. ^ Rosmini, p. 373.
  34. ^ Treccani.it Beccaria Antonio.
  35. ^ Rosmini, pp. 388-400.
  36. ^ Treccani.it Da Castiglione Francesco.
  37. ^ Treccani.i Giovan Pietro d'Avenza.
  38. ^ Rosmini, pp. 418-420.
  39. ^ Treccani.it Martorelli Baldo.
  40. ^ Treccani.it Concoregio Gabriele.
  41. ^ Rosmini, pp. 437-438.
  42. ^ Rosmini, pp. 438-439.
  43. ^ Rosmini, pp. 473-476.
  44. ^ Il racconto del Cortigiano.
  45. ^ Rosmini, pp. 304-317.
  46. ^ Rosmini, pp. 261-265.
  47. ^ Treccani.it Fasolo Andrea.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]