Royal Sporting Club Anderlecht

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Disambiguazione – Se stai cercando la sezione rugbistica della polisportiva, vedi Royal Sporting Club Anderlecht Rugby.
RSC Anderlecht
Calcio
Paars-wit, Les Mauve et Blanc
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Bianco, malva
Dati societari
Città Anderlecht
Nazione Bandiera del Belgio Belgio
Confederazione UEFA
Federazione URBSFA/KBVB
Campionato Jupiler Pro League
Fondazione 1908
Presidente Bandiera del Belgio Wouter Vandenhaute
Allenatore Bandiera della Danimarca Brian Riemer
Stadio Lotto Park
(21 619 posti)
Sito web www.rsca.be
Palmarès
Coppa delle CoppeCoppa delle Coppe Coppa UEFA Supercoppa europeaSupercoppa europea
Titoli nazionali 34 Campionati belgi
Trofei nazionali 9 Coppe del Belgio
1 Coppa di Lega
13 Supercoppe del Belgio
Trofei internazionali 2 Coppe delle Coppe
1 Coppe UEFA/Europa League
2 Supercoppe UEFA
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il Royal Sporting Club Anderlecht (in fiammingo Koninklijk Sporting Club Anderlecht), o, più brevemente, Anderlecht, è una società polisportiva belga di Anderlecht, un comune appartenente alla Regione di Bruxelles-Capitale.

La sezione maggiormente nota è quella calcistica, la quale milita nella Pro League, la massima serie del campionato nazionale, ed è la più titolata del Belgio, potendo vantare la vittoria di 34 titoli di campione nazionale, nove Coppe del Belgio, una Coppa di Lega, 13 Supercoppe del Belgio e, in campo continentale, di due Coppe delle Coppe (1975-1976 e 1977-1978), altrettante Supercoppe europee (1976 e 1978) e una Coppa UEFA (1982-1983). Nel club hanno militato numerosi calciatori di rilievo, tra i quali Paul Van Himst, tra gli atleti belgi più popolari, che fu a lungo anche capitano della nazionale del suo Paese e fu nominato Golden Player dalla federazione belga.

Tra le altre sezioni della polisportiva, quella di rugby vanta la vittoria in 20 campionati nazionali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'Anderlecht viene fondato il 27 maggio 1908 in una sala del Café Concordia, che si trova in Rue d'Aumale nel comune omonimo.[1] Il club parte dal più basso livello del campionato, e approda per la prima volta nella massima divisione belga nella stagione 1921-22; intanto era stato costruito lo stadio del club, intitolato al mecenate Emile Versé, colui che aveva finanziato il club scegliendone anche i colori sociali.[1] Nel 1933, in occasione del venticinquesimo anniversario gli è conferito lo status di "Reale Società" dal sovrano belga, ad ogni modo la squadra non ottiene risultati di particolar rilievo fino a dopo la Seconda guerra mondiale, anzi, in questi anni retrocede varie volte in seconda divisione; figura però in rosa quel Constant Vanden Stock che diventerà in seguito presidente.

Il primo titolo è infatti conquistato nel 1946-1947 grazie anche all'apporto di Joseph Mermans, che è ingaggiato per una cifra altissima[2] ma che diventerà il miglior goleador di tutti i tempi del club.

L'Anderlecht vince altri sei titoli fino alla stagione 1955-56, e nel frattempo arriva in gruppo un altro giocatore importante, Jef Jurion. I bianco-malva disputano anche la prima edizione della Coppa dei Campioni, che si conclude però amaramente: sono infatti pesantemente sconfitti per 10-4 nel doppio confronto con gli ungheresi dell'MTK Budapest. Va però peggio l'anno successivo, quando i belgi sono travolti per 12-0 dal Manchester Utd nel turno preliminare.

Joseph Mermans nel 1955.

Ad ogni modo le cose iniziano gradatamente a cambiare: verso la fine degli anni cinquanta sono promossi in prima squadra giocatori come Georges Heylens, Jean Plaskie, Wilfried Puis e soprattutto Paul Van Himst, i quali, guidati dall'allenatore Pierre Sinibaldi, ottengono i primi risultati di rilievo anche a livello internazionale. Dopo la conquista del campionato 1961-1962, nel quale Jacques Stockman è capocannoniere, avviene il primo passaggio di un turno nella Coppa dei Campioni: notevole è l'avversario sconfitto, quel Real Madrid già vincitore all'epoca di ben cinque trofei; i belgi raggiungono poi i quarti nella manifestazione. In campo nazionale, invece, i bianco-malva conquistano cinque titoli consecutivi tra il 1963-1964 e il 1967-1968, i primi quattro con Sinibaldi in panchina: superano così gli undici titoli dell'Union Saint-Gilloise, e diventano quindi il club con più vittorie in Patria. Nella stagione 1964-1965 arriva anche la prima Coppa del Belgio (primo double ottenuto), inoltre i belgi hanno la meglio sul Bologna nel primo turno della Coppa dei Campioni, anche se solo grazie al lancio della moneta. Nella prima delle due edizioni successive sono raggiunti nuovamente i quarti, mentre nella seconda van Himst diventa capocannoniere. Nel 1969 entrano invece in rosa Gilbert Van Binst e François Van der Elst, e la squadra partecipa alla Coppa delle Fiere 1969-1970: nel suo cammino elimina tra gli altri l'Inter in semifinale, ma nella finale si deve arrendere agli inglesi dell'Arsenal: la vittoria per 3-1 nella partita di andata è infatti vanificata dalla sconfitta per 3-0 in quella di ritorno.

Paul Van Himst nel 1968.

Anni 1970: i successi in ambito nazionale e internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni settanta si aprono con gli arrivi di Hugo Broos, di Jean Dockx e soprattutto di Rob Rensenbrink, uno dei pochi Oranje due volte vice-campioni del mondo a militare all'estero. L'Anderlecht vince il campionato 1971-1972, aggiudicandosi il quindicesimo titolo, e ottiene un altro double; si ripete due anni dopo, quando Attila Ladinsky è capocannoniere e in rosa c'è anche Ludo Coeck. Nel 1974-1975 i belgi raggiungono per la terza volta i quarti di finale nella Coppa dei Campioni, dove vengono sconfitti dal Leeds Utd poi finalista, e poco dopo conquistano la quarta coppa nazionale.

1976-1978: il triennio d'oro[modifica | modifica wikitesto]

La squadra è affidata a Hans Croon ed è rinforzata con Franky Vercauteren e Arie Haan, quest'ultimo reduce dai trionfi con l'Ajax, e partecipa così alla Coppa delle Coppe 1975-1976. Qui arriva alla finale di Bruxelles, dove sconfigge il West Ham Utd per 4-2 grazie alle doppiette di Van der Elst e del capocannoniere Rensenbrink. Il club conquista anche la coppa nazionale, ma Croon lascia la squadra.

A sostituire Croon è Raymond Goethals, che, dopo aver sconfitto il Bayern Monaco, vince la Supercoppa UEFA 1976. La squadra partecipa poi alla Coppa delle Coppe 1976-1977 da campione in carica e batte tra gli altri il Napoli in semifinale, ma nella finale di Amsterdam è l'Amburgo ad avere la meglio. Arriva anche la sconfitta nella finale della coppa nazionale, che è vinta dal Club Bruges, ma, dato che questi ultimi hanno centrato il double, i bianco-malva partecipano comunque alla Coppa delle Coppe 1977-1978: qui, dopo aver eliminato tra l'altro l'Amburgo negli ottavi, giocano la terza finale consecutiva in questa manifestazione. Ciò rappresenta un record, ma il fatto più importante è la conquista del secondo trofeo: a Parigi l'Austria Vienna viene battuta per 4-0 grazie alle doppiette di Van Binst e di Rensenbrink, mentre Van der Elst è il capocannoniere. Nella stagione 1978-1979 è poi sollevata la Supercoppa UEFA 1978 in seguito alla vittoria sul Liverpool, ma nella Coppa delle Coppe il club è eliminato negli ottavi dai futuri campioni del Barcellona, capaci di imporsi ai tiri di rigore dopo aver ribaltato il 3-0 subito all'andata. A fine stagione Goethals lascia la squadra.[3]

Anni 1980: la vittoria della coppa UEFA e la seconda stella[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni ottanta si aprono con l'arrivo in panchina di Tomislav Ivić e alla fine della stagione 1980-1981 l'Anderlecht torna a vincere il campionato dopo sette anni. La squadra, nella quale militano anche Juan Lozano e i danesi Kenneth Brylle, Per Frimann e Morten Olsen, partecipa così alla Coppa dei Campioni 1981-1982, edizione in cui giunge in semifinale. È fermata dai futuri campioni dell'Aston Villa, tuttavia negli ottavi aveva incrociato la Juventus: la partita di ritorno contro i bianconeri sarà ricordata anche per il duro scontro di gioco tra Jacky Munaron e Roberto Bettega, che causa all'attaccante un grave infortunio.[2] Durante la stagione successiva Paul Van Himst diventa allenatore della squadra e i belgi vincono la Coppa UEFA 1982-1983 battendo nella doppia finale il Benfica. Arrivano in finale anche nell'edizione successiva della manifestazione, ma sono sconfitti dal Tottenham ai rigori. Nel 1997 si viene tuttavia a scoprire che in questo periodo il club si è reso protagonista di alcuni episodi di corruzione; in particolare sarà accertato un passaggio di denaro verso l'arbitro della semifinale di ritorno di quest'ultima edizione giocata contro il Nottingham Forest: i belgi avevano vinto l'incontro per 3-0 dopo che gli inglesi si erano imposti per 2-0 all'andata.[2][4]

L'Anderlecht si aggiudica il campionato 1984-1985, che è il primo di tre vinti consecutivamente, e assomma alla fine venti titoli. Il successo è anche merito degli innesti di giovani come Erwin Vandenbergh, Georges Grün, Arnór Guðjohnsen e soprattutto[2] Vincenzo Scifo, a cui si aggiungono in seguito anche Luc Nilis e Luís Oliveira. La squadra torna nuovamente in semifinale nell'edizione 1985-1986 della Coppa dei Campioni, dove viene battuta dai futuri vincitori della Steaua Bucarest; nella successiva edizione, invece, dopo aver eliminato anche i romeni, il cammino dei belgi si ferma ai quarti di finale.

Anni 1990: la sconfitta in finale di Coppa delle Coppe e i tre campionati consecutivi[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni novanta si aprono con la disputa della quarta finale della Coppa delle Coppe, ma a Göteborg è la Sampdoria a sollevare il trofeo, grazie alla doppietta di Gianluca Vialli nei tempi supplementari. Intanto sono arrivati anche Pär Zetterberg, Marc Degryse e Bertrand Crasson e il club vince nuovamente il titolo nel 1990-1991 dopo essere stato eliminato della Roma, poi finalista del torneo, nei quarti di finale della Coppa UEFA. Nella stagione successiva i belgi partecipano all'ultima edizione della Coppa dei Campioni, superano le fasi ad eliminazione diretta e si classificano terzi nel gruppo A, che è vinto dalla Sampdoria poi finalista. Arrivano anche Danny Boffin, Philippe Albert e Bruno Versavel e l'Anderlecht si aggiudica consecutivamente tre campionati, centrando anche il terzo double. A questi titoli fanno seguito altrettante partecipazioni alla UEFA Champions League, che si concludono però sempre dopo la fase a gironi, mentre nella Coppa UEFA 1996-1997 i bianco-malva arrivano ai quarti di finale, dove sono sconfitti dall'Inter.

Anni 2000: i successi nazionali e la terza stella[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni duemila iniziano con la conquista, nel 1999-2000, del venticinquesimo titolo, il primo dopo cinque anni, titolo che è bissato l'anno successivo, grazie all'apporto di Alin Stoica, Tomasz Radzinski, Lorenzo Staelens, Jan Koller e Aruna Dindane in campo e di Aimé Anthuenis in panchina. I bianco-malva si rendono protagonisti di una buona prova nella UEFA Champions League 2000-2001, nella quale sono previste due fasi a gruppi: nella prima si piazzano al primo posto davanti al Manchester Utd, poi si classificano terzi davanti alla Lazio nella seconda. Arrivano in squadra anche Daniel Zítka e Christian Wilhelmsson ed entra nella rosa anche il giovane Vincent Kompany, poi sarà la volta di Ahmed Hassan e Mbark Boussoufa: sono vinti altri tre titoli, tuttavia il cammino nella UEFA Champions League non va mai oltre la fase a gironi.

Gli anni duemiladieci iniziano col trentesimo titolo, quando nella rosa dei bianco-malva figurano anche Romelu Lukaku e Tom De Sutter. Il club torna al successo nazionale nel 2011-2012, il primo di tre consecutivi, tuttavia continua a non brillare nella massima competizione continentale.

L'Anderlecht nel 2012.

Nel 2017 arriva il trentaquattresimo titolo e sono raggiunti i quarti nell'Europa League, mentre nel 2018-2019 i bianco-malva chiudono la stagione regolare al quarto posto e nella poule scudetto ottengono risultati disastrosi, che condurranno il club a chiudere al sesto posto, mancando quindi la qualificazione alle coppe europee per la prima volta dopo 56 anni. Ancora peggio va l'anno seguente, quando l'Anderlecht conclude all'ottavo posto la stagione sospesa per la pandemia di COVID-19, mentre nel 2020-2021 la squadra chiude al quarto posto.

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria dell'R.S.C. Anderlecht
  • 1908: fondazione del club
  • 1908-09 ·
  • 1909-10 ·

  • 1910-11 ·
  • 1911-12 ·
  • 1912-13 ·
  • 1913-14 · 4º in Promotion.
  • 1914-15 · Non disputato
  • 1915-16 · Non disputato
  • 1916-17 · Non disputato
  • 1917-18 · Non disputato
  • 1918-19 · Non disputato
  • 1919-20 · 3º in Promotion.

  • 1920-21 3º in Promotion.. Promosso in Division 1
  • 1921-22 · 12º in Division I.
  • 1922-23 13º in Division 1. Retrocesso in Promotion
  • 1923-24 1º in Promotion.. Promosso in Division 1
  • 1924-25 · 9º in Division I.
  • 1925-26 12º in Division d'Honneur. Retrocesso in Division 1
  • 1926-27 2º in Division 1.. Promosso in Division d'Honneur.
  • 1927-28 14º in Division d'Honneur. Retrocesso in Division 1
  • 1928-29 2º in Division 1.. Promosso in Division d'Honneur.
  • 1929-30 · 5º in Division d'Honneur.

  • 1930-31 14º in Division d'Honneur. Retrocesso in Division 1
  • 1931-32 · 2º in Division 1.
  • 1932-33 · 5º in Division 1.
  • 1933-34 · 4º in Division 1.
  • 1934-35 · 1º in Division 1.. Promosso in Division d'Honneur.
  • 1935-36 · 8º in Division d'Honneur.
  • 1936-37 · 11º in Division d'Honneur.
  • 1937-38 · 8º in Division d'Honneur.
  • 1938-39 · 5º in Division d'Honneur.
  • 1939-40 · Non disputato

  • 1940-41 · Non disputato
  • 1941-42 · 6º in Division d'Honneur.
  • 1942-43 · 6º in Division d'Honneur.
  • 1943-44 · 2º in Division d'Honneur.
  • 1944-45 · Non disputato
  • 1945-46 · 3º in Division d'Honneur.
  • 1946-47 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (1º titolo).
  • 1947-48 · 2º in Division d'Honneur.
  • 1948-49 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (2º titolo).
  • 1949-50 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (3º titolo).

  • 1950-51 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (4º titolo).
  • 1951-52 · 6º in Division I.
  • 1952-53 · 2º in Division I.
  • 1953-44 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (5º titolo).
  • 1954-55 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (6º titolo).
  • 1955-56 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (7º titolo).
Eliminato negli ottavi della Coppa dei Campioni.
Eliminato nel turno di qualificazione della Coppa dei Campioni.
Eliminato nel turno di qualificazione della Coppa dei Campioni.

Eliminato nei quarti della Coppa dei Campioni.
  • 1963-64 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (10º titolo).
  • 1964-65 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (11º titolo).
Eliminato negli ottavi della Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa del Belgio (1º titolo).
  • 1965-66 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (12º titolo).
Eliminato nei quarti della Coppa dei Campioni.
Finalista nella Coppa del Belgio.
  • 1966-67 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (13º titolo).
Eliminato negli ottavi della Coppa dei Campioni.
  • 1967-68 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (14º titolo).
Eliminato negli ottavi della Coppa dei Campioni.
Eliminato negli ottavi della Coppa dei Campioni.
Finalista nella Coppa delle Fiere.

Eliminato negli ottavi della Coppa delle Fiere.
  • 1971-72 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (15º titolo).
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Vince la Coppa del Belgio (2º titolo).
Eliminato negli ottavi della Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa del Belgio (3º titolo).
  • 1973-74 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (16º titolo).
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Coppe.
Eliminato nei quarti della Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa del Belgio (4º titolo).
Vince la Coppa del Belgio (5º titolo).
Vince la Coppa delle Coppe (1º titolo).
Vince la Supercoppa UEFA (1º titolo).
Finalista nella Coppa delle Coppe.
Finalista nella Coppa del Belgio.
Vince la Coppa delle Coppe (2º titolo).
Vince la Supercoppa UEFA (2º titolo).
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Coppe.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.

  • 1980-81 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (17º titolo).
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
Semifinalista nella Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa UEFA (1º titolo).
Finalista nella Coppa UEFA.
  • 1984-85 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (18º titolo).
Eliminato negli ottavi della Coppa UEFA.
  • 1985-86 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (19º titolo).
Vince la Supercoppa del Belgio (1º titolo).
Semifinalista nella Coppa dei Campioni.
  • 1986-87 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (20º titolo).
Eliminato nei quarti della Coppa dei Campioni.
Vince la Supercoppa del Belgio (2º titolo).
Eliminato nei quarti della Coppa dei Campioni.
Vince la Coppa del Belgio (6º titolo).
Eliminato negli ottavi turno della Coppa delle Coppe.
Vince la Coppa del Belgio (7º titolo).
Finalista nella Coppa delle Coppe.

  • 1990-91 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (21º titolo).
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA.
Eliminato nella fase a gruppi della Coppa dei Campioni.
  • 1992-93 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (22º titolo).
Eliminato negli ottavi della Coppa UEFA.
  • 1993-94 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (23º titolo).
Vince la Supercoppa del Belgio (3º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Vince la Coppa del Belgio (8º titolo).
  • 1994-95 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (24º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Vince la Supercoppa del Belgio (4º titolo).
Eliminato nel turno di qualificazione della Champions League.
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA.
Finalista nella Coppa del Belgio.
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA.
  • 1999-00 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (25º titolo).
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA.

  • 2000-01 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (26º titolo).
Vince la Supercoppa del Belgio (5º titolo).
Eliminato nella seconda fase a gruppi della Champions League.
Vince la Coppa di Lega belga (1º titolo).
Vince la Supercoppa del Belgio (6º titolo).
Eliminato nella prima fase a gruppi della Champions League.
Eliminato negli ottavi della Coppa UEFA.
  • 2003-04 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (27º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
  • 2005-06 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (28º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
  • 2006-07 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (29º titolo).
Vince la Supercoppa del Belgio (7º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nel terzo turno di qualificazione della Champions League.
Eliminato negli ottavi della Coppa UEFA.
Vince la Supercoppa del Belgio (8º titolo).
Vince la Coppa del Belgio (9º titolo).
Eliminato nel secondo turno di qualificazione della Champions League.
  • 2009-10 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (30º titolo).
Eliminato nei playoff della Champions League.
Eliminato negli ottavi dell'Europa League.

Vince la Supercoppa del Belgio (9º titolo).
Eliminato nei playoff della Champions League.
Eliminato nei sedicesimi dell'Europa League.
  • 2011-12 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (31º titolo).
Eliminato nei sedicesimi dell'Europa League.
  • 2012-13 Bandiera del BelgioCampione del Belgio (32º titolo).
Vince la Supercoppa del Belgio (10º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
  • 2013-14 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (33º titolo).
Vince la Supercoppa del Belgio (11º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Vince la Supercoppa del Belgio (12º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato negli ottavi di finale della Europa League.
  • 2016-17 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (34º titolo).
Eliminato nei quarti di finale della Europa League.
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League.
Eliminato nella fase a gruppi della Europa League.

Quarti di finale di Conference League.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

I colori sociali dell'Anderlecht sono il bianco e il malva, una pallida tonalità di viola (infatti, i giocatori sono chiamati, sia in francese che in fiammingo, i bianco-malva), che furono scelti da Emile Versé, un industriale che finanziò il club[1]. La maglia è malva con inserti bianchi, stesso schema viene seguito per i pantaloncini e i calzettoni. In passato i colori della maglia sono stati spesso invertiti, ma nella stagione 2005-2006 i giocatori vestirono un'uniforme nera e malva per i match casalinghi.

I colori dell'Anderlecht hanno ispirato quelli dell'Al Ain, squadra degli Emirati Arabi Uniti.

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Il simbolo dell'Anderlecht è composto da uno scudetto a strisce verticali malva e bianche. Contiene anche il motto dell'Anderlecht (Mens sana in corpore sano), così come le tre lettere SCA riferite alle antiche iniziali del club ("Sporting Club Anderlechtois"). Nel 1933 venne aggiunta una corona in seguito alla trasformazione in "Royal Sporting Club Anderlechtois".

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Veduta panoramica del Lotto Park.

Dal 1918 il club disputa le proprie gare interne nel Lotto Park, che è situato all'interno del Parc Astrid, nella municipalità di Anderlecht, e che può ospitare 21.500 spettatori.

L'impianto venne inizialmente intitolato ad Emile Versé, e successivamente è stato ristrutturato più volte; in particolare dopo i lavori terminati nel 1983 prende il nome dell'allora presidente, Constant Vanden Stock, che è stato anche calciatore dell'Anderlecht. Dopo che suo figlio Roger Vanden Stock ha venduto la squadra, lo stadio è stato ribattezzato Lotto Park dai nuovi proprietari nel luglio 2019.[5]

Nella sua storia lo stadio ha ospitato anche una semifinale del campionato d'Europa 1972, mentre non venne utilizzato per l'analoga manifestazione del 2000.

In questi anni si era parlato di un possibile trasferimento all'Eurostadium, impianto che sarebbe dovuto sorgere nella vicina Grimbergen e che avrebbe dovuto ospitare anche una gara del campionato d'Europa 2020: il club abbandonò però quest'idea nel 2017[6], mentre la costruzione venne in seguito definitivamente annullata[7].

Società[modifica | modifica wikitesto]

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Anderlecht ha firmato due nuovi sponsor nel 2020, DVV Insurance (partita in casa) e Candriam (partita in transferta).[8]
Cronologia degli sponsor del club:[9]

Cronologia degli sponsor tecnici
  • 1975-1981 Belle-Vue
  • 1981-1999 Generale Bank
  • 2000-2007 Fortis
  • 2012-2013 Fintro
  • 2016-2017 Proximus
  • 2007-2020 BNP Paribas Fortis
  • 2020-2024 DVV Insurance e Candriam

Impegno nel sociale[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2001 è attiva la Constant Vanden Stock Foundation[10].

Altre sezioni del club[modifica | modifica wikitesto]

Sono attive anche la sezione di rugby, quella di calcio femminile e quella di calcio a 5.

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori del R.S.C. Anderlecht.

Tutti gli allenatori a partire dal 1919[11]:

Allenatori
Presidenti
  • 1908-1910 Bandiera del Belgio Charles Roos
  • 1911-1951 Bandiera del Belgio Theo Verbeeck
  • 1951-1971 Bandiera del Belgio Albert Roosens
  • 1971-1996 Bandiera del Belgio Constant Vanden Stock
  • 1996-2018 Bandiera del Belgio Roger Vanden Stock
  • 2018-2020 Bandiera del Belgio Marc Coucke
  • 2020- Bandiera del Belgio Wouter Vandenhaute

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del R.S.C. Anderlecht.

Vincitori di titoli[modifica | modifica wikitesto]

Campioni d'Europa
Calciatore dell'anno
Capocannoniere del campionato
Capocannoniere della Coppa dei Campioni/UEFA Champions League
Capocannoniere della Coppa delle Coppe

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès del Royal Sporting Club Anderlecht.

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

1946-1947, 1948-1949, 1949-1950, 1950-1951, 1953-1954, 1954-1955, 1955-1956, 1958-1959, 1961-1962, 1963-1964
1964-1965, 1965-1966, 1966-1967, 1967-1968, 1971-1972, 1973-1974, 1980-1981, 1984-1985, 1985-1986, 1986-1987
1990-1991, 1992-1993, 1993-1994, 1994-1995, 1999-2000, 2000-2001, 2003-2004, 2005-2006, 2006-2007, 2009-2010
2011-2012, 2012-2013, 2013-2014, 2016-2017
1923-1924, 1934-1935
1964-1965, 1971-1972, 1972-1973, 1974-1975, 1975-1976, 1987-1988, 1988-1989, 1993-1994, 2007-2008
2000-2001
1985, 1987, 1993, 1995, 2000, 2001, 2006, 2007, 2010, 2012, 2013, 2014, 2017

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

1975-1976, 1977-1978
1982-1983
1976, 1978

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

2013
1967

Cronologia del nome[modifica | modifica wikitesto]

  • 1908 : SC Anderlechtois
  • 1933 : RSC Anderlechtois
  • 1985 : RSC Anderlecht

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

L'Anderlecht è il club più titolato del Belgio, avendo vinto 34 campionati nazionali. In tre occasioni (1965-1966, 1971-1972 e 1993-1994) il club ottenne un double, vincendo nella stessa stagione anche la Coppa del Belgio.

Dalla stagione 1920-1921 alla 2022-2023 compresa il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai campionati nazionali[12]:

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Division d'Honneur/Division I-Pro League 93 1921-1922 2022-2023 93
Tweede klasse/Division 1B 8 1920-1921 1933-1934 8

Tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

L'Anderlecht è anche il club belga più titolato in campo internazionale: ha conquistato infatti due Coppe delle Coppe (successo per 4-2 a Bruxelles sul West Ham Utd e per 4-0 a Parigi sull'Austria Vienna due anni dopo), due Supercoppe UEFA (vittoria sul Bayern Monaco nel 1976 e sul Liverpool due anni dopo) e una Coppa UEFA (vittoria sul Benfica nell'edizione 1982-1983). Il club è poi l'unico europeo ad aver disputato per 3 anni consecutivi la finale di Coppa delle Coppe: tra i due successi subisce infatti una sconfitta contro l'Amburgo nel 1977. Disputa complessivamente altre tre finali continentali: un'altra nella stessa manifestazione nel 1990, quando a vincere è la Sampdoria, un'altra in Coppa UEFA nel 1984, dove viene battuto dal Tottenham, e infine una nella Coppa delle Fiere 1969-1970, che viene vinta dall'Arsenal. Notevole è anche il raggiungimento della semifinale nella Coppa dei Campioni, che avviene in due occasioni, nel 1981-1982 e quattro anni dopo: in entrambi i casi a passare è la futura vincitrice, l'Aston Villa e la Steaua Bucarest.

Alla stagione 2022-2023 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali:

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Coppa dei Campioni/UEFA Champions League 33 1955-1956 2017-2018
Coppa delle Coppe 7 1973-1974 1989-1990
Supercoppa UEFA 2 1976 1978
Coppa UEFA/UEFA Europa League 20 1971-1972 2018-2019
UEFA Europa Conference League 2 2021-2022 2022-2023
Coppa delle Fiere 2 1969-1970 1970-1971

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Il giocatore con più presenze nelle competizioni europee è Olivier Deschacht a quota 100, mentre il miglior marcatore è Rob Rensenbrink con 33 gol[12]. L'Anderlecht ha schierato il giocatore più giovane in una gara di Champions League, Celestine Babayaro, sceso in campo il 23 novembre 1994 a 16 anni e 87 giorni nella gara contro la Steaua Bucarest, e Youri Tielemans, terzo in questa graduatoria, che ha debuttato a 16 anni e 148 giorni contro l'Olympiakos nella UEFA Champions League 2013-2014[13].

I primi due giocatori per presenze e reti realizzate con la maglia del club[2]:

Record di presenze
Record di reti

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

A livello internazionale la miglior vittoria è per 10-1, ottenuta contro l'Haka nel primo turno della Coppa dei Campioni 1966-1967, mentre la peggior sconfitta è il 10-0 subito contro il Manchester Utd nel turno preliminare della Coppa dei Campioni 1956-1957[12].

Tifosi[modifica | modifica wikitesto]

Tifosi dell'Anderlecht

I tifosi dell'Anderlecht sono generalmente considerati i più esigenti del calcio belga. Il club ha avuto la più alta media di spettatori in Jupiler League per dieci anni, tranne che nel 2002-03 e nel 2004-05 (quando il Genk e il Club Bruges rispettivamente, ebbero medie più alte). I sostenitori dell'Anderlecht provengono da tutte le zone del paese e solo un ristretto gruppo proviene dalla regione della capitale Bruxelles. L'Anderlecht conta 76 fan club, tre dei quali all'estero (uno in Francia, uno in Polonia e uno in Texas, USA), e 20 dei quali nella provincia delle Fiandre Orientali.

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Rosa 2023-2024[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornata al 28 dicembre 2023.

N. Ruolo Calciatore
2 Bandiera dell'Argentina D Federico Gattoni
5 Bandiera del Senegal D Moussa N'Diaye
7 Bandiera del Belgio A Francis Amuzu
8 Bandiera della Francia C Alexis Flips
9 Bandiera del Belgio A Benito Raman
10 Bandiera del Belgio A Yari Verschaeren
11 Bandiera del Belgio C Thorgan Hazard
12 Bandiera della Danimarca A Kasper Dolberg
14 Bandiera del Belgio D Jan Vertonghen (capitano)
15 Bandiera della Svezia D Ludwig Augustinsson
16 Bandiera della Danimarca P Mads Kikkenborg
17 Bandiera del Belgio C Théo Leoni
18 Bandiera del Ghana C Majeed Ashimeru
19 Bandiera dei Paesi Bassi C Justin Lonwijk
N. Ruolo Calciatore
20 Bandiera dell'Argentina A Luis Vázquez
21 Bandiera della Guinea C Amadou Diawara
22 Bandiera del Belgio D Louis Patris
23 Bandiera del Belgio C Mats Rits
25 Bandiera della Danimarca C Thomas Delaney
26 Bandiera del Belgio P Colin Coosemans
29 Bandiera del Belgio C Mario Stroeykens
32 Bandiera dell'Ecuador A Nilson Angulo
33 Bandiera della Danimarca P Kasper Schmeichel
36 Bandiera della Danimarca C Anders Dreyer
54 Bandiera del Belgio D Killian Sardella
56 Bandiera del Belgio D Zeno Debast
61 Bandiera della Norvegia C Kristian Arnstad

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Star players, in anderlecht-online.be. URL consultato il 24 novembre 2020.
  2. ^ a b c d e Anderlecht, in treccani.it. URL consultato il 23 novembre 2020.
  3. ^ gioman56, Il triennio d'oro europeo dell'Anderlecht anni '70, su SportHistoria, 24 giugno 2017. URL consultato il 4 novembre 2022.
  4. ^ Anderlecht punito per corruzione. un anno fuori dalle coppe europee, in gazzetta.it. URL consultato il 23 novembre 2020.
  5. ^ (EN) Lottery pens Anderlecht stadium naming-rights deal, su The Stadium Business, 15 luglio 2019. URL consultato il 27 luglio 2021.
  6. ^ (EN) The end of the Eurostadium?, in anderlecht-online.be. URL consultato il 21 novembre 2020.
  7. ^ (EN) Belgium's Council of State rejects final Eurostadium licence appeal, in thebulletin.be. URL consultato il 21 novembre 2020.
  8. ^ (NL) DVV Verzekeringen en CANDRIAM nieuwe sponsoren And, su Voetbalshirts.com. URL consultato il 27 luglio 2021.
  9. ^ (EN) Anderlecht Shirt Sponsors, in oldfootballshirts.com. URL consultato il 25 novembre 2020.
  10. ^ (EN) ABOUT US, in rsca.be. URL consultato il 25 novembre 2020.
  11. ^ RSC Anderlecht » Storia Allenatore, su calcio.com. URL consultato il 22 novembre 2020.
  12. ^ a b c Copia archiviata, su uefa.com. URL consultato il 21 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2017).
  13. ^ I più giovani esordienti della UEFA Champions League, in uefa.com. URL consultato il 21 novembre 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN160028721 · ISNI (EN0000 0001 0735 7887 · LCCN (ENn78082344 · GND (DE16090820-6 · WorldCat Identities (ENlccn-n78082344
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