Koninklijke Racing Club Genk

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KRC Genk
Calcio
De Mijnjongens Genkies (I Ragazzi di Genk), De Smurfen (I Puffi)
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Blu, bianco
Dati societari
Città Genk
Nazione Bandiera del Belgio Belgio
Confederazione UEFA
Federazione URBSFA/KBVB
Fondazione 1988
Presidente Bandiera del Belgio Peter Croonen
Allenatore Bandiera del Belgio Wouter Vrancken
Stadio Luminus Arena
(24 956 posti)
Sito web www.krcgenk.be
Palmarès
Titoli nazionali 4 Campionati belgi
Trofei nazionali 5 Coppe del Belgio
2 Supercoppa del Belgio
Si invita a seguire il modello di voce

Il Koninklijke Racing Club Genk, noto come Racing Genk o semplicemente Genk, è una società calcistica belga con sede nella città di Genk. Gioca nella Pro League, la massima serie del campionato belga, dalla stagione 1996-1997.

È nato dalla fusione tra il Waterschei Thor e il K.F.C. Winterslag, avvenuta nel 1988. Ha una delle tifoserie più appassionate del Belgio, con circa 17 500 abbonati ogni anno e lo stadio, la Luminus Arena, quasi sempre tutto esaurito.

A partire dagli anni '90 il Genk si è affermato come una delle squadre belghe di maggiore successo, aggiudicandosi 4 campionati belgi, 4 Coppe e 2 Supercoppe del Belgio. A livello internazionale ha partecipato per tre volte alla fase a gruppi della Champions League, nel 2002-2003, nel 2011-2012 e nel 2019-2020.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il K.F.C. Winterslag[modifica | modifica wikitesto]

Il K.F.C. Winterslag viene fondato nel 1923 a Genk, precisamente nella zona di Winterslag, e adotta come colori sociali il rosso e il nero. La prima partecipazione della squadra alla massima divisione belga risale alla stagione 1974-1975, ma termina con la retrocessione.

Il Winterslag torna a disputare il massimo campionato nella stagione 1976-1977 e, dopo essere finito spesso a metà classifica negli anni precedenti, il club ottiene nella stagione 1980-1981 il suo miglior piazzamento di sempre, un quinto posto. Questo risultato consente alla compagine belga di partecipare alla Coppa UEFA 1981-1982: in questa competizione i rosso-neri eliminano anche l'Arsenal nei sedicesimi, ma vengono eliminati dal Dundee United negli ottavi.

Solamente un anno dopo, però, il Winterslag retrocede: questa è anche l'ultima stagione nel massimo campionato belga per il club. Negli anni successivi, infatti, il Winterslag va più volte vicino al ritorno in massima serie, senza però riuscirvi. La promozione viene raggiunta solo al termine della stagione 1987-1988, ma in estate il club si unisce con i concittadini e rivali del Waterschei Thor per dare vita al Genk, a cui cede il titolo sportivo.

Il Waterschei Thor[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Koninklijke Waterschei Sport Vereeniging THOR Genk.

Il Waterschei Thor viene fondato nel 1919 a Genk, nella zona di Waterschei. La squadra gioca per la prima volta in massima divisione belga nella Division I 1954-1955, e nello stesso anno disputa anche per la prima volta la finale della Coppa del Belgio, pur uscendone sconfitto.

Dopo circa due decenni passati principalmente tra la prima e la seconda divisione, il Waterschei conquista nel 1980 la prima Coppa nazionale, e bissa il successo nel 1982. La partecipazione alla Coppa delle Coppe 1982-1983 è sicuramente da ricordare: la squadra raggiunge le semifinali della manifestazione, venendo eliminata solo dai futuri campioni dell'Aberdeen.

Tre anni dopo, però, il Waterschei retrocede in seconda divisione, al termine della stagione 1985-1986. Rimane in questa categoria fino al 1988, anno della fusione con il Winterslag.

Il KRC Genk[modifica | modifica wikitesto]

Il Koninklijke Racing Club Genk nasce nell'estate del 1988, e adotta come colori sociali il blu e il bianco; esordisce in massima divisione nel suo primo anno di vita, nella Division I 1988-1989, ma si classifica ultimo e viene retrocesso. Dopo un solo anno trascorso nel campionato cadetto il club ritorna al livello superiore; le successive tre stagioni sono però terminate sempre poco al di sopra della zona retrocessione, evento che arriva nuovamente al termine del campionato 1993-1994. Il Genk gioca nei successivi due campionati nella seconda divisione belga.

La squadra torna a giocare in massima divisione nella Division I 1996-1997; un anno dopo il Genk conquista il suo primo trofeo, la Coppa del Belgio, ottenuto battendo in finale il Club Brugge per 4-0. I belgi partecipano così alla Coppa delle Coppe 1998-1999, ma vengono eliminati agli ottavi dal Maiorca poi finalista, in quella che sarà l'ultima edizione del trofeo; sempre in quell'anno, comunque, la squadra può festeggiare il primo titolo belga. Il Genk partecipa poi alla Champions League 1999-2000, ma il cammino nella manifestazione è breve: i belgi vengono eliminati dal Maribor nel secondo turno preliminare. Ad ogni modo la stagione si conclude positivamente, con la vittoria della seconda coppa nazionale. Sempre in quella stagione, il 7 agosto 1999, il Genk, pareggiando per 6-6 contro il Westerlo, stabilisce un primato: è il pareggio con più gol nella storia dei campionati di massima divisione di tutto il mondo (il record sarà eguagliato in Scozia nel 2010).[1]

Il Genk vince il secondo campionato nella stagione 2001-2002, e partecipa nuovamente alla Champions League; in questa occasione la compagine belga riesce a qualificarsi per la fase a gruppi della manifestazione, dopo aver eliminato lo Sparta Praga nel terzo turno preliminare. Il club si trova inserito in un gruppo comprendente anche Real Madrid, Roma e AEK Atene e si classifica quarto, pur con un bilancio onorevole per un'esordiente: quattro pareggi e due sconfitte.

Negli anni immediatamente successivi il Genk non riesce a ripetere i successi ottenuti intorno all'inizio degli anni 2000; chiude tuttavia la stagione 2006-2007 con il secondo posto alle spalle dell'Anderlecht. Questo risultato vale la qualificazione alla Champions League 2007-2008, ma i belgi non riescono a qualificarsi alla fase a gruppi, venendo fermati dal Sarajevo nel secondo turno preliminare: dopo aver perso in casa la partita di andata per 2-1, la squadra belga vince il ritorno a Sarajevo per 1-0, ma questo, in base alla regola dei gol fuori casa, non è sufficiente per proseguire.

La stagione 2008-2009 vede il Genk lottare per il primo posto nel girone d'andata. Nel girone di ritorno la squadra accusa invece una flessione, che la porta a metà classifica. L'allenatore Ronny Van Geneugden viene esonerato, e al suo posto viene chiamato ad interim Pierre Denier, già allenatore in seconda. Sotto la sua guida il rendimento della squadra migliora, ma un piazzamento per le coppe europee sembra impossibile. Tuttavia il Genk ha accesso alla finale della coppa nazionale, nella quale si trova di fronte il Mechelen. Il Genk vince l'incontro 2-0, e si aggiudica così il trofeo per la terza volta nella sua storia; questa vittoria garantisce inoltre alla squadra la partecipazione alla UEFA Europa League 2009-2010, dove tuttavia viene eliminata ai play-off dal Lilla.

Per la stagione 2009-2010 la dirigenza ingaggia l'ex allenatore del Kortrijk Hein Vanhaezebrouck, ma a causa di un inizio di stagione totalmente fallimentare, che vede il Racing Genk sprofondare quasi in zona retrocessione, la società decide di licenziare Van Haezebrouck e di sostituirlo con l'ex allenatore dell'Anderlecht e della Nazionale Belga, Franky Vercauteren. Il Genk conclude questa stagione all'undicesimo posto, ma si qualifica ugualmente per l'Europa League vincendo il test match contro il Sint-Truiden.

Nella stagione 2010-2011 il Genk conclude la regular season un solo punto dietro l'Anderlecht. Si va ai play-off, dove giocano, oltre al Genk e all'Anderlecht, anche il Gent, il Club Brugge, il Lokeren e lo Standard Liegi. Nella fase finale il Genk vince sei partite su dieci, ne pareggia una e ne perde tre, finendo a pari punti con lo Standard Liegi; il titolo va tuttavia al Genk, a causa degli arrotondamenti effettuati nel punteggio di ingresso al turno finale. La squadra torna così a vincere il campionato a nove anni di distanza dal successo precedente.

La stagione 2011-2012 inizia con la conquista della prima Supercoppa del Belgio, vinta 1-0 contro lo Standard Liegi. Il Genk elimina poi il Partizan Belgrado nel preliminare della Champions League 2011-2012, e si appresta poi ad affrontare il Maccabi Haifa. Nella partita di andata in Israele il Genk perde 2-1; poco prima del match di ritorno però, Vercauteren annuncia di aver firmato un contratto con l'Al Jazira, club degli Emirati Arabi Uniti. La squadra viene affidata temporaneamente a Pierre Denier, allenatore in seconda, e il Genk vince con identico punteggio contro gli israeliani al termine dei 90' regolamentari. Questo rende necessario il ricorso ai tempi supplementari, e qui la pressione è alle stelle: le due squadre si affrontano a viso aperto, ma nessuna riesce a segnare il gol decisivo. A questo punto si va ai calci di rigore, e il Racing Genk si dimostra infallibile dal dischetto, vincendo 4-1. La squadra belga si qualifica quindi al tabellone principale della Champions League, ma termina ultima in un girone comprendente anche Chelsea, Bayer Leverkusen e Valencia dopo aver conquistato tre punti, frutto di altrettanti pareggi nelle gare interne. Intanto Mario Been è diventato l'allenatore della squadra, e in campionato arriva un terzo posto finale.

Nella stagione 2012-2013 il Genk partecipa all'Europa League, dove viene eliminato ai sedicesimi dallo Stoccarda; al termine della stagione arrivano il quinto posto finale e la quarta Coppa nazionale.

Nella stagione 2013-2014 vincerà nuovamente il proprio girone di Europa League, questa volta composto da Rapid Vienna, Dinamo Kiev e Thun, prima di subire una sorprendente eliminazione da un derelitto Anzhi, ultimissimo nel campionato russo. In campionato arriverà soltanto un sesto posto finale, insufficiente per qualificarsi per l'Europa.

La stagione dopo sarà ancora più deludente, la squadra arriva settima in campionato, fuori pure dai playoff scudetto, e poi viene subito eliminato nel girone di qualificazione all'Europa League, arrivando secondo per differenza reti dietro il Mechelen.

La stagione 2015-2016 sarà migliore: la squadra arriva quarta in campionato, qualificandosi allo spareggio contro il Charleroi: perde l'andata per 2-0 in trasferta, ma al ritorno vince 5-1 qualificandosi dunque in Europa League dopo 2 anni di assenza.

Prende parte alle qualificazioni di UEFA Europa League 2016-2017, dove rischia già al 2º turno contro i montenegrini del Budućnost, risolvendo la pratica solo ai tiri di rigore. Dopodiché i belgi si liberano senza grossi problemi di Cork City e Lokomotiva Zagabria. Vengono poi inseriti in un girone con Athletic Bilbao, Sassuolo e Rapid Vienna, girone che chiudono al primo posto con 12 punti (4 vinte e 2 perse). Nella fase ad eliminazione diretta eliminano i rumeni dell'Astra Giurgiu e poi i rivali belgi del Gent; giungono così ai quarti di finale, ma vengono fermati dal Celta Vigo, che vince per 3-2 in casa per poi fermare sul pareggio i belgi in casa loro. Le cose, invece, non vanno benissimo in campionato: la squadra conclude all'ottavo posto: stravince il girone di qualificazione per l'Europa League, dopodiché sconfigge in semifinale il Sint Truiden, tuttavia perde la finale contro l'Oostende.

Nell'annata successiva il Racing arriva quinto, qualificandosi allo spareggio per l'Europa League: vince quest'ultimo contro lo Zulte Waregem, e si qualifica alla manifestazione.

Prende parte alle qualificazioni di UEFA Europa League 2018-2019, dove elimina al 2º turno i lussemburghesi del Fola Esch, al 3º turno i polacchi del Lech Poznań e poi i danesi del Brøndby con due vittorie: 5-2 e 4-2 in Danimarca. Vengono così inseriti nel girone I con Beşiktaş, Sarpsborg e Malmö FF, gruppo chiuso al primo posto con 11 punti. Tuttavia, nei sedicesimi di finale, dopo un pareggio senza reti ottenuto sul campo dello Slavia Praga, il club viene sconfitto per 4-1 in Belgio. Il campionato si rivelerà una marcia trionfale dall'inizio alla fine: il quarto titolo arriverà con una giornata d'anticipo, grazie al pareggio in casa dell'Anderlecht e al contemporaneo KO dei rivali del Club Brugge contro lo Standard Liegi. La stagione successiva vede il loro ritorno in Champions League in un gruppo comprendente Liverpool, Napoli e Red Bull Salisburgo. Nella prima giornata della fase a girone i belgi soffrono una tremenda batosta da parte del Salisburgo, perdendo 6-2 in Austria; tuttavia, nella giornata seguente, il club riesce a bloccare il Napoli in uno 0-0 casalingo. In seguito, esclusa la sconfitta per 2-1 sul campo dei campioni in carica del torneo, il club incappa in tre batoste, subendo 4 gol a partita (due volte sconfitto internamente per 4-1) e concludendo il gruppo all’ultimo posto con un solo punto conquistato.

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria del Koninklijke Racing Club Genk
  • 1988: L'FC Winterslage il Waterschei Thor si uniscono e viene fondato del club; il club prende il titolo del Winterslage e parte dalla Division I.
  • 1988-89 18º in Division 1. Retrocesso in Division 2
  • 1989-90 4º in Division 2.. Promosso in Division 1

  • 1990-91 · 14º in Division I.
  • 1991-92 · 16º in Division I.
  • 1992-93 · 15º in Division I.
  • 1993-94 18º in Division 1. Retrocesso in Division 2
  • 1994-95 · 2º in Division II.
  • 1995-96 2º in Division 2.. Promosso in Division 1
  • 1996-97 · 8º in Division I.
  • 1997-98 · 2º in Division I.
Fase a gruppi della Coppa Intetoto.
Vince la Coppa del Belgio (1º titolo).
  • 1998-99 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (1º titolo).
Ottavi di finale di Coppa delle Coppe.
Secondo turno preliminare di Champions League.
Vince la Coppa del Belgio (2º titolo).

Secondo turno di Coppa UEFA.
  • 2001-02 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (2º titolo).
  • 2002-03 · 6º in Division I.
Prima fase a gironi di Champions League.
Semifinalista nella Coppa Intetoto.
Primo turno di Coppa UEFA.
Eliminato nel secondo turno preliminare della Champions League.
Vince la Coppa del Belgio (3º titolo).
Playoff di Europa League.

  • 2010-11 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (3º titolo).
Playoff di Europa League.
Vince la Supercoppa del Belgio (1º titolo).
Fase a gironi di Champions League.
Sedicesimi di finale di Europa League.
Vince la Coppa del Belgio (4º titolo).
Sedicesimi di finale di Europa League.
Quarti di finale di Europa League.
  • 2017-18 · 5º in Pro League.
  • 2018-19 Bandiera del Belgio Campione del Belgio (4º titolo).
Sedicesimi di finale di Europa League.
Fase a gironi di Champions League.
Vince la Coppa del Belgio (5º titolo).

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

I colori della maglia del Genk, così come quelli dei pantaloncini e dei calzettoni sono il blu, che è il principale, e il bianco; per questo motivo uno dei soprannomi dei giocatori è Puffi.

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Il simbolo del Genk è composto da uno scudetto a strisce verticali in due tonalità di blu con in basso la scritta "KRC GENK", circondato da una "G" bianca.

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Luminus Arena.
Veduta interna della Luminus Arena.

Dal 1990 il club disputa le proprie gare interne nella Luminus Arena, che sorge a Genk e che può ospitare 24.956 spettatori. Nella sua storia è stato conosciuto anche, per motivi idi sponsorizzazione, come Thyl Gheyselinckstadion, come Fenixstadion e come Cristal Arena.

Il terreno di gioco è stato usato a lungo dal Thor Waterschei e si chiamava André Dumontstadion; dal 1988 al 1990 il club ha giocato nell'impianto utilizzato in precedenza dal Winterslag.

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori del K.R.C. Genk.

Tutti gli allenatori a partire dal 1988[2]:

Allenatori

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del K.R.C. Genk.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

1998-1999, 2001-2002, 2010-2011, 2018-2019
1997-1998, 1999-2000, 2008-2009, 2012-2013, 2020-2021
2011, 2019
1975-1976, 1977-1978
1946-1947 (girone A)

Altri piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

Secondo posto: 1997-1998, 2006-2007, 2020-2021, 2022-2023
Terzo posto: 2004-2005, 2011-2012
Finalista: 2017-2018
Semifinalista: 1980-1981, 1986-1987, 1998-1999, 2001-2002, 2015-2016, 2016-2017
Semifinalista: 1998-1999
Finalista: 1998, 1999, 2000, 2002, 2009, 2013, 2021
Secondo posto: 1986-1987, 1989-1990
Semifinalista: 2004

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Dalla stagione 1988-1989 alla 2020-2021 compresa il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai campionati nazionali:

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Division I-Pro League 30 1988-1989 2020-2021 30
Tweede klasse/Division 1B 3 1989-1990 1995-1996 3

Tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Il club ha partecipato in tre occasioni alla fase a gruppi della UEFA Champions League finendo però sempre quarto. Ha invece raggiunto i quarti nell'UEFA Europa League 2016-2017.

Alla stagione 2020-2021 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali[3]:

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Coppa dei Campioni/UEFA Champions League 5 1999-2000 2019-2020
Coppa delle Coppe 1 1998-1999
Coppa UEFA/UEFA Europa League 8 2000-2001 2018-2019
Coppa Intertoto 2 1997 2004

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Il giocatore con più presenze nelle competizioni europee è Thomas Buffel a quota 48, mentre il miglior marcatore è Jelle Vossen con 18 gol[3].

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

A livello internazionale la miglior vittoria è per 5-0, ottenuta in tre occasioni: contro il B36 Tórshavn nella fase a gruppi della Coppa Intertoto UEFA 1997, contro il Duisburg nel primo turno della Coppa delle Coppe 1998-1999 e contro il Fola Esch nel secondo turno preliminare dell'UEFA Europa League 2018-2019; la peggior sconfitta è invece il 7-0 subito dal Valencia nella fase a gruppi della UEFA Champions League 2010-2011[3].

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Rosa 2023-2024[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornata al 30 gennaio 2024.

N. Ruolo Calciatore
2 Bandiera degli Stati Uniti D Mark McKenzie
3 Bandiera della Spagna D Mujaid Sadick
4 Bandiera della Costa d'Avorio C Aziz Ouattara
8 Bandiera del Belgio C Bryan Heynen
9 Bandiera della Svizzera A Andi Zeqiri
14 Bandiera della Nigeria C Yira Sor
15 Bandiera del Belgio C Jay-Dee Geusens
17 Bandiera della Slovacchia C Patrik Hrošovský
19 Bandiera del Belgio C Anouar Ait El Hadj
20 Bandiera della Tanzania A Kelvin John
24 Bandiera del Belgio C Luca Oyen
N. Ruolo Calciatore
25 Bandiera dell'Argentina C Matías Galarza
26 Bandiera del Belgio P Maarten Vandevoordt
27 Bandiera del Belgio D Matisse Didden
28 Bandiera del Ghana C Joseph Paintsil
30 Bandiera del Belgio P Vic Chambaere
34 Bandiera del Marocco C Bilal El Khannouss
40 Bandiera del Belgio P Tobe Leysen
46 Bandiera della Colombia D Carlos Cuesta
48 Bandiera del Belgio D Adnane Abid
77 Bandiera dell'Ucraina D Eduard Sobol'
99 Bandiera della Nigeria A Tolu Arokodare

Rosa 2022-2023[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornata al 13 marzo 2023.

N. Ruolo Calciatore
2 Bandiera degli Stati Uniti D Mark McKenzie
3 Bandiera della Spagna D Mujaid Sadick
4 Bandiera della Costa d'Avorio C Aziz Ouattara
5 Bandiera del Messico D Gerardo Arteaga
8 Bandiera del Belgio C Bryan Heynen
10 Bandiera dell'Argentina C Nicolás Castro
11 Bandiera del Belgio A Mike Trésor Ndayishimiye
14 Bandiera della Nigeria C Yira Sor
15 Bandiera del Belgio C Jay-Dee Geusens
17 Bandiera della Slovacchia C Patrik Hrošovský
19 Bandiera del Belgio C Anouar Ait El Hadj
20 Bandiera della Tanzania A Kelvin John
23 Bandiera della Colombia D Daniel Muñoz
N. Ruolo Calciatore
24 Bandiera del Belgio C Luca Oyen
25 Bandiera dell'Argentina C Matías Galarza
26 Bandiera del Belgio P Maarten Vandevoordt
27 Bandiera del Belgio D Matisse Didden
28 Bandiera del Ghana C Joseph Paintsil
30 Bandiera del Belgio P Vic Chambaere
34 Bandiera del Marocco C Bilal El Khannouss
40 Bandiera del Belgio P Tobe Leysen
46 Bandiera della Colombia D Carlos Cuesta
48 Bandiera del Belgio D Adnane Abid
77 Bandiera dell'Ecuador D Angelo Preciado
99 Bandiera della Nigeria A Tolu Arokodare
Bandiera della Costa d'Avorio C Kouassi Eboue

Rosa 2021-2022[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornata al 15 dicembre 2021.

N. Ruolo Calciatore
2 Bandiera degli Stati Uniti D Mark McKenzie
3 Bandiera della Spagna D Mujaid Sadick
5 Bandiera del Messico D Gerardo Arteaga
7 Bandiera del Belgio D Daan Dierckx
8 Bandiera del Belgio C Bryan Heynen
11 Bandiera del Belgio A Mike Trésor Ndayishimiye
15 Bandiera del Belgio C Jay-Dee Geusens
16 Bandiera della Tanzania C Mbwana Samatta
17 Bandiera della Slovacchia C Patrik Hrošovský
N. Ruolo Calciatore
23 Bandiera della Colombia D Daniel Muñoz
24 Bandiera del Belgio C Luca Oyen
26 Bandiera del Belgio P Maarten Vandevoordt
28 Bandiera del Ghana C Joseph Paintsil
30 Bandiera del Belgio P Vic Chambaere
35 Bandiera dell'Ungheria A András Németh
40 Bandiera del Belgio P Tobe Leysen
46 Bandiera della Colombia D Carlos Cuesta
77 Bandiera dell'Ecuador D Angelo Preciado

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Motherwell 6 Hibs 6 equals world record for scoring draw, su sportingintelligence.com, 5 maggio 2010.
  2. ^ KRC Genk » Storia Allenatore, su calcio.com. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  3. ^ a b c Copia archiviata, su uefa.com. URL consultato il 21 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2018).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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