Unione Sportiva Livorno 1915: differenze tra le versioni

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Associazione Sportiva Livorno Calcio
Calcio
Labronici, Amaranto, Triglie
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali amaranto
Inno Inno Amaranto
Musica di Alberto Montanari
testo di G. Campi
Dati societari
Città Livorno
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Serie A
Fondazione 1915
Rifondazione1991
Presidente Bandiera dell'Italia Aldo Spinelli
Allenatore Bandiera dell'Italia Vittorio Russo
(in seconda Bandiera dell'Italia Gennaro Ruotolo)[1]
Stadio Stadio Armando Picchi
(19.238 posti)
Sito web www.livornocalcio.it
Palmarès
Titoli nazionali 2 Campionati di Serie B
Si invita a seguire il modello di voce

«Livorno è una piazza particolare, la gente non vuole campioni, ma uomini veri, disposti a sposare una causa.»

L'Associazione Sportiva Livorno Calcio è la principale società calcistica di Livorno. Attualmente milita in Serie A.

Storia

La nascita e gli inizi

Nato nel 1915 con il nome di Unione Sportiva Livorno dalla fusione tra Virtus Juventusque e SPES, il Livorno ebbe il suo battesimo calcistico nella stagione 1919-1920, in cui sfiorò addirittura lo scudetto: trascinato dai gol del giovanissimo Mario Magnozzi, il Livorno infatti vinse il campionato centro-sud battendo in finale la Fortitudo Roma per 3-2 e si qualificò così alla finale scudetto contro l'Inter, vincitrice del campionato del nord. Purtroppo per i toscani nel primo tempo della finalissima andò tutto storto: il Livorno non solo fallì un calcio di rigore, ma dovette giocare la maggior parte della partita in 10 uomini per colpa di un infortunio (allora non erano permesse le sostituzioni), l'Inter approfittò dell'uomo in più e si portò sul tre a zero. Nel secondo tempo i livornesi reagirono e segnarono due gol (entrambi con Magnozzi) ma non riuscirono a pareggiare: la finale finì 3-2 per l'Inter che vinse così il suo secondo scudetto. L'anno dopo il Livorno ci riprova, ma questa volta si ferma in finale del campionato centro-sud, sconfitto dal Pisa. I restanti anni '20 non troveranno più il Livorno all'altezza di simili exploit; continuerà invece a farsi notare Magnozzi, che otterrà un posto in nazionale per poi passare al Milan.

Ai nastri di partenza del campionato di Serie A 1929-30, il primo della storia a girone unico, l'unica squadra toscana è il Livorno, che conquista una meritata salvezza. Gli anni successivi vedranno gli amaranto fare la spola tra la A e la B, alternando salvezze con più o meno affanni a retrocessioni presto rimediate con la risalita. Durante quegli anni, a seguito di un crescente interesse che rende angusto il campo di Villa Chayes, vede la luce il nuovo stadio, all'epoca intitolato ad Edda Ciano e successivamente al compianto Armando Picchi.

Il "quasi" scudetto nel '42-'43

Nella stagione 1942-43, dopo due soffertissime salvezze consecutive in Serie A, la squadra viene affidata a Ivo Fiorentini, ex tecnico dell’Ambrosiana, con l'unico scopo quello di salvarsi senza troppi patemi. Invece sei vittorie consecutive, tra cui il successo esterno per 2-1 sul campo del Torino, nelle prime sei partite (all'epoca, un record) promuovono a seria candidata per lo scudetto il Livorno, che ottiene il titolo di campione di inverno in coabitazione col Torino. Il testa a testa prosegue fino all'ultima giornata, che vede il Torino avanti di un punto sui toscani. Nel turno conclusivo, mentre gli amaranto si impongono in casa sul Milan, il Torino fatica sul campo del Bari che lotta per non retrocedere, si prospetta uno spareggio ma il gol di Valentino Mazzola a pochi minuti dal termine regala vittoria e scudetto ai granata. Cominciò così la leggenda del Grande Torino, mentre per il Livorno rimase l'amarezza per uno scudetto a lungo sognato e perso per un solo punto. Questo l'undici di base della squadra che sfiorò l'impresa: Siligardi, Del Bianco, Lovagnini; Capaccioli, Traversa, Tori; Piana, Stua, Raccis, Zidarich, Degano.

Il dopoguerra

La sospensione dei campionati a causa della guerra spezza l'incantesimo, e alla ripresa il Livorno si allontana inesorabilmente dai vertici, fino alla retrocessione in B nella stagione 1948-49. Gli anni successivi vedranno il Livorno retrocedere addirittura in serie C per ben due volte, fino al ritorno in B nella stagione 1963-64, con la squadra allenata da Mazzetti e trascinata dai gol di Virgili (ex centravanti della Fiorentina) e Mascalaito. Seguono in serie cadetta vari campionati senza particolari sussulti, a parte quello del 1967-68, che passerà alla storia per l'invasione di campo dei tifosi indispettiti dalle decisioni dell'arbitro Sbardella durante l'incontro casalingo contro il Monza, episodio che costerà non solo ben 5 giornate di squalifica del campo ma anche una irrecuperabile flessione in classifica, che fino a quel momento aveva visto gli amaranto nelle primissime posizioni.

Gli anni '70 e '80

Nella stagione 1971-72 il Livorno retrocede di nuovo in serie C, ed entra in una grave crisi finanziaria (culminata nel fallimento) che viene risolta con l'acquisizione della società da parte del petroliere Corasco Martelli, la cui presidenza avrebbe targato la storia del calcio labronico per un decennio. Sarà comunque un periodo piuttosto avaro di soddisfazioni, con il Livorno che non riesce a schiodarsi dalla serie C, nonostante possa disporre prima di uno degli attaccanti più prolifici della sua storia, Bruno Graziani, e poi di uno dei più amati, Miguel Vitulano; da ricordare le stagioni 1979-80, con un giovane Stefano Tacconi tra i pali ed una storica vittoria nel derby a Pisa con gol di Vitulano, e quella successiva, in cui il Livorno, guidato da Tarcisio Burgnich, mette in mostra una difesa granitica e sfiora la promozione, giungendo terzo alle spalle di Catania e Foggia. Nel 1982 finisce l'era Martelli con un nuovo fallimento e l'anno successivo la squadra retrocede addirittura in C2, per poi risalire immediatamente stravincendo il campionato senza mai perdere e con sole 7 reti al passivo. Seguiranno però ancora anni con più ombre che luci, se si esclude il memorabile successo in Coppa Italia di Serie C nella stagione 1986-87, con il Livorno che nella finale di ritorno tra le mura amiche col Campania Puteolana ribalta lo 0-1 subito all'andata con un rotondo 3-0 (a segno Casilli, Susi e D'Agostino). Purtroppo si trattò soltanto di un episodio isolato, tanto che nel campionato 1988-89 il Livorno sprofonda nuovamente in C2 al termine di un campionato disastroso.

Il crollo in Eccellenza

Dopo la retrocessione in C2 la società viene posta in liquidazione e assume il nome di Pro Livorno. Nel campionato 1989/1990, vinto dagli odiati rivali del Siena, si salva in extremis vincendo lo scontro diretto con la Rondinella Firenze in una volata particolarmente drammatica comprendente anche La Palma Cagliari, Pontedera , Novara (queste due poi costrette allo spareggio salvezza vinto dai pisani) e la stessa Rondinella, che retrocede immediatamente. Nel 1990/1991 il sodalizio toscano ritorna a chiamarsi Livorno e sfiora la Serie C1 trascinato dai goal di Michele Pisasale ma Alessandria e Massese sono troppo forti. In estate, con la squadra già in ritiro, la Federazione estromette i labronici dalla Serie C2 per problemi economici (al pari di Sassari Torres e Cavese) ed il Livorno è costretto a ripartire dall'Eccellenza appena inaugurata, che vince subito nettamente. Una stagione in Serie D, con tanto di ulteriore fallimento nel corso del 1992/1993, precede il ritorno dei toscani in C2 nello stesso 1993. L'imprenditore pavese Claudio Achilli infatti rileva la squadra giunta al secondo posto del suo girone tra i Dilettanti fornendo ottime carte per il ripescaggio in quarta serie, che puntualmente avviene vista la canonica serie di fallimenti nelle categorie superiori (tra questi quello dell'Arezzo).

Il ritorno in C1

Dopo il ripescaggio in C2, Achilli cerca subito di proseguire la scalata verso la C1, ma i primi anni sono carichi di cocenti delusioni, soprattutto per le estemporanee performance di avversari sulla carta meno accreditati. Nella stagione 1993-94 il Livorno sfiora la promozione, ma decisiva è la sconfitta in casa del Gualdo, che sale in C1 assieme al Pontedera. L'anno successivo, grazie anche alle 19 reti di Stefan Schwoch, gli amaranto approdano ai playoff in virtù del quarto posto, ma sono subito eliminati dal sorprendente Castel Sangro che rimonta in casa la sconfitta rimediata al Picchi. Ma la beffa più atroce arriva nella stagione 1995-96: secondo in campionato dietro al Treviso, il Livorno raggiunge la finale unica dei playoff contro la Fermana a Ferrara, sulla carta è favoritissimo ma al termine di una partita dominata finisce per perdere ai calci di rigore. Finalmente la tanto sudata promozione arriva l'anno successivo, con la squadra affidata al tecnico Paolo Stringara: di nuovo secondi dopo le 34 giornate (alle spalle della Ternana), questa volta ai playoff gli amaranto non sbagliano un colpo e nella finale di Reggio Emilia sconfiggono la Maceratese per 3-0 (reti di Vincioni, Bonaldi e Cordone). Principale protagonista della promozione è il bomber livornese Enio Bonaldi, capocannoniere del girone con 19 reti. Nella stagione 1997-1998, al ritorno in C1, il Livorno sfiora addirittura la B, in un campionato veramente rocambolesco. La partenza è incredibile, con ben 9 vittorie iniziali consecutive, ma una nuova beffa è dietro l'angolo. Prima spunta un presunto illecito ed il Livorno viene penalizzato di 4 punti, poi subito dopo la fine del campionato la CAF restituisce la vittoria al Siena, dopo che la partita era stata vinta a tavolino dai labronici per un'aggressione subita dai giocatori, col risultato che il secondo posto, dietro al Cesena promosso direttamente, diventa appannaggio della Cremonese. Ai playoff una nuova delusione: nella finale a Perugia proprio contro la Cremonese, davanti a 20.000 sostenitori labronici, gli amaranto si arrendono alla malasorte (traversa di De Vincenzo) e a discutibili decisioni arbitrali (gol annullato a Geraldi, rigore negato a Bonaldi), e finiscono sconfitti (1-0) dopo i supplementari. L'anno dopo si chiude l'era Achilli, con il Livorno che, anche a causa dello smantellamento della squadra, non solo non riesce a ripetersi ma resta addirittura impantanato nella lotta per non retrocedere, da cui si tira fuori soltanto in extremis (decisivo per la salvezza il gol di Pino Manfreda a Siena).

La risalita con Spinelli

L'arrivo nel 1999 del presidente Aldo Spinelli costituisce la svolta della storia recente della società, che in pochi anni passa dalle polveri della Serie C1 alle platee nazionali della serie A ed europee della Coppa UEFA. Il primo e fondamentale colpo di mercato del nuovo presidente è quello di riportare in amaranto Igor Protti, già capocannoniere in serie A col Bari (1995-1996) ma da molti considerato ormai in parabola discendente (a torto, come i fatti dimostreranno).

La prima stagione è di assestamento: gli amaranto dopo 21 anni tornano ad espugnare (2-1) l'Arena Garibaldi dei cugini pisani, ma rimangono lontanti dal vertice. La stagione successiva arriva in panchina l'esperto di promozioni Osvaldo Jaconi (già allenatore del Castel Sangro dei miracoli) ed il Livorno inizia a puntare alla serie B. Il primo assalto (2000-2001) fallisce di un soffio, col Modena che vola diretto verso la serie cadetta ed il Livorno che, trascinato dai gol di Protti (capocannoniere del girone), raggiunge i play-off ma si arrende in finale col Como (0-0 nell'andata a Livorno, 1-0 dopo i supplementari per i Lariani nel ritorno a Como). Al secondo tentativo invece (2001-2002) il Livorno di Jaconi fa centro, vincendo il campionato al termine di un'appassionante lotta con un indomito Spezia. A cinque giornate dal termine, i liguri espugnano il Picchi e si portano ad una sola lunghezza dai battistrada amaranto. Seguono però quattro entusiasmanti vittorie consecutive del Livorno, che rende così impossibile la rimonta spezzina e riconquista la Serie B dopo ben 32 anni di assenza. Memorabile la penultima giornata a Treviso, con Igor Protti che a 4 minuti dal termine mette a segno il gol del definitivo 2-1. La "matematica" arriva all'ultima di campionato, grazie al 3-0 in casa contro un Alzano ormai rassegnato ai playout. Ciliegina sulla torta di una stagione trionfale è il titolo di capocannoniere conquistato per la seconda volta consecutiva da Igor Protti (con ben 27 reti). Questo l'undici che il 5 maggio 2002 scese in campo con l'Alzano: Ivan, Cannarsa, Doga, Gelsi, Fanucci, Mezzanotti, Ruotolo, Piovani, Alteri, Protti, Saverino.

Il ritorno in A e l'approdo in Europa

Il ritorno in B vede il Livorno guidato da Roberto Donadoni stanziare sorprendentemente nelle prime posizioni per tutta la prima parte della stagione, ma un vistoso calo nel girone di ritorno farà sfumare i sogni proibiti di promozione. Il campionato termina comunque con un onorevole decimo posto, impreziosito dall'approdo in Under 21 per il giovane portiere Marco Amelia e dal titolo di capocannoniere conquistato con 23 centri da uno straordinario Igor Protti, che diventa così il primo giocatore nella storia del calcio italiano a vincere la classifica marcatori in A, in B ed in C1.

Per il campionato di serie B 2003-2004 il Livorno viene affidato al giovane mister Walter Mazzarri. Due gli eventi chiave dell'estate di passioni che precede il campionato: l'approdo in amaranto del bomber livornese Cristiano Lucarelli dopo un lungo braccio di ferro con il Torino, ed il ripensamento da parte di Igor Protti che si fa convincere a continuare la sua avventura con i toscani dopo che in un primo tempo aveva deciso di appendere le scarpe al chiodo. In un estenuante torneo a ben 24 squadre (a causa del blocco delle retrocessioni conseguente al caso Catania e del ripescaggio della Fiorentina) il Livorno disputa un discreto girone di andata, per poi emergere prepotentemente in quello di ritorno e lottare per la promozione. Tanti i successi da ricordare: quelli casalinghi sulle blasonate Fiorentina (2-0), Napoli (3-0 con tripletta di Protti) e Torino (3-1), e quelli fuori casa con Genoa (1-0) e Como (rocambolesco 5-3 agguantato nel finale). La grande cavalcata della seconda parte della stagione culmina con la vittoria esterna sul campo del Piacenza per 3-1, grazie alla quale il Livorno si assicura matematicamente il ritorno in Serie A dopo ben 55 anni di assenza; memorabile l'esultanza di Cristiano Lucarelli che, dopo aver messo in cassaforte il risultato con il terzo gol, mima un amplesso con la propria maglia, una colorita dimostrazione dell'attaccamento ai propri colori. Il Livorno chiude terzo, alle spalle di Palermo e Cagliari. Stratosferica la coppia d'attacco Protti-Lucarelli (ben 53 gol in due), entrambi protagonisti di un'annata indimenticabile; importante anche il contributo apportato dal giovanissimo difensore Giorgio Chiellini.

Al ritorno in serie A, l'obiettivo è la salvezza: il Livorno dà fiducia quasi totale al centrocampo e all'attacco della promozione, rinnovando invece per intero la difesa con gli acquisti di Alessandro Lucarelli, Grandoni, Galante e Vargas. Se ne vanno lo storico capitano Vanigli, destinazione Empoli, e Chiellini, che approda alla Fiorentina; in panchina, Franco Colomba prende il posto di Mazzarri. A dare il bentornato al Livorno c'è il Milan campione di Italia. Circa 10.000 sostenitori labronici (molti dei quali agghindati con una bandana come strumento di satira contro il presidente del Milan Berlusconi [3]) invadono San Siro ed assistono alla sorprendente prova dei propri beniamini che, forti anche della superiorità numerica, impattano col più quotato avversario per 2-2 grazie alla doppietta di Cristiano Lucarelli. Seguono però cinque partite molto negative, con il Livorno che galleggia sul fondo della classifica, fino a tirarsi fuori dalla zona retrocessione dopo tre vittorie consecutive con Bologna, Palermo e Brescia. Ulteriori alti e bassi spingono Spinelli ad esonerare Colomba ed a richiamare Donadoni, che riesce a traghettare la squadra verso una salvezza senza troppi affanni e anche con qualche soddisfazione, una su tutte il successo casalingo per 1-0 col Milan sotto il diluvio. Da ricordare anche il 2-2 al Picchi con la Juventus, che consegna lo scudetto ai bianconeri e vede Protti segnare l'ultimo gol (il 145°) con la maglia amaranto e salutare per l'ultima volta il pubblico labronico. Principale artefice della salvezza uno straripante Cristiano Lucarelli, che si aggiudica la classifica dei capocannonieri con ben 24 centri.

File:90 anni livorno.jpg
13 febbraio 2005 - Festa per i 90 anni del Livorno

L'anno successivo Donadoni venne riconfermato e il Livorno ingranò la marcia chiudendo il girone di andata al 6° posto in classifica; poco dopo l'inizio del girone di ritorno Donadoni si dimise dopo alcune incomprensioni con il presidente e gli subentrò Carlo Mazzone che però non riuscì a tenere la squadra in media punti UEFA: gli amaranto scivolarono di alcune posizioni in classifica, in virtù dello scandalo calciopoli però il Livorno riuscì ad ottenere l'accesso alla Coppa UEFA.

La Coppa UEFA

Nella stagione 2006-2007 il Livorno venne guidato inizialmente da Daniele Arrigoni e disputò il terzo campionato consecutivo in Serie A e la Coppa UEFA. Dopo aver superato il primo turno contro gli austriaci del Pasching col punteggio complessivo di 3-0 affrontò nel girone eliminatorio squadre blasonate come Rangers Glasgow, Auxerre, Partizan Belgrado e Maccabi Haifa. Dopo la sconfitta interna con i Rangers (2-3) e i pareggi (tutti per 1-1) con Partizan Belgrado (con gol all'87' del portiere Marco Amelia) e Maccabi Haifa, la squadra ha passato il turno battendo in trasferta l'Auxerre per 1-0. Nei sedicesimi di finale è stata poi eliminata dall'Espanyol. Furono quindi giocate 8 partite in Coppa UEFA.

Alcuni risultati negativi hanno indotto il presidente Spinelli ad esonerare l'allenatore Arrigoni alla fine del girone di andata, dopo una sconfitta per 5-1 subita sul campo dell'Atalanta. Il tecnico è stato, tuttavia, reintegrato dopo pochi giorni, dato il fermo volere della squadra di proseguire con Arrigoni. Il rendimento della formazione toscana, però, non migliorò sensibilmente, e così Arrigoni venne definitivamente esonerato il 20 marzo 2007 dopo la sconfitta per 4-0 in trasferta contro l'Udinese. Al suo posto è stato chiamato Fernando Orsi.

L'ultima retrocessione

Confermato per la stagione 2007/2008, Fernando Orsi viene esonerato il 9 ottobre 2007 dopo una brutta partenza, colpa anche di un calendario inizialmente difficile; il Livorno si ritrova a due soli punti, in sette giornate e a due lunghezze dalla penultima. Al suo posto è stato chiamato Giancarlo Camolese già tecnico di Torino, Reggina e Vicenza. Il 28 aprile 2008 è richiamato Orsi dopo che, a 3 giornate dalla fine, il Livorno era scivolato di nuovo in ultima posizione. Il tecnico non può evitare la retrocessione, che giunge alla penultima giornata.

La festa dopo la vittoria nella finale Playoff 2008/2009

2008-2009

Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Livorno Calcio 2008-2009.

In questa stagione il Livorno torna in Serie A dopo un solo anno di cadetteria. Il girone d'andata finisce con i labronici in testa, ma poi termineranno la stagione al terzo posto accedendo alla massima serie dopo gli spareggi play-off contro il Brescia. Gli amaranto si aggiudicano la finale col risulatao di 3-0 sulle Rondinelle, di Tavano (colpo di testa su assist di Alessandro Diamanti), Diamanti (destro al volo sul secondo palo su suggerimento del danese Bergvold) e Martin Bergvold (sinistro potente sotto la traversa) le reti.

2009-2010

La nuova stagione in serie A vede il ritorno tra le fila amaranto, dopo una telenovella estiva, di Cristiano Lucarelli che con Francesco Tavano e Alessandro Diamanti avrebbero dovuto comporre in attacco un Trio delle Meraviglie. Negli ultimi giorni di mercato però il presidente Aldo Spinelli decide di cedere Alessandro Diamanti alla squadra inglese del West Ham per circa 6,5 milioni di euro, con accese polemiche da parte della tifoseria, anche perchè la dirigenza amaranto, non sostituisce adeguatamente il giovane talento pratese. La stagione quindi inizia con una rosa, secondo gran parte della stampa sportiva e della tifoseria, inadeguata per raggiungere l'obbiettivo primario della salvezza. I più importanti nuovi acquisti amaranto sono il terzino Mirko Pieri dalla Sampdoria, il centrale difensivo Nelson Rivas in prestito dall'Inter e lo svincolato regista Mozart. La panchina, anche in virtù della vittoria dei Play-off viene affidata a Gennaro Ruotolo, che però non riceve la proroga da parte della federazione per poter allenare senza patentino di prima categoria, quindi a Ruotolo viene affiancato come tutor Vittorio Russo già allenatore in seconda di varie formazioni giovanili della Nazionale Italiana e della Sampdoria come vice di Walter Mazzarri.

Giocatori-simbolo

La città di Livorno si è legata negli ultimi anni a due grandi bandiere: Igor Protti e Cristiano Lucarelli.
Protti ha contribuito pesantemente a riportare la squadra amaranto in Serie A dopo 55 anni di campionati minori vincendo la classifica canonieri per tre anni consecutivi (nel 2000-2001 e nel 2001-2002 in C1 e nel 2002-2003 in B), è tutt'ora l'unico giocatore europeo ad aver vinto la classifica cannonieri in Serie A, B e C1. Grazie ai suoi 123 gol segnati in 278 partite è il bomber più prolifico della storia della società livornese.
Lucarelli è stato il capitano e il giocatore simbolo della squadra amaranto, che giocando nella società della sua città è tornato a sfornare grandi prove calcistiche. Giunto nell'estate 2003, rinunciando al "miliardo" messo sul piatto dalla sua ex-squadra, il Torino, Cristiano Lucarelli riporta in serie A a suon di gol la squadra della sua città (29 gol in 41 partite). L'anno successivo è ancora il bomber e trascinatore della squadra: segna gol pesantissimi ed importanti, che permettono alla squadra di salvarsi con largo anticipo. Lucarelli in questa prima stagione di serie A col Livorno vince la classifica cannonieri e ritrova anche la Nazionale. Anche nelle stagioni successive Lucarelli segna gol importanti per il Livorno, garantendogli una tranquilla salvezza nelle stagioni 2005-06 e 2006-07. Anche se continuamente citato sulle copertine di giornali per i suoi screzi con il presidente Aldo Spinelli, il bomber amaranto conclude il suo ultimo campionato nel Livorno 2006-2007 con il secondo posto nella classifica cannonieri, a quota 19 dietro al capo cannoniere Francesco Totti con 26 centri (vincitore, tra l'altro, della scarpa d'oro). Ciò gli è valso altre convocazioni in nazionale maggiore. Alla fine però Lucarelli, il 13 luglio 2007, emigra in Ucraina, allo Shakhtar Donetsk: al Livorno vanno 9 milioni di euro e al giocatore 4 milioni per 3 anni. Il bomber chiude l'esperienza amaranto con 158 presnze e 101 gol in partite ufficiali. Il divorzio è traumatico, fra il giocatore e una grossa parte della tifoseria è rottura, sebbene Lucarelli dichiari che con quei soldi avrebbe fatto qualcosa per la sua città. Difatti nel settembre del 2007 esce in edicola un nuovo giornale, il Corriere di Livorno, voluto e in parte finanziato proprio da Cristiano Lucarelli.
Tuttavia Lucarelli nella campagna acquisti di gennaio 2008 viene acquistato dal Parma, cosa che non va giù a buona parte della tifoseria labronica, che non riconosce più il giocatore come la bandiera di un tempo. Il 16 marzo 2008 si disputa Livorno-Parma (risultato di 1-1) all' Armando Picchi e per Lucarelli sono fischi e insulti da parte di tutto lo stadio. Nell'estate del 2008 viene allestita una squadra fondata sui migliori giocatori dell'anno della retrocessione ovvero Francesco Tavano e Alessandro Diamanti. La squadra chiude la stagione al 3° posto e viene promosso in Serie A dopo i play-off vinti contro Grosseto e Brescia. Il 15 luglio 2009 Cristiano Lucarelli torna al Livorno in prestito gratuito dal Parma. Il 27 agosto 2009 viene ceduto Alessandro Diamanti al West Ham per circa 6,5 milioni di euro. Tale cessione provoca una forte indignazione nella gran parte della tifoseria che vede la squadra indebolita nella prospettiva di un duro campionato di serie A, senza un adeguato rinforzo.

File:IMG 4032.JPG
La curva dei tifosi del Livorno

Il Livorno in UEFA

Nel 2006/2007 il Livorno ha disputato per la prima volta nella sua storia la Coppa UEFA. Il primo giocatore andato in gol in una competizione europea nella storia del Livorno è stato Danilevicius contro il Pasching nell'andata del 1° turno, il 14 settembre 2006 in casa. In trasferta il primo gol in UEFA è stato di Bakayoko nella partita di ritorno contro il Pasching il 28 settembre. Dopo aver passato il primo turno, la squadra è giunta terza nel proprio girone di cinque squadre:

  • Livorno 5

Questo ha permesso alla squadra labronica di avanzare e di scrivere un bel pezzo di storia; infatti ciò ha permesso di qualificarsi per i sedicesimi di finale. Qui è stata eliminata dall'Espanyol il 22 febbraio 2007 avendo perso in casa dell'Espanyol per 2-0, e all'andata per 1-2 sempre per gli ospiti. Il Livorno ha chiuso l'esperienza europea (8 partite), con un totale di 3 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Il miglior marcatore è stato Lucarelli con 5 reti.

Cronistoria

Cronistoria dell'Associazione Sportiva Livorno Calcio
  • 1915 - Fondazione dell' Unione Sportiva Livorno .
  • 1915-19 - Attività sospesa per la guerra.
  • 1919-20 - Campione Centro-Meridionale, perde la finalissima nazionale contro l'Inter.
  • 1920-21 - Perde la finale centro-meridionale contro il Pisa.
  • 1921-22 - 10° nel girone A di Prima Divisione CCI.
  • 1922-23 - 3° nel girone C di Prima Divisione.
  • 1923-24 - 3° nel girone A di Prima Divisione.
  • 1924-25 - 5° nel girone B di Prima Divisione.
  • 1925-26 - 4° nel girone B di Prima Divisione.
  • 1926-27 - 5° nel girone B di Divisione Nazionale.
  • 1927-28 - 9° nel girone B di Divisione Nazionale. Ripescato.
  • 1928-29 - 7° nel girone A di Divisione Nazionale.
  • 1929-30 - 14° in Serie A.
  • 1930-31 - 17° in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1931-32 - 7° in Serie B.
  • 1932-33 - 1° in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1933-34 - 8° in Serie A.
  • 1934-35 - 15° in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1935-36 - 3° in Serie B.
  • 1936-37 - 1° in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1937-38 - 11° in Serie A.
  • 1938-39 - 15° in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1939-40 - 2° in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1940-41 - 13° in Serie A.
  • 1941-42 - 13° in Serie A.
  • 1942-43 - 2° in Serie A.
  • 1943-1945 Attività sospesa per la guerra.
  • 1945-46 - 4° nel Campionato Bassa Italia Serie A-B. 7° nel girone finale di Divisione Nazionale.
  • 1946-47 - 15° in Serie A.
  • 1947-48 - 14° in Serie A.
  • 1948-49 - 20° in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1949-50 - 8° in Serie B.
  • 1950-51 - 3° in Serie B.
  • 1951-52 - 16° in Serie B. Retrocesso in Serie C.
  • 1952-53 - 7° in Serie C.
  • 1953-54 - 6° in Serie C.
  • 1954-55 - 1° in Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1955-56 - 17° in Serie B. Retrocesso in Serie C.
  • 1956-57 - 12° in Serie C.
  • 1957-58 - 17° in Serie C.
  • 1958-59 - 5° nel girone A di Serie C.
  • 1959-60 - 2° nel girone B di Serie C.
  • 1960-61 - 3° nel girone B di Serie C.
  • 1961-62 - 13° nel girone B di Serie C.
  • 1962-63 - 2° nel girone B di Serie C.
  • 1963-64 - 1° nel girone B di Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1964-65 - 16° in Serie B.
  • 1965-66 - 7° in Serie B.
 

I Presidenti

I presidenti del Livorno Calcio dall'anno della sua fondazione ad oggi[4].

I presidenti del Livorno
  • 1915-1919 Arrigo Galeotti
  • 1919-1920 Pietro A. Bossio
  • 1920-1922 Ettore Del Corona
  • 1922-1926 Alberto Folena
  • 1926-1928 Alberto Capitani
  • 1928-1929 Galeazzo Pardera
  • 1929-1932 Augusto Salvini
  • 1932-1936 Emanuele Tron
  • 1936-1944 Bruno Baiocchi
  • 1944-1949 Ricciotti Paggini
  • 1949-1950 Luigi Nesti
  • 1950-1957 Gaetano D'Alesio
  • 1957-1965 Arno Ardisson
  • 1965-1967 Ricciotti Paggini
  • 1967-1968 Renato Tedeschi
  • 1968-1969 Luigi Di Giorgi
  • 1969-1970 Gastone Vivaldi
  • 1970-1972 Renato Del Ventisette
  • 1972-1973 Gastone Vivaldi
  • 1973-1982 Corasco Martelli
  • 1982-1985 Leo Picchi
  • 1985-1988 Enrico Fernandez Africano
  • 1988-1990 Paolo Salemmo
  • 1990-1991 Carlo Mantovani
  • 1991-1992 Carlo Caresana
  • 1992-1999 Claudio Achilli
  • 1999 - Aldo Spinelli

Archivio stagioni precedenti

Colori e simbolo

Simbolo dell'A.S. Livorno Calcio

Il colore che contraddistingue la divisa della squadra livornese è l'amaranto, colore della città. È stato adottato per la prima volta nel 1915, dopo la fusione delle due squadre principali, a quel tempo, di Livorno: la SPES e la Virtus Juventusque. Il simbolo è uno stemma circolare a sfondo bianco e contorno amaranto nel quale sono contenute le lettere di colore amaranto ASL, acronimo di Associazione Sportiva Livorno. Inizialmente, dal 1915 al 1991 (anno del fallimento societario), quando la società portava il nome di Unione Sportiva Livorno, le lettere erano USL, con la stessa campitura descritta precedentemente.

Rivalità e gemellaggi

La tifoseria labronica ha, da sempre, nel Pisa la sua più grande rivale sportiva, così come è alta la rivalità tra le due città anche in ambiti non sportivi. Altre grandi rivalità, più recenti, sono nate con l'Ascoli, la Lazio, il Como, la Triestina, il Milan e l'FC Internazionale queste ultime nate e cresciute sotto l'aspetto politico. Ultimamente è cresciuta la rivalità con il Grosseto, dovuta dagli accesi play-off del campionato di serie B 2008-2009 che hanno visto vincere la squadra maremmana nel girone di andata.

L'unico gemellaggio che vanta il Livorno è quello con le società di Marsiglia e di Atene che danno vita alla triade gemellata detta Original; in passato però la curva livornese era stata gemellata con quella della Fiorentina.

La tifoseria livornese è da sempre schierata su posizioni di estrema sinistra, perciò trova forte antipatie nelle curve di destra (la maggior parte in Italia).

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio "Armando Picchi" di Livorno.

Le partite casalinghe dell'A.S.Livorno calcio si giocano allo stadio comunale cittadino intitolato ad "Armando Picchi", situato nel quartiere di Ardenza a 400 metri dal mare e dall'Accademia Navale.

I campioni del mondo

Rosa 2009-2010

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia P Alfonso De Lucia
Bandiera dell'Italia D Romano Perticone
Bandiera dell'Italia C Antonio Filippini
Bandiera della Colombia D Nelson Rivas
Bandiera dell'Italia C Davide Marchini
Bandiera dell'Italia D Fabio Galante
Bandiera dell'Italia C Nico Pulzetti
Bandiera della Danimarca C Martin Bergvold
Bandiera della Lituania A Tomas Danilevičius
Bandiera dell'Italia A Francesco Tavano (capitano)
Bandiera dell'Italia P Francesco Benussi
Bandiera della Croazia D Dario Knežević
Bandiera dell'Argentina A Gastón Cellerino
Bandiera dell'Uruguay D Leonardo Martín Migliónico
Bandiera dell'Italia A Federico Dionisi
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia C Davide Moro
Bandiera del Brasile C Mozart Santos Batista Júnior
Bandiera dell'Italia D Mirko Pieri
Bandiera del Brasile D Marcus Diniz
Bandiera dell'Italia D Cristian Raimondi
Bandiera dell'Italia C Antonio Candreva
Bandiera dell'Italia C Luigi Vitale
Bandiera dell'Italia C Simeoni Luca
Bandiera dell'Italia P Francesco Bardi
Bandiera dell'Italia A Cristiano Lucarelli

Calciatori

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Allenatori

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Palmarès

Trofei minori

Altri piazzamenti

  • Finalissima di Prima Categoria 1919-1920
  • Vicecampione Serie A 1942-1943
  • 5 Promozioni in Serie A (1932-1933, 1936-1937, 1939-1940, 2003-2004 , 2008-2009)
  • 3 Promozioni in Serie B (1954-1955, 1963-1964, 2001-2002)

Campionati nazionali

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

A

27 1919-1920 2009-2010

B

20 1931-1932 2008-2009

C

39 1952-1953 2001-2002

D

1 1992-1993 1992-1993

In 87 stagioni sportive disputate a livello nazionale a partire dalla ripresa agonistica del Primo Dopoguerra, compresi 11 campionati di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A), e compresi 7 tornei di Serie C2. Non è compresa la stagione 1991-1992, in cui il Livorno disputò il campionato di Eccellenza della Toscana a causa del proprio fallimento.

Note

Bibliografia

"Schizzi" di storia amaranto, autore Bruno Bianchi, Editrice Nuova Fortezza.

"SpinelliAdeh" 1000 giorni senza tregua dal pianeta amaranto: il libro sui 4 anni del Livorno tornato in serie A dopo 55 anni. Maggio 2007.Autore:Raimondo Bongini (www.sofferenzamaranto.it)

Voci correlate

Collegamenti esterni