Renato Raccis

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Renato Raccis
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1948
Carriera
Squadre di club1
1937-1938San Giorgio B
1938-1939San Giorgio Fois1+ (1+)[1]
1939-1942Prato84 (71)
1942-1943Livorno28 (10)
1944Asti11 (4)
1945-1946Pro Livorno33 (11)
1946-1947Livorno37 (17)
1947-1948Milan26 (8)
Carriera da allenatore
1956Juventus Domo[2]
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 7 giugno 2015

Renato Raccis (Mandas, 17 giugno 1922Cagliari, 13 agosto 1979) è stato un calciatore italiano, di ruolo attaccante.

Fu attivo negli anni precedenti e successivi alla Seconda guerra mondiale, militò in Serie A con le maglie di Livorno e Milan.

Scomparso nel 1979, a lui è intitolato lo stadio di Mandas, il suo paese natale[3].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Calciatore[modifica | modifica wikitesto]

Nato nell'interno della Sardegna ma trasferitosi molto giovane a Cagliari, gioca dapprima in alcune squadre giovanili cittadine come San Saturnino, l’Intrepida e la Littoria. Alla fine del 1937 approda alla Pro Calcio San Giorgio di Cagliari, giovane formazione in ascesa in quello scorcio di fine anni ’30. Dopo qualche mese nella formazione B, debutta in prima squadra e, visto l’esito positivo, è pronto per debuttare nel torneo di Seconda Divisione 1937-1938 (massima categoria regionale dell’epoca). Durante il debutto ad Iglesias contro la Monteponi, battendo il portiere ex Cagliari Cenzo Soro. L’annata è trionfale e la San Giorgio vince il campionato, ottenendo una storia promozione in Serie C, raggiungendo proprio i cugini rossoblu, che però poi non vennero inserite nello stesso girone. La San Giorgio disputa un campionato generoso e termina penultima. Nonostante la Federazione proceda al ripescaggio, il suo presidente rinuncia per dissesto finanziario. Raccis viene così ceduto al Prato per ben 140.000 lire.[4]

In Toscana, in due anni di Serie C realizza 61 reti in 58 partite disputate, con cui i biancoblu conquistano la promozione al termine della stagione 1940-1941. Dopo un altro anno a Prato in Serie B (10 reti all'attivo, che non evitano l'immediata retrocessione, e in totale saranno 71 in 84 partite), nell'estate 1942 viene acquistato dal Livorno, salvatosi in Serie A.

Con gli amaranto Raccis vive una stagione nella quale i livornesi arrivano vicini alla conquista dello scudetto, superati dal Grande Torino. Raccis compone la linea d'attacco con Mario Stua e Teresio Piana, e va a segno 10 volte.

Dopo l'interruzione delle competizioni ufficiali, Raccis disputa il Campionato Alta Italia 1944 con l'Asti, quindi alla fine della Seconda guerra mondiale torna a Livorno per disputare l'anomalo campionato 1945-1946, in cui Raccis realizza 11 reti (8 nel Campionato Bassa Italia e 3 nel Girone Finale che i toscani chiudono al settimo posto). Nella stagione successiva il Livorno chiude solo al quindicesimo posto con Raccis autore di 17 gol.

Passa poi al Milan. Coi rossoneri realizza 8 reti in 26 incontri nel 1947-1948 (fra cui la rete del 2-2 nel derby di andata poi vinto dal Milan per 3-2). A fine stagione è costretto ad abbandonare l'attività agonistica dopo aver contratto la tubercolosi[5]. In carriera ha totalizzato complessivamente 91 presenze e 36 reti in Serie A.

Durante gli anni ’50 e ‘60 prova ripetutamente ad avviare la carriera di allenatore, ma con scarsissimo successo. Morirà nel 1979, una volta rientrato a Cagliari a soli 57 anni.

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Prato: 1940-1941

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Calvelli, Lucibelli, Schettino, pag. 136.
  2. ^ A Biella, squadra in trionfo: ormai sicuro l'ingresso in finale, in La Stampa, 15 maggio 1956.
  3. ^ Mandas, inaugurato lo stadio Renato Raccis, La Nuova Sardegna - 1 luglio 2013 - consultato il 7 aprile 2014
  4. ^ Mario Fadda, Renato Raccis, il primo vero bomber sardo. Giocò nel Milan e vide la sua carriera interrotta dalla tubercolosi, su vistanet.it.
  5. ^ La Nuova Stampa, 17 aprile 1958, pagina 8

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Chrystian Calvelli, Giuseppe Lucibelli; Raffaele Schettino, Savoia storia e leggenda dall'Oncino al Giraud, Gragnano, Stampa Democratica '95, dicembre 2000.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]