Poste Italiane

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Poste Italiane
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Il Grattacielo delle Poste a Roma, nel quartiere Europa
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Borse valoriBorsa Italiana: PST
ISINIT0003796171
Fondazione1862
Fondata daGoverno del Regno d'Italia
Sede principaleRoma
GruppoMinistero dell'Economia e delle Finanze
Controllate
Persone chiave
  • Silvia Rovere (presidente)[1]
Matteo Del Fante (amministratore delegato)[2]
Settore
Prodotti
Fatturato11,8 mld di €[3] (2022)
Utile netto1,5 mld di €[3] (2022)
Dipendenti123583[3] (2022)
Slogan«Il cambiamento siamo noi»
Sito webwww.poste.it/

Poste Italiane spa (in sigla PT ) originariamente nota come Ente Pubblico Economico, successivamente si attuò con ulteriore passaggio in società per azioni nel 1998.

E un' impresa pubblica attiva nei servizi postali, bancari, finanziari, logistici e di telecomunicazioni e telematica pubblica, affidataria al servizio universale postale su tutto il territorio nazionale fino all'anno 2026.[4]Inoltre favorisce la distribuzione del risparmio postale emesso da Cassa Depositi e Prestiti e assistita dalla garanzia dello Stato ai sensi dell art.5 del D.L 30/9/2003.

La società è controllata dallo Stato italiano attraverso la partecipazione maggioritaria del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), e di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), a sua volta la CDP è controllata in via diretta dal Ministero stesso, che insieme detengono circa il 65% del capitale sociale.[5] È quotata nell'indice FTSE MIB della Borsa di Milano.[6]

Venne fondata nel 1862 come azienda autonoma che gestiva il monopolio, i servizi postali telegrafici per conto dello Stato.

Circa un anno dopo la proclamazione del Regno d'Italia, come amministrazione centralizzata dei servizi postali (poi direzione generale) nell'ambito del Ministero dei lavori pubblici accorpando i vari servizi postali sparsi per il neonato regno.[7] Nel 1889, insieme alla direzione generale dei telegrafi, fu scorporata e trasformata nel Ministero delle poste e dei telegrafi. Le attività nel settore postale-telegrafico del dicastero, che nel corso dei decenni successivi subì diversi cambiamenti fino a confluire nel Ministero dello sviluppo economico e nel Ministero dei trasporti.

È organizzata in cinque divisioni (Corrispondenza, Espresso Logistica e Pacchi, Bancoposta, Filatelia, Rete Territoriale) e tredici direzioni e servizi centrali con sei aree territoriali.[8]

Storia

Il servizio postale nell'Italia post-unitaria

Timbro di franchigia delle Regie Poste utilizzato a Tortoreto (TE)

Una prima riforma del servizio postale dopo la proclamazione del Regno d'Italia si ebbe con la legge n° 604 del 5 maggio 1862[9] che previde l'accorpamento dei vari servizi postali presenti nel neonato regno sotto un'unica amministrazione centralizzata posta alle dipendenze del Ministero dei lavori pubblici (ereditata dall'assetto del Regno di Sardegna) e titolare in esclusiva per la gestione di uffici per la spedizione, il ricevimento e la distribuzione di corrispondenze. Fu introdotto quindi il concetto di servizio postale pubblico, con la conseguente offerta dei servizi su tutto il territorio nazionale anche grazie all'introduzione della tariffa unica per tutto il territorio del Regno d'Italia, realizzata con l'adozione del francobollo. La norma del 1862 raccolse e regolò la materia, in particolar modo le modalità di raccolta, smistamento, trasporto e distribuzione degli invii postali e l'istituzione dei servizi accessori di raccomandate, assicurate, ricevute di ritorno e vaglia postali.

Con la riforma del 1869 l'amministrazione centrale delle poste fu distinta dall'amministrazione provinciale: la prima era composta da tre divisioni amministrative, una ragioneria e un ufficio di ordine e di economato, mentre l'altra, dipendente dalla prima, era composta da direzioni (una per ogni capoluogo di provincia suddivise in quattro classi) ed uffici (siti in tutte le città del Regno e suddivisi in due classi a cui si potevano aggiungere eventuali succursali nelle grandi città, presso le stazioni ferroviarie e nei porti di scalo dei piroscafi postali).[10]

Per iniziativa di Quintino Sella con la legge 27 maggio 1875, n. 2779[11], furono istituite le casse di risparmio postali, antesignane del servizio Bancoposta. Nel 1876 vennero emessi i primi libretti di risparmio postale.[12][13] Le casse di risparmio postali conferivano i risparmi raccolti alla Cassa Depositi e Prestiti[14].

Successivamente, con il Regio decreto n° 5973 del 10 marzo 1889, le direzioni generali delle poste e dei telegrafi vennero scorporate dal Ministero dei lavori pubblici e trasformate nel Ministero delle poste e dei telegrafi[15], incaricato di dotare l'Italia di una rete di uffici per inoltrare e ricevere posta, anche telegrafica, effettuare e ricevere chiamate telefoniche e realizzare operazioni finanziarie (trasferimenti di denaro e gestione del risparmio); inoltre per un certo periodo gli uffici operarono come sportelli per i nascenti servizi elettrici. Negli anni 1890 vennero introdotti il recapito espresso e la spedizione contrassegno[14].

Prima guerra mondiale

Con lo sviluppo dell'alfabetizzazione, l'entrata in prima guerra mondiale e la creazione di prodotti come i francobolli commemorativi e le cartoline, i servizi postali crebbero in importanza e utilizzo, garantendo uno sviluppo commerciale dell'ente, che avrebbe incluso fra i suoi servizi anche la posta aerea e operato in contiguità con il servizio di posta militare.

Nel 1917 nasce il servizio dei conti correnti postali (che a partire dal 2000, sarà comunemente conosciuto come BancoPosta[16]) Per alcuni anni le Regie Poste disposero anche l'apertura di uffici postali italiani all'estero. Durante la Grande Guerra furono introdotti anche gli assegni postali[14].

Ventennio fascista

Ex Palazzo delle Poste di Milano
Cesare Bazzani
Palazzo delle Poste, Forlì

Nel 1924, durante il fascismo, il Ministero delle poste e dei telegrafi (il quale ideò l'abbreviazione "PT") fu trasformato in Ministero delle comunicazioni e divenne un importante centro di potere, anche per la sua capacità di controllo sui cittadini, messo a servizio della censura. La rete di servizio fu potenziata con l'acquisizione e la realizzazione di nuove strutture logistiche. Nuovi palazzi, in stile razionalista, furono realizzati nei principali capoluoghi di provincia (per esempio Palermo, Forlì, Napoli, La Spezia, Pistoia).

Nel 1924 furono introdotti anche i "buoni fruttiferi postali", obbligazioni emesse dalla Cassa Depositi e Prestiti, che ebbero successo in quanto erano distribuite in tutti gli uffici postali[14].

Nel 1921 fu fondata la Compagnia italiana dei cavi telegrafici sottomarini, futura Italcable, per la posa e l'esercizio dei collegamenti internazionali sottomarini.
Due anni dopo fu fondata la Italo Radio per l'installazione e la gestione delle stazioni radiotelegrafiche verso l'estero. Nel 1941 questa società confluì nell'Italcable[14].

Nel 1925, con il R.D.L. 520 del 23 aprile, le attività passano dal Ministero delle comunicazioni alla nuova Azienda Autonoma delle Poste e dei Telegrafi, posta sotto il controllo del dicastero stesso.[17][18]

Con il regio decreto 27 febbraio 1936, n. 645[19] ("Approvazione del codice postale e delle telecomunicazioni") venne riorganizzato il Ministero, e si ebbe una regolamentazione generale dei servizi, che appartenevano alla competenza e gestione esclusiva dello stato.

Con lo sviluppo della telefonia e della radiofonia, il ministero inglobò l'Azienda di Stato per i servizi telefonici (A.S.S.T.) e la nascente EIAR (futura RAI, prima solo radiofonia, poi televisione).

Dalla seconda guerra mondiale agli anni '70

Il complesso di Poste italiane in viale Europa a Roma (edificio nero)

Dopo il secondo conflitto mondiale 1940-1945 le poste crebbero nel valore delle operazioni finanziarie, incrementando i servizi di risparmio, con i libretti, le emissioni di titoli e acquisendo, a scapito del sistema bancario, quasi tutti i pagamenti e le riscossioni dello stato.

Insegna di un ufficio postale italiano

Nel 1954 la RAI trasmette con gli impianti di ponti radio della rete postale.

Nel 1967 viene introdotto il codice di avviamento postale (o CAP) e si accelera il processo di automazione del sistema logistico per far fronte all'aumento dei volumi postali, ricorrendo alla realizzazione di nuovi centri di meccanizzazione postale (in collaborazione con Italposte che realizza 27 nuovi CMP e 369 uffici postali, oltre che 4.500 abitazioni per i dipendenti postali e dell'Azienda di Stato per i Servizi Telefonici) e nuove tecnologie di lettura ottica degli indirizzi per una maggiore efficacia nello smistamento della corrispondenza (grazie ad Elsag[20][21][22][23][24]). Viene poi emanato il decreto del presidente della Repubblica 29 marzo 1973, n. 156[25], che sostituì il precedente codice del 1936.

Anni '90: la trasformazione in S.p.A.

Caratteristica cassetta postale

All'inizio degli anni '90 il disavanzo di bilancio era endemico come l'aumento dei costi del personale, che nel 1986 assorbivano circa il 93% (di cui 16% per trattamenti di quiescenza) delle entrate correnti. La produttività per addetto dal 1970 al 1985 si era ridotta del 24% a discapito della qualità dei servizi erogati generando una situazione di deficit sempre più critica.

Nel 1994 in Germania circa l'80% della corrispondenza veniva recapitata entro il giorno successivo alla spedizione, mentre in Italia si era ad una quota inferiore al 20% (nel 1989 il tempo medio di consegna della corrispondenza era di 8,5 giorni).

L'evidente divario nella qualità dei servizi postali italiani rispetto al resto d'Europa cercò argine con un intervento di riforma che con il decreto-legge 1 dicembre 1993, n. 487,[26], convertito dalla legge 29 gennaio 1994, n. 71[27], portò a una trasformazione di Poste italiane da azienda autonoma a ente pubblico economico, prevedendo un ulteriore passaggio a S.p.A. entro il 1996 (attuato poi il 28 febbraio 1998). Il processo di trasformazione presumeva nella gestione dell'ente Poste Italiane l'adozione del principio di efficienza produttiva, il recupero della qualità dei servizi e il risanamento economico-finanziario.

Si giunse così al contenimento graduale del disavanzo di circa 4.500 miliardi di lire nel 1993, mediante politiche di riduzione dei costi di produzione (l'80% dei quali era dovuto al personale), un aumento dei ricavi derivanti dalla vendita di servizi alla pubblica amministrazione, un riordino del sistema tariffario, fino a raggiungere nel 2001 un risultato netto positivo. Tuttavia il cambiamento del modello organizzativo mise fortemente in discussione, sul piano politico-gestionale, l'equilibrio su cui si basava la vecchia amministrazione postale, ovvero:

  • una classe politica che troppo spesso attribuiva all'ente finalità di sostegno dell'occupazione e del reddito, arrivando ad orientare risorse ed investimenti verso certe aree di influenza elettorale;
  • il mondo dell'industria che traeva profitto dal monopolio in diverse maniere, da mercati protetti a servizi mirati offerti dall'amministrazione postale a prezzi politici;
  • le organizzazioni sindacali nazionali e locali, in possesso di ampia delega nella gestione dell'organizzazione e dunque del consenso interno.

Gli elementi sin qui analizzati resero in definitiva la trasformazione in società per azioni di Poste una tappa necessaria (l'alternativa poteva essere ad esempio il taglio delle attività meno redditizie, abdicando a discapito del servizio universale) e spianarono la strada per un abbandono delle logiche pubblicistiche passate e per intraprendere un nuovo rapporto con lo Stato - costruito di fatto sul Contratto di Programma (Obbligo del Servizio Universale) - più prossimo a principi aziendali di maggiore autonomia tariffaria e relazioni con il personale meno politicizzato (fenomeno ridimensionato, ma nei fatti ancora presente).

Il bilancio per il 1997 chiudeva con una perdita di 777 miliardi di lire, in recupero rispetto agli 893 miliardi di lire registrati nel 1996[28].

Nel novembre 1997 la direttiva adottata il 30 gennaio 1997 dal Presidente del Consiglio dei Ministri (cosiddetta direttiva Prodi) sui servizi postali assegna a Poste Italiane il compito di migliorare la qualità del servizio raggiungendo, tramite una nuova offerta di servizi, il pareggio dei costi di gestione della rete postale. Ciò avrebbe evitato tagli di personale e aumenti tariffari.
Aveva lo scopo di eliminare le disfunzioni del servizio postale italiano, di rendere Poste Italiane un'azienda in grado di contribuire allo sviluppo del Paese, preservandone le caratteristiche sociali.

In particolare, la direttiva prescriveva:

  • ...che si raggiunga il pareggio del bilancio, sia aumentando del 25% i volumi di traffico postale, a prezzi costanti, sia attraverso il fatturato proveniente dai servizi svolti per la pubblica amministrazione;...
  • ...che siano salvaguardati, attraverso l'aumento dei volumi di traffico postale e della produttività individuale, sia i livelli occupazionali, che il presidio territoriale della rete postale[29].

1998-2002: il piano industriale di Corrado Passera e il risanamento

Nel febbraio 1998 il ministero del Tesoro (Governo Prodi I) nomina Corrado Passera amministratore delegato della neo-formata Poste Italiane SpA.
Il piano industriale di Corrado Passera dal 1998 al 2002 realizzò un taglio del personale di 22.000 unità. D'altra parte, a detta di alcuni esponenti sindacali, si è verificata una precarizzazione dei contratti dei neoassunti, casi di dimissioni per mobbing diffuso e per il super-carico di lavoro, a causa di un eccesso di tagli al personale spinto che avrebbe fatto mancare anche quote di forza lavoro necessarie.

Dal punto di vista dell'azienda, il Fondo Solidarietà[30] ha rappresentato nel lungo termine un risparmio sul costo del lavoro, oltre ad abbassare l'età media del personale. Per 10 anni una quota statale e una trattenuta in busta paga ai neoassunti hanno finanziato gli ultimi due anni di contributi mancanti per il prepensionamento di migliaia di dipendenti. L'operazione, a costo zero per l'impresa, ha sostituito queste uscite con personale sotto i 24 anni con contratti triennali di apprendistato.

Nel 2000 una quota del 20% del capitale sociale della società Bartolini è stata acquisita da Poste Italiane attraverso la sua controllata SDA Express Courier, con conseguente formazione del Consorzio Logistica Pacchi tra le tre aziende per lo smistamento di pacchi sul territorio nazionale. Questo accordo è stato anche oggetto di contestazione da parte delle aziende concorrenti in sede legale, ma si è concluso a favore del consorzio stesso[31]. Il consorzio all'epoca rappresentava il 40% del mercato, tuttavia nel 2005 Poste Italiane non rinnovò i termini dell'accordo originariamente stipulato e vendette le quote di partecipazione in Bartolini[32].

Aereo della flotta Poste Air Cargo

2002-2014: gli anni di Massimo Sarmi: bilanci in utile e innovazione

Nel maggio del 2002 viene nominato amministratore delegato Massimo Sarmi, poi confermato altre tre volte nel 2005, nel 2008 e nel 2011. Sarmi punta a creare valore e redditività attraverso una strategia di modernizzazione basata sull'innovazione dell'infrastruttura tecnologica e logistica e sull'ampliamento della gamma dei prodotti e dei servizi. Questa strategia ha portato l'azienda a chiudere i bilanci in utile per dieci anni consecutivi[33] con profitti crescenti.

L'elevato tasso di redditività colloca il Gruppo Poste Italiane al primo posto tra i grandi operatori postali d'Europa nel 2011, come già negli anni precedenti[non chiaro]. L'azienda guidata da Massimo Sarmi ha identificato nuove aree di business (come le telecomunicazioni con PosteMobile, l'operatore virtuale di telefonia mobile del Gruppo che offre anche servizi di pagamento in mobilità). Ha inoltre rafforzato il suo ruolo di partner della Pubblica Amministrazione nell'offerta di servizi ai cittadini.

Con il D.P.R. 28 novembre 2002, n. 298, gli assegni postali sono stati equiparati a quelli bancari per tutti i fini.[34]

Poste italiane ha inoltre siglato nel 2004 una convenzione con la società di garanzia assegni Centax, che favorisce l'utilizzo degli assegni postali come strumento di pagamento presso tutti gli esercizi commerciali che espongono il marchio Centax.[35]

A partire dal 1º gennaio 2003 il monopolio di Poste Italiane è stato ridotto agli invii con peso inferiore a 100 grammi, dal 1º gennaio 2006 invece a quelli di peso inferiore a 50 grammi, che rappresentano tuttavia ancora la maggioranza della corrispondenza epistolare. In realtà anche altre aziende potevano trasportare posta di peso inferiore a 50 grammi, ma dovevano applicare un prezzo almeno 2 volte e mezzo superiore a quello di Poste Italiane. Tale esclusiva è decaduta il 31 dicembre 2010, scadenza per la conclusione del processo di completa liberalizzazione del mercato dei servizi postali.[36][37]

Il 31 dicembre 2010 il settore postale è stato infatti completamente liberalizzato in gran parte dei Paesi dell'UE: Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo, Slovenia e Spagna. Come è possibile vedere, è compresa l'Italia, Paese in cui opera Poste Italiane.[37]

Con decreto ministeriale[38] dell'allora ministro delle comunicazioni Mario Landolfi, la posta ordinaria è stata, inoltre, abolita, con un conseguente aumento tariffario da 0,45€ a 0,60€ dato dal passaggio al sistema posta prioritaria, e reintrodotta ad ottobre 2015 con il nome di Posta4. Contestualmente, la posta prioritaria ha cambiato nome in Posta1.

Dal 26 aprile 2010, Poste Italiane fornisce per conto della Pubblica Amministrazione, la PostaCertificat@ (di tipo CEC-PAC), una casella email sicura che garantisce valore legale alla corrispondenza online. Il servizio è cessato nel 2014. E sempre nel 2010 è stato lanciato il servizio che permette ai cittadini di alcuni comuni di richiedere i certificati anagrafici direttamente all'ufficio postale attraverso la rete dei 5740 Sportello Amico[39], un particolare tipo di sportello postale nato per semplificare i rapporti tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione[40].

Poste Italiane si è inoltre dotata di un sistema di sale di controllo in grado di monitorare in tempo reale gli uffici postali, la rete logistica e la sicurezza delle comunicazioni digitali e delle transazioni, settore nel quale si è anche impegnata a fianco degli organismi di governo nazionali, di agenzie internazionali e di università e centri studi. Particolare importanza hanno acquisito in questi anni i prodotti e i servizi dell'area finanziaria, prima fra tutti la carta prepagata Postepay: introdotta alla fine del 2003, Postepay ha riscosso ben presto un notevole successo, soprattutto tra i giovani, conquistando e mantenendo la prima posizione a livello europeo tra le carte prepagate. Alla Postepay “classica” si sono affiancate in seguito altre versioni destinate a pubblici specifici (es. Postepay twin).

L'Azienda offre il conto BancoPostaClick anche online (non più sottoscrivibile dal 2016), il conto BancoPostapiù (evoluzione del conto classico) e il conto di Base per l'inclusione finanziaria e un'ampia gamma di prodotti finanziari: mutui, prestiti personali, fondi comuni d'investimento, che si sono aggiunti ai classici libretti di risparmio e ai buoni postali fruttiferi. Inoltre il gruppo Poste Vita offre una vasta gamma di prodotti assicurativi. Poste Italiane è stata la prima azienda postale al mondo a entrare nel settore della telefonia mobile come operatore virtuale con il brand PosteMobile.

I 150 anni di Poste

Nel 2012 in occasione dei 150 anni[41] dalla nascita delle Poste in Italia l'azienda ha organizzato una mostra celebrativa "150 anni dedicati al futuro"[42]. La mostra, inaugurata a Roma l'8 maggio dal Presidente della repubblica Giorgio Napolitano[43], è stata allestita al Circo Massimo[44] all'interno di una tensostruttura di nuova generazione composta da due avveniristiche cupole hi-tech collegate tra loro, una dedicata al passato e al presente, e una al futuro. L'itinerario della mostra prevedeva tappe anche a Venezia e Torino, prima capitale del Regno d'Italia.

La società oggi

Dal 2023, Silvia Maria Rovere è il presidente del consiglio di amministrazione della società, mentre Matteo Del Fante è l'amministratore delegato.

Quotazione in borsa

Dal 27 ottobre 2015 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha il controllo di fatto in Poste Italiane in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia attraverso Cassa Depositi e Prestiti, di cui rimane il principale azionista della società con circa 65% delle azioni.

Quotata alla Borsa di Milano con un flottante di quasi il 35% ed una capitalizzazione iniziale di 8,816 miliardi di euro corrispondente ai 6,75 euro per azione del prezzo dell'IPO, conclusasi positivamente con una richiesta superiore di 3,3 volte del quantitativo offerto. Il 70% delle azioni vendute appartiene agli investitori istituzionali mentre il 30% è stato riservato al pubblico indistinto residente in Italia e ai dipendenti residenti in Italia. Alla vendita del 30% delle azioni potevano aderire i clienti classificati ai fini del MiFID come i clienti al dettaglio e i clienti professionali su richiesta, se persone fisiche.

Il lotto minimo (gruppo di azioni) per i dipendenti era di 50 azioni (e multipli) (per loro sono in ogni caso è stato garantito l'acquisto di 100 azioni), invece per il pubblico indistinto l'acquisto minimo è stato di 500 azioni (e multipli).

Per gli azionisti che avrebbero tenuto per un anno (con continuità) le azioni di Poste Italiane S.P.A. dal 27 ottobre 2015 sarebbe spettata l'assegnazione gratuita di n.1 azione ordinaria ogni 20 azioni assegnate mentre per i dipendenti sarebbe spettata l'assegnazione gratuita di n.1 azione ordinaria ogni 10 per i primi due lotti e poi n.1 azione ogni 20.

Dal 21 dicembre 2015 fa parte dell'indice principale della Borsa, il FTSE MIB.[45]

Dati societari

Dopo la trasformazione in società per azioni degli anni 90, seguendo l'esempio anche delle aziende europee similari, le Poste italiane hanno acquisito partecipazioni in aziende di trasporto di merci già attive sul territorio nazionale, ampliando ed integrando i servizi offerti alla clientela: nel 1998, è entrata integralmente a far parte del gruppo la SDA Express Courier.[46]

Società controllate[8]

Bilanci

Quella che segue è la tabella di comparazione dei dati finanziari del Gruppo Poste Italiane

Anno Utile netto

(in milioni di €)

Utile netto per azione

(in milioni di €)

Margine Operativo lordo EBITDA

(in milioni di €)

Risultato operativo EBIT

(in milioni di €)

Uffici Postali Dipendenti gruppo
2022[3] 1.511 1,158 3.121 2.291 12.755 123.583
2021[8] 1.580 1,214 2.636 1.846 12.761 118.969
2020[47] 1.206 0,927 2.224 1.709 12.765 123.583

Assetti Proprietari [48][49]

Accordi internazionali

Poste Italiane, sotto la guida di Massimo Sarmi, ha siglato partnership internazionali il cui valore complessivo stimato per il biennio 2011-2012 si aggira sui 40-60 milioni di euro[50].

L'Azienda ha puntato a esportare le proprie competenze in altri paesi: in particolare sono stati stretti accordi con Russia,[51] Egitto,[52] Albania[53] e Libano. Sono attive inoltre numerose collaborazioni con importanti soggetti nazionali ed internazionali, come UPS, Leonardo, Microsoft, IBM, HP, Cisco, Vodafone, Ferrovie dello Stato, Rai, SAP.

Inoltre gli indirizzi strategici di evoluzione del modello di business sono un punto di riferimento anche per gli operatori postali di Croazia, Armenia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Marocco e Paesi Bassi.

Nel 2012 il Boston Consulting Group ha indicato in Poste Italiane il modello di sviluppo per le Poste Russe[54]. I due operatori postali hanno siglato una partnership per potenziare l'automazione dei processi, ampliando la gamma dei servizi postali, finanziari e telefonici disponibili per i clienti, nei 40.000 uffici postali della Russia. Nel 2013 Poste Italiane firma con Postal Savings Bank of China un accordo sul money transfer per assicurare ai cittadini cinesi residenti in Italia la possibilità di trasferire denaro anche in modalità elettronica. L'accordo segue l'intesa raggiunta nel dicembre 2012 con China Post sulla creazione di un portale di commercio elettronico.[55]

Attività

Con una rete di circa 12.800 uffici postali, 120.000 dipendenti e 35 milioni di clienti, Poste Italiane costituisce la più grande rete di distribuzione di servizi in Italia.[56][3]L’azienda opera nei settori della logistica, nella consegna di corrispondenza e pacchi, nei servizi finanziari e assicurativi, nei sistemi di pagamento e nella telefonia, con attività ripartite in quattro diverse aree di business.[3]

Prodotti postali

Primo operatore postale in Italia, il Gruppo offre servizi di recapito di corrispondenza e pacchi attraverso la propria piattaforma distributiva multicanale.[57] Si occupa anche della gestione della corrispondenza ibrida (servizio che permette di materializzare un documento in formato digitale, imbustarlo e recapitarlo in forma cartacea al destinatario) e dello sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate per garantire l’integrità e la certificazione delle comunicazioni digitali, oltre che delle operazioni.[58]

Dal 2018 è attivo il modello di recapito Joint Delivery, che prevede la consegna di pacchi e spedizioni di e-commerce secondo modalità più flessibili, basate sulle caratteristiche peculiari del territorio, come la densità abitativa e i volumi di corrispondenza. Il modello include anche una serie di investimenti mirati su nuove tecnologie di distribuzione e di automazione.[59][60][3]

Una Fiat Panda utilizzata da Poste italiane

Oneri postali per sdoganamento e contenzioso

Poste Italiane S.p.A. ha sempre imposto agli utenti destinatari di pacchi postali extra UE il pagamento di un diritto fisso motivato come "tariffe che Poste Italiane applica a parziale copertura dei costi sostenuti per lo svolgimento delle attività legate allo sdoganamento" [61].

Fino al novembre 2006 i diritti di sdoganamento erano fissati nella misura di 5,50 € per ogni spedizione sdoganata; giudicati illegittimi da molte associazioni di consumatori, sono stati temporaneamente abrogati, e le Poste italiane si sono impegnate a restituire le cifre versate nel frattempo. I diritti di sdoganamento sono stati in realtà reintrodotti dal 2011 ed in particolare con decorrenza 6 novembre 2017 sono stati ulteriormente aumentati a 7,50 €[61].

I valori applicati di dazio e IVA ("oneri doganali all'importazione" che variano in funzione della categoria dell'oggetto che si sta importando) rimangono di pertinenza dell'Agenzia delle Dogane.

Servizi finanziari

Lo stesso argomento in dettaglio: Bancoposta e Postepay.

Poste Italiane è uno dei principali operatori di servizi finanziari nel Paese tramite il patrimonio destinato BancoPosta. La struttura si occupa della gestione attiva del portafoglio di liquidità raccolta da clientela privata e pubblica,[62] del servizio di raccolta e gestione del risparmio postale emesso da Cassa Depositi e Prestiti (in forma di buoni fruttiferi e libretti di risparmio),[63] dei servizi di incasso e pagamento (come il bollettino postale, gli F24, il vaglia postale nazionale e internazionale, i servizi dei circuiti Moneygram ed Eurogiro),[64] e infine del collocamento e della distribuzione di prodotti finanziari emessi da terzi o da altre società del Gruppo.[3]

Servizi assicurativi

Lo stesso argomento in dettaglio: Poste Vita e Poste Assicura.

Il Gruppo è presente nel settore assicurativo attraverso la compagnia Poste Vita, che offre prodotti assicurativi, pensionistici, di investimento e di risparmio. Con Poste Assicura, costituita nel 2010, l’azienda opera anche nel ramo Danni, con un’attività che si estende alla tutela contro infortuni, responsabilità civile e generale, incendio, danni ai beni e perdite pecuniarie, in aggiunta al servizio di assistenza legale.[65]

Pagamenti e mobile

Lo stesso argomento in dettaglio: Postemobile.

Poste Italiane opera, da ultimo, nell’ambito della monetica e dei pagamenti elettronici.[66] La divisione include anche l’attività di operatore telefonico svolta tramite il servizio PosteMobile [67], le iniziative legate al settore digitale [68] e i servizi di vendita di luce e gas erogati da Poste Energia, disponibili da febbraio 2023 su tutto il territorio nazionale.[69]

Onorificenze

Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza»
— Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[70]

Loghi

Note

  1. ^ Da Morgan Stanley Sgr a presidente di Poste Italiane: chi è Silvia Rovere, su forbes.it. URL consultato il 13 aprile 2023.
  2. ^ Poste Italiane, il cda nomina Matteo Del Fante amministratore delegato, su italiaoggi.it. URL consultato il 15 marzo 2023.
  3. ^ a b c d e f g h Relazione finanziaria annuale 2022 (PDF), su posteitaliane.it. URL consultato il 23 aprile 2023.
  4. ^ Servizio postale universale, su Ministero dello sviluppo economico. URL consultato il 2 luglio 2020.
  5. ^ Chi siamo, su posteitaliane.it. URL consultato il 22 marzo 2023.
  6. ^ Indice FTSE MIB - Borsa Italiana, su borsaitaliana.it. URL consultato il 2 luglio 2020.
  7. ^ Dalle Regie Poste al Postepay, su lastampa.it. URL consultato il 15 marzo 2023.
  8. ^ a b c Relazione finanziaria annuale 2021 (PDF), su posteitaliane.it. URL consultato il 15 marzo 2023.
  9. ^ Legge 5 maggio 1862, n. 604
  10. ^ Regio decreto 25 novembre 1869, n. 5359
  11. ^ Legge 27 maggio 1875, n. 2779
  12. ^ 1876, Casse Postali di Risparmio
  13. ^ Libretto di Risparmio, su economiafamiliare.it.
  14. ^ a b c d e V. Castronovo (a cura di), Storia della posta in Italia. Da amministrazione pubblica a sistema d'impresa, Bari, Laterza, 2004.
  15. ^ Regio decreto 10 marzo 1889, n. 5973
  16. ^ La Storia delle Poste Archiviato il 9 gennaio 2008 in Internet Archive. - 4.1. Poste On Line
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    «9. Nell’ambito dei servizi rientranti nel servizio universale, fino al 31 dicembre 2010, è rimasta in vigore l’area dei servizi postali riservati al fornitore del servizio universale per finanziarne l’onere; in Italia, fino a tale data, sono stati riservati a Poste Italiane:

    a) la raccolta, il trasporto, lo smistamento e la distribuzione di invii di corrispondenza interna e transfrontaliera entro il limite di peso di 50 grammi (tale limite decadeva se il prezzo era pari o superiore a 1,50 euro);

    b) indipendentemente dai limiti di peso e prezzo sopra indicati, gli invii raccomandati attinenti alle procedure amministrative e giudiziarie e alle procedure relative all’attività della Pubblica Amministrazione.»
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Bibliografia

  • opuscolo informativo, In 150 anni Poste Italiane ha sempre guardato al futuro, Poste Italiane, 2012.

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