Coordinate: 45°38′10″N 13°48′15″E

Trieste: differenze tra le versioni

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Con le conquiste militari dell'Illiria da parte dei Romani, i cui episodi più salienti furono la guerra contro la pirateria degli Istri del [[221 a.C.]], la fondazione di [[Aquileia]] nel [[181 a.C.]] e la guerra istrica del [[178 a.C.|178]]-[[177 a.C.]], ebbe inizio un processo di romanizzazione ed assimilazione delle popolazioni preesistenti. [[Nomi latini delle città italiane|Tergeste]] fu colonizzata alla metà del I secolo a.C. in epoca cesariana (''[[Regio X Venetia et Histria]]''), ed è probabile che la fortezza principale fosse situata sulle pendici del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]].
Con le conquiste militari dell'Illiria da parte dei Romani, i cui episodi più salienti furono la guerra contro la pirateria degli Istri del [[221 a.C.]], la fondazione di [[Aquileia]] nel [[181 a.C.]] e la guerra istrica del [[178 a.C.|178]]-[[177 a.C.]], ebbe inizio un processo di romanizzazione ed assimilazione delle popolazioni preesistenti. [[Nomi latini delle città italiane|Tergeste]] fu colonizzata alla metà del I secolo a.C. in epoca cesariana (''[[Regio X Venetia et Histria]]''), ed è probabile che la fortezza principale fosse situata sulle pendici del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]].
[[File:Teatro Romano di Trieste 2.jpg|destra|thumb|250px|Teatro Romano]]I Tergestini sono menzionati nel [[De bello Gallico]] di Giulio Cesare, a proposito di una precedente invasione forse di Giapidi: "Chiamò T. Labieno e mandò la legione quindicesima (che aveva svernato con lui) nella Gallia Cisalpina, a tutela delle colonie dei cittadini romani, per evitare che incorressero, per incursioni di barbari, in qualche danno simile a quello che nell'estate precedente era toccato ai Tergestini che, inaspettatamente, avevano subito irruzioni e rapine. (CAES. ''Gall.'' 8.24).
[[File:Teatro Romano di Trieste 2.jpg|destra|thumb|250px|Teatro Romano]]I Tergestini sono menzionati nel [[De bello Gallico]] di Giulio Cesare, a proposito di una precedente invasione forse di Giapidi: "Chiamò T. Labieno e mandò la legione quindicesima (che aveva svernato con lui) nella Gallia Cisalpina, a tutela delle colonie dei cittadini romani, per evitare che incorressero, per incursioni di barbari, in qualche danno simile a quello che nell'estate precedente era toccato ai Tergestini che, inaspettatamente, avevano subito irruzioni e rapine. (CAES. ''Gall.'' 8.24).

Tergestum fu citata poi da [[Strabone]]<ref>[[Geografia (Strabone)|Geogr.]], V, 1, 9; VII, 5, 2</ref>, [[Geografia|geografo]] attivo in [[età augustea]], che la definì come ''[[phrourion]]'' (avamposto militare) con funzioni di difesa e di snodo commerciale.
Tergestum fu citata poi da [[Strabone]]<ref>[[Geografia (Strabone)|Geogr.]], V, 1, 9; VII, 5, 2</ref>, [[Geografia|geografo]] attivo in [[età augustea]], che la definì come ''[[phrourion]]'' (avamposto militare) con funzioni di difesa e di snodo commerciale.
Tergeste si sviluppò e prosperò in epoca imperiale, {{citazione necessaria|imponendosi come uno dei porti più importanti dell'alto Adriatico sulla via Popilia-Annia}}. Il nucleo abitativo nel [[33 a.C.]] venne cinto da alte mura (ancora visibile la porta meridionale, il cosiddetto [[Arco di Riccardo]]) da [[Augusto|Ottaviano Augusto]] (''murum turresque fecit'') e venne arricchito da importanti costruzioni quali il Foro ed il [[Teatro romano di Trieste|Teatro]].
Tergeste si sviluppò e prosperò in epoca imperiale, {{citazione necessaria|imponendosi come uno dei porti più importanti dell'alto Adriatico sulla via Popilia-Annia}}. Il nucleo abitativo nel [[33 a.C.]] venne cinto da alte mura (ancora visibile la porta meridionale, il cosiddetto [[Arco di Riccardo]]) da [[Augusto|Ottaviano Augusto]] (''murum turresque fecit'') e venne arricchito da importanti costruzioni quali il Foro ed il [[Teatro romano di Trieste|Teatro]].
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Nel [[XII secolo]] divenne un [[Comune medievale|Libero Comune]].
Nel [[XII secolo]] divenne un [[Comune medievale|Libero Comune]].


Dopo secoli di battaglie contro la rivale [[Venezia]], nel 1283 la città fu occupata dai Veneziani, ma le truppe Goriziane e quelle Patriarcali la riconquistarono.
Dopo secoli di battaglie contro la rivale [[Venezia]], nel 1283 la città fu occupata dai Veneziani, per poi ritornare libera grazie all'appoggio degli Austriaci.

In seguito, a causa di varie minacce e attacchi da parte di Trieste, nel <nowiki>[[1368]]</nowiki> Venezia decise di intervenire con una guerra punitiva, la <nowiki>[[Guerra di Trieste]]</nowiki>, in cui in meno di un anno i Veneziani riuscirono a sconfiggere le truppe unite di Austriaci, Triestini e di altre forze provenienti dal <nowiki>[[Patriarcato di Aquileia]]</nowiki>, occupando definitivamente la città.


Tuttavia il controllo veneziano non durò molto e Trieste nel <nowiki>[[1382]]</nowiki> tradì Venezia per porsi nuovamente sotto la protezione del [[duca d'Austria]] per sbarazzarsi dei Veneziani. Rimase sotto il controllo diretto degli Austriaci sino al <nowiki>[[1719]]</nowiki>, anno in cui divenne formalmente porto franco, anche se di fatto non era altro che un porto austriaco.
Successivamente Trieste si pose sotto la protezione ([[1382]]) del [[duca d'Austria]] conservando però una notevole autonomia fino al [[XVII secolo]].


=== Passaggio all'Austria e porto franco ===
=== Passaggio all'Austria e porto franco ===
{{Vedi anche|Impero austriaco|Città imperiale di Trieste e dintorni}}
{{Vedi anche|Impero austriaco|Città imperiale di Trieste e dintorni}}
[[File:AvI Provinz Innerösterreich.jpg|thumb|200px|left|Mappa del 1794]][[File:Schloss miramare.jpg|right|thumb|200px|Castello di Miramare]]Nel [[1719]] divenne [[Porto Franco (economia)|porto franco]] e, in quanto unico sbocco sul mare Adriatico dell'[[Impero Austriaco]], Trieste fu oggetto di investimenti e si sviluppò moltissimo, passando dai 3000 abitanti di inizio Settecento a più di 200.000 ad inizio Novecento e diventando, nel [[1867]], [[capitale]] della regione del cosiddetto "[[Litorale Adriatico]]" dell'impero (l'''Adriatisches Küstenland''). In questo periodo nacque e prosperò una nuova borghesia mercantile arricchitasi grazie al commercio marittimo. La città consolidò una particolare fisionomia urbanistica che in parte la caratterizza ancora oggi e che risulta di grande effetto per chi la visita per la prima volta. Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della [[Cisleithania]] e primo porto dell'Austria-Ungheria, Trieste divenne una città fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligiosa, come dimostra il censimento del comune del 31 dicembre 1910: quasi due terzi degli abitanti (64,7%) era italofona -più della metà della popolazione urbana residente (51.8%) a cui si aggiungevano gli [[italiani]] compresi nella comunità straniera (12,9%)- il 24,8% era di lingua slovena, il 5,2% di lingua tedesca, mentre si contavano molte comunità minori (i [[serbi]], i [[croati]], gli [[armeni]], gli [[ebrei]], i [[greci]], gli [[ungheresi]], gli [[inglesi]] o gli [[svizzeri]]). Nel XVIII secolo in città il [[dialetto triestino]] (idioma settentrionale di tipo veneto<ref>I secolari contatti della città con culture e lingue diverse ha facilitato tuttavia l'introduzione di alcuni termini, di origine per lo più [[Lingua tedesca|tedesca]] e [[Lingua slovena|slovena]] e, in minor misura, [[Lingua friulana|friulana]] e [[Lingua croata|croata]] (ma anche [[Lingua ungherese|ungherese]], [[Lingua greca|greca]], [[Lingua ebraica|ebraica]], [[Lingua francese|francese]] e persino [[Lingua turca|turca]] e di altre lingue) nel lessico triestino. Cfr. a tale proposito: G. Pinguentini, ''Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino'' Trieste, Borsatti, 1954</ref>) sostituì il [[tergestino]], l'antico dialetto locale di tipo [[Lingue retoromanze|retoromanzo]]. Il triestino, parlato anche da scrittori e filosofi, continua ad essere tuttora l'idioma più usato in ambito familiare e in molti contesti sociali di natura informale e talvolta anche formale, affiancandosi, in una situazione di [[diglossia]], all'italiano, lingua amministrativa e principale veicolo di comunicazione nei rapporti di carattere pubblico.
[[File:AvI Provinz Innerösterreich.jpg|thumb|200px|left|Mappa del 1794]][[File:Schloss miramare.jpg|right|thumb|200px|Castello di Miramare]][[File:Schloss miramare.jpg|right|thumb|200px|Castello di Miramare]]Nel [[1719]] divenne [[Porto Franco (economia)|porto franco]] e, in quanto unico sbocco sul mare Adriatico dell'[[Impero Austriaco]], Trieste fu oggetto di investimenti e si sviluppò moltissimo, passando dai 3000 abitanti di inizio Settecento a più di 200.000 ad inizio Novecento e diventando, nel [[1867]], [[capitale]] della regione del cosiddetto "[[Litorale Adriatico]]" dell'impero (l'''Adriatisches Küstenland''). In questo periodo nacque e prosperò una nuova borghesia mercantile arricchitasi grazie al commercio marittimo. La città consolidò una particolare fisionomia urbanistica che in parte la caratterizza ancora oggi e che risulta di grande effetto per chi la visita per la prima volta. Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della [[Cisleithania]] e primo porto dell'Austria-Ungheria, Trieste divenne una città fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligiosa, come dimostra il censimento del comune del 31 dicembre 1910: quasi due terzi degli abitanti (64,7%) era italofona -più della metà della popolazione urbana residente (51.8%) a cui si aggiungevano gli [[italiani]] compresi nella comunità straniera (12,9%)- il 24,8% era di lingua slovena, il 5,2% di lingua tedesca, mentre si contavano molte comunità minori (i [[serbi]], i [[croati]], gli [[armeni]], gli [[ebrei]], i [[greci]], gli [[ungheresi]], gli [[inglesi]] o gli [[svizzeri]]). Nel XVIII secolo in città il [[dialetto triestino]] (idioma settentrionale di tipo veneto<ref>I secolari contatti della città con culture e lingue diverse ha facilitato tuttavia l'introduzione di alcuni termini, di origine per lo più [[Lingua tedesca|tedesca]] e [[Lingua slovena|slovena]] e, in minor misura, [[Lingua friulana|friulana]] e [[Lingua croata|croata]] (ma anche [[Lingua ungherese|ungherese]], [[Lingua greca|greca]], [[Lingua ebraica|ebraica]], [[Lingua francese|francese]] e persino [[Lingua turca|turca]] e di altre lingue) nel lessico triestino. Cfr. a tale proposito: G. Pinguentini, ''Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino'' Trieste, Borsatti, 1954</ref>) sostituì il [[tergestino]], l'antico dialetto locale di tipo [[Lingue retoromanze|retoromanzo]]. Il triestino, parlato anche da scrittori e filosofi, continua ad essere tuttora l'idioma più usato in ambito familiare e in molti contesti sociali di natura informale e talvolta anche formale, affiancandosi, in una situazione di [[diglossia]], all'italiano, lingua amministrativa e principale veicolo di comunicazione nei rapporti di carattere pubblico.


[[File:Triest 1885.jpg|thumb|right|250px|Trieste nel 1885]][[File:Karte Triest.png|thumb|right|250px|Mappa austriaca di Trieste (1888)]]
[[File:Triest 1885.jpg|thumb|right|250px|Trieste nel 1885]][[File:Karte Triest.png|thumb|right|250px|Mappa austriaca di Trieste (1888)]][[File:Karte Triest.png|thumb|right|250px|Mappa austriaca di Trieste (1888)]]


=== L'Irredentismo e la prima unione all'Italia ===
=== L'Irredentismo e la prima unione all'Italia ===
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Fino alla [[prima guerra mondiale]] esisteva anche una comunità di [[lingua tedesca]] che superava il 5% della popolazione del comune, ma che si ridusse drasticamente negli anni successivi.
Fino alla [[prima guerra mondiale]] esisteva anche una comunità di [[lingua tedesca]] che superava il 5% della popolazione del comune, ma che si ridusse drasticamente negli anni successivi.


[[File:Sinagoga-Trieste.jpg|thumb|right|220px|Sinagoga di Trieste]][[File:Trieste Serb-orthodox church of San-Spiridione3.jpg|thumb|destra|220px|Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione]][[File:Chiesa di SanNicolo Trieste.JPG|thumb|220px|Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò]]Prima della [[seconda guerra mondiale]] e della conseguente occupazione [[Nazismo|nazista]], inoltre, esisteva anche una florida [[Storia degli ebrei di Trieste|comunità ebraica]] (nel [[1931]] i residenti di religione ebraica erano 4.671, di cui 3.234 aventi la cittadinanza italiana<ref>Silva Bon, ''Gli ebrei a Trieste. Identità, persecuzioni, risposte'', Gorizia, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione del Friuli-Venezia Giulia e Libreria Editrice Goriziana, 2000, pag. 29</ref>). Questa si è progressivamente ridotta e attualmente conta circa 700 membri.
[[File:Sinagoga-Trieste.jpg|thumb|right|220px|Sinagoga di Trieste]]][[File:Trieste Serb-orthodox church of San-Spiridione3.jpg|thumb|destra|220px|Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione]][[File:Chiesa di SanNicolo Trieste.JPG|thumb|220px|Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò][[File:Trieste Serb-orthodox church of San-Spiridione3.jpg|thumb|destra|220px|Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione]]n Spiridione]][[File:Chiesa di SanNicolo Trieste.JPG|thumb|220px|Interno della chiesa greco-ortodossa d[[File:Chiesa di SanNicolo Trieste.JPG|thumb|220px|Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò]]Prima della [[seconda guerra mondiale]] e della conseguente occupazione [[Nazismo|nazista]], inoltre, esisteva anche una florida [[Storia degli ebrei di Trieste|comunità ebraica]] (nel [[1931]] i residenti di religione ebraica erano 4.671, di cui 3.234 aventi la cittadinanza italiana<ref>Silva Bon, ''Gli ebrei a Trieste. Identità, persecuzioni, risposte'', Gorizia, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione del Friuli-Venezia Giulia e Libreria Editrice Goriziana, 2000, pag. 29</ref>). Questa si è progressivamente ridotta e attualmente conta circa 700 membri.


Nella città di Trieste attualmente sono presenti accanto alle popolazioni autoctone italiana e slovena, numerosi gruppi [[etnia|etnici]] minoritari storici tra cui croati, serbi, greci e tedeschi e gruppi di recente insediamento tra i quali arabi, rumeni, albanesi, cinesi, africani e sudamericani.
Nella città di Trieste attualmente sono presenti accanto alle popolazioni autoctone italiana e slovena, numerosi gruppi [[etnia|etnici]] minoritari storici tra cui croati, serbi, greci e tedeschi e gruppi di recente insediamento tra i quali arabi, rumeni, albanesi, cinesi, africani e sudamericani.
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==== Autolinee e tranvie ====
==== Autolinee e tranvie ====
[[File:2e40x-020493santanastasio.jpg|200px|thumb|right|[[Tranvia di Opicina]]]]Il sistema dei trasporti di Trieste è gestito dalla [[Trieste Trasporti]] ed è ben sviluppato e distribuito su tutto il territorio comunale e provinciale. La rete di autobus comprende le linee cosiddette "urbane", il cui percorso rimane all'interno del territorio provinciale, nonché diverse linee che collegano la città alle sue frazioni come [[Basovizza]], [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]] o [[Opicina]] sull'altopiano carsico, e l'unica tranvia rimasta in funzione, il ''[[tram de Opcina]]''. Altre linee coprono l'intero territorio provinciale raggiungendo [[Muggia]] e [[Sistiana]].
[[File:2e40x-020493santanastasio.jpg|200px|thumb|right|[[Tranvia di Opicina]]]]Il sistema dei trasporti di Trieste è gestito dalla [[Trieste Trasporti]] ed è ben sviluppato e distribuito su tutto il territorio comunale e provinciale. La rete di autobus comprende le linee cosiddette "urbane", il cui percorso rimane all'interno del territorio provinciale, nonché diverse linee che collegano la città alle sue frazioni come [[Basovizza]], [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]] o [[Opicina]] sull'altopiano carsico, e l'unica tranvia rimasta in funzione, il ''[[tram de Opcina]]''. Altre linee coprono l'intero territorio provinciale raggiungendo [[Muggia]] e [[Sistiana]].

Il 1º settembre [[2008]] la Trieste Trasporti istituì una linea internazionale che collegava la città con [[Sesana]]. La linea è ora gestita dall'Avrigo, vettore sloveno.
Il 1º settembre [[2008]] la Trieste Trasporti istituì una linea internazionale che collegava la città con [[Sesana]]. La linea è ora gestita dall'Avrigo, vettore sloveno.



Versione delle 14:35, 23 ago 2013

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Trieste (disambigua).
Trieste
comune
Trieste – Veduta
Trieste – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Trieste
Amministrazione
SindacoRoberto Cosolini (PD) dal 30-5-2011
Territorio
Coordinate45°38′10″N 13°48′15″E
Altitudinem s.l.m.
Superficie84,49 km²
Abitanti207 800[1] (30-11-2012)
Densità2 459,46 ab./km²
Frazionivedi elenco
Comuni confinantiDuino-Aurisina, Erpelle-Cosina (SLO), Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sesana (SLO), Sgonico
Altre informazioni
Cod. postale34121-34151 (aboliti 34012, 34014, 34017)
Prefisso040
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT032006
Cod. catastaleL424
TargaTS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 102 GG[3]
Nome abitantitriestini
Patronosan Giusto
Giorno festivo3 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Trieste
Trieste
Trieste – Mappa
Trieste – Mappa
Posizione del comune di Trieste nella provincia omonima
Sito istituzionale

«Trieste ha una scontrosa / grazia. Se piace, / è come un ragazzaccio aspro e vorace, / con gli occhi azzurri e mani troppo grandi / per regalare un fiore; / come un amore / con gelosia.»

Trieste ascolta (IPA: [triˈɛste][4], Trieste in dialetto triestino, Trst in sloveno[5], Triest in tedesco, Trieszt in ungherese) è un comune italiano di 207.800 abitanti[6], capoluogo dell'omonima provincia e della regione Friuli-Venezia Giulia, e più in particolare della regione storica e geografica della Venezia Giulia. È il comune più popoloso[7] e più densamente abitato[8] della regione, oltre che il più densamente abitato del Triveneto[9].

Trieste fa da ponte tra l'Europa occidentale e centro-meridionale, mescolando caratteri mediterranei ed europei. È un importante snodo ferroviario e marittimo. Il suo porto, posto nel cuore del continente europeo, fu il principale sbocco marittimo dell'Impero Asburgico, che ne istituì il porto franco nel 1719. Il porto franco venne mantenuto (con il nome di Porto Libero di Trieste) anche nel Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate del 1947 con il quale veniva istituito il Territorio Libero di Trieste, e più oltre anche nel 1954, quando il Governo Militare Alleato cedette l'amministrazione civile all'Italia in virtù del Memorandum di Londra. Oggi è uno snodo internazionale per i flussi di scambio terra-mare tra i mercati dell'Europa centro-orientale e l'Asia[10].

Geografia fisica

Lo stesso argomento in dettaglio: Provincia di Trieste.

Territorio

Trieste si trova a nordest dell'Italia. La città dista solo alcuni chilometri dal confine con la Slovenia e si colloca fra la penisola italiana e la penisola istriana, nella parte più settentrionale dell'Alto Adriatico e si affaccia sull'omonimo golfo. Il territorio cittadino è occupato prevalentemente da un pendio collinare che diventa montagna anche nelle zone limitrofe all'abitato; si trova ai piedi di un'imponente scarpata che dall'altopiano del Carso scende bruscamente verso il mare. L'Altipiano Carsico, a ridosso della città, raggiunge la quota di 458 metri sul livello del mare. Il comune di Trieste è diviso in varie zone climatiche a seconda della distanza dal mare o dell'altitudine.

Il golfo di Trieste

Al di sotto delle arterie stradali cittadine scorrono corsi d'acqua che provengono dall'altopiano. Liberi un tempo di scorrere all'aperto, da quando la città si è sviluppata, a partire dalla seconda metà del Settecento, vennero incanalati in apposite condutture ed ancora oggi percorrono i sotterranei delle odierne via Carducci (precedentemente via del Torrente, appunto), via Battisti (ex Corsia Stadion), viale XX Settembre (ex viale dell'Acquedotto), via delle Sette fontane o piazza tra i Rivi. A sud della città scorre il Rio Ospo che segna il confine geografico con l'Istria[11]. Inoltre l'attuale zona cittadina compresa tra la stazione ferroviaria, il mare, "via Carducci" e Piazza della Borsa, il Borgo Teresiano, venne edificata nel XVIII secolo dopo l'interramento delle precedenti saline per ordine dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria.

Clima

Il clima della città di Trieste secondo la classificazione di Köppen rientra nel tipo mediterraneo. Grazie ad una latitudine intermedia tra il Polo Nord e l'equatore e alla posizione costiera, la città di Trieste gode di un clima piuttosto mite d'inverno e caldo, ma non torrido, d'estate. Relativamente al trentennio ufficiale di riferimento della climatologia mondiale (IPCC/WMO) 1971-2000 la media annuale delle temperature presso la stazione meteorologica di Trieste è stata di 15 °C, le temperature medie del mese più freddo (gennaio) si sono attestate attorno ai 6 °C, mentre quelle del mese più caldo (luglio) leggermente al di sopra dei 24 °C. Nei mesi invernali assai raramente le temperature, almeno sulla costa, scendono al di sotto dello zero; viceversa, nelle frazioni carsiche, spesso si registrano minime notturne negative. Scarse sono anche, lungo la fascia costiera, le giornate con neve, nebbia o grandine. L'umidità media annuale è del 64% mentre l'escursione termica giornaliera è di soli 4,5 °C: entrambe risultano tra le più basse in Italia.

Data la peculiarità del territorio cittadino si può affermare che mentre il centro di Trieste, sviluppatosi lungo la costa, presenta delle temperature relativamente miti e una discreta insolazione, le frazioni e le località carsiche sviluppatesi sul retrostante altipiano ad un'altezza tra i duecento e i cinquecento metri hanno un clima decisamente più continentale: a Basovizza, situata a circa 370 metri s.l.m., la temperatura media annua si aggira attorno agli 11 °C con una media del mese più freddo (gennaio) di 1,5 °C e di quello più caldo (luglio) di 20,6 °C.

Al generale clima mite fanno eccezione i giorni, qualche anno rari, qualche altro più frequenti, in cui soffia la cosiddetta Bora, vento che si incunea dal retroterra lungo i bassi valichi che si aprono tra i monti alle spalle della città, per scendere su Trieste e il Golfo. Sebbene per compressione adiabatica la temperatura dell'aria scendendo sulla città si riscaldi comunque di tre o quattro gradi, le raffiche aumentano notevolmente la sensazione cutanea di freddo, anche con temperature relativamente miti. Eccezionalmente la Bora soffia per brevissimi periodi anche d'estate, innalzando talvolta le temperature anche al di sopra dei 35 gradi. Le raffiche di aria di origine continentale provenienti da Est-Nord-Est allo sbocco in Adriatico acquistano ulteriore velocità e in casi eccezionali in mare aperto si possono raggiungere i 50 nodi, come registrato nel dicembre 1996. In alcune zone la bora è più forte e frequente che in altre, e solamente la zona della Costiera, da Miramare a Sistiana, è totalmente immune dall'effetto di tale vento. Molto interessante è l'andamento della frequenza della bora e dei venti orientali in genere, che negli ultimi 100 anni è diminuita di 28 giorni, mentre lo scirocco e i venti meridionali sono aumentati in frequenza di 18 giorni annui. Vista la vicinanza dei rilievi, brevi piogge possono presentarsi durante tutto l'anno (questo è un discrimine rispetto al tipico clima mediterraneo) ma durante i mesi estivi le precipitazioni sono comunque rare e prevalentemente a carattere temporalesco (luglio in genere è il mese più secco). Le precipitazioni raggiungono l'apice della frequenza e dell'intensità a novembre e aprile, quando di norma scende di latitudine il flusso delle correnti perturbate atlantiche.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperatura massima media (°C) 7 9 12 17 22 25 28 27 24 18 12 8 17,4
Temperatura minima media (°C) 3 4 6 10 14 18 20 20 17 13 8 4 11,4
Piogge (mm) 71 62 77 87 81 102 71 101 102 87 114 92 1047

[12]

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Trieste e Questione triestina.
Arco di Riccardo

Dalla Preistoria alla colonizzazione romana

Sin dal II millennio a.C. il territorio della provincia di Trieste fu sede di importanti insediamenti protostorici, i castellieri, villaggi arroccati sulle alture e protetti da fortificazioni in pietra, i cui abitanti appartenevano a popolazioni di probabile origine illirica e di stirpe indoeuropea. Fra il X e il IX secolo a.C. la popolazione autoctona entrò in contatto con un'altra etnia indoeuropea, i (Venetici, Heneti o Eneti), da cui venne notevolmente influenzata sotto il profilo culturale. Il nome Tergeste è di origine preromana, con base preindoeuropea: terg = mercato, ed il suffisso –este, tipico dei toponimi venetici[13]. In alternativa, si ritrova proposta l'origine latina del nome "tergestum" (riportata dal geografo di età augustea Strabone), legata al fatto che i legionari romani dovettero combattere tre battaglie per avere ragione delle popolazioni indigene ("Ter-gestum bellum", dal latino "ter" = tre volte e "gerere bellum" = far guerra, cui il participio passato da "gestum bellum").

Con le conquiste militari dell'Illiria da parte dei Romani, i cui episodi più salienti furono la guerra contro la pirateria degli Istri del 221 a.C., la fondazione di Aquileia nel 181 a.C. e la guerra istrica del 178-177 a.C., ebbe inizio un processo di romanizzazione ed assimilazione delle popolazioni preesistenti. Tergeste fu colonizzata alla metà del I secolo a.C. in epoca cesariana (Regio X Venetia et Histria), ed è probabile che la fortezza principale fosse situata sulle pendici del colle di San Giusto.

Teatro Romano

I Tergestini sono menzionati nel De bello Gallico di Giulio Cesare, a proposito di una precedente invasione forse di Giapidi: "Chiamò T. Labieno e mandò la legione quindicesima (che aveva svernato con lui) nella Gallia Cisalpina, a tutela delle colonie dei cittadini romani, per evitare che incorressero, per incursioni di barbari, in qualche danno simile a quello che nell'estate precedente era toccato ai Tergestini che, inaspettatamente, avevano subito irruzioni e rapine. (CAES. Gall. 8.24).

Tergestum fu citata poi da Strabone[14], geografo attivo in età augustea, che la definì come phrourion (avamposto militare) con funzioni di difesa e di snodo commerciale. Tergeste si sviluppò e prosperò in epoca imperiale, imponendosi come uno dei porti più importanti dell'alto Adriatico sulla via Popilia-Annia[senza fonte]. Il nucleo abitativo nel 33 a.C. venne cinto da alte mura (ancora visibile la porta meridionale, il cosiddetto Arco di Riccardo) da Ottaviano Augusto (murum turresque fecit) e venne arricchito da importanti costruzioni quali il Foro ed il Teatro.

Il Medioevo

Lo stesso argomento in dettaglio: Dominio vescovile a Trieste 948-1295.
File:Ducato.jpg

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Trieste passò sotto il controllo dell'impero bizantino fino al 788, quando venne occupata dai franchi.

Nel 1098 risultava già diocesi vescovile con il nome latino di Tergestum.

Nel XII secolo divenne un Libero Comune.

Dopo secoli di battaglie contro la rivale Venezia, nel 1283 la città fu occupata dai Veneziani, per poi ritornare libera grazie all'appoggio degli Austriaci.

In seguito, a causa di varie minacce e attacchi da parte di Trieste, nel [[1368]] Venezia decise di intervenire con una guerra punitiva, la [[Guerra di Trieste]], in cui in meno di un anno i Veneziani riuscirono a sconfiggere le truppe unite di Austriaci, Triestini e di altre forze provenienti dal [[Patriarcato di Aquileia]], occupando definitivamente la città.

Tuttavia il controllo veneziano non durò molto e Trieste nel [[1382]] tradì Venezia per porsi nuovamente sotto la protezione del duca d'Austria per sbarazzarsi dei Veneziani. Rimase sotto il controllo diretto degli Austriaci sino al [[1719]], anno in cui divenne formalmente porto franco, anche se di fatto non era altro che un porto austriaco.

Passaggio all'Austria e porto franco

Lo stesso argomento in dettaglio: Impero austriaco e Città imperiale di Trieste e dintorni.
Mappa del 1794
Castello di Miramare
Castello di Miramare

Nel 1719 divenne porto franco e, in quanto unico sbocco sul mare Adriatico dell'Impero Austriaco, Trieste fu oggetto di investimenti e si sviluppò moltissimo, passando dai 3000 abitanti di inizio Settecento a più di 200.000 ad inizio Novecento e diventando, nel 1867, capitale della regione del cosiddetto "Litorale Adriatico" dell'impero (l'Adriatisches Küstenland). In questo periodo nacque e prosperò una nuova borghesia mercantile arricchitasi grazie al commercio marittimo. La città consolidò una particolare fisionomia urbanistica che in parte la caratterizza ancora oggi e che risulta di grande effetto per chi la visita per la prima volta. Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della Cisleithania e primo porto dell'Austria-Ungheria, Trieste divenne una città fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligiosa, come dimostra il censimento del comune del 31 dicembre 1910: quasi due terzi degli abitanti (64,7%) era italofona -più della metà della popolazione urbana residente (51.8%) a cui si aggiungevano gli italiani compresi nella comunità straniera (12,9%)- il 24,8% era di lingua slovena, il 5,2% di lingua tedesca, mentre si contavano molte comunità minori (i serbi, i croati, gli armeni, gli ebrei, i greci, gli ungheresi, gli inglesi o gli svizzeri). Nel XVIII secolo in città il dialetto triestino (idioma settentrionale di tipo veneto[15]) sostituì il tergestino, l'antico dialetto locale di tipo retoromanzo. Il triestino, parlato anche da scrittori e filosofi, continua ad essere tuttora l'idioma più usato in ambito familiare e in molti contesti sociali di natura informale e talvolta anche formale, affiancandosi, in una situazione di diglossia, all'italiano, lingua amministrativa e principale veicolo di comunicazione nei rapporti di carattere pubblico.

Trieste nel 1885
Mappa austriaca di Trieste (1888)
Mappa austriaca di Trieste (1888)

L'Irredentismo e la prima unione all'Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Italia irredenta e Austria-Ungheria.

Trieste fu, con Trento, oggetto e al tempo stesso centro di irredentismo, movimento che, negli ultimi decenni del XIX secolo e agli inizi del XX aspirava ad un'annessione della città all'Italia. Ad alimentare l'irredentismo triestino erano soprattutto le classi borghesi in ascesa (ivi compresa la facoltosa colonia ebraica), le cui potenzialità ed aspirazioni politiche non trovavano pieno soddisfacimento all'interno dell'Impero austro-ungarico. Quest'ultimo veniva visto da molti come un naturale protettore del gruppo etnico slavo (verbali del consiglio dei ministri imperiali asburgici del 1866, dopo la perdita di Venezia, per ridurre dove possibile l'influenza dell'elemento italiano, in favore di quello germanico o slavo quando questi fossero presenti) che viveva sia in città che in quelle zone multietniche che costituivano il suo immediato retroterra (che iniziò ad essere definito in quegli anni con il termine di Venezia Giulia).

L'imperatore Francesco Giuseppe ordinò infatti una politica di "germanizzazione" e "slavizzazione" che andava contro gli Italiani che vivevano nel suo impero. Il sovrano ordinò: "si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione [Germanisierung oder Slawisierung] di detti territori [...], con energia e senza scrupolo alcuno": così recitava il verbale del Consiglio della Corona del 12 novembre 1866. Il termine "Litorale" era impiegato nell'amministrazione asburgica per indicare la Venezia Giulia, quindi anche Trieste.[16] Il verbale di questo Consiglio della Corona asburgico del 12 novembre 1866, con le direttive di “germanizzazione e slavizzazione”, è ben conosciuto da molti storici, tanto da essere stato spesso citato nella storiografia.[17] Un inquadramento della decisione imperiale e delle sue conseguenze all'interno d'una prospettiva dei rapporti diplomatici fra Italia ed Austria si ritrova nello studio di Massimo Spinetti, ex Ambasciatore italiano a Vienna.[18]

Si ebbero inoltre altre iniziative repressive o discriminatorie nei confronti degli italiani[19], fra cui anche episodi di violenza e vittime. A Trieste tra il 10 e il 12 luglio 1868, si ebbero violenze sugli Italiani da parte di soldati asburgici arruolati fra gli sloveni locali, che provocarono diversi morti e un gran numero di feriti fra gli italiani. Una delle vittime, Rodolfo Parisi, fu massacrato con 26 colpi di baionetta.[20] L'impero cercò inoltre di diffondere il più possibile scuole tedesche (esistevano scuole medie tedesche anche a Trieste, come in molte altre località limitrofe) od in alternativa slovene e croate, tagliando i fondi alle scuole italiane od anche proibendone la costruzione, proprio per cancellare la cultura italiana, così come avveniva negli stessi anni in Dalmazia. Gli stessi libri di testo furono sottoposti a rigide forme di censura, con esiti paradossali, come l'imposizione di studiare la letteratura italiana su testi tradotti dal tedesco o la proibizione di studiare la stessa storia di Trieste, perché ritenuta "troppo italiana".[21]

L'autonomia triestina venne ad essere drasticamente ridotta dal "centralismo viennese" che "aveva attentato" sin dal 1861 "ai resti della vita autonomistica, specialmente a Trieste".[22] Infatti, era volontà del governo austriaco di "indebolire i poteri e la forza politica ed economica del comune di Trieste controllato dai nazionali-liberali Italiani, ritenendolo giustamente il cuore del liberalismo nazionale in Austria e delle tendenze irredentiste".[23] Questo prevedeva anche la recisione degli "stretti rapporti politici, culturali e sociali fra i liberali triestini e l'Italia".[24] Poiché all'interno della comunità ebraica triestina erano diffuse idee irredentiste e filoitaliane, le autorità imperiali cercarono anche di diffondere l'antisemitismo in funzione antirredentista ed antitaliana.[25]

Fra le molte misure di germanizzazione e slavizzazione forzata promosse dal governo e dall'amministrazione austriaca vi furono le espulsioni di massa imposte dalle autorità di polizia e dal governatore asburgico di Trieste, principe Hohenlohe, che provocarono complessivamente la fuoriuscita forzata di circa 35.000 italiani da Trieste fra il 1903 ed il 1913.[26] Nel 1913, dopo un altro decreto del principe Hohenlohe che prevedeva espulsioni d'italiani, i nazionalisti slavi suoi sostenitori tennero un pubblico comizio contro l'Italia, per poi svolgere una manifestazione al grido di “Viva Hohenlohe! Abbasso l'Italia! Gli Italiani al mare!” e tentando poi di assaltare lo stesso Consolato italiano.[27]

Aree linguistiche nell'Impero Austro-Ungarico in base al censimento del 1910

I timori della comunità italiana di Trieste sono ad inizio Novecento accresciuti dalla conoscenza di quanto era avvenuto in Dalmazia, con “il calo dell'italianità dalmata” che è “percepito drammaticamente dagli altri adriatici e soprattutto dai triestini, che lo attribuiscono all'aggressivo espansionismo slavo-meridionale e all'intervento governativo”, cosicché vedono nella situazione della Dalmazia "quasi l'anticipazione di quello che in futuro avrebbe potuto verificarsi a Trieste”.[28] Sorsero all'epoca anche timori riguardo all'eventualità che l'impero favorisse l'immigrazione slava a Trieste. Per portare un esempio specifico, la Luogotenenza imperiale cercò d'inserire nell'elenco degli scaricatori del porto di Trieste degli sloveni residenti in altri Comuni del Carso e della Carniola.[29]

In realtà agli inizi del Novecento il gruppo etnico sloveno era in piena ascesa demografica, sociale ed economica, e, secondo il discusso censimento del 1910, costituiva circa la quarta parte dell'intera popolazione triestina. Ciò spiega come l'irredentismo assunse spesso, nella città giuliana, dei caratteri marcatamente anti-slavi che vennero perfettamente incarnati dalla figura di Ruggero Timeus.

La convivenza fra i vari gruppi etnici che aveva da secoli contraddistinto la realtà sociale di Trieste (e di Gorizia) subì, pertanto, un generale deterioramento fin dagli anni che precedettero la prima guerra mondiale.

Litorale austriaco fino alla prima guerra mondiale (1918)
Modifiche dei confini dalla prima guerra mondiale ad oggi

Nel 1918 il Regio esercito entrò a Trieste acclamato dalla maggioranza della popolazione, che era di sentimenti italiani. La sicura imminente annessione della città e della Venezia Giulia all'Italia, fu però accompagnata da un ulteriore inasprimento dei rapporti tra il gruppo etnico italiano e quello sloveno, traducendosi talvolta anche in scontri armati. Il giorno 13 luglio 1920, in seguito agli Incidenti di Spalato che avevano causato due vittime fra i militari italiani e una vittima tra i nazionalisti croati, il Fascio Triestino di Combattimento guidato da Francesco Giunta convocò una manifestazione in Piazza dell'Unità. Durante il comizio scoppiarono gravi tumulti, contraddistinti da un marcato carattere anti-slavo, nel corso dei quali, agendo secondo un piano preordinato, un gruppo di squadristi triestini prese d'assalto l'Hotel Balkan, ove aveva sede il Narodni dom (Casa Nazionale), centro culturale degli sloveni e delle altre nazionalità slave locali, e lo diede alle fiamme.[30] «Il rogo...mostra con le fiamme, che ben si possono scorgere da diversi punti della città, la forza del fascismo in attesa[31]».

Con la firma del Trattato di Rapallo del novembre 1920, Trieste passò definitivamente all'Italia, inglobando, nel proprio territorio provinciale, zone dell'ex Principesca Contea di Gorizia e Gradisca, dell'Istria e della Carniola.

Il Faro della Vittoria.

Il primo dopoguerra e il periodo interbellico

Il periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale fu segnato da numerose difficoltà per Trieste. L'economia della città fu colpita infatti dalla perdita del suo secolare entroterra economico; ne soffrì soprattutto l'attività portuale e commerciale, ma anche il settore finanziario. Trieste perse la sua tradizionale autonomia comunale e cambiò anche la propria configurazione linguistica e culturale.

Volantino distribuito dai fascisti

Quasi la totalità della comunità germanofona lasciò infatti la città dopo l'annessione all'Italia. Con l'avvento del fascismo l'uso pubblico delle lingue slovena e tedesca fu proibito e vennero chiuse le scuole, i circoli culturali e la stampa della comunità slovena. Moltissimi sloveni (circa il 10%) emigrarono nel vicino Regno di Jugoslavia. Un fenomeno analogo si era avuto, poco prima, ma in senso inverso, con la fuga dei dalmati italiani dalle loro ataviche terre, dinnanzi alle persecuzione attuate dai serbocroati, una volta che la Dalmazia era stata annessa al regno di Jugoslavia. Dalla fine degli anni venti, cominciò l'attività sovversiva dell'organizzazione antifascista e irredentista sloveno-croata TIGR, con alcuni attentati dinamitardi anche nel centro cittadino.

Nonostante i problemi economici e il teso clima politico, la popolazione della città crebbe negli anni venti del Novecento, grazie soprattutto all'immigrazione da altre zone dell'Italia. La prima metà degli anni trenta furono invece anni di ristagno demografico, con una leggera flessione della popolazione dell'ordine di circa l'1% su base quinquennale (nel 1936 si contarono infatti quasi duemila abitanti in meno che nel 1931). Nello stesso periodo, e successivamente, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, furono portate avanti alcune importanti opere urbanistiche; tra gli edifici più rilevanti vanno ricordati il palazzo dell'Università e il Faro della vittoria. Con l'introduzione delle leggi razziali fasciste del 1938, la vita culturale ed economica della città subì un ulteriore degrado dovuto all'esclusione della comunità ebraica dalla vita pubblica.

L'occupazione tedesca

Nel periodo che va dall'armistizio (8 settembre 1943) all'immediato dopoguerra, Trieste fu al centro di una serie di vicende che hanno segnato profondamente la storia del capoluogo giuliano e della regione circostante e suscitano tuttora accesi dibattiti. Nel settembre del 1943 la Germania nazista occupò senza alcuna resistenza la città che venne a costituire, insieme a tutta la Venezia Giulia una zona di operazioni di guerra, l'OZAK (Operationszone Adriatisches Küstenland), alle dirette dipendenze del Gauleiter di Carinzia Friedrich Rainer. Egli tollerò in città la ricostituzione di una sede del PFR, diretta dal federale Bruno Sambo, la presenza di un'esigua forza di militari italiani al comando del generale della GNR Giovanni Esposito e l'insediamento di un reparto della Guardia di Finanza. Si riservò però la nomina del podestà, nella persona di Cesare Pagnini, e del prefetto della provincia di Trieste, Bruno Coceani, entrambi ben accetti ai fascisti locali, alle autorità della RSI e allo stesso Mussolini, che conosceva personalmente Coceani.

Risiera di San Sabba: il luogo dove si trovava il forno crematorio

Durante l'occupazione nazista la Risiera di San Sabba - oggi Monumento Nazionale e museo - venne destinata a campo di prigionia e di smistamento per i deportati in Germania e Polonia e per detenuti politici, partigiani italiani e slavi.

Le autorità tedesche commisero nei confronti della popolazione civile numerosi crimini; la maggior parte di questi furono compiuti nella stessa Trieste. Il 3 aprile 1944 i nazisti fucilarono al poligono di Opicina 71 ostaggi, scelti a caso tra i detenuti delle carceri triestine, per rappresaglia allo scoppio di una bomba ad orologeria, che il giorno precedente, in un cinema di Opicina, aveva provocato la morte di 7 militari germanici. I cadaveri degli ostaggi vennero utilizzati per collaudare il nuovo forno crematorio costruito in Risiera, che da allora, fino alla data della liberazione, fu adoperato per bruciare i corpi di oltre 3500 prigionieri della Risiera, soppressi direttamente dal personale carcerario ivi operante. La Risiera, oltre ad essere usata come campo di smistamento di oltre 8000 deportati provenienti dalle Provincie orientali destinati agli altri campi di concentramento nazisti, fu adoperata in parte anche come luogo di detenzione, tortura ed eliminazione di prigionieri sospettati di attività sovversiva nei confronti del regime nazista. La presenza del forno crematorio nella Risiera testimonia che non fu utilizzata solo come luogo di smistamento e di detenzione di prigionieri, ma anche come campo di sterminio. Si tratta dell'unico campo di concentramento nazista presente in territorio italiano.

In seguito al decesso di 5 tedeschi morti in un attentato partigiano al circolo Soldatenheim nel palazzo Rittmeyer di via Ghega le autorità militari tedesche, per rappresaglia, uccisero nello stesso stabile 51 ostaggi scelti a caso tra i detenuti del carcere triestino del Coroneo[32]

In seguito, nei primi anni cinquanta la Risiera fu usata come campo profughi per gli esuli istriani, fiumani e dalmati in fuga dai territori passati alla sovranità jugoslava.

L'occupazione jugoslava

L'insurrezione dei partigiani italiani e jugoslavi a Trieste fu contraddistinta da uno svolgimento anomalo. Il 30 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale del quale era presidente don Edoardo Marzari, composto da tutte le forze politiche antifasciste con l'eccezione dei comunisti, proclamò l'insurrezione generale; al tempo stesso le brigate dei partigiani jugoslavi con l'appoggio del PCI attaccarono dall'altipiano. Gli scontri si registrarono principalmente nelle zone di Opicina (sull'altipiano carsico), del Porto Vecchio, del castello di San Giusto e dentro il Palazzo di Giustizia, in città. Tutto il resto della città fu liberato. Il comando tedesco si arrese solo il 2 maggio alle avanguardie neozelandesi, che precedettero di un giorno l'arrivo del generale Freyberg. Le brigate partigiane jugoslave di Tito erano già giunte a Trieste il 1º maggio e i suoi dirigenti convocarono in breve tempo un'assemblea cittadina composta da cittadini jugoslavi e da due italiani. Questa assemblea proclamò la liberazione di Trieste, così presentando i partigiani di Tito come i veri liberatori della città agli occhi degli alleati spingendo i partigiani non comunisti del CLN a rientrare nella clandestinità.

Gli jugoslavi esposero sui palazzi la bandiera jugoslava, il Tricolore italiano con la stella rossa al centro e le bandiere rosse con la falce e martello. Le brigate jugoslave, giunte a Trieste a marce forzate per precedere gli anglo-americani nella liberazione della Venezia Giulia, non contenevano nessuna unità partigiana italiana inserita nell'Esercito jugoslavo, mandate invece a operare altrove, benché molti triestini (italiani e sloveni) vi fossero compresi. Gli alleati (nello specifico la Seconda divisione neozelandese, che fu la prima ad arrivare in città), riconobbero che la liberazione era stata compiuta dai partigiani di Tito e in cambio chiesero e ottennero la gestione diretta del porto e delle vie di comunicazione con l'Austria (infatti, non essendo ancora a conoscenza del suicidio di Hitler, gli angloamericani stavano preparando il passo ad un'invasione dell'Austria e quindi della Germania).

L'esercito jugoslavo assunse i pieni poteri. Nominò un Commissario Politico, Franc Štoka, membro del partito comunista. Il 4 maggio vennero emanati dall'autorità jugoslava a Trieste, il Comando Città di Trieste (Komanda Mesta Trst) gli ordini 1, 2, 3 e 4 che proclamano lo stato di guerra, impongono il coprifuoco (a combattimenti terminati) e uniformano il fuso orario triestino a quello jugoslavo[33]. Limitarono la circolazione dei veicoli e prelevarono dalle proprie case numerosi cittadini, sospettati di nutrire scarse simpatie nei confronti della ideologia che guidava le brigate jugoslave. Fra questi non vi furono solo fascisti o collaborazionisti, ma anche combattenti della Guerra di Liberazione. Un memorandum statunitense dell'8 maggio recitava:

«A Trieste gli jugoslavi stanno usando tutte le familiari tattiche di terrore. Ogni italiano di una qualche importanza viene arrestato. Gli Jugoslavi hanno assunto un controllo completo e stanno attuando la coscrizione degli italiani per il lavoro forzato, rilevando le banche e altre proprietà di valore e requisendo cereali e altre vettovaglie in grande quantità.»

L'otto maggio proclamarono Trieste città autonoma in seno alla Repubblica Federativa di Jugoslavia. Sugli edifici pubblici fecero sventolare la bandiera Jugoslava affiancata dal Tricolore italiano con la stella rossa al centro. La città visse momenti difficili, di gran timore, con le persone dibattute tra idee profondamente diverse: l'annessione alla Jugoslavia o il ritorno all'Italia. In questo clima si verificarono confische, requisizioni e arresti sommari. Vi furono anche casi di vendette personali, in una popolazione esasperata dagli eventi bellici e dalle contrapposizioni del periodo fascista. Invano i triestini sollecitarono l'intervento degli Alleati. Il comando alleato e quello jugoslavo raggiunsero infine un accordo provvisorio sull'occupazione di Trieste. Il 9 giugno 1945 a Belgrado, Josip Broz Tito, verificato che Stalin non era disposto a sostenerlo, concluse l'accordo con il generale Alexander che portò le truppe jugoslave a ritirarsi dietro la linea Morgan. Gli alleati assunsero allora il controllo della Città e del suo hinterland.

Dal Governo Militare Alleato ai giorni nostri

Manifesto propagandistico del piano Marshall, lo stemma vicino al tricolore italiano rappresenta Trieste (erroneamente colorato in azzurro in luogo del rosso)

Con il Trattato di Parigi (1947), Trieste divenne una città stato indipendente sotto la protezione delle Nazioni Unite con il nome di Territorio libero di Trieste (TLT). Il territorio fu diviso in due zone amministrative: la Zona A che includeva la città di Trieste veniva temporaneamente amministrata dagli Angloamericani e la Zona B che comprendeva la costa istriana settentrionale, temporaneamente amministrata dall'esercito jugoslavo.

Con il Memorandum di Londra (1954) l'amministrazione della Zona A passò all'Italia in sostituzione degli eserciti angloamericani.

Nel 1975, con la sottoscrizione del Trattato di Osimo, l'Italia e la Jugoslavia convennero di dare forma definitiva alla divisione tramite l'attribuzione definitiva dei due territori ai rispettivi paesi. Nel 1963 Trieste divenne capoluogo della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.

Nel 2004, assieme ad altri Paesi, la Slovenia entra a far parte dell'Unione Europea e solo 3 anni più tardi la vicina Repubblica aderisce ai trattati di Schengen, facendo perdere quindi a Trieste la sua decennale posizione di città di confine.

Simboli

Lo stemma duecentesco della Città di Trieste è costituito da uno Scudo francese antico di color rosso con un'alabarda argento (la cosiddetta alabarda (o lancia) di San Sergio) il tutto sovrastato da una corona muraria da città.

Gonfalone civico

Ricorrenze

La ricorrenza principale della città di Trieste è il 3 novembre, festa del patrono Giusto di Trieste

Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Protesa da secoli a additare nel nome d'Italia le vie dell'unione tra popoli di stirpe diversa, fieramente partecipava coi figli migliori alla lotta per l'indipendenza e per l'unità della Patria; nella lunga vigilia confermava col sacrificio dei martiri la volontà d'essere italiana; questa volontà suggellava col sangue e con l'eroismo dei volontari della guerra 1915-18. In condizioni particolarmente difficili, sotto l'artiglio nazista, dimostrava nella lotta partigiana quale fosse il suo anelito alla giustizia e alla libertà che conquistava cacciando a viva forza l'oppressore. Sottoposta a durissima occupazione straniera, subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe, non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria. Contro i trattati che la volevano staccata dalla Madrepatria, nelle drammatiche vicende di un lungo periodo di incertezze e di coercizioni, con tenacia, con passione e con nuovi sacrifici di sangue ribadiva dinanzi al mondo, il suo incrollabile diritto d'essere italiana. Esempio d'inestinguibile fede patriottica, di costanza contro ogni avversità e d'eroismo.[35]»
— 1915-18, 1943-47, 1948-54

Monumenti e luoghi d'interesse

Lo stesso argomento in dettaglio: [[[[Provincia di Trieste#Luoghi d'interesse|Provincia di Trieste § Luoghi d'interesse.
Piazza Unità d'Italia
Palazzo del Municipio
Canal Grande
Cattedrale di San Giusto

Architetture civili

Fari

Castelli

Siti archeologici

Architetture religiose

Lo stesso argomento in dettaglio: [[Chiese acattoliche di Trieste]].

Aree naturali

Società

Evoluzione demografica

Fra la metà del XVIII e gli inizi del XX secolo Trieste conobbe un'epoca caratterizzata da un notevole sviluppo economico accompagnato da una crescita demografica molto sostenuta, che permise alla città di passare da alcune migliaia di residenti del periodo 1730-1740 ai quasi 230.000 del 1910. Con la fine della prima guerra mondiale e il congiungimento di Trieste all'Italia, il capoluogo giuliano assistette a un progressivo ristagno della propria popolazione a causa delle mutate condizioni geopolitiche in cui si era venuto a trovare alla fine della Grande guerra. Da principale emporio marittimo dell'Impero austro-ungarico e fra i massimi del Mediterraneo, la città e il suo porto iniziarono a declinare, passando ad occupare una posizione sempre più periferica nell'allora Regno d'Italia.

All'indomani della seconda guerra mondiale in città si verificò un altro mutamento delle dinamiche demografiche che l'avevano caratterizzata fino ad allora: l'esodo di molti italiani dalle terre dell'Istria ebbe infatti come meta Trieste, che conobbe ancora una volta un'impennata della popolazione residente, oltre a profonde trasformazioni della propria composizione etnica e del tessuto sociale urbano. In quegli stessi anni, e in particolare a partire dal 1954, con la fine del TLT, oltre 20.000 triestini, spinti da motivazioni di natura economica e sociale, ma anche di indole politica, scelsero l'emigrazione[36], dirigendosi principalmente in Australia, Canada e Sudamerica. Durante gli anni cinquanta e sessanta gli abitanti si mantennero costantemente al di sopra delle 270.000 unità raggiungendo un massimo di 283.000 nel 1968.

Da quel momento la città ha assistito a una progressiva diminuzione della propria popolazione. Le condizioni geo-politiche nuovamente mutate, la mancanza di un entroterra ampio che le desse respiro e la chiusura di molte attività economiche (come i cantieri navali San Marco e le birrerie Dreher) hanno costretto ampi strati di popolazione a trasferirsi altrove alla ricerca di lavoro. Ne è conseguito un decremento della natalità e un progressivo invecchiamento della popolazione residente con cali demografici che per lungo tempo hanno raggiunto e superato le 2000 unità all'anno.

Nell'ultimo decennio il decremento demografico è stato meno marcato che in precedenza, stabilizzando la popolazione triestina intorno ai 200.000 abitanti. Tale fenomeno è dovuto ad una ripresa della natalità e ad un nuovo e lento processo di immigrazione in massima parte proveniente dall'Europa orientale. La particolarità del territorio provinciale, che conta circa 240.000 abitanti ed è il più piccolo d'Italia, è nei fatti una sorta di conurbazione ed un discreto movimento di popolazione è avvenuto negli ultimi anni dal Comune capoluogo verso i Comuni limitrofi.

Nonostante la ripresa demografica cui abbiamo fatto cenno, la città assieme a Genova, Bologna e Venezia, continua ad essere in testa alle classifiche italiane per anzianità della popolazione.

Abitanti censiti[37][38][39]

Abitanti censiti[40]

Minoranze linguistiche e religiose, e comunità straniere

Mappa etnografica del 1880

Trieste è un crocevia di culture e religioni, conseguenza sia della sua posizione geografica di "frontiera" sia delle vicissitudini storiche che ne hanno fatto un punto di incontro di molti popoli; infatti quasi ogni etnia e ogni comunità religiosa ha uno o più luoghi di aggregazione.

Fin dall'antichità, sul territorio della Provincia di Trieste, convivono l'etnia italiana e quella slovena. La comunità slovena, presente in città fin dal Medioevo[44][45][46], raggiungeva nel 1910 (secondo il discusso censimento austriaco di quell'anno[47]) il 25% della popolazione del comune. Durante il ventennio fascista la maggior parte degli sloveni abitanti nel comune di Trieste furono costretti ad abbandonare la città a causa di diversi provvedimenti discriminatori che mettevano in pericolo la loro sicurezza personale dovuti ad una politica di italianizzazione forzata. A causa della brutale persecuzione che questa etnia ha subito durante il ventennio fascista, molti appartenenti al gruppo etnico sloveno scelsero l'esilio e nel 1971 la comunità slovena era stimata in circa il 5,7% della popolazione del comune.[48]

Fino alla prima guerra mondiale esisteva anche una comunità di lingua tedesca che superava il 5% della popolazione del comune, ma che si ridusse drasticamente negli anni successivi.

Sinagoga di Trieste

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Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione
Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò]
Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione
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Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò

Prima della seconda guerra mondiale e della conseguente occupazione nazista, inoltre, esisteva anche una florida comunità ebraica (nel 1931 i residenti di religione ebraica erano 4.671, di cui 3.234 aventi la cittadinanza italiana[49]). Questa si è progressivamente ridotta e attualmente conta circa 700 membri.

Nella città di Trieste attualmente sono presenti accanto alle popolazioni autoctone italiana e slovena, numerosi gruppi etnici minoritari storici tra cui croati, serbi, greci e tedeschi e gruppi di recente insediamento tra i quali arabi, rumeni, albanesi, cinesi, africani e sudamericani.

Al 31 dicembre 2010 la popolazione con passaporto estero residente a Trieste era costituita da 18.257 persone (8,9% delle popolazione) così suddivise per principali paesi di provenienza:[50]

Pos. Cittadinanza Popolazione
1 Bandiera della Serbia Serbia 5860
2 Bandiera della Romania Romania 1986
3 Bandiera della Croazia Croazia 1398
3 Bandiera della Cina Cina 1451
5 Bandiera dell'Albania Albania 943
6 Bandiera della Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina 622
7 Bandiera dell'Ucraina Ucraina 484
8 Bandiera del Kosovo Kosovo 392
9 Bandiera della Moldavia Moldavia 247
10 Bandiera della Slovenia Slovenia 245

Istituzioni, enti e associazioni

A Trieste si trova la sede della CEI (Central European Initiative), un ente internazionale con lo scopo di favorire la cooperazione e lo sviluppo nell'Europa centrale; vi fanno parte 17 paesi dall'Italia alla Bielorussia.

Qualità della vita

Trieste è stata classificata da il Sole 24 ORE la prima città in Italia per la qualità della vita nel 2005 e nel 2009[51].

Anno Qualità della Vita
(Sole 24 Ore)
2004
6° [52]
2005
1° (+5)[52]
2006
2° (-1)[53]
2007
9° (-7)[54]
2008
6° (+3)[55]
2009
1° (+5)[56]
2010
4° (-3)[57]
2011
4° (=)[58]
2012
5° (-1)[59]

Cultura

Panoramica

Università e ricerca

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema Trieste.
L'Università degli Studi di Trieste

Trieste era sede, fin dal 1877, di una reputata Scuola Superiore di Commercio. Nel 1924 la città si dotò di un'Università, che nei decenni successivi acquistò un notevole prestigio e che ospita da tempo numerose organizzazioni scientifiche internazionali e il principale parco scientifico italiano. Trieste infatti è nota come Città della scienza e accoglie una comunità scientifica ed universitaria molto conosciuta e rinomata all'estero che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo e di tutte le culture. Da notare in campo scientifico sono il sincrotrone ELETTRA all'Area Science Park, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) ed il Centro Internazionale di Fisica Teorica.

Musei

Musei civici

Trieste accoglie 32 musei fra i quali troviamo il "Museo Revoltella - Galleria d'arte moderna", i "Civici musei di storia ed arte", una rete ("museo multiplo") di undici istituzioni museali triestine (Museo di storia ed arte e orto lapidario", Museo del Castello e Armeria", Lapidario tergestino, Museo d'arte orientale, Museo teatrale "Carlo Schmidl", Museo di guerra per la pace "Diego de Henriquez" Museo della Risiera di San Sabba, Museo di storia patria, Museo Morpurgo de Nilma, Museo Sartorio, Museo del Risorgimento e Sacrario Oberdan e Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa (in collaborazione con le Poste italiane) e i "Civici musei scientifici", costituiti da quattro istituzioni (Museo civico di storia naturale, Acquario marino, Museo del mare e Orto botanico). Altri tre musei fanno parte del "Servizio bibliotecario urbano" (Museo Sveviano, Museo petrarchesco piccolomineo e Museo Joyce Museum), a cui si aggiungono due biblioteche (Biblioteca civica "Attilio Hortis"" e Biblioteca comunale del popolo "Pier Antonio Quarantotti Gambini", l'Archivio diplomatico e l'Archivio storico).

Lo Stadio Nereo Rocco, inaugurato nel 1992, ospita infine una serie di opere d'arte contemporanea, vincitrici di un apposito concorso (Nike, di Paolo Borghi primo classificato, ed opere di Nino Perizi, Marino Cassetti e Franco Chersicola, Livio Schiozzi, Claudio Sivini, Carlo Ciussi, Luciano Del Zotto, Gianni Borta, Enzo Mari e Francesco Scarpabolla. Per il "Polo natatorio" Davide Rivalta ha scolpito l'Ippopotamo in equilibrio sulla sfera.

Musei artistici

Musei storici

  • Civico Museo del Castello e Armeria, dedicato alla storia del Castello di San Giusto e ospitato nei locali dello stesso castello, acquisito dal comune nel 1932 e restaurato nel 1936 l'armeria raccoglie armi tra il XII e il XIX secolo.
  • Civico Museo di storia patria, nato come sezione del Museo di storia ed arte, fu ospitato dal 1925 nella palazzina Basevi. Doveva raccogliere i materiali della vita pubblica e privata della città, ma se ne distaccarono nel 1934 i materiali risorgimentali e nel dopoguerra, in seguito ai danni subiti dalla palazzina e lo spostamento alla sede attuale, la collezione di dipinti fu distaccata presso il Museo Sartorio.
  • Civico Museo del Risorgimento e Sacrario Oberdan, raccoglie cimeli rinascimentali cittadini, precedentemente parte della raccolta del Museo di storia patria, ospitati in un edificio costruito nel 1934 dall'architetto Umberto Nordio sul luogo della scomparsa caserma nella quale era stato giustiziato Guglielmo Oberdan, nella piazza omonima.
  • Civico Museo della Risiera di San Sabba, conserva, in alcune sale del monumento, ristrutturato nel 1965 (architetto Romano Boico), una raccolta di cimeli provenienti dai campi di sterminio tedeschi e oggetti sottratti dai nazisti agli ebrei triestini.
  • Civico Museo di guerra per la pace "Diego de Henriquez", istituito nel 1997, raccoglie cimeli di storia militare riuniti dal collezionista Diego de Henriquez.
  • Lapidario Tergestino, ospitato in uno dei bastioni del Castello, custodisce reperti provenienti dagli edifici della Trieste romana e precedentemente custoditi nell'Orto lapidario.
  • Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, nato dalla collaborazione del Comune con le Poste italiane e ospitato nel palazzo delle Poste del 1894, raccoglie cimeli postali della regione e delle zone limitrofe.
  • Museo Etnografico di Servola, sorto nel 1975, per iniziativa di don Dušan Jakomin, con lo scopo di raccogliere, conservare, esporre e mettere a disposizione di studiosi e di quanti siano interessati, documenti e oggetti legati alla storia, alla cultura e al costume del rione di Servola.

Musei scientifici

  • Science centre immaginario scientifico. Situato nella splendida baia di Grignano, a ridosso del Parco di Miramare di Trieste, il Science Centre Immaginario Scientifico (IS) è un museo della scienza interattivo e multimediale. Il centro adotta originali tecniche espositive e innovative metodologie di animazione didattica che lo inseriscono nella tipologia dei cosiddetti “musei di nuova generazione” – ovvero i “science centre” di scuola anglosassone – che rivoluzionano le modalità tipiche di un museo tradizionale: da luogo deputato alla conservazione ed esposizione di reperti e vecchi strumenti, il museo si trasforma in un luogo vivo, dove il visitatore interagisce con gli oggetti presenti e con gli ambienti museali.
  • Civico Museo di storia naturale, inaugurato nel 1846 da un'associazione privata (la "Società di amici della scienza naturale") come "Gabinetto zoologico-zootomico", venne donato alla città nel 1852 e si trasferì nella sede attuale con il nome di "Civico museo Ferdinando Massimiliano". Comprende una sezione botanica, una sezione zoologica, una sezione paleontologica e una mineralogica e svolge attività didattica e di ricerca.
  • Civico Acquario Marino, inaugurato nel 1933 ed ospitato nell'ex "Peschiera Centrale", edificata nel 1913 in stile liberty dall'architetto Giorgio Polli. Ospita esemplari della fauna marina adriatica in un sistema di vasche con acqua prelevata direttamente dal mare.
  • Civico Museo del mare, inaugurato nel 1904 come "Museo della pesca" dalla "Società di pesca e piscicultura marina". A questo si aggiunsero materiali provenienti dall'Istituto nautico "Tomaso di Savoia Duca di Genova" di Trieste, con la trasformazione in "Esposizione marina permanente", affidato alla "Società adriatica di scienze naturali". Nel 1968 divenne il museo attuale con la nuova sede allestita dall'architetto Umberto Nordio. Ospita i materiali sulla storia della marineria triestina.
  • Orto Botanico, fondato nel 1842 dal "Gremio farmaceutico", a cui seguì nel 1861 un giardino per le specie spontanee dell'ambiente carsico. Nel 1903 ricevette il nome attuale.

Musei letterari

Dimore storiche

  • Civico museo Sartorio, ospitato in una villa settecentesca, ristrutturata nell'Ottocento e appartenente alla famiglia Sartorio. Conserva alcuni ambienti con arredi originali e diverse collezioni donate alla città, il Trittico di Santa Chiara, opera di Paolo e Marco Veneziano del 1328 e disegni di Giambattista Tiepolo.
  • Civico Museo Morpurgo de Nilma, ospitato nell'appartamento ottocentesco dei banchieri Morpurgo, con gli arredi originali, donato dalla famiglia al Comune nel 1943.

Altri musei

Umberto Saba
Italo Svevo
File:James Joyce Trieste 002.jpg
La statua di Joyce a Trieste

[[File:James Joyce in Trieste.JPG|thumb|right|150px|"... la mia anima è a Trieste ...",
James Joyce, lettera a Nora, 27 ottobre 1909]]

Vladimir Bartol

Teatro

Questi sono i principali teatri di Trieste:

Letteratura

L'ambiente culturale mitteleuropeo e la particolare storia di Trieste hanno favorito fin dall'Ottocento l'affermazione di scrittori triestini e l'arrivo di importanti autori stranieri che nella Città vissero a lungo. L'elenco di sotto comprende i più importanti scrittori nativi di Trieste e altri scrittori che vissero e scrissero loro opere nel e/o sul capoluogo giuliano.

Media

Elenco dei media di diffusione locale fruibili a Trieste:

Quotidiani Periodici Case Editrici TV Radio Internet

Nazionali

Locali

Redazioni di Trieste:

Eventi

Alessandro D'Alatri riceve il Premio "Città di Trieste" per il cinema
  • Trieste film festival, festival cinematografico che si tiene in gennaio (sito).
  • Science Plus Fiction, novembre, festival cinematografico dedicato alla fantascienza.
  • Barcolana, la regata velica più affollata del mondo: vi partecipano circa 2000 barche. Si tiene ogni anno la seconda domenica di ottobre.
  • Bavisela, maggio, manifestazione sportiva di richiamo internazionale, maratona, triathlon, skiroll, ecc. (sito).
  • Triskell, festival celtico che si tiene in giugno (sito).
  • ITS - International talent support concorso internazionale di moda accessori e fotografia, si tiene a metà luglio (sito).
  • Piazza Europa - Esposizione di commercio itinerante, settembre, nel Borgo Teresiano commercianti ambulanti da tutta Europa riportano la città ai fasti imperiali, in un clima mitteleuropeo di cui la città è simbolo. L'evento è organizzato dalla Camera di Commercio di Trieste (sito).
  • ERA - Esposizione di Ricerca Avanzata, novembre - dicembre, rassegna biennale di scienza e tecnica organizzata da "Globo divulgazione scientifica", che vede la partecipazione di numerosi istituti di ricerca nazionali ed internazionali.
  • Barcolissima, agosto, musica dal vivo, intrattenimento, specialità gastronomiche ed il concorso "La Nonna di Trieste" presso la pineta di Barcola.
  • Fiera di San Nicolò, dicembre, dal 1923 in viale XX Settembre, con il "vero" San Nicolò che il 6 dicembre regala dolci ai bambini.
  • Mercatini di Natale, dicembre, in piazza Sant'Antonio.
  • Il Presepe Vivente, dicembre, in piazza Sant'Antonio tanti animali vivi ed il cammello Giulio, beniamino di triestini e turisti.
  • La Notte dei Saldi, luglio, negozi aperti fino a notte fonda, concerti e attrazioni in tutta la città nel primo sabato di luglio in occasione dell'inizio dei saldi estivi.
  • Ars Nova International Music Competition, dicembre, manifestazione di musica classica di richiamo internazionale per centinaia di ragazzi e giovani provenienti da tutta Europa, evento premiato al Festival Città Impresa Nord Est 2012.
  • CXG, concerto tenuto ogni anno al Teatro Miela in ricordo di Gabriele Manfioletti Manfioletti, diciottenne triestino scomparso prematuramente.

Dal 2007 in città si svolge il Premio Letterario Nazionale "Città di Trieste". Durante l'evento tra gli altri viene assegnato il "Città di Trieste" riconoscimento alla carriera per la letteratura, il cinema e il teatro con la consegna dell'Alabarda d'oro, scultura realizzata dal celebre artista triestino Bruno Chersicla.

Personalità legate a Trieste

Sono molti i triestini celebri nell'ambito di storia, cultura, scienza, sport.

Lo stesso argomento in dettaglio: Personalità legate a Trieste.

Geografia antropica

Circoscrizioni e rioni

Circoscrizioni

Le 7 circoscrizioni comunali
  1. Altipiano Ovest
  2. Altipiano Est
  3. Roiano-Gretta-Barcola-Cologna-Scorcola
  4. Città Nuova - Barriera Nuova - San Vito - Città Vecchia
  5. Barriera Vecchia - San Giacomo
  6. San Giovanni - Chiadino - Rozzol
  7. Servola - Chiarbola - Valmaura - Borgo San Sergio

Rioni tradizionali e/o frazioni corrispondenti alle circoscrizioni

  1. Borgo San Nazario, Contovello (Kontovel), Prosecco (Prosek), Santa Croce (Križ),
  2. Banne (Bani), Basovizza (Bazovica), Gropada, Opicina (Opčine), Padriciano (Padriče), Trebiciano (Trebče),
  3. Barcola (Barkovlje), Cologna, Conconello (Ferlugi), Gretta (Greta), Grignano (Grljan), Guardiella (Vrdela), Miramare (Miramar), Roiano (Rojan), Scorcola
  4. Barriera Nuova, Borgo Giuseppino, Borgo Teresiano, Città Nuova, Città Vecchia, San Vito, San Giusto, Campi Elisi, Sant'Andrea, Cavana
  5. Barriera Vecchia (Stara mitnica), San Giacomo (Sv. Jakob), Santa Maria Maddalena Inferiore
  6. Cattinara (Katinara), Chiadino, San Luigi, Guardiella (Vrdela), Longera (Lonjer), San Giovanni (Sv. Ivan), Rozzol, Melara
  7. Chiarbola, Coloncovez (Kolonkovec), Santa Maria Maddalena Inferiore - Raute (Rovte), Santa Maria Maddalena Superiore, Servola (Škedenj), Poggi Paese, Poggi Sant'Anna (Sv. Ana), Valmaura, Altura

Economia

La Borsa vecchia, oggi sede della Camera di commercio
La sede del Gruppo Generali
Il canale industriale e parte della zona industriale triestina

Le attività commerciali e industriali della città sono ancora legate, anche se in misura minore rispetto al passato, al porto. Nonostante l'incidenza negativa di quest'ultimo sul piano economico e occupazionale, la popolazione triestina gode di un alto tenore di vita (nel 2008 la Provincia di Trieste era seconda in Italia dopo quella di Milano[60]) e di elevati livelli di reddito[61].

Nel settore dell'industria ci sono stabilimenti che trattano la meccanica industriale e navale (cantieri), la metallurgia (ferriera), in funzione dalla fine dell'Ottocento. Uno dei principali insediamenti industriali è la fabbrica della Wärtsilä Italia, ex Grandi Motori Trieste, il più grande stabilimento per la produzione di motori navali in Europa e uno dei più importanti di componenti per centrali elettriche. Lo stabilimento, in continua crescita, ha ricevuto anche delle commesse per le ricostruzioni di centrali in Iraq. Sempre in ambito navale, Trieste è anche sede del gruppo Fincantieri (con cantieri presenti in Italia e Stati Uniti), leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e in ascesa nel settore della marina militare.

Grazie allo sviluppo dell'industria meccanica favorito dai numerosi cantieri navali, a partire dai primi anni del XX secolo vennero fondate società per la produzione di velivoli e autoveicoli, raggiungendo il massimo sviluppo a partire dal 1922[62], con l'insediamento di uno stabilimento della Ford e della sede legale della filiale italiana[63], per poi vedere chiudere le attività produttive dal 1931 in poi a causa delle pressioni della Fiat al regime fascista.[64] Le ultime imprese attive nella produzione di autoveicoli chiusero nel secondo dopoguerra.

A Trieste si trovano anche i laboratori dell'Alcatel e della Telit, importanti compagnie operante nel settore delle telecomunicazioni.

Nel settore alimentare possiamo ricordare importanti società come Illy (caffè), Principe e Sfreddo (salumi), Parovel, Potocco, Pasta Zara, Stock. Sono di fondazione triestina anche la Hausbrandt (caffè) e la Dreher.

Oltre il 90% di tutte le aziende industriali e buona parte di quelle artigianali (es. Zona Artigianale Dolina) trovano la loro sede nella zona industriale sita nelle valli di Zaule e delle Noghere, a cavallo dei Comuni di Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle, amministrata dall'EZIT.

A Trieste è presente un settore avanzato della ricerca scientifica, un Sincrotrone, un centro Avanzato di Fisica Teorica, e terziario avanzato.

La città è sede di compagnie assicurative, fondate a Trieste nel periodo Asburgico: come Assicurazioni Generali, SASA Assicurazioni, RAS e Lloyd Adriatico.

Nella zona di Trieste è, in discussione su pressione della Regione, la costruzione di uno o due gassificatori di GNL: uno a terra in zona Zaule ed uno fuori costa nel Golfo di Trieste.

A Trieste c'è anche la sede dell'Italia Marittima (ex Lloyd Triestino) società nata nel 1836 ed a oggi una delle più vecchie e longeve compagnie di navigazione del mondo.

Infrastrutture e trasporti

Raccordi autostradali e superstrade a Trieste. In verde chiaro le tratte inaugurate nel 2008.
La stazione ferroviaria di Trieste Centrale
Bus urbani della Trieste Trasporti

Rete stradale e autostradale

Trieste è un importante nodo di comunicazioni tra l'Italia e tutta l'Europa dell'est.

Principali infrastrutture:

Il collegamento con la SS 202 è stato aperto il 19 novembre 2008

È raggiungibile in automobile dall'autostrada A4 Venezia – Trieste (interessata negli ultimi tempi da un progetto di allargamento a tre corsie per ogni senso di marcia visto l'aumento sensibile del flusso veicolare negli ultimi anni) attraverso il primo svincolo presso Sistiana da cui ci si collega alla Strada regionale 14 e si può ammirare il paesaggio sul golfo dalla cosiddetta Strada Costiera. Dopo questa uscita l'autostrada prende il nome di Raccordo Autostradale 13. Altre uscite sono nei pressi di Prosecco ed è stato ultimato e aperto al traffico a novembre 2008 l'ultimo tratto Padriciano – Cattinara. La città è collegata anche alla rete autostradale Slovena. Verso Lubiana il transito avviene attraverso il vecchio valico confinario di Fernetti, mentre verso l'Istria avviene attraverso la bretella verso il valico di Rabuiese che collega la città alla rete autostradale verso Capodistria e Pola.

L'insieme delle strade a scorrimento veloce che collegano l'A4 a Trieste e ai valichi con la Slovenia è definito Grande Viabilità Triestina.

Il sistema delle infrastrutture stradali è ampiamente sfruttato dall'Autostazione di Trieste che garantisce collegamenti in pullman quotidiani per numerosi centri urbani di Slovenia, Croazia, Serbia e la capitale bulgara Sofia, mentre alcune autolinee collegano, con una frequenza minore, la città con altri stati dei Balcani.

Rete ferroviaria

Trieste è servita dalle linee per Venezia e Udine di RFI S.p.A. che la collegano con il resto del paese; l'austroungarica Ferrovia Meridionale collega la città con Lubiana e Vienna, mentre la Ferrovia Transalpina raggiunge l'attuale Repubblica Ceca. Il traffico passeggeri di Trieste è concentrato nella Stazione Centrale con collegamenti quotidiani (EurostarCity, InterCity, Intercity Notte) verso le maggiori località italiane. I treni Euronight per l'Est Europa fermano a Villa Opicina.

Il 2 aprile 2009 ha iniziato l'attività il nuovo terminal DB AutoZug per il trasporto ferroviario con auto al seguito con partenze quattro volte alla settimana per diverse città tedesche.

Dal porto di Trieste partono quotidianamente numerosi treni merci e le cosiddette RoLa (Rollende Autobahn, "autostrade viaggianti"). Le principali destinazioni sono, in Europa: Salisburgo, Villach, Linz, Vienna, Lovosice, Brno, Bratislava, Budapest, Monaco di Baviera e Ulma. In Italia i treni servono Bologna, Milano e Padova, mentre navette merci collegano il porto con l'interporto di Cervignano del Friuli. Sono in corso d'organizzazione servizi analoghi con gli autoporti di Fernetti e Gorizia.

Trieste è anche attraversata dal Corridoio paneuropeo V, che collega Venezia a Kiev e da due progetti TEN-T dell'Unione Europea: il progetto prioritario 6 (Lione - confine ucraino) e il corridoio Baltico - Adriatico[65]. Nell'ambito dello sviluppo di queste direttrici sono in progetto opere per il miglioramento della mobilità europea, tra cui il tracciato AV - AC Venezia - Trieste, attualmente in fase di approfondimento delle condizioni progettuali (ipotesi di tracciato con affiancamento Autostrada A4), che comprende anche il progetto sotterraneo Ronchi dei Legionari - Trieste, in fase di modifica dopo la bocciatura nella valutazione di impatto ambientale.

Sono allo studio anche diverse ipotesi per il tracciato Trieste - Divaccia (Slovenia), la tratta transfrontaliera, probabilmente tutta in galleria sotterranea che, attraversata la città, si collegherà alla bretella ferroviaria proveniente da Capodistria per poi dirigersi verso Lubiana.

Aeroporto

Trieste si serve dell'Aeroporto di Ronchi dei Legionari, unico scalo regionale, situato in provincia di Gorizia

Portualità

Porto vecchio
Lo stesso argomento in dettaglio: Porto di Trieste.

Trieste ha un porto di notevoli dimensioni con diversi terminali, da quello container, alle banchine per i traffici Ro-Ro con la Turchia, principale "porta" europea dei prodotti turchi, fondamentali per lo scalo. Rilevanti anche la movimentazione del caffè (un terzo delle importazioni nazionali) e il terminale petrolifero, da cui parte l'oleodotto Transalpino, che rifornisce Austria, Baviera e Repubblica Ceca. Riguardo al traffico passeggeri è in crescita l'attività croceristica che porta ogni estate più di 100.000 passeggeri. È prevista la costruzione della Piattaforma Logistica, uno snodo intermodale porto - ferrovia che riguarderà l'attuale settore del Porto Nuovo dove attualmente sorge la Ferriera di Servola.

Trasporto pubblico locale

Autolinee e tranvie

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Tranvia di Opicina

Il sistema dei trasporti di Trieste è gestito dalla Trieste Trasporti ed è ben sviluppato e distribuito su tutto il territorio comunale e provinciale. La rete di autobus comprende le linee cosiddette "urbane", il cui percorso rimane all'interno del territorio provinciale, nonché diverse linee che collegano la città alle sue frazioni come Basovizza, Prosecco o Opicina sull'altopiano carsico, e l'unica tranvia rimasta in funzione, il tram de Opcina. Altre linee coprono l'intero territorio provinciale raggiungendo Muggia e Sistiana.

Il 1º settembre 2008 la Trieste Trasporti istituì una linea internazionale che collegava la città con Sesana. La linea è ora gestita dall'Avrigo, vettore sloveno.

In passato furono in esercizio una rete tranviaria urbana ed una rete filoviaria urbana.

Collegamenti marittimi

Trieste ha una lunga tradizione nei collegamenti via mare, che servono la città e le zone limitrofe sia nella regione Friuli-Venezia Giulia e l'Istria. Tali linee cessarono di operare nella seconda metà degli anni settanta del XX secolo, per essere ripristinate solo a partire dell'estate 1999. La Trieste Trasporti organizza attualmente le linee di navigazione con il capoluogo verso la cittadina istriana di Muggia e nel periodo estivo sono attivi altri collegamenti verso Barcola e poi Grignano e Sistiana, dalla quale era attivo un servizio marittimo per Duino e Monfalcone, attualmente sospeso a causa di problemi nell'approdo monfalconese. Questi servizi sono però curati da compagnie di navigazione locali.

Sempre durante il periodo estivo è attivo un collegamento marittimo gestito dall'APT con la cittadina di Grado.

La società Trieste Lines, invece, ha in gestione il sistema di collegamenti con la costa istriana, con aliscafi veloci che raggiungono Pirano, Rovigno e Pola.

Azienda Armatore Linea Periodo Frequenza
Trieste Trasporti Delfino Verde Navigazioni Trieste - Barcola - Grignano - Sistiana Maggio - settembre 5 viaggi quotidiani
Trieste Trasporti Delfino Verde Navigazioni Trieste - Muggia Intero anno 10 viaggi giorni feriali, 6 festivi
APT Gorizia Delfino Verde Navigazioni Trieste - Grado Giugno - settembre 3 viaggi quotidiani
Trieste Lines Trieste Lines Trieste - Pirano - Rovigno - Pola 28 giugno - settembre Fino a 3 viaggi quotidiani d'estate

Amministrazione

Consolati

Il Corpo Consolare di Trieste è composto da 32 rappresentanze consolari[66], le quali sono:

Europa

Americhe

Asia

Africa

Gemellaggi

Accordi di collaborazione

  • Bandiera dell'Italia Venezia, dal 2008, firmato a Trieste (10 gennaio 2008)
  • Bandiera della Slovenia Lubiana, dal 2008, firmato a Trieste (18 febbraio 2008)
  • Bandiera dell'Italia Milano, dal 2008, firmato a Trieste (24 ottobre 2008)
  • Bandiera della Croazia Fiume, dal 2011, firmato a Fiume (20 settembre 2011)
  • Bandiera della Germania Rostock, dal 2011, firmato a Trieste (5 ottobre 2011)

Sport

Lo stesso argomento in dettaglio: Baseball a Trieste.

Nella città sono presenti numerose società sportive, tra le quali:

Squadre maschili

Squadre femminili

Giro d'Italia

Trieste è stata arrivo di tappa del Giro d'Italia:

Trieste è stata anche partenza di tappa:

  • 2004 (22 maggio): 14ª tappa, verso Pola.

Curiosità

Trieste è, dopo Roma, la città italiana che vanta la maggior concentrazione di dipendenti pubblici sul totale della popolazione residente (la motivazione va ricercata nelle conseguenze dell'esodo istriano. A Trieste, infatti, fu trovata una sistemazione alle migliaia di esuli provenienti dall'Istria, dal Quarnero, dalla Dalmazia, che già lavoravano per lo Stato italiano prima di lasciare le terre di origine)[69].

Galleria fotografica

Note

  1. ^ [1]
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 20 marzo 2013.
  5. ^ La denominazione in sloveno non è ufficiale ma la minoranza linguistica è soggetta a tutela, cfr. Comune di Trieste - Statuto.
  6. ^ [Dato Rete civic comune Trieste al 30/12/2012]
  7. ^ Lista di comuni del Friuli-Venezia Giulia per popolazione
  8. ^ Comuni del FVG per densità di popolazione
  9. ^ [2]
  10. ^ Autorità Portuale di Trieste
  11. ^ Atlante Enciclopedia Geografica Garzanti, Garzanti Ed., Milano 1974
  12. ^ http://www.eurometeo.com/italian/climate/city_LIVT/id_Rtot/meteo_trieste-porto%20italia
  13. ^ Cfr. il sito Archeologica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
  14. ^ Geogr., V, 1, 9; VII, 5, 2
  15. ^ I secolari contatti della città con culture e lingue diverse ha facilitato tuttavia l'introduzione di alcuni termini, di origine per lo più tedesca e slovena e, in minor misura, friulana e croata (ma anche ungherese, greca, ebraica, francese e persino turca e di altre lingue) nel lessico triestino. Cfr. a tale proposito: G. Pinguentini, Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino Trieste, Borsatti, 1954
  16. ^ Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi, Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971; citato alla Sezione VI, vol. 2, seduta del 12 novembre 1866, p. 297. Il passo completo in lingua originale dell'ordine imperiale è il seguente: "Maßregeln gegen das italienische Element in einigen Kronländern. Se. Majestät sprach den bestimmten Befehl aus, daß auf die entschiedenste Art dem Einflusse des in einigen Kronländern noch vorhandenen italienischen Elementes entgegengetreten und durch geeignete Besetzung der Stellen von politischen, Gerichtsbeamten, Lehrern sowie durch den Einfluß der Presse in Südtirol, Dalmatien und dem Küstenlande auf die Germanisierung oder Slawisierung der betreffenden Landesteile je nach Umständen mit aller Energie und ohne alle Rücksicht hingearbeitet werde. Se. Majestät legt es allen Zentralstellen als strenge Pflicht auf, in diesem Sinne planmäßig vorzugehen”.
  17. ^ Si possono qui ricordare alcuni degli studiosi che l'hanno menzionato: Grga Novak, “Političke prilike u Dalmaciji g. 1866.-76”, Zagreb 1960, pp. 40-41; Angelo Filipuzzi (a cura di), “La campagna del 1866 nei documenti militari austriaci: operazioni terrestri”, Padova 1966, pp. 396 sgg.; Umberto Corsini, “Problemi di un territorio di confine. Trentino e Alto Adige dalla sovranità austriaca all'accordo Degasperi-Gruber”, Trento, Comune di Trento 1994, p. 27; Luciano Monzali, "Italiani di Dalmazia", Firenze 2004, p. 69.
  18. ^ Massimo Spinetti, “Costantino Nigra ambasciatore a Vienna (1885-1904)”, http://www.assdiplar.it/documentprogr/costantinonigraambasciatoreavienna.pdf
  19. ^ Attilio Tamaro, "Le condizioni degli italiani soggetti all'Austria nella Venezia Giulia e nella Dalmazia", Roma, G. Bertero, 1915
  20. ^ Palmerindo Simeone e gli antefatti delle Foibe
  21. ^ Virginio Gayda, "L'Italia d'oltre confine. Le provincie italiane d'Austria", Torino 1914, pp. 31-46; Attilio Tamaro, "Le condizioni degli italiani soggetti all'Austria nella Venezia Giulia e nella Dalmazia", Roma, G. Bertero, 1915; Ernesto Sestan, "Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e culturale", Edizioni Italiane, Roma, 1947
  22. ^ Sestan, "Venezia Giulia", cit., p. 95.
  23. ^ Luciano Monzali, "Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra", Firenze 2004, p. 268.
  24. ^ Op. cit.
  25. ^ G. Valdevit, Chiesa e lotte nazionali: il caso di Trieste (1850-1919), Udine 1979, pp. 202, 224-228. 235-244, 260; Almerigo Apollonio, Libertà, Autonomia, Nazionalità - Trieste, l'Istria e il Goriziano nell'Impero di Francesco Giuseppe 1848-70, Trieste 2007.
  26. ^ Ernesto Sestan, "Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e culturale", Udine 1997, p. 93
  27. ^ Attilio Tamaro, Le condizioni degli italiani soggetti all'Austria nella Venezia Giulia e nella Dalmazia''", Roma, G. Bertero, 1915
  28. ^ Angelo Ara, “Fra nazione e impero. Trieste, gli Asburgo, la Mitteleuropa”, con prefazione di Claudio Magris, Milano, Garzanti, 2009, p. 375.
  29. ^ Virginio Gayda, "L'Italia d'oltre confine", Torino 1914, pp. 93 sgg.; Attilio Tamaro, “Le condizioni degli italiani soggetti all'Austria nella Venezia Giulia e nella Dalmazia”, Roma, G. Bertero, 1915. Sono interessanti le osservazioni d'un grande storico come Ernesto Sestan sull'immigrazione slava in Venezia Giulia, "Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e culturale", Udine 1997, p. 93. L'aneddoto riguardante gli scaricatori di porto è riferito da M. Dassovich, “Trieste e l'Austria fra retaggio e mito”, Trieste 1983, p. 181.
  30. ^ Elio Apih, Italia, Fascismo ed Antifascismo nella Venezia Giulia (1918-1943), Bari, Editori Laterza, 1966, p. 121 e seguenti
  31. ^ Citazione tratta da Annamaria Vinci, Il fascismo al confine orientale sta in: Claudio Magris e Giovanni Miccoli (a cura di), Il Friuli-Venezia Giulia, della serie Storia d'Italia, le Regioni dall'unità ad oggi, Vol.I, pag. 423, Torino, Giulio Einaudi Ed., 2002
  32. ^ F. Longo e M. Moder, Storia della Venezia Giulia 1918-1998, pag.62 (op. cit.), AA. VV., Krajevni leksikon Slovencev v Italiji , pag.194 (op. cit.), De Szombathely Gabrio, Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste, pag.184 (op. cit.)
  33. ^ P.A. Quarantotti Gambini, Primavera a Trieste, Mondadori, Milano 1951
  34. ^ Marina Cattaruzza, "L'Italia e il confine orientale", Società editrice Il Mulino, Bologna, 2007, pag. 291
  35. ^ Quirinale, 9 novembre 1956
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    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
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  60. ^ Qui di seguito si elencano i 6 parametri utilizzati da Il Sole 24 Ore per la determinazione del tenore di vita: 1) Pil pro capite; 2) depositi bancari pro capite; 3) importo medio delle pensioni; 4) consumi delle famiglie (per auto, mobili ed elettrodomestici); 5) indice Foi sul costo della vita; 6) costo delle abitazioni (Elaborazione de Il Sole 24 Ore su dati dell'Istituto Tagliacarne, ABI-Bankitalia, Istat, Inps, Findomestic, Centro Studi Sintesi ed Orizzonti Immobiliari). Cfr. Il Sole 24 Ore del 29 dicembre 2008 (Inserto: Dossier del Lunedì pag. 4)
  61. ^ La Provincia di Trieste, corrispondente sotto il profilo demografico in massima parte alla città di Trieste, aveva, secondo le ultime rilevazioni del 2007 (Il Sole 24 Ore / Istituto Tagliacarne) un Pil di Euro 28.941,25 pro capite (del 17,2% superiore alla media nazionale). Cfr. Il Sole 24 Ore del 29 dicembre 2008 (Inserto: Dossier del Lunedì pag. 4)
  62. ^ Between Agnelli and Mussolini: Ford’s unsuccessful attempt to penetrate the Italian automobile market in the interwar period, Università di MIlano-Bicocca, pag.6
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Bibliografia

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  • De Szombathely Gabrio, Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste, Edizioni Italo Svevo Trieste 1994
  • Fabio Cusin: Appunti alla storiua di Trieste. Udine, Del Bianco 1983.
  • Trieste, Austria, Italia tra Settecento e Novecento: studi in onore di Elio Apih. A cura di Marina Cattaruzza. Udine, Del Bianco 1996.
  • Marina Cattaruzza: L'Italia e il confine orientale 1866-2006. Bologna, Mulino 2007. ISBN 978-88-15-11394-8
  • Francesca Longo e Matteo Moder, Storia della Venezia Giulia 1918-1998, Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano 2004, ISBN 88-8490-629-6
  • Beniamino Pagliaro: "Trieste, la bella addormentata". Pordenone, Edizioni Biblioteca dell'Immagine 2011. ISBN 88-63-91072-3
  • Com'è bella Trieste - Breve viaggio nella Trieste slovena, pubblicato da Založništvo tržaškega tiska - Editoriale Stampa Triestina, Trieste, 2011.

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