Accademia Nazionale dei Lincei
Coordinate: 41°53′37″N 12°28′03″E / 41.893611°N 12.4675°E
Accademia Nazionale dei Lincei | |
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Accademia Nazionale dei Lincei, sede di villa Farnesina. | |
Tipo | Accademia nazionale |
Fondazione | 1603 |
Fondatore | Federico Cesi |
Sede centrale | ![]() |
Area di azione | conoscenza scientifica |
Presidente | ![]() |
Direttore | Angelo Cagnazzo |
Lingua ufficiale | italiano |
Membri | 540 (2017) |
Motto | Linceis Insitutis |
Sito web | |
L'Accademia Nazionale dei Lincei è una delle istituzioni scientifiche più antiche d'Europa. Venne fondata a Roma nel 1603 da Federico Cesi, Francesco Stelluti, Anastasio De Filiis e Johannes van Heeck, con lo scopo di costituire una sede di incontri rivolti allo sviluppo delle scienze. Il suo nome si richiama all'acutezza che deve avere la vista di coloro che si dedicano alle scienze, proprietà fisiologica che leggendariamente caratterizza la lince.
È membro dell'Unione internazionale degli istituti di archeologia.
L'accademia ha sede nel Palazzo Corsini alla Lungara e nella vicina Villa Farnesina. Dal 2018 è presieduta da Giorgio Parisi, che è subentrato ad Alberto Quadrio Curzio.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La prima Accademia (1603-1630)[modifica | modifica wikitesto]
I Lincei riminesi |
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Nel 1745 il medico e scienziato Giovanni Bianchi (noto anche con lo pseudonimo di Jano Planco, 1693-1775) rifondò a Rimini l'Accademia dei Lincei. Essa sarebbe stata attiva almeno fino al 1765, con ventuno accademici e trentadue dissertazioni documentate. Giovanni Bianchi aveva scritto in precedenza una breve storia dei Lincei di Cesi, intitolata Lynceorum Notitia, che è la prima apparsa a stampa. Questa storia esce nel 1744 come premessa al Fitobasano di Fabio Colonna, pubblicato a cura dello stesso Bianchi a Firenze: l'opera studia le piante più rare note agli antichi, cercandone il corrispondente nome moderno. Colonna aveva 24 anni quando, a sue spese, la licenziò nel 1594 a Napoli, dove era nato (e morì nel 1640).[1] |
L'Accademia dei Lincei ha subito nel tempo vari cambiamenti. Dopo un primo periodo di grande prestigio, dovuto all'opera di Cesi e degli altri fondatori e alla presenza di soci quali Galileo Galilei e Giovanni Battista Della Porta, dopo la morte di Cesi nel 1630 ridusse le sue attività fino a scomparire; la prima sede fu presso Palazzo Cesi ad Acquasparta (in Umbria).
La doppia rifondazione (1847 e 1874)[modifica | modifica wikitesto]
Nell'Ottocento, dopo un tentativo di rianimarla da parte dell'abate Feliciano Scarpellini che cercò di attivare un'accademia dei Nuovi lincei, si ebbe una vera ripresa delle sue attività solo nel 1847 quando papa Pio IX rifondò una Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, tuttora esistente (dal 1936 ha il nome di Pontificia accademia delle scienze).
Da parte sua, il Regno d'Italia procedette ad una rifondazione del sodalizio nel 1874, per opera di Quintino Sella, con la costituzione dell'Accademia Nazionale Reale dei Lincei. Questa ampliò i suoi scopi con la costituzione della Classe di scienze morali o umanistiche, che ebbe fra i suoi primi membri il filosofo Giuseppe Ferrari, e riuscì ad assumere un grande prestigio.
Il primo Novecento[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1926 Benito Mussolini promosse la nascita di una nuova accademia, in sintonia con la politica culturale del regime: nacque l'Accademia d'Italia. Questo portò il presidente dei Lincei, Vito Volterra, a dimettersi. Ne prese il posto Vittorio Scialoja. L'Accademia d'Italia fu poi inaugurata solo nel 1929.
Nel 1933 avviene il commissariamento dell'Accademia[2]; e con il nuovo statuto il governo richiese nel 1934 a tutti i soci il giuramento di fedeltà al regime fascista per restare a farne parte. Tra i Lincei non giurarono in dieci:
- sette rifiutarono esplicitamente: Benedetto Croce, Gaetano De Sanctis, Vito Volterra, Vittorio Emanuele Orlando, Antonio De Viti De Marco, Francesco De Sarlo e Leone Caetani;
- tre presentarono le dimissioni: Giulio Alessio, Costantino Bresciani Turroni, Umberto Ricci.[3]
Nel 1938, in seguito alle leggi razziali imposte dal governo, l'accademia fu epurata dei soci ebrei, tra i quali Guido Castelnuovo[4]. Si dimise inoltre da socio straniero (lo era diventato nel 1921) Albert Einstein (e tornò ad esserlo dal 1946)[5].
Nel 1939 il regime fascista accorpò l'istituzione con l'Accademia d'Italia, al fine di ridurne l'indipendenza. Ultimo presidente fu Federico Millosevich che fu nominato membro dell'ufficio di presidenza dell'Accademia d'Italia[6].
Dal 1944 ad oggi[modifica | modifica wikitesto]
Dopo la Liberazione di Roma, il (4 giugno 1944), l'Accademia d'Italia fu soppressa, su suggerimento di Benedetto Croce, e i Lincei riebbero la loro indipendenza. Fu poi costituita una commissione di epurazione. Il presidente, Vincenzo Rivera, si insediò il 17 luglio 1944. I lavori si protrassero fino al 1946.
La commissione decise di radiare dall'Accademia i membri più compromessi con il fascismo: Giuseppe Bottai, Cesare Maria De Vecchi, Luigi Federzoni e Sabato Visco.[7]
Nel 1946 fu eletto nuovo presidente (dai soci, tornati a votare dal 1932) Guido Castelnuovo.
Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]
L'Accademia dei Lincei dal 1986 è retta da uno statuto che prevede che sia composta da 540 accademici, divisi secondo tre qualifiche, ognuna delle quali raccoglie un terzo di essi; 180 sono infatti i soci ordinari "nazionali", 180 i soci ordinari "stranieri" e 180 sono i soci "corrispondenti".
Tutti i soci sono poi ripartiti in due classi: la prima è quella di Scienze Fisiche, mentre la seconda è quella delle Scienze Morali.
Dal 2001 la Classe di Scienze Fisiche è ripartita in 5 categorie:
- Matematica, Meccanica e applicazioni
- Astronomia, Geodesia, Geofisica e applicazioni
- Fisica, Chimica e applicazioni
- Geologia, Paleontologia, Mineralogia e applicazioni
- Scienze Biologiche e applicazioni
La Classe di Scienze Morali è ripartita in 7 categorie:
- Filologia e Linguistica
- Archeologia
- Critica dell'Arte e della Poesia
- Storia e Geografia storica e antropica
- Scienze Filosofiche
- Scienze Giuridiche
- Scienze Sociali e Politiche
Presidenti[modifica | modifica wikitesto]
- Giuseppe Ponzi (1871-1874)
- Quintino Sella (1874-1884)
- Francesco Brioschi (1884-1897)
- Eugenio Beltrami (1898-1900)
- Angelo Messedaglia (1900-1902)
- Pasquale Villari (1902-1904)
- Pietro Blaserna (1904-1916)
- Francesco d'Ovidio (1916-1923)
- Vito Volterra (1923-1926)
- Vittorio Scialoja (1926-1932)
- Antonio Garbasso (1932-1933)
- Vittorio Scialoja (luglio-novembre 1933)
- Vittorio Rossi - comm. (1933-1935)
- Vittorio Rossi - (1935-1938)
- Federico Millosevich (1938-1939)
- Vincenzo Rivera comm. (1944-1946)
- Guido Castelnuovo (1946-1952)
- Vincenzo Arangio-Ruiz (1952-1958)
- Francesco Giordani (1958-1961)
- Gino Cassinis (1961-1964)
- Angelo Monteverdi (1964-1968)
- Beniamino Segre (1968-1973)
- Enrico Cerulli (1973-1976)
- Beniamino Segre (1976-1978)
- Antonio Carrelli (1978-1981)
- Giuseppe Montalenti (1981-1985)
- Francesco Gabrieli (1985-1988)
- Edoardo Amaldi (1988-1989)
- Giorgio Salvini (1990-1994)
- Sabatino Moscati (1994-1997)
- Edoardo Vesentini (1997-2003)
- Giovanni Conso (2003-2009)
- Lamberto Maffei (2009-2015)
- Alberto Quadrio Curzio (2015-2018)[8]
- Giorgio Parisi (dal 2018)[9]
Premi[modifica | modifica wikitesto]
- Premio Presidente della Repubblica
- Premio "Antonio Feltrinelli"
- Premio del Ministro per i Beni e le Attività Culturali
- Premio Linceo
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Una completa storia dei Lincei riminesi è nel saggio Tra erudizione e Nuova Scienza. I Lincei riminesi di Giovanni Bianchi (1745), «Studi Romagnoli» LII (Cesena 2004, pp. 401-492).
- ^ Accademia dei Lincei - Cronologia - 1933 Commissariamento dell'Accademia dei Lincei
- ^ Paolo Simoncelli, «(Guido Castelnuovo). Il matematico, gli ebrei e il fascismo», da Avvenire, 17 dicembre 2009.
- ^ Accademia dei Lincei - Cronologia - 1938 Epurazione dei soci ebrei dall'Accademia dei Lincei
- ^ http://www.lincei-celebrazioni.it/icarteggio_einstein.html
- ^ Accademia dei Lincei - Cronologia - 1939 Fusione dell'Accademia dei Lincei con l'Accademia d'Italia
- ^ Paolo Simoncelli, op. cit.
- ^ Alberto Quadrio Curzio, su lincei.it. URL consultato il 27 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2018).
- ^ Il fisico Giorgio Parisi eletto presidente dell'Accademia dei Lincei, su ansa.it. URL consultato il 27 giugno 2018.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Il primo emblema dell'accademia nel francobollo che ne celebra il IV centenario della fondazione.
Accademia Nazionale dei Lincei: cancello sul Lungotevere di Villa Farnesina.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Accademia d'Italia
- Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
- Accademia dei Catenati
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Accademia Nazionale dei Lincei
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su lincei.it.
- Accademia Nazionale dei Lincei, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Accademia Nazionale dei Lincei / Accademia Nazionale dei Lincei (altra versione), in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Accademia Nazionale dei Lincei, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Eventi organizzati da Accademia Nazionale dei Lincei, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Dal sito ufficiale:
- Storia dell'Accademia dei Lincei da Francesco Gabrieli
- Brevi cenni a cura di Ada Baccari (pdf, 27 Mb)
- L'Accademia nella vita e nella cultura dell'Italia unita (I87I - I97I) a cura di Raffaello Morghen (pdf, 18 Mb)
- Biblioteca dei Lincei e Corsiniana, Guida al patrimonio documentario
- I Lincei riminesi del 1745 di Giovanni Bianchi, su digilander.libero.it.
- Breve storia dell'Accademia dei Lincei da Domenico Carutti, pubblicazione della R. Accademia, Roma, 1883.
- portale RAI Scuola, Humanae Litterae: Orientarsi con l'accademia dei Lincei
- Archivio storico capitolino, Atti dell’Accademia Pontificia de’ Nuovi Lincei (1847/48 - 1901/02)
- Biblioteca ASA,
- Atti dell'Accademia dei Lincei (1873-1876)
- Atti dell'Accademia dei Lincei (1876-1948 e 1969-1997)
- Università di Heidelberg, Monumenti antichi pubblicati per cura della Reale Accademia dei Lincei, 30 voll., Hoepli, Milano, 1889-1925.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126646324 · ISNI (EN) 0000 0001 2195 4282 · LCCN (EN) n79033013 · GND (DE) 35038-2 · BNF (FR) cb15373443x (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n87845473 |
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