Pompei (comune)

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Pompei
comune
Pompei – Veduta
Pompei – Veduta
Veduta di Pompei e del Vesuvio dal campanile dell'omonima città
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Città metropolitana Napoli
Amministrazione
SindacoCarmine Lo Sapio (PD) dal 22-9-2020
Data di istituzione29 marzo 1928
Territorio
Coordinate40°45′N 14°30′E / 40.75°N 14.5°E40.75; 14.5 (Pompei)
Altitudine14 m s.l.m.
Superficie12,42 km²
Abitanti23 807[1] (31-5-2023)
Densità1 916,83 ab./km²
FrazioniMariconda, Messigno, Piano Zona 167, Ponte Nuovo, Treponti, Fontanelle, Parrelle, Ponte Izzo, Ponte Persica, Fossavalle, Chiesa della Giuliana
Comuni confinantiBoscoreale, Castellammare di Stabia, Sant'Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Scafati (SA), Torre Annunziata
Altre informazioni
Cod. postale80045
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063058
Cod. catastaleG813
TargaNA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 131 GG[3]
Nome abitantipompeiani
PatronoMadonna del Rosario
Giorno festivo8 maggio - 7 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pompei
Pompei
Pompei – Mappa
Pompei – Mappa
Posizione del comune di Pompei nella città metropolitana di Napoli
Sito istituzionale

Pompei è un comune italiano di 23 807 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania, sede dei celebri scavi archeologici dell'antica città romana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Periodo prima dell'eruzione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pompei (città antica).

Una migrazione di abitanti dalle terre dell'Egeo discendenti dei Pelasgi, formò un primitivo insediamento ai piedi del Vesuvio, nell'area di Pompei: forse non un villaggio vero e proprio, più probabilmente un piccolo agglomerato di case posto all'incrocio di tre importanti strade, ricalcate in epoca storica dalla via proveniente da Cuma, Nola, Stabia e da Nocera.

Fu conquistata una prima volta dalla colonia di Bea tra il 525 e il 474 a.C.: le prime tracce di un centro importante risalgono al VI secolo a.C., anche se in questo periodo la città, sembra ancora un'aggregazione di edifici piuttosto disordinata e spontanea.

La battaglia persa dagli Etruschi nelle acque di fronte a Cuma contro Cumani e Siracusani (metà del V secolo a.C.) portò Pompei sotto l'egemonia dei sanniti. La città aderì alla Lega nucerina: probabilmente risale a questo periodo la fortificazione dell'intero altopiano con una cerchia di mura di tufo che racchiudeva oltre sessanta ettari, anche se la città vera e propria non raggiungeva i dieci ettari d'estensione.

Fu ostile ai Romani durante le guerre sannitiche. Una volta sconfitta, divenne alleata di Roma come socia dell'Urbe, conservando un'autonomia linguistica e istituzionale. È del IV secolo a.C. il primo regolare impianto urbanistico della città che, intorno al 300 a.C., fu munita di una nuova fortificazione in calcare del Sarno.

Durante la seconda guerra punica Pompei, ancora sotto il controllo di Nuceria Alfaterna, rimase fedele a Roma e poté così conservare una parziale indipendenza. Nel II secolo a.C. la coltivazione intensiva della terra e la conseguente massiccia esportazione di olio e vino portarono ricchezza e un alto tenore di vita.

Allo scoppio della guerra sociale Pompei fu ostile a Roma: nell'89 a.C. Silla, dopo aver fatto capitolare Stabia, partì alla volta di Pompei, che tentò una strenua difesa rinforzando le mura cittadine e avvalendosi dell'aiuto di un gruppo di celti capitanati da Lucio Cluenzio. Ogni tentativo di resistenza risultò vano e la città cadde ma, grazie all'appartenenza alla lega nucerina, ottenne la cittadinanza romana e fu inserita nella Gens Menenia.

Nell'80 a.C. entrò definitivamente nell'orbita di Roma e Silla vi trasferì un gruppo di veterani nella Colonia Venerea Pompeianorum Sillana. Tacito ricorda la rissa tra Nucerini e Pompeiani del 59 d.C. nell'Anfiteatro romano di Pompei, che spinse i consoli a proibire per dieci anni ogni forma di spettacolo gladiatorio.[4]

Nel 79 d.C. Pompei fu interessata dall'eruzione del Vesuvio, che la seppellì sotto una coltre di materiali piroclastici di altezza variabile dai cinque ai sette metri, determinandone la fine. Al momento dell'eruzione molti edifici erano in fase di ricostruzione a causa del sisma del 62 d.C.

Periodo dopo l'eruzione[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni reperti bizantini testimoniano l'esistenza di un piccolo insediamento anche nel Medioevo; in questo periodo gli abitanti erano concentrati in località Civiltà Giuliana, a nord della città antica e in posizione più elevata, vista la presenza di paludi e di una forte umidità nella parte più meridionale, nei pressi del fiume Sarno, portatrice di malattie e morte. Successivamente il Sarno fu deviato dal Principe di Scafati, e ciò provocò la morte di quasi tutti gli abitanti della valle di Pompei. I Borboni realizzarono poi alcune opere idrauliche e la foce del fiume fu interamente bonificata e delimitata da argini in pietra. A inizio Ottocento fu costruita la Chiesa della Giuliana.

La Pompei moderna fu fondata dopo la costruzione del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Il santuario fu consacrato nel 1891.

Il comune di Pompei fu istituito il 29 marzo 1928, acquisendo la parte del territorio di Scafati denominata Valle di Pompei. Il restante territorio fu ceduto dai comuni di Torre Annunziata, Boscoreale, Gragnano e Castellammare di Stabia.[5]

Personaggio di rilievo fu Bartolo Longo, proclamato beato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II. Per sua volontà fu eretto il santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, ora basilica pontificia, ricca di ex voto, la quale costituisce una delle mete italiane più frequentate "per grazia ricevuta"; in esso è conservata la tela seicentesca della scuola di Luca Giordano, raffigurante la Madonna di Pompei. Un pellegrinaggio si verifica in occasione delle due suppliche alla Madonna, l'8 di maggio e il 7 di ottobre. Si devono a lui anche due strutture destinate all'accoglienza dei figli e figlie di persone carcerate.[6]

Ebbe risalto internazionale la registrazione in audio e video, nell'Anfiteatro romano di Pompei, avvenuta nell'ottobre 1971, del concerto dei Pink Floyd, pubblicato nel 1972 come Pink Floyd a Pompei.[7] Il concerto fu tenuto in assenza di pubblico, alla presenza del solo staff tecnico.

Nello stesso anfiteatro l'ex componente degli stessi Pink Floyd, David Gilmour ha eseguito due concerti nel luglio 2016, da queste tappe, del suo Rattle That Lock Tour, è stato tratto un album dal vivo, sia audio che video, dal titolo Live at Pompeii pubblicato nel 2017.

Il 26 dicembre 2020 è stato riscoperto un termopolio magnificamente conservato, con tanto di affreschi intonsi, resti di cibo nelle sue anfore e ormai quasi del tutto emerso dalle ceneri della città soffocata dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.[8]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Pompei è stato concesso con regio decreto del 30 maggio 1929.[9]

«Troncato dalla fascia diminuita di rosso: nel primo, campo di cielo, al mare procelloso al naturale, sormontato dalla croce di legno al naturale, col rosario d'argento posto in banda, accompagnata nel canton sinistro del capo dalla stella di sei raggi dello stesso; nel secondo, campo di cielo, a due colonne di marmo al naturale, con la trabeazione d'argento, accollate al Vesuvio al naturale, il tutto movente dalla punta.»

Il gonfalone, concesso con il regio decreto del 15 dicembre 1930[9], è costituito da un drappo azzurro.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 9 gennaio 2004

Con decreto firmato il 9 gennaio 2004 dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Pompei è stata elevata al rango di città.[10]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Scavi archeologici di Pompei.
Una strada dell'antica Pompei

A partire dalla fine del XVIII secolo sono stati riportati alla luce i resti dell'antica città romana: le indagini archeologiche hanno restituito non solo pitture, mosaici, suppellettili ed edifici, ma hanno permesso di ricostruire lo stile di vita in epoca romana. Il sito archeologico pompeiano, insieme a quelli di Ercolano e Oplonti, è stato dichiarato nel 1997 dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2022 erano presenti 746 stranieri, pari al 3,24% della popolazione.[12]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

La città di Pompei è attraversata dall'autostrada A3 Napoli-Salerno ed è servita dai tre svincoli Pompei Scavi, Castellammare di Stabia e Pompei Centro - Scafati.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La città di Pompei è attraversata da 3 linee ferroviarie: Napoli-Poggiomarino e Torre Annunziata-Sorrento della rete Circumvesuviana gestita dall'Ente Autonomo Volturno, la Napoli-Salerno è gestita da Rete Ferroviaria Italiana.

Fra il 1911 e il 1952 Pompei fu servita dai binari della tranvia Salerno-Pompei, esercita dalla società Tranvie Elettriche della Provincia di Salerno (TEPS). Il primitivo capolinea tronco era situato sulla piazza del Santuario, sostituito nel 1924 da quello definitivo posto di fronte alla stazione della Circumvesuviana.

Stazioni[modifica | modifica wikitesto]

Stazione Pompei Scavi - Villa dei Misteri della Circumvesuviana
Nome Gestore Stato attuale Servizio
Pompei
In uso
Passeggeri
Pompei Scavi
Dismessa
Passeggeri
Pompei Santuario
In uso
Passeggeri
Pompei Valle
Dismessa
Passeggeri
Pompei Scavi-Villa Dei Misteri
In uso
Passeggeri
Ponte Persica[13]
Dismessa
Passeggeri
Moregine
In uso
Passeggeri

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sindaci[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1928 1932 Giuseppe Fucci - comm. prefettizio
1932 1936 Angelo Bianchi - comm. prefettizio
1936 1937 Francesco Schettini Partito Nazionale Fascista Podestà
1937 1941 Armando Ardias Partito Nazionale Fascista Podestà
1941 1941 Luigi Arpaia Partito Nazionale Fascista Podestà
1941 1943 Igino Flamini - comm. prefettizio
1943 1944 Giuseppe Balsamo - comm. prefettizio
1944 1946 Romualdo Federico Partito Nazionale Monarchico Sindaco
1946 1948 Eduardo Santilli Democrazia Cristiana Sindaco
1948 1952 Luigi Morlicchio Democrazia Cristiana Sindaco
1952 1954 Ernesto Marotta Democrazia Cristiana Sindaco
1954 1956 Romualdo Federico Partito Monarchico Popolare Sindaco
1956 1960 Adriano Bellone Democrazia Cristiana Sindaco
1960 1965 Pasquale Cipriano Democrazia Cristiana Sindaco
1965 1969 Raffaele Mancini Democrazia Cristiana Sindaco
1969 1970 Giovanni Fienga Movimento Sociale Italiano Sindaco
1970 1975 Vincenzo Romano Democrazia Cristiana Sindaco
1975 1977 Mario Finelli Democrazia Cristiana Sindaco
1977 1980 Aldo Tufarelli Democrazia Cristiana Sindaco
1980 1988 Nunziato Machetti Democrazia Cristiana Sindaco
4 giugno 1988 24 marzo 1993 Giuseppe Tucci Democrazia Cristiana Sindaco
27 aprile 1993 2 giugno 1993 Leandro Morlicchio Democrazia Cristiana Sindaco
2 luglio 1993 28 giugno 1999 Sandro Staiano Lista civica di sinistra Sindaco
28 giugno 1999 28 giugno 2004 Giovanni Battista Zito Democratici di Sinistra Sindaco
28 giugno 2004 16 gennaio 2014 Claudio D'Alessio La Margherita-PD Sindaco
16 gennaio 2014 9 giugno 2014 Aldo Aldi - comm. prefettizio [14]
9 giugno 2014 10 ottobre 2016 Ferdinando Uliano Lista civica di centrosinistra Sindaco
10 ottobre 2016 13 febbraio 2017 Donato Giovanni Carfagna - comm. prefettizio
13 febbraio 2017 12 giugno 2017 Maria Luisa D'Alessandro - comm. prefettizio
12 giugno 2017 12 febbraio 2020 Pietro Amitrano Partito Democratico Sindaco
12 febbraio 2020 22 settembre 2020 Santi Giuffrè - comm. prefettizio
22 settembre 2020 in carica Carmine Lo Sapio Partito Democratico Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

La città moderna

Patti di amicizia[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è l'F.C. Pompei,[16] che milita nel girone A dell'Eccellenza. Dal campionato 2023-2024 la squadra di Pompei gioca in Eccellenza girone A, nello Stadio Comunale "V. Bellucci" di Pompei.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tacito, Annales, XIV.17.
  5. ^ Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n°88 del 13 Aprile 1928, su gazzettaufficiale.it.
  6. ^ Marilena Ferraris, LONGO, Bartolo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 65, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
  7. ^ (EN) Glenn Povey, Echoes: The Complete History of Pink Floyd, Chesham, Mind Head Publishing, 2007, p. 174, ISBN 978-0-9554624-0-5.
  8. ^ Eccezionale scoperta a Pompei: trovato un Termopolio intatto, in Giornale di Brescia, 26 dicembre 2020. URL consultato il 26 dicembre 2020.
  9. ^ a b Pompei, su Archivio Centrale dello Stato, Ufficio araldico - Fascicoli comunali. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  10. ^ La città e la storia, su Comune di Pompei. URL consultato il 25 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2016).
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  12. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.
  13. ^ Indirizzo ufficiale presente su Eavcampania.it (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2013).
  14. ^ Pompei. Si insedia il commissario prefettizio, è Aldo Aldi, su torresette.news. URL consultato il 14 gennaio 2017.
  15. ^ (CA) Ciutats agermanades, su tarragona.cat.
  16. ^ A.S.D. Città di Pompei, su pompeianacalcio.com. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2012).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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