San Gennaro Vesuviano

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San Gennaro Vesuviano
comune
San Gennaro Vesuviano – Stemma
San Gennaro Vesuviano – Veduta
San Gennaro Vesuviano – Veduta
Municipio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Città metropolitana Napoli
Amministrazione
SindacoAntonio Russo (Obiettivo San Gennaro) dal 22-9-2020
Territorio
Coordinate40°52′N 14°32′E / 40.866667°N 14.533333°E40.866667; 14.533333 (San Gennaro Vesuviano)
Altitudine56 m s.l.m.
Superficie7,01 km²
Abitanti12 036[1] (30-9-2022)
Densità1 716,98 ab./km²
FrazioniAprile, Bosco, Giugliani, Ruocco
Comuni confinantiNola, Ottaviano, Palma Campania, San Giuseppe Vesuviano
Altre informazioni
Cod. postale80040
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063066
Cod. catastaleH860
TargaNA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 204 GG[3]
Nome abitantisangennaresi
Patronosan Gennaro
Giorno festivo19 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Gennaro Vesuviano
San Gennaro Vesuviano
San Gennaro Vesuviano – Mappa
San Gennaro Vesuviano – Mappa
Posizione del comune di San Gennaro Vesuviano nella città metropolitana di Napoli
Sito istituzionale

San Gennaro Vesuviano è un comune italiano di 12 036 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Confina con l'area dell'agro nolano, circa 25 km a est di Napoli e 9 km a sud di Nola.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla preistoria all'età moderna[modifica | modifica wikitesto]

I primi insediamenti nell'area sono antichissimi. Il Comune di San Gennaro Vesuviano occupa il sito della Pianura Campana (anticamente conosciuto col nome di Planum Palmae), oggi meglio noto come il Piano, delimitato dal Monte Vesuvio e dal Monte Sant'Angelo. Il Piano rappresenta quasi un naturale collegamento geologico tra l'agro nocerino-sarnese e l'agro nolano. Recenti rinvenimenti archeologici hanno permesso di datare alcuni insediamenti nella piena Età del bronzo, intorno al 2000 a.C., quando un'improvvisa eruzione del Vesuvio devastò le comunità presenti nell'area.

Per vari secoli l'intera zona, ricoperta da una fitta vegetazione, è rimasta del tutto disabitata ed ha costituito al più un'occasionale destinazione di caccia per gli abitanti dei primitivi centri limitrofi. Solo secoli dopo, nuove popolazioni cominciarono lentamente ad insediarsi nuovamente. Nel 1631, con rogito stilato dalla curia vescovile di Nola dal Notaio Galeota, Scipione Pignatelli, conte di San Valentino e marchese di Lauro, fa una ricca donazione al Vescovo di Nola, monsignor Fabrizio Gallo a favore dei Padri Minori Riformatori di San Francesco.

Il marchese istituì anche la Fiera che ancora annualmente si tiene. La donazione ai Frati Francescani, consisteva tra l'altro, di appezzamento di terreno, nell'allora territorio di Palma Nolana, oggi Palma Campania, per la creazione di un convento e di una piccola comunità annessa. Il nucleo abitato intorno a Cavallerizza e Convento crebbe fino a diventare, prima quartiere di Palma Nolana, poi, dal 1841, autonomo comune per decreto di Ferdinando II di Borbone.

L'occupazione tedesca e l'arrivo degli alleati[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'occupazione tedesca non vengono ricordati episodi di rappresaglia da parte delle forze tedesche contro civili del posto; ci fu un'esecuzione (al di fuori del Cimitero di Palma Campania) di un sangennarese, a seguito di denuncia della moglie per maltrattamento e di un giovane garzone che aveva violato il coprifuoco imposto dai tedeschi durante la loro ritirata[5].

Si ricordano, invece, diversi episodi di sequestro di bestiame da parte delle forze di occupazione, con conseguente soppressione (nei pressi dell'attuale area mercato di Cappella Leone, anche nota "'a Separa")[6], un bombardamento alleato in località Pozzo Pagnotti, che causò la morte di un'intera famiglia[6] e l'abbattimento da parte della controaerea di un caccia inglese (con conseguente morte del pilota) nelle campagne adiacenti all'attuale Via Musiello. I tedeschi avevano allestito il loro quartier generale in un terreno situato nell'allora Via Cristoforo Colombo (ora Via Ten. Biagio Cozzolino).

Il 9 settembre 1943 ci fu lo sbarco a Salerno delle truppe anglo-americane (Sbarco a Salerno), grazie al quale, nelle prime ore del mattino del 28 settembre 1943[5], arrivarono, dopo giorni di cruenti battaglie, le prime forze alleate a San Gennaro. Giunsero per prime le truppe inglesi, provenienti da Sarno. Un gruppo di uomini sangennaresi si organizzò e andò incontro alla colonna di soldati, per indicare loro dove i tedeschi avevano piazzato le mine prima della ritirata verso Caserta. Gli uomini erano quelli della 46ª divisione (North Midlands) "Oak Tree", del X Corpo d'Armata Inglese, comandata dal generale Hawkesworth. Gli inglesi requisirono due stanze del palazzo dell'allora podestà del paese, in Piazza Regina Margherita, ove instaurarono il loro comando. Successivamente nel Bosco Pagliarone venne creato il campo di aviazione anglo-americano.

Ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa cattolica del Convento Francescano
  • Chiesa cattolica dei Santi Gioacchino e Anna
  • Cappella Leone ('a Separa)
  • Cappella Sommesi
  • Convento Francescano del Seicento

Altri monumenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Statua dei Caduti di tutte le guerre
  • Statua di Padre Pio
  • Monumento dedicato alla Fiera Vesuviana
  • Torre dell'orologio

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

  • Montagna di San Gennaro, a sud-est del capoluogo, enclave nel territorio di Palma Campania.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2020 la popolazione straniera residente era di 1 482 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate, in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente, erano :

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

  • Biblioteca comunale "Michele D'Avino" Piazza Margherita.

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

  • Scuola Elementare Statale "Luigi D'Avino" (con plessi: Capoluogo, Sommesi, Giugliani e Pagliarone).
  • Istituto comprensivo statale "Biagio Cozzolino-Nappo" (Via Ferrovia).
  • Scuola Materna Statale (Via Ragni).
  • Istituto d'Istruzione superiore statale "Caravaggio" formato da:
    • Liceo Artistico (Piazza Margherita).
    • Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente (Via Poggiomarino).
    • Liceo Scientifico (Via Poggiomarino).

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Fiera dell'agricoltura e dell'artigianato[modifica | modifica wikitesto]

Risale al diciassettesimo secolo l'istituzione della principale manifestazione culturale del nascente centro vesuviano non ancora autonomo, quando il Marchese Scipione Pignatelli volle creare la fiera quale momento di celebrazione popolare e di scambio economico nell'area, al tempo quasi del tutto priva di insediamenti abitativi ad eccezione del solo Convento dei Frati Francescani. Il lascito dei possedimenti a favore dei frati fu infatti condizionato all'impegno di questi ultimi a rinnovare annualmente la manifestazione fieristica, la più antica del meridione. Essa si svolge nella seconda decade del mese di settembre. La Fiera cominciò ad attrarre un numero crescente di pellegrini visitatori attratti anche dal fatto che gli scambi fossero franchi cioè liberi da gabella, ad indicarne la totale esenzione tributaria; altri benefici includevano il diritto di portare armi per difesa personale. Nel tempo fu istituita la figura del "Catapano" (anche detto "Mastro-giurato"), un notabile della zona investito annualmente del compito di partecipare alla inaugurazione formale ed in particolare responsabile della vigilanza. Nel 2007 il Catapano è stato Luigi Chiarolanza (titolare dello storico Tabacchi di Piazza Margherita). La Fiera era un'occasione di scambio e baratto dove si scambiavano principalmente i prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato locale. In particolare si vendevano cavalli ed altro bestiame, i vari prodotti della terra, vini e formaggi, utensili e masserizie largamente impiegati dalla locale economia contadina e terriera (scale, sedie e sgabelli, falci, roncole, zappe e badili, cesoie etc.). Gli scambi commerciali erano del tutto sospesi il giorno 19 per la celebrazione della messa in memoria del santo (San Gennaro) effettuata dal Padre superiore dall'alto del balcone del convento.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Industrie[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è collegato con l'Autostrada A30 (Italia), attraverso lo svincolo di Palma Campania e con la Strada statale 268 del Vesuvio attraverso lo svincolo di Ottaviano/San Giuseppe Vesuviano Nord/Nola.

Ferrovie e metropolitane[modifica | modifica wikitesto]

È presente la stazione ferroviaria di Palma-San Gennaro, telegestita. Il centro è inoltre collegato con bus navetta alla stazione Circumvesuviana di Rione Trieste.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Margherita negli anni cinquanta (quando era adibita a campo di calcio)

L'autonomia di San Gennaro Vesuviano risale al 1841, per decreto di Ferdinando II di Borbone; prima di allora, San Gennaro era un borgo di Palma Campania denominato appunto "borgo San Gennaro". Fra i tanti sindaci che si sono succeduti negli anni, si ricordano:

  • Filippo Casalini fu il primo sindaco, eletto alla carica di amministratore nei mesi successivi al conseguimento dell'autonomia amministrativa del piccolo centro. Prima di allora egli si era dedicato per oltre un ventennio alla professione medica, assistendo in condizioni pionieristiche una popolazione di poche migliaia di persone nella prima metà del diciannovesimo secolo.
  • Antonio Nunziata, medico condotto del paese, che svolse il ruolo di podestà nel ventennio fascista. A lui è attribuita la costruzione dell'edificio attualmente adibito a plesso dell'Istituto Caravaggio di Via Ferrovia (originariamente sede del Municipio).
  • Giovanni Nappi (PCI) che ha governato il piccolo centro per molti anni nella seconda metà del secolo scorso (anni sessanta e settanta)
  • Francesco Giugliano (PSI), nel 1982 ucciso per mano della camorra.
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1981- 1982 Francesco Giugliano Partito Socialista Italiano Sindaco
1983- 1987 Nando Ferraro Partito Comunista Italiano Sindaco
1987- 1989 Nando Ferraro Partito Comunista Italiano Sindaco
1989- 1990 Nando Ferraro Partito Comunista Italiano Sindaco
1990- 1991 Aniello Giugliano Democrazia Cristiana Sindaco
1991- 1993 Francesco Nusco Democrazia Cristiana Sindaco
1993- 1994 Gaetano Pesce Lista civica Sindaco
1994- 1998 Gaetano Pesce Lista civica Sindaco
1998- 2001 Gaetano Pesce Lista civica Sindaco
2001- 2004 Salvatore Carli commissario straordinario Sindaco
2004- 2009 Aniello Catapano Lista civica Sindaco
2009- 2014 Aniello Giugliano Lista civica Sindaco
2014- 2018 Antonio Russo Lista civica Sindaco
2018- 2020 Erminia Ocello, Raffaella De Asmundis, Giuseppe Mingione Commissione straordinaria
2020- in carica Antonio Russo Lista civica Sindaco

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Squadre militanti in campionati minori:

  • A.C. Sangennarese (terza categoria)
  • Sporting Club "Free Time (giovanile)
  • A.S.D. Virtus San Gennarese (giovanile)

Basket[modifica | modifica wikitesto]

  • Vis Basket San Gennaro Vesuviano, militante nel Campionato Prima Divisione Girone C 2013/2014 capitanata da Giugliano Giuseppe il quale rientra nei primi 96 giocatori più futuribili dell'intero Paese(Italia) Under 17 maschile,

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

  • San Gennaro Vesuviano, militante nel campionato Under 16(NA) Femminile (Girone G) e Maschile (Girone B), e nel campionato Under 14 femminile 2008/09 e maschile.

prima divisione maschile e prima femminile

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

  • Stadio "Scipione Pignatelli", struttura pubblica attualmente inagibile.
  • Palestra comunale (basket e pallavolo), struttura pubblica attualmente inagibile.
  • Sporting Club "Free Time", struttura privata.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

La torre senza un orologio[modifica | modifica wikitesto]

Torre dell'orologio nel 1986, senza il quadrante di levante.

Gli anni successivi all'autonomia dell'ex borgo di San Gennaro dal comune di Palma Campania furono caratterizzati da episodi e comportamenti derivanti da una rivalità che si creò fra questi due paesi (e che si protrasse fino all'inizio degli anni ottanta). Tale rivalità si manifestò soprattutto in violente dispute in occasione degli incontri di calcio fra le due squadre cittadine. Il campanile senza un orologio è sicuramente l'aneddoto più curioso di questa rivalità. Si racconta, infatti, che inizialmente il quadrante della torre che volgeva a levante (cioè verso Palma Campania) fu volutamente senza orologio, proprio perché i cittadini di Palma Campania non potessero leggere l'orario. Solo con i lavori di ristrutturazione di fine anni ottanta, fu aggiunto il quarto orologio. Nell'anno 2022 la Torre è stata ristrutturata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Classificazioni climatiche della Campania Archiviato il 15 marzo 2009 in Internet Archive.
  5. ^ a b Natale Guerra, Smarrimenti e memoria, 2012
  6. ^ a b Testimonianze tramandate da anziani del posto, all'epoca bambini
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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