Calcinato

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Calcinato
comune
Calcinato – Stemma
Calcinato – Veduta
Calcinato – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoNicoletta Maestri (centro-destra) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°27′29.16″N 10°24′52.56″E / 45.4581°N 10.4146°E45.4581; 10.4146 (Calcinato)
Altitudine171 m s.l.m.
Superficie33,3 km²
Abitanti12 981[1] (30-11-2023)
Densità389,82 ab./km²
FrazioniCalcinatello, Ponte San Marco, Prati
Comuni confinantiBedizzole, Castenedolo, Castiglione delle Stiviere (MN), Lonato del Garda, Mazzano, Montichiari
Altre informazioni
Cod. postale25011
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017032
Cod. catastaleB394
TargaBS
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 570 GG[3]
Nome abitanticalcinatesi
Patronosan Vincenzo
Giorno festivo22 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Calcinato
Calcinato
Calcinato – Mappa
Calcinato – Mappa
Posizione del comune di Calcinato nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Calcinato (Calsinàt in dialetto bresciano[4]) è un comune italiano di 12 981 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Calcinato è situato in quella fetta di terra bresciana incastonata tra le prealpi, l'anfiteatro morenico esterno del lago di Garda, e l'inizio della pianura padana a una quota media di 164 m s.l.m.

Dalla pianeggiante campagna si distinguono due rilievi collinari: quello a sud, più scosceso, ospita il nucleo storico del paese, mentre quello a settentrione è caratterizzato da coltivazioni. Il territorio è attraversato dal fiume Chiese, che passa a ovest dei due rilievi, separando la frazione di Calcinatello dal capoluogo.

Il comune confina, per poche decine di metri, con quello di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Stando al Mazza, il toponimo deriverebbe da Calcina, indicando quindi la qualità del terreno. Nel XIII secolo è attestato l'uso di Calzinado[5].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Calcinato sorse su un'antica strada romana, come attestano i ritrovamenti di epigrafi delle quali una dedicata al dio Apollo[5].

Epoca medievale[modifica | modifica wikitesto]

In epoca alto-medievale, parte del territorio fu posseduto dall'abbazia benedettina di Nonantola che lo cedette al monastero di Santa Giulia nell'813. I benedettini ebbero il merito di avviare le prime opere di bonifica e di canalizzazione del territorio. Anche l'abbazia di Acquanegra possedette diversi beni.

Il castello era posto sulla collina e si ignora il momento di edificazione. Il 9 agosto 1201 fu teatro della lotta fra gli esuli ghibellini cremonesi e i guelfi bresciani che vide soccombere i secondi. Dopo la caduta della signoria bresciana di Pandolfo III Malatesta (1419), il fortilizio fu occupato dal Carmagnola al comando di forze fedeli ai Visconti[6]. Un'epigrafe nel palazzo del municipio ricorda il passaggio del condottiero poi reso celebre da Alessandro Manzoni.

Epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1426, il comune passò alla Repubblica di Venezia che lo assegnò inizialmente alla quadra di Ghedi e poi a quella di Rezzato[7]. Nel 1481, il capocomune di allora, Giovanni Maestri, chiese e ottenne che la chiesa fosse staccata dalla pieve di Pontenove e fosse eretta a collegiata, offrendo in cambio una casa al prevosto e ai canonici e l'acqua per irrigare il beneficio a essa annesso.

Nel 1483 il castello fu occupato dal duca Alfonso di Calabria durante gli eventi della guerra di Ferrara, poi scacciato nella primavera seguente dalle forze della Serenissima[8].

Nel XV secolo, la storia calcinatese fu caratterizzata da alcuni scontri con Brescia e con altri comuni:

  • nel 1523, fu ucciso un conestabile del podestà bresciano durante una sommossa popolare;
  • nel 1528 e 1548, fu contestato l'uso delle acque irrigue da parte dei comuni vicini, in particolare del Naviglio[8].

Secondo il Catastico bresciano di Giovanni da Lezze (1610) il comune era retto da ventiquattro consoli, ovvero due consoli per ogni mese, eletti dalla vicinia e aveva il giuspatronato sul convento dei Frati minori di Calcinatello istituito nel 1479 attorno alla chiesa di Santa Maria delle Grazie[7].

Il Settecento si aprì con il coinvolgimento del paese nella guerra del Monferrato. Nel 1704, fu occupato dalle forze franco-spagnole di Vendôme che il 19 aprile 1706 si scontrarono con le forze imperiali comandate dal conte danese Reventlow.

Il complesso conventuale di Calcinatello fu chiuso nel 1769. Con l'eccezione della chiesa, l'intero complesso fu ceduto undici anni dopo[8].

Epoca pre-unitaria[modifica | modifica wikitesto]

Al termine del XVIII secolo, Calcinato seguì le vicende del territorio bresciano. Nel 1796, Napoleone Bonaparte soggiornò a casa dei nobili Briggia poco prima della battaglia di Lonato[8]. Con l'istituzione della Repubblica Bresciana (marzo 1797), il paese entrò a far parte del Cantone dei colli[9].

A seguito dell'inglobamento dell'effimera repubblica in quella cisalpina (novembre 1797), il comune fu assegnato al Dipartimento del Benaco all'interno del quale fece distretto a sé. Con la Legge 21 vendemmiale anno VII (12 ottobre 1798), il comune fu assegnato al Distretto dei Colli del Dipartimento del Mella[9].

Dopo il riassetto della Repubblica Cisalpina (maggio 1801), il comune fu ribattezzato Calcinato con Calcinatello e fu incorporato nel Distretto I di Brescia del dipartimento del Mella[9] e in tale posizione si mantenne anche durante la napoleonica Repubblica Italiana. L'8 giugno 1805, nella riorganizzazione del Regno d'Italia, fu assegnato al Distretto I, di Brescia, a sua volta appartenente al cantone IV, avente medesimo capoluogo. Fu inoltre definito comune di seconda classe, grazie ai suoi 3 076 abitanti. Nel 1810 passò al Cantone V di Montichiari[9].

Assegnato al Regno Lombardo-Veneto dal Congresso di Vienna (1815), il comune fu inserito all'interno del distretto IV di Montichiari della nuova provincia di Brescia[10].

Dopo l'Unità d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli eventi della seconda guerra d'indipendenza italiana (1859), il comune fu assegnato al mandamento II di Montichiari a sua volta appartenente al Circondario V di Castiglione della nuova provincia di Brescia[11].

Si svilupparono le attività industriali soprattutto quelle relative alla tessitura, grazie anche alla presenza della seriola Calcinata. Nel 1875 fu fondato l'ospizio degli anziani, mentre cinque anni dopo fu aperto l'asilo. Nel 1885 il professor Bianchini aprì una scuola di istruzione presso il Mutuo Credito[8].

La filanda, al posto della quale oggi sorge il palazzo del Municipio, era di proprietà di Cesare Baletti.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«D'azzurro, alla spiga di grano d'oro, posta in palo, impugnata con due ramoscelli d'alloro, uno in banda, l'altro in sbarra, di verde; al capo di rosso, caricato della croce d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

La prima testimonianza dello stemma risale ad un sigillo del 1591 raffigurante due spighe di miglio poste in croce di Sant'Andrea accostate da due lettere C per "Comunitas Calcinati". La composizione, con alcune variazioni, venne utilizzata fino al XIX secolo.[12]

Il gonfalone è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Vincenzo[modifica | modifica wikitesto]

Veduta posteriore della chiesa di San Vincenzo

Chiesa parrocchiale di Calcinato. È dedicata a San Vincenzo, diacono e martire di Saragozza.

Sorge in posizione panoramica sulla sommità del colle attorno al quale si sviluppa il paese, all'interno dell'antico recinto fortificato del borgo.

I capi famiglia del comune ne deliberarono la costruzione il 24 maggio 1790. Il progetto fu affidato all'architetto comasco Pietro Antonio Cetti che diresse la demolizione dell'antica chiesa e i lavori della nuova. Nel 1814 Cetti morì, per cui fu necessario chiamare l'architetto Rodolfo Vantini al fine di completare l'opera. L'artista bresciano vi lavorò dal 1831 al 1846.

Notevoli le cinque statue in pietra di Botticino (1846) dell'Emanueli sulla facciata. All'interno, sono presenti una pala maggiore di fine Settecento, opera di Sante Cattaneo e un Cristo Risorgente, opera di Paolo Farinati (1582), collocato nella pregevole Cappella del Santissimo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Vincenzo (Calcinato).

Chiesa di Santa Maria[modifica | modifica wikitesto]

È la chiesa parrocchiale della località di Calcinatello.

Nacque attorno all'anno mille in qualità di chiesa campestre. Nel 1479 divenne chiesa conventuale dei frati minori di Sant'Antonio.

Riedificata attorno alla metà del Settecento, con l'intervento di Paolo Soratini, fu eretta in parrocchia nel 1889.

All'interno è presente una pala opera di Antonio Dusi (1759) e raffigurante la Madonna con San Francesco e le anime purganti.

Altre chiese[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo del Municipio[modifica | modifica wikitesto]

Sede delle attività del consiglio comunale e di un paio di organizzazioni territoriali, il palazzo risale al XIV secolo[senza fonte] ed è uno dei più antichi del paese[senza fonte].

Nella Sala del mappamondo vi è un soffitto dipinto nel XVII secolo[senza fonte] con la raffigurazione delle terre conosciute in quel tempo. La sala che ospita l'ufficio del sindaco reca i segni del passaggio degli uomini del conte di Carmagnola, ricordato anche da un'epigrafe posta dagli abitanti di Calcinato all'ingresso del palazzo nel 1569.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 2 221 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]

Patroni S. Vincenzo, patrono della parrocchia di Calcinato (22 gennaio); SS. Faustino e Giovita, patroni della parrocchia di Ponte S. Marco (15 febbraio); S. Germano, patrono della comunità civile di Calcinato (1º maggio); S.V. Maria, patrona della parrocchia di Calcinatello (8 settembre); Annunciazione della beata Vergine Maria patrona della frazione Prati (ottava dopo Pasqua); S. Francesco d'Assisi, patrono della frazione del Costiolo, con la tradizionale benedizione degli animali.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Ponte San Marco è attraversato dalla ex strada statale 11 Padana Superiore, mentre l'autostrada A4 Milano - Venezia separa la frazione dal capoluogo. La strada provinciale 28 collega quest'ultimo a Montichiari e a Mocasina, frazione di Bedizzole.

Ponte San Marco è attraversato inoltre dalla linea ferroviaria Milano-Venezia ed è servito dalla fermata di Ponte San Marco-Calcinato.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il municipio di Calcinato.
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1975 1980 Mammola Bianchi PSI Sindaco
1980 1995 Angiolino Goglioni DC Sindaco [14][15]

Di seguito l'elenco dei sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1995):

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 2004 Pierangelo Crottogini lista civica di centro-sinistra Sindaco [16][17]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Angiolino Goglioni lista civica di centro-destra Sindaco [18]
8 giugno 2009 27 maggio 2019 Marika Legati Il Popolo della Libertà-Lega Nord Sindaco [19]
27 maggio 2019 in carica Nicoletta Maestri Forza Italia-Lega-Fratelli d'Italia Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è l'U.S. Calcinato 1948 A.S.D. che milita nel girone D lombardo di Promozione. I colori sociali sono il rosso e il blu. È nata nel 1948.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Toponimi in dialetto bresciano
  5. ^ a b Mazza (1986), p. 279.
  6. ^ Mazza (1986), pp. 279-280.
  7. ^ a b LombardiaBeniculturali - Comune di Calcinato (sec. XIV - 1797), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 agosto 2010.
  8. ^ a b c d e Mazza (1986), p. 280.
  9. ^ a b c d LombardiaBeniculturali - Comune di Calcinato con Calcinatello (sec. 1797 - 1815), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 agosto 2010.
  10. ^ LombardiaBeniculturali - Comune di Calcinato (sec. 1816 - 1859), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 agosto 2010.
  11. ^ LombardiaBeniculturali - Comune di Calcinato (sec. 1859 - [1971]), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 agosto 2010.
  12. ^ Marco Foppoli, Stemmario Bresciano, Provincia di Brescia / Grafo, 2011, p. 88, ISBN 978-88-7385-844-7.
  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  14. ^ Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 15 marzo 2014.
  15. ^ Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 15 marzo 2014.
  16. ^ Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 15 marzo 2014.
  17. ^ Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 15 marzo 2014.
  18. ^ Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 15 marzo 2014.
  19. ^ Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali, Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.it. URL consultato il 15 marzo 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Attilio Mazza, Il Bresciano - Volume IV. La pianura, Bergamo, Bortolotti, 1986, pp. 279-280. ISBN non esistente.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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