Vione

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Vione
comune
Vione – Stemma
Vione – Bandiera
Vione – Veduta
Vione – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoMauro Testini (lista civica di centro-sinistra) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate46°14′53.09″N 10°26′54.31″E / 46.24808°N 10.44842°E46.24808; 10.44842 (Vione)
Altitudine1 250 m s.l.m.
Superficie35,27 km²
Abitanti627[1] (30-9-2022)
Densità17,78 ab./km²
FrazioniCanè, Stadolina
Comuni confinantiEdolo, Ponte di Legno, Temù, Vezza d'Oglio
Altre informazioni
Cod. postale25050
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017202
Cod. catastaleM065
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 997 GG[3]
Nome abitantivionesi
Patronosan Remigio
Giorno festivoSeconda domenica settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vione
Vione
Vione – Mappa
Vione – Mappa
Posizione del comune di Vione nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Vione (Viù in dialetto camuno) è un comune italiano di 627 abitanti[1] della Val Camonica, della provincia di Brescia in Lombardia.

Il territorio di Vione in Val Camonica

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il paese di Vione si trova in alta Val Camonica.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L’evoluzione del toponimo è piuttosto varia nel XI secolo è denominato Vionno, poi nel successivo secolo Avionno e nel XIII secolo Viono. Oltre alle origini leggendarie, che fanno parte delle avventure dell’Imperatore Carlo Magno in Vallecamonica (che tuttavia risalgono al 1600). L’ipotesi più accreditata sull’origine del toponimo è che esso possa derivare da via e sia l’accrescitivo nell’idioma locale ossia Viù (nome che rimane nel locale Lombardo Orientale), ossia “stradone”. Un’altra ipotesi è quella della similarità con il termine Avio derivata dalla prossima Val d’Avio. Vione potrebbe anche derivare dall'antico celtico "biù" (baita o casa di montagna). Secondo quanto riportato invece dal notaio Bartolomeo Biancardi e dal cronista Padre Gregorio Brunelli inizialmente il paese si chiamava Polagra o Polacra o Dellagara ed in esso sorgeva un'imponente fortezza il cui mastio venne distrutto nel 1411. Secondo il Brunelli fu Carlo Magno che dopo aver espugnato il maniero ne cambiò il nome in Vione ispirandosi al suo castello di Vion nei Pirenei.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.
Antica abitazione a Vione
Chiesa di San Remigio, parrocchiale
Parte dell'antica abside della parrocchiale

Il 19 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima, nei territori di Vione e Corteno Golgi, Giovanni e Belotto Bardelli di Malonno.[4]

Nel 1338 vi fu una lite tra i Vione e Vezza per i confini, e gli abitanti vennero alle armi. Gli abitanti di Vezza diedero fuoco al castello di Vione. La dichiarazione di pace che contemplava anche i confini di Promina e Valzani fu rogata l'anno seguente.[5]

Il 15 maggio 1365 il vescovo di Brescia Enrico da Sessa investe iure feudi dei diritti di decima, nei territori di Breno, Vione, Vezza, Sonico, Malonno, Berzo Demo, Astrio, Ossimo e Losine, Giovanni e Gerardo del fu Pasino Federici di .[6]

Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 i rappresentanti della comunità di Vione, di Bregnano Marchesio ed il notaio Antonio Guarnieri si schierarono sulla sponda ghibellina.[7]

Il 17 settembre 1423 il vescovo di Brescia Francesco Marerio investe iure feudi dei diritti di decima, nei territori di Monno, Cevo, Andrista, Grumello, Saviore, Cemmo, Ono, Sonico, Astrio, Malegno, Cortenedolo, Vione, Incudine e Berzo Demo, Bertolino della Torre di Cemmo .[8]

Nel 1460 furono istituite delle scuole di grammatica latina, frequentate non solo da terrazzani, ma anche da esteri. Esse durarono fino al 1705, facendo di Vione un semenzaio di notai.[9] In 4 secoli Vione produsse 142 sacerdoti, diversi dottori in teologia, 99 monaci, tra cui predicatori, 76 pubblici notai e diversi dottori in legge e medicina.[10]

Il 13 agosto 1862 un incendio divora la frazione di Canè.[11]

Feudatari locali[modifica | modifica wikitesto]

Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Stemma Periodo
Bardelli 1336 - ?
Federici
1365 - ?
Della Torre
1423 - ?

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Di argento, al castello di rosso, torricellato di un pezzo centrale, merlato alla guelfa, il corpo del castello terminante con due merli alla ghibellina, aperto e finestrato del campo; all'aquila al naturale che scende in volo verso il merlo centrale della torre. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Le chiese di Vione sono:[12]

  • Parrocchiale di San Remigio, risalente al 1598 da precedente romanica. All'interno la pala d'altare del Bate
  • Santuario della Madonna di Cortaiolo, del 1577

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

  • A monte dell'abitato di Vione (2240 m s.l.m.) sorgeva una fortificazione con sei torri chiamata Tor dei Pagà.

Museo[modifica | modifica wikitesto]

  • Presso le ex scuole elementari si sviluppa il museo etnografico "El zùf" (Il Gioco nel dialetto Vionese) ideato e realizzato dal maestro Dino Marino Tognali, scrittore storico e poeta dialettale. Il museo si sviluppa in 12 sale tematiche (tra cui la cucina, la camera da letto, la lavorazione del grano, la scuola, i mestieri di un tempo e tanto altro) dove sono raccolti circa 6000 oggetti della tradizione agricola montana dell'Alta Valle Camonica. Una sala del museo è stata destinata ad ospitare altresì quanto ritrovato in sede di indagini storico- archeologiche eseguite nel territorio di Vione relativamente al progetto "Vione archeologica" finanziato dalla Regione Lombardia con il contributo di Fondazione Cariplo e in collaborazione con l'Università Cattolica.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[13]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Annualmente i terrazzani distribuivano il sale.[14]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Vione ha due frazioni: Canè (180 abitanti) e Stadolina (190 abitanti).

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio montano è utilizzato principalmente per l'agricoltura, sebbene in maniera molto minore che nel passato. Sono state altresì abbandonate attività ad essa collegate quali piccoli caseifici, forni, segherie.

Il comune di Vione, come tutti i comuni limitrofi, è stato interessato negli anni successivi la seconda guerra mondiale da un notevole fenomeno di emigrazione, sia verso la pianura italiana (Milano, Bergamo, Brescia, Torino), sia verso la vicina Svizzera.

L'economia del comune è basata sulla poca agricoltura, sul mercato dell'edilizia (in relazione all'attività turistica) e sul turismo estivo, grazie alla ricchezza naturalistica e di tradizioni del territorio. La Val di Canè è ora parte del Parco Nazionale dello Stelvio.

Nei primi anni del XX secolo era attiva nella val Canè una cava di marmo. In questi anni sono stati avviati progetti per il recupero delle lavorazioni tradizionali (marmo, legno, metalli).

A Vione e in tutta l'Alta Valle Camonica è nato un progetto per la coltivazione di piccoli frutti e di fragole.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
27 maggio 2019 in carica Mauro Testini (1966) Lista civica "Vivere insieme 2019-2024" Sindaco 71,8%
25 maggio 2014 26 maggio 2019 Mauro Testini (1966) Lista civica "Vivere insieme ancora 2014" Sindaco 100%
8 giugno 2009 24 maggio 2014 Mauro Testini (1966) Lista civica "Vivere insieme" Sindaco 100%
12 giugno 2004 7 giugno 2009 Enrico Ferrari (1949) Lista civica "Uniti per il futuro" Sindaco 52,1%
13 giugno 1999 11 giugno 2004 Giuseppe Paoli (1940) Lista civica "Canè-Vione-Stadolina" Sindaco 65,8%
23 aprile 1995 12 giugno 1999 Giuseppe Paoli (1940) Partito Popolare Italiano Sindaco 64,5%
6 maggio 1990 22 aprile 1995 Giuseppe Paoli (1940) Democrazia Cristiana Sindaco
13 maggio 1985 5 maggio 1990 Dino Marino Tognali (1928-2014) Democrazia Cristiana Sindaco
9 giugno 1980 12 maggio 1985 Dino Marino Tognali (1928-2014) Democrazia Cristiana Sindaco
15 giugno 1975 8 giugno 1980 Ettore Coatti Lista civica Sindaco lista unica
8 giugno 1970 14 giugno 1975 Dino Marino Tognali (1928-2014) Democrazia Cristiana Sindaco
22 novembre 1964 7 giugno 1970 Giuseppe Ferrari Democrazia Cristiana Sindaco
6 novembre 1960 21 novembre 1964 Dino Marino Tognali (1928-2014) Lista Civica "Unione Civica" Sindaco
27 maggio 1956 5 novembre 1960 Pietro Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
6 giugno 1951 26 maggio 1956 Federico Citroni (1884-1975) Democrazia Cristiana Sindaco
31 marzo 1946 5 giugno 1951 Federico Citroni (1884-1975) Democrazia Cristiana Sindaco

Unione di comuni[modifica | modifica wikitesto]

Vione fa parte dell'Unione Comuni Lombarda dell'Alta Valle Camonica, assieme ai comuni di Ponte di Legno, Temù, Vezza d'Oglio, Incudine e Monno.
L'Unione di Comuni, che ha sede a Ponte di Legno, è stata creata il 30 ottobre 2000, ed ha una superficie di circa 284,10 km².[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 83, ISBN 88-343-0333-4.
  5. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], p. 218.
  6. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 104, ISBN 88-343-0333-4.
  7. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 183.
  8. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 206, ISBN 88-343-0333-4.
  9. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 377.
  10. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], p. 219.
  11. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 379.
  12. ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 164.
  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  14. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 217.
  15. ^ Ministero dell Interno - Unione Comuni dell Alta Valle Camonica [collegamento interrotto], su pers.mininterno.it. URL consultato il 26 luglio 2008.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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