Coordinate: 43°18′01″N 13°27′12″E

Macerata: differenze tra le versioni

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|Nome=Macerata
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|Didascalia= Chiesa di San Filippo e Torre dei Tempi.
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=== Il Settecento ===
=== Il Settecento ===
[[File:Bibliotecamb.jpg|thumb|Interno della biblioteca Mozzi Borgetti]]
[[File:308MacerataPalazzoBuonaccorsi.JPG|thumb|Palazzo Buonaccorsi sede di molte mostre|sinistra]]
[[File:308MacerataPalazzoBuonaccorsi.JPG|thumb|Palazzo Buonaccorsi sede di molte mostre|sinistra]]
[[File:Palazzo Buonaccorsi .jpg|miniatura|Accesso al Cortile di Palazzo Buonaccorsi|sinistra]]
[[File:Palazzo Buonaccorsi .jpg|miniatura|Accesso al Cortile di Palazzo Buonaccorsi|sinistra]]
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Il nuovo Stato non è un sinonimo solo negativo per i maceratesi, che infatti cominciano ad appassionarsi alla nuova vita sociale e alla politica che gli viene offerta. Molti in città non possono votare, visto che il diritto al voto è legato al reddito, e una buona parte che ne ha diritto non vota seguendo il ''[[non expedit]]'' di [[papa Pio IX]]. Occorre però dire che nonostante tutto questo molti si appassionano alla politica e come a livello nazionale anche a livello comunale nascono le prime associazioni di [[mutuo soccorso]], circoli (come quello garibaldino del Giardinetto) e partiti politici: repubblicano (che aveva poco seguito in città), liberale, seguitissimo da molti abitanti del centro e dai borghesi in genere, infine il socialista con i quartieri più popolani attratti da tali idee. I socialisti erano forti soprattutto negli storici quartieri [[Comunismo|rossi]] delle "casette", che corrisponde come già detto all'odierno Corso Cairoli, e delle "fosse", cioè Borgo San Giuliano. Con il nuovo arriva anche la tecnologia: l'erogazione dell'energia elettrica, che apre la strada dello sviluppo industriale e la ferrovia, che collega la città ad altri centri.
Il nuovo Stato non è un sinonimo solo negativo per i maceratesi, che infatti cominciano ad appassionarsi alla nuova vita sociale e alla politica che gli viene offerta. Molti in città non possono votare, visto che il diritto al voto è legato al reddito, e una buona parte che ne ha diritto non vota seguendo il ''[[non expedit]]'' di [[papa Pio IX]]. Occorre però dire che nonostante tutto questo molti si appassionano alla politica e come a livello nazionale anche a livello comunale nascono le prime associazioni di [[mutuo soccorso]], circoli (come quello garibaldino del Giardinetto) e partiti politici: repubblicano (che aveva poco seguito in città), liberale, seguitissimo da molti abitanti del centro e dai borghesi in genere, infine il socialista con i quartieri più popolani attratti da tali idee. I socialisti erano forti soprattutto negli storici quartieri [[Comunismo|rossi]] delle "casette", che corrisponde come già detto all'odierno Corso Cairoli, e delle "fosse", cioè Borgo San Giuliano. Con il nuovo arriva anche la tecnologia: l'erogazione dell'energia elettrica, che apre la strada dello sviluppo industriale e la ferrovia, che collega la città ad altri centri.
[[File:Sferisterio di Macerata - Vista dalla balconata - Aida 2014.jpg|thumb|Lo sferisterio durante l'[[Aida]] del 2014]]
[[File:Sferisterio di Macerata - Vista dalla balconata - Aida 2014.jpg|thumb|Lo sferisterio durante l'[[Aida]] del 2014]]
[[File:Piazza Mazzini di Macerata.jpg|miniatura|Veduta di Piazza Mazzini]]

[[File:Piazzaliberta.jpg|miniatura|Piazza della Libertà in versione notturna]]
[[File:Piazzaliberta.jpg|miniatura|Piazza della Libertà in versione notturna]]
[[File:Via Mozzi, Macerata.jpg|miniatura|Via Mozzi, una via tipica del centro storico cittadino]]
[[File:Via Mozzi, Macerata.jpg|miniatura|Via Mozzi, una via tipica del centro storico cittadino]]
[[File:Panorama di macerata da Viale Puccinotti.jpg|miniatura|Veduta di una parte del centro storico dalla passeggiata in Viale Puccinotti]]
[[File:Panorama di macerata da Viale Puccinotti.jpg|miniatura|Veduta di una parte del centro storico dalla passeggiata in Viale Puccinotti]]
[[File:Corso della repubblica.jpg|miniatura|Corso della Repubblica]]


=== Il Novecento ===
=== Il Novecento ===
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Anche a Macerata ci furono contrasti tra gli interventisti del partito nazionalista, capeggiato da Mazzantini, e i neutralisti del partito socialista (che in realtà era diviso in due correnti); questa tensione sfociò in un'aggressione da parte dei socialisti ai nazionalisti durante una conferenza pro-intervento di [[Cesare Battisti]]. Molti Maceratesi presero parte alla [[Grande Guerra]] formando la "Brigata Macerata" di cui facevano parte il [[121º Reggimento fanteria "Macerata"]] e il [[122º Reggimento fanteria "Macerata"]], che si fece segnalare per il grande coraggio con cui andava in battaglia. Dopo la guerra, anche a Macerata, ci furono gravi problemi di ordine pubblico per motivi politici; infatti dopo la [[marcia su Roma]] i fascisti anche in città presero il potere e diedero la caccia ai nemici di sempre entrando dentro la sede dei socialisti, bruciando la casa del popolo e devastando alcune osterie del quartiere le "casette". Per fortuna della città due [[podestà (fascismo)|podestà]] moderati (Benignetti e Magnalbò) evitarono gravi atti di intolleranza da parte delle squadracce, e promossero opere pubbliche. Nonostante questo nel 1926 si tenne in città il Congresso nazionale della [[FUCI]] con la partecipazione di monsignor Montini e si verificarono forti contestazioni da parte dei fascisti, preludio alla soppressione dei circoli di [[Azione Cattolica]] (1931).
Anche a Macerata ci furono contrasti tra gli interventisti del partito nazionalista, capeggiato da Mazzantini, e i neutralisti del partito socialista (che in realtà era diviso in due correnti); questa tensione sfociò in un'aggressione da parte dei socialisti ai nazionalisti durante una conferenza pro-intervento di [[Cesare Battisti]]. Molti Maceratesi presero parte alla [[Grande Guerra]] formando la "Brigata Macerata" di cui facevano parte il [[121º Reggimento fanteria "Macerata"]] e il [[122º Reggimento fanteria "Macerata"]], che si fece segnalare per il grande coraggio con cui andava in battaglia. Dopo la guerra, anche a Macerata, ci furono gravi problemi di ordine pubblico per motivi politici; infatti dopo la [[marcia su Roma]] i fascisti anche in città presero il potere e diedero la caccia ai nemici di sempre entrando dentro la sede dei socialisti, bruciando la casa del popolo e devastando alcune osterie del quartiere le "casette". Per fortuna della città due [[podestà (fascismo)|podestà]] moderati (Benignetti e Magnalbò) evitarono gravi atti di intolleranza da parte delle squadracce, e promossero opere pubbliche. Nonostante questo nel 1926 si tenne in città il Congresso nazionale della [[FUCI]] con la partecipazione di monsignor Montini e si verificarono forti contestazioni da parte dei fascisti, preludio alla soppressione dei circoli di [[Azione Cattolica]] (1931).


[[File:Macerata Monumento ai Caduti 1932.JPG|thumb|Il monumento dei caduti di Macerata in stile fascista]]
Da menzionare le opere fatte in questi anni: Palazzo delle Poste (1922), Palazzo degli Studi (1931), lo [[Stadio della Vittoria (Macerata)|Stadio della Vittoria]] (1926) dove giocava la [[Maceratese]], l'adiacente Monumento ai Caduti (1928-1932) e con l'abbattimento del Porton Pio si ha la creazione della scenografa Piazza Della Vittoria che servì anche per facilitare la viabilità della zona, Palazzo del Mutilato (1938) infine è da menzionare il Palazzo del fascio (nel ventunesimo secolo vi è il catasto) sito in Piazza Mercato (Piazza Mazzini) appena dietro lo [[Sferisterio di Macerata|Sferisterio]]. Nel 1943 dopo la caduta del fascismo molti cittadini scesero in piazza per festeggiare, ma la felicità durò poco visto che l'occupazione nazista arrivò senza remore anche a Macerata. I bombardamenti degli alleati colpirono il quartiere di Corso Cavour (fu distrutta la Caserma Castelfidardo) e quello di Corso Cairoli (vicino c'era il Distretto militare mentre nel ventunesimo secolo è la sede dell'anagrafe e di altri uffici comunali) e non mancarono morti e feriti soprattutto fra le donne. Macerata venne definitivamente liberata il 30 giugno 1944 dai partigiani delle Bande Nicolò del Comandante Augusto Pantanetti.
Da menzionare le opere fatte in questi anni: Palazzo delle Poste (1922), Palazzo degli Studi (1931), lo [[Stadio della Vittoria (Macerata)|Stadio della Vittoria]] (1926) dove giocava la [[Maceratese]], l'adiacente Monumento ai Caduti (1928-1932) e con l'abbattimento del Porton Pio si ha la creazione della scenografa Piazza Della Vittoria che servì anche per facilitare la viabilità della zona, Palazzo del Mutilato (1938) infine è da menzionare il Palazzo del fascio (nel ventunesimo secolo vi è il catasto) sito in Piazza Mercato (Piazza Mazzini) appena dietro lo [[Sferisterio di Macerata|Sferisterio]]. Nel 1943 dopo la caduta del fascismo molti cittadini scesero in piazza per festeggiare, ma la felicità durò poco visto che l'occupazione nazista arrivò senza remore anche a Macerata. I bombardamenti degli alleati colpirono il quartiere di Corso Cavour (fu distrutta la Caserma Castelfidardo) e quello di Corso Cairoli (vicino c'era il Distretto militare mentre nel ventunesimo secolo è la sede dell'anagrafe e di altri uffici comunali) e non mancarono morti e feriti soprattutto fra le donne. Macerata venne definitivamente liberata il 30 giugno 1944 dai partigiani delle Bande Nicolò del Comandante Augusto Pantanetti.
[[File:324MacerataPalazzoStudi.JPG|miniatura|Palazzo degli Studi - Sede della provincia]]

[[File:Orologio Astronomico di Macerata.jpg|miniatura|Orologio Planetario della Torre Civica installato nell'aprile del 2015. Caratteristicoeiln carosello di statue che rendono omaggio alla Madonna.]]
[[File:Orologio Astronomico di Macerata.jpg|miniatura|Orologio Planetario della Torre Civica installato nell'aprile del 2015. Caratteristicoeiln carosello di statue che rendono omaggio alla Madonna.]]
Da segnalare che a guerra finita fu pestato a morte un noto fascista della città, e dopo averlo trascinato per le vie cittadine attaccato ad un carro trainato dai buoi, fu impiccato a testa in giù vicino allo Sferisterio. L'economia torna a girare soprattutto grazie all'agricoltura, al commercio e al terziario vero motore economico della città nel [[XX secolo|Novecento]]. Intorno agli [[Anni 1950|anni cinquanta]] il problema principale fu quello di trovare un tetto per i moltissimi sfollati così si ampliarono diverse zone (le Casette, le Fosse, Ficana e le Vergini) e si crearono nuovi quartieri popolari come: la Pace, le Casermette (cioè San Francesco), il rione Marche e nei decenni successivi le Due Fonti, Collevario e Colleverde. Negli [[Anni 1980|anni ottanta]] la città tocca il suo massimo picco demografico grazie anche all'edificazione di case popolari a Piediripa, Sforzacosta e Villa Potenza. Nei primi anni novanta come in gran parte d'[[Italia]] arriva una ventata d'immigrazione che non porta grande criminalità soprattutto grazie alla buona integrazione.
Da segnalare che a guerra finita fu pestato a morte un noto fascista della città, e dopo averlo trascinato per le vie cittadine attaccato ad un carro trainato dai buoi, fu impiccato a testa in giù vicino allo Sferisterio. L'economia torna a girare soprattutto grazie all'agricoltura, al commercio e al terziario vero motore economico della città nel [[XX secolo|Novecento]]. Intorno agli [[Anni 1950|anni cinquanta]] il problema principale fu quello di trovare un tetto per i moltissimi sfollati così si ampliarono diverse zone (le Casette, le Fosse, Ficana e le Vergini) e si crearono nuovi quartieri popolari come: la Pace, le Casermette (cioè San Francesco), il rione Marche e nei decenni successivi le Due Fonti, Collevario e Colleverde. Negli [[Anni 1980|anni ottanta]] la città tocca il suo massimo picco demografico grazie anche all'edificazione di case popolari a Piediripa, Sforzacosta e Villa Potenza. Nei primi anni novanta come in gran parte d'[[Italia]] arriva una ventata d'immigrazione che non porta grande criminalità soprattutto grazie alla buona integrazione.
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*A Macerata è nato [[Ivan Bisson]], cestista della [[Pallacanestro Varese|Grande Ignis]].
*A Macerata è nato [[Ivan Bisson]], cestista della [[Pallacanestro Varese|Grande Ignis]].
* A Macerata è legato [[Fabrizio Frizzi]], conduttore storico delle serate finali del festival [[Musicultura]].
* A Macerata è legato [[Fabrizio Frizzi]], conduttore storico delle serate finali del festival [[Musicultura]].
[[File:Macerata Chiesa dell'Immacolata.JPG|miniatura|Chiesa dell'immacolata]]

* [[Attilio Matricardi]] - generale e aviatore
* [[Attilio Matricardi]] - generale e aviatore
* [[Tina Centi]] - cantante ed attrice
* [[Tina Centi]] - cantante ed attrice
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== Geografia antropica ==
== Geografia antropica ==
=== Quartieri ===
=== Quartieri ===
[[File:Torre2015.jpg|miniatura|Torre civica - Piazza della Libertà]]

* Il Centro Storico ("Piazza della libertà")
* Il Centro Storico ("Piazza della libertà")
* Borgo San Giuliano ("Le Fosse")
* Borgo San Giuliano ("Le Fosse")

Versione delle 09:46, 21 ago 2017

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Macerata (disambigua).
Macerata
comune
Macerata – Veduta
Macerata – Veduta
Chiesa di San Filippo e Torre dei Tempi.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Marche
Provincia Macerata
Amministrazione
SindacoRomano Carancini (Partito Democratico) dal 12-4-2010 (2º mandato)
Territorio
Coordinate43°18′01″N 13°27′12″E
Altitudine315 m s.l.m.
Superficie92,53 km²
Abitanti42 141[1] (31-3-2017)
Densità455,43 ab./km²
FrazioniColleverde, Cimarella, Sforzacosta, Santa Maria del Monte, Piediripa, Villa Potenza, Madonna del Monte, Montanello, Montevinci, San Liberata, Santo Stefano, Consalvi, Valle, Valteia
Comuni confinantiAppignano, Corridonia, Montecassiano, Montelupone, Morrovalle, Pollenza, Recanati, Tolentino, Treia
Altre informazioni
Cod. postale62100
Prefisso0733
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT043023
Cod. catastaleE783
TargaMC
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 2 005 GG[3]
Nome abitantimaceratesi
Patronosan Giuliano l'ospitaliere
Giorno festivo31 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Macerata
Macerata
Macerata – Mappa
Macerata – Mappa
Posizione del comune di Macerata nella provincia omonima
Sito istituzionale

Macerata è un comune italiano di 42 141 abitanti[1], capoluogo della provincia omonima nelle Marche.

Geografia fisica

Territorio

Sorge su di un colle a 313 metri s.l.m. tra la vallata del fiume Potenza a nord e quella del fiume Chienti a sud; è situata a 30 km a ovest del mare Adriatico e a circa 60 km dall'Appennino umbro-marchigiano.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Macerata.

Il clima di Macerata è tipico dell'area collinare dell'interno delle Marche e presenta sia elementi mediterranei che elementi continentali. L'influenza del mare ha il suo peso, trovandosi Macerata a soli 30 km dalla costa, ma un ruolo maggiore nel determinare le condizioni climatiche cittadine va riconosciuto alla seppur modesta altitudine (315 m) e alla relativa prossimità dei rilievi appenninici. L'inverno è solitamente piuttosto freddo e abbastanza piovoso. Le nebbie sono tutt'altro che infrequenti e le nevicate, pur non verificandosi molto spesso, sono a volte assai intense e abbondanti (v. quelle eccezionali del gennaio 2005 e febbraio 2012, con accumuli intorno al metro). Le maggiori precipitazioni nevose si hanno con irruzioni fredde dai vicini Balcani, ossia da est-nord-est. Ma anche perturbazioni da nord o nord-ovest sono in grado di causare cadute di neve, talvolta cospicue. Pure nel pieno dell'inverno non mancano periodi miti e soleggiati, che associati al garbino possono portare a massime intorno ai + 15 / + 20 °C.

Proprio il garbino è forse[senza fonte] il vento in grado di raggiungere le raffiche più violente in città, fin oltre i 100 km/h. Le stagioni intermedie sono in genere ricche di precipitazioni e piuttosto variabili. Nevicate e gelate tardive possono verificarsi fin nel mese di aprile, mentre in autunno non mancano né freddi precoci né scampoli d'estate. La stagione estiva va di norma da giugno a settembre ed è calda e piuttosto soleggiata. L'afa è assai meno intensa e frequente che sulla costa, ma non mancano periodi di caldo molto intenso, con massime che possono toccare e superare in qualche caso i + 40° (se spira il garbino). Anche le minime si mantengono elevate, specie in collina e nel centro della città. I temporali pomeridiano-serali, in genere provenienti dalle zone appenniniche, sono frequenti nelle parentesi estive caratterizzate da spiccata instabilità, le quali in genere diventano più intense e prolungate nel mese di agosto.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Helvia Recina.

Origini e primi secoli

Tra il III e il II sec. a.C. la zona dove sorge la frazione di Villa Potenza fu colonizzata dai Romani, che la chiamarono Helvia Recina. I resti del teatro romano del II secolo d.C. dànno l'idea di una città di medie proporzioni, florida. La prima notizia certa dell'esistenza di Ricina risale al I secolo d.C. da parte di Plinio il Vecchio.[4] L'antica Ricina si trovava lungo la via Salaria Gallica; al tempo dell'alto Impero risalgono i monumenti più importanti, il teatro di 72 metri di diametro era a tre ordini di gradinate e poteva ospitare circa 2.000 spettatori[5], probabilmente era ricoperto di marmi (reimpiegati durante il Medioevo) con capitelli dorici e corinzi. Ancora bene riconoscibili sono: l'orchestra, la cavea e il frontescena in laterizio come prevedeva il teatro romano classico.

Un'antica strada lastricata, il ponte romano sul fiume Potenza e i resti di ville decorate con mosaici pavimentali dànno l'idea dell'importanza del municipio di Ricina che Settimio Severo nel 205 elevò al rango di colonia e ribattezzò col nome di Helvia Recina Pertinax, in onore del suo predecessore l'Imperatore Publio Elvio Pertinace. Durante il periodo dell'affermazione del cristianesimo, verso il III secolo, vi fu martirizzato il vescovo di Helvia Recina Flaviano. Nel V o VI secolo le invasioni dei Goti costrinsero la maggior parte dei ricinesi a spostarsi sulle colline; nacque così il centro medievale di Macerata. Discussa è l'etimologia del nome: alcuni storici affermano che derivi dalle maceriae dell'antica Helvia Recina; altri sostengono che derivi da macera, parola latina che indica il luogo dove si pone a macerare il lino e la canapa per lavorare poi la fibra tessile. Per molti secoli la città fu divisa in due "poggi", l'uno indipendente, l'altro sotto il controllo dei vescovi di Fermo.

Nel 1138, dopo grandi lotte contro Fermo, Macerata ottiene la franchigia di libero comune. Il 29 agosto 1138 davanti alla pieve di San Giuliano i due poggi si unificarono ed il castello Castrum Maceratae dava il nome al nuovo comune, mentre il Podium Sancti Juliani (la zona della "cocolla" e parte delle "Fosse") portava la tradizione religiosa ed il suo protettore: San Giuliano. Con la nascita del comune libero di Macerata viene creato uno stemma con una macina su uno scudo rosso con sopra una corona regia. La macina era un simbolo mutuato dall'antica Helvia Recina e rappresentava l'operosità dei maceratesi ed anche una peculiarità del territorio, ricco di acque che servivano appunto all'alimentazione di molti mulini. Da ricordare che lo stemma cambiò nel 1570 quando venne aggiunta una croce greca rossa in campo bianco per concessione di papa Pio V, che era grato alla città per la partecipazione di alcuni suoi figli nella lotta contro i Turchi e per ricordare il concorso dei maceratesi alle crociate a partire dal 1188.

Nella lotta tra la Chiesa e l'Impero i maceratesi aderirono al partito ghibellino perché il re Enzo nel 1239 concesse al comune importanti privilegi sui castelli vicini. Successivamente la città passò al partito di parte guelfa e come ringraziamento il pontefice diede carta bianca per l'istituzione di una sede universitaria, (attività didattica iniziata il giorno della festa di San Luca del 1290, Giulioso da Montegranaro I docente); allo stesso momento questo cambiamento di fronte fece irritare i ghibellini che nel 1316 attaccarono la città con un esercito capeggiato da Federico da Montefeltro, che però fu respinto. Dal punto di vista architettonico, si possono ricordare il Palazzo dei Priori ed il Palazzo del Podestà, entrambi costruiti, nel XIII secolo, da Bartolomeo di Bonfiglio da Forlì.

Il Trecento

Nel 1320 il papa Giovanni XXII punì le città di Fermo e di Recanati, perché avevano partecipato alla lega ghibellina, togliendo alla prima il territorio e alla seconda la sede vescovile, che passò al comune di Macerata. Questo portò sia un aumento della popolazione, allora inferiore a quelle di Fermo, di San Severino Marche, di Ascoli Piceno e di altri comuni della Marchia, sia un aumento dell'importanza politica, grazie alla sua fedeltà alla Chiesa e grazie al fatto che venne scelta come residenza dei rettori e dei vicari della Marca anconitana[senza fonte]. Nel trecento si evidenzia la crisi del giovane regime comunale e si apre l'era delle Signorie. Macerata non fu estranea a tale cambiamento e intorno alla metà degli anni venti del secolo la famiglia Molucci, di fede guelfa, divenne signora della città.

Tale signoria durò fino alla metà del secolo, cioè fino a quando il Papa, dalla sua sede di Avignone, diede mandato al cardinale Egidio Albornoz di riprendere con la forza il potere nella Marca anconitana. La città passò poi alla signoria dei Da Varano di Camerino, la cui spregiudicatezza nelle alleanze portò non pochi guai alla cittadina, che infatti subì l'assedio del 1377 da parte delle truppe del conte Lucio di Landau, il quale però dovette ritirarsi. Il conte Lucio, infatti, marciò alla volta di Macerata. Giunse alla Porta di San Salvatore (Porta Romana) e vi si accampò; Rinaldo da Monteverde si collocò, invece, fuori Porta Mercato: alla difesa della città c'erano Antonio di Guadambio e Bertrando Loctario con cavalieri bretoni. Gli uomini di Lucio di Landau sfondarono le mura in tre punti: i tedeschi furono sopraffatti e respinti con molte perdite. Lucio di Landau ripiegò verso Fermo.

In questi anni furono costruite diverse chiese ed altre opere importanti per la città: Santa Maria della Porta (anche se la parte più antica risale agli anni 990-1000), che la confraternita dei flagellati imbellì con un portale in stile gotico in cotto, San Francesco (1316), Santa Maria alla Pace (1323), edificata per celebrare la pace tra guelfi e ghibellini, e la casa del podestà (1373), costruita in Piazza del Mercato.

File:Santamariadellaporta.jpg
La medievale chiesa di Santa Maria della Porta

Il Quattrocento

Il Duomo e piazza Strambi

Dopo anni di pace e benessere la città, come tutta la zona circostante, fu occupata da Francesco Sforza nel 1433 che le impose la sua Signoria, che terminò con una serie di battaglie, dal 1443 al 1445, che videro contrapposti gli Sforza da una parte e la Lega Santa, (costituita da papa Eugenio IV, dal duca di Milano e dal re di Napoli) dall'altra. Gli amministratori della città abilmente presero la palla al balzo e riuscirono ad ottenere l'istituzione permanente della Corte Generale de lo Rectore de Sancta Chiesa; questo volle dire che Macerata divenne ufficialmente capoluogo della Marca Anconitana con il suo cambiamento da città agricola a città politico-burocratica con grande incremento della popolazione (grande immigrazione di notai, magistrati, soldati ed ecclesiastici).

Questo portò anche a ripensare alle misure difensive; per tale motivo si decise di costruire una cinta muraria a "scarpa" (cioè inclinata verso l'esterno) che includesse all'interno la zona di Porta Mercato (piazza compresa) e la zona di Porta Montana; in più si decise di creare nuovi torrioni. La città cambiò assetto in pochi anni: a spese del vescovo, il forlivese Nicolò dall'Aste[6], venne ricostruita la Cattedrale (1459-1464) e furono ristrutturati il già ricordato Palazzo dei Priori e quello della Regione per adibirli a sede del Cardinale Legato, il 15 agosto 1477 si costruì in un solo giorno[senza fonte] la Chiesa Santa Maria della Misericordia, situata vicino al Duomo, definita dai maceratesi la "ciucarella", cioè la piccina.

Dopo l'apparizione della Madonna ad una donna albanese (Macerata è Civitas Mariae) fu costruita, fuori dalle mura, una chiesa denominata Santa Maria alla Fonte del Sabato; insieme ad essa fu costruito un piccolo ospedale e delle casette (odierno quartiere di Corso Cairoli) che potessero ospitare i malati e quelli che erano sospettati di avere la peste e che quindi erano espulsi dalla città. Alla fine del secolo si cominciò a costruire la Torre civica ma i lavori si bloccarono.

Il Cinquecento

La piazza
Particolare della Torre Civica, la cui costruzione risale alla seconda metà del '400

Questo è sicuramente il secolo d'oro per la città; infatti in tali anni a Macerata c'è una fiorente vita sia a livello politico-burocratico sia a livello economico. Nei primi anni del secolo c'era grande pericolo di invasione da parte dei Lanzichenecchi e di altre truppe straniere, così si decise di concludere i lavori alla cinta muraria con uno splendido esempio di sistema bastionato sangallese, che cingeva sia il Borgo Novo (in epoca moderna diventato Corso Garibaldi) sia il Borgo Vecchio (cioè Via Mozzi), tra Porta Montana e Porta Romana, con la costruzione di vari fortini penetrativi verso l'esterno, che permettevano una migliore difesa-offesa. Nei primi anni si decise di ristrutturare la piazza centrale; tali lavori furono affidati in parte a Cassiano da Fabriano, che realizzò la Loggia dei Mercanti, in parte all'architetto della Santa Casa di Loreto Lattanzio Ventura.

Questi ridisegnarono la forma della piazza, che divenne trapezoidale, abbatterono due chiese ed alcune case private, furono edificati il Palazzo Legatizio, il Palazzo allo Studio, quest'ultimo nuova sede universitaria (poi diventata sede del comune), si costruì un nuovo Palazzo comunale e ripresero i lavori per la costruzione della Torre civica, si ricostruì la Strada Grande (poi diventata Via Matteotti) e a fine secolo, vista la mancanza di spazio, si permise la costruzione di abitazioni fuori dalle mura e si ampliò il vecchio Borgo San Giuliano (chiamato anche "Fosse", vista la sua notevole pendenza), si cominciò a costruire fuori porta Romana (poi diventata Corso Cavour) e soprattutto si rivitalizzò la zona creata nel secolo precedente per ospitare i malati di peste, cioè Borgo San Giovanni Battista (poi diventato Corso Cairoli). Gli abitanti di quella zona, chiamata fin da allora "le casette", erano soprattutto contadini locali ed emigrati albanesi.

File:Centrostoricovista.jpg
Vista sui tetti del centro storico in cui si scorge la facciata della Cattedrale di San Giuliano.

L'edilizia privata vive un grande periodo; infatti vengono edificati: Palazzo Floriani (1531-1541), Palazzo Ciccolini (1546-1550), il cosiddetto Palazzo dei Diamanti della famiglia Mozzi (1535), Palazzo Marchetti (1560), Palazzo Mozzi (1570), Palazzo Ciccotto Mozzi (1566). Anche per l'edilizia religiosa furono anni irripetibili con le seguenti costruzioni: la chiesa ed il monastero di Santa Croce (1503), la chiesa di Santa Maria delle Vergini (1550-1577), un'opera di Galasso Alghisi da Carpi, le chiese di San Liberato e San Rocco. Praticamente il secolo si conclude con una città completamente trasformata sia a livello edilizio che a livello urbanistico in senso stretto e soprattutto la città è in netta espansione.

Accademia dei Catenati

Lo stesso argomento in dettaglio: Accademia dei Catenati.
Aula Magna dell'Università di Macerata

Da ricordare che nel fervore culturale che vide nascere in Italia in questo secolo tante accademie culturali, il 2 luglio 1574 Gerolamo Zoppio - professore di poetica, retorica e filosofia morale nell'Università di Macerata, noto per i suoi studi su Dante e sul Petrarca - fonda l'Accademia dei Catenati che esiste tuttora. Essa prese il nome dalla "cathena d'oro distesa dal cielo in terra" che forma il suo stemma. L'Accademia venne istituita per "lo studio delle belle lettere, delle arti" e per il "ragionare delle scientifiche cose". Di essa hanno fatto parte personalità quali Giovanni Mario Crescimbeni, maceratese, fondatore e custode generale dell'Accademia dell'Arcadia, Torquato Tasso, Terenzio Mamiani, Niccolò Tommaseo, Antonio Rosmini, Massimo D'Azeglio e da ultimo Lino Liviabella, Maria Montessori, Vincenzo Cardarelli, Enrico Medi e Silvio Zavatti. A causa dei rivolgimenti politici e bellici della prima metà del Novecento, l'Accademia cessò per un breve periodo le sue attività, poi riprese negli anni Cinquanta grazie all'impegno di Ferdinando Lori, Mario Moretti e Dante Cecchi.

Il Seicento

File:SanFilippointerno.jpg
Interno della Chiesa di San Filippo Neri
Chiesa di San Filippo Neri

Dopo un secolo d'oro venne un secolo buio. Il papa Clemente VIII, con la bolla De Bono Regimine, accentrò tutto il potere politico-amministrativo a Roma; questo portò alla città una riduzione del territorio da essa controllato, meno peso politico all'interno dello Stato della Chiesa, una regressione a livello economico e demografico. Sia l'edilizia privata che quella pubblica fecero una brusca frenata con alcune eccezioni come il riassetto della strada nuova (odierno Corso della Repubblica), la costruzione di Porton Pio alla fine del quartiere fuori Porta Romana, l'allargamento della strada che portava al colle di Santa Croce. Nonostante questo si edificarono nuove chiese, quella di San Paolo (1623-1655) e quella di San Giovanni (1600-1655), la chiesa dei Gesuiti.

Il Settecento

Interno della biblioteca Mozzi Borgetti
Palazzo Buonaccorsi sede di molte mostre
Accesso al Cortile di Palazzo Buonaccorsi

L'accentramento del potere si fece risentire, a distanza di anni, anche a livello di attaccamento al Governo pontificio. Infatti all'interno del ceto borghese, che negli anni si era formato e rinforzato, c'era chi ammirava le prime idee illuministiche che venivano dall'estero, combattute con molta foga dal clero. Tale secolo vide le famiglie nobili, frustrate per l'esclusione dalla vita politica, investire in costruzioni di case e ville lussuose da menzionarne alcune come quella dei conti Bonaccorsi, iniziata nel 1707 e finita nell'arco di 20 anni, Palazzo Asclepi-Salimbeni (1725), quello dei Compagnoni (1736), Palazzo Pellicani (1736) e grazie all'architetto Luigi Vanvitelli si deve Palazzo Torri (1738-1758), sempre di questi anni è l'atipico palazzo Costa (1756) mentre grazie a Giuseppe Valadier si devono l'originale Palazzo De Vico (1793) e il primo esempio di costruzione neoclassica a Macerata cioè Palazzo Ugolini (1793). L'edilizia religiosa registrò la nascita della chiesa di San Filippo, totalmente barocca, grazie all'architetto romano Giovan Battista Contini, venne ristrutturato il duomo e costruita San Giorgio (1792-1798). Tra il 1767 e il 1774 viene realizzato all'interno del palazzo comunale, affacciato sulla piazza maggiore, il teatro tardobarocco su pianta a campana, chiamato Lauro Rossi in onore del compositore maceratese vissuto nel secolo successivo; il progetto inviato allo scopo dal rinomato specialista Antonio Galli da Bibbiena venne ridotto alle giuste dimensioni del sito disponibile dall'architetto camerale Cosimo Morelli da Imola.

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Il campanile di San Giovanni visto da via Crescimbeni.

Il secolo si chiuse con l'arrivo dell'esercito napoleonico, che era sceso in Italia ed aveva occupato anche le Marche; l'evento portò grande entusiasmo tra i borghesi e tra alcuni popolani, perché vedevano concretizzate le loro idee di giustizia e di libertà; la città fu aggregata alla Repubblica Romana nel 1798 con il grado di capoluogo del Musone[senza fonte]. Dopo alcuni momenti, vista anche la soppressione degli ordini religiosi e la forte pressione fiscale, l'entusiasmo si trasformò in un forte sentimento di reazione, che nel 1799 sfociò in un duro moto che costrinse le truppe napoleoniche a fuggire dalla città. Queste però tornarono più forti di prima e dopo cinque giorni di battaglia, il 5 luglio, riuscirono a fare una breccia e ad entrare dandosi al saccheggio, alla profanazione di chiese e all'assassinio di circa 360 persone[senza fonte], di cui molte di classi disagiate che abitavano nei quartieri fuori le mura, come le "Fosse" e le "Casette", perché visti come i probabili responsabili dei moti.

L'Ottocento

Le cannonate francesi, oltre ai morti, provocarono gravi danni a Porta Romana, per cui nella seconda metà dell'800 si decise di sostituire la porta, prima con i due palazzetti neoclassici laterali e poi con una cancellata in ghisa; da quel giorno la zona fu chiamata "i cancelli". Costituitosi il Regno Italico venne elevata al rango di capoluogo del dipartimento del Musone (1808-1814). Nel maggio del 1815 vide lo sbandamento delle truppe di Gioacchino Murat, battute dagli austriaci nella battaglia di Tolentino. Nel 1817 a Macerata c'è la prima insurrezione italiana di stampo carbonaro[7], infatti grazie all'adesione di alcuni reduci delle armate napoleoniche e murattiane si organizzò a Macerata una "vendita massonica", che aderì come detto alla carboneria. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno 1817, un gruppo di rivoluzionari maceratesi aspettavano rinforzi e armi dai rivoluzionari anconetani, come concordato, ma per qualche motivo non ricevettero né armi, né rinforzi. Decisero comunque di agire in qualche modo sparando due colpi di fucile contro la porta dei "Cappuccini Vecchi" (poi diventata Santo Stefano); nessuno fu ferito e alcuni congiurati, catturati e condannati alla pena capitale, furono infine graziati e la pena commutata in reclusione.

Il pur goffo tentativo, subito represso dalle autorità, rappresentò la voglia di libertà e la presa di coscienza dei propri diritti da parte della popolazione. Nell'ottobre del 1820 cominciarono i lavori di costruzione dello Sferisterio, che serviva da stadio per il gioco del bracciale e altre attività; tale opera, ultimata su progetto dell'architetto Ireneo Aleandri nell'agosto del 1829, fu incastonata perfettamente tra Piazza Mercato, il quartiere le "casette" e la "cocolla"; per costruirla venne abbattuta la Porta Mercato, poi riedificata. Molti maceratesi presero parte nell'Ottocento alle campagne per l'indipendenza dell'Italia. Nel gennaio del 1849 Giuseppe Garibaldi soggiornò a Macerata per costruire la legione maceratese, che a Roma provò invano a salvare la Repubblica Romana, e che rifulse per valore nella battaglia di Porta San Pancrazio; su una lapide nel palazzo comunale è riprodotta la lettera che Garibaldi diresse ai Maceratesi. Lo stesso Giuseppe Garibaldi fu eletto a Macerata come deputato alla costituente della sopracitata neonata repubblica.[8]

Dopo la battaglia di Castelfidardo, che vide l'esercito del pontefice sconfitto da quello dei Savoia, a Macerata venne istituita una giunta provvisoria di governo (20 settembre 1860) avente l'obiettivo di guidare la città fino al successivo plebiscito del 4 novembre 1860, che portò le Marche ad annettersi al neonato Regno d'Italia. Macerata, tuttavia, forse perché era stata da molto fedele al potere dei Papi, o forse perché fino ad allora aveva sempre tenuto in mano i poteri politici-amministrativi regionali, venne punita. Infatti l'università perse tre facoltà, passate ad Ancona, il Comando militare, anch'esso passato ai dorici e la Corte d'appello del tribunale. Chiaramente questo creò non pochi disagi alla città, che perse di colpo un prestigio esercitato in un piccolo stato e si ritrovò ad essere una piccola città in un grande Stato.

Veduta dell'ingresso di palazzo Compagnoni Marefoschi da largo donatori del sangue. Si nota, dietro, la mole della chiesa di San Paolo, attualmente adibita ad auditorium.

In questo secolo così travagliato occorre ricordare che in città fu costruito il nuovo manicomio in stile neoclassico e in cotto, la Loggia del Grano (1841) e ricostruita la facciata della chiesa di Santa Croce.

Lo Sferisterio di Macerata
Sferisterio, il pubblico si dispone prima di uno spettacolo

Il nuovo Stato non è un sinonimo solo negativo per i maceratesi, che infatti cominciano ad appassionarsi alla nuova vita sociale e alla politica che gli viene offerta. Molti in città non possono votare, visto che il diritto al voto è legato al reddito, e una buona parte che ne ha diritto non vota seguendo il non expedit di papa Pio IX. Occorre però dire che nonostante tutto questo molti si appassionano alla politica e come a livello nazionale anche a livello comunale nascono le prime associazioni di mutuo soccorso, circoli (come quello garibaldino del Giardinetto) e partiti politici: repubblicano (che aveva poco seguito in città), liberale, seguitissimo da molti abitanti del centro e dai borghesi in genere, infine il socialista con i quartieri più popolani attratti da tali idee. I socialisti erano forti soprattutto negli storici quartieri rossi delle "casette", che corrisponde come già detto all'odierno Corso Cairoli, e delle "fosse", cioè Borgo San Giuliano. Con il nuovo arriva anche la tecnologia: l'erogazione dell'energia elettrica, che apre la strada dello sviluppo industriale e la ferrovia, che collega la città ad altri centri.

Lo sferisterio durante l'Aida del 2014
Veduta di Piazza Mazzini
Piazza della Libertà in versione notturna
Via Mozzi, una via tipica del centro storico cittadino
Veduta di una parte del centro storico dalla passeggiata in Viale Puccinotti
Corso della Repubblica

Il Novecento

Palazzo Ciccolini

Il secolo si apre con una lenta crescita demografica e con gli abitanti che pian piano incominciano a costruire case private anche fuori dalle mura. Tre quartieri cominciano a formarsi: il primo, di stampo borghese, è quello della zona della stazione, dove vengono edificate le case dei benestanti, un altro quartiere di benestanti è creato vicino a Piazza Dell'Armi (odierno stadio dei Pini) in due punti, uno dietro via Morbiducci (odierno Corso Cavour) ed un altro punto l'odierno viale Carradori, infine è ampliato il quartiere popolare di "Villa Ficana", che sorge sul colle di Santa Croce. Sempre in questi anni si edificano la chiesa dell'Immacolata (1893-1917), situata in Corso Cavour e la chiesa di Corso Cairoli, nominata Sacro Cuore (1909-1913). La Guerra italo-turca rinfocolò gli attriti tra i partiti. che si trovarono alle prese con una grave crisi internazionale.

Anche a Macerata ci furono contrasti tra gli interventisti del partito nazionalista, capeggiato da Mazzantini, e i neutralisti del partito socialista (che in realtà era diviso in due correnti); questa tensione sfociò in un'aggressione da parte dei socialisti ai nazionalisti durante una conferenza pro-intervento di Cesare Battisti. Molti Maceratesi presero parte alla Grande Guerra formando la "Brigata Macerata" di cui facevano parte il 121º Reggimento fanteria "Macerata" e il 122º Reggimento fanteria "Macerata", che si fece segnalare per il grande coraggio con cui andava in battaglia. Dopo la guerra, anche a Macerata, ci furono gravi problemi di ordine pubblico per motivi politici; infatti dopo la marcia su Roma i fascisti anche in città presero il potere e diedero la caccia ai nemici di sempre entrando dentro la sede dei socialisti, bruciando la casa del popolo e devastando alcune osterie del quartiere le "casette". Per fortuna della città due podestà moderati (Benignetti e Magnalbò) evitarono gravi atti di intolleranza da parte delle squadracce, e promossero opere pubbliche. Nonostante questo nel 1926 si tenne in città il Congresso nazionale della FUCI con la partecipazione di monsignor Montini e si verificarono forti contestazioni da parte dei fascisti, preludio alla soppressione dei circoli di Azione Cattolica (1931).

Il monumento dei caduti di Macerata in stile fascista

Da menzionare le opere fatte in questi anni: Palazzo delle Poste (1922), Palazzo degli Studi (1931), lo Stadio della Vittoria (1926) dove giocava la Maceratese, l'adiacente Monumento ai Caduti (1928-1932) e con l'abbattimento del Porton Pio si ha la creazione della scenografa Piazza Della Vittoria che servì anche per facilitare la viabilità della zona, Palazzo del Mutilato (1938) infine è da menzionare il Palazzo del fascio (nel ventunesimo secolo vi è il catasto) sito in Piazza Mercato (Piazza Mazzini) appena dietro lo Sferisterio. Nel 1943 dopo la caduta del fascismo molti cittadini scesero in piazza per festeggiare, ma la felicità durò poco visto che l'occupazione nazista arrivò senza remore anche a Macerata. I bombardamenti degli alleati colpirono il quartiere di Corso Cavour (fu distrutta la Caserma Castelfidardo) e quello di Corso Cairoli (vicino c'era il Distretto militare mentre nel ventunesimo secolo è la sede dell'anagrafe e di altri uffici comunali) e non mancarono morti e feriti soprattutto fra le donne. Macerata venne definitivamente liberata il 30 giugno 1944 dai partigiani delle Bande Nicolò del Comandante Augusto Pantanetti.

Palazzo degli Studi - Sede della provincia
Orologio Planetario della Torre Civica installato nell'aprile del 2015. Caratteristicoeiln carosello di statue che rendono omaggio alla Madonna.

Da segnalare che a guerra finita fu pestato a morte un noto fascista della città, e dopo averlo trascinato per le vie cittadine attaccato ad un carro trainato dai buoi, fu impiccato a testa in giù vicino allo Sferisterio. L'economia torna a girare soprattutto grazie all'agricoltura, al commercio e al terziario vero motore economico della città nel Novecento. Intorno agli anni cinquanta il problema principale fu quello di trovare un tetto per i moltissimi sfollati così si ampliarono diverse zone (le Casette, le Fosse, Ficana e le Vergini) e si crearono nuovi quartieri popolari come: la Pace, le Casermette (cioè San Francesco), il rione Marche e nei decenni successivi le Due Fonti, Collevario e Colleverde. Negli anni ottanta la città tocca il suo massimo picco demografico grazie anche all'edificazione di case popolari a Piediripa, Sforzacosta e Villa Potenza. Nei primi anni novanta come in gran parte d'Italia arriva una ventata d'immigrazione che non porta grande criminalità soprattutto grazie alla buona integrazione.

Nuovo millennio

La città è caratterizzata da una certa qualità della vita che la rende una delle città più vivibili grazie anche ai molti punti "verdi" situati in diverse zone: i Giardini Diaz, Villa Lauri, il Sasso d'Italia e vari piccoli spazi verdi che sono presenti in tutti i quartieri cittadini. Nel 2006 sono iniziati i lavori per la realizzazione della galleria di collegamento tra la zona di "Due Fonti" e "Fontescodella"; i lavori sono stati ultimati a fine 2007 e l'apertura è avvenuta nel novembre 2008. Tale opera, la più importante degli ultimi decenni, rende più rapida la viabilità tra la valle del Potenza a quella del Chienti, evitando di attraversare l'area più urbana della città.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Giovanni

Architetture civili

Aree archeologiche

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 3 928 persone.[10]

Tradizioni e folclore

Pistacóppi è il nome con cui vengono chiamati i piccioni di Macerata e, come conseguenza, questo è divenuto un soprannome simpatico e scherzoso dei maceratesi. Un altro tradizionale appellativo dei maceratesi è quello di vrugnulù (prugne). Sebbene questi appellativi facciano parte della tradizione orale non mancano pubblicazioni che ne attestano l'uso conclamato (cfr. Mario Affede, "Macerata de li vrugnulù" in Il cuore della Marca, 1979 Edizioni Bolis).

Cultura

Macerata aderisce all'Associazione delle Città d'Arte e Cultura. La Rassegna di Nuova Musica giunta alla XXX edizione fu fondata da Stefano Scodanibbio ed è uno degli eventi di musica contemporanea più importanti d'Italia. È da segnalare la stagione lirica nell'originale e suggestivo sferisterio che si tiene durante il periodo estivo; il teatro ospita anche la manifestazione musicale Musicultura. L'università è tra le più antiche nel mondo fondata nel 1290 con la lettura dell'editto in tutta la regione da parte di Bartolo da Sassoferrato che annunciava la fondazione di una scuola di diritto nella città. Dal 1965 è attivo il Centro di Studi Storici Maceratesi. Il Centro studi "Carlo Balelli" per la storia della fotografia, fondato nel 2009, ha sede a Macerata e si occupa della valorizzazione dei Fondi Balelli e del patrimonio storico-fotografico della Regione Marche. Da Macerata parte l'annuale pellegrinaggio votivo verso la basilica della Santa Casa di Loreto. A Macerata hanno sede due importanti editori nazionali, Liberilibri e la casa editrice Quodlibet.

Palazzo Ricci
Loggia del grano

Istruzione

Biblioteche

Numerose anche le biblioteche esistenti in città:

Musei

Porta Montana
  • Museo tipologico del presepe. Il museo tipologico del presepe è nato nel 1964, ad opera di Domenico Cassese, che nel corso di cinquant'anni ha raccolto nella sua villetta una ricca raccolta di oltre 4.000 pezzi fra personaggi e accessori; è dunque un museo privato, visitabile a richiesta. È esposta al pubblico solo una parte della collezione; l'allestimento occupa quattro sale, nelle due ali dell'edificio[11]. Raccoglie 150 presepi, per un totale di 4000 pezzi circa, prodotti dal Seicento in poi: presepi tipici di varie regioni italiane: presepe calabrese, presepe campano, presepe ligure, presepe marchigiano, presepe pugliese, presepe sardo, presepe siciliano; presepi tipici europei: della Spagna, della Francia, della Polonia e di altre nazioni; presepi tipici di nazioni extraeuropee: Colombia, Brasile, Messico, Perù, Cina, Indocina, Giappone, Ecuador, Nigeria, Kenia, Palestina, Giappone.
  • Museo del Risorgimento (in allestimento)

Media

Quotidiani
TV
  • Emme tv Macerata
Radio
  • Radio Nuova In Blu
  • Radio Studio 7
Portali
  • Cronache Maceratesi
  • Picchio News
  • Vivere Macerata

Cucina

Il piatto tipico maceratese sono i vincisgrassi anche noti anche come "svinci", una sorta di lasagne al forno.[12]. Il piatto connota Macerata e la sua area, tanto che il suo nome è stato adottato dall'omonimo gruppo maceratese di pop demenziale.

Eventi

Porta San Giuliano

Festival

Lirica Musica Cultura
  • Musicultura
  • Macerata jazz festival
  • Sferisterio live
  • Notte dell'opera
  • Festival del Folklore
  • Macerata Racconta
  • Festa della musica
  • Macerata Teatro
  • Overtime festival
  • Artemigrante (Artisti di strada)
  • Aperitivi culturali
  • Ratatà
  • Giochi in corso
  • Palio in corso
  • Mura in festa

Persone legate a Macerata

  • A Macerata è nato padre Matteo Ricci, gesuita che visse per anni nella Cina dei Ming. Il gesuita introdusse la geometria euclidea nella corte e preparò cinque edizioni diverse di carte geografiche universali. Sono ancora conservate alcune rarità che portò dai suoi viaggi: il mappamondo in otto rotoli in Lingua mandarina e mancese, l'astrolabio, gli orologi e i kesi, arazzi che abbellivano le case dei cinesi.
  • A Macerata nacque anche Pietro Paolo Floriani (1585 - 1638), Cavaliere di Malta, ingegnere militare e teatrale del XVII secolo, fu un importante personaggio storico che diede lustro alla città di Macerata per la sua vita avventurosa di uomo d'armi, letterato e architetto militare. Oltre alle fortificazioni eseguite in Italia e nel nord Europa per papa Urbano VIII, il Re di Spagna e l'Imperatore Ferdinando, progettò le mura a nord della capitale maltese Valletta, all'interno delle quali, tra il Settecento e l'Ottocento si sviluppò un nuovo insediamento che prese il nome di Floriana in onore dell'ingegnere marchigiano.
  • Intorno alla metà del Cinquecento, Torquato Tasso venne a Macerata per far esaminare il suo "La Gerusalemme liberata" all'Accademia dei Catenati, al tempo una delle più eminenti accademie letterarie italiane.
  • A Macerata alla fine del XVII secolo è stata ambientata la Cicceide, raccolta di sonetti di stampo burlesco ed erotico dell'abate Giovanni Francesco Lazzarelli (1621-1693), che come giureconsulto lavorò presso il locale tribunale.
  • A Macerata nacque Giuseppe Alaleona (1670-1749), giureconsulto e letterato.
  • Nel 1772, nel magnifico Palazzo Compagnoni Marefoschi, si unirono in matrimonio Carlo III Stuart, il pretendente al trono inglese in esilio in Italia e Luisa Stolberg, la contessa d'Albany amata dall'Alfieri.
  • Carlo d'Azeglio ed Alessandro Manzoni ebbero stretti rapporti con la famiglia Ricci, vennero più volte a far loro visita nel magnifico palazzo settecentesco che ospita una tra le più importanti collezioni di arte italiana del Novecento.
  • Nel campo dell'arte si segnala anche la significativa presenza dello scultore garibaldino Giovanni Battista Tassara e quella dello scultore e insegnante Salvatore Giarrizzo.
  • Anche Achille Barilatti, medaglia d'oro al valor militare[13] è nato in questa città.
  • Nel 1815, anno della battaglia di Tolentino, Gioacchino Murat, preso il comando del Governo francese, stabilì il suo quartier generale nel Palazzo Torri, sito in Via Garibaldi.
  • A Macerata è legato anche il nome di Giuseppe Garibaldi, che vi soggiornò per alcuni mesi e dove formò la cosiddetta "Legione maceratese" che a Roma, il 30 aprile 1849, riportò la storica vittoria di Porta san Pancrazio, in difesa della Repubblica romana. Questo avvenimento fu importante per la causa del Risorgimento italiano, dedicato da Garibaldi stesso ai maceratesi. I reduci di quella impresa fondarono il circolo garibaldino "Il Giardinetto" che vanta ormai una storia ultracentenaria.
  • A Macerata nacquero gli scultori Carlo Panati, che presto si trasferì a Roma e Giuseppe De Angelis, che operò intensamente in città.
  • Macerata vanta tra i suoi figli più illustri anche numerosi artisti delle avanguardie del primo Novecento. Uno su tutti fu "Scipione (artista)", fondatore di un gruppo che verrà poi definito "Scuola di Via Cavour" e che fu il primo nucleo della più famosa Scuola romana. Altro importante artista di questo periodo fu Sante Monachesi allievo del maestro De Angelis. Negli anni trenta aderisce al movimento di Aeropittura Futurista, fondando con Tano ed Umberto Peschi, anch'esso maceratese “il Gruppo Futurista U. Boccioni”.
  • A Macerata, nel 1881, è nato il grande attore teatrale Uberto Palmarini - marito di Mercedes Brignone - la cui compagnia per prima in Italia rappresentò nel 1922 le opere di Anton Cechov.
  • A Macerata è nato nel 1894 Giuseppe Tucci, uno dei maggiori orientalisti occidentali, unanimemente considerato il più grande tibetologo del mondo.
  • Maria Assunta Lorenzoni, partigiana, nacque a Macerata nel 1918.
  • Giovanni Leoni, partigiano attivo a Vigevano, nacque a Macerata nel 1903.
  • Maceratesi che hanno legato il loro nome al movimento Futurista sono: Ivo Pannaggi, che nel 1922 scrive " Il Manifesto Dell'Arte Meccanica Futurista" , con Vinicio Palladini e con la supervisione di Filippo Tommaso Marinetti e Wladimiro Tulli che, dopo aver iniziato la sua attività nel 1938 con il pittore Bruno Tano, continuò la propria ricerca con Enrico Prampolini e successivamente con Osvaldo Licini. Nel 1939 ebbe il suo primo incontro con F. T. Marinetti, conobbe Giacomo Balla, Fortunato Depero, Gino Severini, Mario Radice e Ivo Pannaggi. Dal 1938 al 1943 fece parte del Gruppo Boccioni di Macerata.
  • A Macerata riposano le spoglie del pittore futurista Tullio Crali, fondatore dell'Aeropittura e della Sassintesi. Amico anch'egli di F.T. Marinetti e di G. Balla è considerato l'inventore del Borsello da Uomo. Gran parte delle sue opere più celebri fra cui Incuneandosi nell'abitato sono ospitate al MART di Rovereto.
  • Altro maceratese illustre fu Lino Liviabella (1902 - 1964), grande musicista della spiritualità.
  • A Macerata è nato lo scenografo premio Oscar Dante Ferretti, per le scenografie di The Aviator e Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street.
  • A Macerata nacque l'attore e doppiatore Silvio Spaccesi.
  • Maceratese è lo scultore contemporaneo Valeriano Trubbiani, nato nel 1937 che, dopo essersi diplomato all'Istituto d'arte di Macerata frequenta la "scuola del nudo" all'Accademia di belle arti di Roma.
  • Maceratese era Remo Pagnanelli, poeta e critico letterario.
  • Maceratese è Loris Campetti, giornalista italiano.
  • A Macerata è cresciuto e ha studiato Iginio Straffi, nativo di Gualdo (MC), fondatore della Rainbow e noto per aver creato e diretto la serie televisiva Winx Club.
  • A Macerata è vissuto e ha operato Luigi Calistri (Loreto 1921 - Macerata 1991), organista e fondatore della corale della Cattedrale.
  • Nel 1970 a Macerata morì Alessandro Serenelli, che nei pressi di Conca uccise Maria Goretti.
  • A Macerata vive Mike Melillo, jazzista, nato a Newark, New Jersey, nel 1939.
  • Sempre in campo musicale è da segnalare il grande attaccamento da parte della "Gang" alla città dove ogni anno fanno tappa fissa.
  • Sono nati o sono comunque legati alla città alcuni ex calciatori, poi diventati allenatori, come: Pino Brizi, Dino Pagliari, Giovanni Pagliari, Stefano Colantuono e l'ex stella del calcio serbo Borislav Cvetkovic. Sempre in campo calcistico sembra giusto ricordare un maceratese d.o.c. come l'arbitro Cesare Jonni.
  • Carlo Azeglio Ciampi, ex Presidente della Repubblica Italiana ha lavorato per circa dieci anni nella filiale della Banca d'Italia di Macerata.
  • Nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Macerata fu professore ordinario di storia del diritto italiano l'accademico Mario Sbriccoli che, in questa città, morì il 1º agosto 2005.
  • Costantino Mortati, annoverato fra i più autorevoli giuristi italiani del Novecento fu professore di Diritto costituzionale a Macerata, dove fu anche rettore.
  • Sempre in tale facoltà furono professori ordinari di Istituzioni di diritto privato Francesco Gazzoni e di Procedura Penale l'Onorevole Carlo Taormina.
  • A Macerata sono nate Maria Grazia Capulli, giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva italiana, Camila Giorgi, tennista italiana, nonché Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati nel corso della XVII legislatura; la famiglia di Gabriela Michetti, già vice presidente della della Repubblica Argentina, proveniva in parte da Macerata[14].
  • A Macerata è nato Ivan Bisson, cestista della Grande Ignis.
  • A Macerata è legato Fabrizio Frizzi, conduttore storico delle serate finali del festival Musicultura.
Chiesa dell'immacolata

Geografia antropica

Quartieri

Torre civica - Piazza della Libertà
  • Il Centro Storico ("Piazza della libertà")
  • Borgo San Giuliano ("Le Fosse")
  • Corso Cairoli ("Le Casette")
  • Corso Cavour - Piazza Pizzarello
  • Due Fonti
  • Rione Marche
  • La Pace
  • Santa Croce - Ficana
  • Montealbano - Colleverde
  • Collevario
  • San Francesco
  • Vergini
  • Santa Lucia
  • Corneto

Economia

Da segnalare la presenza di fabbriche di eccellenza in diversi settori, tra cui: moda ed abbigliamento, arredamento, sport e benessere. Sono presenti nel territorio numerose aziende multinazionali, tra cui Valleverde, Dima Cosmetics, Umana, Eismann, Gi Group, Gruppo FE.MA, Seat Pagine Gialle, Adecco, Om-Network, El.En.. Significativa è anche la presenza di rinomate attività artigianali, come quella della produzione di strumenti musicali a fiato e della tessitura finalizzata alla realizzazione di tappeti e di tanti altri prodotti caratterizzati da motivi artistici pregiati;[15] importanti ed apprezzate sono anche le lavorazioni orafe, della ceramica e del vimini.

Infrastrutture e trasporti

Macerata ha due uscite della superstrada SS 77 (Macerata ovest per chi proviene da Foligno, Macerata sud per chi proviene da Civitanova Marche) situate a 6 km dalla città ovvero nella frazione di Sforzacosta e nella Zona Industriale di Corridonia. Mentre per andare verso nord, ovvero Recanati, Loreto od un percorso alternativo per Ancona, ci si serve del vecchio tracciato della SS 77 poi declassato a provinciale. Mentre per andare verso sud, ovvero Sarnano ed Ascoli Piceno ci si serve della Strada provinciale 78. Da anni si parla di realizzare un "intervalliva", una strada di scorrimento veloce che collega la valle del Chienti, con la valle del Potenza fungendo anche da Tangenziale per l'area urbana di Macerata; è in fase di progetto tramite la "Quadrilatero Marche-Umbria", mentre nel novembre del 2008 è stata aperta una galleria di circa 800 m che collega la parte sud, con la parte nord della città che ha risolto la situazione critica che si creava nel centro della città intasata di veicoli soprattutto quelli pesanti.

Ferrovie

Il territorio comunale è attraversato dalla ferrovia Civitanova Marche-Fabriano, servita da soli treni regionali.

All'interno del centro abitato sono presenti due stazioni ferroviarie: quella di Macerata, sita a breve distanza dal centro storico, e quella di Macerata Fontescodella, che serve i quartieri occidentali.

Nelle frazioni di Piediripa e di Sforzacosta sono presenti due ulteriori stazioni, rispettivamente denominate Corridonia-Mogliano e Urbisaglia-Sforzacosta.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1860 Tommaso Lauri Sindaco -
1860 1861 Luigi Tegas Commissario regio -
1861 1865 Lorenzo Lazzarini Compagnoni Sindaco -
1865 Alessandro Tomassini Barbarossa Sindaco -
1865 Giacomo Costa Sindaco -
1865 Tito De Amicis Commissario regio -
1865 1866 Ferdinando Giorgini Sindaco -
1866 1869 Carlo Chiappini Sindaco -
1869 Piero Giuliani Sindaco -
1869 1870 Gaetano Graziani Sindaco -
1870 1871 Piero Giuliani Sindaco -
1871 1873 Ferdinando Giorgini Sindaco -
1873 1874 Pierluigi Carlo Commissario regio -
1874 1878 Nazario Pantaleoni Sindaco -
1878 1879 Giuseppe Germani Commissario regio -
1879 1882 Ferdinando Giorgini Sindaco -
1882 Ghino Valenti Sindaco -
1882 1884 Ferdinando Giorgini Sindaco -
1884 Alfonso Lazzarini Sindaco -
1884 1885 Ferdinando Giorgini Sindaco -
1885 Giovan Battista Bisio Commissario regio -
1885 1886 Alessandro Costa Sindaco -
1886 1887 Alessandro Ridolfi Sindaco -
1887 Alessandro Costa Sindaco -
1887 Claudio Quinto Ciccolini Sindaco -
1887 Alessandro Ridolfi Sindaco -
1888 Alessandro Costa Sindaco -
1888 Claudio Sesto Ciccolini Sindaco -
1888 Alessandro Ridolfi Sindaco -
1889 1897 Ferdinando Giorgini Sindaco -
1897 1899 Alfonso Lazzarini Sindaco -
1899 1900 Aristide Bossi Commissario regio -
1900 1901 Ferdinando Giorgini Sindaco -
1901 Felice Mariottini Sindaco -
1901 Vittorio Ballauri Commissario regio -
1901 1904 Carlo Giustozzi Sindaco -
1904 1908 Milziade Cola Sindaco -
1908 1909 Felice Cassone Commissario regio -
1909 1910 Ferruccio Micciani Sindaco -
1910 1911 Giovanni D'Aloe Commissario regio -
1911 1913 Gustavo Perozzi Sindaco -
1913 1914 Nicolò Priarolo Commissario regio -
1914 1917 Diomede Amodei Sindaco -
1917 1918 Camillo Ferraioli Sindaco -
1918 1919 Francesco Bourbon Del Monte Sindaco -
1921 1924 Ettore Ricci Sindaco -
1924 1926 Lauro Costa Sindaco -
1926 Masaniello Roversi Commissario straordinario -
1927 1936 Cesare Benignetti PNF Podestà -
1936 1943 Carlo Magnalbò PNF Podestà -
1943 Angelo Trombettoni Commissario straordinario -
1943 Ferdinando Lori Commissario straordinario -
1943 1944 Carmine Ferrigno Commissario straordinario -
1944 Domenico Fares Commissario straordinario -
1944 Gennaro Ventriglia Commissario straordinario -
1944 Antonio Alfieri Sindaco -
1944 Ferdinando Lori Sindaco -
1944 1956 Otello Perugini Sindaco -
1956 Franco Micucci Cecchi Sindaco -
1956 1957 Elio Ballesi Sindaco -
1957 1964 Arnaldo Marconi Sindaco -
1965 1967 Elio Ballesi Sindaco -
1967 1975 Giuseppe Sposetti Sindaco -
1975 1980 Ireneo Vinciguerra Sindaco -
1980 1981 Giuseppe Sposetti Sindaco -
1981 1987 Carlo Cingolani Democrazia Cristiana Sindaco -
1987 1992 Carlo Ballesi Democrazia Cristiana Sindaco -
1992 1993 Carlo Cingolani Democrazia Cristiana Sindaco -
1993 Ermete Verrecchia Commissario prefettizio -
6 dicembre 1993 17 novembre 1997 Gian Mario Maulo centro-sinistra Sindaco -
18 novembre 1997 13 luglio 1999 Anna Menghi centro-destra Sindaco -
14 luglio 1999 4 maggio 2000 Giuseppe Colli Commissario prefettizio -
5 maggio 2000 16 aprile 2010 Giorgio Meschini centro-sinistra Sindaco -
17 aprile 2010 in carica Romano Carancini PD Sindaco -

Gemellaggi

Sport

Calcio

Nel comune sono presenti diverse società calcistiche: la Società Sportiva Maceratese 1922 milita in Lega Pro. Ha disputato numerosi campionati di Serie C ed uno di Serie B. Altra squadra è inoltre la Robur Macerata 1905 che gioca in Seconda Categoria. Altre squadre sono l'Helvia Recina, della frazione Villa Potenza, che gioca in Promozione e la Cluentina, della frazione Piediripa, che disputa il campionato di Prima Categoria; il Rione Pace, della contrada omonima, gioca in Seconda Categoria; il Collevario, lo Sforzacosta 8, squadra dell'omonima frazione e il Just Macerata 1921 militano invece in Terza Categoria. Per quanto riguarda il calcio a 5 in città sono presenti il CUS Macerata C5, che milita in Serie B e l'Invicta Futsal in Serie C2.

Pallavolo

L'Associazione Sportiva Volley Lube è una società pallavolistica maschile con sede a Treia che milita nel campionato di Serie A1. La società lega il suo nome alla città di Macerata, dove svolge la maggior parte delle attività sportive e hanno sede diversi uffici amministrativi.

Ciclismo

Macerata è stata sede di tappa del Giro d'Italia per 4 volte:

Periodicamente Macerata è tappa della Tirreno-Adriatico.

Altri sport

Nel rugby è presente l'Amatori Rugby Macerata, fondato nel 2006 che disputa il campionato nazionale di serie C nel girone Marche. Nel softball ha sede in città il Softball Mosca Macerata, fondata nel 1973, che ha al suo attivo diversi risultati importanti, tra i quali citiamo: una Coppa dei Campioni e diversi titoli italiani ed europei. Per quanto riguarda il baseball nel Comune ha sede la società Macerata Angels Baseball Club nata nel 1954, che partecipa al campionato di Serie B federale. A riguardo della pallacanestro è presente l'A.B.M. Associazione Basket Maceratese che ha militato nel campionato regionale di serie C1 nella stagione 2009/2010. Per il tennis citiamo l'Associazione tennis dilettantistica Claudio e Geo Giuseppucci, che svolge attività in campo regionale e nazionale ed è arrivata, alcuni anni fa, al 18º posto della graduatoria nazionale per società; è insignita della stella d'argento del CONI al merito sportivo.[senza fonte] L'Hockey su prato è nato in città nel 1934, la squadra locale è l'Ass.Ca.Ri.Ma Sez.Hockey.

Persone sportive legate a Macerata

Note

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2017.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Naturalis Historia III, 111
  5. ^ Helvia Recina - Macerata, su www.archeomarche.beniculturali.it, 3 giugno 2015. URL consultato il 29 ottobre 2015.
  6. ^ Amico Ricci, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Alessandro Mancini, Macerata 1854, Tomo I, p. 139, n. 27.
  7. ^ C. Rendina - I papi storia e segreti, pag.752, Newton Compton editori, 1987
  8. ^ Marco Severini, La Repubblica romana del 1849, p. 138, Marsilio editori, Venezia 2011
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Cittadini stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2015
  11. ^ Musei dell'artigianato, Touring Editore, 2003; Qui touring, Touring Club Italiano, 2000 (pagina 80)
  12. ^ Gastronomia nel territorio maceratese dal sito del comune
  13. ^ quirinale.it
  14. ^ Il vice presidente dell'Argentina confessa: "Amo Macerata" cronachemaceratesi.it
  15. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 10.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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