Ischia Calcio: differenze tra le versioni

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SS Ischia Isolaverde
Calcio
Gialloblu, Isolani
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Giallo-blu
Inno Ischia faje sunnà
Ciro Sebastianelli
Dati societari
Città Ischia
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Lega Pro
Fondazione 1922
Rifondazione1960
Rifondazione1998
Presidente Bandiera dell'Italia Luigi Rapullino
Allenatore Bandiera dell'Italia Leonardo Bitetto
Stadio Enzo Mazzella
(5 000 posti)
Sito web www.ssischiaisolaverde.it/home/
Palmarès
Titoli nazionali 1 Scudetto Serie D
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

La Società Sportiva Ischia Isolaverde, comunemente conosciuta come Ischia Isolaverde o Ischia, è una società calcistica italiana con sede nell'Isola d'Ischia nella città metropolitana di Napoli. È stata fondata nel 1922 da Biagio Buonocore[1]. Milita in Lega Pro.

Nel corso della sua storia, a livello nazionale, ha ottenuto una promozione in Serie C1 nel 1986-87 ed una in Lega Pro nel 2013-14, ha vinto un campionato di Serie C2 nel 1990-91, un Campionato Interregionale nel 1982-83 e un campionato di Serie D nel 2012-13. Inoltre nella stagione 2012-13 si è laureata Campione d'Italia dilettanti vincendo lo Scudetto di categoria.

È l'unica squadra di calcio di un'isola minore italiana che ha preso parte a campionati nazionali professionistici.

L'Ischia Isolaverde ha assunto questa denominazione nel 2007, abbandonando la denominazione Associazione Sportiva Ischia Benessere & Sport, che vigeva dal 2005, e riprendendo la denominazione avuta fino al 1998, anno in cui fu estromessa dal campionato di Serie C1 per inadempienze finanziarie.[2]

Storia

Le origini

il prof. Biagio Buonocore

Le antenate dell'Ischia possono essere considerate le antiche squadre delle società sportive Robur, (poi Robur et Energea) e Pro Ischia.[3] La prima formazione di calcio ufficiale che si ricordi è quella della società sportiva Robur, fondata da Biagio Buonocore nel 1922[4], subito dopo la prima guerra mondiale, quando il gioco del calcio fu importato sull'isola dai reduci della grande guerra[5], anche se la prima partita ufficiale della Robur fu disputata fra il 1918 e il 1920 contro la rappresentativa dell'Istituto Nautico di Procida.[6]

In seguito a dissapori all'interno della Robur, un gruppo di soci si stacca dalla società madre e fonda la Pro Ischia. Quest'ultima diede vita, nei primi anni venti, a derby con i rivali della Robur caratterizzate da un acceso agonismo.[7]

Un grande passo in avanti per la diffusione del calcio ad Ischia e su tutta l'isola avviene quando il notaio Bonaventura Mazzella mette a disposizione del Pro Ischia una vasta radura situata in una pineta di cui egli è comproprietario, affinché possa essere trasformata in campo di calcio. Nasce così il primo campo di calcio ufficiale dell'Isola d'Ischia: esso sarà conosciuto da tutti come “Riserva Mazzella”.[8][9]

Prima del 1928, data in cui furono soppresse le formazioni ischitane e inglobate nel Dopolavoro Littorio, si svolse un torneo voluto dal colonnello Masturzi tra la Pro Ischia e la Robur. In palio c'era una coppa che portava il nome del notabile isolano. La Robur ha la meglio sui cugini per 2 reti a 0. Con l'assegnazione di questo trofeo ci si avvia alla fine dell'epoca caratterizzata dai duelli tra i due club cittadini ischitani.[10]

I dopolavoro sportivi

L'istituzione dei dopolavoro sportivi imprime una svolta al calcio isolano. La Robur et Energea e la Pro Ischia vengono fuse in un'unica società sportiva, il Dopolavoro littorio Ischia.[11]

Una formazione del Dopolavoro Ischia (1931)

Con il dopolavoro terminano anche i derby tra Pro Ischia e Robur. D'ora in poi il campanilismo stracittadino verrà sostituito da quello intercomunale. Le squadre rappresentanti dei vari comuni daranno vita a incontri non meno vibranti ed accesi di quelli dei derby stracittadini. In questo periodo, infatti, si disputeranno le prime partite amichevoli e quelle della fase isolana dei Tornei ULIC, fra i Dopolavoro di Ischia, Forio, Casamicciola e contro il Dopolavoro Lacco.[9][12]

Dal 1929-1930[13] al 1932/33 il Dopolavoro Ischia partecipa ai Tornei ULIC,[14] che si dividevano in tre gironi: isolano, flegreo e campano.

Nel campionato ULIC 1930-1931[15], dopo aver vinto il girone isolano e quello flegreo, si piazza per la finalissima in quello campano, dove viene sconfitto per 2-1 dalla compagine della Zona Franca sul campo neutro di Bacoli.[16]

Un altro avvenimento di rilievo per il calcio isolano è la partecipazione della squadra ischitana (diventata nel maggio 1933 Fascio giovanile di combattimento) ad un torneo di carattere provinciale in memoria di Giorgio Ascarelli, ex presidente del Napoli. Non esistono documentazioni certe sullo svolgimento del torneo che, sembra, vide il FGC Ischia uscirne vittorioso.[17]

GIL Ischia

In questi anni sorge la GIL Ischia (Gioventù italiana del littorio, nata in seguito alla fusione dell'Opera nazionale balilla e dei Fasci giovanili di combattimento) che, fra il 1936 e il 1939 disputa i primi campionati nella categoria Sezione Propaganda venendo ammessa, nell'autunno del 1939 al campionato di II Divisione 1939-1940. I primi riferimenti scritti che attestano la partecipazione della GIL Ischia ad un campionato federale ufficiale risalgono all'autunno del 1939 quando partecipa alla fase eliminatoria della Coppa Campana, venendo eliminata dal Dopolavoro Padovani.[18]

Campo Riserva Mazzella: giocatori e dirigenti di Ischia e Napoli posano assieme dopo una partita amichevole. Anno 1932 circa

Nel mese di gennaio del 1940 ha inizio il campionato di II Divisione al quale viene ammessa la GIL Ischia. Il campionato si conclude con l'Ischia in testa alla classifica a pari merito con il Dopolavoro Padovani. Essa dovrebbe prendere parte alle finali valide per l'ammissione in I Divisione ma l'entrata in guerra dell'Italia e la partenza di numerosi calciatori costringe al ritiro l'Ischia così come molte altre società.[19][20]

L'entrata in guerra dell'Italia frena, ma non arresta del tutto, lo svolgimento delle attività sportive sul territorio nazionale. In piena estate del 1942 la GIL Ischia prende parte al Torneo della XIII Zona, comprendente Napoli e provincia. Vincerà la doppia finale contro il Campania aggiudicandosi il torneo.[21]

Nel 1942/43 partecipa al campionato di I Divisione, nel quale ottiene il quarto posto, valido per l'ammissioni alle finali regionali. L'esito delle finali resta tuttavia incerto a causa della mancanza di riferimenti scritti, dovuta al conflitto in pieno svolgimento.[22]

Durante il conflitto una guarnigione di soldati tedeschi staziona permanentemente sull'isola, dando vita a due sfide con l'Ischia. Nella prima gara gli ischitani prevalgono per 2-1 contro una rappresentativa di soldati in servizio sull'isola. Nella rivincita, invece, i gialloblu si trovarono come avversario la rappresentativa militare dell'esercito tedesco, la cosiddetta viaggiante che annoverava tra le sue fila anche il nazionale austriaco Franz Binder. I gialloblu vennero così sconfitti con numerosi gol dalla rappresentativa tedesca.[23]

Successivamente giunge il momento in cui le truppe tedesche lasciano il posto agli alleati anglo-americani. Giungono così ad Ischia gli inglesi che mettono subito gli occhi sull'arido rettangolo di gioco dell'Arso. In questo periodo, tra l'ottobre del 1944 e il febbraio del 1945, l'Ischia affrontò varie rappresentative dell'esercito inglese dando vita a sfide agonisticamente accese ed in totale furono giocate una trentina di partite che videro gli isolani quasi sempre vittoriosi.[24]

Nasce l'AS Ischia

Nel mese di gennaio del 1945 nasce ufficialmente l'AS Ischia che prese parte al campionato di I Divisione del 1945, vincendo la finale contro la Cotoniere per entrare in serie Serie C. Tuttavia, la mancanza cronica di un campo regolamentare e l'indifferenza delle autorità locali fecero sì che l'Ischia rinunciasse alla terza serie nazionale. Nel 1945-1946 riparte dal campionato di I Divisione[25], piazzandosi nelle finali dove venne battuta sonoramente prima dalla Turris (7-1) e poi dal Nola (6-1).[26]

Dopo la conclusione del campionato 1945-1946, il calcio ischitano si ferma sia a causa della partenza di Filippo Ferrandino (per anni allenatore, giocatore e deus ex machina dell'Ischia) e dei migliori giocatori, che alle dimensioni non regolamentari del campo e le sue strutture inadeguate, che sono le cause che conducono alla mancata partecipazione dell'Ischia al campionato 1946-1947.[27]

Intanto, nell'estate del 1947, Biagio Di Meglio (per oltre trenta anni segretario della società), Aniello Sogliuzzo e Antonio Borgogna furono i promotori della reiscrizione dell'Ischia al campionato di I Divisione per l'anno 1947-1948. Il campionato, fu il più fallimentare della storia dell'Ischia Calcio. Infatti la squadra concluderà il torneo all'ultimo posto e, nonostante gli sforzi della dirigenza, la squadra non riuscirà a partecipare al torneo successivo per i soliti motivi: ristrette dimensioni del campo e mancanza di fondi.[28] Dopo un anno di inattività dovuto al fatto che non si disponeva di un campo regolamentare e ben cintato ritorna ad Ischia Filippo Ferrandino che, affiancato dal fedele collaboratore Biagio Di Meglio, assume di nuovo il ruolo di allenatore.[29]

La squadra prende parte al Campionato di II Divisione 1949-1950, conquistando il primo posto nel girone di qualificazione e venendo ammessa in I Divisione. Essa accede alla finale valida per l'assegnazione del platonico titolo di Campione Regionale di II Divisione, dove viene battuta dalla Cristallerie Nazionali per 3-0.[30]

Gli anni cinquanta

Nel biennio 1950-1952 prende parte al Campionato di I Divisione e, nel campionato 1951-1952 viene ammessa allo spareggio per l'accesso alle semifinali. In realtà queste semifinali sono del tutto platoniche, perché a causa della composizione del girone di Promozione, tutte le squadre semifinaliste vengono ammesse al nuovo torneo. Nello spareggio l'Ischia batte il Dopolavoro Ferroviario (2-1 dts) e viene ammessa al campionato di Promozione.[31]. Nel frattempo, a dimostrazione della crescita del calcio isolano, iniziano ad imporsi in terraferma dei giocatori nati sull'isola campana e cresciuti nell'Ischia: tra questi spicca l'ala sinistra Ciro Barile[32]

Il campionato 1952-1953 vede l'Ischia in piena lotta per non retrocedere.

Nel mese di febbraio fa una breve sosta ad Ischia il forte Bologna di Gipo Viani.[33] La sua squadra sostiene una partita di allenamento al Rispoli. Il risultato finale è 7-0 per i rossoblu che danno spettacolo al numeroso pubblico accorso ad assistere all'evento.[34][35] Partecipa con alterne fortune al campionato di Promozione fino al 1959-1960, anno in cui riesce a piazzarsi al primo posto acquisendo il diritto di partecipare alle finali regionali per l'ammissione in serie D. In semifinale supera la Palmese (2-1) ma in finale nulla può contro la Scafatese (2-1) che si aggiudica la gara e il campionato.[36]

Gli anni sessanta

Subito dopo il termine del campionato che ha sancito la mancata ammissione in quarta serie, la società si fonde con lo storico club dell'Ilva Bagnolese acquisendone il titolo sportivo valido per la partecipazione alla Serie D 1960-1961 come Ischia-Bagnolese. Fu un campionato che vide l'Ischia navigare quasi sempre nelle zone basse della classifica, chiudendo il campionato all'ultimo posto e venendo retrocessa nuovamente in Promozione.[37] In questo campionato un giovane Bruno Pizzul collezionerà 5 presenze con la maglia dell'Ischia.[38][39]

Nel marzo del 1963 l'allenatore Filippo Ferrandino riesce a far venire ad Ischia un grande club. È la Juventus di Boniperti ad aderire al suo invito, inviando sull'isola alcuni giocatori bianconeri che danno vita ad una partita di allenamento a ranghi misti con i calciatori dell'Ischia.[40][41]

Il campionato di Promozione del 1963-1964 rappresenta per l'Ischia il punto di passaggio da un breve periodo di ricostruzione al torneo decisivo, quello dell'anno successivo, che decreterà la promozione in serie superiore. Il complesso dell'Arso si va trasformando gradualmente in un insieme omogeneo che comprende alcuni dei protagonisti dell'Ischia del periodo della seconda metà degli anni 50 (Barile A., Zampillo, Di Meglio S., D'Innocenti) e i giovani provenienti dal vivaio ischitano (Spignese, Scaglione, Ielasi e i fratelli Abbandonato), messi assieme a giocatori del continente di grande esperienza e valore, come Di Marzio, Pozzati, Paudice, Illiano, che svolgono il ruolo di chioccia delle nuove leve isolane.[42]

Stadio Rispoli I calciatori festeggiano l'accesso alle finali 1964-1965

Nel 1964-1965 l'Ischia del presidente Di Manso e dell'allenatore Ferrandino parte con l'obiettivo dichiarato di vincere il campionato e di approdare, finalmente, in serie D. Alla fine del torneo regolare si piazza in testa alla classifica con 47 punti, guadagnandosi l'accesso alle partite di finale per l'accesso in serie D con l'Acerrana e l'Angri. Nella prima gara l'Ischia batte l'Acerrana 1-0 con una rete di Salvatore Di Meglio. Poiché anche l'Angri vince il confronto diretto con l'Acerrana, si ha un vero e proprio scontro finale tra Ischia e Angri nella partita decisiva. Sono necessari tre incontri per designare la squadra vincente. Nella terza e ultima sfida al Collana di Napoli, Gennaro Illiano all'11º del secondo tempo supplementare, con un colpo di testa, regala all'Ischia la serie D ed evita che la promozione venisse assegnata tramite sorteggio con la famosa monetina.[43]

L'avventura in serie D comincia sotto la guida tecnica di Mario Rosi e Filippo Ferrandino. Dalla campagna acquisti arrivarono ad Ischia Pittaro Ilvio (terzino dal Melfi), Grosso Antonio (terzino dalla SPAL), Perezzani Cesarino (mediano dal Verona), Sonati Giovanni (attaccante dal Verona), Giuseppe Commitante dall'Isolaverde e Gualtieri Salvatore (attaccante dal Brindisi). Partita per salvarsi, la squadra riesce a centrare l'obiettivo solo nelle ultime giornate, dopo aver cambiato ben quattro allenatori ed effettuato una consistenze campagna di rinforzamento della rosa (tra cui Abramo De Siano dall'Internapoli), dato che peccava di inesperienza per la serie.[44]

Nel 1967-1968 avviene la fusione con l'Isolaverde, compagine isolana di Promozione, che darà alla squadra la denominazione A.S. Ischia Isolaverde. In campionato ancora una volta la squadra lotterà fino alle ultime giornate per conquistare la salvezza.[45]

Nel 1969-1970 il portiere Antonio De Angelis, stabilisce il record di imbattibilità in campionato per 713 minuti.[46]

Gli anni settanta

Nel 1970-1971 la squadra guidata da Rosario Rivellino, dopo aver guidato la classifica fino alla prima giornata di ritorno,[47][48] comincia un declino che la porterà, all'ultima giornata, a dover battere la Turris per vincere il torneo. Tuttavia, i gialloblu vengono sconfitti in casa (0-1) dalla compagine di Torre del Greco, perdendo il campionato all'ultima partita. La compagine corallina chiuderà il campionato prima in classifica, con alle spalle l'Ischia.[49][50]

Dal 1971 al 1975 l'Ischia lotta di solito per la salvezza e valorizzando i giovani del vivaio.[51]

Nel campionato 1975-1976, nonostante un cammino non proprio felice ed una salvezza conquistata nelle ultime giornate,[52] in Coppa Italia l'Ischia riuscì ad arrivare in semifinale, dove venne eliminata dal Lecce, che si aggiudicherà anche la Coppa. In questo campionato, fa il suo debutto Franco Impagliazzo.[53]

Nel campionato 1976-1977 pur arrivando ottavo in classifica a pari merito con L'Aquila e la Puteolana, segna il maggior numero di reti nel suo girone, 40.[54] In questa stagione avviene inoltre la fusione con la Virtus Colonna, compagine ischitana militante l'anno prima in Promozione.

Nel 1978-1979 l'Ischia si piazza al quindicesimo posto e, pur concludendo il campionato a pari punti (33) con Puteolana, Trebisacce e Mazara, in virtù della peggior differenza reti, viene retrocesso in Promozione. Ha pesato, nel computo delle reti subite e quindi sul piazzamento finale, la sconfitta (9-0) ad Acireale con la squadra locale, alla prima giornata del girone di andata. In questo campionato, esordisce Giuseppe Monti, che, insieme ad Impagliazzo, sarà l'icona dell'Ischia dell'era moderna.[55]

Nel 1979/80, fallisce il ritorno immediato in quarta serie piazzandosi al secondo posto. L'anno successivo sarà quello della svolta. L'Ischia allenata da Spignese, pur facendo peggio della stagione precedente (4º posto) venne ripescato in Interregionale, a completamento organici, per meriti sportivi.[56]

Gli anni ottanta e la conquista della Serie C

Stadio Rispoli Festeggiamenti per la vittoria del campionato Serie C2 1986-1987

Nel 1981-1982 la squadra guidata da Benito Montalto fu protagonista di un duello in vetta con la Gioiese di Franco Scoglio, che vinse il torneo con due punti di vantaggio solo all'ultima giornata, mentre l'Ischia non andò oltre un pareggio a Corigliano.[57] Un finale beffardo, tenuto conto che in base al vantaggio maturato in classifica[57] in virtù degli scontri diretti (0-0 a Gioia Tauro e 2-0 ad Ischia[58]), se i gialloblu fossero arrivati a pari punti, avrebbero vinto il torneo.

Nel 1982-1983 la guida tecnica della squadra fu affidata a Michele Abbandonato che grazie ai gol di Francesco Impagliazzo e di Ciro Ippolito riuscì nell'impresa di vincere il torneo e approdare in C2, classificandosi al primo posto con sette punti di vantaggio sul Rifo Sud.

Nel 1983-1984 l'Ischia all'esordio in Serie C2 si piazza al sesto posto. L'impianto della squadra che aveva vinto il campionato precedente viene rinforzato con l'arrivo di Renato Lo Masto, attaccante proveniente dal Brindisi. Dal vivaio passano in prima squadra Giuseppe Di Meglio, Leonardo Aloi e Massimo Patalano.

Nel 1986-1987 la società viene rilevata dall'ambizioso e facoltoso Roberto Fiore, già presidente del Napoli negli anni sessanta. Il presidente non bada a spese. Dalla Sambenedettese arriva Salvatore Buoncammino, dalla primavera del Napoli Gennaro Monaco, poi Grillo, Papa e Pepe. La squadra viene affidata a Rosario Rivellino e si piazza seconda alle spalle del Frosinone conquistando per la prima volta nella sua storia la serie C1.[59]

Dopo due modesti campionati di Serie C1 (13º e 12º posto), nel 1989-1990 l'Ischia viene rilevata da Bruno Basentini scendendo in Serie C2 già diverse giornate prima della fine del campionato.

Gli anni novanta

Nel 1990-1991 vince nuovamente il campionato di serie C2, grazie ad una campagna acquisti nella quale furono acquistati De Carolis, Tommasino, Luca Gonano dalla Salernitana a fare coppia in attacco con Fabrizio Fabris, D'Urso e il portiere Guido Nanni. Questo sarà anche l'anno della ribalta per Giovanni Martusciello, che chiude il campionato con 32 presenze e tre reti. Sotto la guida tecnica di Pierino Cucchi, l'Ischia riesce a spuntarla sull'Acireale, dopo un testa a testa concluso solo alla penultima giornata dopo aver battuto in casa il Kroton (4-0), condannandolo alla retrocessione.[60]

Stadio Mazzella Una formazione del campionato Serie C2 1990-1991

Nel 1991-1992 la guida tecnica della squadra viene affidata ancora a Cucchi. Molti protagonisti del vittorioso campionato precedente vanno via. L'Ischia di questo campionato riuscì a piazzarsi al 5º posto, stabilendo il miglior piazzamento in serie C1 mai raggiunto nella sua storia ed arrivò fino ai quarti di finale di Coppa Italia, dove fu eliminato dalla Massese.[61]

Nel 1992-1993 l'Ischia di Pasquale Casale non riesce a battere il Messina nell'ultima gara di campionato al Mazzella e retrocede nuovamente, venendo poi ripescato al posto dello stesso Messina, escluso per problemi finanziari.[62] Nello stesso anno, l'Ischia e l'Acireale sono deferiti alla Commissione disciplinare in seguito ad una denuncia del presidente dell'Ischia Bruno Basentini. Nella denuncia si fa riferimento ad un tentativo di corruzione della squadra siciliana, in persona dell'allenatore Giuseppe Papadopulo, che avrebbe avuto interesse affinché la partita del 6 dicembre 1992 tra Acireale ed Ischia terminasse in parità, come in effetti avvenne.[63] Entrambe le società vennero poi assolte con formula piena.[64]

Al termine del campionato Franco Impagliazzo, dopo venti anni di carriera legati al sodalizio gialloblu, 500 presenze e 133 reti con la maglia dell'Ischia fra Coppa e campionato, conclude la carriera.

Nel 1994-1995 dopo un campionato costellato dal raggiungimento di parecchi record negativi (peggior quoziente reti, peggior attacco e minimo di vittorie in casa) e dall'avvicendarsi di ben 3 direzioni tecniche[65] (Gianni Balugani, poi Pasquale Casale, poi il duo Impagliazzo - Rispoli), l'Ischia riesce a garantirsi l'ultimo posto utile per disputare i playout. L'avversario è il Chieti allenato da Gianni Balugani. La squadra guidata dal duo Impagliazzo – Rispoli (che annoverava in rosa, in quel campionato, Vincenzo Matrone e Alessandro Toti[65]), vinse la gara d'andata per tre reti ad uno e pareggiò verso lo scadere la gara di ritorno, il 18 giugno 1995, garantendosi il diritto di rimanere in C1.[65] A fine stagione Giovanni Martusciello, dopo 7 campionati in maglia gialloblu, passa all'Empoli.

Il campionato 1996-1997 comincia con Tommaso Angrisani in panchina, subito esonerato dopo la prima giornata,[66] ed un Ischia che è protagonista di un avvio molto stentato che la porterà, alla fine del girone di andata, all'ultimo posto in classifica.[67] Le cose miglioreranno con il ritorno in panchina di Piero Cucchi, la squadra inanellerà 5 vittorie di fila (maggior numero di vittorie consecutive del girone) che la porteranno a lottare per l'accesso agli spareggi promozione, prima di frenare la propria corsa e di chiudere il campionato in nona posizione, a pari punti con Casarano ed Ascoli.[68]

Il fallimento

Stadio Mazzella Una formazione del campionato di Serie C1 1997-1998

Il 1997-1998 è l'anno più nero della storia dell'Ischia Calcio. Nell'estate del 1997 la società viene rilevata da Lucio Varriale, autore di una campagna acquisti di un certo spessore. A Ischia arrivano Davide Ricci, Antonio Barbera,[69] Luca Evangelisti,[70] Gianluca De Angelis,[71] Donato Terrevoli e gli olandesi Etienne Verveer[72] e Stefan Jansen.[73] La guida tecnica viene affidata nuovamente a Pierino Cucchi[74] ma la squadra, dopo un buon inizio, non riuscì ad andare oltre il dodicesimo posto.[75]

Intanto, già nella primavera del 1997, preoccupanti segnali sulla situazione debitoria della società erano venuti dalla Covisoc. Il massimo organo di vigilanza sui bilanci delle società calcistiche, aveva scoperto una massa debitoria che ammontava a svariati miliardi.[76][77]

Nel luglio del 1998, mentre si stava allestendo la squadra che avrebbe dovuto disputare la stagione seguente, l'Ischia viene radiata dalla FIGC ed esclusa dal campionato per una fideiussione risultata falsa.[78][79] Il suo posto venne preso dal Palermo, che sul campo era retrocesso. Per molto tempo sono stati poco chiari i motivi che hanno portato alla scomparsa, dopo 75 anni, dell'Ischia. In un primo momento la giustizia sportiva usò la mano pesante, inibendo una serie di dirigenti e dichiarando fallita la società, che nel frattempo era ripartita dal Campionato di Seconda Categoria con sette punti di penalizzazione.[80] A gettare forti sospetti sulla regolarità delle valutazioni fatte circa la fidejussione presentata dall'Ischia nel luglio del 1998, furono le dichiarazioni di Franco Jommi, titolare della Sbc (società coinvolta nella Calciopoli 2003) che, a proposito della Calciopoli del 2006 ed in riferimento all'Ischia, sostenne che era presente in Lega un "sistema di servizi e reciproci favori" che utilizzava il metodo dell'accettazione delle fidejussioni false come mezzo per poter favorire questa o quella squadra.[81]

Gli anni duemila

Dal fallimento al ritorno in Serie D

Una nuova società venne iscritta al campionato di Eccellenza Campana nel 1998-1999, rilevando il titolo sportivo del Forio Calcio e assunse la denominazione di Comprensorio Calcistico Isola d'Ischia.[82] Viene allestita una squadra con molti elementi locali e viene affidata a Franco Impagliazzo.[83]

Nonostante i proclami di un pronto ritorno in serie C, l'Ischia è protagonista di un campionato mediocre, concluso all'undicesimo posto.[84]

La formazione che ha conquistato la Serie D

Nel campionato 1999-2000 cambia la denominazione in A.C. Ischia.

Nel campionato 2000-2001 l'Ischia si piazza seconda alle spalle del Gladiator, che stravince il campionato con quattordici punti di vantaggio. Negli spareggi play off tra le due squadre piazzatesi seconde nei rispettivi gironi di Eccellenza campana, l' Ischia venne eliminata dall'Ebolitana (2-1 fuori e 1-1 in casa).

I primi segnali di ripresa si avranno quando, nel 2003-2004, la società viene rilevata da Roberto Goveani[85] (un passato anche in serie A come proprietario del Torino, che rimase presidente però solo per una stagione, prima di accasarsi alla Nuorese) che, con una serie di investimenti importanti, riuscì a costruire una buona squadra. L'Ischia si aggiudicò la Coppa Italia Regionale[86][87] (2-1 d.t.s. nella finale contro il Gragnano a Palma Campania) e sfiorò la promozione dopo un duello con l'Acerrana che la costrinse ai play-off, dove venne eliminata in finale dal Solofra[88] (0-2 in casa e vittoria per 1-0 in trasferta).

Nell'estate 2005 la società fu rilevata nuovamente dall'ambizioso Bruno Basentini (già presidente negli anni 90), che la rifondò con la denominazione "Ischia Benessere & Sport"[89][90] e costruì una squadra molto competitiva incentrata sul fantasista Enrico Buonocore.[91] Trascinata dal suo numero dieci e guidata dall'allenatore Enzo Troiano, l'Ischia dominò il campionato e riuscì ad ottenere il ritorno in Serie D.[92] A fine stagione la squadra si aggiudicò anche la Coppa Ammaturo,[93] Supercoppa d'Eccellenza, ai danni del Sant'Antonio Abate (battuto sia in casa per 2-1, che in trasferta per 3-0).

La Serie D

Nella stagione 2006-2007 l'obiettivo dichiarato è la salvezza, anche a causa dei problemi societari avutisi subito dopo la vittoria del campionato con l'abbandono del presidente Bruno Basentini.[94] La società viene rilevata da Antonio Barile dopo che il titolo era stato consegnato nelle mani del sindaco pochi giorni prima che scadesse il termine per l'iscrizione al campionato.[95] Nonostante tutte queste vicissitudini, la società riesce a confermare l'ossatura della squadra che aveva vinto il campionato, rinforzandola con qualche buon innesto.[95] La squadra è protagonista di un avvio di campionato scintillante, occupando il primo posto in classifica prima di cedere il passo alle corazzate del girone H. Peserà sul cammino della squadra anche l'addio, a campionato in corso, di Enrico Buonocore che, in seguito ad un battibecco con i propri sostenitori durante la gara Ischia - Ebolitana (0-1) del 3 dicembre 2006,[96] lascerà i gialloblu per trasferirsi alla Santegidiese.[97] A torneo concluso, la squadra allenata da mister Impagliazzo[98] sarà la vera rivelazione del torneo,[99] finendo al quinto posto in classifica e fuori dai play off per un soffio a causa della classifica avulsa.[100] Infatti, a seguito del reclamo dell'Aversa Normanna circa la partita contro l'Ischia del 7 gennaio 2007[101] (finita in parità con le reti di Vincenzo Capuozzo e pareggio di Pasquale Ferraro per l'Aversa[102]), l'Ischia si vide comminare la sconfitta a tavolino per 0-3 con la conseguente perdita del punto conseguito nella gara in questione,[103] punto che le è costato il quinto posto utile per accedere ai play off.

Stadio Mazzella Una formazione del campionato di Serie D 2006-2007

Il campionato 2007-2008 si caratterizza per il cambio di denominazione della società. Infatti, la denominazione assunta nel 2005 (Associazione Sportiva Ischia Benessere & Sport) viene abbandonata in favore della denominazione avuta fino al 1998, anno in cui l'Ischia fu estromessa dal campionato di C1.[2] In questo campionato Ranieri Pirro stabilirà il record di miglior marcatore stagionale di sempre con la maglia gialloblu (16 reti per lui) relativamente al campionato di Quarta Serie.[104]

La stagione 2008-2009 vede l'Ischia disputare un buon campionato, chiuso in quinta posizione, a pari punti (44) con la Turris. A questo punto si rendeva necessario uno spareggio tra l'Ischia e la Turris per stabilire chi avrebbe dovuto affrontare, nel primo turno dei play off, la Nocerina. Tuttavia le due formazioni non si affronteranno mai nello spareggio che era in programma sul neutro di Scafati[105]. Infatti, a causa di un ricorso presentato da un ex tesserato circa un pagamento non effettuato dalla società, l'Ischia durante il campionato fu penalizzata di 1 punto in classifica. Tuttavia la società, per mano dell'avv. Edoardo Chiacchio, presentò ricorso alla Corte di giustizia federale, la quale accolse l'appello e ridiede all'Ischia il punto sottrattole, grazie al quale i gialloblu scavalcarono la Turris in classifica garantendosi l'accesso diretto ai play off[106] , dove venne eliminata dalla Nocerina con un umiliante 5-0.[107]

Nel 2009-2010 l'Ischia esordisce in campionato battendo fuori casa la corazzata Pianura (0-2 con reti di Saurino e Onesti[108]). Ma sarà solo un fuoco di paglia. Infatti, in seguito ad una grave crisi societaria, nel mese di dicembre 2009 viene concessa la lista di svincolo ai calciatori tesserati,[109] i quali in maggioranza abbandoneranno la squadra, e verrà nominato presidente un semplice tifoso, Maurizio Marena.[110] La squadra allenata da Giuseppe Monti, dopo aver stazionato in zona retrocessione per quasi tutto il torneo, chiuderà il campionato al 16º posto, guadagnandosi la possibilità di mantenere la categoria confrontandosi agli spareggi play out con il Sibilla Bacoli. La partita di andata, giocata al Mazzella, si conclude con un pareggio a reti bianche che lascia presagire al peggio in vista della gara di ritorno, in quanto il Sibilla è in vantaggio per il miglior piazzamento.[111] Tuttavia, nella gara di ritorno l'Ischia riesce a battere il Sibilla per due reti a una, riuscendo a conquistare una salvezza insperata.[112]

Dopo il lieto epilogo degli spareggi play out contro il Sibilla Bacoli e la volontà del presidente Marena e del direttore generale Enrico Scotti di lasciare la società, l'Ischia ha sfiorato un vero e proprio dramma sportivo, rischiando di scomparire a causa della mancanza di possibili acquirenti. Infatti, all'indomani della conquista della salvezza fu intavolata una trattativa tra la proprietà e il gruppo finanziario Martos, deciso a rilevare la squadra[113]. Tuttavia, la trattativa si prolungò fino ad agosto inoltrato, provocando uno stallo nelle vicende societarie, con la conseguenza che, una volta saltato il passaggio di proprietà in pieno agosto[114] , l'Ischia si trovò sia in netto ritardo con l'allestimento della formazione, sia priva di una seppur minima struttura dirigenziale. Nel frattempo, la sopravvivenza seppur formale della società, era stata garantita dal Sindaco di Ischia che riuscì a coinvolgere qualche imprenditore, e dai tifosi che, grazie ad una colletta, riuscirono a raggiungere la somma necessaria da versare in Lega, effettuando l' iscrizione nell'ultimo giorno utile[115]. Una volta sfumata l'acquisizione dell'Ischia da parte della Martos, il 31 agosto 2010 venne nominato un Commissario Straordinario, nella persona del giornalista Giovanni Sasso, con il compito di coordinare, insieme al tecnico Giuseppe Monti, l'allestimento della squadra e il reperimento di risorse economiche per far fronte al campionato[116].

La conseguenza di queste vicende fece sì che, inizialmente, sul piano sportivo l'Ischia risentisse pesantemente di questi avvenimenti: l' esordio in Coppa Italia a Somma Vesuviana contro la Viribus Unitis, vide i gialloblu scendere in campo con la squadra Juniores e perdere la gara per 7-0[117]. In campionato invece, dopo un esordio disastroso a Pisticci (Pisticci - Ischia 4-0[118]), l'Ischia si rese protagonista di un ottimo girone di andata, probabilmente dovuto anche al nuovo assetto societario[119], che la portò a chiudere il girone d'andata nelle primissime posizioni[120]. Alla ripresa del campionato l'Ischia accusò un declino che portò all'esonero di Giuseppe Monti[121], sostituito nel mese di febbraio con Ferruccio Mariani[122], che guidò la squadra verso la salvezza.

Gli anni duemiladieci

2011-2012

Nel giugno 2011 la società, rilevata nel frattempo da un gruppo di aziende napoletane facenti capo a Nicola Crisano, si costituisce come società di capitali a responsabilità limitata, cambiando la ragione sociale da Associazione Sportiva a Società Sportiva Ischia Isolaverde a r.l.[123][124].

Fautore del nuovo assetto societario è Nicola Crisano che, dapprima ha convogliato risorse economiche sotto forma di grosse sponsorizzazioni e poi, in veste di direttore generale, ha guidato la società[125].

La carica di presidente venne affidata a Prospero Santo[126], in seguito alle dimissioni di Gianni De Vivo; mentre quella di presidente onorario fu assegnata a Raffaele Carlino, imprenditore napoletano e patron di Carpisa -Yamamay[127], il quale diventò anche il principale finanziatore della società, sponsorizzando le casacche col nome della sua azienda. Nel mercato estivo fu costruita una formazione competitiva impreziosita dagli innesti di Gennaro Scarlato[128] e di Cosimo Sarli[129]. Durante il mercato di riparazione di dicembre, inoltre, la squadra venne ulteriormente rinforzata grazie agli innesti di Sergio Ercolano dall' Avellino[130], Tommaso Manzo dal Sibilla Bacoli[131], Giovanni Giuseppe Di Meglio dal Catanzaro[132] e Emanuele Marzocchi dall' Aversa[133].

Dopo uno stentato avvio (0-0 con il Martina Franca in casa[134] e sconfitta con il CLT Campania[135]), la squadra si rese protagonista di quattro successi di fila (tra i quali spicca la vittoria casalinga sul Francavilla: 6-1 al termine della prima frazione di gioco[136]), portandosi in vetta alla classifica già alla sesta giornata, dopo la vittoria ad Oppido Lucano, contro l'Angelo Cristofaro (0-1 rete di Savio[137]); vetta che perderà nella successiva partita, a causa del pareggio nel derby (2-2 con reti di Sarli e Mazzeo e pareggio all' '88 di Vacca) contro gli eterni rivali della Turris[138].

In seguito alla sconfitta di Sarno (0-3) mister Citarelli venne esonerato in favore di Bruno Mandragora[139]. Sotto la sua gestione l'Ischia inanellò sei risultati utili di fila, conquistando la vetta solitaria alla 17 di andata e conquistando il titolo di campione d'inverno del girone H[140] che perderà subito alla ripresa del campionato dopo la sconfitta in casa del Martina Franca (4-3[141]). I gialloblu rappresentarono l'unica vera contendente del Martina Franca alla vittoria del campionato, tallonando i pugliesi in classifica e conquistando prestigiose vittorie (su tutte Turris - Ischia 4-5 e Brindisi - Ischia 1-2, vittorie arrivate rispettivamente dopo 14[142] e 23 anni[143] dalle precedenti affermazioni) prima di cedere il passo alla Sarnese in seguito a tre sconfitte consecutive maturate contro il Casarano (2-4 fuori casa[144]), la Sarnese (0-1 in casa[145]) e la Casertana (0-2 fuori casa[146]). In seguito alla sconfitta di Caserta Mandragora fu esonerato in favore di Domenico Citarelli che, a causa del pareggio interno contro l'Irsinese (2-2) e di dissapori con la società[147] fu a sua volta allontanato per far posto a Ciro Bilardi[148]. Alla fine della stagione l' Ischia chiuse al terzo posto in classifica garantendosi un posto nei play off, dove venne eliminata al primo turno dalla Casertana con un rotondo 4-0[149].

Durante il campionato, il 19 gennaio 2012, i gialloblu hanno preso parte ad una amichevole con l'Italia Under 21 guidata da Ciro Ferrara al centro sportivo la Borghesiana, conclusasi 3-0 in favore degli azzurri con le reti di Gabbiadini, Paloschi e Insigne[150].

Il ritorno nei professionisti

La stagione parte con l'acquisizione del sodalizio gialloblu da parte della Green Island, società facente capo all'imprenditore napoletano Raffaele Carlino, che da main sponsor rileva la maggioranza del pacchetto azionario e viene nominato presidente[151]. Il primo colpo del mercato estivo fu l'ingaggio di Salvatore Campilongo come allenatore al quale seguì l'allestimento di una formazione che annoverava tra le proprie fila quasi tutti giocatori che avevano militato in categorie superiori. Già durante il precampionato, grazie alla campagna acquisti operata e grazie alla fama dell'allenatore, l' Ischia venne accreditata dalla critica come una autentica corazzata[152][153].

Ischia - Gladiator. La squadra con la divisa celebrativa della promozione.
Ischia - Gladiator. Festeggiamenti nel dopo gara.

L'avvio di campionato vide l'Ischia vincere all'esordio contro il Sant'Antonio Abate e subire una inaspettata sconfitta alla seconda giornata di campionato contro la Battipagliese (3-1), alla quale la squadra fece seguire sei vittorie di fila tra cui lo scontro diretto vinto contro il Matera (0-1) al XXI Settembre-Franco Salerno[154] che regalò la vetta solitaria ai gialloblu per la prima volta nella stagione perdendola alla nona giornata quando fece registrare la seconda sconfitta in campionato, la prima casalinga, contro il Monopoli. Dalla sconfitta contro i biancoverdi pugliesi i gialloblu inanellarono una serie di ventuno risultati utili consecutivi, dalla 9ª alla 30ª giornata, tra i quali vanno annoverate dieci vittorie di fila, dalla 14ª alla 23ª giornata, laureandosi campione d'inverno per la seconda stagione consecutiva e aumentando ad ogni turno il distacco dalla inseguitrice Gladiator, per tutta la stagione la principale antagonista dell'Ischia. I gialloblu vinsero matematicamente il torneo il 28 marzo 2013, nella gara vinta in casa contro il Pomigliano (1-0), con cinque giornate di anticipo sulla fine della stagione e con 17 punti di vantaggio sulla seconda, guadagnandosi il ritorno nei professionisti dopo quindici anni dal fallimento[155].

In campionato, è degno di nota il 9-1 inflitto al Grottaglie il 14 ottobre, tra le mura amiche del Mazzella; si tratta della partita col maggior numero di reti, e della vittoria col più ampio scarto, nel girone H della Serie D. In questa stagione l'Ischia trova inoltre la vittoria, per la prima volta nella sua storia, sui campi del Viviani di Potenza[156] e dello Iacovone di Taranto[157]. In trasferta farà registrare una inviolabilità pari a 1150 minuti senza subire reti, equivalenti a tredici gare, dalla 3ª alla 26ª giornata[158]. Il 1 maggio 2013 con la vittoria casalinga ai danni del Taranto, la ventottesima stagionale, conquistò il record di vittorie in una singola stagione nei gironi a 18 squadre di Serie D che apparteneva in precedenza al Sarom Ravenna, al Montichiari e al Savona con 27 vittorie stagionali[159]. Inoltre,alla fine della stagione si piazzò seconda a quota 86 come numero di punti conquistati in una stagione, alle spalle del Montichiari a quota 87[159].

Al termine della stagione regolare, si classificò prima nel girone di qualificazione con Messina e Torres per l'accesso in semifinale della Poule Scudetto, dove batté il Bra per 4-1. In finale i gialloblù ebbero ragione dei veneti del Delta Porto Tolle per 2-1, laureandosi campioni d'Italia dilettanti per la prima volta nella loro storia.

Nel corso della stagione, il 16 gennaio 2013, i gialloblu hanno affrontato in una amichevole ufficiale il Modena al Mazzella, venendo sconfitti per 3-1 dopo essersi portati momentaneamente in vantaggio[160].

Alla fine della stagione, su 40 match ufficiali disputati l'Ischia farà registrare 31 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte, con 86 reti messe a segno e appena 26 subite.

2013-2014: Seconda Divisione

Logo in uso fino al 2014.

In continuità con la precedente annata, la stagione inizia con un mercato estivo scoppiettante. Il ruolo di segretario generale della società viene affidato a Giuseppe Iodice ex dirigente della S.S.C. Napoli. Tra gli acquisti spiccano l'attaccante Antonio Di Nardo, il centrocampista Edoardo Catinali e Antonio Schetter, calciatori con grande esperienza in Serie B e Lega Pro. La squadra, però, dopo un buon inizio in Coppa Italia, non riesce ad ingranare: la prima vittoria arriva solo alla quinta giornata, al cospetto della Casertana[161]. Pochi giorni dopo, il 3 ottobre, arrivano le dimissioni del Presidente Raffaele Carlino, conseguenza di uno sciopero indetto dalla squadra[162]. Nel frattempo, mentre in Coppa Italia il cammino termina solo nel terzo turno (preludio alle semifinali) per mano della Salernitana, in campionato si stenta: nelle successive quattordici giornate la squadra di Campilongo ottiene quattro vittorie e otto pareggi, un bottino magro per una squadra che puntava a vincere il girone.

Alla crisi tecnica si aggiunge quella societaria, acuita nei primi giorni del 2014: arenata la trattativa con un gruppo di imprenditori di origini campane, per questioni di budget si inizia a parlare di cessioni importanti. L'8 gennaio arrivano le dimissioni del direttore sportivo Nicolino Crisano[163]. Due settimane dopo, a seguito della sconfitta interna al cospetto del Chieti[164], l'allenatore Campilongo viene esonerato[165]: al suo posto ingaggiato l'ex Giugliano Antonio Porta[166]. Il progetto tecnico gialloblu conosce un vero e proprio ridimensionamento che si spiega con 10 cessioni eccellenti (vedi Nigro, Cascone, Di Nardo, Catinali, Schetter e Pedrelli) e l'acquisto di giocatori a basso costo in cerca di rivalsa dopo un inizio stagione negativo (da menzionare Scalzone, Tricoli, Muro e gli ischitani d'origine Davide Trofa e Andrea Impagliazzo).

Il nuovo allenatore, seguendo un diktat societario, mette in campo una formazione giovane, così da godere dei contributi della Legge Melandri (età media). Gli addetti ai lavori parlano di retrocessione sicura, ma la squadra sembra rigenerata: vittoria all'esordio con l'Aversa Normanna[167], sconfitta dignitosa con la Casertana, poi una serie di sette risultati utili consecutivi, in cui spiccano i successi su Teramo[168] e Foggia[169]. L'Ischia è la vera sorpresa del girone di ritorno: dopo la sconfitta con il Tuttocuoio, i gialloblu battono il Cosenza[170] e - a tre giornate dal termine - si ritrovano con otto punti di vantaggio sulla nona in classifica (le prime otto accedono direttamente in Lega Pro unica). Nel turno successivo, nonostante la sconfitta a Melfi[171], gli isolani conquistano la promozione e tornano in terza serie dopo sedici anni. I campani termineranno il campionato al settimo posto.

2014-2015: I lritorno in terza serie

La stagione del ritorno dell’Ischia Isolaverde in terza serie dopo sedici anni di assenza nonostante il forte entusiasmo iniziale si rivelerà ricca di tensione e di delusioni, ma avrà un epilogo felice.

La società riorganizzatasi attorno alla carismatica figura di Pino Taglialatela, il quale ricoprirà molteplici incarichi soprattutto di natura tecnica, e di Antonio Porta forma una squadra di giovani promettenti provenienti dalle selezioni primavera di società blasonate di Serie A e B, e da qualche, poche per la verità, figura di esperienza, i migliori elementi autori della promozione della precedente stagione vengono infatti ceduti. Sarà proprio la mancanza di esperienza che farà navigare l’Ischia nelle zone bassissime della classifica nonostante buone prestazioni, conseguite anche contro squadre di vertice del torneo. Questa situazione porterà alla contestazione forte della tifoseria verso mister Porta, accusato di badare su dictat della società alla medià età della formazione schierata in campo al fine di beneficiare dei contributi della Legge Melandri, che alla tredicesima giornata di campionato, dopo sette sconfitte consecutive (sei di campionato ed una di Coppa Italia), sarà costretto a lasciare l’incarico. In seguito alle sue dimissioni lascerà anche Pino Taglialatela e parte dello staff. L’Ischia si riorganizza quindi con di fatto un unico riferimento a livello societario, Vittorio Di Bello, garante della fidejussione depositata al fine di poter disputare il torneo, e affidando la panchina al tecnico romano Agenore Maurizi. Inizialmente il nuovo sodalizio sembra dare la scossa giusta: nelle prime cinque partite l’Ischia Isolaverde raccoglie ben otto punti, tre di questi con una vittoria storica in rimonta colta al Mazzella contro il Lecce di Miccoli e Moscardelli grazie ad una doppietta di Nicola Ciotola (uno dei giocatori chiave della stagione insieme a Ciro Sirignano).

Con la sosta natalizia tutti si attendono un rinforzamento della squadra tramite un semplice innesto di qualche giocatore di esperienza, ma così non accade: la squadra viene di fatto rivoluzionata. Lo sconvolgimento dell’organico porta ad un nuovo periodo di magra per l’Ischia ed il rapporto con la tifoseria torna ad incrinarsi, fino a rompersi del tutto in seguito a due pesantissime sconfitte esterne (6-0 a Foggia e 4-0 a Pagani). Ma società e squadra si stringono intorno a Maurizi e si va avanti nonostante le polemiche. La squadra sulla lunga distanza riesce a riemergere, cogliendo qualche risultato importante, e a conquistarsi quindi un posto per i play-out. Lungo il girone di ritorno si riveleranno fondamentali le 11 reti segnate dalla punta centrale Saveriano Infantino, giunto in prestito sull’isola col mercato di riparazione invernale.

I Play-out vengono disputati contro l’Aversa Normanna con lo svantaggio del risultato prima al Mazzella, conseguendo un’inattesa larga vittoria, per ben 4-1, e poi ad Aversa, invece perdendo 3-1 e soffrendo quindi fino al triplice fischio: l’Ischia Isolaverde incredibilmente è salva.

Cronistoria

Cronistoria della Società Sportiva Ischia Isolaverde[172]
  • 1922 - Il prof. Biagio Buonocore fonda la polisportiva Robur. Fino al 1928 svolge principalmente gare amichevoli e tornei locali.
  • 1925 – Fusione tra Robur ed Energea. Nasce la Robur et Energea.
  • 1928 – Nasce il Dopolavoro Littorio Ischia dalla fusione di Robur et Energea e Pro Ischia.
  • 1929-1930 – Partecipa ai Tornei Uliciani campani.

  • 1930-1931 – Partecipa ai tornei Uliciani campani. Perde la finale con il Zona Franca.
  • 1931-1932 – Partecipa ai Tornei Uliciani campani.
  • 1933 – Nasce il F.G.C. Ischia.
  • 1933-1934 – Torneo Giorgio Ascarelli.
  • 1934-1935 – Torneo Ambrosiana.
  • 1935-1936 – Campionato Sezione Propaganda.
  • 1936-1937 – Campionato Sezione Propaganda.
  • 1937 – Nasce il GIL Ischia.
  • 1937-1938 – Campionato Sezione Propaganda.
  • 1938-1939 – Campionato Sezione Propaganda.
  • 1939-1940 – Campionato di 2.a Divisione Campana.

  • 1941-1942 – Torneo “XIII Zona”. Vince la finale contro il Campania.
  • 1942-1943 – Campionato di 1.a Divisione Campana, girone B.
  • 1943-1944 – Inattiva per motivi bellici.
  • 1944-1945 – Campionato di Prima Divisione (dal gennaio 1945).
  • 1945 - Nel mese di gennaio nasce ufficialmente l'A.S. Ischia. Campionato di Prima Divisione. Vince in finale contro la Cotoniere ma rinuncia alla serie C.
  • 1945-1946 – Eliminato nelle semifinali della Prima Divisione Campana, girone D.
  • 1946-1947 – Ottiene l'anno sabbatico previsto dal regolamento.
  • 1947-1948 – 12º nel girone B di Prima Divisione Campana. Retrocessa in Seconda Divisione.
  • 1948-1949 – Ottiene l'anno sabbatico previsto dal regolamento.
  • 1949-1950 – 1º nel girone ? di Seconda Divisione Campana. Promossa in Prima Divisione.

  • 1950-1951 – 4º nel girone ? di Prima Divisione Campana.
  • 1951-1952 – 6º nel girone A di Prima Divisione Campana. Passa nella nuova Promozione.
  • 1952-1953 – 11º nel girone A di Promozione Campana.
  • 1953-1954 – 10º nel girone A di Promozione Campana.
  • 1954-1955 – 3º nel girone B di Promozione Campana.
  • 1955-1956 – 5º nel girone A di Promozione Campana.
  • 1956-1957 – 5º nel girone A di Promozione Campana.
  • 1957-1958 – 3º nel girone B del Campionato Campano Dilettanti.
  • 1958-1959 – 2º nel girone B del Campionato Campano Dilettanti.
  • 1959-1960 – 1º nel girone B di Prima Categoria Campana. Perde la finale regionale con la Scafatese.

  • 1960 - Si fonde con l'Ilva Bagnolese, dalla quale acquisisce il titolo sportivo. Ammesso in Serie D come A.S. Ischia-Bagnolese.
  • 1960-1961 - nel girone F di 18º in Serie D. Retrocede in Prima Categoria Campana.
  • 1961-1962 – 3º in Prima Categoria Campana, girone B.
  • 1962-1963 – 7º in Prima Categoria Campana, girone B.
  • 1963-1964 – 3º in Prima Categoria Campana, girone B.
  • 1964-1965 – 1º in Prima Categoria Campana, girone B. Ammessa in Serie D dopo la finale con l'Angri.
  • 1965-1966 - 12º in Serie D, girone F.
  • 1966-1967 - 15º in Serie D, girone F.
  • 1967-1968 - 14º in Serie D, girone G. Dalla fusione con l'Isolaverde nasce l'A.S. Ischia Isolaverde.
  • 1968-1969 - 9º in Serie D, girone G.
  • 1969-1970 - 7º in Serie D, girone G.

  • 1970-1971 - 2º in Serie D, girone G.
  • 1971-1972 - 12º in Serie D, girone G.
  • 1972-1973 - 14º in Serie D, girone G.
  • 1973-1974 - 6º in Serie D, girone G.
  • 1974-1975 - 3º in Serie D, girone G.
  • 1975-1976 - 15º in Serie D, girone G. Semifinalista in "Coppa Italia Semiprofessionisti".
  • 1976-1977 - 8º in Serie D, girone G. Si fonde con la "Virtus Colonna".
  • 1977-1978 - 12º in Serie D, girone G.
  • 1978-1979 - 15º in Serie D, girone F. Retrocede in Promozione Campana.
  • 1979-1980 - 2º in Promozione Campana, girone B.

  • 1980-1981 - 4º in Promozione Campana, girone B. Ammessa in Serie D per completamento organici.
  • 1981-1982 - 2º in Interregionale, girone I.
  • 1982-1983 - 1º in Interregionale, girone H. Promossa in Serie C2.
  • 1983-1984 - 6º in Serie C2, girone D.
  • 1984-1985 - 10º in Serie C2, girone D.
  • 1985-1986 - 4º in Serie C2, girone D.
  • 1986-1987 - 2º in Serie C2, girone D. Promossa in Serie C1.
  • 1987-1988 - 13º in Serie C1, girone B.
  • 1988-1989 - 12º in Serie C1, girone B.
  • 1989-1990 - 18º in Serie C1, girone B. RetrocedeRetrocede in Serie C2.

  • 1990-1991 - 1º in Serie C2, girone D. Promossa in Serie C1.
  • 1991-1992 - 5º in Serie C1, girone B.
  • 1992-1993 - 18º in Serie C1, girone B. Inizialmente retrocessa in Serie C2, vien poi ripescata in Serie C1 al posto del Messina.
  • 1993-1994 - 10º in Serie C1, girone B.
  • 1994-1995 - 16º in Serie C1, girone B. Vince i play-out contro il Chieti.
  • 1995-1996 - 9º in Serie C1, girone B.
  • 1996-1997 - 9º in Serie C1, girone B.
  • 1997-1998 - 12º in Serie C1, girone B. Escluso dal campionato per inadempienze finanziarie.
  • 1998 - Dalle ceneri dell'AS Ischia Isolaverde nasce il Comprensorio Calcistico Isola d'Ischia.
  • 1998-1999 – 11º in Eccellenza Campana, girone A.
  • 1999-2000 – 8º in Eccellenza Campana, girone A. Cambia la denominazione in A.C. Ischia.

  • 2000-2001 – 2º in Eccellenza Campana, girone A.
  • 2001-2002 – 5º in Eccellenza Campana, girone A.
  • 2002-2003 – 4º in Eccellenza Campana, girone A.
  • 2003-2004 – 2º in Eccellenza Campana, girone A.
Vince la Coppa Italia Regionale.
  • 2004-2005 – 8º in Eccellenza Campana, girone A.
  • 2005 – Cambia denominazione in Associazione Sportiva Dilettantistica Ischia Benessere & Sport.
  • 2005-2006 – 1º in Eccellenza Campana, girone A. Promossa in Serie D.
Vince la Supercoppa Regionale.
  • 2006-2007 - 6º in Serie D, girone H.
  • 2007 – Riprende la denominazione Associazione Sportiva Ischia Isolaverde.
  • 2007-2008 - 9º in Serie D, girone H.
  • 2008-2009 - 5º in Serie D, girone H. Eliminato al primo turno dei playoff dalla Nocerina.
  • 2009-2010 - 16º in Serie D, girone H. Vince i playout contro il Sibilla Bacoli.

  • 2010-2011 - 7º in Serie D, girone H.
  • 2011 – Cambia ragione sociale in Società Sportiva Dilettantistica Ischia Isolaverde a r.l.
  • 2011-2012 - 3º in Serie D, girone H. Eliminato al primo turno dei playoff dalla Casertana.
  • 2012-2013 - 1º in Serie D, girone H. Promossa in Seconda Divisione. Campione d'Italia dilettanti (1º titolo).
  • 2013 – Cambia denominazione in Società Sportiva Ischia Isolaverde.
  • 2013-2014 - 7ª nel girone B di Lega Pro Seconda Divisione. Ammessa in Lega Pro.
Terzo turno di Coppa Italia Lega Pro.
Partecipa alla Coppa Italia Lega Pro.

Colori e simbolo

Colori

I colori della squadra sono il giallo ed il blu che furono adottati verso il finire degli anni Cinquanta. Infatti nei primissimi anni di vita, in special modo durante la disputa dei tornei Ulic negli anni Trenta, i calciatori indossavano generalmente una maglia a strisce bianconere con pantaloncini e calzettoni bianchi. Negli anni Cinquanta, a causa delle ristrettezze economiche in cui versava il club, furono utilizzate maglie a strisce verticali neroazzurre donate alla società da Aldo Campatelli, all'epoca giocatore dell'Inter e frequentatore dell'isola[173]. Sul finire degli anni Cinquanta, quindi, furono adottati gli attuali colori sociali e la divisa richiamava nello stile quella del Boca Juniors. Negli anni Ottanta e Novanta furono utilizzate delle casacche con una banda blu che copriva le spalle e le braccia e maglia gialla. Questa divisa fu resa celebre per la promozione in serie C1 del 1986-1987. Più in generale, nel corso degli anni la società non si è mai data uno stile unico per le divise da gioco le quali, pur non discostandosi mai dai colori societari, di volta in volta hanno assunto fantasie diverse.

Per quanto riguarda le divise da trasferta il colore principale è generalmente il bianco. Questa casacca compare per la prima volta negli anni Sessanta e fu resa celebre perché fu indossata dagli atleti che conquistarono la promozione in Serie D nel 1963-1964, nella finale con l'Angri e da quelli che vinsero il campionato di Serie C2 del 1990-1991. Nel corso degli anni Settanta per un certo periodo furono utilizzate anche delle divise completamente rosse, così come negli anni Novanta furono il verde ed il bianco a costituire i colori della seconda maglia. In genere viene anche utilizzato un completo blu con qualche inserto di colore giallo.

Simboli ufficiali

Stemma

Lo stemma dell'Ischia rappresenta la stilizzazione dell'emblema araldico del Comune omonimo,[174] con l'aggiunta di un pallone in cima al monte all'italiana in blu su sfondo giallo. Esso è una rivisitazione dello storico scudetto che campeggiò fino al 1997/1998 sulle maglie della squadra. Le uniche differenze stanno nel fatto che l'attuale logo è leggermente più lungo del precedente e, in luogo della scritta Ischia Fidelitatis Aeternae, reca la denominazione societaria.

Inno

«Ischia faje sunnà,
e chianu chian te arrubbat 'o core!
Ischia na realtà,
so gialli e blu e suonn e chist ammore!
Tenimm 'o mare, 'o sole, 'o cielo e a voglia 'e cammenà
e mo tenimm sta speranza ca ce fa sunnà!»

L' inno dell'Ischia Calcio è la canzone "Ischia faje Sunnà" composta dal cantautore napoletano Ciro Sebastianelli nel 1987, per celebrare la prima vittoria della squadra isolana nel campionato di serie C2.[175]

Strutture

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Enzo Mazzella.

Il primo campo dell'Ischia è stato il cosiddetto "Riserva Mazzella", dal nome del notaio Bonaventura Mazzella, che nei primi anni '20 mise a disposizione una radura situata nella pineta di Ischia, affinché potesse essere trasformata in un campo di calcio.[8] In questo campo, privo peraltro di tribune, l'Ischia disputò i Tornei Uliciani[9] finché il legittimo proprietario, nel 1937, revocò la concessione agli atleti per l'utilizzo della radura.[176]

La tribuna coperta del Mazzella.

Dopo l'abbandono del "Riserva Mazzella" l'allora allenatore dell'Ischia, Filippo Ferrandino, ebbe in concessione nel 1938 una radura affinché potesse essere trasformata in campo sportivo. Tale radura si trovava nella zona ricoperta di lava dall'eruzione del 1301, il cosiddetto "Arso"[177] da cui derivò il primo nome ufficiale dell'impianto, lo Stadio dell' Arso. Nella sua prima conformazione l'impianto era costituito dal solo rettangolo di gioco, che fu ricavato dagli stessi atleti dell'Ischia, che si adoperarono per far brillare con delle mine gli enormi massi lavici presenti e per spianare il terreno.[178] Nel 1948 fu intitolato alla memoria di Vincenzo Rispoli [179], giovane calciatore ischitano, talentuosa mezz'ala,[180] che giocò nei gialloblu dal 1935 fino alla sua morte, avvenuta l'8 settembre 1943 a Vietri sul Mare.[181] La partita di inaugurazione fu giocata contro la Puteolana, mentre l'ultima gara al Rispoli fu contro il Frosinone, il 17 aprile del 1988.

L'Ischia gioca le partite casalinghe nello stadio comunale di Ischia "Enzo Mazzella",[182] il principale e più grande stadio di calcio di Ischia. L'impianto fu progettato nel 1986 ed entrò in funzione il 24 aprile del 1988 con la partita di campionato Ischia - Puteolana (1-0 rete di Salvatore Buoncammino).[183] Prende il nome dal defunto Vincenzo Mazzella, ex sindaco di Ischia e artefice principale della costruzione del nuovo stadio.[184] Nell'ospitare le partite dell'Ischia sostituì lo stadio "Vincenzo Rispoli".

È uno stadio polivalente, dotato di pista d'atletica a sei corsie e di impianto di illuminazione artificiale. Il rettangolo di gioco è in erba e misura 110 m in lunghezza e 65 m in larghezza. L'impianto, in cemento armato, è composto da una tribuna principale dotata di due livelli e posta a sud-ovest.Il primo livello è scoperto ed è composto da gradinate, mentre il secondo è totalmente coperto con tutti i posti a sedere. Di fronte la tribuna principale è situato il settore distinti, posto a nord-est, dotato di gradinate e privo di copertura. Quest'ultimo viene usato per sistemare le tifoserie ospiti.

Centro di allenamento

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Vincenzo Rispoli.

L'Ischia Isolaverde svolge le sue sedute di allenamento principalmente allo Stadio Vincenzo Rispoli che è il secondo impianto per grandezza del Comune di Ischia ed è dotato di terreno sintetico di terza generazione[185]. Inoltre, in caso di pioggia, è solita utilizzare per gli allenamenti il Palazzetto dello Sport Federica Taglialatela, una tendostruttura situata nei pressi dello Stadio Mazzella.

Società

L'Ischia Isolaverde è una Società a responsabilità limitata dalla stagione 2011-2012. La società è controllata all' 81% dalla Green Island, facente capo al presidente Carlino, mentre il restante 19% delle quote societarie è della Ischia Sport e Turismo facente capo ad imprenditori ischitani.[186]

Organigramma societario

Staff dell'area amministrativa
  • Bandiera dell'Italia Dino Celentano - Presidente onorario
  • Bandiera dell'Italia Roberto Maione - Vice presidente
  • Bandiera dell'Italia Vittorio Di Bello - Amministratore unico
  • Bandiera dell'Italia Pino Iodice - Direttore sportivo e Segretario generale

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali


Calciatori

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Allenatori e presidenti

Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria) e (usare il Template:Vedi categoria).
Allenatori
  • 1922-1928 ...
  • 1928-1936 Bandiera dell'Italia Edoardo Greco
  • 1937-1945 Bandiera dell'Italia Filippo Ferrandino
  • 1945-1948 Bandiera dell'Italia Edoardo Greco
  • 1949-1960 Bandiera dell'Italia Filippo Ferrandino
  • 1960-1961 Bandiera dell'Italia Filippo Ferrandino, poi Bandiera dell'Italia Silverio Tricoli
  • 1961-1962 Bandiera dell'Italia Ciro Barile
  • 1962-1963 Bandiera dell'Italia Ciro Barile, Postiglione
  • 1963-1965 Bandiera dell'Italia Ciro Barile e Lupoli
  • 1965-1966 Bandiera dell'Italia Mario Rosi, poi Bandiera dell'Italia Filippo Ferrandino e Salvatore Di Meglio, poi Bandiera dell'Italia Gennaro Boerio
  • 1966-1967 Bandiera dell'Italia Armando Rosati
  • 1967-1968 Bandiera dell'Italia Cavallina, poi Bandiera dell'Italia Gennaro Boerio
  • 1968-1972 Bandiera dell'Italia Rosario Rivellino
  • 1972-1973 Bandiera dell'Italia Raffaele Lupoli
  • 1973-1974 Bandiera dell'Italia Silvano Scarnicci
  • 1974-1975 Bandiera dell'Italia Lamberto Leonardi
  • 1975-1976 Bandiera dell'Italia Ciro Barile, poi Bandiera dell'Italia Pasquale Atripaldi
  • 1976-1977 Bandiera dell'Italia Tiberio Manzini, poi Bandiera dell'Italia Giuseppe Zampillo
  • 1977-1978 Bandiera dell'Italia Michele Abbandonato
  • 1978-1979 Bandiera dell'Italia Renato Tonon, poi Bandiera dell'Italia Biccari, poi Bandiera dell'Italia Giuliano Spignese, poi Bandiera dell'Italia Greco
  • 1979-1980 Bandiera dell'Italia Silvano Scarnicci
  • 1980-1981 Bandiera dell'Italia Giuliano Spignese
  • 1981-1982 Bandiera dell'Italia Benito Montalto
  • 1982-1984 Bandiera dell'Italia Michele Abbandonato
  • 1984-1985 Bandiera dell'Italia Michele Abbandonato, poi Bandiera dell'Italia Vincenzo Rispoli
  • 1985-1986 Bandiera dell'Italia Benito Montalto
  • 1986-1988 Bandiera dell'Italia Rosario Rivellino
  • 1988-1989 Bandiera dell'Italia Franco Villa, poi Bandiera dell'Italia Gennaro Rambone
  • 1989-1990 Bandiera dell'Italia Gennaro Rambone, poi Bandiera dell'Italia Vincenzo Rispoli
  • 1990-1992 Bandiera dell'Italia Piero Cucchi
  • 1992-1993 Bandiera dell'Italia Pasquale Casale
  • 1993-1994 Bandiera dell'Italia Alessandro Abbondanza, poi Bandiera del Brasile Canè, poi Bandiera dell'Italia Pasquale Casale, poi Bandiera dell'Italia Gianni Balugani
  • 1994-1995 Bandiera dell'Italia Gianni Balugani, poi Bandiera dell'Italia Pasquale Casale, poi Bandiera dell'Italia Vincenzo Rispoli
  • 1995-1996 Bandiera dell'Italia Vincenzo Rispoli
  • 1996-1997 Bandiera dell'Italia Piero Cucchi
  • 1997-1998 Bandiera dell'Italia Piero Cucchi, poi Bandiera dell'Italia Vincenzo Rispoli
  • 1998-1999 Bandiera dell'Italia Franco Impagliazzo, poi Bandiera dell'Italia Gaetano Di Liddo, poi Bandiera dell'Italia Franco Impagliazzo, poi Bandiera dell'Italia Rosario Tortora
  • 1999-2000 Bandiera dell'Italia Franco Matrecano, poi Bandiera dell'Italia Michele Abbandonato, poi Bandiera dell'Italia Vincenzo Rispoli, poi Bandiera dell'Italia Salvatore Buoncammino
  • 2000-2001 Bandiera dell'Italia Bruno Mandragora
  • 2001-2002 Bandiera dell'Italia Enzo Granata, poi Bandiera dell'Italia Salvatore Buoncammino
  • 2002-2003 Bandiera dell'Italia Salvatore Buoncammino, poi Bandiera dell'Italia Bruno Mandragora
  • 2003-2004 Bandiera dell'Italia Marco Sapocchetti, poi Bandiera dell'Italia Ninni Corda, poi Bandiera dell'Italia Nello Migliaccio
  • 2004-2005 Bandiera dell'Italia Giovanni Macera, poi Bandiera dell'Italia Gianfranco Pilato
  • 2005-2006 Bandiera dell'Italia Enzo Troiano
  • 2006-2009 Bandiera dell'Italia Franco Impagliazzo, poi Bandiera dell'Italia Giuseppe Monti
  • 2009-2010 Bandiera dell'Italia Giuseppe Monti
  • 2010-2011 Bandiera dell'Italia Giuseppe Monti, poi Bandiera dell'Italia Ferruccio Mariani
  • 2011-2012 Bandiera dell'Italia Domenico Citarelli, poi Bandiera dell'Italia Bruno Mandragora, poi Bandiera dell'Italia Domenico Citarelli, poi Bandiera dell'Italia Ciro Bilardi
  • 2012-2013 Bandiera dell'Italia Salvatore Campilongo
  • 2013-2014 Bandiera dell'Italia Salvatore Campilongo, poi Bandiera dell'Italia Antonio Porta
  • 2014-oggi Bandiera dell'Italia Antonio Porta, poi Bandiera dell'Italia Agenore Maurizi
Presidenti
  • 1922-1927 Bandiera dell'Italia Biagio Buonocore
  • 1927-1928 Bandiera dell'Italia Waschimps
  • 1928-1945 Bandiera dell'Italia Biagio Di Meglio
  • 1945-1947 Bandiera dell'Italia Attilio Iacono
  • 1947-1949 Bandiera dell'Italia Antonio Borgogna
  • 1949-1954 Bandiera dell'Italia Luca Scotti
  • 1954-1955 Bandiera dell'Italia Giacomo Deuringer
  • 1955-1963 Bandiera dell'Italia Luca Scotti
  • 1963-1967 Bandiera dell'Italia Franco Di Manso
  • 1967-1984 ...
  • 1984-1985 Bandiera dell'Italia Felice Cantone
  • 1985-1986 Bandiera dell'Italia Teodoro Stilla
  • 1986-1989 Bandiera dell'Italia Roberto Fiore
  • 1989-1994 Bandiera dell'Italia Bruno Basentini
  • 1994-1995 Bandiera dell'Italia Catello Buono
  • 1995-1997 Bandiera dell'Italia Francesco Fermo
  • 1997-1998 Bandiera dell'Italia Lucio Varriale
  • 1998-1999 Bandiera dell'Italia Giuseppe Di Costanzo
  • 1999-2003 Bandiera dell'Italia Giuliano Spignese
  • 2003-2004 Bandiera dell'Italia Roberto Goveani
  • 2004-2005 Bandiera dell'Italia Attilio Cesarano/Vito Iacono
  • 2005-2006 Bandiera dell'Italia Bruno Basentini
  • 2006-2007 Bandiera dell'Italia Antonio Barile
  • 2007-2008 Bandiera dell'Italia Alberto Bazzoli
  • 2008-2009 Bandiera dell'Italia Giuliano Spignese
  • 2009-2010 Bandiera dell'Italia Giampaolo Castagna/Mauro Marena
  • 2010-2011 Bandiera dell'Italia Gianni De Vivo
  • 2011-2012 Bandiera dell'Italia Prospero Santo
  • 2012-2014 Bandiera dell'Italia Raffaele Carlino
  • 2014-oggi Bandiera dell'Italia Vittorio Di Bello


Palmarès

Titoli nazionali

2012-2013[187]

Competizioni nazionali

1990-1991 (girone D)[187]
1982-1983 (girone H)[187]
2012-2013 (girone H)[187]

Competizioni regionali

1964-1965 (girone B)[187]
2005-2006 (girone A)[187]
  • Coppa Dilettanti Campania: 1
2003-2004[187]
  • Supercoppa Campania: 1
2005-2006[187]

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Campionati nazionali
Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Lega Pro 1 2014-2015 11
Serie C1 10 1987-1988 1997-1998
Serie D 14 1960-1961 1977-1978 20
Serie C2 5 1983-1984 1990-1991
Lega Pro Seconda Divisione 1 2013-2014
Serie D 8 1978-1979 2012-2013 10
Campionato Interregionale 2 1981-1982 1982-1983

L'Ischia ha partecipato in totale a 41 campionati di livello nazionale: in chiaro sono evidenziate le annate professionistiche ai sensi delle NOIF della FIGC in materia di tradizione sportiva cittadina.

Campionati regionali
  • Campionato Campano di Seconda Divisione: 2
dal 1939-1940 al 1949-1950
  • Campionato Campano di Prima Divisione: 5
dal 1942-1943 al 1951-1952
  • Campionato Campano di Promozione: 5
dal 1952-1953 al 1956-1957
  • Campionato Campano Dilettanti: 2
dal 1957-1958 al 1958-1959
  • Campionato Campano di Prima Categoria: 5
dal 1959-1960 al 1964-1965
  • Campionato Campano di Promozione: 2
dal 1979-1980 al 1980-1981
  • Campionato Campano di Eccellenza: 8
dal 1998-1999 al 2005-2006

Statistiche di squadra

Di seguito l'elenco dei migliori piazzamenti ottenuti dalla squadra nei campionati nazionali.

Serie C1

L'Ischia ha partecipato a 10 campionati di Serie C1, ottenendo il seguente miglior piazzamento:

Serie C2

L'Ischia ha partecipato a 6 campionati di Serie C2/Seconda Divisione ottenendo i seguenti migliori piazzamenti:

Serie D

L'Ischia ha partecipato a 21 campionati di Serie D ottenendo i seguenti migliori piazzamenti:

Campionato Interregionale

L'Ischia ha partecipato a 2 campionati interregionali ottenendo i seguenti migliori piazzamenti:

Coppa Italia Serie C

L'Ischia ha partecipato a 16 edizioni della Coppa Italia di Serie C ottenendo il seguente miglior piazzamento:

  • 1 semifinale (1975-76)
Coppa Italia Serie D

L'Ischia ha partecipato a 7 edizioni della Coppa Italia di Serie D ottenendo il seguente miglior piazzamento:

  • 1 sedicesimo di finale (2008-2009)

Statistiche individuali

Il giocatore che detiene il record di presenze in campionato è Franco Impagliazzo, con 431 presenze.[187] Quest'ultimo detiene anche il record assoluto di presenze (500 tra Campionato e Coppa Italia[187]). Il primato per quanto concerne la sola Serie C va invece a Giuseppe Monti, con 311 presenze.[187]

Il giocatore che ha segnato più gol in assoluto in maglia gialloblu è Salvatore Di Meglio, con 148 reti in totale.[187] Il record di gol in un singolo campionato di Serie C1 appartiene a Luigi Di Baia, con 11 reti nel Campionato 1993-1994,[187] mentre il giocatore con più reti in Serie C2 è Vincenzo Onorato, con 19 reti nella stagione 1986-1987.[187] In Serie D il miglior marcatore stagionale è Ranieri Pirro, con 16 reti nella stagione 2007-2008.[187] Il primato di reti in Eccellenza appartiene a Luigi Caliano, autore di 22 reti nella stagione 2003-2004.[187]

Presenze totali[4][188][189]
  • Bandiera dell'Italia Franco Impagliazzo 431
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Monti 403
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Zampillo 348
  • Bandiera dell'Italia Renato Tonon 300
  • Bandiera dell'Italia Antonio Barile 296
  • Bandiera dell'Italia Gennaro Giametta 280
  • Bandiera dell'Italia Aniello Lauro 280
  • Bandiera dell'Italia Salvatore Di Meglio 274
  • Bandiera dell'Italia Giuliano Spignese 259
  • Bandiera dell'Italia Alberto Postiglione 250
Presenze Serie C[4]
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Monti 311
  • Bandiera dell'Italia Franco Impagliazzo 277
  • Bandiera dell'Italia Vincenzo Fusco 209
  • Bandiera dell'Italia Giovanni Martusciello 160
  • Bandiera dell'Italia Vincenzo Pepe 155
  • Bandiera dell'Italia Marco Morrone 143
  • Bandiera dell'Italia Massimiliano D'Urso 141
  • Bandiera dell'Italia Luca Gonano 141
  • Bandiera dell'Italia Leonardo Aloi 137
  • Bandiera dell'Italia Gennaro Monaco 137
Reti Serie C[4]

Tifoseria

Storia

La nascita del tifo organizzato ad Ischia risale ai primi anni '80 con la comparsa del Commando Ultrà e della Vecchia Guardia che confluirono, nel 1983, nel gruppo più longevo del panorama ultras ischitano: gli Yellow Blue Lions, tuttora in vita.

Il tifo e gli ultras ischitani negli anni novanta.

Nel corso degli anni molti sono stati i gruppi che hanno seguito le sorti della squadra ischitana, degni di menzione i Warriors, gli Irriducibili, Teste Matte e più recentemente Guardians e Viking, tutti disciolti. Attualmente sono presenti tre gruppi ad Ischia: i già citati Yellow Blue Lions, gli Ultras Liberi fondati nel 2006 e il gruppo Ischitani, fondato nel 2011[190].

Nel 2012 è stato fondato il primo club di tifosi dell'Ischia con sede a Shanghai denominato Fans Club Ischia Football Club. Fondato sotto impulso del Presidente Raffaele Carlino, il club è presieduto da Massimiliano De Giovanni e consta di 44 membri[191].

Gemellaggi e rivalità

La tifoseria dell'Ischia vanta due soli gemellaggi con Perugia e Acerrana[192]. Il primo nacque negli anni '90 allorquando le due formazioni si affrontavano in Serie C1, mentre il gemellaggio con i ragazzi di Acerra risale ai primi anni 2000.

Per quanto riguarda le rivalità spicca su tutte quella con la Turris, risalente agli anni '80 e negli ultimi anni salita alla ribalta a causa degli scontri del novembre 2008[193] che fecero sì che da allora le partite tra le due squadre si giocassero senza tifoserie ospiti.

Rivalità minori quelle con Casertana[192], Savoia[192] e Gladiator[194], mentre alcune sono del tutto sopite a causa del fatto che le tifoserie non si incontrano da anni, come quelle con Siena[195], Chieti[192], Ternana[192] e Salernitana[192].

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Società Sportiva Ischia Isolaverde 2014-2015.

Rosa

Rosa aggiornata al 2 febbraio 2015.

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia P Daniele Giordano
Bandiera dell'Italia P Raffaele Ioime
Bandiera dell'Italia P Luigi Mennella
Bandiera dell'Italia P Luca Taglialatela
Bandiera dell'Italia D Gianmarco Bassini
Bandiera dell'Italia D Francesco Bruno
Bandiera dell'Italia D Patrizio Caso
Bandiera dell'Italia D Mario Finizio
Bandiera dell'Italia D Fabio Formato
Bandiera dell'Italia D Andrea Impagliazzo
Bandiera dell'Italia D Ciro Oreste Sirignano
Bandiera dell'Italia C Gennaro Armeno
Bandiera dell'Italia C Danilo Bulevardi
Bandiera dell'Italia C Angelo Chiavazzo
Bandiera dell'Italia C Gianni Conte
Bandiera dell'Italia C Enrico Verachi
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia C Enrico Di Cesare
Bandiera dell'Italia C Richard Fiandaca
Bandiera dell'Italia C Gianmarco Gerevini
Bandiera dell'Italia C Marco Iannascoli
Bandiera dell'Italia C Emiliano Massimo
Bandiera dell'Italia C Francesco Millesi
Bandiera della Croazia C Ivan Tomicic
Bandiera dell'Italia C Davide Trofa
Bandiera dell'Italia A Daniele Abbracciante
Bandiera dell'Italia A Antonio Bacio Terracino
Bandiera dell'Italia A Nicola Ciotola
Bandiera dell'Italia A Giorgio Fumana
Bandiera dell'Italia A Saveriano Infantino
Bandiera dell'Italia A Francesco Alvino
Bandiera dell'Italia A Antonio Schetter

Staff tecnico

Staff dell'area tecnica
  • Bandiera dell'Italia Agenore Maurizi - Allenatore
  • Bandiera dell'Italia Martino Melis - Allenatore in seconda
  • Bandiera dell'Italia Nicola Albarella - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Carmelo Roselli - Preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Salvatore Basile - Direttore sportivo
  • Bandiera dell'Italia Mario Aurino - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Gennaro De Novellis - Massaggiatore

Note

  1. ^ Ferrandino 1990, p. 11
  2. ^ a b La storia, su asdischiaisolaverde.com, ASD Ischia Isolaverde. URL consultato il 27 luglio 2011.
  3. ^ Ferrandino 1990, p. 63.
  4. ^ a b c d AA. VV., Almanacco Illustrato del calcio dal 1983 al 1999, Panini, Modena.
  5. ^ Ferrandino 1990, p. 59.
  6. ^ Ferrandino 1990, p. 59. La partita venne disputata sulla vasta spiaggia del "Lido". La formazione della Robur deve essere la seguente: Francesco De Laurentiis, Federico Variopinto, Vincenzo Iacono, Antonio Trani, Vincenzo Di Meglio, Nicola Giusto, Gino Pirozzi, Raffaele Pilato, Salvatore Lauro.
  7. ^ Ferrandino 1990, pp. 64-65.
  8. ^ a b Ferrandino 1990, p. 61.
  9. ^ a b c FIGC, Comunicazioni ufficiali FIGC Comitato isolano del 13 dicembre 1930, in Il Littoriale, 23 dicembre 1930, p. 6. URL consultato il 28 luglio 2011.
  10. ^ Ferrandino 1990, pp. 63-64.
  11. ^ FIGC, Comitati locali Uliciani e società affiliate, in Annuario Italiano Giuoco del Calcio Vol.4, FIGC, 1932, p. 387-388. URL consultato il 29 luglio 2011.
  12. ^ Ferrandino 1990, pp. 65-68.
  13. ^ FIGC, Comunicato Ufficiale n. 12 Comitato ULIC del 20 dicembre 1930, in Il Littoriale, 30 dicembre 1930, p. 6. URL consultato il 28 luglio 2011.
  14. ^ FIGC, Le classifiche ufficiali dell'annata 1931 - 1932, in Annuario Italiano Giuoco del Calcio Vol. 4, FIGC, 1932, p. 264. URL consultato il 29 luglio 2011.
  15. ^ FIGC, Campionati italiano I Categoria e ragazzi 1930 - 1931, in Annuario Italiano Giuoco del Calcio Vol. 3, FIGC, 1932, p. 276. URL consultato il 29 luglio 2011.
  16. ^ Ferrandino 1990, pp. 70-74.
  17. ^ Ferrandino 1990, pp. 75-78.
  18. ^ Ferrandino 1990, pp. 95-98.
  19. ^ Ferrandino 1990, p. 98.
  20. ^ Gino Palumbo, Chiose sul Campionato campano, in Il Littoriale, 10 luglio 1940, p. 3. URL consultato il 28 luglio 2011.
  21. ^ Ferrandino 1990, pp. 104-105.
  22. ^ Ferrandino 1990, p. 105.
  23. ^ Ferrandino 1990, pp. 109-110.
  24. ^ Ferrandino 1990, pp. 110-114.
  25. ^ Il primo elenco della Lega Centromeridionale, Corriere dello Sport del 20 settembre 1945, p. 2. Url consultato il 24 luglio 2011.
  26. ^ Ferrandino 1990, pp. 114-118.
  27. ^ Ferrandino 1990, pp. 187-192.
  28. ^ Ferrandino 1990, pp. 189-192.
  29. ^ Ferrandino 1990, p. 197.
  30. ^ Ferrandino 1990, pp. 123-128.
  31. ^ Ferrandino 1990, pp. 227-244.
  32. ^ Cristian Messina, Ciro Barile, calciatore ischitano che sfiorò il Milan e si impose a Caserta, su isclano.com, 29 ottobre 2014. URL consultato il 1º dicembre 2014.
  33. ^ Nello Soruzzo, Oggi il Bologna in saggio ad Ischia, in Corriere dello Sport, CONI, 11 febbraio 1953, p. 3. URL consultato il 27 luglio 2011.
  34. ^ Ferrandino 1990, p. 230. Le formazioni: Bologna - Giorcelli, Campatelli (Cattozzo), Giovannini, Pilmark, Greco, Jensen, Cervellati (Rondon), Bacci (Pantaleoni), Tacconi, Rondon (Bacci), La Forgia. Ischia - Sirabella, Postiglione A., Zampillo, Finelli, De Simone R., Lupoli D., Buono A., Esposito R., Petagna, Lupoli R., Di Scala.
  35. ^ Secondo tal Ferrandino, "l'ampliamento dei gironi di serie D fa la fortuna dell'Ischia che è chiamata a disputare uno spareggio con la Maddalonese valevole per l'ammissione al campionato di Promozione 1953-1954. La Maddalonese non si presenta alla gara e l'Ischia viene automaticamente ammessa al campionato di Promozione."Ferrandino 1990, pp. 245-259. Tale autore è tuttavia chiaramente disinformato, dato che non ci fu nessun ampliamento dei gironi di IV Serie (non "D", che neppure esisteva!) nel 1953, e non ci può essere dunque stato il presunto spareggio.
  36. ^ Ferrandino 1990, pp. 337-360.
  37. ^ Castagna 1981, pp. 12-18.
  38. ^ Castagna 1981, p.16.
  39. ^ Ferrandino 1990, p. 364. "Bruno Pizzul esordì con la maglia dell' Ischia il 4 dicembre 1960 nella partita Ischia - Caltagirone 1-0, collezionando in totale 5 presenze. Il difensore, a causa del fisico longilineo ed esile venne soprannominato dai tifosi "canna di zucchero"".
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Voci correlate

Collegamenti esterni

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