Utente:Lupo rosso/Sandboxnuova/ricatilolativa/2/Antifascismo

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L'antifascismo è un movimento politico-sociale-militare originatosi in Italia nato esattamente nello stesso periodo in cui il fascismo da movimento rivoluzionario che presentava anche istanze collegabili alla sinistra e legate a rivendicazioni tipiche del sindacalismo rivoluzionario svelo' il volto reazionario ,inizialmente con la repressione violenta strettamente diretta contro le rivendicazioni operaie e bracciantili,quindi l'antifascismo e' un movimento avverso al fascismo ed utilizza metodi di lotta che son strettamente correlati ai metodi utilizzati dal movimento fascista stesso nei periodi specifici .In seguito il movimento antifascista si estese a livello internazionale, e,ovviamente ,e' avverso, per estensione, alle ideologie e pratiche sviluppate dai regimi sia di Mussolini che Hitler ma anche a qualunque regime, anche se piu' recente, si rifaccia nei fatti a questo metodo di governo, ad esempio il Cile di Pinochet, tali regimi han caratteristica,spesso,fra l'altro, di brutale repressione degli oppositori e sistematica applicazione della totura come metodo di indagine poliziesca diretta a danno degli avversari. Quindi l'antifascismo non è una linea di impostazione socio-politica esaurita nel passato. Le principali forze sociali antifasciste in linea di massima sono state, ed in parte permangono, rapportate a situazioni più attuali della loro evoluzione:

L'antifascismo in Italia[modifica | modifica wikitesto]

L'antifascismo non aderisce in sé ad una particolare ideologia politica, vi si trovano al suo interno componenti delle organizzazioni operaie, partiti di sinistra, (socialisti,, comunisti, anarchici, azionisti) cattolici, membri del (Partito Popolare), liberali.

Non trascurabile, comunque, è l'apporto dei repubblicani (che diedero capi militari riconosciuti negli anni '20 quali Vincenzo Baldazzi, poi capo della Resistenza romana per le brigate facenti riferimento a Giustizia e Libertà), e, in situazioni specifiche, dei popolari e/o dei monarchici (come nel caso del consigliere Corazza e della sua squadra del partito popolare, e, nel proseguio, del comandante partigiano genovese Aldo Gastaldi, o di formazioni sostanzialmente apolitiche come la Brigata Partigiana Stella Rossa del comandante Mario Musolesi e la Piccola Banda di Ariano, caso molto singolare per costituzione, essendo al tempo stesso anche "avanguardia" ed "ariete" della brigata partigiana comunista Spartaco Lavagnini, disponendo anche di un'autoblindo).

Nelle chiese vi furono opposizioni e pure martìri, a livello di singoli e/o di comunità locali. Vi furono anche prese di posizione programmatica, specialmente nel caso dell'ideologia nazista come nell'enciclica Mit brennender Sorge. Nel cattolicesimo politico, il Partito Popolare, dopo il 1920, per parte dei suoi membri è su posizioni antifasciste, mentre un'adesione più generale e programmatica al fronte antifascista avviene dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti; dopo la fine della partecipazione dal 1922 al 1925 a governi di coalizione con i fascisti con liberali e nazionalisti, infatti, molti membri di questo partito subiscono aggressioni durante gli attacchi squadristici. Rilevante è anche la presenza di partigiani cattolici nella resistenza italiana, come ad esempio nelle Fiamme Verdi, oltre ai numerosi combattenti delle Brigate Garibaldi (si ricorda il legame fra Paolo Emilio Taviani e Aldo Gastaldi). Anche i Testimoni di Geova, soprattutto nel difficilissimo clima tedesco, patirono pesantissime conseguenze, non tanto per una loro specificità di lotta antifascista quanto per l'incompatibilità del loro credo e disciplina con il regime nazionalsocialista (vi sono peraltro casi riconosciuti per bibliografia specifica sulle vicessitudini di tale chiesa durante i regimi fascisti, problema assai poco conosciuto; per i casi specifici di episodi di lotta antifascista in Italia vedere M.Pizzato, "I testimoni di Geova al Tribunale Speciale Il prezzo della libertà. Episodi di lotta antifascista", Anppia, associazione nazionale perseguitati politici antifascisti, Roma, 1958, pp. 240–241. Nell'ottica delle persecuzioni del regime nazifascista si ricordano anche gli omosessuali, anche questa categoria sociale molto trascurata nella storia dell'antifascismo, sia per le persecuzioni subite sia per la partecipazione di numerosi di essi alla lotta antifascista (per bibliografia specifica Antifascismo#Approfondimento). Non occore, neppure, scordare gli Zingari, che, escludendo, per quanto si sa, casi di antifascismo militante, furono trattati dai nazifascisti come nemici del regime; e la pesecuzione portò ad approssimativamente 500.000 assassinati, per la maggioranza nei campi di sterminio. Sono comunque testimoniate vicende in cui degli zingari aiutarono i partigiani

«Ma mio padre arrivato a Domegliara è riuscito a scendere e a portare con sè mia madre e i miei fratelli ed è rimasto sulle montagne assieme ai partigiani fino alla fine della guerra. Assisteva i partigiani e le mie sorelle più grandi medicavano i partigiani.»

testimonianze curate da Riccarda Turrina, laureata al DAMS di Bologna nel 1984, che scrive per la pagina culturale del quotidiano “L'Adige”. Nel caso specifico della Resistenza furono moltissimi i preti partigiani, sia come capellani di Brigata, sia come combattenti (e numerosi vennero barbaramente uccisi dai nazifascisti), sia fornenti appoggio nelle retrovie, così come moltissimi furono i preti che aderirono alla RSI di Benito Mussolini. Per il primo antifascismo occorre ridordare la figura emblematica del prete Giovanni Minzoni, che fu precursore ideale di molti preti patigiani.

Un caso eclatante di prete partigiano è Bartolomeo Ferrari, il conosciutissimo a Genova "don Berto", capellano-combattente e biografo della Divisione Mingo, brigata comunista. Si può ricordare ancora Pietro Pappagallo, prete e partigiano, amico della gente ebraica, trucidato dai nazi-fascisti in una rappresaglia; la sua figura è emblematica nel film Roma città aperta anche tramite una magistrale interprepazione del personaggio da parte di Aldo Fabrizi. Per i religiosi aderenti alla RSI si può ricordare "padre" Ildefonso, Epaminonda Troia, e don Gregorio Boccolini, cappellano delle SS(dalla bibliografia di Filippo Anfuso, quest'ultimo, indicato come uno dei mandanti dell'omicidio di Carlo Rosselli).

Periodo inerente la seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Resistenza italiana.

In Italia l'antifascismo ha raggiunto il suo massimo grado di attività durante la Seconda guerra mondiale, con la resistenza messa in atto dalle formazioni partigiane contro il regime di Salò e gli occupanti nazisti, dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945.

Un appprondimento storico porta ad analizzare anche situazioni conflittuali che si sono aperte all'interno del movimento partigiano,un avvenimennto ditale caratura dopo oltre 20 anni di fascismo,passando attraverso la fase di lotta antifascista internazionalista che fu la guerra di Spagna che vide impegnati una gran quantita' di Italiani non poteva non creare fratture dovute alle diverse matrici politiche dei partigiani e al come si sviluppo' il percorso militarepolitico della guerra di Spagna stessa ,non son trscurabili anche scontri e dissapori dovuti anche ad interventi di alleati istituzionali stranieri. I seguente brani tratti da X mas in Istria e da Eccidio di Porzus danno un'idea della conflittualita' che ci fu in certi momenti all'interno della stessa Resistenza e del come l'ideologia politica di appartenenza e ,gia' l'intrusione di servizi esterni che volevano antecedentemente prefigurare la politica che poi scaturi' dal trattato di Yalta porto' anche a scontri durissimi.Fra l'altro gli interventi di servizi stranieri perdurarono nel dopoguerra per un lunghissimo tempo.

«Analogamente, fra il settembre ed il dicembre del 1944 furono presi approfonditi contatti con la brigata partigiana Osoppo, al fine di costituire un corpo misto che potesse organizzare una difesa comune di quel fronte, ma il comando inglese a cui faceva riferimento la Ossopo, seppur con qualche tentennamento, rifiutò l'offerta. Poco tempo dopo a Porzûs tutti i principali esponenti della brigata partigiana furono uccisi in quanto sospettati di tradimento e per aver dato ospitalità ad una giovane, Elda Turchetti, denunciata come spia da Radio Londra, su segnalazione di agenti inglesi e il tentativo di collaborazione non ebbe séguito. Secondo quanto dichiarato da monsignor Aldo Moretti, uno dei fondatori delle Brigate Osoppo, in un'intervista su Famiglia Cristiana nel 1997,Junio Valerio Borghese voleva l'aiuto dei partigiani cattolici per difendere il confine e scongiurare una possibile annessione da parte della Jugoslavia, in modo da rifarsi un’immagine da patriota in vista della prossima fine della guerra.»

«Secondo le direttive del Comando generale del Corpo volontari della libertà del Nord Italia, emanate nell'ottobre 1944, ogni tentativo di trattativa con i nazifascisti era da considerarsi tradimento e quindi, essendo in tempo di guerra, da punire con la condanna a morte per fucilazione, tuttavia nessuno dei supposti contatti della Osoppo con i fascisti e la Decima Mas di Borghese si concluse con un accordo e le direttive così estreme furono raramente applicate alla lettera»

«Secondo (Monsignor Aldo medaglia d'oro Resistenza,nome battaglia Lino)Moretti gli inglesi, pensando già al dopoguerra, temevano la collaborazione tra partigiani cattolici e partigiani comunisti e quindi cercavano dividere questo fronte, arrivando a sacrificare la Osoppo per screditare le formazioni comuniste ("lavorare per dividerci, anzi di sacrificarci per gettare l’ombra del discredito sulle formazioni comuniste, alle dipendenze di un esercito, quello jugoslavo, che ormai era visto come conquistatore e non più come alleato. Insomma gli Alleati erano preoccupati del loro futuro governo nella zona"). Le denuncie di Radio Londra contro Elda Turchetti, fatte in base alle notizie raccolte dagli agenti inglesi, che saranno la motivazione scatenante della strage, rientrerebbero quindi in questa strategia atta alla creazione di attriti tra le formazioni comuniste e quelle cattoliche»

la dichiarazione di Monsignor Aldo Moretti da la verita' del partigiano Lino da ANPI

«Gli inglesi conoscevano bene la forte collaborazione che c’era all’inizio tra partigiani cattolici e partigiani comunisti. Al punto da esserne preoccupati; al punto, secondo Moretti, di lavorare per dividerci, anzi di sacrificarci per gettare l’ombra del discredito sulle formazioni comuniste, alle dipendenze di un esercito, quello jugoslavo, che ormai era visto come conquistatore e non piu' come alleato. Insomma gli Alleati erano preoccupati del loro futuro governo nella zona»

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per completezza da sito ANPI

per esauriente bibliografia Resistenza Carnia e Friuli Antifascismo#Approfondimento

tratto da da Carnia Libera

Cosi' come vi furono scontri ,anche se fortunatamente senza spargimento di sangue , fino all'arresto momentaneo da parte degli appartenenti alle Brigate d'assalto Garibaldi di Emilio Canzi,anarchico,comandante unico della XIII zona operativa dell'appennino tosco-emiliano,che fu in breve liberato e riportato al comando,grazie all'intervento dei capi partigiani facenti capo a Giustizia e Libertà.Anche all'interno della stessa ideologia vi furono posizioni di scontro per l'azione e l'autonomia nello scontro militare ,indipendentemente dalle indicazioni discese da scelte politiche centralizzate,questo e' il caso della Banda Corbari, comunista che entro' in conflitto con la posizione ufficiale del partito comunista per quanto riguarda l'autonomia degli obbietivi di attacco e quindi fu sostanzialmente abbandonata alla sua sorte (ne parla diffusamente Pino Cacucci nel suo libro i "Ribelli", e non furono solo questi i casi.

Per aver un'idea del tributo di sangue pagato dalle brigate partigiane,dai militari che si opposero ai nazifascisti,dalle donne si riportano brevemente i seguenti numeri:

uccisi in combattimento o dopo cattura circa 44.700;

21.200 mutilati ed invalidi; tra partigiani e soldati regolari italiani caddero combattendo almeno in 40.000

Le donne partigiane combattenti furono 35 mila, 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della donna; 4.653 di loro furono arrestate e torturate. 2.750 furono deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate; 1.070 caddero in combattimento; 15 vennero decorate con la medaglia d'oro al valor militare.

40.000 civili deportati,ne sopravviveranno solo 4.000. Gli ebrei deportati nei lager furono più di 10.000; dei 2.000 deportati dal ghetto di Roma il 16 ottobre '43 tornarono vivi solo in quindici.

I soldati italiani che dopo l'8 settembre combatterono contro i nazifascisti sul territorio nazionale continuando a portare la divisa morirono in 45.000.

40.000 i soldati che morirono nei lager nazisti, su un totale di circa 650.000 che fu deportato in Germania e Polonia dopo l'8 settembre.Si stima che in Italia nel periodo intercorso tra l'8 settembre 1943 e l'aprile 1945 le forze tedesche (sia la Wehrmacht che le SS) e le forze della Repubblica Sociale Italiana compirono più di 400 stragi. Fra le organizzazioni politiche che aderivano alla Resistenza il maggior numero di uccisi e torturati si trova frai comunisti,anche per la percentuale maggiore di aderenza alle brigate partigiane.

Come parte della Resistenza poco conosciuta e' da puntualizzare qundo segue per le intromissioni dei servizi segreti stranieri sia durante che dopo la Resistenza e' uscito un libro di Peter Tompkins ,"L'altra Resistenza Servizi segreti, partigiani e guerra di liberazione nel racconto di un protagonista" Saggiatore editore di cui si riportano brevissimi brani dalla recensione dal sito della casa editrice

«È un giovane idealista, l’agente Peter Tompkins, e trova naturale stringere un sodalizio con Raimondo Craveri, “Mondo”, genero di Benedetto Croce

«Ma i due non si aspettano che la guerra di liberazione possa essere ostacolata dagli stessi angloamericani e dai loro servizi segreti, ma anche dagli interessi di filomonarchici e badogliani, di gerarchi improvvisamente pentiti, della nuova mafia italoamericana, e soprattutto di Winston Churchill, che già si prefigura un’Europa divisa in due blocchi.»

tale situazione e' collegabile e congruente con quella testimoniata da monsignor Aldo Moretti,per quanto riguarda i fatti che concorsero nell'Eccidio di Porzus

«Tompkins racconta le vicende dei protagonisti con i quali si trovò a scrivere una pagina fondamentale della Storia del Novecento: i “Mondo’s Men”, da lui reclutati con Craveri per essere inviati nel territorio occupato; Enzo Boeri, uomo di riferimento dell’OSS a Milano»

;

«Tompkins mostra la differenza tra storia vissuta e storia ufficiale, gettando una luce impietosa sugli errori dei vertici militari angloamericani e sulle rivalità e i tradimenti all’interno dei servizi segreti statunitensi, britannici e italiani.»

fra i nomi citati ,insieme a molti altri agenti dalla rete scaturita dalla ORI, (Organizzazione Resistenza Italiana progettata proprio da Peter Tompkins e Raimondo Craveri),

Italiana Maurizio Giglio,

«.....L' operazione Š stata organizzata dal tenente della polizia fascista di Roma, Maurizio Giglio, in realta' agente dell' OSS (servizio segreto americano, Office of Strategic Service) con la radio ricetrasmittente operante da un barcone sul Tevere.....»

fra gli organizzatore della Resistenza romana trucidato alle Fosse Ardeatine dopo essere stato torturato dalla banda Koch (corpo speciale della polozia istituzionale) Silvio Corbari, ucciso dai nazifascisti con la fidanzata Iris Versari; Arrigo Boldrini, nome di battaglia “Bülow” (medaglia d’oro valor militare ),i documenti consultati sono presso il National Archives di Washington,e son stati desecretati.

Per ulteriore informazione vedere Antifascismo#Approfondimento nella sezione documenti.

Periodo inerente il primo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Non è trascurabile nel modo più assoluto la cosidetta prima Resistenza che si sviluppò dopo la grande guerra, dal 1919 in poi, culminando nella formazione degli arditi del popolo, filiazione antifascista degli Arditi d'Italia. Tale formazione con alla direzione ex militari di esperienza con operai ed intelettuali particolarmente portati alla organizzazione militare riuscì a riunire le varie formazioni ancora separate, ad esempio i Lupi Rossi di Genova ed i Figli di nessuno di Genova e Vercelli, le Guardie Rosse e una miriade di Formazioni di difesa proletaria.

Come caso particolare dal punto di vista storico inoltre ricordata, anche se non italiana, l'organizzazione antifascista, degli sloveni e croati giuliani TIGR, che rappresenta, assieme agli Arditi del Popolo, una delle prime organizzazione antifasciste in Europa, né va dimenticato il caso particolare della Legione Proletaria Filippo Corridoni per sua specificità e legame al dannunzianesimo antifascista,di sinistra", a sua volta collegato ai futuristi di sinistra, quali Renzo Novatore, la storiografia attuale sta chiarendo questa parte a lungo tempo trascurata e/o distorta.

Secondo alcuni storici e nello specifico Tom Behan, il fronte unito Arditi del Popolo era l'unica formazione che poteva impedire il sorgere della dittatura fascista (cosa che traspare, pur con critiche ed interrogativi anche dalla prefazione di Arrigo Boldrini nella prefazione sul libro dedicato agli Arditi del Popolo di Ivan Fuschini[1]. Se tale fortunanata ipotesi si fosse verificata ci sarebbero state conseguenze enormi a livello europeo perché, sempre asserisce Behan, non è detto che lo sviluppo del capitalismo italiano e soprattutto tedesco avesse la indispensabilità di regimi di stampo nazi-fascista. L'opportunismo dei riformisti e l'incapacità di capire della direzione del Partito comunista d'Italia, nel gruppo dirigente maggioritario,che si attirò i "fulmini" di Lenin per bocca di Nikolai Bucharin:erano state eluse le indicazioni dell'Internazionale Comunista, impedirono il pieno sviluppo degli Arditi del Popolo In tal situazione Ivanoe Bonomi riuscì a smantellarli appoggiando tramite polizia ed esercito gli squadristi fascisti.

Antonio Gramsci capì l'importanza degli Arditi del Popolo, ed ebbe contatti sia con Argo Secondari, sia con ex Legionari di Fiume di orientamento nettamente comunista e/o anarchico(come il tenente Marco Giordano),Antonio Gramsci fu messo in minoranza ed in una relazione, nel 1925, al comitato centrale del Partito comunista d'Italia, fece notare gli errori commessi dalla direzione del partito: poco tempo dopo verrà incarcerato,diversi articolo di Antonio Gramsci dimostrano la sua non avversione verso il fronte unito degli Arditi del popolo,sopratutto in una diatriba con Giuseppe Mingrino, al tempo organizzatore degli Arditi del Popolo ma contrario ad una evoluzione in sendso rivoluzionario della formazione. La storia degli Arditi del Popolo è stata volutamente dimenticata, o quasi,per motivi politici.Comunque numerosi storici del movimento operaio si occuparono (Renzo del Carria, Paolo Spriano, ad es.) ed si occupano del problema (Eros Francescangeli, Marco Rossi, Pino Cacucci ecc.), Resta il fatto che comunque in diverse città ci sono vie intitolate ad Arditi del Popolo, come Livorno, Lugo di Romagna ad es. ed attualmente ci sono ipotesi commemorative analoghe anche a Civitavecchia[2]. Sempre in riferimento alla situazione italiana ed a quelle correlate ci son due episodi nella lotta antifascista di focale importanza,anche se al di fuori dei confini italiani, ma intimamente collegati:la guerra di Spagna e la guerra di Etiopia. In queste situazioni, pur con peso diverso intervennero le formazioni antifasciste italiane, numericamente rilevanti nel primo caso a difesa della Repubblica spagnola, nel secondo con comandanti specialisti quali organizzatori della guerriglia per guidare ed organizzare quest'ultima in chiva anti colonialista portata avanti dal regime fascista in Etiopia e condannata duramente anche da Gabriele D'Annunzio.Il principale attore dell'intervento antifascista in Etiopia fu Ilio Barontini,gia' fra i caposquadra degli Arditi del Popolo di Livorno, e curioso per un comunista nominato dal Negus viceré d'Etiopia. Una parte di lotta antifascista trascurata,fino a non molto tempo fa dalla storiografia,e' quella che riguarda l'antifascismo anarchico nel complesso e durante la Resistenza, negli ultimi periodi è stata rivalutata e ristudiata da molti storici.[3] Durante il periodo fra le due guerre la lotta al fascismo e'stata costellata di "irrudicibili" quali Guido Picelli, Antonio Cieri,Gino Lucetti, tutti provenienti dall'ala combattentistica ed altrettanto "irriducibili" provenienti dall'ala intellettuale quali Camillo Berneri e Carlo Rosselli,di quest'ultimo son note le aspre critiche che porto',nel proseguio, alle posizioni aventiniane [4], che però da intellettuali "completi" capirono ed applicarono con coerenza la lotta armata. Ci furono anche personaggi discutibili quantomento per come oscillarono fra rivoluzione, avversione al fascismo ed ambigui avvicinamenti al fascismo stesso stesso quali Gabriele D'Annunzio[5] e Vittorio AmbrosiniIl primo,il poeta, ad esempio con la sua presa di posizione durissima di condanna dell'omicidio di Giacomo Matteotti e della guerra di Etiopia, che gli costarono il più ferreo controllo da parte dei servizi segreti fascisti (ultimamente son pubblicati corposi lavori sull'argomento), il secondo coi suoi fallimetari tentativi di avvicinare i fascisti del primo fascismo "sansepolcrista" al bolscevismo,personaggio che col suo gusto della trama e del doppiogiochismo, troverà la morte,forse non naturale, denunciando connivenze nelle stragi di stato.Da tener in opportuno conto che attorno al 1935/36 il fascismo godeva di un certo consenso fra le masse grazie anche ai sistemi di controllo capillare ed allo sviluppo delle organizzazioni di massa sopratutto nello sport con, ad esempio la ristrutturazione delle società calcistiche a meta degli anni '20, per cui il noto appello del partito comunista ai "fratelli in camicia nera" non sortisce nessun effetto. Ben diversa era l'intuzione di Antonio Gramsci nel 1925 sul recupero dei "fascisti in buona fede", in quel momento vi era ancora una frangia fascista rivoluzionaria legata alle idee anticapitalistiche ed anticlericali del "primo fascismo" ,ne e' dimostrazione che diversi "sansepolcristi"passeranno all'antifascismo militante,inoltre vi erano frange militari assai ben addestrate che dopo aver partecipato a sommosse popolari erano su posizioni apertamente antifasciste così come diverse associazioni di reduci di guerra,ad es. la Lega Proletaria,per citarne una. Mentre invece quando il partito comunista lancia l'appello persino antifascisti del calibro di Vittorio Picelli,capo della Legione Proletaria Filippo Corridoni, che combatte fianco fianco con gli Arditi del Popolo nella difesa di Parma del 1922 (e fratello dell'irriducibile Guido Picelli,capo del direttorio degli Arditi del Popolo,che morira' combattendo contro il nemico di sempre in Spagna), parte per stanchezza, parte per miseria riprende contatti con Benito Mussolini e va a combattere nella guerra di Etiopia. Questa situazione permetteva l'ingresso di provocatori,infiltrati dal fascismo, nel "fuoriustismo" favorendo e fomentando anche con fatti di sangue spaccature e contrasti interni,cosi' come ad alimentare spaccature era l'ormai dominio di Stalin nel panorama comunista,esempio ne è il caso Pietro Tresso. Un altro filone dell'antifascismo italiano fra le due guerre e'stato quello derivante dall'Impresa di Fiume,con matrici nel mazzinianesimo ,irredentismo socialista e sindacalismo rivoluzionario come ideologia ed arditismo come provenienza militare fra questi si ricordano Alceste De Ambris, e piu' specificatamente Ercole Miani,Gabriele Foschiatti, che attraversano le due fasi dell'antifascismo. Non mancarono anche azioni spericolate di propaganda antifascista, come il volo di Giovanni Bassanesi, che sganciò dall'aereo 150000 volantini contro il regime su Milanoda ANPI,e quello su Roma di Lauro de Bosis che termino' con la morte dell'aviatore che aveva gia' previsto l'imossibilita' di ritorno a causa della poca capacita' dell'aereo di immaggazzinare scorte di carburante. da storia della mia morte scritto da Lauro de Bosis

«Sì, lo stato d'animo di Lauro, dopo la condanna degli amici Vinciguerra e Rendi è di profondo dolore, ma al tempo stesso di fredda determinazione a continuare la lotta. Lo dice in una lettera del 20 Gennaio 1931: "... quando si è impegnati in battaglia, l'unica regola è quella di combattere il più duramente possibile nonostante il dolore e l'infelicità che ne derivano... Nell'ultima guerra abbiamo perso seicentomila vite per liberare due province. Oggi si tratta di liberarne novantatre... Il dolore di una dozzina di persone vicine a noi è cosa tragica, ma la causa che abbiamo fatta nostra (non senza successo) coinvolge la felicità di 42 milioni di persone. Il prezzo non appare sproporzionato... Dio sa - prosegue Lauro - la mia angoscia di essere libero e di non esser stato processato invece degli altri... Sì, il dolore dei nostri amici è terribile ma quello di milioni di italiani è ancora più terribile... Il mio cosiddetto ottimismo non deriva certo dal fatto di essere meno sensibile di altri al dolore dei miei amici, lo sa Dio: ma dal fatto di essere immerso nel dolore del Paese. Guardo perciò le cose con gli occhi del soldato il quale è così intento a dare il meglio di sé nella lotta che non ascolta pienamente il lamento dei suoi compagni caduti o dei suoi cari... La battaglia è appena iniziata e coloro che sono caduti oggi avranno più grande gloria e felicità domani...".»

Bibliografia primo antifascismo


Radici storico sociali dell'antifascismo[modifica | modifica wikitesto]

  • Un fatto facilmente accertabile storicamente è comunque che la base sociale,a parte capi militari ed intellettuali ben storicizzati,su cui si appoggio' e pote' svilupparsi sia il primo antifascismo,degli anni '20,(quello con le spinte rivoluzionarie derivanti anche da un consono teatro internazionale),sia l'antifascismo fra le due guerre che l'ultima fase,quella della Resistenza,e' stata la classe operaia,esempio ne sono gli scioperi del marzo 1943 che determinarono la caduta del fascismo .
  • 1943 - Scioperi antifascisti:

«Torino h 10: inizia nell'officina 19 lo sciopero degli operai della Fiat Mirafiori. In pochi giorni 100mila lavoratori incrociano le braccia: è la prima grande ribellione operaia che si estenderà presto in tutte le fabbriche del Nord. Passata alla storia come gli "Scioperi del marzo 1943", segna l'inizio del crollo del regime fascista e rappresenta il primo, vero e corale, episodio della Resistenza antifascista.»

Una canzone degli Stormy Six ricorda quell'avvenimento: La Fabbrica

  • Per il periodo del primo antifascismo gli scontri continuarono in molte citta' anche dopo la presa del potere da parte del fascismo negli anni '20,Genova ad es..La classe operaia seppe esprimere personalita' sia a livello militare che intellettuale di altissimo livello come Umberto Marzocchi,Lorenzo Parodi,Giuseppe Di Vittorio,Ilio Barontini,Emilio Canzi per fare solo alcuni esempi,non potendo chiaramente citare quelli di nome meno risonante ma ben conosciuti localmente e di cui si trovano le storie negli archivi specifici.L'importanza sta comunque nella massa operaia e quindi,e sopratutto,in riferimento a quelli di cui non se ne ha memoria storica personale e che furono chiaramente la stragrande maggioranza.

Conflitti intestini all'antifascismo nel primo antifascismo anni '20[modifica | modifica wikitesto]

La rottura cruenta accennata in Antifascismo#Conflitti intestini all.27antifascismofra frangia comunista e frangia libertaria non appare assolutamente ,se non a livelli di impostazione teorica ,situazione che comunque diede danni per la organizzazione militare strategica delle formazioni di difesa proletaria ma non in quella pratica ,o tattica,di scontro con gli squadristi.Tutto cio' traspare chiaramente ad es. dall'intervista a Francesco Leone,comunista,uno dei principali capi degli Arditi del Popolo di Vercelli,comandante partigiano di importanza nazionale,dichiarato Padre Costituente[6],sindacalista ed organizzatore delle lotte di emancipazione nel settore risiero.In tale intervista egli racconta come fu proprio una squadra di anarchici,operai,a coprire i suoi movimenti dopo che aveva partecipato ad un'azione durissima contro i fascisti ed era stato identificato,a sua insaputa ,la squadra anarchica lo seguiva di notte quando rincasava per protteggergli le spalle[7],per cui la situazione del capoverso precedente è nettamente collegabile all'ascesa e all'instaurarsi dello stalinismo .

Conflitti intestini all'antifascismo[modifica | modifica wikitesto]

Con la presa completa di potere da parte di Stalin e sopratutto in concomitanza della guerra di Spagna sia a livello italiano che internazionale si verifico' una frattura con risvolti assai cruenti fra le frange comuniste di osservanza moscovita e quelle che non accettavano questa impostazione che si posero grosso modo al fianco della frangia libertaria degli anarco comunisti e degli azionisti.Personaggi simbolo di questa frattura sono Camillo Berneri,Andreu Nin,Pietro Tresso,in tale situazione grandi personalita' dell'antifascismo quali Vittorio Vidali indomito combattente di osservanza moscovita e forse legato ai servizi segreti di Stalin e Pietro Tresso,altrettanto irriducibile antifascista contrario alla linea stalinista si trovarono sulle due sponde ormai opposte della comune lotta antifascista con tragiche conseguenze .La frattura pur con unità di combattimento contro i fascisti perdurera' durante la Resistenza ,la vicenda che di più rende evidente questo stato di cose durante la lotta partigiana è quella di Emilio Canzi,nome di battaglia "Ezio Franchi",comandante unico della XIII zona operativa dell'Appenino Tosco Emiliano,soprannominato il "colonello anarchico",che subi' anche un breve arresto da parte della frangia comunista di osservanza moscovita,nettamente maggioritaria fra i comunisti della Resistenza italiana (eccezion fatta per alcuni forti brigate di asservanza non moscovita come Bandiera Rossa Roma,e o la anarchiche Errico Malatesta-Bruzzi[8][9][10] di Milano,molto radicate sul territorio ma non a valenza nazionale).Emilio Canzi pote' ritornare al suo posto di comando proprio grazie all'appoggio dell'ala azionista.

una recensione di Giulio Toffoli sull'infiltrazione fascista nel fuoriuscitismo[11]

  • di notevole interesse storico e' la vicenda di Carlo Tresca,editore del "Martello",assassinato oltre che per il fatto di essere un pericoloso avversario del fascismo e della mafia forse anche per tentar di spaccare il fronte antifascista negli USA,lavicenda e' stat ripresa in un interessante libro di Mauro Canali;sintesi biografica autore e note sull'autore da SISDE.La colpa su scaricata su Vittorio Vidali,comunista di osservanza moscovita,il mandante presumibilmente dagli ultimi atti desecratati e citati dall'autore fu Vito Genovese,boss mafioso, su incarico del regime fascista.Questa connessione fra fascimo mafia si ritrova anche ,sempre visti i documenti desecretati anche nei fatti di Portella della Ginestra,ad esempio.Vito Genovese,a meta' degli anni '30 si rifuggio' in Italia a causa di un madato dicattura per omicidio .Pago' al regime il soggiorno facendo ricostruire a proprie spese la casa del fascio di Nola,sosa che traspare anche in un interrogatorio della moglie,lavicenda giudiziaria e' stata riaperta.Lo steso Vito Genovese lo ritroviamo fra gli organizatori degli aiuti americani in Italia nel peroido finale della seconda guerra mondiale,come ottimo collaboratore degli americani da liberalfondazione.

Gli omicidi su commissione assegnati di servizi fascisti al'estero non erano una novita',storico e' quello di Carlo Rosselli,di cui fu incaricato il gruppo di estrema destra della Cagoule,di cui faceva parte anche François Mitterrand,prima di passare all'antifascismo militante.Secondo un recente documentario televisivo fu quest'ultimo a proteggere uno degli esecutori dell'omicidio che praticamente usci' indenne dalle inchieste successive alla seconda guerra mondiale

breve confronto sociopolitico fra antifascismo anni '20 e periodo inerente Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

  • L' antifascismo degli anni 20' voleva una società più egualitaria, più avanzata socialmente di quella nata dalla Resistenza (ricordiamo la Carta del Carnaro,con tutti i limiti e le contraddizioni derivanti da una sua eventuale applicazione,mano e stile di Gabriele D'Annunzio e contenutistica di Alceste De Ambris) e i tentativi di strutturazione di Soviet e/o governi libertari locali .Nella fase della Resistenza, anche se nata come moto antifascista spontaneo (spesso su posizioni di classe e con nucleo portante le formazioni della sinistra e comuniste nel particolare,le brigate d'assalto Garibaldi furono una "filiazione" del partito comunista italiano,le GL del partito d'Azione)l'antifascismo fu gestito strategicamente dalla classi dirigenti che avevano ormai visto la sconfitta del fascismo,con l'entrata in guerra e/o nel periodo subito successivo per cui,(se vogliamo focalizzare il capitalismo italiano capi' molto bene il significato degli scioperi operai del 1943), per cui conseguentemente, ripresero la direzione della strutturazione della futura societa' postresistenziale "colludendo",a Liberazione avvenuta col principale partito della sinistra italiana (sia come adesione sia come organizzazione e che aveva pagato il maggior tributo di sangue nella Resistenza:il partito comunista italiano)che "doveva" comunque rispettare rigidamente situazioni internazionali di geopolitica in contrasto pieno con la formazione di una struttura sociale diversa , più progressista di quella capitalistica in Italia o semplicemente capitalista piu' progressista e per logica conseguenza in rottura con la logica dei blocchi internazionali contrapposti.In questa situazione i blocchi contrapposti e colludenti USA ed URSS ebbero grosso peso nell'autonomia dello sviluppo sociale italiano anche con pesanti interventi esterni a livello di intelligence.

Antifascismo ed ebrei [12][modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fascismo_e_questione_ebraica.

I rapporti del fascismo con la gente ebraica non fu solo di persecuzione,.All'inizio dell'ascesa del duce si annovera fra i sottosegretari del governo di Mussolini Aldo Finzi(morira' alle fosse Ardeatine dopo aver preso contatti con la Resistenza); Dante Almansi ricopre il ruolo di vice capo della polizia ;Guido Jung viene eletto deputato Fascista e nominato ministro delle Finanze nel periodo che va 1932 al 1935 ; 4 ebrei vengono dichiarati dal fascismo "eroi" in quanto morti combattendo negli anni '20 contro le formazioni di difesa proletaria(fra i quali :Duilio Sinigaglia, Gino Bolaffi,Bruno Mondolfo),ancora nella marcia su Roma e' presente un certo numero di fascisti ebrei,circa 230;la stessa amante di Mussolini e che lo guido' anche nella gestione del potere ,Margherita Sarfatti,era ebrea.Cio' non toglie che l'adesione al fascismo da parte di ebrei interesso' sopratutto i ceti abbienti e non si arrivo' al 10% di iscritti al fascio da parte di persone della gente ebraica.Il contributo della gente ebraica all'antifascismo,quasi esclusivamente nelle file sella sinistra,comunisti,socialisti ed azionisti fu assai rilevante basta citare 2 nomi simbolo Umberto Terracini e Carlo Rosselli ,comunista il primo azionista il secondo,nella Resistenza gli ebrei non fecero brigate italiane esclusive della loro gente ma combatterono nelle brigate partigiane ,sopratutto garibaldine e di Giustizia e Liberta'(azioniste),nella guerra di Spagna la gente ebraica era in ragguardevole numero con 7500 miliziani antifascisti,circa.Caso particolare e' la Brigata Ebraica,di formazione internazionale come militi,non italiana,che in Italia combatte in Emilia Romagna. Uno fra i libri piu' interessanti che spiegano la vicenda ebraica sotto il fascissmo e' di Michele Sarfatti editore Feltrinelli. Fra comandanti partigiani ricordiamo Eugenio Calò,Isacco Nahoum,nome di battaglia “Milan” (Nahoum Milan, Esperienze di un comandante partigiano, Ed. La Pietra, Segrate, 1981) ed Isacco Levila vita di Isacco Levi, libro,in cui si fa riferimento anche alle vicende della Valvaraita,dove furono perpetrati numerosi crimini dal battaglione Bassano ,della Monterosa,che collaborava con i rastrellamenti nazifascisti.per approndimento

Organizzazioni antifasciste ed alcuni nomi di personaggi di spicco[modifica | modifica wikitesto]

organizzazioni antifasciste

Alcuni Gruppi locali in Italia

alcune informazioni sui gruppi locali sono tratte da G.Sacchetti, Resistenza e Guerra Sociale, in Rivista Storica dell'Anarchismo, N1 Gennaio-Giugno 1995, autore anche di "SENZA FRONTIERE" Pensiero e azione dell’anarchico Umberto Marzocchiper confronto e completezza

Antifascisti


vengono riportati personaggi molto noti dell'antifascismo,alcuni sopratutto perche' conosciuti dal grande pubblico e/o perche' il loro ruolo istituzionale richiedeva in quel momento storico una presa di posizione antinazi_fascista e di diversa nazionalita'.È ovvio che fare un elenco che abbia una qualche valenza di priorita' di importanza del personaggio e' assurdo e storicamente sbagliato in quanto personaggi non presenti nell'elenco dal punto di vista di lotta pratica sia intellettuale che militare han avuto ben piu' importanza di taluni presenti nell'elenco qui riportato,oltre alla ovvieta' che un elenco esauriente e' numericamente impossibile.[21]

non italiani

italiani

per il mondo dello spettacolo si ricordano alcune figure emblematiche

La guerra di Spagna fu il banco di prova del'antifascismo internazionalista si riportano alcuni nomi di spicco sia spagnoli che di altra nazionalita' sia di gruppi etnici o sociali particolari , di seguito ,e poi nello specifico,gli italiani da da un lavoro di Pietro Ramella da ANPI si evince anche un brevissimo organigramma della composizione italiana delle Brigate Internazionali da cui si trae molto approssimativamente questa composizione percentuale: Anarchici 16,9; Comunisti 66,8; Giustizia e Libertà 2; Repubblicani 2,8; Socialisti 11,5

secondo il libro Shalom Libertad! Arno Listiger ipotizza il numero di 7.758 volontari ebrei,indicati dall' austriaco Joseph Toch sulla rivista Zeitgeschichte nel 1974,fra i quali

per i negri ricordiamo

per gli omosessuali vi fu minima partecipazione ,ma si ricorda come in quel tempo tale scelta comportamentale fosse malvista anche in ambiti progressisti,per cui e' ipotizzabile che molti nascondessero la loro scelta comportamentale,ricordiamo in quanto noti e conosciuti

fra gli americani

fra i sovietici

fra i francesi Andrè Martyfr.wikipedia

per una esauriente raccolta di biografie "Memorie di Spagna"

un dettagliato elenco con nomi provenienza militare dei caduti antifascisti italiani

inno cantato del V Reggimiento delle Brigate Internazionali soprannominato il reggimento di ferro,con foto di miliziani antifascisti che partono per il fronte

corpi di polizia e repressione della lotta antifascista[modifica | modifica wikitesto]

Collusioni all'inizio del regime fascista traspaiono assai chiaramente dal seguente scritto A. Tasca, Nascita e avvento del fascismo, cit., Il fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, Ediz. Avanti!, Milano, 1968 (ristampa di un libro uscito nel 1921 sempre per le edizioniAvanti!,che si occuperanno anche del libro che illustra la rivolta antifascista del 30 giugno del 1960 di Genova)

Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia l'inchiesta fu proprio iniziata da Giacomo Matteotti,di cui il sottostante e' un brano da lui scritto


Un altro tenente dei carabinieri che finge di contenere le spedizioni facinorose è un noto amico di organizzatori fascisti e fu udito prendere accordi con loro dentro i locali di un pubblico ufficio. Il comandante dei carabinieri agisce spesso a rovescio delle istruzioni prefettizie. Il brigadiere di Pincara, ove è stato compiuto l'assassinio durante la notte, mangia, beve, canta e spara coi fascisti. A Loreo i fascisti su di una strada assaltarono un povero disgraziato, lo picchiarono e poi si presentarono al comando dei carabinieri dichiarando di avergli sequestrata una rivoltella. I carabinieri, invece di arrestare coloro che lo avevano picchiato e assalito e perquisito, sostituendosi se mai alla pubblica autorità, arrestarono lo stesso disgraziato e insultato. Sono metodi e sistemi che hanno perfino meravigliato l'autorità politica. Perciò la mia interrogazione era diretta al ministro della guerra, troppe volle assente in questi banchi della Camera, per sentire le sue responsabilità. Ho detto che il sottoprefetto era avvisato della presenza dei fascisti in Adria, e la notte che andarono a prendere nella sua casa il Presidente della Deputazione Provinciale, i carabinieri perciò appunto dormivano profondamente e non udirono nulla, mentre per due o tre ore in città si udirono spari, inseguimenti, rumori. Nessun carabiniere apparve se non alle 4,40 del mattino, quando, come nell'episodio dei "Maestri Cantori", i ladri e gli assassini erano scappati, la luna sorgeva e tutto era ritornato in tranquillità. Fino a questo si arriva : che, mentre lo chaufeur che ha condotto l'automobile assassina di Pincara ha deposto e indicato persone; mentre è noto chi montava l'automobile chi la pagò, chi andò a compiere l'assassinio, il procuratore del re, ancora dopo parecchi giorni, mi dichiarava che non sapeva nulla, e che egli non ha l'abitudine di leggere i giornali.

"La viltà è un atto d'eroismo" Qui non si tratta di fatti singoli, di piccola polizia..... Ma qui si tratta piuttosto di riconoscere una organizzazione, una associazione a delinquere, la quale si vanta nei giornali, con manifesti, vistati dalle vostre autorità, che minacciano di morte determinate persone, di organizzare queste spedizioni e queste rappresaglie.....("sempre organizzazione a delinquere")...., lasciate intatta. . Se avviene mai che qualche avversario sia bastonato, allora sono arrestati i capilega, il Sindaco, gli Assessori.....

.....la stampa tace sugli avvenimenti della provincia di Rovigo..... che anche la viltà è un dovere, un atto di eroisno.....più oltre tacere ai nostri che la disciplina può segnare la loro morte..... che si lascino uccidere ad uno ad uno, sgozzare uno per uno, per amore della nostra disciplina..... Voi del Governo assistete inerti o complici. Noi non deploriamo più.....la Camera è avvertita

La situazione del periodo del primo dopoguerra si puo' trarre anche da un'intervista a Giuseppe Di Vittorio dalla vita di Giuseppe Di Vittorio a cura di Felice Chilanti

«non bastava piu' contro di loro la testimonianza del padrone, sacra fino a quel giorno per i marescialli dei carabinieri e spesso per i giudici del tribunale; e non erano piu' soli a difendersi, con le testimonianze della povera gente che i marescialli dei carabinieri e spesso i giudici del tribunale consideravano prive di ogni valore giudiziario nei confronti della testimonianza del padrone che era necessariamente la "verita'".»

e per il periodo fra le due guerre e' utile come prefazione un commento chiarificatore dal sito del ministero dell'interno

«Emblematica della commistione di ruoli tra Milizia, polizia e Ceka e dell'esistenza quindi di strutture "parallele" a quelle ufficiali, era la circostanza che Emilio De Bono, primo capo della Polizia fascista, fosse al tempo stesso comandante della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale

Le premesse alla completa fascistizzazione dei corpi e organi di repressione dello stato sotto il regime fascista son nettamente chiarite dal discorso di Benito Mussolini di Mussolini [31] Benito Mussolini non poteva fidarsi appieno ne' dell'esercito nel quale vi era state grosse ribellioni al fianco dei sovversivi (Arditi di Trieste ed i successivi Arditi del Popolo ,dove conflui' l'ala anarco-bolscevico-sovversiva degli Arditi e della legione di Fiume,Bersaglieri di Ancona,nonche'il famigliarizzare fra soldati e rivoltosi nella difesa di Parma del 1922,ad esempio .Ne' poteva altresi' fidarsi delle associazioni di reduci e dei loro legami con settori militari, in cui vi erano personalita' monarchiche antifasciste ne' ancora di Pietro Badoglio[32]ANPI],l'"eterno" intoccabile sotto qualunque regime,(anche per meriti di rispetto reciproco con la truppa),che chiese al re di smantellare a cannonate i "facinorosi" che marciavano su Roma,la sua adesione al fascismo fu causata dalla sua ben nota fame di quattrini :aveva due stipendi,unico caso nella storia d'Italia come capo dell'esercito e come ministro della guerra,dopo il 1943 ripassera' tranquillamente dall'altra parte nuovamente.

Nello specifico dei carabinieri,che si erano distinti gia' per le collusioni con gli squadristi questo,in parte, era anche nella logica dello scontro sociale del tempo.Le prime formazioni antifascistenon si sarebbero accontentate di battere il fascismo rampante ma avrebbero anche abbattuto la monarchia, conD'Annunzio e parte dei legionari di fiume in "testa" (per cio' che riguarda l'ottica antimonarchica,quantomeno).I carabinieri sono corpo notoriamente fedele alla monarchia e lo dimostreranno anche le frange che aderiranno alla Resistenza dopo il 1943 ;a parte qualche raro caso in cui la matrice non e'ideologica,vedi Brigata Partigiana Stella Rossa,in cui pur assalendo caserme dei carabinieri per armarsi e/o per "difesa preventiva"aveva al suo interno come combattenti 2 carabinieri che avevano dissertato per passare alla lotta partigiana.

la citazione che segue dimostra quanto Mussolini riusci' a rendere efficace,nel proseguio, quando aveva programmato da Fascismo e questione ebraica#Persecuzioni e resistenza ebraica nel periodo bellico

«Ma si macchiano di complicita' con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive Renzo De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacita'"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorita' italiane.»

ma il discorso piu' eclattante e' fatto sul sito stesso dell'arma dei carbinieri dal sito dell'arma dei carabinieri

«Ai Carabinieri sono affidate anche mansioni ingrate come la repressione del dissenso politico e lo sviluppo di un imponente sistema di spionaggio interno. Dal 1931 al 1938 partono 3.940 proposte di assegnazione al confine, 4.468 proposte di ammonizione sempre per motivi politici»

.

Dimostrando un'efficienza,sempre a detta dell'arma,superiore agli altri corpi di repressione,che agivano in campo legale della repressione antifascista,tralasciando quindi i compiti assegnati a gruppi speciali come fu il caso dell'omicidio di Carlo Rosselli e di Lea Schiavi,ad esempio da ANPI

«Nei pressi della cittadina francese, i due fratelli cadono nell'agguato teso loro da alcuni sicari del gruppo filofascista La Cagoule e sono massacrati a colpi di arma da fuoco e coltellate; mandanti del duplice omicidio, Mussolini e suo genero Galeazzo Ciano, alcuni ufficiali del SIM (Servizio Informazioni Militari), come ha provato l'istruttoria giudiziaria condotta a Roma nel 1944-45»

.

da storia '900 da Storia 900 a cura di Mimmo Franzinelli

sui colonelli dei carabinieri Ugo Luca e Santo Emauele e gli omicidi Rosselli e Schiavi


Il metodo utilizzato contro Lea Schiavi ricorda il complotto ordito nel 1937 nell'ambito del Ministero degli Esteri (Galeazzo Ciano) e del Sim (il colonnello dei carabinieri Santo Emanuele) per togliere di mezzo Carlo Rosselli, attraverso il braccio armato di una banda paramilitare francese. Anche in quel caso, subito dopo l'assassinio, fonti fasciste tirano in campo inesistenti responsabilità sovietiche,in cui e' implicato il il colonnello dei carabinieri Santo Emanuele.

Tra i personaggi più influenti nel campo delle operazioni internazionali spicca la figura del colonnello dei carabinieri Ugo Luca, veterano nel campo delle operazioni coperte, attivo sin dalla grande guerra nei servizi speciali e specialista del Medio Oriente.

Profondamente turbata dalla visione delle persecuzioni razziali, decide di opporsi, per quanto le è possibile, alla guerra dell'Asse. A Bucarest conosce l'americano Winston Burdett, corrispondente della Columbia Broadcasing Corporation, col quale si fidanza e avvia un'attività informativa in favore degli angloamericani.

La donna lavora per la Transradio Press, con lo spirito di una combattente contro i nazifascisti; attivista del Movimento Libera Italia (Free Italy Movement), ne diviene propagandista nei circoli dell'emigrazione

Il Sim accredita (per l'omicidio di Lea Schiavi) una matrice sovietica, ma le autorità russe smentiscono categoricamente ogni loro coinvolgimento. Prende forza la tesi dei mandanti italiani, ovvero del controspionaggio in combutta con elementi della rappresentanza diplomatica di Ankara: il principale indiziato è il colonnello Ugo Luca, "addetto commerciale" dell'ambasciata d'Italia in Turchia. Il 21 aprile 1945 Burdett si reca a Roma e denunzia alla magistratura l'ufficiale dei carabinieri; costui, alla presenza del funzionario dell'ambasciata di Ankara Lauro Laurenti, avrebbe "per ben due volte dichiarato che egli era personalmente responsabile per avere, in seguito ad istruzioni pervenutegli da Roma, organizzato l'assassinio di Lea Schiavi, notoria antifascista

inoltre inuovi mezzi di comunicazione facilitano la repressione a danno dell'antifascismo

Centro Imolese Documentazione Resistenza Antifascista e storia contemporanea

«grazie pure all’utilizzo dei sistemi di comunicazione, allora rappresentati da radio e giornali. Tuttavia di fronte al levigato linguaggio burocratico con cui prefetti, questori, podestà, carabinieri, direttori didattici, presidi e semplici impiegati pubblici trattavano le pratiche razziali, si avverte un senso di disagio, acuito dal fatto che solo una manciata di decenni ci separa da quel periodo.»

sempre rifacendosi ai dati forniti dall'arma dei carabinieri dal sito dell'arma dei carabinieri

«Ai Carabinieri sono affidate anche mansioni ingrate come la repressione del dissenso politico e lo sviluppo di un imponente sistema di spionaggio interno. Dal 1931 al 1938 partono 3.940 proposte di assegnazione al confine, 4.468 proposte di ammonizione sempre per motivi politici»

. sottolineiamo,ad onor del vero,per confronto, che ,invece,nella Resistenza di appartenenti alla pubblica sicurezza non ve ne furono e/o non se ne ha conoscenza.Sono parte a se' gli epurati nella prima fase del fascismo ed il povero Giovanni Palatucci molto probabilmente tradito e venduto ai nazifascisti dai suoi zelanti colleghi,come si evince dalla sua storia,(Palatucci che fra l'altro con la Resistenza aveva solo contatti per essere aiuatato nel suo umanissimo e rischiosissimo lavoro di protezione della gente ebraica) e Maurizio Giglio,

«.....L' operazione stata organizzata dal tenente della polizia fascista di Roma, Maurizio Giglio, in realta' agente dell' OSS (servizio segreto americano, Office of Strategic Service) con la radio ricetrasmittente operante da un barcone sul Tevere.....»

.I carabinieri,in modo molto minoritario rispetto alla loro consistenza,parteciparono invece alla Resistenza .Il corpo di polizia e' svilupatissimo durante il fascismo ,anzi annoverera' al suo interno le piu' tristemente note bande di torturatori (che operavano nelle altrettanto tristemente note ville tristi):erano affigliate alla pubblica sicurezza dalla banda Koch,il cui capo fu appuno eliminato dai carabinieri, alla banda Collotti ed alla banda Carita' ai torturatori della Casa dello studente di Genova o al tristemente noto a Genova prefetto Carlo Emanuele Basile con i suoi "editti" di deportazione di operai e tecnici in Germania,questo avra' ancora spazio anche nel dopoguerra,vedere paragrafo da [ANPI].[33]


Per quanto riguarda l'avvento del fascismo son ben chiari sempre dal sito dell'arma dei carabinieri

«per quanto riguarda la marcia su Roma:nonostante le precedenti acquiescenze e connivenze, le forze armate (e i Carabinieri in primo luogo) avrebbero eseguito l'ordine del re. Quattro fucilate avrebbero riprodotto in grande il miracolo di Sarzana ed avrebbero risparmiato molti lutti»

,dove carabinieri al comando del capitano Guido Jurgens ed Arditi del Popolo impartirono una severissima sconfitta agli squadristi fascisti calati per dar una lezione ai "sovversivi" della roccaforte Spezzina.

mentre per l'enorme astuzia del duce (sempre dal sito dei carbinieri)

«per quanto riguarda il colpo di mano di Mussolini

Il colpo di Stato mussoliniano è da manuale: infiltrazione graduale di apparati statali con simpatizzanti; creazione di un movimento politico; riuscita dimostrazione di forza; progressiva e rapida occupazione dello Stato. Nessuno spargimento di sangue, paralisi della classe dirigente, neutralità dei reparti non amici, cattura dell'opinione pubblica. Nei mesi seguenti viene operata la fascistizzazione della vita pubblica e privata dell'Italia in un crescendo di leggi liberticide e sempre più invadenti.»

ed ancora

da sito arma carabinieri

«Ma mano a mano che il regime venne affermandosi, quei progetti che erano tesi a creare una polizia al servizio del partito (fascista) e delle autorità si fecero palesi. All'inizio della sua scalata al potere, pur affidando alla sola Arma dei Carabinieri il servizio di polizia, sciogliendo la "Guardia Regia" e facendo confluire nell'Arma il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e i 12.000 uomini del "Ruolo Specializzato" - regio decreto 31 dicembre 1922 - il fascismo preparò l'attuazione di tale disegno.»

Sempre dal sito dell'arma si trae anche un'informazione su come pezzi della chiesa si diedero da fare in modo militare contro il "sovvertivismo": da sito carabinieri

«Il fenomeno della reazione armata all'insurrezionalismo "rosso" fu spontaneo. L'idea di aggregarsi per reagire non nacque dai "Fasci". All'inizio del 1919 il cardinale di Milano, Andrea Carlo Ferrari, formò un gruppo di giovani ardimentosi che prese il nome di Avanguardia Cattolica. Il motto "O Cristo o morte" dava la misura della drammaticità della situazione, specie nel milanese, roccaforte socialista. A partire dall'autunno del 1920, nacquero le Squadre d'Azione dei Fasci. Lo squadrismo, scrive Francesco Perfetti, «fu un fenomeno a sé, che pesò in maniera determinante sul fascismo e sul suo sviluppo, anche per una acquisita dimensione mitica». Roberto Vivarelli così ne descrive la composizione: «...nelle prime formazioni squadriste erano certamente confluiti uomini ai margini della delinquenza, avventurieri... di questa componente i Fasci manterranno a lungo il segno e, tuttavia, essa diventerà, ben presto, secondaria... L'obiettivo che i Fasci si prefissero fu quello di una sistematica occupazione del territorio, spazzando via le forze avversarie, organizzazioni sindacali e amministrazioni locali, attraverso incursioni (spedizioni punitive) che miravano alla devastazione di sedi e all'intimidazione. Tutto ciò era in gran parte il frutto di uno spontaneo consenso, che accompagnò il sorgere della reazione fascista per più di una ragione...».»

anche la situazione in colonia era di repressione di qualunque ideologia non conforme al fascismo

da triangolo viola

«1925 - INIZIO ATTACCHI REPRESSIVI DEL REGIME FASCISTA AGLI STUDENTI BIBLICI

Dal gennaio 1925, il potere di Mussolini era ormai ben saldo e il processo di fascistizzazione delle istituzioni e della società in quest'anno, si delineava in maniera netta, più che prima. Una delle prime preoccupazioni del Duce, fu quello del riassetto delle forze di polizia e più in generale dei corpi armati.

Nel campo delle forze di Polizia (qui quello che ora più ci interessa) si avvertì l'esigenza di creare uno strumento proprio che fosse fedele allo Stato fascista piuttosto che allo Stato di diritto e che si caratterizzasse come un corpo esclusivamente poliziesco repressivo. L'arma dei carabinieri aveva ben svolto un ruolo repressivo durante tre anni di transizione, ma dalla polizia il fascismo voleva molto di più: una presenza effettiva capillare nella società, il controllo totale della vita pubblica e privata di tutti i cittadini. Non solo repressione, quindi, ma anche vigilanza di prevenzione. Per raggiungere quest'obiettivo era necessario un corpo alle dirette dipendenze del Ministro dell' Interno, (di Mussolini, quindi, che ricoprì ad Interim la carica una prima volta dal 31.12.1922 al 17.6.1924 [dal 17.6.1924 al 6.11.1926 il dicastero venne retto da Luigi Federzoni] e una seconda la più lunga e la più importante dal 6.11.1926 al 25.7.1943 quando fu arrestato) che avesse notevole celerità e mobilità nell'intervento.»

da comune di Cigognola

«Le squadre fasciste avevano armi, mezzi di trasporto, il tacito consenso di Carabinieri e Polizia per cui fu possibile per loro avere il sopravvento anche sui lavoratori più sovversivi come lo erano i contadini dell'Oltrepò Pavese ...»

C'e' da aggiungere un certo numero di campi concentramento italiani retti o con partecipazione di carabinieri particolare importanza ha il periodo dei campi ci concentramento italiani.Da Wikipedia si evince che ben 8 campi di concentramento fascisti e/o nazifascisti son retti da carabinieri

Nome del campo Città Tipo di campo Tipologia di internati internati (stima) Campo istituito da Direttori Operatività
Zlarino Zara_(Croazia)

Dalmazia (oggi in Croazia)

Lager per

rastrellati politici e loro familiari

Civili 1652* Ministero dell'Interno Comandante della 173° Sezione Regi Carabinieri

della Divisione "Eugenio di Savoia", in seguito il Tenente Colonnello Umberto Ransava

Marzo 1943

15 giugno 1943

Arbe Fiume (Croazia)

Dalmazia (oggi in Croazia)

Lager Civili uomini, donne, bambini, ebrei (internamento protettivo) 6577* Ministero dell'Interno Colonnello dei Carabinieri

Vincenzo Cuiuli

Giugno 1942

17 settembre 1943

Fertilia Sassari,

[ [Sardegna]]

Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili, per lo più croati 300 Ministero dell'Interno Arma dei Carabinieri Gennaio 1943, Agosto1943
Monigo Treviso

Veneto

Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili jugoslavi 3464* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello dei Carabinieri

Alfredo Anceschi aiutato dal Capitano Eliseo Signorini

2 luglio

1942 8 settembre 1943

Gonars Udine,Friuli Venezia Giulia Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili jugoslavi 6500* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello Eugenio Vicedomini, Cesare Marioni, Ignazio

Fragapane, Gustavo De Dominicis, Arturo Macchi

carabinieri

Ottobre,1941,19 ottobre

ottobre 1943

Visco Udine,Friuli Venezia Giulia Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili jugoslavi 3272* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello dei Carabinieri

Salvatore Bonofiglio

Gennaio 1943

11 settembre settembre,1943

Fabriano Ancona

Marche

Lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche

pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi

90 Ministero dell'Interno funzionario di pubblica sicurezza Antonio Vecchio,

"sorvegliato" dai Carabinieri

Settembre

1940 aprile 1944

sito dedicato memoria campo di concentramento di Gonars Udine

Il campo di concentramento di Gonars Udine

«C’erano in questo campo 4000 persone, che in maggio, come risulta sempre da questi documenti della Censura, erano stati picchiati dai carabinieri con "botte da orbi" perché "quando hanno saputo che abbiamo perso la Tunisia, si sono messi tutti a gridare "Viva la Russia".»

testimonianza di Slavko Malnar

«La situazione più difficile e vergognosa è stata quando dovevamo tutti assieme spogliarci nudi per la doccia; non osavo alzare gli occhi da terra. Posso solo immaginare come fosse penoso per le mamme e gli altri adulti. Le ragazze provavano a tenere le mutandine, ma i carabinieri gliele strappavano di dosso. Alla doccia seguente non c’era più bisogno perché quelle strappate erano l’unico paio che avevano avuto.»

nella lista di quelli con partecipazione carabinieri manca Campagna ,Salerno CAMPO DI S. BARTOLOMEO CAMPO DELLA CONCEZIONE da istituto Palatucci

«L’8 giugno erano già dislocati a Campagna - per svolgere il servizio di vigilanza – 12 carabinieri, di cui due sottufficiali, e 15 agenti di Pubblica Sicurezza, compreso un sottufficiale ed escluso il funzionario che non era ancora giunto da Lampedusa.»

«Con un telegramma datato 8 settembre 1939 l’allora Prefetto Bianchi, pur facendo presente al Ministero dell’Interno che esistevano diverse località idonee alla costituzione di colonie per confinati comuni nella provincia di Salerno, propose Campagna»

anche a Sassoferrato i reclusi erano "affidati" ai carabinieri che non risultano in relazione al campo comunque presente ma per la vigilanza ai lavori forzati. da israele urbis sassoferrato

«La maggior parte degli internati, come si evince dalla corrispondenza, era definita "allogena" della Venezia Giulia (di altra stirpe diversa dallo Stato Nazionale in cui si trova) ed alcuni sono stati utilizzati per la realizzazione dell'acquedotto di Arcevia. La vigilanza dei Campo era stata affidata ad una postazione fissa di Carabinieri (4 carabinieri piu' un sottufficiale).»

Passando piu' approfonditamente al periodo bellico

per cominciare e' sempre valida la citazione che illustra sia fine periodo prebellico che bellico e dovuta tratta dai lavori di Renzo De Felice da Fascismo e questione ebraica#Persecuzioni e resistenza ebraica nel periodo bellico

«Ma si macchiano di complicita' con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive Renzo De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacita'"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorita' italiane.»

lager toscani dimenticati

«Lo storico Enzo Collotti sta per pubblicare due volumi con il contributo della Regione Lager toscani dimenticati "Gli ebrei erano raccolti qui" Nuovi sorprendenti studi sulla Shoah "C´erano campi a Bagno a Ripoli, Civitella e altri. Ma se ne parla poco. Nella delazione decisivo il ruolo dei carabinieri"»

«Ma le delazioni furono tantissime, e determinante fu la collaborazione delle tenenze dei carabinieri. Questo è un dato che mi preme sottolineare, anche per sfatare la favola sull´atteggiamento degli italiani nei confronti prima delle leggi razziali, poi delle deportazioni.»

«un altro elemento di novità di questo lavoro è l´attribuzione della maggior parte degli arresti ai repubblichini e alle forze dell´ordine italiane»

da sito ANPI

«Lo storico tedesco Gerhard Schreiber, nel suo ultimo lavoro, riconduce gli eccidi nazisti nel Sud al rancore accumulato contro gli italiani dopo il "tradimento" del 25 luglio, sottolineando le gravi responsabilita' non solo delle SS ma anche degli ufficiali dell’esercito regolare tedesco, che agirono per "spirito di vendetta". Ma la colpa non fu solo dei tedeschi. In uno studio sulla Resistenza nel Sud, uscito di recente, Aldo De Jaco documenta che anche alcuni ufficiali e carabinieri italiani favorirono la politica delle stragi oppure non vi si opposero in alcun modo.»

Aldo de Jaco ,la Resistenza al sud nel 1943

da Wikipedia Fascismo e questione ebraica

«Lo storico Renzo De Felice, riferendosi indistintamente a carabinieri e polizia e loro gerarchie, scrisse: Collabora «Alcune prefetture e comandi ci mettono uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità, nel collaborare con i nazisti.»»

Carabinieri caccia ai partigiani da associazioni.prato

«03/01/1944 - A Valibona, 18 partigiani capeggiati da Lanciotto Ballerini vengono accerchiati nella notte da un reparto della Guardia Nazionale Repubblicana di Prato che agisce insieme a dei fascisti e ai Carabinieri di Calenzano. Scoppia a un combattimento che porta a un vero e proprio massacro, con successive rappresaglie fasciste sulla popolazione locale»

in relazione all'internamento della gente ebraica

di Carlo Spartaco Capogreco DA STORIA CONTEMPORANEA Anno XXII, Agosto 1991 IL MULINO EDITORE

«La retata degli arresti venne messa in atto dalla polizia e dai carabinieri delle grandi citta', dove in genere gli ebrei stra- nieri risiedevano. Gli agenti, dopo aver notificato il provvedimento - che il piu' delle volte non era neppure scritto, ma comunicato a voce - conducevano i malcapitati nelle guardine delle varie questure e quindi, dopo ore ed ore di attesa trascorse senza cibo, li avviavano nelle carceri. Nelle celle gli ebrei vivevano in condizioni igieniche terribili, ma il loro tor- mento maggiore era il timore di vedersi riconsegnare alle autorita' naziste.»

saggio di Spartaco Capogreco sui campi di concentramento italiani da ANPI

libri di capogrossi su tematica campi concentramento italiani:

  • I campi del duce. L'internamento civile nell'Italia fascista (1940-1943) Carlo Spartaco Capogreco

Einaudi 2004

  • Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere 1ª ed. Italiano

Carlo Spartaco Capogreco Mursia 2003

ed ancora lager italiani sempre dal lavoro di Spartaco Capogreco

«I campi di concentramento italiani sottoposti all'autorità civile, tra il giugno del 1940 e l'agosto del 1943, furono complessivamente una cinquantina. La loro direzione era affidata a un commissario o a un maresciallo di pubblica sicurezza, oppure al locale podestà, coadiuvato da carabinieri, questurini o militi fascisti.»

«(prima c'e' un raffronto con i lager nazisti,nota dello scrivente)Questo non deve farci dimenticare che il regime fascista praticò fin dal 1938 una politica autonoma antiebraica e che dal 1943 al 1945 il fascismo repubblicano di Salò attuò procedure di arresto e concentramento che portano allo sterminio di oltre ottomila ebrei.»

come gia' visto nello specifico da Lista dei campi per l'internamento civile nell'Italia Fascista si trae che ben 8 su 50 erano diretti e/o affidati a carabinieri,da cui si evince che una buona quota di carabinieri ritenuti ben fedeli al fascismo era presente nell'arma e non semplicemente carabinieri "sopportanti"il regime per dovere ed esigenza di "lavoro" ,relativamente per i tempi,ben remunerato e rispettato.

Per quanto riguarda la generalita' dell'immediato dopoguerra dall'analisi di Mario Coglitore, autore del libro “La notte dei gladiatori, omissioni e silenzi della Repubblica”, (Calusca edizioni, Padova 1992) scrive:

«Diamo un rapido sguardo alla situazione delle forze di Polizia negli anni '50: su 64 prefetti di primo grado, 64 prefetti non di primo grado e 241 prefetti, soltanto due non erano di provenienza fascista; di 135 questori e 139 vicequestori, soltanto 5 avevano avuto rapporti con la Resistenza; e, infine, su 603 commissari, commissari aggiunti e vicecommissari, solo 34 erano stati in contatto con i partigiani

confrontare circolo Papini,la democrazia apparente di Mario Coglitore un caso collegato sopra e' quello relativo al prefetto Ettore Troilo,ad esempio,cioe'la successiva epurazione dai corpi di polizia di coloro che avevano avuto legami e/o erano stati appartenenti alla Resistenza. interessante risulta altresi' quanto scrive il sito dei bersglieri in merito alle mancate epurazioni di fascisti e/ facili amnistie all'interno degli organi di polizia e dei servizi:

«È vero che parallelamente iniziò la riorganizzazione delle forze di polizia,da cui furono esclusi quasi tutti gli ex partigiani, soprattutto comunisti, insomma cominciò il ritorno all'ordine.»

da Centro di Orientamento Sociale fondato da Aldo Capitini

«Una violenta campagna di stampa costrinse i servizi a cambiare nome, accusando il generale Orlando di complicità nella fuga. Ma nel dopoguerra, (siamo ancora nel 45) nel corso di un processo che si celebrò a Roma, la verità venne a galla, con la certificazione della responsabilità diretta del duce ed anche quella del maresciallo Pietro Badoglio nell’assassinio dei fratelli Rosselli.Badoglio, che continuava a godere di forti appoggi, riuscì però ad uscire indenne dalla losca storia, e a pagare – se così si può dire – fu soltanto il generale Mario Roatta, l’unico a finire sul banco degli imputati. Comunque per poco. Incredibilmente, proprio alla vigilia del verdetto egli riuscì infatti a fuggire dal carcere-ospedale e a svanire nel nulla, sottraendosi ad una pena (ergastolo) che – secondo una consueta tradizione tutta italiana – gli verrà in seguito amnistiata. Mario Roatta è morto a Roma nel 1968.Del complesso personaggio, in rete, si possono ritrovare indifferentemente accuse di genocidio e salvacondotti morali. Per quanto riguarda le accuse di genocidio, il personaggio non risulta abbia mai trascorso un giorno di carcere (effettivo). Per quanto riguarda il salvacondotto morale un gruppo di Ebrei lo ringrazia pubblicamente e personalmente per aver capito che consegnare gli ebrei ai tedeschi avrebbe danneggiato il prestigio degli italiani, con gravi ripercussioni nel rapporto con le popolazioni occupate. Da qui la scelta di internarli.....»

da la corsa infinita

Mario Roatta e' uno dei mandanti dell'omicidio di Carlo Rosselli.

Per quanto riguarda i fatti di Reggio Emilia,quasi contemporanei a quelli di Genova:

da infoPRC

«Era il pomeriggio del 7 luglio 1960, quando 350 uomini della Celere armati di pistola e mitra caricarono 300 operai delle officine di Reggio Emilia in sciopero, armati di maniche di camicia e nient'altro. È un massacro, Afro Tondelli muore schiacchiato da una jeep, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Lauro Ferioli e Marino Serri cadono a terra sotto colpi d'arma da fuoco. È di loro che parla la più struggente canzone del repertorio operaio italiano, "Morti di Reggio Emilia"..... Il presidente del consiglio era Ferdinando Tambroni,così riferì al Parlamento dopo i fatti di Reggio: "circondati dai dimostranti che tiravano sassi, gli agenti furono costretti a sparare per legittima difesa"»

un libro che parla del periodo e' dello storico inglese Philip Cooke: "Luglio 1960, Tambroni e la repressione fallita" un articolo di Rossana Rossanda che tratta del periodo sintesi di Rossana Rossanda

Il secondo dopoguerra e l'antifascismo in Italia[modifica | modifica wikitesto]

La situazione di scontro sociale del secondo dopoguerra e' ben illustrata dai dati di cui sotto e viene ulteriormente esacerbata dalle scelte di Mario Scelba

alcuni dati riguardanti lo scontro sociale del secono dopoguerra :

«Così dal 1948 al 1954 si ebbero 148.269 arrestati o fermati (per motivi politici) di cui l’80 per cento comunisti, 61.243 condannati per complessivi 20.426 anni di galera (con 18 ergastoli) di cui il 90 per cento a comunisti. Nello stesso periodo in sole 38 province italiane vengono arrestati 1697 partigiani, dei 484 condannati a complessivi 5806 anni di carcere. Ma l’azione repressiva andava ben oltre: dal 1947 al 1954 in scontri di piazza tra forze di polizia e dimostranti, si contano almeno 5.104 feriti di cui 350 da armi da fuoco, un numero imprecisato di contusi e 145 morti (quasi quanti gli uccisi dalla “Strategia della tensione”) (3) questi ultimi compresi in ottantuno episodi distribuiti su tutto il territorio nazionale. I morti fra le forze repressive sono nello stesso periodo, 19. Tutte queste sono cifre agghiaccianti, cha parlano da sole.»

«Fra i fatti accertati: l’uso del bastone di nerbo di bue, l’immissione di sale e pietre nella bocca, abluzioni continuate di acqua fredda, percosse a sangue, legature di mani e piedi, il cospargere benzina sui piedi, carta bruciata sotto il naso e vicino le guance, denudazione di uomini e donne, percosse ai fianchi con pugni, getto di acqua salata sulla schiena, sigarette accese sulla faccia, sul ventre, sull’avambraccio, pugni, schiaffi, colpi di regolo, calci agli stinchi. Innumerevoli i casi di suicidio in soggetti che presentavano tracce di sevizie e maltrattamenti e a tal proposito si chiedeva retoricamente Lelio Basso: “Da chi sono uccisi i molti detenuti che vengono trovati morti nelle guardine e di cui solitamente i certificati medici dichiarano che sono morti per ‘sincope cardiaca’ “(Lelio Basso - La tortura oggi in Italia - ed. Civiltà 1953 - p. 30)»

da articolo di Gianni Viola;articolo completo depositato comune Bologna

«È interessante a questo punto riportare una dichiarazione, resa nel 1975, dunque lo stesso anno del commento di Brennan sulle operazioni speciali dell'OSS, da Mario Scelba, Ministro degli Interni dal 1947al 1953 (e successivamente anche dal '60 al '62), a seguito della pubblicazione de Gli americani in Italia, con il proposito di difendere alcune posizioni indifendibili: "Nel dopoguerra i pericoli per la sicurezza dello stato venivano dalle organizzazioni paramilitari comuniste che non avevano accettato l'ordine emanato dai governi dei Comitati di Liberazione Nazionale per la consegna delle armi, e anzi le custodivano ben oliate e pronte per l'uso." [15] E così con il pretesto del pericolo rosso, Scelba costituì una struttura semi-istituzionale che a lui solo avrebbe dovuto rispondere. "[...] nei primi mesi del 1948 era stata messa a punto una infrastruttura capace di far fronte ad un tentativo insurrezionale comunista. L'intero paese era stato diviso in una serie di grosse circoscrizioni, ognuna delle quali comprendeva varie provincie, e alla loro testa era stato designato in maniera riservata, per un eventuale momento di emergenza, una specie di prefetto regionale, che non sempre era il prefetto più anziano o quello della città più importante, perché in alcuni casi era invece il questore o un altro uomo di sicura energia e di mia assoluta fiducia...I superprefetti da me designati avrebbero assunto gli interi poteri dello Stato sapendo esattamente, in base ad un piano prestabilito, che cosa fare»

da L'angolo morto di Mario Coglitore

Antonio Gambino, Storia dell'Italia nel dopoguerra, Laterza, 1975, pp. 473–474.

Alcuni avvenimenti che ebbero risonanza nazionale,se non mondiale,avvennero in Italia dopo la seconda guerra mondiale,fra tale avvenimenti uno di particolare importanza e' l'insurrezione di Genova del 30 Giugno 1960 [34]

scrive Sandro Pertini nella presentazione del libro "A Genova non si passa" di Francesco Gandolfi,(edizioni Avanti! del 1960),libro dedicato alla rivolta antifascista di Genova :

«È Genova che ha riaffermato come i valori della Resistenza costituiscano un patronato sacro,inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi,pronti a a ristabililire l'antica unita' al dis sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico»

Le voci indicate sopra ed in particolare l'arruolamento di ex nazifascisti in Europa,danno un'idea come nel dopoguerra vi furono pesantissime intrusioni di servizi stranieri nella societa' italiana in seguito alla suddivisione del mondo fra le grosse potenze ed al relativo problema di contrastare il pericolo "comunista",quantomeno queste furono in seguito le giustificazioni adottate ,per cui risulto' coerente con il fine utilizzare anche personaggi implicati in crimini di guerra fascisti.D'altro canto l'aministia che si puo' far risalire a Palmiro Togliatti e le sue conseguenzecome il caso di Amerigo Dumini,capo degli assassini di Matteotti ed una serie di fatti singolari come la fuga di Mario Roatta,ad esempio,dimostrano quanto fossero ancora forti i residui del decaduto regime fascista in gangli vitali della societa' italiana.Nel contempo sempre nell'ottica della suddivisione in blocchi sancita da Yalta,il PCI,manteneva un massimalismo parolaio che permetteva un controllo della massa dei militanti, mentre nei fatti era in piena osservanza della linea moscovita che escludeva squilibri rivoluzionari ,forse anche impossibili da realizzarsi nella realta' nel teatro europeo,per converso nel campo opposto ,in Ungheria viene dimostrato che una rivolta capeggiata da un coerente social-comunista contro l'imposto regime stalinista ottenne dalle potenze occidentali appoggi piu' a parole che a fatti,ovvero non erano possibili grossi spostastamenti da quanto stabilito nella suddivisione delle aree di influenza delle grosse potenze.Quindi la situazione italiana ricorda per alcuni aspetti quella del primodopoguerra in cui per sbarrare la strada al "pericolo rosso" si lascio' mano libera ai fascisti, ma i tempi erano diversi e la Resistenza era ancora troppo vicina,ed anche gli equilibri o,volendo,squilibri internazionali,diversi.Frange degli stessi partigiani erano ancora attive ed il PCI impiego' almeno un paio d'anni a far riallineare queste frange alla nuova linea ,non rivoluzionaria nei fatti,espellendo ed ostracizzando anche quelle ali che non accettavano la situazione,il caso locale genovese di Lotta Comunista ne e' esempio,come dei Gruppi Leninisti della Sinistra Comunista ed altre formazioni di matrice internazionalista ,bordighista e Trotskijsta.Quindi il fascismo anche se era ancora ben saldamente infiltrato negli organi dello stato e delle forze di repressioni istituzionali non poteva riprendere il potere,sia per equilibri internazionali,sia per la forza della parte antifascista della societa' ben arroccata anche in partiti avversi al PCI e PSI,pure quest'ultimo nel periodo di osservanza moscovita.Il pericolo "comunista" e quindi l'utilizzo di chiunque e di qualunque mezzo per bloccarlo,(a parte il discorso degli equilibri di natura internazionale) era anche utilizzato per reprimere rivendicazioni sociali sia operaie che contadine,vedi Portella della Ginestra e ,in questo specifico caso, le ultime inchieste-ricostruzioni,proposte anche come documentario televisivo, non sembra manchi sia la partecipazione fascista sia l'intervento di intelligence stranieri,sopratutto collegati all'autonomismo siciliano

«17 Giugno 1945 Muore in uno scontro a fuoco con i carabinieri, in circostanze oscure, Antonio Canepa , comandante dell'EVIS (assieme a Carmelo Rosano, Giuseppe Lo Giudice e Francesco Ilardi,nomi fuori citazione) . Dopo la sua morte la componente progressista del Movimento Indipendentista viene repressa e annientata e la destra della mafia e dei latifondisti prende il sopravvento.»

da messinacitymap.com)

si veda rapporto del vicequestore di Trapani Giuseppe Peri su crimini banda Giuliano.

«Coordinamento delle ricerche presso gli Archivi Nazionali degli Stati Uniti (NARA, College Park, Maryland) e l’Archivio Centrale dello Stato (Roma): Nicola Tranfaglia (Università di Torino), Giuseppe Casarrubea (Palermo), Mario J. Cereghino (San Paolo del Brasile).....

I rapporti desecretati dell’Oss e del Cic (i servizi segreti statunitensi della Seconda Guerra Mondiale), che provano l’esistenza di un patto scellerato in Sicilia tra la cosiddetta “banda Giuliano” e le forze paramilitari del fascismo di Salò (in primis, la Decima Mas di Junio Valerio Borghese e la rete eversiva del principe Pignatelli nel meridione) sono il risultato di una ricerca promossa e realizzata negli ultimi anni da Nicola Tranfaglia (Università di Torino), dal ricercatore indipendente Mario J. Cereghino e da chi scrive.»

di gran peso storico ha lo stralcio precedente tratto da edscuola DOSSIER A CURA DEL PROF. Giuseppe Casarrubea

Rapporti incrociati fra Decima Mas di Borghese,mafia e golpismo fascista si evincono anche dalla vicenda di Mauro De Mauro secondo un articolo di Andrea Cottone e Laura Nicastro,fra i redattori di Testata giornalistica dell'Università degli Studi di Palermo

Un episodio visto come restaurazione del fascismo,non solo da uomini politici di diverse ideologie, ma anche da storici quali Philip Cooke("Luglio 1960:Tambroni e la represione fallita"),fu quello inerente al tentativo di far partecipare al governo i neofascisti del MSI ,fra tale avvenimenti uno di particolare importanza e' l'insurrezione di Genova del 30 Giugno 1960 [34]

Gli avvenimenti di Genova 1960

«I giornali riportano che, facendosi interpreti di una vasta corrente pubblica, PSDl, PSI, Partito radicale, PCI e PRI hanno firmato il seguente appello:

I fascisti dcl MSI intendono convocare nel prossimo mese di luglio il loro congresso nazionale a Genova, città che per prima ha costretto alla resa le forze nazifasciste. I partiti democratici denunciano questa grave provocazione e, mentre esprimono il disprezzo del popolo gcnovese nei confronti degli eredi del fascismo, testimoniano la indignazione e la protesta di Genova, medaglia d'oro della Resistenza. Nello stesso tempo i consiglieri provinciali socialisti Achille Pastorino, Giuseppe Macchiavelli, Mario De Barbieri, M. Angelo Bianchi, Enrico Bonini e Attilio Bettini hanno inviato la seguente interpellanza al presidente del Consiglio provinciale:

Interpelliamo la S. V. Ill.ma per sapere se non ritenga opportuno che il Consiglio provinciale esprima una vibrata protesta di fronte alla minacciata effettuazione del congresso nazionale del MSI che si dovrebbe tenere nel prossimo luglio a Genova, Medaglia d'Oro della Resistenza. Si chiede che alla presente interpellanza venga dato il carattere di urgenza.»

da :

«Tambroni fece appello al patriottismo dell'aula, chiedendo un voto d'attesa, ed effettivamente la spaccatura risultò evidente in quanto furono determinanti i voti di ventiquattro missini e quattro indipendenti di destra, con il responso finale di 300 sì e 293 no. genti forze di polizia nella città ligure.»

«Gli agenti cominciarono allora il carosello delle vetture, e lanciarono alcuni lacrimogeni; presto i manifestanti attaccarono duramente gli agenti delle camionette della celere, lanciando sempre più corpi contundenti, ma con l'aggiunta di "bombe lacrimogene", imbastendo "una barricata" con gli arredi del bar e quelli urbani»

Queste citazioni dalla voce su Wikipedia mettono in risalto il clima infuocato di quei giorni

Inoltre chi aveva inasprito oltremisura gli animi degli antifascisti genovesi era il fatto che a presiedere il congresso del MSI sarebbe stato l'ex prefetto Carlo Emanuale Basile,prefetto a Genova e collaboratore dei nazisti nel periodo in cui avvenivano le toryure alla casa dello studente di Genova,riportiamo per conoscenza uno stralcio di un "editto" di tale prefetto dal titolo:Le misure delle autorità in caso di sciopero bianco o di allontanamento dal lavoro

«Lavoratori,

c’è un vecchio proverbio che dice: Uomo avvisato è mezzo salvato. Vi avverto che qualora crediate che uno sciopero bianco possa essere preso dall’Autorità come qualcosa di perdonabile, vi sbagliate, questa volta.

Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutte e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente, e cioè dopo poche ore, inviato, non in germania, dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata , ma nei campi di concetramento dell’estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria: di una Vittoria da cui dipende la redenzione della nostra Patria disonorata non dal suo popolo eroico ma dal tradimento di pochi indegni.1° marzo 1944, Genova;Il capo della Provincia Carlo Emanuele Basile»

ANPI Marassi, documentazione su Resistenza.

Alle manifestazioni erano presenti Sandro Pertini,che tenne un comizio,Ferruccio Parri,comandante delle brigate partigiane Giustizia e liberta',che inoltre diresse il Comitato di liberazione nazionale per l'Alta Italia (CLNAI) e coordinò il comando unificato partigiano, o Corpo Volontari della Libertà e dopo la Liberazione Parri fu Presidente del Consiglio dei Ministri ,oltre ad altri noti uomini politici ed ex capi partigiani.

È ovvio che la scelta di Basile a presiedere il congreso del MSI proprio a Genova,citta' medaglia d'oro della Resistenza,ancor con la memoria che aveva la citta' di Basile non fu casuale.

«.....quando il 25 aprile i soldati dell’esercito tedesco si sono arresi all’operaio Remo Scappini; il 30 giugno del 1960 quando la città, medaglia d’oro per la Resistenza, è stata protagonista della protesta popolare contro lo svolgimento del Congresso dell’allora MSI, alla presenza dall’ex prefetto Basile (quello delle torture alla Casa dello Studente).....C.G.I.L. Liguria»

.Dopo gli scontri di Genova fra antifascisti ed i reparti della polizia denominata celere Genova la citta' fu praticamente in mano ai manifestanti e il congresso del MSI non si tenne, mentre delegati furono scortati dai carabinieri dall'hotel Bristol alla stazione centrale, dove erano attesi da un convoglio speciale.La manifestazione antifascista di Genova fu l'innesco di una situazione di manifestazioni in molte parti d'Italiacon scontri e morti fra i manifestanti,5 a Reggio Emilia,ma l'ipotesi di un governo con i neofascisti del MSI cadde definitivamente affossata anche,e pesantemente ,da altre componenti politiche del governo stesso.

Circa 20 anni dopo,nuovamente a Genova ci fu il g8,e lo storico Tom Behan individua una continuita' fra gli Arditi del Popolo ed i gruppi anti globalizzazione, anche se il momento storico è diverso ed ai manifestanti mancavano ovviamente armi ed un'organizzazione paramilitare di protezione dei cortei di buona caratura(come le attuali inchieste stan dimostrando). da comune di Bologna,Behan,Arditi del popolo

«Difficile dire, conclude Behan, “se una maggiore unità tra gli Arditi del Popolo e la sinistra avrebbe potuto fermare il fascismo” (p. 109). Ma questo non avvenne soprattutto per il settarismo del Pcd’I e per le divisioni del Psi. Behan fa un esplicito paragone tra la situazione di allora e quella di oggi del movimento no-global, sostenendo che oggi come allora è importante partecipare ai movimenti di massa da parte di quei militanti che pure li criticano per l’indeterminatezza delle proposte o per il riformismo, perché è il solo modo di costruire una alternativa anticapitalista.»

In ambito locale la stessa analisi la fa Giordano Bruschi,Giordano Bruschi, organizzatore scioperi del '44 Genova, da Federazione Italiana Associazioni Partigiane.htme esplicita il parallelismo fra il 30 giugno di Genova ed i fatti del g8.

«.....accanto alla importanza della saldatura fra due generazioni,come dicevo all'inizio,che accomuna momenti cruciali della storia del nostro paese come la Resistenza , il giugno '60,il '68 e l'odierna azione no-global»

da "30 Giugno 1960,la rivolta di Genova nelle parole di chi c'era",di A.Benna e L.Compagino con prefazione di Pino Cacucci. da infoPRC

«Era il pomeriggio del 7 luglio 1960, quando 350 uomini della Celere armati di pistola e mitra caricarono 300 operai delle officine di Reggio Emilia in sciopero, armati di maniche di camicia e nient'altro. È un massacro, Afro Tondelli muore schiacchiato da una jeep, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Lauro Ferioli e Marino Serri cadono a terra sotto colpi d'arma da fuoco. È di loro che parla la più struggente canzone del repertorio operaio italiano, "Morti di Reggio Emilia"..... Il presidente del consiglio era Ferdinando Tambroni,così riferì al Parlamento dopo i fatti di Reggio: "circondati dai dimostranti che tiravano sassi, gli agenti furono costretti a sparare per legittima difesa"»

La canzone

un libro che parla del periodo e' dello storico inglese Philip Cooke[35][36]

"Luglio 1960, Tambroni e la repressione fallita"
Bibliografia sulle giornate di Genova
  • Anton Gaetano Parodi "Le giornate di Genova",Editori Riuniti 1960
  • Francesco Gandolfi " A Genova non si passa",la prefazione e' di Sandro Pertini,edizioni Avanti!
  • Movimento 30 Giugno "Il 30 Giugno a Genova"
  • Philip Cooke"Luglio 1960:Tambroni e la represione fallita" Teti Editore 2000
  • Paride Battini,"L'occasionale storia di un porto e della sua gente",editore Marietti
  • Paolo Arvati,ParideRugafiori,"Storia della camera del lavoro di Genova dalla Resistenza al Giugno 1960
  • "Rinascita",1960 pag 619_688
Bibliografia su Portella della Ginestra
  • Giuseppe Casarrubea"Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra",

Bompiani editore

  • Giuseppe Casarrubea "Tango Connection.L'oro nazifascista, l'America Latina e la guerra al comunismo in Italia. 1943-1947 ",

Bompiani editore

  • Giuseppe Casarrubea "Salvatore Giuliano. Morte di un capobanda e dei suoi luogotenenti",

Franco Angeli editore

  • Giuseppe Casarrubea"Fra' Diavolo e il governo nero. «Doppio Stato» e stragi nella Sicilia del dopoguerra",

Franco Angeli editore

  • Giuseppe Casarrubea "Portella della Ginestra .Microstoria di una strage di Stato",Franco Angeli editore

[37] Giuseppe Casarubbea,uno dei massimi storici della Sicilia contemporanea, e' figlio di una delle vittime della strage di Partinico][38]

un articolo di Rossana Rossanda che tratta del periodo sintesi di Rossana Rossanda

manifestazione commemorativa comune di Reggio Emilia

da C.G.I.L. Firenze

«Cominciarono i caroselli degli automezzi della polizia. Ricordo un'autobotte della polizia che in piazza cercava di disperdere la folla con gli idranti", ricorda un testimone, l'allora maestro elementare Antonio Zambonelli. Anche i carabinieri, al comando del tenente colonnello Giudici, partecipano alla carica. Incalzati dalle camionette, dalle bombe a gas, dai getti d'acqua e dai fumogeni, i manifestanti cercano rifugio nel vicino isolato San Rocco, "dove c'era un cantiere, ricorda un protagonista dei fatti, Giuliano Rovacchi. Entrammo e raccogliemmo di tutto, assi di legno, sassi»

«In quel punto verrà trovato il corpo di Afro Tondelli (1924), operaio di 35 anni. Si trova isolato al centro di piazza della Libertà. L'agente di PS Orlando Celani estrae la pistola, s'inginocchia, prende la mira in accurata posizione di tiro e spara a colpo sicuro su un bersaglio fermo. Prima di spirare Afro Tondelli dice: "Mi hanno voluto ammazzare, mi sparavano addosso come alla caccia". Partigiano della 76a Sap (nome di battaglia "Bobi"), è il quinto di otto fratelli, in una famiglia contadina di Gavasseto. Sposato, è segretario locale dell'Anpi»

Non trascurabili ,anche se non di rilevanza dei fatti precedenti citati,nel periodo sono gli scontri fra paracadusti e popolazione di Livorno.

«Nel 1960, pochi mesi dopo i fatti di Genova e la caduta del governo Tambroni, Livorno è teatro di scontri violentissimi fra parà e giovani locali. Dopo un pomeriggio di scazzottate i parà organizzano una specie di spedizione punitiva sfilando per le vie del centro cantando inni fascisti e provocando la dura reazione della popolazione. La celere interviene in loro difesa, le famigerate camionette caricano, lacrimogeni vengono sparati ad altezza d'uomo. Al termine degli scontri un centinaio di livornesi finiscono in carcere. Per anni la frattura rimane insanabile. Nel 1967 la "Folgore" adotta in segno di riconciliazione con la città il basco amaranto, il colore simbolo di Livorno, ma una riconciliazione avverrà, ma mai completamente, solo negli anni '80»

da da ecn.org

e' da notare che lo storico Renzo del Carria,nel 5° volume di Proletari senza rivoluzione,invece indica gli scontri ,quantomeno come inizio ed apice insurrezionale,antecedenti ai fatti genovesi,e pone il culmine con la citta' in mano agli insorti il 21 aprile ,quindi prima dell'insurrezione genovese.

Approfondimento[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia specifica sui tentativi d'accordo fra Stalin e potenze occideltali prima del Patto Molotov-Ribbentrop


R. A. Medved'ed "Lo stalinismo" estratto su A. Desideri "Secondo millennio" 3, capitolo 13 2ndo paragrafo parte storiografia.

M. Geller e A. Nekric "Storia dell'URSS", capitolo VII 2° paragrafo

K.O. Morgan (a cura) "Storia dell'Inghilterra", capitolo X (di K.O. Morgan) paragrafo "Gli anni trenta"

«"Mai morti", di Renato Sarti, recitato da Bebo Storti, porta in scena gli orrori dei delitti della Decima Mas negli anni della repubblica di Salò, ricordando i nomi e il martirio di alcune delle vittime. La narrazione si spinge poi al dopoguerra, ricordando i legami che diversi esponenti della Decima Mas hanno conservato per decenni con gli ambienti dei servizi segreti deviati, entrando a vario titolo nelle inchieste su alcuni dei passaggi più oscuri e torbidi della vita della Repubblica»

cd liberamente scaricabile da mai morti intervista a Sarti

«Due partigiani fiorentini, delle Brigate Garibaldine che liberarono Firenze l'11 agosto del 1944, raccontano la loro formazione politica, i loro ideali, la lotta di liberazione e il dopoguerra. "Gianni" commissario politico di una brigata che lui stesso aveva contribuito a far nascere e sviluppare "Foco" allora giovanissimo combattente»

cd liberamente scaricabile da

Gianni e Foco

anarchici e Resistenza testimonianze e commenti dello storico

  • Nicola Tranfaglia [39];

ALLE ORIGINI DELLA REPUBBLICA l’Italia nei documenti dei Servizi Segreti Americani,LA DECIMA MAS E IL NEOFASCISMO

La persecuzione nazifascista dei testimoni di Geova a cura di Raffaella Franzosi

Bigliografia specifica riguardante i testimoni di Geova e il nazifascismo

S. Graffard e L.Tristan, I Bibelforscher e il nazismo (1933-1945). I dimenticati dalla Storia (Ed. Tirésias-M.Reynaud, Paris 1994)

M.Pierro, Fra Martirio e Resistenza. La persecuzione nazista e fascista dei Testimoni di Geova (Editrice Actac, Como ),il lavoro presenta un esauriente catalogo dei dati in materia raccolti presso il Centro di Documentazione sorto in Campania (Salita S. Giovanni 5, 84135 Salerno);

M.Pizzato, "I testimoni di Geova al Tribunale Speciale Il prezzo della libertà.Episodi di lotta antifascista," , Anppia,associazione nazionale perseguitati politici antifascisti, Roma, 1958, pp. 240-241
Bigliografia specifica riguardante il fascismo e gli omosessuali

Lorenzo Benadusi "Il nemico dell'uomo nuovo,l'omosessualità nell'esperimento totalitario fascista. Feltrinelli editore

Circolo Pink "Ragioni di un silenzio,la persecuzione degli omosessuali durante il nazismo e il fascismo" Verona, ombre corte editore

Gianfranco Goretti, Tommaso Giartosio " Città e l'isola,la Omosessualita' al confino nell'Italia fascista Roma, Donzelli editore

Jean Le Bitoux "Les oubliés de la mémoire" (Triangolo rosa la memoria rimossa delle persecuzioni omosessuali),San Cesario di Lecce, Manni editore

Nathan George ,ebreo,omosessuale

da I "diversi" e la Guerra di Spagna

Nathan George - ebreo, sergente dell’esercito inglese durante la Prima Guerra Mondiale, affiliato all’IRA e membro della Dublin Castle Murder Gang, responsabile di delitti eccellenti. In Spagna vestiva in modo impeccabile e guidava all’attacco i suoi uomini al grido "Adelante senoras!" agitando un bastoncino secondo la tradizione degli ufficiali inglesi. Comando' la prima compagnia del 12° battaglione "Marsellaise", quindi quest’unita'. Divenne Capo di Stato Maggiore della XV Brigata Internazionale, poi comandante dei battaglioni Lincoln, Washington e inglese. Ferito gravemente durante la battaglia di Brunete, ordino' ai suoi di cantare finche' spiro', fu sepolto sotto gli olivi non lontano dal Guadarrama.

da I "diversi" e la Guerra di Spagna Ebrei, negri e omosessuali nelle Brigate Internazionali di Pietro Ramella da ANPI, il lavoro presenta anche un brevissimo organigramma della composizione italiana delle Brigate Internazionali da cui si trae molto approssimativamente questa composizione percentuale: Anarchici 16,9; Comunisti 66,8; Giustizia e Liberta' 2; Repubblicani 2,8; Socialisti 11,5

IVeSReC,persecuzione omosessuali durante nazifascismo

«.....Compagni, fratelli, italiani, ascoltate. Un volontario italiano vi parla dalla Radio di Barcellona per portarvi il saluto delle migliaia di antifascisti italiani esuli che si battono nelle file dell'armata rivoluzionaria.....Accanto ai veterani dell'antifascismo lottano i Giovanissimi che hanno abbandonato l'universita', la fabbrica e perfino la caserma. Hanno disertato la Guerra borghese per partecipare alla guerra rivoluzionaria..... Ascoltate, italiani. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio di Barcellona. Un secolo fa, l'Italia schiava taceva e fremeva sotto il tallone dell'Austria,del Borbone, dei Savoia,dei preti.....»

  • documenti

universita' Bologna Documenti della formazione partigiana Silvio Corbari

documentazione sulla controversa figura dell'agente dell'OSS Max Corvo

La campagna d’Italia dell'OSS e di Max Corvo un documento sull'azione di agenti dei servizi segreti stranieri in Italia da ANPI

scheda inerente a Max Corvo

una discussione sulla figura di Max Corvo con ricchissima documentazione

Interventi in aula su Gladio (sedute dell’11 gennaio 1991 e 23 maggio 1991. In Stenografici sedute parlamentari X Legislatura) di Luigi Cipriani,in cuisi ipotizza la partecipazione di Max Corvo ai piani didestabilzzazione del dopoguerra

IL DOPOGUERRA SEGRETO inerente senpre alla controversa figura di Max Corvo.

«Nel 1952 il generale Giovanni De Lorenzo, appena nominato capo del Sifar, sottoscrive un accordo con gli americani (il famoso piano "Demagnetize", del quale si è parlato in precedenza). La documentazione statunitense, sottoscritta, dice addirittura che non si sarebbero dovuti informare i rispettivi governi francese ed italiano, i quali avrebbero avuto certamente da ridire per la presenza e la costituzione di strutture armate clandestine nei vari paesi; non era quindi necessario informare le rappresentanze politiche.»

dal sito carabinieri

sulla questione sull'invasione della Cecoslovacchia del 1938 dal sito dei carabinieri


Un anno dopo, complici le spettacolari parate e manovre militari organizzate dai tedeschi per il duce, Roma aderisce al patto anti-Komintern che la vede unita insieme a Berlino e Tokio nella lotta globale al comunismo.

Seguendo la classica tecnica del carciofo, il capo nazista piazza un altro colpo nella vulnerabile Cecoslovacchia....aveva anche una forte minoranza tedesca nei Sudeti.

La Francia era teoricamente impegnata dal trattato di Locarno i difendere la Cecoslovacchia, che era l'unica democrazia funzionante in tutta la Mitteleuropa, anche perché nei Sudeti si trovava l'importante risorsa strategica delle celebri acciaierie Skoda.

In pratica, l'Europa ebbe modo di assistere a una resa vergognosa mediata da una teatrale conferenza a quattro (HitIer, Mussolini, Daladier e Chamberlain), convocata dal dittatore fascista a Monaco (settembre 1938). La Cecoslovacchia, come già prima l'Etiopia, viene letteralmente offerta in pasto.

conferenza di Monaco

«16 settembre Consultazione del Governo Britannico. Resoconto presentato da Lord Runciman in cui si delinea l'orientamento al sacrificio della Cecoslovacchia in favore delle richieste di Hitler. La stampa polacca chiede la restituzione di Teschen.»


Nel mese di maggio trapelò la notizia, poi smentita, di un probabile attacco tedesco alla Cecoslovacchia. Francia, Unione Sovietica e Gran Bretagna minacciarono di rispondere all'attacco. In un contesto di crescente tensione militare, il 15 settembre Hitler aveva presentato le sue proposte al governo di Praga, da questi rifiutate perché considerate un ultimatum.

Un ulteriore escluso dalla conferenza fu Stalin. Né i francesi né gli inglesi o altri ritennero necessario invitarlo. Le conseguenze di questa "dimenticanza" furono negative: Stalin in seguito rimase assai scettico nei confronti degli alleati democratici, pensando che la loro intenzione fosse quella di scagliare le forze di Hitler contro il mondo del comunismo. Questo fatto avvelenò l'atmosfera politica e pregiudicò il coordinamento degli alleati nel confronto contro i tedeschi. Stalin non esitò più a trattare con Hitler per la spartizione della Polonia dei sovietici con i tedeschi. Hitler, dal canto suo, cominciò a illudersi che dopo le due facili annessioni di Austria e Cecoslovacchia, anche l’occupazione della Polonia non avrebbe comportato interventi militari da parte di Francia e Gran Bretagna. Come se ciò non bastasse, la conferenza ebbe indirettamente un altro effetto indesiderato: l'atteggiamento tollerante di inglesi e francesi incoraggiò enormemente l'aggressività degli stati amici della Germania: mentre l'Ungheria ingoiava la parte ucraina della Cecoslovacchia, l'Italia si sentì abbastanza sicura da aggredire l'Albania.

Bibliografia su fascismo e post fascismo

  • Nicola Tranfaglia Fascismi e modernizzazione in Europa
  • Nicola Tranfaglia Un passato scomodo. Fascismo e postfascismo

da Carnia Libera

bibliografia Resistenza Carnia e Friuli


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  • Preghiera (documentario-inchiesta di un regista russo, patrocinato in Friuli dalla Camera di Commercio di Udine, dalla CRUP e da Telefriuli: l'occupazione della Carnia dal punto di vista cosacco)
  • Il Processo di Porzûs, Testo della sentenza del 30.5.1954 della Corte d'Assise d'Appello, La Nuova Base, 1997
  • Raoul Pupo, Un panorama interpretativo, Quaderni del Centro studi "Ezio Vanoni", n. 20-21, apr.-set. 1990: interamente dedicato alle foibe, contiene, tra l'altro: R. Spazzali, Le foibe istriane: sinestesia di una tragedia; G. Fogar, Problemi di quantificazione; D. de Castro, Proposte per una commissione d'indagine sulle foibe e sulle fosse comuni
  • Marco Puppini, In Spagna per la libertà, Ist. Friulano Storia del Movimento di Liberazione, 1986

Quaderni della Resistenza, nn. 8, 10, 11, Comitato Regionale F.V.G. ANPI

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  • Franco Razzi, Lager e Foibe in Slovenia 1945, Lanterna, 1997
  • Guido Rumici, Fratelli d'Istria, 1945-2000, Mursia, 2001
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  • Teodoro Sala, La crisi finale nel litorale adriatico. 1944-1945, Del Bianco, 1962
  • Fulvio Salimbeni (cur.), Istria. Storia di una regione di frontiera, Morcelliana, 1994
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  • Hans Schneider-Bosgard, Bandenkampf. Resistenza e controguerriglia al Confine Orientale, Libr. Ed. Goriziana, 2003
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Francesco Semi, Istria e Dalmazia. Uomini e tempi. Istria e Fiume, Del Bianco, 1991

  • Carlo Sgorlon, L'armata dei fiumi perduti, Mondadori, 1993
  • Carlo Sgorlon, La Foiba Granda, Mondadori, 1994
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  • Roberto Spazzali, Foibe: un dibattito ancora aperto. Tesi politica e storiografica giuliana, Lega Nazionale, 1990
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  • Bruno Steffé, La lotta antifascista nel Basso Friuli e nell'Isontino, Vangelista, 1975
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  • Dino Virgili, La fossa di Palmanova, Del Bianco, 1970
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  • Francesco Vuga, La zona libera di Carnia e l'occupazione cosacca, Del Bianco, 1961
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  • Francesco Zossi, Avasinis, Comune di Trasaghis, 2003

NOMINATIVI SOTTOPOSTI ALLA COMMISSIONE D'INCHIESTA PER I PRESUNTI CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI fra i quali compare ripetutamente Mario Roatta, fra i mandanti dell'omicidio Rosselli,tale documento,con diversi generali presi in considerazione compare anche in sito camera deputati

Filmografia su Antifascismo e Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Filmografia_su_Antifascismo_e_Resistenza.

Elenco non esaustivo di films sul tema Antifascismo-Resistenza di autori italiani e stranieri

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ alcuni libri di Ivan Fuschini
  2. ^ monumento
  3. ^

    «Quando nella primavera del 1945 l'insurrezione dilaga in tutto il Nord Italia, gli anarchici, già protagonisti nei primi anni Venti della resistenza popolare a uno squadrismo che sta per farsi regime, poi del confino, dell'esilio e della rivoluzione spagnola, sono ancora una volta armi in pugno contro il fascismo. Dopo l'8 settembre 1943 in tutto il centro-nord si costituiscono le prime bande, poi diventate formazioni autonome in alcune aree o parte integrante delle organizzazioni partigiane costituite dalle varie forze antifasciste

    Gli anarchici nella Resistenza a cura della Fondazione Anna Kuliscioff (Milano) in collaborazione con ilCentro Studi Libertari/Archivio Giuseppe Pinelli (Mi)»

    tale situazinone viene commentata dallo storico e da testimonianze di comandanti partigiani, nel CD liberamente scaricabile all'indirizzo *gli anarchici e la Resistenza.

  4. ^ [1] Rosselli e l'Aventino

    «Il giorno che il filo sarà tagliato, l'opposizione - quella opposizione - sarà liquidata. Essa sconterà così per anni il passivismo mostrato durante la marcia su Roma. Abbiamo preso molto in giro Mussolini perché, mentre i fascisti marciavano allegramente su Roma, se ne stava a Milano. Ma che cosa stavano a fare i deputati della sinistra a Roma? Tra il girare nei corridori attendendo il decreto di stato d'assedio e l'andare nel paese a organizzare la resistenza, era meglio andare nel paese. E a Roma, oltre Montecitorio, c'era San Lorenzo, dove il popolo si batteva; ma nessuno o quasi se ne ricordò in quei giorni»

    .....

    «Essi, che concepivano la rivoluzione sotto la forma di dimissioni di due ministri militari, giudicarono quel discorso l'ultimo disperato tentativo di salvataggio di un uomo ormai liquidato di cui non valeva la pena di occuparsi. E attesero i decreti di villa Ada. Ve ne sono che attendono ancora. Fu questo il miracolismo dell'Aventino»

    ... (quaderni di Giustizia e Libertà, 8 giugno 1934), San Lorenzo è stato epicentro come altri quartieri romani,Testaccio ad esempio, di epiche lotte contro gli squadristi fascisti da VivisanLorenzo
  5. ^

    «La "piovra" che ha avviluppato Silone avvolse nei suoi tentacoli, come vittima, un personaggio illustre: Gabriele D'Annunzio. Il Duce non si fidava del Vate, anzi lo vedeva come un possibile antagonista, "fascista per convenienza, antifascista (o, meglio, a-fascista) per implicita convinzione", al punto di dire di lui: "D'Annunzio è il dente cariato d'Italia: o strapparlo o ricoprirlo d'oro".»

    da recensione su D'Annunzio e la piovra fascista di Roberto Festorazzi,È così che il poeta divenne "l'uomo più controllato d'Italia", come scrive nelle sue memorie il Federale di Brescia, Giovanni Comini,
  6. ^ Elenco riportato dal segretario generale della camera Grisolia:la Costituzione della Repubblica nei lavori preparativi dell'assemblea costituente,Roma 1970,Vol I-VIII
  7. ^

    «.....Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato Luigi Galleani, che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi.....»

    intervista rilasciata a Cesare Birmani storico e studioso antifascismo
  8. ^ anarchici e Resistenza testimonianze su Cd commentate da storico
  9. ^ breve sintesi scritta su anarchici e Resistenza
  10. ^ saggio di Guido Barroero sull'apporto degli anarchici nella Resistenza a Genova
  11. ^

    «La parte del lavoro di Franzinelli che merita più attenzione, e che costituisce insieme la parte più sconsolante, è costituita dall’ultimo capitolo in cui viene analizzato, con dovizia di dati, il modo in cui dal 1944 in poi l’incapacità del ceto politico postresistenziale e la volontà della magistratura fanno sì che gli assassini dei fratelli Rosselli restino impuniti. E’ una pagine tragica, che forse spiega tante cose su avvenimenti più recenti, da Piazza Fontana a Piazza Loggia..., e mostra il perverso intreccio fra un maldestro uso politico della giustizia e un colpevole uso conservatore, per non dir peggio, della magistratura»

    «I fatti sono relativamente semplici: Mario Berlinguer, il padre del leader del PCI Enrico, nel 1944 avvia un procedimento di epurazione contro una serie di presunti criminali fascisti; fra essi troviamo Mario Roatta,(fra i mandanti dell'omicidio Rosselli fuori citazione ) generale massacratore di sloveni nel 1943, Francesco Jacomoni, responsabile della politica fascista in Albania e presunto attentatore alla vita dell’ex re Zogu, e i responsabili del caso Rosselli. Si tratta evidentemente di un processo insieme semplice e difficile, semplice se si volesse una soluzione esemplare, difficile se si è in Italia. Così, per esempio, il generale Roatta, pur sotto stretta custodia, riesce nel marzo del 1945 a fuggire in Spagna. Successivamente, grazie anche alla amnistia Togliatti, tutto si risolve in una bolla di sapone. Vengono comminate alcune condanne lievi che poi sono di volta in volta diminuite fino a che, nel 1949, l’ultima sentenza ha il coraggio di parlare ancora di “torbido mondo del fuoriuscitismo internazionale...” come uno dei possibili scenari del delitto.»

    da recensione di Mimmo Franzinelli, "Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un delitto politico " biografia dell'autore Mondadori,
  12. ^ da ANPI, sintesi di Mario Avagliano
  13. ^ [ http://www.romacivica.net/anpiroma/Resistenza/resistenzaeuro9.htm da ANPI]
  14. ^ un episodio della Resistenza danese
  15. ^ rivolta ghetto Vilnius
  16. ^ approndimento da ANPI [2]
  17. ^ da ANPI
  18. ^ Nello stesso anno 5.000 tedeschi accorsero in Spagna in difesa della Repubblica contro il colpo di stato del generale Franco: il battaglione Thaelmann ed il battaglione Andrè ( un belga iscritto al partito comunista tedesco e condannato a morte da un tribunale nazista ) si coprirono di gloria. Più di duemila tedeschi morirono combattendo per la libertà della Spagna.da ANPI
  19. ^ da alleanza cattolica
  20. ^ storia novecento
  21. ^ nel particolare con riferimento ad Winston Churchill: da da Carteggio segreto Mussolini Churchill di Fabio Andriola direaatore di Storia in rete presente anche e riportato come tema di una trasmissione su RAI 2

    «Il libro era atteso. Si tratta infatti di una riedizione completamente rivista, ampliata, arricchita di nuovi documenti e perfezionata, di un successo decennale di Andriola, quel Carteggio segreto pubblicato nel 1996 da Piemme che per primo ricostruì l’allora misterioso (e ora non più) scambio di lettere tra i capi delle due nazioni europee in guerra. Tra Churchill e Mussolini non esisteva certo l’odio che esisteva tra Churchill e Hitler. Mentre tra costoro non esisteva alcuna possibilità d’intesa, tra il premier britannico e il capo del Fascismo c’erano stati, in passato, stima e amicizia, e addirittura rapporti di lavoro, essendo stato Churchill per lungo tempo collaboratore ben pagato del giornale del Duce Il Popolo d’Italia.»

    «Adesso la luce c’è. è questo libro a fornircela. Esso conclude una parabola iniziata nel 1995, allorché alcune frasi di Renzo De Felice, il più noto e autorevole storico italiano del fascismo, contenute in libro-intervista (disse, in sostanza, di credere che il Duce fosse stato ucciso dagli inglesi e non dai partigiani comunisti), capovolsero una volgata storica durata mezzo secolo.Renzo De Felice diede per scontata l’esistenza del carteggio tra i due statisti (un carteggio niente affatto interrottosi allo scoppiare della guerra ma durato anche negli anni seguenti) e fu molto significativo che un simile giudizio giungesse da un autorevole esponente del mondo accademico dopo decenni d’inchieste giornalistiche, memoriali, testimonianze, documenti a senso unico.»

  22. ^ militante anarchico fu prima fra i menbri della banda Bonnot,combatte' contro i fascisti nella [guerra di Spagna],mambor del Solidarité Internationale Antifasciste,subira' arresto dalla Gestapo ma sopravvivera' da Ephéméride Anarchiste Pino Cacucci ha scritto un libro sulla banda Bonnot la banda Bonnot
  23. ^

    «Intellettuale fine e profondo, fu però anche uomo d’azione: negli anni venti, vicino agli spartachisti, partecipò ai moti di Berlino e poi, durante la guerra civile di Spagna, si unì ai combattenti della colonna Durruti. Tornato in una Parigi occupata, perseguitato da ufficiali di Vichy, tentò di trovare rifugio nei Bassi Pirenei. Preferì uccidersi il 26 giugno del 1940.»

    da carl Einstein
  24. ^ da storia e memoria in rete

    «.....Dagli anni Trenta fino ad oggi, ciascun evento narrato è la causa del successivo, a partire dall’assassinio di Wilhelm Gustloff, funzionario nazista emergente, compiuto da David Frankfurter, un ennesimo David ebreo che vuole riscattare le sorti del suo popolo combattendo un [Golia] sempre più pericoloso. Gustloff viene, così, martirizzato e, poco dopo, viene battezzata con il suo nome una nuova nave da crociera varata nel 1937 grazie all’organizzazione nazista Forza attraverso la gioia (Kraft durch Freude): la Wilhelm Gustloff dovrà offrire ai lavoratori del Terzo Reich splendide crociere di cinque giorni a prezzi modici. Il 30 gennaio 1935 la Wilhelm Gustloff,»

  25. ^ vediOperazione Anthropoid
  26. ^

    «Tra i primi intellettuali ebrei costretti a fuggire negli Stati Uniti all'avvento del Nazismo, Kurt Goldstein (1878-1965) aveva tratto dalla sua esperienza clinica con i feriti della prima guerra mondiale una concezione complessa e originale del danno celebrale e dei disturbi neurologici, estendendone le potenzialità euristiche fino a delineare un approccio generale alla salute e alla malattia. Il contributo di Goldstein si colloca al punto di inserzione fra diverse prospettive teoriche in neurologia e in psicologia ed ha ispirato numerosi indirizzi psicoterapeutici anche eterogenei, di orientamento umanistico ed esistenziale, la Gestalt-therapy,»

    da concetto-salutelibreriauniversitaria
  27. ^

    «inoltre c'è il fenomeno dei cosiddetti "Burschenschafter", associazioni studentesche goliardiche, estremamente nazionaliste tedesche che svolgono indisturbatamente le loro attività sul campo universitario. Gran parte della direzione della FPÖ, concluso Haider stesso, sono membri di queste associazioni. Nel 1965 fu ucciso durante una manifestazione contro un professore dell'estrema destra Ernst Kirchweger, il suo assassino: proprio un "Burschenschafter". Kirchweger quindi è la prima vittima dell'estremismo di destra austriaco della Seconda Repubblica.»

    da nazionalismo destra austria
  28. ^ membro della CNT, combattente antifascista nella Guerra di Spagna, da Wikipedia Spagna.libro dedicato al militante anarchico
  29. ^

    «lo scultore Silke Wagner ha dedicato a Paul Wulf, di una famiglia operaia di Münster, perseguitato dai nazisti, sterilizzato perché dichiarato mentalmente instabile proprio nel giorno dell'annessione dell'Austria, autore di una lunga battaglia politica e giuridica dopo la fine della seconda guerra mondiale da recensione»

  30. ^ un caso particolare sia per l'arco di storia che attraversa,sia per la complessita' di intrecci fra reazione e rivoluzione di cui e' caso tipico,sia per sue caratteristiche personali
  31. ^ discorso di Mussolini del 26 maggio 1927; MUSSOLINI Benito - Discorso dell'Ascensione. Il regime fascista per la grandezza d'Italia pronunciato il 26 maggio 1927 alla Camera dei Deputati. Roma, Libreria del Littorio, 1927.

    «(La Polizia) Veniamo alla Polizia. Fortunatamente, gli Italiani stanno liberandosi dei residui lasciati nei loro spiriti dai ricordi delle dominazioni straniere: asburgiche, borboniche, del granducato, per cui la Polizia rappresentava una funzione odiosa, abominevole, da evitare. Signori! è tempo di dire che la Polizia va, non soltanto rispettata, ma onorata. Signori: è tempo di dire che l'uomo, prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell'ordine. In un certo senso si può dire che il poliziotto ha preceduto, nella storia, il professore, perché se non c'è un braccio armato di salutari manette, le leggi restano lettera morta e vile. Naturalmente ci vuole il coraggio fascista per parlare in questi termini. L'onorevole Luigi Federzoni ha lasciato una legge di Pubblica Sicurezza. Abbiamo in Italia 60.000 carabinieri, 15.000 agenti di polizia, 5.000 metropolitani, 10.000 appartenenti alle Milizie, diremo così, tecniche: la Milizia Ferroviaria, la Portuale, la Postelegrafonica, la Stradale; tutte Milizie e Polizie che compiono un servizio regolare, perfetto ed utile. Poi abbiamo la Milizia Confinaria e finalmente la Milizia Forestale. Io calcolo che il regime ha un complesso di 100.000 uomini come forza di Polizia. È un numero imponente. Bisogna epurare la Polizia, specie quella in borghese. Io non ho voluto aumentare il numero delle divise, non ho voluto cioè che i 15.000 agenti in borghese avessero la divisa. Ma quando la polizia è in borghese e non controllabile attraverso l'uniforme, deve essere scelta, cioè deve essere composta di cittadini irreprensibili, zelanti e silenziosi. Tutti coloro che non hanno questi attributi, io li mando a spasso senza pietà. Così, in questi mesi, ho allontanato sette questori, quattro vice-questori, venti commissari, sei commissari aggiunti, cinque vice-commissari, ed ho fatto una rapida pulizia, ho dato un colpo di «ramazza» in quella Questura di Milano che non mi è mai piaciuta. Sono in corso altri 52 collocamenti a riposo di funzionari e di 37 impiegati del gruppo C. Ma questo è il principio dell'epurazione. Dovrà essere continuata. Poi bisogna dare i mezzi alla Polizia. La delinquenza moderna è avanzatissima, come progresso! Conosce la chimica, la fisica, la balistica, adopera tutti i mezzi più veloci. La Polizia italiana aveva ancora le vecchie automobili, che col rumore della loro incomposta ferraglia si annunziavano di lontano al delinquente, che faceva in tempo a fuggire. Abbiamo portato le autovetture della Questura da 161 a 611. Tutti i comandi di legione dei carabinieri hanno un'automobile. Altrettanto dicasi di tutti i comandi di legione della Milizia volontaria. La polizia dispone oggi, quindi, di 774 autovetture, di 290 camions, di 198 motocicli, di 48 natanti e motoscafi, e di 12.000 biciclette.»

    (fra questi c'erano anche *Guido Jurgens,capitano dei carabinieri *Federico Fusco ,il prefetto di Parma.*Vincenzo Trani,ispettore generale di pubblica sicurezza, a cui fu dedicato un film film su Trani oltre che il libro "un poliziotto per bene "di Luigi Faccini

  32. ^ [3]
  33. ^ ,mentre dal seguente elenco di partigiani compare in modo inequivocabile cosa fosse nel periodo la casa dello studente di Genova[4],la cui presenza a Genova citta' Medaglia d'oro della Resistenza contribui' ad innescare la rivolta del 30 Giugno 1960 da ANPI, riconosciuta orami come rivolta antifascista per preservare la democrazia . da istituto storico Resistenza

    «Il prefetto fascista di Genova, Basile, attuò la deportazione in massa degli operai liguri dopo i grandi scioperi che schierarono la classe operaia quasi senza defezioni dalla parte del movimento di liberazione. La presenza di formazioni partigiane alle spalle dello schieramento tedesco, sui monti dell'Appennino e le Alpi Marittime appena fuori, ma anche dentro le città, rese difficile ai tedeschi la difesa sia dal mare che dalla terra e li fece vivere come in stato di assedio. Nelle prime ore del 9 settembre '43, i nazisti occupano Savona. Prendono posizione nei punti strategici della città e della provincia. Squadre di cittadini si mobilitano per raccogliere armi e munizioni abbandonate dai militari italiani. Un giovane savonese, Mannorino Mannari, lancia una bomba, in Piazza Giulio II, contro un'auto tedesca; viene arrestato. Il suo corpo crivellato sarà rinvenuto nei pressi di Cadibona.»

    ,si ricorda ancora che durante i moti studenteschi del 1970 gli studenti di ingegneria di Genova,(in gran parte legati a Lotta Comunista ed in seguito protetti da comandanti partigiani che se ne assunsero responsabilita' legale),sfondarono a picconate i muri,considerati zona militare,per portare in vista le celle dove operavano i torturatori,adesso la Casa dello studente di Genova e' sede di museo Resistenza intitolato ad operaio antifascista tedesco ed e' meta di visita di scolaresche nlle ricorrenze che ricordano la Resistenza

    foto manifestazione antifscista del 30 giugno a Genova con autorita',capi partigiani e successivi scontri con i reparti celeri della polizia

  34. ^ a b 30 GIUGNO 1960,la rivolta di Genova nelle parole di chi c'era,di A.Benna ed L.Compagnino con prefazione di Pino Cacucci,sintesi avvenimenti da ANPI Marassi Genova presenza di Ferruccio Parri a manifestazione antifascista
  35. ^

    «Philip Cooke è professore di Sviluppo Regionale all’Università di Cardiff e Direttore del Centre for Advanced Studies di tale università. Il suo principale interesse di ricerca riguarda i sistemi locali di innovazione e l’economia della conoscenza. E’ membro del centro di ricerca CESAGen il primo centro del Regno Unito per la ricerca economica ed etica sul genoma. E’ autore di numerosi libri e di centinaia di articoli su vari aspetti dello sviluppo locale e regionale. E’ direttore responsabile della rivista European Planning Studies. Di recente ha pubblicato i seguenti volumi: Kowledge Economics (Routledge 2000), Regional Innovation Systems, (Routledge 2003), Regional Economies as Knowledge Laboratories (Elgar 2004) da Universita' Firenze»

  36. ^

    «La Resistenza contibua:un movimento sociale degli anni settanta Philip Cooke Dal nr.4/04 di IL PONTE(aprile 2004) ,un'accurata analisi su un movimento anni '70 da lavoro politico»

  37. ^ libri di Casarrubea
  38. ^ da non solo portella

    «Il 27 giugno 2002, presso il palazzo dei Carmelitani di Partinico, in occasione del 55° anniversario degli assalti contro le sedi di sinistra e le Camere del Lavoro di diversi comuni della provincia di Palermo, si è tenuto un incontro sul tema "La nostra memoria per il nostro futuro", con la partecipazione del Segretario Nazionale della CGIL, Carlo Ghezzi, nonché dei dirigenti sindacali Giuseppe Romancini, Gerry Vergara, Pino Gagliano, Francesco Cantafia ed Enzo Campo. Alla manifestazione, organizzata dalla CGIL e dal SPI-CGIL di Palermo, nonché dalla Camera del Lavoro di Partinico, hanno presenziato i familiari delle vittime organizzati nell'Associazione "Non solo Portella" che da anni rivendica il diritto alla verità sulle stragi, ancora impunite, che nel 1947 colpirono il movimento dei lavoratori nella provincia di Palermo. A Portella della Ginestra, il 1 maggio di quell'anno si ebbero undici morti e trenta feriti; a Partinico, il successivo 22 giugno due morti e dieci feriti.»

  39. ^

    «Nicola Tranfaglia , nato a Napoli nell'ottobre 1938, e nel 1961 si, laureato in Giurisprudenza presso l'Universita'degli Studi di Napoli con una tesi in Storiadella Corte Costituzionale in Italia. .....È stato per tre anni ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino, poi assistente di Alessandro Galante Garrone e in seguito libero docente di Storia Contemporanea.....ordinario di Storia Contemporanea e dal 1996 Preside della Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' degli studi di Torino e membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Presidi di Lettere e Filosofia. È stato membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e del Comitato Nazionale di settore per gli Archivi. Ha fatto parte della commissione dei Quaranta Saggi sulla Scuola e del gruppo di lavoro Martinotti per la riforma universitaria......Editorialista de la Repubblica, collaboratore del settimanale L'Espresso, è condirettore della rivista Studi Storici e membro del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci. Ha svolto inoltre una lunga opera di organizzazione scientifica, culturale e editoriale in campo storico: ha diretto l'opera collettiva Il Mondo Contemporaneo, La Nuova Italia 1976-83; con Massimo Firpo ha diretto la Storia , Utet 1981; con Valerio Castronovo ha diretto La Storia della stampa italiana, Laterza 1976-95»

    estratto da [5]