Dolomiti: differenze tra le versioni
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Comunemente si indica la [[Marmolada]] come la cima più alta delle Dolomiti, con i suoi 3.343 m [[s.l.m.]], ma è da notare come questa formazione non sia affatto costituita da dolomia, bensì in prevalenza da calcari bianchi molto compatti derivati da scogliere coralline, con inserti di materiale vulcanico: quindi a rigore la Marmolada non farebbe parte del gruppo. |
Comunemente si indica la [[Marmolada]] come la cima più alta delle Dolomiti, con i suoi 3.343 m [[s.l.m.]], ma è da notare come questa formazione non sia affatto costituita da dolomia, bensì in prevalenza da calcari bianchi molto compatti derivati da scogliere coralline, con inserti di materiale vulcanico: quindi a rigore la Marmolada non farebbe parte del gruppo. |
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Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese [[Déodat de Dolomieu]] ([[1750]]-[[1801]]) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, battezzata in suo onore [[dolomia]], costituita principalmente dal minerale [[dolomite]] (''MgCa(CO<sub>3</sub>)<sub>2</sub>'') ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio. Questa composizione chimica delle rocce dà origine al fenomeno dell'[[enrosadira]]. |
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La prima denominazione geografica del termine "Dolomiti" comparve nel 1837 in una guida edita a [[Londra]], per descrivere una regione montuosa comprendente le valli di [[Val di Fassa|Fassa]], [[Val Gardena|Gardena]], [[Val Badia|Badia]], la [[val Pusteria]] nonché le Alpi veneziane. Nel 1864 fu pubblicato il volume ''The Dolomite Mountains'', resoconto di viaggio di due naturalisti inglesi, [[John Gilbert (naturalista)|John Gilbert]] e G.C.Churchill. Con questo volume il termine fu introdotto a livello europeo.<ref>''Dolomiti'', Touring Editore, 2014, pag. 37.</ref><ref>[http://www.repubblica.it/cultura/2014/02/16/news/la_scoperta_delle_dolomiti-78735025/ 1864: la scoperta delle Dolomiti - Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> |
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La denominazione ''Monti Pallidi'' si rifà ad una leggenda.<ref>[http://www.altoadige-suedtirol.it/arte_storia/leggende/alto_adige/monti_pallidi.php Leggende dell'Alto Adige - I Monti Pallidi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> |
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== Storia geologica == |
== Storia geologica == |
Versione delle 11:52, 12 dic 2015
Dolomiti | |
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Le Dolomiti nelle Alpi Orientali | |
Continente | Europa |
Stati | Italia |
Catena principale | Alpi |
Cima più elevata | Marmolada (3.343 m s.l.m.) |
Massicci principali | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo Dolomiti di Zoldo Dolomiti di Gardena e di Fassa Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino Dolomiti di Brenta |
Bene protetto dall'UNESCO | |
---|---|
Dolomiti | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Naturali |
Criterio | (vii) (viii) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2009 |
Scheda UNESCO | (EN) The Dolomites (FR) Scheda |
«Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?»
Le Dolomiti, anche dette Monti pallidi (in tedesco Dolomiten o Bleiche Berge, in ladino Dolomites), sono un insieme di gruppi montuosi delle Alpi Orientali italiane, comprese tra le province di Belluno (sul cui territorio è situata la maggior parte dei gruppi dolomitici), Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.
Il 26 giugno 2009 il Comitato Esecutivo della Convenzione sul patrimonio materiale dell'umanità dell'UNESCO, riunita a Siviglia, ha dichiarato le Dolomiti Patrimonio dell'Umanità.[1][2][3]
Terminologia
Quando si parla di Dolomiti ci si può riferire principalmente a due accezioni del significato:
- quell'insieme di gruppi montuosi, caratterizzati da una prevalente presenza di roccia dolomitica. Tali gruppi si trovano principalmente all'interno della sezione alpina definita come Dolomiti ma anche in altri gruppi appartenenti ad altre sezioni[4]. Per contro, alcuni gruppi montuosi inseriti nella sezione Dolomiti hanno poco o per nulla natura dolomitica[5].
- quella parte delle Alpi definita come sezione Dolomiti che ha limiti geografici ben precisi e continuità territoriale.
La presente voce tratta delle Dolomiti partendo dalla prima definizione. Per la trattazione delle Dolomiti riguardanti la seconda accezione si rimanda alla voce Dolomiti (sezione alpina).
Delimitazione
Normalmente con il termine Dolomiti è solito riferirsi all'insieme di gruppi montuosi, caratterizzati da una prevalente presenza di roccia dolomitica, convenzionalmente delimitati a nord dalla Rienza e dalla Val Pusteria, a ovest dall'Isarco e dall'Adige con la valle omonima, a sud dal fiume Brenta da cui si stacca la Catena del Lagorai al confine con la Val di Fiemme e a est dal Piave e dal Cadore.
L'esistenza delle Dolomiti d'Oltrepiave, situate a est del fiume Piave, nelle province di Belluno, Udine e Pordenone (e anche in parte dell'Austria, in bassa Carinzia, e nel Tirolo orientale le Dolomiti di Lienz), delle Dolomiti di Brenta, collocate nel Trentino occidentale, delle Piccole Dolomiti, fra Trentino e Veneto, e di affioramenti sparsi sulle Alpi (ad esempio la cima del Gran Zebrù nel gruppo Ortles-Cevedale) evidenzia la natura puramente convenzionale di questa delimitazione territoriale.
Le Dolomiti, intese nell'accezione più ristretta, vengono divise in due zone dal corso del torrente Cordevole (il quale scorre in provincia di Belluno ed è il principale affluente del Piave), in Dolomiti Orientali, ovvero ad est del Cordevole e Dolomiti Occidentali ad ovest del Cordevole.
L'area dolomitica si estende tra le province di Belluno, sul cui territorio è situata la maggior parte dei gruppi dolomitici, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.
Comunemente si indica la Marmolada come la cima più alta delle Dolomiti, con i suoi 3.343 m s.l.m., ma è da notare come questa formazione non sia affatto costituita da dolomia, bensì in prevalenza da calcari bianchi molto compatti derivati da scogliere coralline, con inserti di materiale vulcanico: quindi a rigore la Marmolada non farebbe parte del gruppo.
Origine del nome
Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, battezzata in suo onore dolomia, costituita principalmente dal minerale dolomite (MgCa(CO3)2) ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio. Questa composizione chimica delle rocce dà origine al fenomeno dell'enrosadira.
La prima denominazione geografica del termine "Dolomiti" comparve nel 1837 in una guida edita a Londra, per descrivere una regione montuosa comprendente le valli di Fassa, Gardena, Badia, la val Pusteria nonché le Alpi veneziane. Nel 1864 fu pubblicato il volume The Dolomite Mountains, resoconto di viaggio di due naturalisti inglesi, John Gilbert e G.C.Churchill. Con questo volume il termine fu introdotto a livello europeo.[6][7]
La denominazione Monti Pallidi si rifà ad una leggenda.[8]
Storia geologica
La genesi di questo tipo di roccia carbonatica inizia attraverso accumuli di conchiglie, coralli e alghe calcaree e in ambiente marino e tropicale (simile all'attuale barriera corallina delle Bahamas, e dell'Australia orientale), i quali ebbero luogo nel Triassico, circa 250 milioni di anni fa, in zone con latitudine e longitudine molto diverse dall'attuale locazione delle Dolomiti, dove esistevano mari caldi e poco profondi. Sul fondo di questi mari si accumularono centinaia di metri di sedimento che, sotto il loro stesso peso e perdendo i fluidi interni, si trasformarono in roccia. Successivamente, lo scontro tra la placca europea e la placca africana (orogenesi alpina) fece emergere queste rocce innalzandole oltre 3000 m sopra il livello del mare.
Sintetizzando, la storia orogenetica dolomitica è la seguente:
- 270-235 milioni di anni fa rocce sedimentarie si accumulano in terra e in mare. Si formano atolli e barriere coralline, spesso sconvolti da eruzioni vulcaniche;
- 235-180 milioni di anni fa, calcari e dolomie si accumulano sul fondo di lagune piatte e costiere;
- 180-80 milioni di anni fa mari profondi permettono l'accumulo di calcari e marne in spessi strati,
- 20 milioni di anni fa nascono le montagne attraverso la deformazione degli antichi fondali. La placca africana si scontra con quella euroasiatica facendo sollevare le Dolomiti (ad esempio il Gruppo del Sella che si erge per quasi mille metri sul paesaggio circostante era un'unica grande barriera corallina).[9]
Un evidente ed assai interessante esempio di stratificazione geologica delle rocce è presente nel canyon del Bletterbach in Alto Adige.[10]
Sul Pelmetto in Cadore e ai Lavini di Marco presso Rovereto vi sono impronte fossili di dinosauro.[11]
Il paesaggio attuale è spigoloso e ricco di dislivelli. A determinare tale trasformazione sono stati i piegamenti e le rotture delle rocce lungo piani di scorrimento (faglie), ai cui movimenti corrispondono altrettanti terremoti; episodiche esplosioni vulcaniche e relativi depositi; erosioni differenziali legate agli agenti atmosferici e ai piani di debolezza insiti nelle rocce. Ne risulta una topografia molto articolata in strutture verticali (pale, guglie, torri, pinnacoli, denti, campanili) ed orizzontali (tetti, cornicioni, spalti, cenge, plateau). Si possono osservare le testimonianze di periodi a clima temperato, precedenti a quelli glaciali, ma soprattutto dominano le forme di erosione ed accumulo legate ai periodi glaciali, gobbe rocciose levigate e striate dal ghiaccio (rocce montonate), valli sospese, circhi glaciali, depositi di morene, tracce di antichi suoli gelati (permafrost), testimonianze delle pressioni esercitate dalle masse glaciali.[12]
L'innalzamento delle rocce dolomitiche è tuttora in corso. Oggi le Dolomiti mostrano il biancore dei carbonati di scogliera corallina, l'acutezza di rocce coinvolte in orogenesi recenti, le incisioni di potenti agenti esogeni (ghiacciai, vento, pioggia, freddo-caldo). Frequenti sono i macereti (depositi detritici), mentre ghiacciai e nevai sono presenti anche se non di grande estensione (il più esteso è quello della Marmolada. Importante anche quello di Fradusta nelle Pale di San Martino).
Fenomeni di erosione sono alla base di particolari formazioni geologiche, le Piramidi di terra in Alto Adige e a Segonzano in Trentino.
Nel futuro geologico, le Dolomiti continueranno a crescere inglobando nuovi settori di rocce sospinte dallo scontro tra le placche europea e africana (analogamente a quanto succede per la catena himalayana); la scomparsa di questa spinta determinerà il prevalere degli agenti esogeni tendenti ad appianare e addolcire il paesaggio montano (come è successo negli Urali).
Vegetazione
Fino a 1800 m (versanti nord) o 2.200 m (versanti soleggiati) la vegetazione è formata principalmente da boschi di conifere (abete rosso, abete bianco e pino silvestre, larice), mentre nelle alte quote da boschi di larice, cirmolo e cespuglietti di mughi. Il “pino mugo” legnoso, resistente a tutte le bufere, trattiene le nevi, protegge dalle valanghe, e fornisce una sostanza medicamentosa detta “olio di mugo”. Un altro nome del pino mugo è barancio (nelle Dolomiti di Sesto si trovano i gruppi dolomitici della rocca dei Baranci e della Croda dei Baranci)[13]. Nelle Dolomiti è presente anche il ginepro che è ad arbusteto e costituisce vasti tappeti con gli arbusteti del mirtillo, dell'erica e del rododendro alpino i quali sono ampiamente diffusi. Al di sotto dei 1200-1000 metri troviamo boschi di latifoglie: faggio, quercia (rovere, roverella), betulla, nocciòlo, castagno, frassino, acero di monte, ornello. In zone ricche di acqua, sul fondovalle, crescono il salice e l'ontano.
Sono presenti anche diversi pascoli in alta quota, come ad esempio l'alpe di Siusi, gli altipiani Ampezzani e Pian dei Buoi.
Dai boschi di abete rosso (o peccio) di certe zone (come quelli della val di Fiemme, di Paneveggio o attorno al lago di Carezza) si ricava il legno per le casse armoniche degli strumenti musicali: è l'abete di risonanza. Il popolo del Cadore, fiero delle sue peccete, volle rappresentare nel suo stemma un abete rosso avvinto da due torri.
Importanti come habitat sono pure i luoghi umidi: le torbiere, i siti alluvionali dei torrenti glaciali, le sorgenti, gli specchi d'acqua libera, i prati umidi (molineti), le pozze d'alpeggio, le pozze di risorgiva. Tra i laghi, particolare è il lago di Tovel in Trentino in quanto, a causa di un microrganismo, assumeva in passato una colorazione rossastra. I laghetti delle Dolomiti, come in genere quelli delle Alpi, sono oligotrofi.[14] I più noti e pittoreschi laghi dolomitici sono: il lago di Tovel, il lago di Molveno, il lago di Carezza, il lago di Braies, il lago di Dobbiaco, il lago di Landro, il lago di Misurina, il lago d'Antorno, il lago di Auronzo, il lago di Alleghe.
Innumerevoli sono i tipi di fiori che costituiscono la flora alpina dolomitica, come ad esempio: la stella alpina alle alte quote (originaria dell'Asia centrale), alcuni tipi di genziana, alcuni tipi di sassifraghe (saxifraga), il giglio martagone, la campanula (campanula del Moretti e campanula scheuchzeri), l'azalea alpina del genere rhododendron, l'ambretta strisciante (geum reptans) su macereti e morene, vari tipi di Ranuncolacee (come il botton d'oro, il ranuncolo dei ghiacciai e la clematide alpina), la vitalba alpina, la daphne striata, la miosòtide (o myosotis, noto anche come "non-ti-scordar-di-me"), vari tipi di orchidea, la viola, il ciclamino delle Alpi, il colchicum, il croco, l'astro alpino, il garofano dei ghiacciai, la pulsatilla alpina o anemone alpino, il senecio, la soldanella, la veronica gialla delle rocce (abitatrice delle fessure delle rocce), la nigritella, l'arnica, il narciso, il cardo, il camedrio alpino, il papavero alpino retico, il geranio sanguineo, la pinocchiella delle rupi, il brugo, la valeriana nana, l'aquilegia azzurra, la peonia selvatica, il dente di cane, la primula minima, il leontodon, il raponzolo di roccia, l'androsace alpina e l'androsace di Hausmann, il giacinto di montagna.
Fauna
Nelle Dolomiti vivono numerose specie di mammiferi e roditori: il capriolo, il cervo, il camoscio, il daino, lo stambecco, il cinghiale, la marmotta, la martora, lo scoiattolo, il tasso, la donnola, la faina, la puzzola, la talpa, la volpe, la lepre, il ghiro, il riccio. Molto rara è la lontra, ritornata in questi ultimi anni (Alto Adige e Carnia)[15]. In alcune zone vivono l'orso bruno, la lince e il lupo. Negli ultimi anni in alcune zone (tra Friuli e Trentino Alto Adige) è stata accertata la presenza dello sciacallo dorato proveniente dalla penisola balcanica.[16]
Tra gli uccelli si ricordano: l'aquila reale, il falco pellegrino, l'astore, la poiana, il gheppio, il gipeto, il corvo, il gallo forcello, la civetta, il barbagianni, l'urogallo, il picchio, l'upupa, lo sparviere, il fagiano di monte, il francolino di monte, il gufo, la pernice bianca, il merlo e il merlo acquaiolo, il gracchio alpino, la ghiandaia, l'allocco, la coturnice, il tordo, il pettirosso. Tra gli anfibi vivono la rana alpina, il rospo, la lucertola, il ramarro, il tritone alpestre, la salamandra, la salamandra alpina, l'ululone.[17] Tra i rettili velenosi vi sono la vipera e il marasso. Sono presenti pure la biscia dal collare, il biacco, la coronella austriaca, il saettone, l'orbettino
Antropizzazione
Le prime frequentazioni degli esseri umani nelle Dolomiti risalgono all'11.500 a. C. L'insediamento stanziale nelle valli dolomitiche è ben documentato dall'età del Bronzo. Nel corso del I millennio avanti Cristo le Dolomiti furono popolate dai Reti e colonizzate pure dai Celti, popoli che ebbero rapporti commerciali anche con gli Etruschi. Successivamente il territorio fu occupato dai Romani che, in età imperiale, divisero l'area tra le province di Raethia e Noricum a nord e la X Regio Venetia et Histria a sud. Il contatto tra le popolazioni retiche indigene e quelle latine diede origine ad una nuova cultura e lingua: il ladino. Nel Medio Evo vi giunsero i Longobardi. Dall'XI secolo si formarono nell'area dolomitica forme di autogoverno delle comunità locali (Magnifiche Comunità o Regole), esercitate per mezzo di statuti votati democraticamente (le Carte di Regola o Statuti). Durante il periodo fra i secoli XIV e XVIII il territorio dolomitico fu diviso in due grandi aree d'influenza austroungarica e veneta. I principati vescovili di Trento e Bressanone facevano parte del Sacro Romano Impero, mentre il Bellunese e la Carnia appartenevano alla Repubblica di Venezia. Il Bellunese, come tutto il Veneto, entrerà a far parte del Regno d'Italia nel 1866 dopo la terza guerra d'indipendenza. Il Trentino Alto Adige entrerà a far parte del Regno d'Italia nel 1918 al termine della prima guerra mondiale.
Quanto poi agli insediamenti umani, nell'area sudtirolese tedescofona prevale il cosiddetto maso chiuso, mentre nella zona ladina (Badìa e Gardena, Trentino, Bellunese) prevalgono le cosiddette viles, nuclei compatti di case addossate le une all'altre. Sono dominanti due diversi modelli culturali: sull'area germanofona prevale il modello germanico, basato su un'organizzazione per nuclei monofamiliari con prevalenza dell'allevamento sull'agricoltura e quindi caratterizzato da ampie superfici a pascolo generalmente indivise; nell'area di cultura romanza è invece diffuso il modello romano, con un'organizzazione sociale in piccole comunità regolate dal diritto romano e dedite prevalentemente all'agricoltura e alla silvicoltura.
Già si è ricordato che le Dolomiti sono dette, da una leggenda popolare, "Monti Pallidi". Numerosi sono i cicli di leggende e i racconti che trattano di popolazioni remote (Fanes[18] Cayuteres, Croderes, Marmaroles da cui Marmarole, ecc.) che abitavano mitici regni, dando vita a scontri leggendari e intrecciando relazioni con magiche presenze nella natura circostante (maghi, gnomi, giganti, fate, streghe, orchi, spiriti, ondine).[19]
Tutela
Numerosi parchi naturali proteggono questa particolare natura e vari comitati ad hoc si sono impegnati nel proporre le Dolomiti come Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, tentativo coronato da successo il 26 giugno 2009, quando a Siviglia i ventuno componenti del World Heritage Committee hanno deciso all'unanimità di includere la quasi totalità delle Dolomiti nell'elenco dei patrimoni naturali.[20][21][22] La candidatura era stata inizialmente avanzata nel 2004 dal Ministero dei Beni Culturali ma era stata bocciata dall'UNESCO nel maggio 2006. Successivamente il gruppo di lavoro UNESCO del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, coordinato dal prof. Pier Luigi Petrillo, ha ripresentato i due dossier di candidatura, avviando, contestualmente, un intenso negoziato con i 165 paesi membri della Convenzione e i 37 paesi membri del Comitato. A conclusione del negoziato, durato due anni e mezzo, l'Autorità indipendente di valutazione delle candidature naturalistiche, l'IUCN, ha espresso parere favorevole alla candidatura. Da ultimo, a Siviglia, nel giugno 2009, la squadra coordinata dal prof. Petrillo ha condotto gli ultimi finali negoziati ottenendo il riconoscimento dell'UNESCO che "certifica" l'unicità, nel mondo, delle Dolomiti.
Turismo
Le Dolomiti, specialmente nella loro parte settentrionale e occidentale, sono intensamente sfruttate ad uso turistico. In particolare le valli delle Province di Trento e Bolzano e la parte alta della Provincia di Belluno basano la propria economia sulla pratica invernale dello sci alpino divenuto popolare con le Olimpiadi Invernali di Cortina del 1956. Il Dolomiti Superski unisce poi sotto un unico skipass la quasi totalità dei comprensori sciistici della zona. Più marginali sono invece lo sci di fondo (di cui esistono però vari punti di eccellenza sparsi nelle varie vallate), e lo sci alpinismo che in costante crescita negli unltimi decenni vede la continua nascita di nuovi sci club e di nuove gare (prevalentemente notturne) tra le quali vanno sicuramente citati gli eventi di "Dolomiti Sotto le Stelle" e la "Sellaronda Skimarathon".
L'estate è invece il tempo dei trekking e delle scalate, turismo questo che viene praticato sull'intera area. Le Dolomiti vantano una lunga tradizione escursionistica e alpinistica che nel corso del '900 ha dotato la cima più alta della quasi totalità delle montagne di una via di salita segnalata e spesso ferrata per facilitarne l'accesso. Le Vie Ferrate sono estremamente diffuse e non si contano i tipici Rifugi Alpini ed i Bivacchi Fissi che facilitano di molto la salita a questi monti. Altro punto di eccellenza sono le Alte Vie delle Dolomiti: sentieri ben battuti e segnati che consentono di compiere lunghe attraversate a tappe della durata di svariate giornate camminando sempre in quota senza mai scendere a fondovalle. Le due Alte Vie più famose sono l'Alta Via numero 1 dal Lago di Braies a Belluno e l'Alta Via numero 2 da Bressanone a Feltre. L'arrampicata data la sue estrema variabilità e veloce evoluzione meriterebbe un capitolo a sè stante: vie alpinistiche (classiche e moderne) in montagna, Big Wall, Falesie attrezzate, vaste aree boulder e arrampicata su ghiaccio sono solo alcuni esempi delle varie attività legate a questo sport.
Alcune fra le località di villeggiatura più conosciute presenti nelle vallate dolomitiche sono: Cortina d'Ampezzo nella Conca Ampezzana, Auronzo di Cadore-Misurina in val d'Ansiei, Rocca Pietore-Marmolada nella val Pettorina, Agordo nella Conca Agordina Selva e Ortisei in val Gardena, Dobbiaco e Sesto in val Pusteria, Castelrotto ai piedi dell'alpe di Siusi, Canazei e Moena nella val di Fassa, Falcade in valle del Biois, San Martino di Castrozza nel Primiero, Arabba nella valle di Livinallongo, Corvara, La Villa, San Cassiano, Badia in val Badia, Madonna di Campiglio in val Rendena e Forni di Sopra in Friuli Venezia Giulia.
Un altro tipo di turismo è rappresentato dai luoghi legati ai combattimenti del fronte italiano della prima guerra mondiale: tra questi ricordiamo il Pasubio nelle Piccole Dolomiti (Strada delle 52 gallerie e Dente Italiano).
Sul Monte Rite, nel comune di Cibiana di Cadore, è possibile visitare il museo MMM Dolomites dedicato alla storia dell'esplorazione e dell'alpinismo in Dolomiti.
Alcune località turistiche storiche assieme alle montagne più famose hanno assunto durante il turismo Romantico a cavallo tra '800 e '900 degli appellativi o "soprannomi" (spesso confusi tra loro dai media) che risultano però diffusi ancor oggi:
Località | Appellativo |
---|---|
Marmolada | Regina delle Dolomiti |
Antelao | Re delle Dolomiti |
Agner | Gigante delle Dolomiti |
Cortina d'Ampezzo | Signora delle Dolomiti |
Agordo | Cuore delle Dolomiti |
Moena | Fata delle Dolomiti |
Gruppi
Un elenco dei gruppi dolomitici può essere il seguente[23], tra parentesi sono riportate le province di appartenenza:
- Gruppi tra l'Adige ed il Piave:
- Marmolada (Belluno, Trento)
- Latemar (Bolzano, Trento)
- Catinaccio (Trento, Bolzano)
- Gruppo del Sella (Bolzano, Trento, Belluno)
- Gruppo del Sassolungo (Bolzano, Trento)
- Pale di San Martino (Belluno, Trento)
- Gruppo Odle-Puez (Bolzano)
- Gruppo Plose-Putia (Bolzano)
- Sciliar (Bolzano)
- Gruppo delle Conturines o di Fanes (Bolzano)
- Gruppo di Fanis (Belluno, Bolzano)
- Gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo delle Tre Cime di Lavaredo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo del Monte Piana (Belluno, Bolzano)
- Gruppo del Popera (Belluno, Bolzano)
- Gruppo della Croda dei Toni (Belluno, Bolzano)
- Gruppo dei Tre Scarperi (Bolzano)
- Gruppo Rondoi-Baranci (Bolzano)
- Gruppo del Picco di Vallandro (Bolzano)
- Gruppo del Cristallo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo del Pomagagnon (Belluno)
- Gruppo dei Cadini di Misurina (Belluno)
- Gruppo delle Tofane (Belluno)
- Gruppo del Col di Lana (Belluno)
- Gruppo del Sorapiss (Belluno)
- Gruppo delle Marmarole (Belluno)
- Gruppo dell'Antelao (Belluno)
- Gruppo della Croda da Lago (Belluno)
- Gruppo del Nuvolau (Belluno)
- Monte Civetta (Belluno)
- Monte Pelmo (Belluno)
- Gruppo di Bosconero (Belluno)
- Gruppo Tamer-San Sebastiano (Belluno)
- Gruppo dei Feruc (Belluno)
- Coppolo-Vette Feltrine-Gruppo del Cimonega (Belluno, Trento)
- Gruppo dello Schiara (Belluno)
- Gruppi oltre il Piave:
- Gruppo delle Terze (Belluno)
- Gruppo del Peralba (Belluno)
- Gruppo dei Longerin (Belluno)
- Gruppo del Rinaldo (Belluno)
- Gruppo dei Brentoni (Belluno)
- Gruppo degli Spalti di Toro e Monfalconi (Belluno, Pordenone, Udine)
- Gruppo del Duranno e Cima dei Preti (Belluno, Pordenone)
- Gruppo del Pramaggiore (Udine, Pordenone)
- Gruppo della Cridola (Belluno, Udine)
- Altri gruppi:
- Dolomiti di Brenta (Trento)
- Piccole Dolomiti (Trento, Vicenza, Verona)
- Dolomiti di Lienz (Austria)
Le vette più alte
Le principali vette delle Dolomiti che superano i tremila metri sono (lista incompleta):
Cime
Le cime principali sono le seguenti (non in ordine di altezza):
- Marmolada (Punta Penia, 3343 m)
- Antelao (3264 m)
- Latemar (Torri di Latemar, 2814 m)
- Gruppo del Catinaccio (Catinaccio d'Antermoia, 3004 m) con le Torri del Vajolet (2821 m)
- Gruppo del Sella (Piz Boè, 3151 m)
- Sassolungo (3184 m)
- Pale di San Martino (Cima Vezzana, 3192 m) e (Monte Agner, 2872m)
- Gruppo Odle-Puez (Furchetta e Sass Rigais, 3025 ) con Sass de Putia (2875 m), Sassongher (2665 m) e Gruppo Cir (Gran Cir, 259 m)
- Sciliar (Monte Petz, 2662 m)
- Gruppo delle Conturines (Cima Conturines, 3064 m)
- Dolomiti di Sesto (Punta dei Tre Scarperi, 3145 m)
- Cristallo (Monte Cristallo, 3221 m)
- Cadini di Misurina (Cima Cadin di San Lucano, 2839 m)
- Tofane (Tofana di Mezzo, 3244 m)
- Gruppo delle Marmarole (Cimon del Froppa, 2932 m)
- Col di Lana (m 2452 m) con Sett Sass (2571 m) e Sass de Stria (2477 m)
- Sorapiss ( 3205 m)
- Gruppo della Croda da Lago (Cima Ambrizzola m 2715 m)
- Gruppo del Nuvolau (Monte Averau, 2647 m)
- Gruppo del Civetta (Monte Civetta, 3220 m)
- Gruppo del Pelmo (3168 m)
- Gruppo del Bosconero (Sasso di Bosconero, 2468 m)
- Vette Feltrine (Monte Pavione, 2334 m) e Gruppo del Cimonega (Sass de Mura, 2550 m)
- Gruppo dello Schiara (Monte Schiara, 2563 m)
- Dolomiti di Lienz (Große Sandspitze, 2770 m)
- Dolomiti Friulane (Cima dei Preti, 2703 m)
- Dolomiti di Comelico – Dolomiti Carniche (Monte Cavallino, 2689 m)
- Dolomiti di Brenta (Cima Tosa, 3178 m)
Passi e Forcelle rotabili
Nome | Altitudine (m) | Località collegate | Provincia di appartenenza |
---|---|---|---|
Passo Sella | 2240 | Val Gardena - Canazei | Bolzano Trento |
Passo Pordoi | 2239 | Canazei – Livinallongo del Col di Lana | Belluno Trento |
Passo Valparola | 2199 | Cortina, Agordino – Val Badia | Belluno Bolzano |
Passo Campolongo | 1875 | Livinallongo del Col di Lana – Val Badia | Belluno Bolzano |
Passo Gardena | 2137 | Val Gardena – Val Badia | Bolzano |
Passo Falzarego | 2117 | Livinallongo del Col di Lana – Cortina | Belluno |
Passo Giau | 2233 | Selva di Cadore – Cortina | Belluno |
Passo Staulanza | 1773 | Selva di Cadore – Zoldo | Belluno |
Passo Cibiana | 1530 | Cadore – Zoldo | Belluno |
Passo Fedaia | 2046 | Rocca Pietore – Canazei | Belluno Trento |
Passo Valles | 2032 | Falcade – Paneveggio | Belluno Trento |
Passo delle Erbe | 2003 | Val di Funes – Val Badia | Bolzano |
Passo Rolle | 1984 | Predazzo – San Martino di Castrozza e Primiero | Trento |
Passo Campo Carlo Magno | 1681 | Madonna di Campiglio - Val Rendena | Trento |
Passo di San Pellegrino | 1918 | Falcade – Moena | Belluno Trento |
Forcella Lagazzon | 1356 | Falcade-Vallada | Belluno |
Passo di Campolongo | 1875 | Livinallongo del Col di Lana - Corvara in Badia | Belluno Bolzano |
Passo Tre Croci | 1808 | Cortina – Auronzo di Cadore | Belluno |
Passo di Costalunga | 1753 | Nova Levante – Vigo di Fassa | Bolzano Trento |
Passo di Monte Croce di Comelico | 1638 | Comelico – San Candido/Innichen | Belluno Bolzano |
Passo Duran | 1601 | Agordo – Zoldo | Belluno |
Passo Cimabanche | 1529 | Cortina d'Ampezzo – Dobbiaco/Toblach | Belluno Bolzano |
Passo Cereda | 1372 | Primiero – Agordo | Trento |
Forcella Aurine | 1299 | Conca Agordina - Valle del Mis | Belluno |
Forcella Franche | 990 | Conca Agordina - Valle del Mis | Belluno |
Passi e forcelle
Nome | Tipologia | Altitudine (m) |
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Passo d'Ombretta (Val di San Nicolò - Val d'Ombretta) | sentiero | 2738 |
Passo della Sentinella (Val Popera - Val Fiscalina) | sentiero | 2717 |
Forcella del Sasso Lungo (Val Gardena - Campitello) | sentiero | 2683 |
Tschagerjoch (Lago di Carezza - Valle Vajolet) | sentiero | 2644 |
Forcella Jou de la Tana (Cadore - Val d'Ansiei) | sentiero | 2644 |
Grasleiten Pass (Valle Vajolet - Valle Grasleiten) | sentiero | 2597 |
Passo di Pravitale (Altopiano di Rosetta - Val Pradidali) | sentiero | 2580 |
Passo delle Comelle (Altopiano di Rosetta - Val Gares) | sentiero | 2579 |
Passo Rosetta (San Martino di Castrozza - Altopiano di Rosetta) | sentiero | 2573 |
Passo Vajolet (Tiers - Valle Vajolet) | sentiero | 2549 |
Passo di Canali (Primiero - Agordino) | sentiero | 2497 |
Passo dell'Alpe di Tierser (Campitello - Tiers) | sentiero | 2455 |
Forcella Lavaredo (Val Lavaredo - Val Fiscalina) | sentiero | 2454 |
Passo di Ball (San Martino di Castrozza - Val Pradidali) | sentiero | 2450 |
Forcella di Giralba (Sesto - Auronzo di Cadore) | sentiero | 2436 |
Forcella Giau (Mondeval - Val Costeana) | sentiero | 2360 |
Col dei Bos (Valle del Falzarego - Valle Travernanzes) | sentiero | 2313 |
Forcella Grande (San Vito di Cadore - Auronzo di Cadore) | sentiero | 2262 |
Passo Tre Sassi (Cortina - San Cassiano) | sentiero | 2199 |
Mahlknechtjoch (Alta Val Duron - Alpe di Siusi) | sentiero | 2168 |
Forcella de la Ciavazoles (Cibiana di Cadore - Zoldo) | sentiero | 1994 |
Forcella Forada (Selva di Cadore - San Vito di Cadore) | strada | 1975 |
Forcella d'Alleghe (Alleghe - Valle di Zoldo) | sentiero | 1820 |
Valli
Le principali vallate dolomitiche sono:
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Laghi
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Parchi naturali
Le Dolomiti nei media
Nelle Dolomiti hanno girato alcune scene di vari film, tra cui Per favore non mordermi sul collo di Roman Polanski (1967), L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1987), Solo per i tuoi occhi con Roger Moore (1981), Cliffhanger con Silvester Stallone (1993) e The Italian Job di F. Gary Gray (2003), oltre alla serie elevisiva Un passo dal cielo con Terence Hill.(2010).
Galleria fotografica
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Cimon della Pala
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Vista del centro di Belluno con il gruppo della Schiara
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Monti del Sole
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Alpe dei Piani
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Vista invernale del Gruppo del Sella
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Panorama dalla Marmolada
Note
- ^ Le dolomiti Patrimonio dell'Umanità
- ^ (EN) The Dolomites-UNESCO World Heritage, su whc.unesco.org. URL consultato il 27 settembre 2010.
- ^ Non tutti i gruppi dolomitici sono siti protetti dall'UNESCO. Non lo sono ad esempio il Gruppo del Sella e il Gruppo del Sassolungo.
- ^ Le Dolomiti di Brenta appartengono alle Alpi Retiche meridionali; le Dolomiti Friulane, le Dolomiti di Lienz e le Dolomiti di Comelico-Dolomiti Carniche appartengono alle Alpi Carniche e della Gail; le Piccole Dolomiti appartengono alle Prealpi Venete.
- ^ La Marmolada, considerata come la vetta più alta delle Dolomiti, è composta principalmente di calcari. Le cosiddette Dolomiti di Fiemme sono per nulla composte di dolomia.
- ^ Dolomiti, Touring Editore, 2014, pag. 37.
- ^ 1864: la scoperta delle Dolomiti - Repubblica.it
- ^ Leggende dell'Alto Adige - I Monti Pallidi
- ^ Marco Avanzini, Evelyn Kustatscher, La gola del Bletterbach, Storie nella roccia, pag.64-65, ed. Besucherzentrum Geoparc Bletterbach (Aldino, Bolzano), 2011.
- ^ Oltre alle gole del Bletterbach, presenta interesse geologico particolare il doss Cappèl (m.2264) nei dintorni di Predazzo. Rocce intrusive ed effusive si trovano poi nell'area del vulcano di Predazzo lungo il Sentiero geologico Miniere della Bedovina.
- ^ Dolomiti : impronte di dinosauri sul Pelmetto monte Pelmo, forcella Staulanza Palafavera Belluno Dolomiti, Museo Civico della Val Fiorentina "Vittorino Cazzetta" a Selva di Ca...
- ^ Dolomiti, Touring editore, 2014, pag. 35.
- ^ Mugo nell’Enciclopedia Treccani
- ^ Oligotrofo nell’Enciclopedia Treccani
- ^ Alto Adige: è tornata la lontra, da un anno scienziati ne seguono le tracce - Yahoo Notizie Italia
- ^ Valle di Non (Trento): fotografato un esemplare di sciacallo dorato sul Monte Peller
- ^ Ululone nell’Enciclopedia Treccani
- ^ Il contesto della saga dei Fanes: culti e miti
- ^ Dolomiti, Touring editore, 2014, pag. 39 e 40-41.
- ^ Dolomiti patrimonio dell'umanità dall'Unesco il riconoscimento - ambiente - Repubblica.it
- ^ Fonte: Corriere della Sera. Fonte: UNESCO.
- ^ Dolomiti Unesco - Patrimonio dell'umanità
- ^ Per quanto riguarda la suddivisione delle Dolomiti proposta dalla Partizione delle Alpi e dalla SOIUSA si veda la voce Dolomiti (sezione alpina).
Bibliografia
- (DE) Maria M. Gordon Ogilvie, Das Grödener-, Fassa- und Enneberggebiet in den Südtiroler Dolomiten. Geologische Beschreibung mit besonderer Berücksichtigung der Überschiebungserscheinungen, 2 volumi (Abhandlungen der geologischen Bundesanstalt, XXIV,1-2), Vienna, Geologische Bundesanstalt, 1927.
- Bosellini A., 1996. Geologia delle Dolomiti. Bolzano: Casa editrice Athesia. 191 pp.
- Claudio Cima, Scopriamo insieme i parchi delle Dolomiti, Ist. Geografico De Agostini, 1994.
- Claudio Cima, I laghi delle Dolomiti, Edizioni Mediterranee, 1996.
- Leonardi P. et al., 1967. Le Dolomiti. Geologia dei monti tra Isarco e Piave. Rovereto: Manfrini Editore. 1019 pp.
- Franco de Battaglia e Luciano Marisaldi, Enciclopedia delle Dolomiti, Bologna, Zanichelli, 2000. ISBN 978-88-08-09125-3
- Petrillo P.L., Le Dolomiti patrimonio dell'Umanità, http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=92 in Rivista Siti UNESCO
- Provincia di Belluno, Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige Autonome Provinz Bozen-Südtirol, Provincia di Pordenone, Provincia Autonoma di Trento, Provincia di Udine, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2008. Nomination of the Dolomites for inscription on the World Natural Heritage List UNESCO. Nomination Document. 363 pp. http://fondazionedolomitiunesco.org/documentazione-2/01_DOLOMITES_nomination_document_jan2008_1236608233_1294933181.pdf
- Reinhold Messner e Jakob Tappeiner, Dolomiti: le più belle montagne della terra, Lana, Tappeiner, 2002. ISBN 88-7073-317-3
- Reinhold Messner, Ursula Demeter, Georg Tappeiner, Dolomiti: patrimonio dell'umanità, Bolzano, Tappeiner, 2010. ISBN 978-88-7073-561-1
Voci correlate
- Dolomiti (sezione alpina)
- Ciclabile delle Dolomiti
- Dolomia, Dolomite
- Dolomiti lucane
- Geologia
- Rifugi delle Dolomiti
- Via ferrata
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Dolomiti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dolomiti
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Dolomiti
Collegamenti esterni
- http://www.treccani.it/enciclopedia/dolomiti/
- http://www.dolomiticlick.it/fauna/fauna-animali-delle-dolomiti.html
- Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi
- Template:Dmoz
- Libro sulle vie normali a tutte le cime oltre i 3000 metri delle Dolomiti
- Sito web dedicato alle cime oltre i 3000 metri delle Dolomiti
- Dolomiti.org: Portale ufficiale delle Dolomiti
- Museo Selva di Cadore
- DolomitesWorld.com: Portale delle Dolomiti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 316429994 · LCCN (EN) sh85038888 · GND (DE) 4012682-1 · BNF (FR) cb12004287v (data) · J9U (EN, HE) 987007560208105171 |
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