Cima d'Ambiez
Cima d'Ambiez | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | San Lorenzo Dorsino Stenico |
Altezza | 3 102 m s.l.m. e 2 901 m s.l.m. |
Prominenza | 231[1] m |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°09′01.48″N 10°52′04.51″E / 46.15041°N 10.86792°E |
Data prima ascensione | 5 settembre 1880 |
Autore/i prima ascensione | N. Gaskel, Maurice Holzmann e Johann Kaufmann |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Orientali |
Grande Settore | Alpi Sud-orientali |
Sezione | Alpi Retiche meridionali |
Sottosezione | Dolomiti di Brenta |
Supergruppo | Gruppo di Brenta e della Paganella |
Gruppo | Gruppo di Brenta |
Sottogruppo | Catena d'Ambiez |
Codice | II/C-28.IV-A.1.i |
La Cima d'Ambiez (3102 m s.l.m.)[2] è una cima delle Dolomiti di Brenta, principale elevazione del sottogruppo SOIUSA denominato Catena d'Ambiez[3] nonché una delle principali vette del gruppo e tra le più elevate di tutte le Dolomiti essendo tra le 86 vette a superare i 3000 metri di quota.[4] Con la sua imponente mole domina la Vedretta d'Ambiez e tutta la Val d'Ambiez a sud, la Conca di Pratofiorito e la Val Nardis a ovest e la parte occidentale della Val Brenta a nord. Ai suoi piedi sorgono il Rifugio Agostini ed il Rifugio XII Apostoli.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
«Elegante cima rocciosa che si eleva alla testata della Val d'Ambiez con una stupenda muraglia verticale, di impressionante compattezza e regolarità.»
Quarta vetta più elevata delle Dolomiti di Brenta,[6] la Cima d'Ambiez è separata dalla vicina Cima Tosa dal profondo varco della Bocca d'Ambiez e dal Sottogruppo dei Fracingli per via della Bocca dei Camosci a ovest. Sul versante orientale forma una larga e ripida parete che precipita sulla Vedretta d'Ambiez, mentre sugli altri versanti presenta geometrie meno ripide e gradinate per via della presenza di numerose cenge.
Cima d'Ambiez è la vetta più elevata, imponente e importante di tutta la catena a cui dà il nome.[7] Nondimeno è quella che offre all'alpinista le maggiori attrattive per via degli itinerari su ottima roccia che vanno dal facile alle arrampicate di estrema difficoltà.
Prima ascensione[modifica | modifica wikitesto]
La prima ascensione a Cima d'Ambiez è avvenuta il giorno 5 settembre 1880 ad opera di Maurice Holzmann, membro di origine tedesca della Casa Reale Britannica che servì Edoardo VII come principe di Galles prima e re in seguito per 45 anni nonché alpinista attivamente coinvolto con l'Alpine Club,[8][9] e altri due alpinisti tedeschi Johan Kaufmann e "Gaskell".[10]
La cima venne raggiunta per facile arrampicata dalla Bocca dei Camosci (2784 m s.l.m.) per il versante Ovest: un itinerario poco attraente e per questo di rado ripetuto.[11]
Itinerari[modifica | modifica wikitesto]
Sono presenti quattro itinerari considerati "vie normali" e dislocati sui vari versanti.
- Via Normale Sud dalla cresta sud: l'itinerario più frequentato nonostante tecnicamente non sia il più semplice. Dal Rifugio Agostini si sale alla vedretta d'Ambiez e si percorre la caratteristica cengia orizzontale quindi dapprima per canale e poi per la lunga cresta si raggiunge la vetta.[12]
- Per il versante ovest: la via dei primi salitori. Dal Rifugio XII Apostoli si rimonta la Vedretta d'Agola, si sale il canale nevoso che separa Cima d'Ambiez da Cima Bassa d'Ambiez e quindi si procede per il versante ovest fino alla vetta.[13]
- Per la cresta ovest: permette di evitare l'impegnativo scivolo dell'itinerario precedente. Dal Rifugio XII Apostoli si sale alla Bocca dei Camosci (2784 m), si aggira la base di un torrione a destra quindi si sale lungo la cresta fino a raggiungere l'itinerario precedente.[14]
- Per la cresta nord. La via comincia da Bocca d'Ambiez (2871 m) raggiungibile dal Rifugio Agostini, dal Rifugio XII Apostoli o dal Rifugio Brentei e segue dapprima una cengia verso ovest quindi una lunga fessura, una ripida parete e infine una larga fascia detritica.[15]
In seguito al riammodernamento delle vie normali delle principali vette delle Dolomiti di Brenta progettato nel 2016 e sviluppato nel 2020 dal Collegio delle Guide Alpine del Trentino al fine di proporre un'alternativa alpinistica alla classica Via delle Bocchette, le vie normali sud e nord a Cima d'Ambiez risultano essere attrezzate con soste metalliche e fittoni resinati.[16] L'itinerario proposto risulta essere il collegamento tra il Rifugio Agostini e il Rifugio Pedrotti salendo Cima d'Ambiez, Cima Tosa e, non necessariamente, il Crozzon di Brenta evitando la meno complicata Via ferrata Ottone Brentari, tratto della Via delle Bocchette.[17]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Calcolata dalla sottostante Bocca d'Ambiez (2871 m s.l.m., 46°09′08.78″N 10°52′10.52″E / 46.15244°N 10.86959°E) che la separa dalla più elevata Cima Tosa (3136 m s.l.m.).
- ^ Talvolta la quota indicata è di 3096 m s.l.m. in base alle cartografie consultate.
- ^ Marazzi, p. 270.
- ^ Bernardi, Ciri e Magnaguagno, p. 7.
- ^ Buscaini e Castiglioni, p. 93.
- ^ Dopo Cima Brenta (3151 m s.l.m.), Cima Tosa (3136 m s.l.m.) e Crozzon di Brenta (3135 m s.l.m.) senza però considerare le anticime delle prima citate vette quali ad esempio Cima Brenta Ovest (3112 m s.l.m.). cfr. Bernardi, Ciri e Magnaguagno, pp. 451-453
- ^ Sottogruppo SOIUSA «Catena d'Ambiez» cod. II/C-28.IV-A.1.i.
- ^ (EN) Sir Maurice Holzmann, K.C.B., K.C.V.O., I.S.O., in The Alpine Journal, 1911.
- ^ (EN) Holzmann, Sir Maurice, su ukwhoswho.com. URL consultato il 17 marzo 2021.
- ^ Bernardi, Ciri e Muffato, p. 97.
- ^ Buscaini e Castiglioni, p. 104.
- ^ Ore 3-4; PD+, fino al grado II/II+ con un passaggio di III. Complessivamente via di 250 m di dislivello e circa 600 m di sviluppo. cfr. Buscaini e Castiglioni, p. 94 e Bernardi, Ciri e Muffato, pp. 97-102.
- ^ Ore 2-3; PD, fino al grado I/II. Complessivamente via di 150 m di dislivello e circa 400 m di sviluppo. cfr. Buscaini e Castiglioni, pp. 94-95. Negli ultimi anni l'itinerario risulta essere progressivamente più complicato per via dello scioglimento del ghiacchio sullo scivolo.
- ^ Ore 2-3; PD-, fino al grado I/II. Complessivamente via di 200 m di dislivello e circa 400 m di sviluppo. cfr. Buscaini e Castiglioni, p. 95.
- ^ Ore 1 e mezza circa; PD, fino al grado II. Complessivamente via di 200 m di dislivello e circa 300 m di sviluppo. cfr. Buscaini e Castiglioni, pp. 95-96.
- ^ Canale, pp. 4-11.
- ^ Ore 10 circa più altre 4-6 per il Crozzon di Brenta; PD+, fino al grado II+ e AD+/III per il Crozzon di Brenta.cfr. Canale, pp. 43-82.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Gino Buscaini e Ettore Castiglioni, Dolomiti di Brenta, in Guida dei Monti d'Italia, San Donato Milanese, Club Alpino Italiano - Touring Club Italiano, 1977, ISBN 9788836500703.
- Enzo Gardumi e Fabrizio Torchio, Guida alle Dolomiti di Brenta. Tosa, Ambiéz, Fracingli, Vallón, Sabion-Tóv, Ghez-Dalùn, Trento, Panorama, 1987.
- Sergio Marazzi, Atlante orografico delle Alpi. SOIUSA. Suddivisione orografica internazionale unificata del Sistema Alpino, in Quaderni di cultura alpina, Pavone Canavese, Priuli & Verlucca, 2005, ISBN 9788880682738.
- Alberto Bernardi, Roberto Ciri e Roby Magnaguagno, I 3000 delle Dolomiti, in Vie normali, Piazzola sul Brenta (Padova), Idea Montagna Editore SNC, 2012, ISBN 9788897299233.
- Alberto Bernardi, Roberto Ciri e Milo Muffato, Vie normali nelle Dolomiti di Brenta, in Vie normali, Villa di Teolo, Idea Montagna Editore SNC, 2017, ISBN 9788885468184.
- Gianni Canale, Dolomiti di Brenta. La via delle normali, in Roccia d'Autore, illustrazioni di Elio Orlandi, Idea Montagna Editore SNC, 2020, ISBN 9788885468849.