Bletterbach
Geoparc Bletterbach | |
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Stati | ![]() |
Regioni | ![]() |
Province | ![]() |
Comuni | Aldino |
Presidente | Peter Daldos |
Mappa di localizzazione | |
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Sito istituzionale | |
Coordinate: 46°21′28.18″N 11°26′03.09″E / 46.357828°N 11.434193°E
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Dolomiti (EN) The Dolomites | |
Tipo | Naturali |
Criterio | (vii) (viii) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2009 |
Scheda UNESCO | (EN) Scheda (FR) Scheda |
Il Bletterbach (o anche rio di Ora[1] o più recentemente rio delle Foglie[2][3][4]) è un canyon dell'Alto Adige che si trova ai piedi del Corno Bianco, nei pressi del paese di Aldino, è la più grande gola della provincia.
Il termine "Bletterbach" ha la sua radice nel retoromano plau che, in collegamento con la parola indoeuropea plou significa scorrere, ovvero l'acqua che scorre.[5]
Questo canyon è sicuramente molto interessante dal punto di vista geologico, in quanto si ha la possibilità di osservare le strutture delle gole profonde e contemporaneamente la stratigrafia pressoché completa dell'area dolomitica a partire dal basamento vulcanico fino alla dolomia principale.
Lungo il percorso si possono ben distinguere i diversi strati, sovrapposti l'uno all'altro, i quali contengono moltissime tracce di locomozione di rettili del permiano e reperti fossili permiani e triassici.
L'anfiteatro geologico del Bletterbach è raggiungibile solo a piedi da Aldino o dalla frazione di Redagno (Radein).
Il Bletterbach è uno dei nove sistemi dolomitici inclusi nel sito patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nel XVI secolo il Bletterbach era principalmente legato all'industria mineraria. I minatori, infatti, in cerca di rame scavavano cunicoli negli strati più profondi della pietra arenaria, senza però mai aver avuto un grande successo.
Al giorno d'oggi la gola del Bletterbach è percorsa da turisti e visitatori, ed è un geosito visitato e studiato dai geologi, che dagli anni '40 eseguono ricerche nella gola, tra i pionieri degli studi nell'area sia annovera Piero Leonardi, docente dell'Università di Ferrara[6]
Alcuni suoi studenti, Nicosia e Mariotti (oggi docenti alla Sapienza di Roma) diedero impulso alle ricerche e contribuirono all'allestimento del museo geologico di Redagno, il Geoparc Bletterbach appunto.[7] Il museo dà al visitatore un'idea di come poteva essere la terra in un periodo che va da 286 a 210 milioni di anni fa. Presso il museo sono state raccolte impronte di sauri trovate nella gola, tra cui il Pachypes Dolomiticus, oltre che a esempi di roccia arenaria della val Gardena, le fossilizzazioni di pesci e di cefalopodi (molluschi simili ai calamari).[8][9][10]
Il Geoparc Bletterbach[modifica | modifica wikitesto]
Il Geoparc permette di guardare dentro la montagna, dà la possibilità di vedere come il canyon si è scavato una via lunga 8 chilometri e profonda 400 metri, osservando le diverse ere geologiche, dal Permiano al Triassico.[11]
Lungo il percorso sono esposte 16 targhe che illustrano al visitatore i segreti del canyon, su alcuni reperti fossili ritrovati nella gola, sulle gallerie costruite dai minatori, sulla leggenda della radura dell'oro e del gigante Grimm.[12]
Negli strati più bassi affiora il porfido quarzifero di Bolzano, che va dal rosso-grigio al grigio scuro ed è stato creato tra i 280 e i 260 milioni di anni fa dalla cenere e dalla lava fuoriuscite dai vulcani della placca continentale nordafricana. Sul porfido quarzifero poggia l'arenaria della val Gardena dove sono state trovate orme di animali e resti di piante. Il terzo piano delle rocce è la formazione a Bellerophon, creatasi in acque basse e lagune. Seguono gli strati di Werfen, con numerosi fossili di animali e piante. Corona la struttura la bianchissima dolomia del Serla che forma la cima del Corno Bianco.[13]
I sentieri[modifica | modifica wikitesto]
Dal parcheggio presso il nuovo centro visitatori, nei pressi della malga Lahner, parte un sentiero adatto a tutti che attraverso una strada sterrata porta all'inizio della gola.
Più avventuroso è invece il sentiero che sempre dal parcheggio scende fino alla gola presso il Taubenleck, e da qui, risalendo tutto il torrente in mezzo al canyon, si arriva all'inizio della gola, dove si trova una grande cascata presso il Butterloch, che si risale attraverso due ripide e lunghe scale in ferro. Da qui si ridiscende con il primo sentiero (le scale sono dall'ottobre 2012 inagibili e vige il divieto di proseguire oltre la cascata, protetta da recinzioni in ferro).
Questo tragitto non è particolarmente impegnativo, ma bisogna essere attrezzati con scarpe da montagna, e tener ben presente che ci si può bagnare i piedi. L'escursione dura 2 ore, e in caso di temporale, d'inverno e durante il disgelo non è consigliata la visita.[14]
Infine il canyon è raggiungibile anche da Redagno, presso la chiesa di S. Volfango (St. Wolfgangskirche) infatti c'è un sentiero che porta direttamente al Taubenleck.
Il Geoparc è aperto tutti i giorni dal 25 aprile fino al 2 novembre.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Una foto HDR del canyon
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Così lo volle rinominare Ettore Tolomei nel Prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige, adottato nel 1923 dal governo fascista.
- ^ Rio delle Foglie - Bletterbach
- ^ Dario Maffi, Silvia Maffi, Le più antiche ambre delle Alpi, Paleocronache (1992), Volume 1, Editoriale Jaca Book, 1992, p. 46
- ^ Cinzia Pezzani, Sergio Grillo, Ettore Grillo, Val di Fiemme. Passo Rolle e Pale di San Martino. Le più belle escursioni tra boschi, laghi, vette e rifugi, Ediciclo Editore, 2006, p. 41
- ^ Helmut Moser, Bletterbach in Aldein – Südtirols Canon, pag. 12.
- ^ DST::Archivio notizie[collegamento interrotto]
- ^ Das Geomuseum in Aldein - Geoparc Bletterbach - Museo Aldino - Südtirol - Italia
- ^ http://www.bletterbach.info/webdata/upload/GaestekurIT.pdf[collegamento interrotto]
- ^ CONTI M.A., LEONARDI G., MARIOTTI N. & NICOSIA U. (1977), Tetrapod footprints of the VGS (North Italy). Their paleontological, stratigraphic and paleoenvironmental meaning. "Paleontographia ital.", 70: 1-91, Pisa.
- ^ MASSARI F., CONTI M.A., FONTANA D., HELMOLD K., MARIOTTI N., NERI C., NICOSIA U., ORI G.G., PASINI M. & PITTAU P. (1988), The VGS and Bellerophon Formation in the Bletterbach gorge (Alto Adige, Italy): biostratigraphy and sedimentology. "Mem. Sci. Geol.", 40: 229-273, Padova.
- ^ Copia archiviata, su bletterbach.info. URL consultato l'8 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2008).
- ^ Copia archiviata, su bletterbach.info. URL consultato l'8 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2008).
- ^ Dolomiti, Touring editore, 2014, pag. 67.
- ^ Copia archiviata, su bletterbach.info. URL consultato l'8 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2008).
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Helmut Moser, Bletterbach a Aldino-Aldein - il canyon del Sudtirolo. Geologia sull'altopiano del Regglberg, Bolzano, Athesia, 1997. ISBN 88-7014-938-2
- (DE) Marco Loppi e Christian Aspmair, Geo-Lehrpfad Bletterbach. Geologischer Wanderführer durch den Bletterbach Aldein-Radein, Aldino, Museumsverein, 1998.
- (DE) Heiko Boden, Der Bletterbach in Südtirol - Europas faszinierendster Canyon, Nova Ponente, Brunner, 2008.
- Marco Avanzini e Evelyn Kustatscher, La gola del Bletterbach - Storie nella roccia, Bolzano, Athesia, 2011. ISBN 978-88-906313-1-3
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bletterbach
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Pagina ufficiale, su bletterbach.info.
- Museo di Aldino e Redagno, su museum-aldein.com.
- "Le Grand Canyon Tyrolien", p. 30, su issuu.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 239657911 · GND (DE) 4703093-8 |
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