Myosotis
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Myosotis L., 1753 è un genere di piante della famiglia delle Borraginacee[1], comprendente circa 150 specie erbacee annuali o perenni, fra le quali il comune nontiscordardimé (o non ti scordar di me).
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome del genere deriva dal greco μῦς, μυός, «topo» e οὖς, ὠτός, «orecchio»[2], con allusione alle foglie a orecchio di topo.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I fiori disposti in cime di solito appaiate sono generalmente senza brattee o qualche volta portano brattee nella parte inferiore. Il calice è regolarmente diviso fino a metà o oltre, più o meno accrescente nel frutto; è ispido per la presenza di peli setolosi tutti uguali e uniformi, diritti, appressati e rivolti verso l'alto; oppure per la presenza di peli ad uncino o di due tipi, alcuni setolosi, di solito uncinati e più o meno patenti, altri più corti, esili, diritti o anche arcuati. Rispetto al peduncolo, il calice può essere articolato e caduco o non articolato e persistente. La corolla rotata o rotata-imbutiforme, ha il tubo generalmente corto, la fauce munita di cinque gibbosità glandulose, bianche o gialle e generalmente incluse; il lembo regolarmente diviso in cinque lobi, piano o leggermente concavo, di solito blu (a volte può essere bianco, giallo, rosa e blu). Gli stami sono generalmente inclusi, recanti ognuno una appendice lingulata terminale; i filamenti sono inseriti a metà del tubo. Lo stilo è incluso e porta uno stimma capitato. Le nucule sono quattro, ovoidi, erette più o meno compresse, lisce e lucide, di colore che va dal bruno al nero, spesso con un evidente margine (orlo); l'area di attacco di solito piccola può presentare a volte un'appendice spugnosa o ligulata.[senza fonte]
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Questo genere ha una distribuzione cosmopolita, essendo diffuso in Europa, Africa, Asia, America e Oceania.[1]
In Italia è presente in tutte le regioni con un numero variabile di specie.[3]
Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]
Le specie di questo genere, pur essendo ben distinte dal punto di vista palinologico e cariologico, sono morfologicamente molto simili tra loro e ciò rende particolarmente complicata la loro determinazione.
Il genere comprende circa 150 specie tra cui:[1]
- Myosotis abyssinica Boiss. & Reut.
- Myosotis afropalustris C.H. Wright
- Myosotis albiflora Banks & Sol. ex Hook. f.
- Myosotis alpestris F.W.Schmidt
- Myosotis alpina Lapeyr.
- Myosotis ambigens (Bég.) Grau
- Myosotis antarctica Hook. f.
- Myosotis arvensis (L.) Hill
- Myosotis asiatica (Vestergr.) Schischk. & Serg.
- Myosotis azorica H.C.Watson
- Myosotis balbisiana Jord.
- Myosotis baltica Sam. ex Lindm.
- Myosotis bothriospermoides Kitag.
- Myosotis cadmea Boiss.
- Myosotis congesta Shuttlew. ex Albert & Reyn
- Myosotis corsicana (Fiori) Grau
- Myosotis debilis Pomel
- Myosotis decumbens Host
- Myosotis densiflora C. Koch
- Myosotis discolor Pers.
- Myosotis gallica Vestergr.
- Myosotis galpinii C.H. Wright
- Myosotis graminifolia DC.
- Myosotis incrassata Guss.
- Myosotis keniensis T.C.E. Fr.
- Myosotis krylovii Serg.
- Myosotis laingii Cheeseman
- Myosotis lamottianaa (Braun-Blanq.) Grau
- Myosotis latifolia Poir.
- Myosotis laxa Lehm.
- Myosotis lithospermifolia (Willd.) Hornem.
- Myosotis litoralis Steven ex M.Bieb.
- Myosotis macrosperma Engelm.
- Myosotis minutiflora Boiss. & Reut.
- Myosotis nemorosa Besser
- Myosotis persoonii Rouy
- Myosotis pusilla Loisel.
- Myosotis ramosissima Rochel
- Myosotis refracta Boiss.
- Myosotis rehsteineri Wartm.
- Myosotis rivularis (Vestergr.) A.P. Khokhr.
- Myosotis ruscinonensis Rouy
- Myosotis sachalinensis Popov
- Myosotis scorpioides L.
- Myosotis secunda Al.Murray
- Myosotis semiamplexicaulis DC.
- Myosotis sicula Guss.
- Myosotis soleirolii Godr.
- Myosotis sparsiflora J.C.Mikan ex Pohl
- Myosotis speluncicola (Boiss.) Rouy
- Myosotis stenophylla Knaf
- Myosotis stolonifera (DC.) J.Gay ex Leresche & Levier
- Myosotis stricta Link ex Roem. & Schult.
- Myosotis strigulosa Rchb.
- Myosotis suaveolens Waldst. & Kit. ex Willd.
- Myosotis sylvatica Hoffm.
- Myosotis ucrainica Czern.
- Myosotis verna Nutt.
- Myosotis vestergrenii Stroh
- Myosotis virginiana L.
- Myosotis welwitschii Boiss. & Reut.
Secondo Sandro Pignatti in Italia ne esistono 19 specie:[4]
- Myosotis alpestris F.W. Schmidt
- Myosotis ambigens (Bég.) Grau
- Myosotis arvensis (L.) Hill
- Myosotis caespitosa C.F.Schultz
- Myosotis congesta R.J. Shuttlew
- Myosotis corsicana (Fiori) Grau
- Myosotis decumbens Host
- Myosotis discolor Pers.
- Myosotis incrassata Guss.
- Myosotis nemorosa Besser
- Myosotis pusilla Loisel
- Myosotis ramosissima Rochel in Schultes
- Myosotis rehsteineri Wartm.
- Myosotis scorpioides L.
- Myosotis sicula Guss.
- Myosotis soleirolii Godr.
- Myosotis speluncicola (Boiss) Rouy
- Myosotis stricta Link
- Myosotis sylvatica Hoffm.
Miti e folklore[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione la denominazione di "non ti scordar di me" sarebbe legata a una leggenda germanica secondo la quale Dio stava dando il nome alle piante quando una piantina, ancora senza nome, gridò: "Non ti scordar di me, Dio!" e Dio replicò: "Quello sarà il tuo nome!"[5].
Secondo una più recente leggenda sarebbe invece legata ad un avvenimento occorso lungo il Danubio, in Austria: si narra che un giorno due innamorati stessero passeggiando lungo il Danubio, scambiandosi tenerezze e promesse d'amore. Rimasero affascinati dai piccoli fiori azzurri trasportati dalla corrente del fiume: il ragazzo si chinò per raccoglierne uno e donarlo alla sua amata ma scivolò e cadde in acqua, gridandole “Non ti scordar di me!” come saluto estremo prima di essere inghiottito[6]. L'evento è narrato in una cantata di Anton Bruckner.
Dagli antichi era chiamato erba sacra ed era usata nella preparazione di medicamenti per gli occhi. Plinio il Vecchio dice che il fiore era considerato un simbolo di salvezza dal dolore e da ciò che potesse incupire la vita.[senza fonte]
Nella Germania del XV secolo, chi indossava il fiore non sarebbe stato dimenticato dalla propria amata; mentre le donne lo indossavano come segno di fedeltà. Infatti questo fiore è spesso ritenuto il simbolo per eccellenza della fedeltà e dell'amore eterno.[senza fonte]
Il "non ti scordar di me" è stato adottato a livello internazionale come fiore ufficiale della Festa dei nonni.[senza fonte]
La Massoneria usa il "non ti scordar di me" per ricordare i massoni vittime del regime nazista. I massoni tedeschi, infatti, si riconoscevano tramite questo simbolo, al tempo segreto, dato che il Terzo Reich aveva messo al bando le associazioni massoniche e deportava i massoni quali "dissidenti politici".[7][8]
Il non ti scordar di me è individuabile nel fiore azzurro, simbolo d'ispirazione centrale e durevole del movimento letterario del Romanticismo, ideato dal poeta e filosofo romantico tedesco Novalis nel suo incompleto romanzo di formazione Heinrich von Ofterdingen. Rappresenta il desiderio, l'amore e lo sforzo metafisico di accostarsi all'infinito e all'irraggiungibile, tratti tipici della corrente romantica.[senza fonte]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c (EN) Myosotis, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 4/2/2020.
- ^ Miosotide, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Myosotis, su luirig.altervista.org. URL consultato il 4/2/2020.
- ^ Pignatti 1982.
- ^ (EN) Jack Sanders, The Secrets of Wildflowers: A Delightful Feast of Little-Known Facts, Folklore, and History, Globe Pequot, 2003, ISBN 978-1-58574-668-2.
- ^ Lucillo Merci, Le più belle Leggende dell'Alto Adige, Vallagarina ed., 1973.
- ^ Oswald Wirth, La Massoneria resa comprensibile ai suoi adepti: l'apprendista, Atanòr, 1985, ISBN 88-7169-129-6.
- ^ Christian Jacq, Massoneria: storia e iniziazione, Mursia, 2005, ISBN 88-425-3396-3.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- T.G. Tutin, V.H. Heywood et Alii, Flora Europea, Cambridge University Press 1976. ISBN 0-521-08489-X
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Myosotis, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.