Passo Fedaia

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Passo Fedaia
la sommità del passo con il lago di Fedaia
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Trentino-Alto Adige
  Veneto
Provincia  Trento
  Belluno
Località collegateCanazei
Rocca Pietore
Altitudine2 057 m s.l.m.
Coordinate46°27′12.6″N 11°53′20.4″E / 46.4535°N 11.889°E46.4535; 11.889
Altri nomi e significatiPas de Fedaa (ladino)
InfrastrutturaStrada statale 641 del Passo Fedaia
Pendenza massima18%
Lunghezza27 km
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Passo Fedaia
Passo Fedaia

Il passo Fedaia (Pas de Fedaa o Jof de Fedaia in ladino), (2.057 m) è un valico alpino situato al confine fra Trentino-Alto Adige e Veneto, fra le province di Trento e Belluno, che mette in comunicazione la Val di Fassa all'Agordino, ai piedi della Marmolada, attraverso la Strada statale 641 del Passo Fedaia.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Toponimi di questo tipo sono assai diffusi nell'area alpina e derivano dal latino *fetaria "pascolo per le pecore". Tutt'oggi in numerosi dialetti veneti e ladini è in uso il termine feda per indicare la pecora[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il passo è formato da un pianoro di circa 2,5 chilometri, presso il quale si trova un lago artificiale, il lago Fedaia, utilizzato per la produzione di energia idroelettrica. Dal valico partono inoltre alcuni impianti di risalita e numerosi itinerari per le escursioni sulla Marmolada. È presente anche un Museo della Grande Guerra.

Il Fedaia e la ricerca sui raggi cosmici[modifica | modifica wikitesto]

Il laboratorio dei raggi cosmici nel 1952.

Nel 1950 la SADE, che allora aveva il monopolio nel Triveneto della produzione e della distribuzione dell’energia elettrica, iniziò la costruzione della diga del Fedaia per ottenere energia idroelettrica immagazzinando le acque di disgelo della Marmolada. Fu costruito ai piedi della diga stessa un laboratorio per lo studio dei raggi cosmici, che poteva disporre di grandi quantità di energia elettrica.

Fu quindi possibile sistemarvi un grande elettromagnete che consentiva di separare la materia dall'antimateria carica. Nel laboratorio, attivo fino al 1955, lavorarono fisici di varie università e nazioni, e anche i premi Nobel Fermi, Blackett e Powell vi passarono brevi periodi.[2]

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

La sommità del passo

Il passo Fedaia, spesso chiamato semplicemente "Marmolada", è molto conosciuto fra gli amanti del ciclismo soprattutto per il suo versante orientale (veneto), celebre per le bellezze naturali e per la difficoltà della salita, che presenta il noto rettilineo di Malga Ciapela, circa tre chilometri quasi completamente diritti ad una pendenza media di oltre il 12% e massima del 15%: si tratta, oltre che di uno dei tratti più difficili di tutte le salite dolomitiche, di una delle strade alpine che permettono velocità in discesa molto elevate, anche oltre i 100 chilometri orari. Il versante trentino è invece molto più dolce e breve, con circa il 5% di pendenza media.[3]

Giro d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il Giro d'Italia si avvicinò al passo Fedaia nel 1969, anno in cui era previsto l'arrivo a Malga Ciapela, ai piedi del valico. La frazione in oggetto fu però cancellata per maltempo, e poi riproposta con successo l'anno seguente.[4] La prima scalata fino alla sommità del Fedaia avvenne nel 1975, e da quell'occasione il valico è stato più volte percorso dalla corsa rosa, nel 2008 e nel 2022 anche in veste di arrivo di tappa:[3]

Anno Tappa Primo in vetta Versante scalato
1975 20ª: Pordenone > Alleghe Bandiera dell'Italia Giancarlo Polidori Veneto
1987 16ª: Sappada > Canazei Bandiera dei Paesi Bassi Johan van der Velde Veneto
1989 14ª: Misurina > Corvara in Badia Bandiera dell'Italia Stefano Tomasini Veneto
1990 16ª: Dobbiaco > Passo Pordoi Bandiera dell'Italia Maurizio Vandelli Veneto
1991 17ª: Selva di Val Gardena > Passo Pordoi Bandiera dell'Italia Marco Giovannetti Veneto
1993 14ª: Corvara in Badia > Corvara in Badia Bandiera dell'Italia Claudio Chiappucci Veneto
1996 20ª: Marostica > Passo Pordoi Bandiera dell'Italia Enrico Zaina Veneto
1998 17ª: Asiago > Selva di Val Gardena Bandiera della Colombia José Jaime González Veneto
2000 13ª: Feltre > Selva di Val Gardena Bandiera dell'Italia Francesco Casagrande Veneto
2001 13ª: Montebelluna > Passo Pordoi Bandiera della Colombia Carlos Alberto Contreras Veneto
2002 16ª: Conegliano > Corvara in Badia Bandiera dell'Italia Daniele De Paoli Veneto
2006 19ª: Pordenone > Passo San Pellegrino Bandiera dell'Italia Fortunato Baliani Veneto
2008 15ª: Arabba > Passo Fedaia Bandiera dell'Italia Emanuele Sella Veneto
2011 15ª: Conegliano > Gardeccia/Val di Fassa Bandiera dell'Italia Stefano Garzelli Veneto
2022 20ª: Belluno > Passo Fedaia Bandiera dell'Italia Alessandro Covi Veneto

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovan Battista Pellegrini, Toponomastica italiana. 10.000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, monti spiegati nella loro origine e storia, Milano, Hoepli, 1990, p. 219.
  2. ^ Alessandro De Angelis, L'enigma dei raggi cosmici, Milano, Springer, 2012.
  3. ^ a b CyclingCols - Passo di Fedaia, su cyclingcols.com. URL consultato il 6 giugno 2019.
  4. ^ IL GIORNO DELLA 'PRIMA VOLTA' SUL FEDAIA, su ilciclismo.it. URL consultato il 6 giugno 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]