Massiccio dello Sciliar

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Coordinate: 46°30′43″N 11°34′30″E / 46.511944°N 11.575°E46.511944; 11.575
Massiccio dello Sciliar
Schlerngruppe
Vista dello Sciliar dall'alpe di Siusi
ContinenteEuropa
StatiITA
Catena principaleAlpi
Cima più elevataMonte Pez (2 563 m s.l.m.)

Il massiccio dello Sciliar (tedesco Schlerngruppe; in ladino Scilier) è un gruppo montuoso delle Dolomiti[A 1], situato in Trentino-Alto Adige, nella provincia autonoma di Bolzano, toccando a est la provincia autonoma di Trento[1].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il rifugio Bolzano con il massiccio dello Sciliar in enrosadira

Situato al centro del parco naturale dello Sciliar-Catinaccio, conta diversi accessi dalla val di Tires, da Siusi e da Fiè allo Sciliar e, soprattutto, dall'alpe di Siusi[senza fonte].

Sul pianoro sommitale sorge, a 2457 m s.l.m., il rifugio Bolzano[senza fonte]. I limiti geografici sono, in senso orario, la valle Isarco, la forcella Denti di Terrarossa, il passo Alpe di Tires e la val di Tires[senza fonte].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo Sciliar in inverno

Nel 2010 l'archeologia è riuscita a stabilire, grazie a ricerche mirate e analisi dei pollini, che il vasto altipiano della montagna è già stato utilizzato in modo estensivo nell'età del bronzo, sia per funzioni di culto sia per il pascolo d'alta montagna[2].

Giovedì 11 agosto 2011 due frane si sono staccate dalla cima Euringer (2394 m s.l.m.), parte del massiccio dello Sciliar[3]. La prima, verso le 8:30, ha portato a valle tre massi di grandi dimensioni e la seconda, verso le 10:30, ha avuto dimensioni maggiori[3]. In totale il materiale staccatosi è stato quantificato in circa 2000  di roccia[3].

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

Vista dello Sciliar

Il nome tradizionale della montagna è attestato nelle opere quattrocentesche del poeta Oswald von Wolkenstein come Saleren[4]. Con la successiva caduta della -a- radicale e della -e- della desinenza si ha una palatalizzazione e il passaggio a Sch-[4]. Nel XVI secolo infatti la montagna è indicata come Schlernkhofl, nel 1567 come auf dem Schalern e nel 1700 come Schlern[4]. Si ritiene che il toponimo abbia una base pretedesca e preromana, da identificare in *sala, ovvero "fossato, rio, canale", che si riferisce in primis a Schlerngraben (fossato dello Sciliar) e Schlernbach (torrente)[4]. La forma italiana, introdotta da Ettore Tolomei, ricalca la denominazione ladina di Schiliáar[4].

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Fiè allo Sciliar a valle del massiccio

La SOIUSA lo vede come un gruppo alpino con la seguente classificazione[1]:

Suddivisione[modifica | modifica wikitesto]

Il massiccio dello Sciliar compare nel logo dell'azienda alimentare Loacker, avente sede ad Auna di Sotto

La SOIUSA lo suddivide in tre sottogruppi[A 2][1]:

  • Cresta di Terrarossa (a)
  • Massiccio Monte Pez-Cime di Siusi (b)
    • Massiccio Monte Pez (b/a)
    • Cime di Siusi (b/b)
  • Dorsale del Maglio (c)

Cime principali[modifica | modifica wikitesto]

Cima di Terrarossa
  • Cima di Terrarossa – 2655 m
  • Gran Dente di Terrarossa – 2653 m
  • Monte Pez2563 m
  • Cima Castello (in tedesco Burgstall) – 2515 m
  • Piccolo Sciliar (Jungschlern) – 2283 m
  • Gabels Mull – 2390 m
  • Punta Santner2413 m
  • Euringer – 2394 m
  • Dorsale del Maglio (Hammerwand) – 2128 m

Rifugi principali[modifica | modifica wikitesto]

I Denti di Terrarossa con sotto il rifugio Alpe di Tires

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ Seguendo le definizioni della SOIUSA il massiccio viene visto come un gruppo a sé stante. D'altra parte molti lo includono nel più vasto ed articolato gruppo del Catinaccio, di cui in apparenza sembra costituirne una appendice.
  2. ^ Tra parentesi viene riportato il codice della SOIUSA dei tre sottogruppi. Si tenga presente che un sottogruppo è ulteriormente suddiviso e viene quindi inserita una nuova lettera nel codice.
Riferimenti
  1. ^ a b c Marazzi (2005), [pagine mancanti].
  2. ^ (DE) Peter Haupt, Bronzezeitliche Erdöfen auf dem Schlern - ein neues Interpretationsmodell zum Brandopferplatz auf dem Burgstall, in Der Schlern, vol. 84, n. 9, 2010, pp. 5-15.
  3. ^ a b c Dolomiti: grossa frana sullo Sciliar a cima Santner, in Alto Adige, 11 agosto 2011.
  4. ^ a b c d e Kühebacher (2000), p. 265.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]