Oswald von Wolkenstein
| Oswald von Wolkenstein | |
|---|---|
| Conte di Wolkenstein | |
| Nascita | Ponte Gardena o Falzes, 1376 / 1377 |
| Morte | Merano, 2 agosto 1445 |
| Dinastia | Wolkenstein |
| Padre | Federico di Wolkenstein († 1400) |
| Madre | Caterina di Villandro (1406 circa) |
| Consorte | Margherita di Schwangau |
| Figli | 7 |
Oswald von Wolkenstein (Falzes o Ponte Gardena, 1376 / 1377 – Merano, 2 agosto 1445) è stato un poeta e compositore tedesco.
Il suo aristocratico casato deve il nome al castel Wolkenstein in Val Gardena. Svolse anche funzioni di diplomatico nei suoi numerosi viaggi.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque con buona probabilità alla Trostburg, castello che ancora oggi sovrasta Ponte Gardena, residenza del ramo materno della sua famiglia, o a Castel Schöneck, presso Falzes, in Val Pusteria, dove il padre era castellano nell'anno della nascita di Oswald. Tuttavia risiedette per gran parte della sua vita presso Siusi allo Sciliar, dove sono ancora visibili i ruderi della sua abitazione, il Castelvecchio (in ted. Burg Hauenstein)[1] immerso nei boschi ai piedi dello Sciliar.

Dal 1973 studi sui suoi resti hanno evidenziato che Oswald fosse nato con l'orbita destra più piccola del normale; ne conseguì che l'occhio destro fu sempre sotto sforzo fino a chiudersi definitivamente col tempo. Questi studi hanno confutato l'idea che il motivo potesse essere stato un colpo di freccia subito durante un gioco di carnevale nel 1385.
Poco o nulla è noto della sua infanzia e della sua gioventù, in quanto la sua prima menzione in un atto è datata al 1400, anno della morte del padre. Nel 1403 si stabilì a Bressanone, dove il principe vescovo Ulrico I lo nominò suo fiduciario.
Insieme a suo fratello Konrad partecipò alla Lega dell'Elefante, fondata il 23 agosto 1406, con a capo Ulrich von Matsch, per difendere i diritti e il potere di ventuno famiglie nobiliari tirolesi da Federico IV d’Asburgo e Heinrich VI von Rottenburg. I membri indossavano un pettorale che raffigurava un elefante d’argento, forse come simbolo di potere e dominio. Partecipò anche alla Lega del Falcone, che contava oltre un centinaio di membri, con a capo Heinrich VI von Rottenburg. Il principio della Lega era lo stesso della Lega dell'Elefante, ma si opponeva solo al potere di Federico IV d'Asburgo.
Nel 1415 conosce al Concilio di Costanza il rex romanorum Sigismondo di Lussemburgo, di cui diviene ambasciatore e per il quale effettuò numerosi viaggi. Entrò in seguito a far parte dell'Ordine del Dragone fondato da quest'ultimo per combattere gli hussiti. Tra i suoi componenti contava il principe Vlad II Dracul e János Hunyadi, detto il cavaliere bianco.[2] Si nota nel ritratto la spilla dell'Ordine del Dragone posta sulla stola bianca. Nel 1415 nelle vesti di ambasciatore di Sigismondo di Lussemburgo ottenne i riconoscimenti solenni da Ferdinando I d'Aragona dell'Ordine della Giara e del Grifone (Orden de la Jarra y del Grifo) e dell'Ordine della Stola. Nel ritratto se ne nota la collana formata da giare contenenti tre gigli e con un pendaglio centrale raffigurante un grifone. La stola sulla spalla mostra la spilla con la giara ed i tre gigli. Nel 1417 sposò Margherita di Schwangau, più giovane di lui, che gli diede sette figli.
Nel 1423 Oswald venne coinvolto nell'assedio di Castel Greifenstein come assediato assieme ad altri nobili e alla famiglia degli Starkenberg, possessori del castello e controllori giuridici dell'area di San Genesio. Ne uscì illeso e ne raccontò la storia in una ballata.
Nel 1429, con altri fautori del Capitolo, sequestrò e ricattò (vicenda assai criticata dalle istituzioni e dal popolo)[3] il principe-vescovo di Bressanone Ulrico II Putsch.[4]
Nell'ultima parte della sua vita si ritirò in Tirolo, dove fu una figura politica importante per la sua lunga esperienza. Morì durante una dieta a a Merano il 2 agosto 1445, all'età di 68 anni circa: la sua discendenza proseguì fino al 1937 con il conte Arturo di Wolkenstein-Rodenegg. Quella dei fratelli Michele e Leonardo, invece, fu più breve o continuò per via femminile.[5]
La lapide di Oswald è conservata a Bressanone nel chiostro del duomo, ma egli fu effettivamente sepolto - secondo sua disposizione testamentaria - nel convento agostiniano dell'abbazia di Novacella.[6]
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Ruderi di castel Wolkenstein
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Rovine di castel Greifenstein
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Engelsburg - Castello dell'Angelo (abbazia di Novacella)
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Oswald von Wolkenstein
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Statua del poeta
(Castel Trostburg)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sito di Castel Hauenstein (DE), su burgen-adi.at. URL consultato il 30 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2010).
- ^ Bravi, Mito, p. 15
- ^ Bravi, Osvaldo, p. 32
- ^ Hannes Obermair, Ulrich Putsch, in Lexikon des Mittelalters, vol. 8, Zurigo, 1997, pp. 1196 s.
- ^ Bravi, Osvaldo, p. 46
- ^ Bravi, Mito, p. 45
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ferruccio Bravi, Mito e realtà in Osvaldo di Wolkenstein, Centro di studi atesini, Bolzano 1973.
- Ferruccio Bravi, Osvaldo di Wolkenstein, Centro di studi atesini, Bolzano 1977.
- (DE) Anton Schwob, Oswald von Wolkenstein - eine Biographie (Schriftenreihe des Südtiroler Kulturinstitutes, 4), Bolzano, Athesia, 1989. ISBN 88-7014-073-3
- (DE) Dieter Kühn, Ich Wolkenstein - eine Biographie, Francoforte, Fischer, 1996. ISBN 978-3-596-13334-5 - riedizione ampliata: Ich Wolkenstein. Die Biographie, Francoforte, Fischer, 2011. ISBN 978-3-596-19008-9
- (DE) Anton Schwob, Karin Kranich-Hofbauer et al. (a cura di), Die Lebenszeugnisse Oswalds von Wolkenstein - Edition und Kommentar, 4 voll., Vienna, Böhlau, 1999-2011. ISBN 978-3-205-99124-3
- (DE) Ulrich Müller, Margarete Springeth (a cura di), Oswald von Wolkenstein: Leben - Werk - Rezeption, Berlino-New York, Walter De Gruyter, 2011. ISBN 978-3-11-020782-8
- Dario Capelli, Oswald von Wolkenstein. Edizione critica e traduzione di Lieder selezionati, Dell'Orso, Alessandria 2024. ISBN 978-88-3613-496-0
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Wikisource contiene una pagina dedicata a Oswald von Wolkenstein
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oswald von Wolkenstein
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Osvaldo di Wolkenstein, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giuseppe Gabetti, OSWALD von Wolkenstein, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- (EN) Oswald of Wolkenstein, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Oswald von Wolkenstein, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Oswald von Wolkenstein, su Open Library, Internet Archive.
- (FR) Bibliografia su Oswald von Wolkenstein, su Les Archives de littérature du Moyen Âge.
- (EN) Spartiti o libretti di Oswald von Wolkenstein, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
- (EN) Oswald von Wolkenstein, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Oswald von Wolkenstein, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- Sito della Oswald von Wolkenstein-Gesellschaft di Francoforte, su wolkenstein-gesellschaft.com.
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 9855604 · ISNI (EN) 0000 0001 0868 4863 · BAV 495/26320 · CERL cnp00396033 · Europeana agent/base/147164 · LCCN (EN) n50013728 · GND (DE) 118590618 · BNE (ES) XX1763013 (data) · BNF (FR) cb11943780t (data) · J9U (EN, HE) 987007463361005171 · CONOR.SI (SL) 20041571 |
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