Utente:Bramfab/Stati preunitari italiani

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Stati preunitari italiani o Italia preunitaria

Gli Stati preunitari italiani nel secolo XIX tra i quali era politicamente suddivisa la penisola italiana e le sue isole, nel periodo compreso fra la caduta di Napoleone e la proclamazione dell'unita' d'Italia, furono tutte monarchie frutto del riassetto dell'Europa dopo il congresso di Vienna, la loro esistenza duro' poco meno di cinquant'anni durante i quali si ebbe un deciso aumento numerico della popolazione italiana. Nonostante la presenza trasversale di una componente risorgimentale unitaria, questi stati, tutti con una forma di governo di tipo monarchico, mantennero, fino alla loro progressiva scomparsa una loro individualità e una vita politica rispettivamente autonoma.

Assetto della penisola e Sovrani[modifica | modifica wikitesto]

Udine (Regno Lombardo Veneto): Veduta della piazza Contarena dipinto di Antonioli Fausto (1856)
Palermo (Regno delle due Sicilie): Veduta golfo di Palermo con pescatori, secolo XIX

L'organizzazione degli stati italiani, decisa a tavolino dal congresso di Vienna, cancellava completamente l'assetto politico della penisola creato da Napoleone, e operava una semplificazione dell'assetto degli innumerevoli suddivisioni statali esistenti precedentemente al periodo napoleonico, eliminandone alcune. Tutti gli stati erano monarchie, eliminando le entità repubblicane preesistenti, la modifica più rilevante fu la scomparsa della Repubblica di Venezia con tutti i territori adriatici inglobati a diverso titolo nell'impero austriaco, impero che manteneva un quasi totale controllo diretto o indiretto sulla penisola, tramite l'assegnazione dei troni a persone dinasticamente legate alla casa asburgica.

Il Granducato di Toscana (a cui furono annessi il Principato di Piombino, prima indipendente e lo Stato dei Presidi precedentemente appartenuto al Regno di Napoli) venne dato al fratello minore dell'imperatore d'Austria e il Ducato di Parma alla figlia dell'imperatore, un trattato militare legava il Regno delle due Sicilie all'Austria [1], e il rappresentante della casa d'Austria aveva il potere di veto nell'elezione del nuovo pontefice durante il conclave, tuttavia nel 1846, causa il mancato arrivo al conclave dovuto ad una rottura della sua carrozza e la rapidità dello svolgimento del conclave stesso, il cardinale austriaco Karl Kajetan von Gaisruck non pote' far valere il veto austriaco deciso contro il cardinale Mastai Ferretti, che fu quindi eletto papa come Pio IX senza ostacoli.

L'unico stato rimasto indipendente dall'Austria e governato da una dinastia storicamente di origine italiana rimase il regno di Sardegna governato da casa Savoia, la cui origine viene fatta risalire alla Contea di Savoia formatasi a cavallo del'anno 1000, questo regno fu mantenuto, sopratutto per costituire uno stato cuscinetto con la Francia per prevenire nuovi suoi tentativi di espansione nella penisola, unendolo con i territori della Repubblica Ligure napoleonica, conseguentemente neppure la repubblica di Genova venne ripristinata. Al regno vennero quindi ridati tutti i territori che Napoleone aveva sottratto e annesso alla Francia con l'Armistizio di Cherasco, tra cui Nizza e l'alta Savoia. In virtù degli accordi di Vienna il regno di Sardegna conteneva, come stato indipendente, ma di cui aveva diritto di protezione e guarnigione il Principato di Monaco, nel 1848 due dei tre comuni costituenti il principato, Mentone e Roccabruna, si distaccarono dal principato e vollero essere aggregati al regno di Sardegna. Il secolo XVIII aveva visto la progressivo scomparsa delle restanti dinastie di origine italiane, sostituite da rami dinastici dei Borbone e degli Asburgo.

Successione sovrani degli stati preunitari italiani dal 1815
Stato[2] Abitanti [3]

(Stima al 1815)

Dinastia Monarca alla Restaurazione Successione Successione Successione Successione
Regno di Sardegna 3 814 000 Casa Savoia - Savoia-Carignano Vittorio Emanuele I (1802-1821) (abdicazione) Carlo Alberto (marzo 1821) (reggente) Carlo Felice (1821-1831) Carlo Alberto (1831-1849) (abdicazione) Vittorio Emanuele II (1849-1878) Diventa Regno d'Italia nel 1861
Lombardo Veneto 4 065 000 Asburgo-Lorena Francesco I (1815-1835) Ferdinando I (1835-1848) (abdicazione) Francesco Giuseppe I (1848-1916) Annessione Lombardia nel regno di Sardegna 1859) Annessione Veneto nel regno d'Italia (1866)
Ducato di Parma e Piacenza 383 000 Asburgo-Lorena (Maria Luisa)

Borbone di Spagna

Maria Luigia d'Asburgo-Lorena(1815-1847) Carlo II di Parma (1847-1849)(abdicazione) Carlo III di Parma (1849-1854) (assassinato) Roberto I di Parma (1854-1859) Province Unite del Centro Italia - Annessione nel Regno di Sardegna (1860)
Ducato di Modena e Reggio 375 000 Asburgo-Este Francesco IV di Modena(1815-1846) Francesco V di Modena (1846-1859) Province Unite del Centro Italia Annessione nel Regno di Sardegna (1860)
Organizzazione stati decisa dal Congresso Di Vienna (1815)
Ducato di Massa e Carrara 20 000 Asburgo-Este Maria Beatrice d'Este (1814-1829) Inglobato in Ducato di Modena e Reggio (1829)
Ducato di Lucca 131 000 Borbone di Spagna Maria Luisa di Borbone-Spagna (1815-1824) reggente (Carlo II di Parma formalmente sovrano) Carlo II di Parma come Carlo Ludovico (1824-1847) (abdicazione) a favore di Leopoldo II di Toscana Inglobato in Granducato di Toscana (1847)
Granducato di Toscana 1 264 000 Asburgo-Lorena Ferdinando III di Toscana(1814-1824) Leopoldo II di Toscana (1824-1859) (abdicazione) Governo provvisorio della Toscana (1859-1860) Province Unite del Centro Italia Annessione al Regno di sardegna (1860)
Stato Pontificio 2 425 000 Potere temporale

(Monarchia elettiva)

Pio VII (1814-1823 Leone XII (1823-1829) Pio VIII (1829-1830) Gregorio XVI (1831-1846) Pio IX (1846-1878)

1860 Eccetto Lazio, territori annessi al regno di Sardegna
1870 Lazio con Roma annesso al regno d'Italia

Regno delle due Sicilie 6 766 000 Borbone di Napoli Ferdinando IV Re del regno di Napoli (1751-1815)

Ferdinando III di Sicilia Re del regno di Sicilia (1759-1815)

Ferdinando I (1816-1825) (modifica numerale)

Regno di Sicilia inglobato a formare Regno delle due Sicilie

Francesco I (1825-1830) Ferdinando II (1830-1859) Francesco II (1859-1860)

Regno annesso al Regno di Sardegna

Venezia (1856) L'arrivo dell'imperatore Francesco Giuseppe sulla riva degli Schiavoni in un dipinto di Ippolito Caffi
Milano (1833) Veduta della piazza della Vetra, dipinto di Giuseppe Elena
Firenze: Mercato delle erbe nella Piazza vecchia di Santa Maria Novella in un dipinto di Fabio Borbottoni

Venne mantenuta la separazione della Valtellina dai Grigioni, operata da Napoleone, inglobandola nei territori del Ducato di Milano a formare la Lombardia che unita alla regione veneta costituiva il nuovo regno Lombardo-Veneto, a sua volta inglobato nell'impero asburgico; nonostante le proteste del pontefice lo stato Pontificio fu privato delle enclave di Avignone e del Contado Venassino che furono inglobate nel territorio francese entro cui si trovavano, mentre venivano lasciate al papa le enclave di Benevento e di Pontecorvo esistenti entro il Regno di Napoli. L'Austria con il Trattato di Casalanza riconsegno' il Regno di Napoli a re Ferdinando, tuttavia rimasero deluse le aspettative di Ferdinando di vedersi assegnare l'isola di Malta che, sottratta da Napoleone all'ordine dei Cavalieri di Malta, divenne parte dell'Impero britannico.

I territori del Dipartimento dell'Alto Adige, che includeva il Trentino e una porzione del Sud Tirolo ritornarono e nell'impero austriaco, nella contea del Tirolo amministrata direttamente da Vienna e la Venezia Giulia divenne parte del Regno d'Illiria uno stato dell'impero.

Piccole modifiche territoriali previste a suo tempo dal Congresso di Vienna, nell'area della Lunigiana e della Garfagnana, vennero decise a Firenze il 28 novembre 1844 fra il Granducato di Toscana, il Ducato di Modena e Reggio e di Ducato di Parma e Piacenza col Trattato di Firenze. Cronologicamente questo è l'ultimo episodio in cui popolazioni italiane, senza una consultazione plebiscitaria, furono assoggettate ad una variazione di sovranità decisa sulla base degli accordi di Vienna.

Dinastie regnanti[modifica | modifica wikitesto]

Dinastie
Stato[4] Dinastia regnante
(anno di origine)
Fondatore dinastia
suo luogo di nascita
Primo regnante nato in Italia
data di incoronazione
Ultima dinastia di origine italiana Modalità successione
data
Regno di Sardegna Casa Savoia (Savoia-Carignano)
~ 1000 d.c.
Umberto I Biancamano
Sassonia [5]
Oddone di Savoia
1051
. .
Lombardo Veneto Asburgo-Lorena Maria Teresa d'Austria Vienna nessuno Ducato di Milano Sforza
Repubblica di Venezia
Pace di Cateau-Cambrésis 1559
Trattato di Campoformio 1797
Ducato di Parma e Piacenza Asburgo-Lorena (Maria Luisa)
Borbone di Parma 1700
Filippo I di Parma
Madrid
Ferdinando I di Borbone
1765
Farnese Estinzione per mancanza di eredi 1731,
successione Asburgo secondo Trattato di Londra,
poi Borboni Trattato di Aquisgrana
Ducato di Modena e Reggio Emilia Asburgo-Este
Castello di Schönbrunn
Ferdinando d'Asburgo-Este
Milano
Francesco IV di Modena
1814
Este Deposta nel 1796 dai francesi
Ducato di Lucca Borbone di Spagna 1700 Filippo V di Spagna
Versailles
nessuno Repubblica fino al 1799 Guerre Napoleoniche e Congresso di Vienna
Granducato di Toscana Asburgo-Lorena 1737 Francesco I di Lorena
Nancy
Ferdinando III di Toscana
1790
Medici Senza eredi diretti, successione
decisa da Francia e Austria 1737
Stato Pontificio Potere temporale
(Monarchia elettiva)
. . . Elezione nel Conclave
Regno delle due Sicilie Borbone di Napoli 1700 Carlo III di Spagna
Madrid
Ferdinando I delle Due Sicilie 1759 mai avuta Guerra di successione polacca in sostituzione dominazione asburgica 1735

La distribuzione dei troni fu complicata da decisioni prese per dare un trono ad personam ad alcuni Asburgo. Il ducato di Parma che era inteso come regno da rendere ai Borbone di Parma, venne temporaneamente assegnato come vitalizio a Maria Luisa d'Asburgo, (che come moglie di Napoleone, al quel tempo in esilio, era stata imperatrice dei francesi, e che cambio' il suo secondo nome in Luigia con cui governo' Parma), per divenire borbonico alla sua morte, nel frattempo i Borbone di Parma furono accontentati dandogli il ducato di Lucca, confermando la fine dell'omonima repubblica. Il ducato di Massa e Carrara venne concesso a Maria Beatrice d'Este, per passare alla sua morte come eredita' al figlio Francesco IV ad aggiungersi al Ducato di Modena e Reggio subito affidatogli [6], dando in tal modo un accesso diretto al mare allo stato modenese.

Quattro dei cinque pontefici nacquero nello stato pontificio (Leone II, Pio VIII, Pio IX nelle Marche e Pio VII in Romagna,), mentre Gregorio VI era veneto.

Dei 25 sovrani che governarono gli stati preunitari fino all'unita' nazionale, sette dovettero abdicare in seguito a rivolte o, nel caso di Carlo Alberto, sconfitta in guerra dichiarata e altri due subirono attentati: mortale quello contro Carlo III di Parma, mentre Ferdinando II sopravvisse venendo solamente ferito, Antonio Carra probabile uccisore del duca di Parma riusci' a farsi liberare dopo 10 giorni di prigionia, mentre Agesilao_Milano il feritore di Ferdinando II venne impiccato. Due sovrani, rimasti vedovi, si sposarono morganaticamente negli ultimi anni della loro vita: Ferdinando I con Lucia Migliaccio e Vittorio Emanuele II con Rosa Vercellana; anche Maria Luigia di Parma, vedova di Napoleone morto in esilio all'isola di Sant'Elena, si risposo' morganaticamente col conte di Neipperg e, alla morte di quest'ultimo, nuovamente con Charles-René de Bombelles. La successione a Vittorio Emanuele I, re di Sardegna e morto senza eredi creo' qualche problema, il regno passo' al fratello Carlo Felice, ma Francesco IV di Modena, con i titoli acquisiti come cognato di Carlo Felice, avendone sposata la sorella Maria Beatrice di Savoia, avrebbe tramato invano per ottenerne il trono. Roberto I di Parma aveva solo sei anni quando sali' al trono nel 1854, per cui regnò sotto tutela della madre reggente Luisa Maria di Borbone-Francia.

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative degli stati
Stato Primo livello Secondo livello Terzo livello quarto livello =
Regno di Sardegna 10 Divisioni
11
51 province XX mandamenti comuni La Fusione perfetta del 1847
riorganizza le divisioni a 11
Lombardo Veneto 2 regioni 17 province 218 distretti comuni distinti in C. di I, di II e di III classe des5
Ducato di Parma e Piacenza 5 province 105 comuni = = des5
Ducato di Modena e Reggio Emilia 5 province 59 Comuni distinti in C. di I classe e C. di II classe = = des5
Ducato di Lucca 11 comuni = = = des5
Granducato di Toscana 3 Province 4 Governatorati e 6 commissariati regi 52 vicariati des4 Nel 1849 il granducato è riorganizzato
in 6 compartimenti e 2 governi,
le province trasformate in prefetture
Stato Pontificio 17 delegazioni +
Comarca di Roma
distretti des3 = des5
Regno delle due Sicilie 22 province 76 distretti 684 circondari 2189 comuni,
centri abitati minori suddivisi in
villaggi, borghi, subborghi, casali (Provincia di Napoli, Principato Citeriore),
rioni (Calabria Citeriore) o ville (Abruzzo)
In totale 3333 centri abitati

Interventi militari, presidi e occupazioni straniere[modifica | modifica wikitesto]

Sia l'Austria che la Francia per intervalli di tempo più o meno lunghi, intervennero militarmente, occuparono e posero presidi militari in alcune città e aree della penisola, giustificandosi con le debolezze dei governanti a fronte di rivolte, allo scopo di mantenere l'assetto costituito e per controbilanciarsi reciprocamente l'influenza nell'ambito di più largo respiro di confronto territoriale europeo tra i due stati.
Le truppe austriache, dopo aver riportato a Napoli sul trono Ferdinando I sconfiggendo l'insurrezione del 1821, vi rimasero come presidio del regno delle Due Sicilie fino al 1827. Un rapido, ma deciso intervento militare fu compiuto dagli austriaci nel 1821 anche in Piemonte, stroncando definitivamente l'insurrezione costituzionalista di Santorre di Santa Rosa. Nel 1831 gli austriaci occuparono Bologna a seguito delle insurrezioni nelle legazioni pontificie, e i francesi, per compensare il peso politico di tale presenza nello Stato della Chiesa, occuparono Ancona annunciando che vi sarebbero rimasti fino all'allontanamento delle truppe austriache da Bologna, che si verifico' nel 1836.
Nel 1848 le truppe austriache occuparono Ferrara, e Bologna ove saranno scacciati dalla rivolta cittadina, vi faranno ritorno al termine della prima guerra d'indipendenza e vi rimasero fino alla loro sconfitta nella Battaglia di Magenta nel giugno 1959. Terminati i moti del 1848 i francesi, intervenuti militarmente sconfiggendo la Repubblica Romana e ripristinando il potere temporale papale, stabilirono, a sua difesa, una sorta di protettorato con un presidio fisso di truppe a Roma e nel Lazio circostante mantenuto fino 1864 e ripreso nel 1867 dopo la fallita spedizione garibaldina.

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Milano (Regno Lombardo Veneto): Veduta del Naviglio presa dal ponte di S. Marco, dipinto di Giuseppe Canella 1834

In tutte le nazioni dell'europa nord-occidentale nel secolo XIX la popolazione aumentò costantemente, un simile aumento, sia pur più contenuto avvenne in Italia dove da inizio secolo al 1861 la popolazione crebbe da poco meno di 17 milioni a 25 milioni di abitanti. Il merito di questo aumento è da ricercarsi principalmente dal minor numero di carestie e di epidemie che afflissero la regione italiana.

Andamento generale della popolazione italiana dal 1801 al 1861
Anno[7] Popolazione Incremento annuo %

nel decennio

Crescita
(1801=100)
titolo4 titolo5
1801 17 860 000 = 100 des4 des5
Crescita della popolazione
1811 18 257 000 0.22 103 des4 des5
1821 19 000 000 0.41 107 des4 des5
1831 21 089 000 1.10 119 des4 des5
1841 22 355 000 0.60 126 des4 des5
1851 24 162 000 0.81 137 des4 des5
1861 25 017 000 0.35 141 des4 des5
Campagna romana (1820): disegno di Bartolomeo Pinelli che ritrae uomini e donne nei costumi locali
Popolazione degli stati preunitari italiani
Stato 1815 [8] 1826 [9] 1844[10] 1861[11] Crescita
(1815=100)
dd dd dd
Regno di Sardegna 3 814 000 3 889 700 3 992 000 4 492 000 118 dd dd dd
Lombardo Veneto 4 065 000 4 237 801 4 876 000 5 325 000 131 dd dd dd
Ducato di Parma e Piacenza 383 000 440 000 494 000 504 000 132 = = =
Ducato di Modena e Reggio 375 000 350 000 507 000 602 000 152 = =
Ducato di Massa e Carrara 20 000 29 000 Annessa a Modena = =
Ducato di Lucca 131 000 143 000 incluso in Toscana = = =
Granducato di Toscana 1 264 000 1 275 000 1 703 000 1 826 000 131 = = =
Stato Pontificio 2 425 000 2 590 000 2 930 000 3 180 000 131 = = =
Regno delle due Sicilie 6 766 000 7 420 000 8 434 000 9 180 000 136 = = =


Evoluzione demografica di alcune città http://www.150anni.it/webi/_file/documenti/risorgimento/italiaprimaedopounita/statipreunitari/Italia%20preunitaria/doc3.pdf

Popolazione delle principali città Italiane [12]
Città Anni Abitanti Città Anni Abitanti
Milano 1806 141700 Firenze 1817 102100
_ 1844 206700 _ 1850 108328
Venezia 1802 134398 Napoli 1809 330236
_ 1857 180788 _ 1844 400813
Genova 1802 86063 Palermo 1798 140599
_ 1848 100382 _ 1850 178905

Diritto[modifica | modifica wikitesto]

Costituzioni[modifica | modifica wikitesto]

Carta francese del 1814

Codice Civile[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo della legislazione civile nei diversi stati
Stato[13] Alla restaurazione (1815) Anno di introduzione
Codice civile
Libri

del codice

Articoli

del codice

Particolarità' e novità
Regno di Sardegna Ritorno legislazione pre-napoleonica

Carta de Logu (in Sardegna)

1837 3 2415 Ispirato a modello napoleonico,
ma integrato con osservazioni su codici del periodo
Lombardo Veneto Introdotto Codice civile austriaco 1816 3 1502 [14] Codice civile generale austriaco, introdotto in Austria nel 1811
Ducato di Parma e Piacenza Codice Napoleonico abrogato verificare 1820 3 2376 Ricalca modello napoleonico
Ducato di Modena e Reggio Emilia Codice Napoleonico abrogato

Ripristino Codice Estense del 1771[15]

1852 4 2580 Ispirato al modello napoleonico
Ducato di Lucca Mantenuto Codice Napoleonico 1804 3 2281 Vigenza "provvisoria" del Codice Napoleonico, fino al 1865
Granducato di Toscana Ritorno legislazione pre-napoleonica

(eccetto disciplina sistema ipotecario e prova testimoniale)

mai introdotto Le materie civili furono regolate, da leggi promulgate,
dalle norme del diritto romano comune e del diritto canonico
Stato Pontificio Ritorno legislazione pre-napoleonica

(eccetto disciplina sistema ipotecario)

mai introdotto
Regno di Napoli Mantenuto Codice Napoleonico

(eccetto norme matrimoniali e divorzio)

1819 3 2187 Ricalca modello napoleonico

Il codice napoleonico introdotto nella penisola nel periodo francese, fu quasi ovunque abrogato, tuttavia nel corso del XIX secolo i vari stati introdussero i loro nuovi codci civili, spesso scritti ispirandosi al modello francese. Codice civile italiano del 1865

Diritto di voto[modifica | modifica wikitesto]

Il diritto di voto esisteva solo nel regno di Sardegna, a garantito dallo statuto Albertino [16]

Religione e rapporti con la Chiesa Cattolica[modifica | modifica wikitesto]

Roma (Stato Pontificio): San Pellegrino in Vaticano (1834), scene di vita popolare a Roma, dipinto di Achille Pinelli

Storia_degli_ebrei_in_Italia#Italia_Napoleonica_e_Restaurazione Ducato di Modena e Reggio Emilia: Francesco IV richiamo' i Gesuiti affidando loro l'istruzione [17].

Confronto Stati preunitari italiani e principali stati europei con rilevante presenza cattolica
Stato[18] Patriarcato Arcidiocesi Diocesi Migliaia di cattolici
per diocesi
Note
Austria 1 15 67 320 4 arciv. e 24 diocesi in Lombardo-Veneto, Istria, Tirolo Cisalpino, e Trentino
Prussia = 2 6 700 =
Germania = 3 14 300 =
Svizzera = = 5 200 Coira e San Gallo unica diocesi secondo altri autori
Belgio = 1 5 700 =
Francia = 15 65 400 Vescovado di Ajaccio incluso
Irlanda = 4 24 270 Considerando divisi il vescovado di Cloyne e quello di Ross
Spagna = 8 50 230 Vescovado delle Canarie incluso
Portogallo 1 2 16 200 Diocesi di Angra e Funchal incluse
Stati Italiani 1 44 199 90 Regno di Sardegna (inclusa arcid. di Chambéry e i suoi 3 suffraganei),

Ducato di Parma, Ducato di Modena, Granducato di Toscana,
Stato Pontificio, Regno delle due Sicilie

Totali 3 94 451 = Nel stesso periodo per tutto il mondo si contavano 13 patriarcati cattolici,

142 arcidiocesi e 659 diocesi.

Secondo l'"Annuario Statistico Italiano 1857-58", escludendo le province austriache, l'Italia era il terzo paese europeo come numero di cattolici: 21 900 000, dopo Francia (34 000 000), e Austria (29 800 000), e seguita dalla Spagna con (14 200 000); inoltre l'annuario stima per l'Italia la presenza di 50 000 protestanti (di cui probabilmente 22 000 costituiti dai Valdesi delle valli piemontesi [19])e 50 000 ebrei [20]. Tuttavia rispetto agli altri stati europei, quelli preunitari italiani erano caratterizzati da una struttura di diocesi cattoliche molto capillare, ben superiore rispetto a quella degli altri stati tradizionalmente cattolici come Francia e Austria, questa peculiarità si rifletteva anche nella composizione del collegio dei cardinali, per esempio nel 1854 su 67 porporati solamente 12 non erano italiani.

Clero secolare Clero regolare

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Regno lombardo Veneto Boffalora sopra TicinoLa filanda Mylius, dipinto di Giovanni Migliara, 1828
Vincenzo Cabianca (1854); L'uva malata
1823; L'infiorata di Genzano, litografia di Antoine-Jean-Baptiste Thomas
(1817-19) Pastore di capre di fronte alla Cascate di Tivoli, dipinto di Achille Etna Michallon

https://archive.org/stream/litaliaeconomica01ital

Monetazione[modifica | modifica wikitesto]

Durante il periodo napoleonico venne introdotta la lira italiana nel Regno d'Italia, la moneta da 1 lira era caratterizzata da un peso di 5 g ed un titolo d'argento di 900/1000 ed era la versione locale del franco francese, cui corrispondeva perfettamente per forma, peso e valore.

Con restaurazione la lira venne mantenuta nel Ducato di Parma con l'introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, che emise tagli delle monete da 1, 2, 5, 20 e 40 lire, e nel Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele I.

Caratteristiche della monetazione nei diversi stati
Stato[21] anno Moneta Metallo Peso (g) Titolo metallico Suddivisori Introduzione

nuova moneta

Regno di Sardegna des1 Lira sabauda Argento 5 900/1000 Centesimi
Lombardo Veneto des1 Lira austriaca

(pari a 0.865 Lira ital)

Argento des4 des5 des6 Fiorino dal 1 Novembre 1858

pari a 2.47 Lira ital suddiviso in 100 soldi

Ducato di Parma e Piacenza des1 Lira di Parma Argento 5 900/1000 Centesimi
Ducato di Modena e Reggio Emilia des1 Lira italiana Argento 5 (verificare) 900/1000(verificare) Centesimi(verificare)
Ducato di Lucca des1 Lira lucchese Argento 4.74 666/1000 20 soldi

60 quattrini

Granducato di Toscana des1 Fiorino toscano

(in sostituzione dal 1826 della Lira toscana
che era pari a 0.84 Lira it.)

Argento des3 des4 12 crazie

20 soldi
60 quattrini

des7
Stato Pontificio des1 Scudo pontificio

(pari a 5,375 Lira it)

Argento des3 des4 100 bajocchi dal 1866 Lira pontificia

equivalente alla lira italiana

Regno delle due Sicilie des1 Ducato

(pari a 4.25 lira ital)

argento 22,943 da verif 833,33/1000 da verif 100 grana

10 carlini
200 tornesi


Al termine del periodo preunitario circolavano nella penisola circa 270 tipi diversi di monete, tra monete ufficiali e altre mantenute in uso grazie al loro valore del titolo metallico in argento.

Nel 1861, con la riunificazione dell'Italia la lira torna ad essere la valuta italiana. Curiosamente la prima moneta espressamente denominata una lira italiana non era stata però emessa in territorio piemontese, bensì nel dicembre 1859 ad opera del Governo Provvisorio della Toscana, subito imitato dal dittatore Carlo Farini in Emilia, mentre anche in Lombardia si reintroduceva la lira alla francese al posto di quella tedesca.

Decimalizzazione

Circolazione cartacea[modifica | modifica wikitesto]

Roma (1837) La basilica di Santa Maria Maggiore Rudolf von Alt
Venezia (1835): L'Arsenale in un dipinto di Giuseppe Bernardino Bison

Nel 1848 alla neonata Banca di Genova venne concessa la sospensione temporanea dell'obbligo di convertibilità delle sue banconote introducendo il corso forzoso [22] per permetterle di erogare un mutuo di 20 milioni di lire al ministero delle finanze sarde per affrontare la prima guerra d'indipendenza, la sospensione venne revocata nel 1851 [23]. Una seconda sospensione temporanea dell'obbligo di convertibilità per le banconote della Banca Nazionale [24] e della Banca di Savoia [25] si ebbe nell'aprile 1859 causa lo scoppio delle seconda guerra d'indipendenza per permettere un prestito di 30 milioni, sospensione revocata il 29 ottobre [26], per questo conflitto anche l'Austria si vide obbligata a sospendere l'obbligo di convertibilità delle banconote della Banca di Vienna con un decreto imperiale emesso l'11 aprile e pubblicato il 29 aprile sulla Gazzetta di Vienna, per permettere un prestito di 134 milioni di fiorini, moneta che l'anno precedente era stata introdotta anche nel Lombardo Veneto [27].

Regno di Sardegna:Biglietti di banca. Oltre alle monete effettive ebbero corso legale le banconote della Banca nazionale degli Stati Sardi. Con la legge 9 luglio 1850 la Banca Nazionale (formatasi con l'unione delle Banche di Genova e Torino) fu autorizzata ad emettere biglietti di diverso valore, con l'obbligo di farne il cambio a vista. La circolazione dei suoi biglietti inizialmente fu scarsa, ma a motivo delle crisi commerciali e finanziarie del paese crebbe rapidamente: l'incremento della emissione si fece notevole dall'anno 1859. Al 31 marzo 1858 la circolazione era di lire 50,656,620; nel 1860 era di L. 79,628,920; nel 1862 di L. 96,000,000. [28]. Lira sarda

Lingua, cultura, arte, educazione e sistemi scolastici[modifica | modifica wikitesto]

Lingua[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto probabilmente la lingua italiana costituisse la lingua madre per solamente il 10% della popolazione italiana, questa era la lingua utilizzata come strumento standard nella comunicazione scritta nella penisola[29], in tutti gli stati preunitari i documenti riportanti le leggi, gli editti e degli atti di governo erano scritti ed emanati in italiano, e la stessa lingua venne usata anche nei discorsi della corona al parlamento e anche nei proclami al popolo, per esempio furono in italiano il Proclama di Rimini rivolto da Gioacchino Murat agli italiani nel 1815, il discorso alla nazione noto come grido di dolore con cui nel 1859 Vittorio Emanuele II annunciava il suo impegno per l'unificazione italiana, e il saluto rivolto l'8 dicembre 1860 ai suoi sudditi da Francesco II prima di abbandonare Gaeta[30], gli stessi pontefici dovendosi rivolgere ai propri sudditi utilizzavano l'italiano, per esempio e' scritto in italiano l'annuncio , intitolato "Nei giorni", descrivente la concessione di amnistia disposta da Pio IX nel 1846.

L'italiano era la lingua colta di chi aveva ricevuto un'istruzione formale[29], con la quale vennero scritti anche i romanzi popolari (vedi i Promessi Sposi, Ettore Fieramosca, Le confessioni d'un italiano), i memoriali (Le mie prigioni) e quella usata, soppiantando il latino, per i trattati scritti dai pensatori del tempo (come le opere di Vincenzo Gioberti e Antonio_Rosmini) e nei periodici e giornali stampati in Italia, ed e' la lingua che venne usata dai librettisti delle opere liriche italiane i cui termini tecnici italiani divennero quelli internazionalmente usati in campo musicale, e che costituivano il maggior divertimento pubblico dell'epoca [31].

Tuttavia nella pratica quotidiana il dialetto locale predominava nell'utilizzo colloquiale in tutte le classi sociali, venendo persino utilizzato nelle aule dei tribunali, ed in alcune aree gli abitanti avevano persino difficoltà a riconoscere come tale la parlata italiana, come accadde a due viaggiatori milanesi che nel 1853 furono scambiati per inglesi all'interno della Sicilia[29], ed e' noto che il francese fosse la lingua maggiormente diffusa nella corte piemontese, tuttavia, riguardo ai territori di casa Savoia, già dal 1560 Emanuele Filiberto I aveva stabilito che i documenti per i tribunali e "tutte le scritture pubbliche che si faranno per lo tempo avvenire" debbano essere scritte non in latino, ma "in buona lingua volgare, cioè Italiana nei nostri stati d'Italia e Francese in quelli al di là de' monti [32]. Sul diffuso utilizzo delle lingue dialettali, anche in ambito colto, Duggan ricorda lo sviluppo letterario vernacolare che si ebbe partire dalla seconda meta' del settecento, delle cui principali opere furono artefici: Carlo Goldoni (1707-1793) veneto, Carlo Porta (1775-1821) in milanese , Giovanni Meli (1740-1815) in siciliano e Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863) in romanesco[29]. Lo studio dei dialoghi delle opere di Goldoni suggerisce il seguente scenario bilinguistco: gli appartenenti alle classi elevate se provenienti da luoghi diversi parlavano fra di loro in italiano, e si rivolgevano ai domestici in italiano, quest'ultimi lo comprendevano, ma rispondevano in dialetto e sempre in dialetto parlavano tra di loro e col popolo minuto, la stessa dialettica si osserva nell'opera buffa Le convenienze e le inconvenienze teatrali di Gaetano Donizetti ambientata a Napoli[33]. A sua volta la lingua italiana era più diffusa arealmente rispetto a quanto lo sara' dopo due secoli: l'italiano era usato nei paesi sulla costa istriana e dalmata abitati da popolazioni plurietniche, che precedentemente erano parte della Repubblica di Venezia e Repubblica di Ragusa, ed era in uso a Malta, dove la locale "Gazzette" era pubblicata in versione bilingue: italiana/inglese[34].

D'altro canto nell'Europa ottocentesca il multilinguismo individuale era pratica abituale, con l'utilizzo da parte della medesima persona di lingue diverse a seconda degli ambiti in cui si trovava agire, per esempio i membri della dieta ungherese parlavano tra di loro in croato o magiaro, ma si rivolgevano in latino all'assemblea, mentre nelle campagne europee l'utilizzo dei dialetti era diffuso [29], secondo gli storici anche in stati la cui unita' nazionale era avvenuta da secoli, come Francia e Regno Unito, una parte consistente delle popolazioni rurali francesi e delle aree periferiche del Regno Unito non sapeva esprimersi in inglese e francese ed era praticato un bilinguismo tra lingua nazionale e dialetto [35].

Memo: Cercare il De Mauro http://www.viv-it.org/sites/default/files/u80/Altieri%20Biagi.pdf

Analfabetismo[modifica | modifica wikitesto]

Percentuale di analfabetismo nel periodo preunitario

Percentuale di analfabeti nel periodo preunitario
Stato[36] prima meta XIX seconda meta XIX 1862
Regno di Sardegna non disp non disp 73
Lombardia non disp non disp 60
Veneto 64 (1824) non disp non disp
Ducato di Parma e Modena 80 (1833) non disp 80
Granducato di Toscana 80 (1848) non disp 78
Stato Pontificio non disp non disp 80
Regno di Napoli 90 (1820) 90 (1859) 90

Grand Tour[modifica | modifica wikitesto]

Philippe-Jacques van Bree: Alla fontana (1832) Il dipinto evidenzia, in accordo con la moda del tempo, l'attenzione del pittore sia ai soggetti neoclassici: colonna con capitello, bassorilievo e resti di tempio con colonne sullo sfondo, che ai dettagli degli usi e costume degli abitanti: abbigliamento delle donne, le particolari caraffe, tipiche abruzzesi, usate per contenere l'acqua e trasportate sulla testa, il fuso per filare la lana
Roma, Tevere: Castel Sant'Angelo, dipinto del 1824-25 di Sil'vestr Feodosievič Ščedrin

L'Italia continua, dal secolo precedente, ad attrarre i viaggiatori europei impegnati nel Grand Tour, nel 1817 viene pubblicato Viaggio in Italia diario del viaggio compiuto da Goethe trent'anni prima, e molti studiosi come Theodor Mommsen, Ferdinand Gregorovius Jacob Burckhardt trascorreranno alcuni anni di studio in Italia. Il paese diventa anche una meta di soggiorno per scrittori e intellettuali come George Gordon Byron, Percy Bysshe Shelley con sua moglie Mary Shelley e John Keats, interessati sopratutto alla scoperta del classicismo in Italia, piuttosto che ad osservazioni sugli eventi politici del periodo; un diverso occhio verso la realtà italiana del tempo verrà da un altro viaggiatore: Stendhal , che ne trarrà anche spunto per i suoi scritti, tra il noto romanzo La Certosa di Parma.

A Firenze ove morirà nel 1824, si e' stabilita Luisa di Stolberg-Gedern, piu' nota come Contessa d'Albany, intellettuale belga già amante di Vittorio Alfieri.

Anche pittori europei, scelgono l'Italia come luogo di studio e da cui prendere ispirazione: come en:Mattheus Ignatius van Bree, en:Philippe-Jacques van Bree, Jean-Baptiste Camille Corot, Horace Vernet. Il xxxxx Anton Sminck van Pitloo fonda la scuola paesaggistica di Posillipo alla cui morte Giacinto Gigante ne prenderà il posto, Sil'vestr Feodosievič Ščedrin passeranno anni di studio, presso i musei e le raccolte d'arte del tempo. A Roma, presso l'Académie de France à Rome arrivano anche per studiare gli artisti vincitori del Prix de Rome, come i pittori Achille Etna Michallon, Antoine-Jean-Baptiste Thomas, Ernest Hébert, Jean-Achille Benouville e Jean-Auguste-Dominique Ingres che protrasse il suo soggiorno romano , i musicisti Charles Gounod, Hector Berlioz e Georges Bizet William Turner John Ruskin

Letterati e intellettuali[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo inizia con l'ultima fase del neoclassicismo con Vincenzo Monti e Ippolito Pindemonte, mentre Ugo Foscolo esule trascorre gli ultimi anni a Londra.

Tra gli scrittori, sia poeti che romanzieri, la cui attività e' principalmente legata al periodo preunitario vi sono Giacomo Leopardi, Giuseppe Giusti, Pietro Giordani, Alessandro Manzoni il cui romanzo Promessi Sposi, apre la strada ai romanzi storici italiani, quasi tutti ambientati in un medio evo italiano idealizzato, come l'Ettore Fieramosca di Massimo d'Azeglio, I Lombardi alla prima crociata e il Marco Visconti di Tommaso Grossi, la Margherita Pusterla di Cesare Cantù, La battaglia di Benevento e opere successive di Francesco Domenico Guerrazzi. La serie degli scrittori di romanzi storici viene chiusa, alla fine del periodo preunitario da da Giuseppe Rovani con Cento anni [37] e Le confessioni d'un italiano d'Ippolito Nievo pubblicate postume nel 1867, ambientati rispettivamente negli ultimi cent'anni e cinquant'anni di vita italiana.
Sempre nello spirito di rivisitazione della storia italiana vi sono i drammi teatrali di Giovanni Battista Niccolini: Arnaldo da Brescia, Giovanni da Procida e Antonio Foscarini, alcuni dei quali ostacolati dalla censura politica del tempo [38]., quelli di Manzoni Il Conte di Carmagnola e l'Adelchi di Manzoni, la Francesca da Rimini di Silvio Pellico [39].

Nel 1808 in epoca Napoleonica con la pubblicazione di Storia delle repubbliche italiane opera del ginevrino Simond de Sismondi inizia un periodo di rinnovo di interesse per la storia italiana, che proseguirà e si svilupperà nel periodo preunitario: tra le opere degli storici dell'epoca, si segnalano: Storia d'Italia dal 1789 al 1814 (1824), e La Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini fino al 1789 in 10 volumi (1832) di Carlo Botta, Storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825 (pubblicata postuma nel 1834) di Pietro Colletta, Storia Della Guerra Di Federigo Primo Contro I Comuni Di Lombardia di Giovanni Battista Testa (pubblicata in esilio a Londra nel 1853) e la Storia universale formata da trentacinque volumi, di Cesare Cantù (1835 e più volte ristampata) [40], la Storia della Lega Lombarda e altri studi di storia medioevale ad opera del monaco benedettino Luigi Tosti.

La filosofia ha tra i suoi discepoli Joseph de Maistre teorico della restaurazione e dell'ultramontanismo, Antonio Rosmini, Gian Domenico Romagnosi filosofo, fisico e giurista e il suo allievo Giuseppe Ferrari.

Tra gli intellettuali, politicamente impegnati, con diverse visioni sul futuro della penisola si evidenziano Melchiorre Gioia, Cesare Balbo, Silvio Pellico, Piero Maroncelli, Vincenzo Gioberti, Giuseppe Mazzini,Ferdinando Petruccelli della Gattina, Luigi Settembrini, Terenzio Mamiani e Massimo d'Azeglio. Una ideologia protosocialista traspare dagli scritti di Angelo Santilli e di Carlo Pisacane.

Nascono alcune riviste ben presto importanti per i dibattiti culturali che produrranno: a Milano nel 1816 esce la Biblioteca Italiana i cui articoli alimenteranno il dibattito classicisti-romantici in reazione alla quale nel 1818 sempre a Milano nasce Il Conciliatore chiuso dopo un anno dalla censura, , a Firenze nel 1821 inizia la pubblicazione dell' Antologia chiusa dopo 12 per un articolo antiaustriaco, nel 1833 inizia a Napoli la pubblicazione dell'Omnibus, nel 1939 a Milano Carlo Cattaneo fonda Il Politecnico Repertorio mensile di studj applicati alla prosperità e coltura sociale, a Torino Cavour e Cesare Balbo il 15 dicembre 1847 pubblicano il primo numero della rivista Il Risorgimento , a Napoli (e ben presto trasferita a Roma) Luigi Taparelli d'Azeglio cofonda con Carlo Maria Curci nel 1850 la La Civiltà Cattolica come strumento per difendere e propagandare il pensiero cattolico e come reazione Bertrando Spaventa e Francesco De Sanctis fondano Il Cimento a Torino.

Sul piano degli studi linguistici nel 1830 Niccolò Tommaseo pubblica il Dizionario dei Sinonimi della Lingua Italiana e inizia a lavorare al suo Dizionario della lingua italiana che inizierà ad esser pubblicato nel 1861.



Accademia_della_Crusca#La_rinascita_dell.27Accademia, Accademia_Nazionale_dei_Lincei#La_doppia_rifondazione_.281847_e_1874.29 Accademia dell'Arcadia


Per tutto il periodo preunitario la Massoneria, permessa durante il periodo napoleonico, venne vietata in tutti gli stati preunitari.

Belle arti[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Longhi , neoclassico discepolo di Andrea Appiani, Angelo Inganni Francesco Hayez Francesco Saverio AltamuraSilvestro LegaGiovanni_FattoriCaffè Michelangiolo

Musica e musicisti[modifica | modifica wikitesto]

Questo fu un periodo molto fecondo nel campo della musica operistica italiana, l'inizio del secolo è ancora dominato da Gioachino Rossini, che compone sul tema dell'opera buffa, seguono Vincenzo Bellini che si sposta su temi neoclassici e romantici, in accordo con lo spirito dell'epoca, quindi con primi accenni drammatici e realismo si hanno le opere di Saverio Mercadante e Gaetano Donizetti. Infine con uno spirito decisamente più melodrammatico e allineato al romanticismo nazionalistico il panorama musicale della seconda metà del periodo preunitario è dominato dalla figura di Giuseppe Verdi.

 Giulio Ricordi  Teatro_in_Italia#Il_XIX_secolo Vincenzo Bellini Niccolò Paganini

Figure femminili[modifica | modifica wikitesto]

Secondo gli storici manco' una nascita' del femminismo, diversamente da quanto accadde in altre nazioni dell'Europa occidentale e negli Stati Uniti, e viene indicato nel forte analfabetismo il principale elemento limitante l'emancipazione femminile; il tema dell'istruzione femminile venne affrontato nel 1847 da Caterina Franceschi Ferrucci nel suo scritto Della educazione morale della donna Italiana, una delle delle poche donne intellettualmente emancipate dell'epoca e politicamente impegnata nella causa risorgimentale. Di problematiche femminili si occupo' anche Giulia Falletti di Barolo, profondamente cattolica, originaria di una famiglia vandeana con numerosi parenti giustiziati nel corso della Rivoluzione francese, che nel 1821 divenne soprintendente del carcere femminile di Torino, portatrice di una ideologia antirisorgimentale, ritenendo inconciliabile la causa nazionale con la devozione verso il pontefice.

Nel periodo si distinsero anche Ernesta Legnani Bisi pittrice e incisore, Bianca Milesi anch'essa pittrice e scrittrice (tra i suoi scritti Vita di Gaetana Agnesi e Vita di Saffo), entrambe le due donne parteciparono al risorgimento come Giardiniere, la controparte femminile dei carbonari. Adelaide Cairoli nota per essere stata la madre dei fratelli Cairoli e considerata dalla storiografia apologetica un modello di madre della nazione e Cristina Trivulzio di Belgiojoso giornalista, scrittrice e editrice di giornali rivoluzionari.

Architettura neoclassica A Napoli viene costruita la Basilica reale pontificia di San Francesco di Paola in stile neoclassico. A Milano viene costruita la Chiesa di San Carlo al Corso, Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino, Arco della Pace Caffè Pedrocchi Casina Valadier nota anche come caffè al Pincio (Roma) Cimitero monumentale di Staglieno a Genova, Teatro Regio di Parma Teatro Carlo Felice di Genova, Villa la Rotonda Inverigo , completato l'Acquedotto Leopoldino portante l'acqua a Livorno, risistemata Piazza del Popolo a Roma.

Educazione e sistemi scolastici[modifica | modifica wikitesto]

storia della scuola italiana LA SCUOLA NELL'ITALIA PREUNITARIA DELLA RESTAURAZIONE Il sistema scolastico era differente fra stato e stato, e vi si possono distinguere due differenti approcci: da un lato il mantenimento della gestione dell'educazione ad opera degli ordini religiosi (monopolio che nel secolo precedente era esteso a tutta la penisola ed era stato interrotto nel periodo napoleonico) e dall'altra la presa di responsabilità dello stato sull'educazione estromettendone o limitando fortemente l'operato della chiesa nel corso del periodo preunitario.

Papa Leone XII, con la bolla Quod Divina Sapientia nel 1824 crea la "sacra Congregazione degli studi", l'anno successivo è diramato un Regolamento per creare scuole private, religiose e di quartiere, queste rispondono al cardinale regionario. I maestri devono avere una licenza dal vescovo, il quale decide anche il loro stipendio. Pio IX decise la formazione di un "Concilio di censura" per una valutazione preliminari dei libri che potevano essere adattati come libri di tesoM.Elia, pp. 98.

Nel regno delle due Sicilie l'insegnamento venne lasciato alla responsabilità dei vescovi, che erano ispettori di tutte le scuole e nominavano gli insegnanti dopo averli esaminati, gli studenti delle superiori dovevano iscriversi alla "congregazione di spirito competente per territorio" (regolamento 5 marzo 1856).M.Elia, pp. 98


Nel regno di Sardegna il 30 novembre 1847 Carlo Alberto istituisce il Ministero della Pubblica Istruzione, facendo si che lo stato prendesse su di sè la responsabilità dell'educazione, in precedenza lasciata agli ordini religiosi. Il 4 ottobre 1848 la legge Boncompagni[41] stabilisce che anche la scuola privata debba dipendere dal ministero richiedendo che anch egli insegnati negli istituti religiosi avessero abilitazioni statali, non considerando più validi i titoli per l'insegnamento rilasciati dai seminari vescovili. Scuola elementare di 2+2 anni obbligatoria a cura dei comuni , a cui potevano seguire o 2 anni di scuola tecnica, oppure scuola classica che permetteva l'accesso all'universitàM.Elia, pp. 96-97. La Legge Casati del 13 novembre 1859 definirà quello che sarà l'assetto della scuola italiana per molti decenni, fino alla riforme Gentile.

Leopoldo II promulga in Toscana il 30 giugno 1852 la riorganizzazione della scuola pubblica e privata: scuole elementari pubbliche gratuite, nei paesi con più di 1000 abitanti scuole obbligatorie secondarie per "agricoltura, commercio ed arti", a cui si aggiungono i ginnasi e i licei come percorso per le università del Granducato. L'insegnamento è libero ed il controllo dello stato è limitato alla "costumatezza delle persone".M.Elia, pp. 97



Tasso di scolarità elementare[modifica | modifica wikitesto]

http://www.150anni.it/webi/_file/documenti/risorgimento/italiaprimaedopounita/statipreunitari/Italia%20preunitaria/doc4.pdf

http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-alessandro-parravicini/

Asili infantili[modifica | modifica wikitesto]

Asili infantili nel 1846
Area Numero Asili Alunni Alunne Totale alunni[42] Immagine
Regno di Sardegna 43 2438 2401 4839
Lombardia 60 3389 2785 6174
Veneto 31 1626 1524 3151
Ducato Di Parma 9 485 460 945
Granducato di Toscana 23 1051 1359 2410
Stato Pontificio 2 100 100 200
Regno di Napoli 3 200 100 300
Totale 171 9289 8729 18018

Università[modifica | modifica wikitesto]

Ogni stato aveva almeno una università, la cui frequentazione era limitata ad una ristretta elite.

Università - 1828
Stato[43] Cittá (studenti) [44] Studenti (1828)[45] Studenti per migliaia

di abitanti (1826)

titolo3 titolo4 titolo5
Regno di Sardegna Torino (1200)

Genova (420)
Cagliari (350)
Sassari (120)

2090 0.54 des4 des5
Tirolo Innsbruck [46]

In lingua tedesca

([47])
des4 des5
Lombardo Veneto Padova (300)

Pavia (750)

1050 0.25 des4 des5
Ducato di Parma e Piacenza Parma (250) 250 0.57 des4 des5
Ducato di Modena e Reggio Emilia Modena (200) 200 0.44 des4 des5
Ducato di Lucca Lucca (120) 120 0.84 des4 des5
Granducato di Toscana Firenze ([48])

Pisa (660)
Siena (280)

880+ 1.02 [49] des4 des5
Stato Pontificio Bologna (550)

Camerino (200)
Fermo (200)
Ferrara (300)
Macerata (200)
Perugia (200)
Roma (600)

2250 0.87 des4 des5
Regno delle due Sicilie Napoli (800)

Salerno (300)
Palermo (600)
Catania (500)

2200 0.30 des4 des5

Forze armate[modifica | modifica wikitesto]

Torino (Regno di Sardegna) 1845: Il castello reale, acquarello di Franz Alt
La campagna romana in un dipinto di Jean-Achille Benouville (1848)
Stato[50] Organico Composizione Obbligo di leva titolo4 Particolarità
Regno di Sardegna 60000 di fanteria di linea (100000 in guerra) 40000 marinai[51] Sudditi Obbligatorio salvo che in Sardegna: 8 anni + 8 nei battaglioni provinciali des4 Integrato con corpi di volontari
durante le guerre risorgimentali
Lombardo Veneto 30000 reclutati[52] Sudditi dell'impero Esistente des4 I reparti di leva erano inviati in servizio in altre province dell'impero
Ducato di Parma e Piacenza 1 battaglione di fanteria di linea, 2 compagnie di dragoni, 1 plotone di cannonieri[53] des2 des3 des4 des5
Ducato di Modena e Reggio Emilia des1[54] des2 Arruolamento volontario des4 des5
Ducato di Lucca 3460 inclusa la guardia urbana [55] sudditi des3 des4 des5
Granducato di Toscana 5000 uomini[56] sudditi e volontari Obbligatorio, estrazione des4 des5
Stato Pontificio 17900[57] Mercenari e sudditi Assente des4 des5
Regno di Napoli 35000-40000[58] Mercenari (10000 svizzeri) e sudditi Obbligatoria continente, arruolamento volontario in Sicilia

Sicilia esclusa

des4 des5

Infrastrutture[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

https://archive.org/stream/litaliaeconomica01ital#page/132/mode/2up

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Bassoli, Galleria di Pietrabissara sulla linea Torino-Genova (1853)
Caratteristiche delle ferrovie preunitarie
Stato[59] [60] Prima tratta Chilometri
rotabili al 1861
lunghezza/area territorio Connessioni con
stati confinanti
Note
Regno di Sardegna 1848 802 des3 si des5
Lombardo Veneto 1840 522 des3 si des5
Ducato di Parma e Piacenza 1859 des2 des3 si des5
Ducato di Modena e Reggio Emilia 1859[61] des2 des3 si des5
Principato di Lucca 1848 14 des3 des4 des5
Granducato di Toscana 1844 323 des3 no des5
Stato Pontificio 1857 100 des3 no des5
Regno di Napoli 1839 128 des3 no des5

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5747867w.r=var%C3%A8se.langFR http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5747867w/f973.image.r=var%C3%A8se.langFR


Molte fonti, predendo come riferimento lo scoppio della prima guerra d'indipendena (30 aprile 1859) riassumono lo sviluppo della rete ferroviaria italiana preunitaria alla lunghezza totale di 1829 km dati dalla somma di 850 km costruiti nel regno di Sardegna, 522 km nel Lombardo-Veneto, 257 km nel Granducato di Toscana, 101 km nello Stato pontificio e 99 km nel Regno delle Due Sicilie, [62]

Secondo altre fonti alla proclamazione dell'unita' d'Italia nel marzo del 1861, si avevano circa circa 1.900 km di ferrovia nel regno d'Italia, a cui sommare altri 500 km in Veneto, Friuli, Trentino e Lazio. Dopo l’Unità la rete ferroviaria ebbe un successivo grande sviluppo, dovuto sia completamento di linee ferroviarie già progettate e in costruzione prima dell'unione, e sia allo sviluppo ferroviario nazionale voluto dai governi italiani. [63] Imperial-Regia Privilegiata Strada Ferrata Ferdinandea Lombardo-Veneta, Storia delle ferrovie in Austria Discussioni utente:Horatius/Draft-4

Poste e telegrafia[modifica | modifica wikitesto]

Parma (1852) La Piazza grande di Parma, dipinto di Luigi Marchesi, e' visibile in basso l'Ara dell'Amicizia distrutta nel 1859
Napoli (1845) Piazza di San Lorenzo Maggiore di Achille Vianelli
Filatelia degli antichi Stati italiani
Stato Introduzione
francobollo [64]
Numero di

Uffici postali[65]

Uffici telegrafici titolo4 Note
Regno di Sardegna 1 gennaio 1851 635 des3 des4
Lombardo Veneto 1 giugno 1850 272 des3 des4
Ducato di Parma e Piacenza 1 giugno 1852 8 des3 des4 =
Ducato di Modena e Reggio Emilia 1 giugno 1852 32 des3 des4
Granducato di Toscana 1 aprile 1851 114 des3 des4
Stato Pontificio 1 gennaio 1852 315 des3 des4
Regno di Napoli 1 gennaio 1858 (continentale)

1859 Sicilia

164 (continentale)

84 Sicilia

des3 des4

Il primo francobollo venne introdotto nella penisola nel 1850, a dieci anni di distanza dal suo primo utilizzo al mondo ad opera del servizio postale inglese, alla fine del 1852 tutti i servizi postali preunitari, ad eccezione di quello del Regno delle due Sicilie avevano adottato l'invenzione di Rowland Hill. Nel regno borbonico il francobollo fu adottato nel 1858 in terraferma e 1859 in Sicilia, i francobolli recavano rispettivamente la scritta "posta di Napoli" e "posta di Sicilia" e venne ideato un annullo a forma di U in modo da poter timbrare il francobollo senza coprire l'immagine del re.

Organizzazione del Sistema di Unita' di misura[modifica | modifica wikitesto]

Il "Mercato di Amalfi, in un guazzo del 1845 di Giacinto Gigante

Ogni stato aveva le sue unità di misura locali. Il sistema metrico decimale fu introdotto solamente dal Regno di Sardegna con un regio editto dell'11 settembre 1845 riportante la decisione che dal primo gennaio 1850 saranno esclusivamente utilizzati nel regno "i pesi e le misure del sistema metrico decimale", i cinque anni di tempo dalla emissione del decreto alla sua applicazione furono decisi per dare tempo alla popolazione di prepararsi al cambio [66]. Unità di misura storiche della Sicilia

Sanità[modifica | modifica wikitesto]

Farmacopea[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1802 Luigi Valentino Brugnatelli professore di chimica all'università di Pavia aveva pubblicato in quella città "Farmacopea ad uso degli speziali e medici moderni della Repubblica Italiana"

Farmacopea
Stato[67] Farmacopea Anno Semplici Composti Medicinali
obbligatori
Voci in totale
Regno di Sardegna Farmacopea Taurinensis 1833 673 675 = 1348
Lombardo Veneto Pharmacopoea Austriaca 1834 248 280 = 1350
Ducato di Parma e Piacenza Codice per gli Stati Parmensi 1858 [68] des3 des4 des5
Ducato di Modena e Reggio Emilia Farmacopea per gli Stati Estensi 1839 280 300 330 1300
Ducato di Lucca des1 des2 des3 des4 des5
Granducato di Toscana des1 des2 des3 des4 des5
Stato Pontificio des1 des2 des3 des4 des5
Regno delle due Sicilie Ricettario Farmaceutico Napolitano 1837 = 361 181 800
La Mal'aria, dipinto del 1848 mostrante persone ammalate nelle paludi della campagna romana, dipinto di Ernest Hébert

Malattie endemiche e epidemie[modifica | modifica wikitesto]

Come gli altri paesi d'Europa lo stato di salute delle popolazioni fu soggetto negli anni ad epidemie di malattie contagiose mortali quali: colera, vaiolo, tifo e peste, e spesso era costantemente minacciato dall'esistenza di malattie endemiche, tipiche delle regioni mediterranee quali la malaria.

Vaste aree, come le Paludi Pontine, l'area di Comacchio, la Maremma, le due isole principali e molte zone costiere sopratutto del meridione, erano soggette alla malaria, ed ai viaggiatori le guide turistiche dell'epoca consigliavano di attraversare questi territori al termine del periodo delle piogge autunnali, che avrebbero ripulito l'aria dai miasmi, in quanto nella prima meta' del secolo XIX l'aria cattiva era ancora considerata la causa della malattia (da cui il nome: "mala aria")[69].

La popolazione, in gran parte contadina, aveva nel mais il suo alimento principale, quindi una alimentazione carente in vitamine che provocava l'insorgere della pellagra, inizialmente nelle regioni settentrionali, poi diffusasi anche nelle campagne del centro-sud [70].

Colera[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del colera.

Gli stati preunitari furono soggetti a tre epidemie di colera, la grave malattia che nel secolo XIX dall'India si diffuse in Europa. La prima epidemia avvenne nel 1835, circa cinque anni dopo i primi casi di colera in Europa, contagio arrivato lungo le vie di commercio con l'oriente e diffusosi a partire dall'Italia settentrionale fino al Regno delle due Sicilie, terminando nel 1837 e lasciando incolumi solamente l'isola d'Elba e la Sardegna, causando circa 146.383 morti in 2998 comuni.
La seconda epidemia avvenne nel 1849 a seguito delle truppe austriache inviate a reprimere i moti del '48, e la propagazione segui' il movimento delle truppe austriache interessando 364 comuni che ebbero circa 13.359 morti. Nel 1851 il Regno di Sardegna, il Regno delle Due Sicilie, il granducato di Toscana e lo Stato pontificio parteciparono a Parigi, assieme alle principali nazioni europee, ad una conferenza internazionale sul colera e la sua prevenzione[71].
La terza epidemia passo' dalla Francia in liguria nel 1854, espandendosi poi nella penisola nell'anno successivo, arrivando a interessare 4468 comuni, concludendosi nel 1856 causando 284.514 decessi.
In tutti questi eventi quasi tutti gli stati misero in atto misure di contenimento, barriere e quarantene senza un valido coordinamento reciproco, e per quanto fosse riconosciuto il carattere contagioso della malattia, non ne erano note le cause, nonostante che nel 1854 il toscano Filippo Pacini avesse individuato il vibrione 30 anni prima di Robert Koch, in aggiunta le misure di contenimento spesso erano osteggiate dalle autorità' delle città marittime in quanto, ostacolando il commercio, le danneggiavano economicamente.

Peste[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1816 avvenne l'ultimo epidemia di peste in Italia, proveniente da Malta con merci di contrabbando, l'epidemia scoppiò a Noja in Puglia, provocando circa 700 vittime su circa 5.000 abitanti, fortunatamente l'epidemia venne circoscritta con rigide misure di isolamento[72][73]

Vaiolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo napoleonico (a partire dal 1802) venne resa obbligatoria la vaccinazione antivaiolosa, il cui obbligo fu in qualche modo mantenuto anche durante la restaurazione, e ciò viene indicato come spiegazione della bassa mortalità durante l'epidemia di vaiolo scoppiata nel 1820 e conclusasi nel 1822; l'obbligo della vaccinazione venne introdotto negli stati Pontifici con l'editto del 20 giugno 1822 [74] Tuttavia due anni dopo l'obbligo della vaccinazione fu cancellato da Leone XII, pur mantenendolo gratuito per chi volontariamente avesse voluto vaccinarsi con una circolare legatizia del 15 settembre 1824 [75], ciò porto' a trascurare la vaccinazione e la successiva epidemia, avvenuta nel 1828 solamente nella città di Bologna causo' 553 morti ed una terza epidemia si abbatte' nel 1835 [76], l'"innesto del vajuolo vaccino" venne ripristinato in Roma al tempo di Pio IX con una notificazione del Municipio di Roma del 13 aprile 1848[77].
Nel Lombardo-Veneto la prevenzione, includeva l'obbligo di vaccinazione, il controllo a parte della autorità, il divieto di accogliere negli ospedali e ostelli di carità i ragazzi sprovvisti del certificato di vaccinazione, ogni tre mesi i parroci dal pulpito indicavano gli eventuali decessi per questa malattia, ricordando gli obblighi ai parrocchiani, la mancata denuncia di un ammalato da parte di un medico era pesantemente multata, l'abitazione del malato veniva segnata con vernice per prevenire il contagio, i familiari messi in isolamento e i morti seppelliti velocemente senza cerimonie [78].

Varia[modifica | modifica wikitesto]

Dipinto di Giovanni Costa (1850-52): Donne che imbarcano legna a Porto d'Anzio

Attraversamento dei confini, dogane e dazi[modifica | modifica wikitesto]

http://www.sissco.it/download/pubblicazioni/confini_meriggi.pdf

Lo sviluppo delle ferrovie con l'apertura dei collegamenti ferroviari, che incrementarono il volume delle merci in transito, tra gli stati del centro nord Italia: 1846 Granducato di Toscana e Ducato di Lucca, 1859 tra regno di sardegna e Lombardo-Veneto a Magenta sul Ticino e lungo la via Emilia coi ducati di Modena e Parma e lo stato pontificio, obbligo' ad una revisione delle pratiche daziarie [79].

Difesa dai pirati barbareschi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1815 una incursione barbaresca sull'Isola di Sant'Antioco,a sud della Sardegna, cattura 158 uomini trasportati in Tunisia come schiavi, si tratto' dell'ultima incursione rilevante contro una costa italiana [80] .

La battaglia navale di Tripoli fu un'azione mossa dalla Marina del Regno di Sardegna in risposta alla mancata firma del capitolato tra il Regno di Sardegna ed il Bey di Tripoli nel 1825.[81][82]


https://books.google.com/books?id=kVgIAAAAQAAJ&pg=RA1-PA28&dq=pirati+barbareschi+carafa&hl=it&sa=X&ei=HR6NVdTpEcPD7gbDnoXYDA&ved=0CC0Q6AEwAw#v=onepage&q=pirati%20barbareschi%20carafa&f=false

"Nel 1828 il bey di Tripoli mosse contro il regno delle due Sicilie le medesime querele che un po'prima contro il Piemonte, ed i suoi corsari cominciarono a predare le navi con bandiera napoletana. Il Governo spedì allora ai danni di Tripoli, tre fregate, un brigantino, una goletta, due pacchetti, dodici cannoniere e quattro bombarde bene armate e fornite, sotto il comando del capitano di vascello Sozj-Carafa. Si bello e forte arnese, il quale avrebbe potuto punire l'insolenza di ben più alto principe che quel barbaro non fosse, andò a Tripoli, e dopo qualche giorno di fuoco lento, fiacco e mal diretto, si parti, e a Napoli fece ritorno, senza aver recato alcun danno ai Barbareschi, i quali anzi, più insolenti, quanti legni videro colla vituperata bandiera, tanti ne predarono. Il Carafa ed altri ufficiali furono sottoposti ad un Consiglio di guerra, che dichiarò non trovar legge secondo la quale potessero venire puniti; il commissario regio appellò di tal sentenza all'Alta Corte militare: ma il re, ad istanza di chi temea quel processo rivelasse ruberie di ministri e di cortigiani, ne impedì il proseguimento, fe rimettere in libertà gli accusati, e per intromissione del console francese, con 80,000 colonnati comperò dai pirati la pace." p.27-28 Carlo Belviglieri, Storia d'Italia del 1814 al 1866, Volumi 1-2, 1872

Tronto (brigantino), Raffaele de Cosa, Regina Isabella (corvetta), Cristina (corvetta), Real_Marina_del_Regno_delle_Due_Sicilie#Cronistoria_dell.27operativit.C3.A0, Marina_del_Regno_di_Sardegna, Prima guerra barbaresca


Napoli 5 settembre 1828. 2. « Da ufficiali dispacci sappiamo che la Divisione della Real Marina giunse a vista di Tripoli il 22 del prossimo passato agosto. Al suo arrivo il comandante della stessa cavalier Sozj Carafa invitò quel Bey alla stretta osservanza de' trattati stipulati col Real p328 Mauro Musci, Storia civile e militare del regno delle Due Sicilie sotto il governo di Ferdinando 2. dal 1830 al 1849 , Stab. tipogr. di P. Androsio, 1855 - 479 pagine


La spedizione fu composta di ventitre legni dei quali tre fregato, un brick, una goletta, due pacchetti, dodici cannoniere, e quattro bombardiere. Sozj Carafa Capitano di vascello n’ehbe ii comando e sciolse le vele da Napoli ai quattor‘ dici di agosto. Il numero dei bastimenti era certamente ragguardevole; ma i grossi, che chiamano quadri, non erano atti alla.spiaggia tripoIina' che è‘ sottile. Gli ufliciali ‘poi erano per la maggior parte inesperti , e gli artiglieri erano quasi tutte reclute.. Il Sozj giunse avanti Tripoli ai ventidue di agosto e dopo alcuni inutili nc-’ goziati per indurre quel Bey all’ osservanza dei

p. 339 Antonio Coppi, Annali d'Italia dal 1750, Volume 9, Stamperia de Romanis, 1848

https://books.google.it/books?id=LI83AAAAcAAJ&pg=PA412&lpg=PA412&dq=Sozj-Carafa&source=bl&ots=D_omb3Zi4L&sig=hU9C0ZUfe1G5kkArr-x51PvinL4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiK17W8xunWAhVDSRoKHdsqDCoQ6AEIODAE#v=onepage&q=Sozj-Carafa&f=false

Tabella stati da copiare e usare[modifica | modifica wikitesto]

Titolo
Stato[83] titolo1 titolo2 titolo3 titolo4 titolo5
Regno di Sardegna des1 des2 des3 des4 des5
Lombardo Veneto des1 des2 des3 des4 des5
Ducato di Parma e Piacenza des1 des2 des3 des4 des5
Ducato di Modena e Reggio Emilia des1 des2 des3 des4 des5
Ducato di Lucca des1 des2 des3 des4 des5
Granducato di Toscana des1 des2 des3 des4 des5
Stato Pontificio des1 des2 des3 des4 des5
Regno delle due Sicilie des1 des2 des3 des4 des5

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'Italia preunitaria
  2. ^ pag. 83-84 Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento La nascita dell'Italia contemporanea (1770-1922) (PDF), Bruno Mondadori, 1999, ISBN 9788842493570.
  3. ^ Per questa colonna vedi p.10-16 in Aa.Vv., Risorgimento e Unità d'Italia, De Agostini, 2010
  4. ^ Aldo Petrucci, La Codificazione Del Diritto Civile Negli Stati Italiani Preunitari Ed Il Codice Civile Italiano Del 1865.
  5. ^ Il suo luogo d'origine non è certo, secondo altri studiosi sarebbe Borgogna o Provenza, o il Viennese Treccani
  6. ^ p.17 in Aa.Vv., Risorgimento e Unità d'Italia, De Agostini, 2010
  7. ^ Popolazione stimata nei confini del 1914, pag. 17 in M. Livi Bacci, Donna fecondità figli - due secoli di storia demografica italiana (PDF), Il Mulino, 1980.
  8. ^ Per questa colonna vedi p.10-16 in Aa.Vv., Risorgimento e Unità d'Italia, De Agostini, 2010
  9. ^ Per questa colonna vedi M.Malte-Brun, pp. 755-774
  10. ^ Per questa colonna vedi p.4 in Leone Levi, The Economic Progress of Italy during the Last Twenty Years, since the Formation of the Italian Kingdom in 1861, Journal of the Statistical Society of London, Vol. 45, No. 1 (Mar., 1882), pp. 1-36
  11. ^ Per questa colonna vedi p.4 in Leone Levi, The Economic Progress of Italy during the Last Twenty Years, since the Formation of the Italian Kingdom in 1861, Journal of the Statistical Society of London, Vol. 45, No. 1 (Mar., 1882), pp. 1-36
  12. ^ Evoluzione demografica di alcune città
  13. ^ Aldo Petrucci, La Codificazione Del Diritto Civile Negli Stati Italiani Preunitari Ed Il Codice Civile Italiano Del 1865.
  14. ^ Per questo codice paragrafi
  15. ^ p 219 Laura Gasparini, Il Ducato di modena e Reggio Emilia e le Legazioni Pontificie in Maria Francesca Bonetti, Monica Maffioli L'Italia d'argento: 1839-1859 : storia del dagherrotipo in ItaliaFratelli Alinari spa, 2003
  16. ^ p38, Giuseppe Parlato, Marco Zaganella, Fare gli Italiani: dalla costituzione dello Stato nazionale alla promulgazione della Costituzione repubblicana, 1861-1948, Edizioni Nuova Cultura, 2011
  17. ^ p 219 Laura Gasparini, Il Ducato di modena e Reggio Emilia e le Legazioni Pontificie in Maria Francesca Bonetti, Monica Maffioli L'Italia d'argento: 1839-1859 : storia del dagherrotipo in ItaliaFratelli Alinari spa, 2003
  18. ^ Annuario, pp. 39, 51-52
  19. ^ M.Malte-Brun, pp. 640
  20. ^ vedi tabella in Annuario, pag 36
  21. ^ M.Elia, pag 122
  22. ^ D.lgt 7 settembre 1848, n. 784
  23. ^ D.lgt 5 giugno 1851, n. 1191
  24. ^ R.D. 27 aprile 1859, n. 3354
  25. ^ estesovi il 14 maggio
  26. ^ p. 11 Enrico Galanti, Raffaele D'Ambrosio, Alessandro V. Guccione, Storia Della Legislazione Bancaria Finanziaria e Assicurativa dall'Unita' d’Italia al 2011, Collana Storica Della Banca D’Italia, Marsilio, 2012, ISBN 978-88-317-1429-7
  27. ^ Vedi pp. 132-136 The war in Italy, Advocate of Peace (1847-1884), New Series, Vol. 1, No. 9 ,September, 1869, World Affairs Institute
  28. ^ p. 16 in Torino descritta da Pietro Baricco, Volume 1, Paravia, 1869 - 519 pagine
  29. ^ a b c d e Duggan, pp.125-126
  30. ^ vedi pag. 393 in Giovanni La Cecilia, Storia dell'insurrezione siciliana: dei successivi avvenimenti per l'indipendenza ed unione d'Italia, Vol II, Libreria Sanvito, Milano, 1861
  31. ^ L'utilizzo di libretti d'opera scritti in italiano, anche per compositori non italiani, si ritrova anche nel secolo precedente, basti ricordare la prima opera di Mozart: La finta semplice scritta nel 1768
  32. ^ Vedi p.99 in Pietro Datta, Lezioni di paleografia e di critica diplomatica sui documenti della monarchia di Savoia, Tipografia G. Pomba, Torino, 1834
  33. ^ D. Beales, E. Biagini, pp. 108
  34. ^ D. Beales, E. Biagini, pp. 108
  35. ^ D. Beales, E. Biagini, pp. 106
  36. ^ Genovesi, Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Laterza, 1998, ISBN xxxxISBN non valido (aiuto).
  37. ^ Giuseppe Rovani
  38. ^ vedi pag 350-351 Richard Ggarnett, C.B., LL.D., A.History of Italian Literature, London, William Heinemann, MDCCCXCVIII
  39. ^ vedi pag 349-350 Richard Ggarnett, C.B., LL.D., A.History of Italian Literature, London, William Heinemann, MDCCCXCVIII
  40. ^ Guido Mazzoni, Cantù Cesare, Enciclopedia Italiana (1930)
  41. ^ Legge Boncompagni (1848)
  42. ^ Genovesi, Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Laterza, 1998, ISBN xxxxISBN non valido (aiuto).
  43. ^ Aldo Petrucci, La Codificazione Del Diritto Civile Negli Stati Italiani Preunitari Ed Il Codice Civile Italiano Del 1865.
  44. ^ M.Malte-Brun, pp. 757
  45. ^ M.Malte-Brun, pp. 757
  46. ^ Liceo promosso a università nel 1826
  47. ^ cifra non indicata in M.Malte-Brun
  48. ^ cifra non indicata in M.Malte-Brun
  49. ^ Stimato
  50. ^ xxxxxxx, xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.
  51. ^ L.Terristori, pp. 49-52
  52. ^ L.Terristori, pp. 19-20
  53. ^ L.Terristori, pp. 114
  54. ^ L.Terristori, pp. 130-131
  55. ^ L.Terristori, pp. 37
  56. ^ L.Terristori, pp. 89-90
  57. ^ L.Terristori, pp. 170-171
  58. ^ L.Terristori, pp. 146-149
  59. ^ xxxxx, yyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy.
  60. ^ xxxxx, yyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy.
  61. ^ Alfonso Morselli, La ferrovia a Modena cento anni fa, Modena, Ed. Bassi, 1959.
  62. ^ Stefano Maggi , Trasporti e comunicazioni citando Ministero dei Lavori Pubblici, Commissariato generale delle strade ferrate 1869, p. 30, Treccani Treccani, 2011
  63. ^ Stefano Maggi , Trasporti e comunicazioni, Treccani Treccani, 2011.
  64. ^ M.Elia, pp. 125
  65. ^ M.Elia, pp. 125 al termine del periodo preunitario
  66. ^ pag. 192, in Raccolta delle leggi, regolamenti, istruzioni, circolari ed altri provvedimenti emanati in materia di contribuzioni dirette multe, e spese di giustizia non che di pesi e misure dal 14 dicembre 1818 a tutto il 30 marzo 1851, Volume 1, Tipografia e libreria Speirani e Tortone, Torino, 1854
  67. ^ Antonio Corvi, Le Farmacopee negli Stati Italiani pre-unitari (1830-1840).
  68. ^ Raimondo Villano,Principali fenomeni sociosanitari nei primi decenni del processo italiano di integrazione unitaria
  69. ^ vedi pag. XL in John Chetwode Eustace, Classical Tour Through Italy, Londra, 1819
  70. ^ L'Italia preunitaria
  71. ^ Tognotti, op. cit., pagg. 181-186
  72. ^ Carlo Cesare Montani, L’ultima peste italiana
  73. ^ [pag. 69, Antonio Coppi, Cenni storici di alcune pestilenze e del colera morbus co' mezzi più efficaci per preservarsene raccolti da A. Coppi, G. Nobile e fratelli Mazzarelli, Napoli, 1832]
  74. ^ Raccolta completa delle opere mediche del Professor Giacomo Tommasini, vol. VII, Tipografia dell'Olmo e Tiocchi, Bologna, 1836, Appendice pp. 18-21
  75. ^ Questa dispensa dell'obbligo fu oggetto di satira ad opera di Gioacchino Belli nel sonetto: Er linnesto
  76. ^ Raccolta completa delle opere mediche del Professor Giacomo Tommasini, vol. VII, Tipografia dell'Olmo e Tiocchi, Bologna, 1836, Appendice pp. 20-23
  77. ^ Le malattie più spaventose: peste, vaiolo, malaria
  78. ^ M.Malte-Brun, pp. 623
  79. ^ Stefano Maggi , Trasporti e comunicazioni, Treccani Treccani, 2011.
  80. ^ Nel 1815 difese l'isola dagli assalti barbareschi Sant'Antioco, una targa in ricordo dell'eroe Efisio Melis Alagna La Nuova Sardegna 2 febbraio 2003
  81. ^ Ta'if Zurkhana, First encyclopaedia of Islam: 1913-1936, VIII, Leida, E. J. Brill, 1993, ISBN 90-04-09794-5.
  82. ^ Carlo Randaccio, Le marinerie militari italiane nei tempi moderni (1730-1860), Genova, Luigi Boeuf, 1870, ISBN non esistente.
  83. ^ Aldo Petrucci, La Codificazione Del Diritto Civile Negli Stati Italiani Preunitari Ed Il Codice Civile Italiano Del 1865.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

M.Malte-Brun, pp. xx-yy Annuario, pp. xx-yy D. Beales, E. Biagini, pp. xx-yy L.Terristori, pp. xx-yy

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Studi sulla situazione economica dell'Italia al momento dell'Unità nazionale

Inni degli Stati italiani preunitari