Mombasiglio: differenze tra le versioni

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'''Mombasiglio''' (''Mombasili'' in [[Lingua piemontese|piemontese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 611 abitanti della [[provincia di Cuneo]] in [[Piemonte]]. È posto fra [[Mondovì]] e [[Ceva]] a guardia della [[Valle Mongia]].
'''Mombasiglio''' (''Mombasili'' in [[Lingua piemontese|piemontese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 611 abitanti della [[provincia di Cuneo]] in [[Piemonte]]. È posto fra [[Mondovì]] e [[Ceva]] a guardia della [[Valle Mongia]].

== Storia ==
=== Mombasiglio preromana e romana ===

Il territorio di Mombasiglio era abitata in [[Italia preistorica e protostorica|età preromana]] dalla tribù degli [[Liguri#Area "piemontese"|Epanteri Montani]], noti per il carattere aspro e "selvaggio". Nel 180 a.C. i Montani subirono un attacco dalla tribù costiera dei [[Liguri|Liguri Ingauni]] che nel 210 a.C. si alleò con i Romani.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://archeocarta.org/mombasiglio-cn-reperti-di-eta-romana-e-medievale/|titolo=Mombasiglio (CN) : reperti di età romana e medievale|accesso=6 luglio 2023}}</ref>

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=== Gli statuti e le carte di franchigia ===

Nel 1222 Mombasiglio entrò nell'orbita del [[marchesato di Ceva]], diventando uno dei donzeni in cui il marchesato era diviso.<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Olivero|titolo=Memorie storiche della città e marchesato di Ceva|url=https://it.m.wikisource.org/wiki/Memorie_storiche_della_citt%C3%A0_e_marchesato_di_Ceva|via=[[Wikisource]]|anno=1858|capitolo=Capo IX - Segue la cronologia di casa Ceva secondo il Moriondo ed altri.|url_capitolo=https://it.m.wikisource.org/wiki/Memorie_storiche_della_citt%C3%A0_e_marchesato_di_Ceva/Capo_IX_-_Segue_la_cronologia_di_casa_Ceva_secondo_il_Moriondo_ed_altri.}}</ref> Da qui bisogna risalire sino al 1331 per ritrovare un documento che permetta di continuare a descriverne la storia. Queato documento è il codice pergamenato contenente gli "Statuti di Mombasiglio" voluti da Almerico e Giovanni marchesi di Ceva.<ref name=":1:"/>

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La prima metà del XVI secolo vide un rapido alternarsi di signori: Sebastiano de Sauli, Giorgio Spinola e Alfonso Del Carretto.

In seguito, passato a Casa Savoia, il feudo di Mombasiglio venne eretto a contado (12 luglio 1602) e ceduto alla nobile famiglia Trotti-Sandri di [[Fossano]] dietro il corrispettivo di 16 mila scudi d'oro. Morto senza lasciare eredi Francesco Luigi Trotti Sandri, il 14 maggio 1759, il feudo di Mombasiglio passa al marchese Marco Adalberto Pallavicino delle Frabose.<ref name=":1:"/>

=== Periodo Napoleonico ===

Il 18 aprile 1796 [[Napoleone Bonaparte]] fissò il suo Quartier Generale a [[Lesegno]] e impartì immediatamente l'ordine di forzare la posizione di San Michele. Il generale [[Jean Mathieu Philibert Sérurier]] che aveva passato il [[Mongia]] lo stesso 18 aprile, entrò in azione, con la sua divisione, il giorno successivo e sceso da [[Battifollo]] e da [[Scagnello]] occupò Mombasiglio.<ref name=":1:"/>


== Monumenti e luoghi d'interesse ==
== Monumenti e luoghi d'interesse ==

Versione delle 11:45, 6 lug 2023

Mombasiglio
comune
Mombasiglio – Stemma
Mombasiglio – Bandiera
Mombasiglio – Veduta
Mombasiglio – Veduta
Panorama della città vista dal castello
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoAldo Michelotti (lista civica Mombasiglio insieme) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate44°22′N 7°58′E / 44.366667°N 7.966667°E44.366667; 7.966667 (Mombasiglio)
Altitudine454 m s.l.m.
Superficie17,35 km²
Abitanti611[1] (31-3-2023)
Densità35,22 ab./km²
Comuni confinantiCeva, Lesegno, Monasterolo Casotto, San Michele Mondovì, Scagnello
Altre informazioni
Cod. postale12070
Prefisso0174
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004125
Cod. catastaleF312
TargaCN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 878 GG[3]
Nome abitantimombasigliesi
Patronosant'Amiano
Giorno festivoseconda domenica di agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mombasiglio
Mombasiglio
Mombasiglio – Mappa
Mombasiglio – Mappa
Posizione di Mombasiglio nella provincia di Cuneo
Sito istituzionale

Mombasiglio (Mombasili in piemontese) è un comune italiano di 611 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. È posto fra Mondovì e Ceva a guardia della Valle Mongia.

Storia

Mombasiglio preromana e romana

Il territorio di Mombasiglio era abitata in età preromana dalla tribù degli Epanteri Montani, noti per il carattere aspro e "selvaggio". Nel 180 a.C. i Montani subirono un attacco dalla tribù costiera dei Liguri Ingauni che nel 210 a.C. si alleò con i Romani.[4]

Costretti alla resa da questi ultimi, l'area dell'alta Val Tanaro entrò nell’orbita della romanizzazione sotto la dipendenza dalla città costiera di Albingaunum, la moderna Albenga, che sembrava tuttavia priva di organizzazione politica.[4]

Questo venne poi confutazione dalla presenza di un magistrato Mombasiglio, attestato da un'ara in marmo grigio di età romana imperiale con raffigurazione di Ercole e da un seviro sito a Sale delle Langhe su una stele conservata presso la chiesa parrocchiale, che documentano il raggiungimento, nel II secolo, di un pieno statuto municipale. [4]

Prima del marchesato di Ceva

Attorno all'anno 1000 con la costruzione del castello di Mombasiglio, la località fu feudo dei signori di Carassone.[5] È molto probabile che poi Mombasiglio passò in mano Olderico Manfredi II. In una carta del 1024 infatti, nella quale Olderico Manfredi vende il castello di Lesegno ad un Prete Ayfredo, lo stesso Olderico dichiara Lesegno confinante da tre parti con i suoi poderi e la quarta parte con il Tanaro, comprendendo quindi Mombasiglio fra i suoi possedimenti.[6]

Non si sa più nulla di Mombasiglio sino al 1095 quando nel documento relativo alla donazione fatta da Bonifacio di Savoia ai monaci dell'Abbazia di Fruttuaria viene citato certo Ottone di Mombasiglio suo Vassallo.[6]

Gli statuti e le carte di franchigia

Nel 1222 Mombasiglio entrò nell'orbita del marchesato di Ceva, diventando uno dei donzeni in cui il marchesato era diviso.[7] Da qui bisogna risalire sino al 1331 per ritrovare un documento che permetta di continuare a descriverne la storia. Queato documento è il codice pergamenato contenente gli "Statuti di Mombasiglio" voluti da Almerico e Giovanni marchesi di Ceva.[6]

Sino al 1492 Mombasiglio fu dipendente politicamente dal marchesato di Ceva, in quell'anno viene confiscato come attesta la carta di franchigia, concessa a Parigi il 27 aprile 1492.[6]

Successivamente il feudo fu donato dal re di Francia a Ettore di Montanard (o Montemar), suo luogotenente e governatore di Asti che, l'8 novembre 1501, lo vendete al vescovo di Asti, il cardinale Giuliano Della Rovere.[6]

La prima metà del XVI secolo vide un rapido alternarsi di signori: Sebastiano de Sauli, Giorgio Spinola e Alfonso Del Carretto.

In seguito, passato a Casa Savoia, il feudo di Mombasiglio venne eretto a contado (12 luglio 1602) e ceduto alla nobile famiglia Trotti-Sandri di Fossano dietro il corrispettivo di 16 mila scudi d'oro. Morto senza lasciare eredi Francesco Luigi Trotti Sandri, il 14 maggio 1759, il feudo di Mombasiglio passa al marchese Marco Adalberto Pallavicino delle Frabose.[6]

Periodo Napoleonico

Il 18 aprile 1796 Napoleone Bonaparte fissò il suo Quartier Generale a Lesegno e impartì immediatamente l'ordine di forzare la posizione di San Michele. Il generale Jean Mathieu Philibert Sérurier che aveva passato il Mongia lo stesso 18 aprile, entrò in azione, con la sua divisione, il giorno successivo e sceso da Battifollo e da Scagnello occupò Mombasiglio.[6]

Monumenti e luoghi d'interesse

Collina di Mombasiglio

Castello

Il castello, costruito intorno all'anno 1000, si trova nel borgo storico, in una zona panoramica e ben esposta. La sua storia si intreccia con quella del paese che vi è sorto intorno: fu feudo dei signori di Carassone ed un documento del 18 agosto 1090 ricorda una donazione fatta da "Bonifacius cum Ottone di Mombasilio vassallo suo" all'abbazia di Fruttuaria. Fu in seguito possesso dell'ampio consortile dei marchesi di Ceva, i quali dovettero a loro volta riconoscersi vassalli dei Savoia (1343), dei Visconti (1351) e, dopo la donazione di Asti e dell'annesso marchesato di Ceva da parte di Gian Galeazzo Visconti alla figlia Valentina (1386) appartenne al marito di questa, Luigi d'Orléans ed ai suoi discendenti. Mombasiglio costituì con Bagnasco uno dei "donzeni" in cui era diviso il masrchesato di Ceva e verso la fine del XV secolo fu confiscato sotto l'accusa di tradimento ai marchesi che lo possedevano dal governatore orleanse di Asti, Hector de Monténard. Nel 1503 Luigi XII, re di Francia (e già duca d'Orléans) donò Mombasiglio e Bagnasco a Francesco Maria della Rovere duca d'Urbino e nipote di papa Giulio II; dieci anni dopo il duca vendette i due territori al genovese Sebastiano Sauli, da cui passò nel 1522 ad un altro genovese, Agostino Lomellini, alla cui morte passò alla figlia Caterina, moglie di Giorgio Spinola. Questi, recatosi a prendere possesso del feudo, fu trucidato nel 1530 da alcuni marchesi di Ceva, eredi degli antichi proprietari, per cui la vedova si vide costretta a cedere i diritti sul castello di Mombasiglio e su Bagnasco al marchese di Finale Giovanni del Carretto (1531). Restò unita al marchesato finalese fino al 1583 quando, morto il principe Alfonso II del Carretto, il feudo fu occupato per ordine del duca Carlo Emanuele I di Savoia, pur restando i diritti feudali agli eredi del marchese di Finale. Alla morte di Sforza Andrea del Carretto, ultimo marchese di Finale (1602) Mombasiglio fu venduto dalla Camera ducale alla famiglia Sandri-Trotti di Fossano, la quale apportò al maniero vari restauri, dandovi quell'aspetto che parzialmente conserva ancora oggi: la possente torre quadrata, costruita in pietra, sul punto più alto della collina, che serviva da punto di avvistamento, segnalazione e difesa ed un torrione più basso che venne conglobato nel corpo del castello. Dal 2001 è proprietà della Fondazione Castello di Mombasiglio, sede del G.A.L. Mongioie e del Museo Generale Bonaparte.

La torre e la chiesa

Nel 1796 bivaccarono al castello le armate napoleoniche, comandate dal generale Seurener e, oggi, al primo piano, è allestito il Museo Bonaparte che ospita la collezione più estesa di stampe, di acqueforti originali di Giuseppe Pietro Bagetti sulla prima campagna d'Italia di Napoleone. Giuseppe Bagetti, presumibilmente, collabora con l'armata francese fin dal 1796 - 97 anche se solo nel giugno del 1800 viene designato "capitain ingénieur géographe artiste" presso lo stato maggiore. Dal 1802 è assegnato, per ordine di Napoleone, all'armata d'Italia. Il suo compito è quello di ripercorrere i luoghi dove sono avvenute le battaglie della prima campagna napoleonica in Italia (1796 - 97;1 800) per realizzare una serie di vedute, disegni ed acquarelli che, con precisione geografica, illustrino i momenti più importanti che hanno visto come protagonista il generale francese ed il suo esercito. Una sorta di reportage a ritroso per esaltare il valore dell'esercito napoleonico e del suo comandante. Napoleone fa collocare la serie di 68 acquarelli nel 1807 nella galleria del castello di Fontainebleau dove si trova l'ufficio topografico personale dell'imperatore.

La chiesa di San Nicolao e il paese

Di notevole interesse anche la chiesa parrocchiale di San Nicolao, da poco ristrutturata, che completa con il castello la suggestiva vista del paese abbarbicato intorno alla collina: la zona del castello e della chiesa è detta " La Villa" ed è la più antica del paese.

Altre parti sono i " Piani", " Molini" e "Paruzza" che si estendono ai piedi della collina. Tali zone sono relativamente più recenti: in esse sorgono il municipio, la biblioteca e le principali attività commerciali. Nel municipio a testimonianza di una storia che si sviluppa prima ancora di quella del castello si trovano alcuni reperti archeologici: una stele in calcare del IV secolo a.C.; un'ara in marmo grigio con raffigurazione di Ercole, di età romana imperiale; una piccola stele funeraria in arenaria, di età romana imperiale; due frammenti tra loro pertinenti di una stele funeraria in pietra, di età romana imperiale.

Il ponte naturale

Il ponte naturale sul Mongia

Il Ponte Naturale di Mombasiglio (ël pertüdz 'd Mundza in piemontese), è una suggestiva galleria naturale scavata dall'acqua del torrente Mongia, la sua genesi e le sue caratteristiche litologiche e strutturali ne fanno un fenomeno geologico assai raro anche a livello europeo.

Società

Evoluzione demografica

Lentamente alla fine del 1800 Mombasiglio viene tagliata fuori dalle principali vie di comunicazioni, che prediligono il passaggio da Ceva per i traffici fra Piemonte e Liguria: dopo la seconda guerra mondiale l'emigrazione nelle grandi città (in primis Torino) ha rafforzato il trend. Rimane comunque discretamente abitato in qualità di paese di fondovalle.

Abitanti censiti[8]

Amministrazione

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2 luglio 1985 26 maggio 1990 Alberto Delucis Democrazia Cristiana Sindaco [9]
26 maggio 1990 24 aprile 1995 Alberto Delucis Democrazia Cristiana Sindaco [9]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giorgio Raviolo Partito Popolare Italiano Sindaco [9]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giorgio Raviolo Partito Popolare Italiano Sindaco [9]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Ivano Salvatico lista civica Sindaco [9]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Ivano Salvatico sinistra Sindaco [9]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Aldo Michelotti lista civica Mombasiglio insieme Sindaco [9]
27 maggio 2019 in carica Aldo Michelotti lista civica Mombasiglio insieme Sindaco [9]

Altre informazioni amministrative

Mombasiglio faceva parte della comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese[10].

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b c Mombasiglio (CN) : reperti di età romana e medievale, su archeocarta.org. URL consultato il 6 luglio 2023.
  5. ^ Castello di Mombasiglio (Mombasiglio), su galmongioie.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  6. ^ a b c d e f g Origini del comune, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  7. ^ Giovanni Olivero, Capo IX - Segue la cronologia di casa Ceva secondo il Moriondo ed altri., in Memorie storiche della città e marchesato di Ceva, 1858. Ospitato su Wikisource.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
  10. ^ Comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese, su vallinrete.org. URL consultato il 9 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2013).

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