La Morra

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La Morra
comune
La Morra – Stemma
La Morra – Bandiera
La Morra – Veduta
La Morra – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoMarialuisa Ascheri (lista civica) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate44°38′N 7°56′E / 44.633333°N 7.933333°E44.633333; 7.933333 (La Morra)
Altitudine513 m s.l.m.
Superficie24,17 km²
Abitanti2 644[1] (30-4-2023)
Densità109,39 ab./km²
FrazioniAnnunziata, Berri, Rivalta, Santa Maria
Comuni confinantiAlba, Barolo, Bra, Castiglione Falletto, Cherasco, Narzole, Roddi, Verduno
Altre informazioni
Cod. postale12064
Prefisso0173
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004105
Cod. catastaleE430
TargaCN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 951 GG[3]
Nome abitantilamorresi
Patronosan Martino
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
La Morra
La Morra
La Morra – Mappa
La Morra – Mappa
Posizione di La Morra nella provincia di Cuneo
Sito istituzionale

La Morra (AFI: /'morra/[4]; A Mora, [a'mʊra] in piemontese) è un comune italiano di 2 644 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La torre campanaria del 1710 di La Morra

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

Agli albori del II millennio, la città di Alba Pompeia iniziò a dissodare e lavorare le colline circostanti: fu allora che nacque il villaggio di Murra sulla cima del colle (Murra significa "recinto per le pecore"). Nel 1340 passò sotto il dominio della famiglia Falletti; nel 1402 si diede propri Statuti nei quali sono citati per la prima volta in zona il vitigno Nebbiolo (Nebiolium), dal quale trae origine il vino Barolo, e il Pignolo (Pignolium), ormai scomparso dal territorio lamorrese. Nel 1435 si consegnò al duca di Milano. Dopo alterne vicende sotto Francia e Spagna, nel 1631 passò ai Savoia.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di La Morra partecipò attivamente alla lotta di Resistenza partigiana e qui si svolsero numerosi scontri che causarono numerose vittime fra i suoi cittadini, anche con fucilazioni di massa ed eccidi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Eccidio di Cerequio La Morra.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Vista panoramica sulla Morra e sulle Langhe dalla torre campanaria

Oggi la Morra è diventato un paese molto attivo, grazie al vino Barolo, su cui il paese basa la propria economia ed i commerci. Negli ultimi decenni anche il turismo enogastronomico è aumentato di molto.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del Comune di La Morra è stato riconosciuto con decreto del capo del governo n. 10682 del 9 agosto 1936.[5]

«D'argento, alla croce di porpora, accantonata nel 1° e 4° cantone da una macina dello stesso, e nel 2° e 3° da una fronda di mora fogliata e fruttata al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di porpora concesso con regio decreto del 31 ottobre 1941.[5]

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Rocco in centro del paese
Monumento al Vignaiolo di Langa, trafugato nel 2018

La torre campanaria (1710), costruita coi resti del castello abbattuto nel 1544, si erge a pochi passi dal monumento bronzeo al Vignaiolo d'Italia (Antonio Munciguerra, 1972), trafugato nel dicembre 2018 durante lavori di rifacimento della piazza antistante ed al busto marmoreo di Giuseppe Gabetti, compositore ottocentesco della Marcia reale, il primo inno d'Italia, in piazza Castello, scolpito da Giuseppe Realini[6].

La piazza è chiusa da un lato dall'edificio delle scuole elementari (1914). Poco distante si trova la Cantina Comunale, sorta nel 1973 ad opera dei vitivinicoltori della Morra e ricavata nei locali settecenteschi del palazzo dei Marchesi di Barolo.

A pochi passi si erge la parrocchiale di San Martino (Michelangelo Garove, 1699: all'interno, pregevole è la pala dell'altare maggiore rappresentante la Madonna con Bambino ed i santi Martino e Crispino (Giancarlo Aliberti, 1715). A chiudere la piazzetta con ippocastano ci pensano la chiesa della Confraternita di San Rocco (1749; pala d'altare di un anonimo pittore di Mondovì e cupola affrescata da Pietro Paolo Operti) ed il palazzo del Municipio (facciata del 1765).

A metà di via Umberto si erge la chiesa della Confraternita di San Sebastiano (1700) con l'arioso campanile in cotto (1766); in via Ospedale il palazzo dell'ex Ospedale (1829) e casa Boffa (secolo XV).

In via XX Settembre è presente il palazzo Falletti-Cordero mentre sul lato sud del paese sono visibili i bastioni, mura di cinta medievali.

Nelle vicinanze, la chiesetta di Santa Brigida con affreschi absidali del secolo XV. Al fondo di via Richieri sorge la cappella di Santa Lucia, con pala ottocentesca.

Nella frazione Annunziata è visitabile il complesso romanico-barocco dell'ex monastero benedettino di San Martino di Marcenasco, ora chiesa dell'Annunziata, che contiene:

Nella frazione di Santa Maria, inoltre, si trova la parrocchia ottocentesca di Santa Maria in Plaustra.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti alla Morra sono 414[8], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[9]:

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le associazioni presenti sul territorio: Pro La Morra, AVIS, Protezione Civile, Gruppo volontari del Soccorso, Società Operaia, Caritas, Associazione Alpini, Corale San Martino.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Vini[modifica | modifica wikitesto]

La produzione vinicola è l'attività principale del paese.

Il vitigno più pregiato e più coltivato sulle colline lamorresi è il Nebbiolo, dal quale si ricavano il Langhe Nebbiolo e soprattutto il Barolo.

Sono coltivati anche il Dolcetto, la Barbera, il Freisa, il Favorita, il Nascetta e altri vitigni internazionali.

I vini dei 70 produttori di La Morra possono essere acquistati presso la Cantina Comunale di La Morra, che spesso organizza degustazioni a tema ed eventi enogastronomici.

Nocciola Piemonte IGP[modifica | modifica wikitesto]

Nei versanti collinari meno esposti e quindi meno vocati alla viticoltura, oppure nei fondovalle, da ormai 20 anni si è molto diffusa la coltivazione della nocciola trilobata, che qui si fregia del marchio IGP.

Questo pregiato frutto si utilizza per svariate preparazioni dolciarie e di alta pasticceria.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
13 giugno 1985 26 giugno 1990 Giovanni Bosco lista civica Sindaco [10]
26 giugno 1990 24 aprile 1995 Giovanni Bosco lista civica Sindaco [10]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giovanni Bosco - Sindaco [10]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giovanni Bosco lista civica Sindaco [10]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Matteo Bosco lista civica Sindaco [10]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Giovanni Bosco lista civica Sindaco [10]
26 maggio 2014 26 maggio 2019 Maria Luisa Ascheri lista civica: La Morra vive Sindaco [10]
26 maggio 2019 in carica Maria Luisa Ascheri lista civica: La Morra vive Sindaco [10]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera della Germania Sulzburg, dal 2004[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Morra", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  5. ^ a b La Morra, su Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali, busta 121, fascicolo 10682. URL consultato il 4 settembre 2021.
  6. ^ Bolandrini, 2011, 678.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Dato Istat al 31/12/2017, su demo.istat.it. URL consultato il 22 agosto 2018.
  9. ^ Dati superiori alle 20 unità
  10. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
  11. ^ http://www.comune.lamorra.cn.it/Home/Guida-al-paese?IDPagina=25802&IDCat=3932

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento: da Antonio Canova ad Arturo Martini, AdArte, Torino 2003.
  • Beatrice Bolandrini, Artisti della "val di Lugano" a Torino. Un primo repertorio dei ticinesi nell'Ottocento, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano, 2011.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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