Vezza d'Oglio

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Vezza d'Oglio
comune
Vezza d'Oglio – Stemma
Vezza d'Oglio – Bandiera
Vezza d'Oglio – Veduta
Vezza d'Oglio – Veduta
Vista del comune
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoDiego Martino Occhi (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate46°14′20″N 10°23′53″E / 46.238889°N 10.398056°E46.238889; 10.398056 (Vezza d'Oglio)
Altitudine1 080 m s.l.m.
Superficie54,15 km²
Abitanti1 466[1] (30-9-2022)
Densità27,07 ab./km²
FrazioniDavena, Grano, ,
Comuni confinantiEdolo, Grosio (SO), Incudine, Monno, Ponte di Legno, Sondalo (SO), Temù, Vione
Altre informazioni
Cod. postale25059
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017198
Cod. catastaleL816
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 754 GG[3]
Nome abitantivezzesi
Patronosan Martino di Tours
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Vezza d'Oglio
Vezza d'Oglio
Vezza d'Oglio – Mappa
Vezza d'Oglio – Mappa
Posizione del comune di Vezza d'Oglio nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Vezza d'Oglio (Èza in dialetto camuno[4][5]) è un comune italiano di 1 466 abitanti[6] della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.

Originariamente era detto semplicemente Vezza. Nel 1863, dopo l'Unità d'Italia, fu aggiunta al nome la specificazione d'Oglio, per distinguerlo da Vezza d'Alba[7][8].

Il territorio di Vezza d'Oglio in Val Camonica

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Vezza d'Oglio è posto sulla riva destra del fiume Oglio, lungo la strada statale 42 del Tonale e della Mendola, la quale nel tratto che attraversa il paese prende il nome di Via Nazionale.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Il paese è attraversato dal torrente Val Grande, che si getta nel fiume Oglio. Il comune è attraversato anche da altri corsi d'acqua, oltre all'Oglio e al Val Grande: il Val Paghera e il Val Bighera.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio vezzese è costituito principalmente da tre valli laterali della Val Camonica. La Val Grande; la Val Paghera e la Val Bighera. Oltre a queste fanno parte del territorio comunale anche alcune aree più in quota come il Passo di Pietra Rossa, una piccola parte dell'Aviolo e Cima Rovaia

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda racconta che un'alluvione distrusse l'antico abitato di Rosolina, sui detriti del quale sarebbe nata l'attuale Vezza. Èsa significa "botte", e fu proprio quest'oggetto che venne ritrovato nel luogo del disastro naturale; una botte piena d'olio che diede origine al nome. La traduzione dialettale del nome (Éza) significa proprio botte[9].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«La terra di Vezza è delle più grosse, et populate, di questa Valle, et è assai bella, et civile, et li habitanti parte attendono alle mucche, parte vanno fuori dal paese…»

Antica casa torre della famiglia Federici

Nel territorio comunale si trovano tracce di insediamenti preistorici, in particolare nelle incisioni rupestri del Sass de la stria, letteralmente "il sasso della strega". È chiamato così perché reca incisioni di strumenti che agli abitanti ricordavano il lavoro delle streghe, che si narrava tenessero i loro riti al passo del Tonale, distante dal paese pochi chilometri.

Nel 18 a.C. i Romani conquistarono la Val Camonica. Essi iniziarono a cavare il marmo bianco della cava del "Borom", a monte dell'abitato e usarono questa pietra per alcune opere nella città di Civitas Camunorum (oggi Cividate Camuno).

Dopo il passaggio dei Franchi di Carlo Magno, nel 774, molte proprietà della Valle furono donate al monastero di Tours. Fu probabilmente con l'avvento di questi monaci che in paese (come in altri della valle) nacque il culto di san Martino di Tours.

Nel 1047 Vezza ottiene la facoltà di avere un proprio fonte battesimale, senza dover rifarsi a quella della pieve di Edolo.[11]

Mercoledì 16 marzo 1299 i consoli della vicinia di Vezza, si recano a Edolo dove è presente Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di Brescia Berardo Maggi, dove pagano le decime.[12]

Nel 1315 i vicini di Vezza usurpano alcuni beni di proprietà dell'ospedale di Edolo. La causa si protrae fino al 1330, quando Pasolino da Berzo, nuovo arciprete di Edolo, ritorna in possesso dei beni.[13]

Il 13 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi Martino del fu Bonacorso De Figna dei diritti di decima nei territori di Vezza.[14]

Il 15 maggio 1365 il vescovo di Brescia Enrico da Sessa investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Breno, Vione, Vezza, Sonico, Malonno, Berzo Demo, Astrio, Ossimo e Losine Giovanni e Gerardo del fu Pasino Federici di .[15]

Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 i rappresentanti della comunità di Vezza, Bartolamio Furlocio e il notaio Giacomino da Vezza, si schierarono sulla sponda ghibellina.[16]

Nel 1496 l'imperatore Massimiliano I viene albergato in Vezza da Bertoldo Federici, che per le eccessive spese che dovette contrarre dovette aumentare le decime che aveva su molte comunità della valle.[17]

Fino al XVI secolo in paese era attiva una fabbrica di archibugi.

Vezza subì in passato numerosi incendi: nel 1627, nel quale perirono più di sessanta persone; il 23 settembre 1681, con trenta deceduti; infine il 27 gennaio del 1807.[18]

Nel 1809 viene redatta la mappa catastale del paese, che attesta la presenza di numerosi mulini, fucine e segherie. Nel 1853 viene redatto il nuovo catasto austriaco di tutto il Regno Lombardo-Veneto, di cui Vezza faceva parte.

Dal 1859, con l'entrata nel Regno d'Italia, Vezza cambia nome in Vezza d'Oglio.[19]

Battaglia di Vezza d'Oglio

Il 4 luglio 1866 viene combattuta nei pressi del paese la battaglia di Vezza d'Oglio tra l'esercito italiano e quello austriaco.

Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX anche molti cittadini vezzesi furono costretti a emigrare in Australia, Stati Uniti e soprattutto in Argentina.

Durante la seconda guerra mondiale Vezza accolse numerosi sfollati, soprattutto di Milano e vide svolgersi alcuni scontri tra partigiani e fascisti. Fu inoltre teatro del mitragliamento di una mucca e di un contadino da parte di un aeroplano Alleato. Il paese fu poi attraversato dalla ritirata della Wehrmacht, durante la quale i Tedeschi posizionarono quattro cannoni agli angoli del paese per distruggerlo, come rappresaglia per il fatto che dei presunti partigiani avevano ucciso dei medici tedeschi e si erano impossessati di un'ambulanza (che si dice fosse carica di denaro) mentre questa attraversava il territorio vezzese. Fu grazie all'intervento del custode della Villa Ferrari, che parlava tedesco, che il paese riuscì a salvarsi.

Feudatari locali[modifica | modifica wikitesto]

Famiglie che hanno ricevuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Stemma Periodo
De Figna 1336 - ?
Federici
1365 - ?

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma, privo di formale concessione, è stato liberamente adottato dal Comune nella seconda metà del secolo scorso.

«Campo di cielo, al terreno di verde, delimitato da una catena montuosa e innevata, l'insieme attraversato da un capriolo slanciato e rivoltato, la testa voltata a destra e sfuggente dagli artigli incombenti di un'aquila volante e rivoltata; il capriolo accostato da due abeti nodriti nel terreno, il tutto al naturale; alla campagna d'argento, carica di una botte di legno, coricata al naturale, con la spina infìssa a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.»

La composizione dello stemma, incorniciata in un panorama alpino, è ispirata allo storico emblema della Valcamonica in cui un'aquila assale un cervo. La botte in punta allo scudo, èsa in lingua locale, sarebbe un riferimento al nome di Vezza: una leggenda narra che il paese dall'antico nome di Rossolina, dopo una devastante alluvione, sia stato rifondato nei pressi del luogo dove, sul greto dell'Oglio, fu ritrovata una botte, fortunosamente intatta, da cui il borgo avrebbe preso il nuovo nome.

Il gonfalone è un drappo di porpora.

Ricorrenze[modifica | modifica wikitesto]

  • inizio febbraio: "Caspolada al chiaro di luna", passeggiata agonistica e amatoriale in notturna con le caspole, racchette da neve. (ulteriori informazioni);
  • 11 novembre: festa patronale di San Martino di Tours;
  • Seconda domenica di agosto: Festa del Gruppo Alpini di Vezza d'Oglio in località San Clemente;
  • 4 luglio: anniversario della Battaglia di Vezza d'Oglio.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesetta dell'oratorio, la "morte del giusto"

Le chiese di Vezza d'Oglio sono:[20]

  • Parrocchiale di San Martino, la fondazione si fa risalire ai monaci di Tours, è citata già a partire dal XII secolo. Ampliata nel XVIII secolo. L'ingresso è in marmo di Vezza. La soasa è di Domenico Ramus. Sul campanile, unica costruzione scampata all'incendio del 1700, contiene un poderoso concerto di 5 campane in Si2 opera del fonditore Pruneri di Grosio, fuse nell'anno 1876. La campana maggiore, a causa di una stonatura, venne rifusa sempre da Pruneri nel 1896. Sul campanile è presente anche una sesta campana, dotata anche di corda, che suona all'orario di inizio delle celebrazioni.
  • Chiesetta dell'oratorio, sulla facciata la rappresentazione della "morte del giusto", nella fattispecie un disciplino, con tutti i personaggi del dramma: sposa piangente, prete, l'angelo che porta l'anima in cielo e il diavolo scornato.
  • Chiesetta di San Giovanni Battista, di struttura secentesca con portale in marmo.
  • Chiesa di San Clemente, a venti minuti dal paese, è tra le più antiche della Valle Camonica, del secolo XII. Notevole il campanile a bifore.
  • Chiesa di San Rocco, nella frazione di Grano, a monte del paese.
  • Chiesa di San Giorgio, nella frazione di Davena, a sud del paese lungo la SS 42.
  • Chiesa di San Giuseppe Artigiano, nella frazione di Tù, a monte del paese.
  • Chiesa di Sant'Antonio di Padova, nella frazione di Cormignano, a monte del paese.
  • Chiesa di Sant'Anna, piccola e di recente costruzione, in fondo alla Val Paghera, sulla riva sinistra del fiume Oglio.

Musei e monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Il cimitero di Vezza d'Oglio riporta sul basamento la data di costruzione XIII (dell'era fascista)
  • Museo civico Garibaldino, presso la Torre Federici, il museo dedicato alla Battaglia di Vezza d'Oglio del 4 luglio 1866.
  • Monumento ai caduti della Battaglia di Vezza d'Oglio, presso la piazza 4 luglio 1866.
  • Monumento ai caduti vezzesi, presso il piazzale delle scuole elementari.
  • Sacrario contenente le spoglie dei caduti della Battaglia di Vezza d'Oglio, presso il cimitero.
  • Busto di Andrea Gregorini nell'omonima piazza.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[21]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Vezza è Campanù[4].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le frazioni di Vezza d'Oglio sono Davena, Grano, .

Altre frazioni, ora disabitate sono Cormignano (a monte della frazione Grano), Pedenole e Vedet collocate tra e il comune confinante Vione.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il municipio di Vezza d'Oglio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 2004 Giuseppe Giacomo Citroni lista civica Sindaco
14 giugno 2004 26 maggio 2014 Severino Fausto Bonavetti lista civica Sindaco
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Giovanmaria Giacomo Rizzi lista civica Sindaco
27 maggio 2019 in carica Diego Martino Occhi lista civica Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Unione di comuni[modifica | modifica wikitesto]

Vezza d'Oglio fa parte dell'Unione Comuni dell'Alta Valle Camonica, assieme ai comuni di Ponte di Legno, Vione, Temù, Incudine e Monno.
L'unione di comuni, che ha sede a Ponte di Legno, è stata creata il 30 ottobre 2000, ed ha una superficie di circa 284,10 km².[22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 155.
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 698, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Popolazione residente al 1º gennaio 2022 per età, sesso e stato civile, su demo.istat.it. URL consultato il 5 agosto 2022.
  7. ^ Regio decreto 15 marzo 1863, n. 1211, articolo 1, in materia di "Decreto che autorizza alcuni Comuni delle Provincie di Pavia, Cremona, Cuneo, Brescia, Macerata, Torino, e Massa e Carrara ad assumere una nuova denominazione."
  8. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], p. 213.
  9. ^ Enrico Tarsia, Vezza d'Oglio, in Quaderni Camuni - n. 4, Brescia, Vannini, 1987, p. 442.
  10. ^ Marcello Ricardi e Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 383.
  11. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 17.
  12. ^ Gabriele Archetti, Berardo Maggi - Vescovo e signore di Brescia, Brescia, ottobre 1994, p. 306.
  13. ^ Roberto Andrea Lorenzi, Medioevo camuno - proprietà classi società, Brescia, Grafo, 1979, p. 71.
  14. ^ Tratto da: Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 80, ISBN 88-343-0333-4.
  15. ^ Tratto da: Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 104, ISBN 88-343-0333-4.
  16. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 183.
  17. ^ Tratto da: Marcello Ricardi e Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 386.
  18. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 385.
  19. ^ Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 novembre 2008.
  20. ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 162.
  21. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  22. ^ Ministero dell Interno - Unione Comuni dell Alta Valle Camonica [collegamento interrotto], su pers.mininterno.it. URL consultato il 26 luglio 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Ricardi e Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]