Pezzolo Valle Uzzone

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Pezzolo Valle Uzzone
comune
Pezzolo Valle Uzzone – Stemma
Pezzolo Valle Uzzone – Veduta
Pezzolo Valle Uzzone – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoGianni Balbiano (lista civica) dal 6-6-2016
Territorio
Coordinate44°32′N 8°12′E / 44.533333°N 8.2°E44.533333; 8.2 (Pezzolo Valle Uzzone)
Altitudine321 m s.l.m.
Superficie26,57 km²
Abitanti299[1] (31-10-2023)
Densità11,25 ab./km²
FrazioniGorrino, Santuario di Todocco, Carpeneta, Vassalli, Blengi
Comuni confinantiBergolo, Castelletto Uzzone, Cortemilia, Levice, Piana Crixia (SV), Serole (AT)
Altre informazioni
Cod. postale12070
Prefisso0173
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004164
Cod. catastaleG532
TargaCN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 713 GG[3]
Nome abitantipezzolesi
Patronosan Colombano
Giorno festivo23 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pezzolo Valle Uzzone
Pezzolo Valle Uzzone
Pezzolo Valle Uzzone – Mappa
Pezzolo Valle Uzzone – Mappa
Posizione del comune di Pezzolo Valle Uzzone nella provincia di Cuneo
Sito istituzionale

Pezzolo Valle Uzzone (Pseu in piemontese) è un comune italiano di 299 abitanti in provincia di Cuneo in Piemonte.

Il comune fa parte dell'Unione Montana Alta Langa avente sede a Bossolasco.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Pezzolo Valle Uzzone è stato creato il 19/02/1928 con l'unione degli antichi centri di Gorrino e di Torre Uzzone. Il primo, dove sorge un castello costruito prima dell'Anno Mille, compare, col nome di Gorino, in una bolla pontificia del 1014. Del secondo si ha notizia fin dal 1209, quando il Comune di Asti lo diede in feudo ai Del Carretto.

Il comprensorio, originariamente dominio del marchese Bonifacio del Vasto e quindi di suo figlio Bonifacio di Cortemilia, divenne poi possesso del Vescovo di Asti ed in seguito dei Del Carretto, dei Marchesi di Saluzzo ed infine di Casa Savoia.

Edifici religiosi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Santuario del Todocco, o santuario della Madonna della Divina Grazia, a circa 700 m d'altitudine ricostruito negli anni '30, è "ab antiquo" dedicato alla Madonna della Divina Grazia -devozione che risale alla miracolosa guarigione di una pastorella sordomuta nel XVII secolo (Parrocchia di San Bartolomeo). All'area del Todocco appartiene, sul versante verso la Valle Uzzone, la località Sejore (Sjure- le Signore?), dove si conserva la secentesca cappella rurale della Madonna della Neve, che ricorda l'evento della nevicata d'agosto a Roma, al tempo del Papa Liberio, nel luogo in cui sorge ora Santa Maria Maggiore. La "Festa del Todocco" si svolge, in memoria dell'evento, le prime due domeniche d'agosto. Tra le ipotesi sull'origine del toponimo "Todocco", vi è anche quella che fa riferimento a "Théotokòs", appellativo ricorrente della Vergine Maria in area greca: Genitrice di Dio. Se avvalorata, tale ipotesi potrebbe spostare l'inizio di una devozione mariana sul colle a molto prima della fine del I MIllennio. A Torre Uzzone l'insieme degli edifici dell'antica parrocchiale è di proprietà privata dopo un lungo periodo di trascuranza e conseguente diruizione. Della chiesa, da tempo diroccata, è stata ricavata una piccola cappella nell'area del presbiterio e dell'abside, mentre si conserva intatto il campanile. Un tabernacolo in arenaria azzurra con la scritta Ave Salvator Mondi (con la "o") e la data del 1498 è stato recentemente inserito nella ricostruzione recente e radicale - data la permanenza di pochi tratti di muratura - e per qualche aspetto arbitraria, della piccola chiesa dei disciplinati (i "Batù") che portava un architrave con un'iscrizione relativa ai conti Doglio titolari del feudo di Torre Uzzone.

Altri edifici di interesse sono:

Chiesa parrocchiale di San Colombano.
San Colombano e Sant'Irnerio di Chartres nella pala d'altare della parrocchiale.

All'interno vi è presente una pala d'altare del XVII secolo raffigurante san Colombano e sant'Irnerio di Chartres;

  • La chiesa parrocchiale di san Pietro in Vincoli nella frazione di Gorrino (dove si conserva un prezioso ciborio in pietra del 1560 su cui un'epigrafe cita Pietro Fauni da Costacciaro, vescovo di Acqui dal 1558 al 1578);
  • La chiesa confraternitale della Madonna di Loreto a Gorrino;
  • le cappelle di san Rocco alla Carpeneta, di sant'Antonio a Conavio (Larè), di San Sebastiano, san Bernardo (l'affresco, recente, di mano di una restauratrice cortemiliese, sostituisce un'antica tela di pari soggetto trafugata; presenta san Bernardo di Chiaravalle e san Luigi Re di Francia), della Vergine Annunziata (con affresco absidale, forse coevo della Cappella medesima, del XVII/XVIII secolo e restaurato nel 1864).
    L'Annunciazione è una copia della tela (1623) di Orazio Gentileschi conservata alla Galleria Sabauda di Torino. Giovanni Agostino Ratti ne trasse l'incisione nell' "Officio della Beatissima Vergine Maria" - Torino, 1849
    Altra cappella campestre è di san Martino di Tours (originaria parrocchiale con affresco absidale che raffigura il vescovo Martino e san Francesco d'Assisi (o forse il beato Guglielmo Rubone di Cortemilia) e ancora san Rocco nel territorio di Gorrino e la cappella, di fattura barocca, del palazzo di Porcavio. A Piansoave è ancora presente la piccola chiesa borghigiana di san Giacomo, officiata regolarmente sino a tempi recenti. Piloni ed edicole devozionali punteggiano peraltro tutto il territorio del comune.

Le lapidi romane[modifica | modifica wikitesto]

C'è una lastra marmorea (lapide) murata nella cappella a destra dell'entrata nel santuario del Todocco. Le dimensioni, in cm., sono di circa 80 di altezza per 60 di larghezza, e lo spessore di circa 20/25. Il materiale è un marmo bianco con venature e ombre grigio/brune. Si presenta come la parte superiore di una più alta stele funeraria (o celebrativa), separata dal resto o per accidentale frattura, successivamente corretta con una scalpellatura per rendere il lato inferiore ortogonale al lato verticale, o volontariamente separata da una lastra intera per scelte di cui sfugge la ragione. La lastra è divisa in 4 registri, i primi tre racchiusi in una sobria cornice lineare modanata. Nel primo, che è quanto rimane dell'originaria più estesa epigrafe, compare in caratteri regolari ed eleganti la scritta L.MARIUS, col punto di separazione tra la “L” e la “M” che non interrompe, come di consueto nell'epigrafia classica, la continuità del testo. Nel registro immediatamente superiore, la lupa che allatta Romolo e Remo.

La stele marmorea di Lucio Mario nel santuario del Todocco.

L'animale ha una postura molto dinamica con le zampe allungate verso l'esterno (è visibile solo la posteriore sinistra), la testa rivolta verso i poppanti con le orecchie abbassate e la dentatura in evidenza, quasi in aggressivo gesto di difesa.

L'esecuzione del gruppo, nonostante una certa erosione presente su tutta la lastra, è molto accurata: le zampe della lupa sono ben modellate, con tendini e muscoli in evidenza così come la testa ed il corpo su cui si leggono bene le costole e le mammelle rigonfie, osservando che per le zampe e per la dentatura si è fatto uso del trapano, strumento dei marmorari per produrre piccole cavità, riccioli etc.. Le figurine dei due poppanti ignudi sono un poco corrose: in posizione opposta, schiena contro schiena, appoggiano un braccio a terra e tendono simmetricamente l'altro al ventre della nutrice. Tra i due è stato praticato, in secoli passati (i margini sono corrosi come il resto), un foro irregolare e passante, forse per inserirvi il cannello d'una fontana. Il terzo registro, a forma di timpano, contiene al centro un'ara dove posa un globo a cui tendono in postura rampante due capricorni, con capo, tronco e zampe anteriori caprine, benché dotate di pinne calligraficamente definite, e corpo che termina con coda di pesce trilobata. Sui lati obliqui del timpano giacciono due leoni, in posizione speculare e simmetrica pur in presenza di piccoli particolari diversi. I leoni, che volgono la testa poderosa verso l'osservatore, afferrano con una zampa una testa d'ariete.

La lastra è stata murata all'interno dell'edificio alla fine del ventesimo secolo, dopo essere stata trasportata al santuario dall'area dell'antica parrocchiale di Torre Uzzone. Qui era rimasta, a memoria di diverse generazioni, semplicemente addossata ad un muro esterno della chiesa, oggetto di curiosità storica e di qualche visita di studiosi e fotografi, ma senza che su di essa venisse mai attuato un progetto di recupero di analisi storico-archeologica. Premettendo che le ipotesi che seguono derivano da alcune osservazioni e notizie di comune reperibilità senza pretese scientifiche, la lapide di Lucio Mario è senz'alcun dubbio un manufatto d'epoca romana di grande pregio e quasi certamente riferibile a eventi e personaggi di specifica rilevanza. Il materiale di qualità (un marmo bianco di fine struttura cristallina, molto compatto e solido), la raffinatezza e l'eleganza dell'esecuzione – opera di artigiano/artista non certamente improvvisato - fanno supporre il notevole rango sociale ed anche politico del dedicatario. La lupa che allatta Romolo e Remo è figura ovviamente ricorrente nell'iconografia classica, come primo emblema dello Stato romano, sigillo della sua fondazione e legittimità, e il suo utilizzo, ossia la possibilità di fregiarsene, era quasi certamente destinato a coloro che detenevano importanti cariche pubbliche, come nella fattispecie quelle consolari. Il resto delle immagini, come i capricorni rampanti sull'ara che sorregge il globo, i leoni e gli arieti dei fastigi, tutti in relazione con i segni zodiacali, potrebbero far riferimento simbolico alle origini del personaggio, al periodo della sua nascita, alla storia famigliare, alle imprese compiute e ad altro ancora. Lucio Mario? Nella storia romana compaiono, con rango consolare, due personaggi con questo nome: Lucio Mario Massimo Perpetuo Aureliano, più semplicemente noto come Mario Massimo, (latino: Lucius Marius Maximus Perpetuus Aurelianus; 158/160 circa – 230), che fu un senatore e uno storico non del tutto secondario dell'Impero romano, e suo figlio Lucio Mario Massimo (latino: Lucius Marius Maximus) anch'egli senatore e console nel 232 d.C. Il primo, come console ebbe diversi incarichi di governatore, compresi quelli della Gallia Lugdunense (Lione) e della Germania Inferiore, e servì al tempo degli imperatori Commodo, Settimio Severo, Caracalla e Macrino. Il secondo fu console nel periodo imperiale di Severo Alessandro. La lapide potrebbe essere celebrativa o funeraria di uno di questi personaggi e quindi risalire al III secolo d.C., epoca con la quale alcuni elementi compositivi e lo stile raffinato potrebbero essere compatibili. Nella storia di Roma ve ne furono quasi sicuramente altri con questo nome, anche se non molti con il rango che la lapide testimonia. Inoltre sui motivi per cui il manufatto sarebbe pervenuto a Torre Uzzone ogni ipotesi rischia di parere troppo fantasiosa. La più “umile” è che quel bel pezzo di marmo scolpito, anche se malamente forato, sia stato acquistato o rubato in qualche luogo più ricco e denso di vestigia storiche, fors'anche della Gallia Lugdunense, e poi sia arrivato a Torre Uzzone o dintorni, nelle mani di alcuni dei feudatari locali e lì, prima, chissà come utilizzato, poi abbandonato e quasi dimenticato. Per concludere, la pia ipotesi che la lapide abbia anche potuto far parte posticcia di un sepolcro marchionale: LMARIUS come Laeta Marchionis Anima Requiescat In pace, Vita Soluta (Lieta l'anima del marchese riposi, a vita conclusa). In regione Piovero un'altra antica lapide romana è murata in un edificio rurale (Cascina di Piovero Sottano) nella campagna prospiciente la Valle Uzzone.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1985 24 maggio 1990 Tancredi Brandone Partito Socialista Democratico Italiano Sindaco [5]
24 maggio 1990 15 gennaio 1993 Tancredi Brandone Partito Socialista Democratico Italiano Sindaco [5]
28 gennaio 1993 24 aprile 1995 Celso Abbà Democrazia Cristiana Sindaco [5]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Francesco Biscia Lega Nord Sindaco [5]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Francesco Biscia Lega Nord Sindaco [5]
14 giugno 2004 5 dicembre 2005 Riccardo Giuseppe Brusco Orizzonti nuovi Sindaco [5]
5 dicembre 2005 30 maggio 2006 Francesco D'Angelo Comm. straordinario [5]
30 maggio 2006 16 maggio 2011 Piero Sugliano lista civica Sindaco [5]
16 maggio 2011 6 giugno 2016 Piero Sugliano lista civica Stretta di mano Sindaco [5]
6 giugno 2016 in carica Gianni Balbiano lista civica Stretta di mano Sindaco [5]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 ottobre 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  5. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • [1][collegamento interrotto] Da Spigno a Pezzolo
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