Clay Regazzoni

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Clay Regazzoni
Regazzoni nel 1971 ai box di Zandvoort
Nazionalità Bandiera della Svizzera Svizzera
Automobilismo
Categoria Formula 2, Formula 1, Campionato internazionale sportprototipi, Campionato del mondo sportprototipi, 500 Miglia di Indianapolis, BMW M1 Procar
Ruolo Pilota
Termine carriera 30 marzo 1980
Carriera
Carriera in Formula 1
Esordio 21 giugno 1970
Stagioni 1970-1980
Scuderie Ferrari 1970-1972
BRM 1973
Ferrari 1974-1976
Ensign 1977
Shadow 1978
Williams 1979
Ensign 1980
Miglior risultato finale 2º (1974)
GP disputati 139 (132 partenze)
GP vinti 5
Podi 28
Pole position 5
Giri veloci 15
Carriera in Formula 2
Esordio 7 aprile 1968
Stagioni 1968-1971, 1977-1979
Scuderie Tecno 1968
Ferrari 1969
Tecno 1969-1970
Bandiera della Francia Shell-Arnold Team 1971
Bandiera del Regno Unito Project Four Racing 1977
Bandiera della Nuova Zelanda Ardmore Racing 1977
Bandiera dell'Italia Everest Racing Team 1978
Bandiera dell'Italia Racing Team Everest 1979
Europei vinti 1 (1970)
GP disputati 26 (25 partenze)
GP vinti 4
Podi 8
Pole position 3
Giri veloci 1
 

«Viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota: così ho definito Clay Regazzoni, il brillante, intramontabile Clay, ospite d'onore ideale per le più disparate manifestazioni alla moda, grande risorsa dei rotocalchi femminili. Lo contattai fin dal 1969 [...]. L'anno dopo vinse un memorabile Gran Premio d'Italia a Monza. Poi si affinò, come stile e temperamento, che era fra i più audaci, fino a diventare un ottimo professionista. Gli avversari lo hanno sempre rispettato.»

Gianclaudio Giuseppe Regazzoni, meglio noto come Clay Regazzoni (Lugano, 5 settembre 1939Fontevivo, 15 dicembre 2006), è stato un pilota automobilistico svizzero.

Pilota istintivo e dalla guida aggressiva, aveva un'ottima capacità nella messa a punto delle vetture, dovuta alle conoscenze di meccanica acquisite nell'officina di famiglia.[2] Durante la sua carriera vinse il titolo di campione europeo di Formula 2 nel 1970 e conquistò 5 Gran Premi iridati in Formula 1, sfiorando la vittoria del mondiale nel 1974.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi[modifica | modifica wikitesto]

Vantò brevi trascorsi giovanili da calciatore nelle file del Noranco.[3] Dopo l'apprendistato di carrozziere nella ditta dello zio a Mendrisio, e spinto dall'amico Silvio Moser,[4] nel 1963, all'età di 24 anni, esordì nelle corse disputando alcune cronoscalate con una Austin-Healey Sprite 950.[5] Prosegue l'attività sportiva l'anno successivo al volante di una Mini Cooper S 1071.[5] Nel 1965 prese parte al corso di pilotaggio di Jim Russell e risultò essere il migliore, guadagnandosi l'ingaggio in Formula 3 su una Brabham-Ford.[5]

Disputò la sua prima gara di Formula 2 nel 1966 a Siracusa, sempre con una Brabham, dove colse la pole position.[6] Nel 1967 continuò in Formula 3, passando alla Tecno e vincendo il XV Gran Premio di Spagna per F2 e F3 a Jarama:[7] a fine stagione si classificò secondo nella Coppa Europa disputatasi in gara unica a Hockenheim,[8] piazzamento che consegnò la Coppa delle Nazioni alla Svizzera.[9]

L'anno seguente Regazzoni disputò varie gare in F3, facendo stavolta sua la Coppa Europa a Hockenheim, contribuendo con questa vittoria alla seconda affermazione consecutiva della nazione elvetica nella Coppa delle Nazioni,[10] e salvandosi miracolosamente in un incidente occorsogli sul circuito di Monte Carlo: all'uscita della chicane dopo il tunnel, Regazzoni perse il controllo della sua Tecno 68 andando a sbattere violentemente contro le barriere. Le ridotte dimensioni della monoposto fecero sì che essa s'infilasse sotto il guard rail, con la lama di metallo che passò sopra l'abitacolo: lo svizzero si rannicchiò istintivamente, riuscendo ad abbassarsi quel tanto che gli bastò per evitare la decapitazione, e la vettura si fermò quando il roll-bar dietro la sua testa andò a incastrarsi sotto la barriera.[11]

La Ferrari 312 PB di Regazzoni nel 1971 alla 1000 km del Nürburgring

Il suo impegno principale fu però il Campionato Europeo di Formula 2 con lo stesso team, dove saltò tre delle nove gare e conquistò due podi, per poi terminare la stagione in Sudamerica disputando la XVII Temporada Argentina, sempre con la Tecno di F2[12] Nel 1969 fu attivo ancora nell'Europeo dove cominciò la stagione con una Ferrari Dino 166 F2, ritornando poi a metà campionato sulla Tecno 68-Cosworth FVA con cui conquistò il suo migliore risultato, il quarto posto al Gran Premio di Enna.

L'anno della sua definitiva affermazione fu il 1970, quando diventò campione europeo di Formula 2 sempre con la Tecno, vincendo quattro delle otto gare della serie e riuscendo solo alla penultima gara (grazie alla regola degli "scarti" all'epoca in vigore) ad avere la meglio del più regolare Derek Bell.[13] Prese parte nello stesso anno anche alla 24 Ore di Le Mans,[14] la sua prima gara con vetture Sport Prototipo, al volante della Ferrari 512 S ufficiale in coppia con Arturo Merzario, nell'edizione dello scontro frontale Ferrari-Porsche; Merzario aveva mantenuto la loro vettura tra le prime posizioni fino al cambio, quando Regazzoni fu costretto al ritiro dopo sole due ore di gara a causa dell'incidente sotto la pioggia con la 512 S di Reine Wisell, che procedeva lentamente in pista dopo un'uscita di strada[15] (probabilmente causata da un'incomprensione con l'Alfa Romeo T33/3 di Andrea De Adamich).[16]

In seguito avrebbe ancora partecipato a gare del Campionato Mondiale Marche con la Ferrari 312 PB nel 1971 e 1972,[17] vincendo in quest'ultima stagione la 1000 km di Monza assieme a Jacky Ickx[18] e la 9 Ore di Kyalami in coppia con Merzario[19][20] (fuori campionato), contribuendo così al successo della Scuderia Ferrari nella classifica finale. Nel 1973 fu ingaggiato dall'Autodelta e con la nuova Alfa Romeo Tipo 33 TT/12 disputò la Targa Florio, la 1000 km del Nürburgring e la 1000 km di Zeltweg, ma un incidente in prova nella gara siciliana (dove l'equipaggio Regazzoni/Facetti aveva ottenuto il terzo tempo in qualifica) e due ritiri nelle altre due gare chiusero la parentesi con la casa milanese.[17] Prese anche parte ad alcune gare del Campionato ProCar del 1979.[21]

La Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

Regazzoni sul podio del Gran Premio del Brasile 1974, secondo dietro al vincitore Fittipaldi.

Regazzoni fece un esordio sensazionale in Formula 1 con la Scuderia Ferrari nel 1970, invertendosi con Ignazio Giunti alla guida della seconda vettura.[2] All'esordio giunse subito a punti ottenendo il quarto posto al Gran Premio d'Olanda e, dopo sole quattro gare, riuscì ad aggiudicarsi il Gran Premio d'Italia (nonostante negli ultimi giri la sua vettura perdesse benzina),[22] terminando poi il campionato al terzo posto, alle spalle dell'iridato Jochen Rindt e del compagno di squadra Jacky Ickx.

Nel biennio successivo, a causa dello stato di crisi in cui cadde la squadra italiana,[4] ottenne magri risultati, salendo sul podio solo quattro volte e centrando una sola pole position. Si accordò quindi con la BRM per la stagione 1973, facendo squadra con Jean-Pierre Beltoise e con il promettente Niki Lauda. Proprio con quest'ultimo fece ritorno in Ferrari l'anno successivo, suggerendo peraltro a Enzo Ferrari l'ingaggio del giovane austriaco[4] e andando a formare, con il direttore sportivo Luca Cordero di Montezemolo e il direttore tecnico Mauro Forghieri, la base del gruppo che riportò la Scuderia ai vertici mondiali. In un triennio la coppia di piloti dette a Maranello due titoli costruttori (nel 1975 e nel 1976), mentre da parte sua Regazzoni raggiunse nel 1974 il suo migliore piazzamento nel mondiale piloti, secondo a sole tre lunghezze dall'iridato Emerson Fittipaldi (quando, dopo essere arrivato a pari punti col brasiliano alla vigilia dell'ultima gara, dovette arrendersi a causa di problemi alle sospensioni[4]).

Tuttavia, dopo aver perso il campionato del '74 Regazzoni venne messo in secondo piano dalla Ferrari, che a partire dalla stagione seguente puntò sull'emergente Lauda. Ciò causò un deterioramento dei rapporti con la squadra, ma il peggio venne con la primavera del 1976, dopo la partecipazione dello svizzero a un varietà televisivo della RAI, che ebbe come conseguenza una dichiarazione del Drake che lo definì: «Viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota»; da quel momento Regazzoni capì che la sua storia nella Scuderia era finita, giacché per la stessa stampa era diventato un «pilota a tempo perso».[23]

Regazzoni su Ferrari 312 T2 al Gran Premio di Germania 1976

Cercò quindi un nuovo ingaggio e, in seguito al fallito accordo con la Brabham dovuto al veto posto da Carlos Pace,[4] passò dapprima alla neonata Ensign nel 1977 e poi alla Shadow nel 1978. Regazzoni fu protagonista di un paio di stagioni incolori fino al 1979, anno in cui Frank Williams lo assunse nella sua squadra per fare coppia con Alan Jones; lo svizzero regalò alla squadra inglese la sua prima vittoria a Silverstone e diversi buoni piazzamenti (tra cui un secondo posto conquistato a Monte Carlo, rimontando dalle ultime file dello schieramento), ma nonostante questo fu esonerato a fine stagione in favore di Carlos Reutemann (il quale già aveva preso il suo posto nel 1977 alla Ferrari).

Tornato all'Ensign, la carriera di Regazzoni terminò il 30 marzo 1980 in seguito a un incidente nel Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Ovest a Long Beach: la sua vettura uscì di pista al 51º giro a causa di un'avaria all'impianto frenante[4] e si schiantò a 270 km/h contro la Brabham di Ricardo Zunino, che era stata abbandonata dai commissari nella via di fuga dopo il ritiro dell'argentino. Le gravi ferite che il pilota riportò alle gambe e alla spina dorsale lo resero paraplegico per il resto della vita, e un successivo intervento, che avrebbe dovuto essere risolutore, ne peggiorò ulteriormente le condizioni.

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Regazzoni (a destra) in un'intervista durante gli ultimi anni di vita

Pur costretto su una sedia a rotelle, Regazzoni non abbandonò il mondo dei motori. Negli anni seguenti partecipò ad alcune gare di rally su vetture con comandi modificati per l'occasione, si rivelò un assai apprezzato commentatore sportivo e fu promotore dell'inserimento dei disabili nello sport: in quest'ultimo caso, nel 1993 fu tra i fondatori, con Luca Pancalli, della Federazione Italiana Sportiva Automobilismo Patenti Speciali (FISAPS).

Dalla prima metà degli anni 1980 fino alla stagione 1994 fece inoltre parte, in veste di commentatore tecnico, della squadra Rai al seguito dei Gran Premi di Formula 1, affiancando il telecronista Mario Poltronieri, l'esperto di tecnica e regolamenti Gianfranco Palazzoli e l'inviato Ezio Zermiani.

Regazzoni perse la vita il 15 dicembre 2006, all'età di 67 anni, a causa di un incidente stradale lungo l'autostrada A1, sul ponte del fiume Taro, nei pressi dello svincolo per l'A15 Parma-La Spezia;[24][25] inizialmente si pensò a un malore alla guida all'origine del decesso, ipotesi smentita dall'autopsia.[26] I funerali si svolsero nella chiesa del Sacro Cuore di Lugano. Regazzoni venne tumulato nel cimitero di Porza, a nord di Lugano.[27]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

1970 Scuderia Vettura Punti Pos.
Scuderia Ferrari Ferrari 312 B 4 4 Rit 2 1 2 13 2 33
1971 Scuderia Vettura Punti Pos.
Scuderia Ferrari Ferrari 312 B
Ferrari 312 B2[28]
3 Rit Rit 3 Rit Rit 3 Rit Rit Rit 6 13
1972 Scuderia Vettura Punti Pos.
Scuderia Ferrari Ferrari 312 B2 4 13 3 Rit Rit 2 Rit Rit 5 8 15
1973 Scuderia Vettura Punti Pos.
BRM BRM 160D
BRM 160E[29]
7 6 Rit 9 10 Rit 9 12 7 8 Rit 6 Rit 8 2 18º
1974 Scuderia Vettura Punti Pos.
Scuderia Ferrari Ferrari 312 B3-74 3 2 Rit 2 4 4 Rit 2 3 4 1 5 Rit 2 11 52
1975 Scuderia Vettura Punti Pos.
Scuderia Ferrari Ferrari 312 B3-74
Ferrari 312 T[30]
4 4 16 NC Rit 5 3 3 Rit 13 Rit 7 1 Rit 25
1976 Scuderia Vettura Punti Pos.
Scuderia Ferrari Ferrari 312 T
Ferrari 312 T2[29]
7 Rit 1 11 2 14 6 Rit Rit 9 2 2 6 7 5 31
1977 Scuderia Vettura Punti Pos.
Ensign Ensign MN177 6 Rit 9 Rit Rit NQ Rit 7 7 NQ Rit Rit Rit 5 5 Rit Rit 5 17º
1978 Scuderia Vettura Punti Pos.
Shadow Shadow DN8
Shadow DN9[28]
15 5 NQ 10 NQ Rit 15 5 Rit Rit NQ NC NQ NC 14 NQ 4 16º
1979 Scuderia Vettura Punti Pos.
Williams Williams FW06
Williams FW07[29]
10 15 9 Rit Rit Rit 2 6 1 2 5 Rit 3 3 Rit 29 (32)
1980 Scuderia Vettura Punti Pos.
Ensign Ensign MN180 NC Rit 9 Rit 0
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

Sport prototipi[modifica | modifica wikitesto]

Campionato internazionale sportprototipi e Campionato del mondo sportprototipi[modifica | modifica wikitesto]

1970 Scuderia Vettura Bandiera degli Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti Bandiera del Regno Unito Bandiera dell'Italia Bandiera dell'Italia Bandiera del Belgio Bandiera della Germania Ovest Bandiera della Francia Bandiera degli Stati Uniti Bandiera dell'Austria
Scuderia Ferrari Ferrari 512 S Rit
1971 Scuderia Vettura Bandiera dell'Argentina Bandiera degli Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti Bandiera del Regno Unito Bandiera dell'Italia Bandiera del Belgio Bandiera dell'Italia Bandiera della Germania Ovest Bandiera della Francia Bandiera dell'Austria Bandiera degli Stati Uniti
Scuderia Ferrari Ferrari 312 PB 2 Rit 8 Rit Rit
1972 Scuderia Vettura Bandiera dell'Argentina Bandiera degli Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti Bandiera del Regno Unito Bandiera dell'Italia Bandiera del Belgio Bandiera dell'Italia Bandiera della Germania Ovest Bandiera della Francia Bandiera dell'Austria Bandiera degli Stati Uniti
Scuderia Ferrari Ferrari 312 PB 2 4 Rit 5 1 2 Rit
1973 Scuderia Vettura Bandiera degli Stati Uniti Bandiera dell'Italia Bandiera della Francia Bandiera dell'Italia Bandiera del Belgio Bandiera dell'Italia Bandiera della Germania Ovest Bandiera della Francia Bandiera dell'Austria Bandiera degli Stati Uniti
Autodelta Alfa Romeo T33 Rit Rit

24 Ore di Le Mans[modifica | modifica wikitesto]

Anno Classe Gomme Vettura Squadra Co-piloti Giri Pos.
Assol.
Pos. di
Classe
1970 S
5.0
8 F Ferrari 512 S
Ferrari 5.0L V12
Bandiera dell'Italia SpA Ferrari SEFAC Bandiera dell'Italia Arturo Merzario 38 Rit Rit

12 Ore di Sebring[modifica | modifica wikitesto]

Anno Scuderia Costruttore Vettura Numero Categoria Classe Co-Pilota Giri Risultato
di classe
Risultato
assoluto
1972 Ferrari Ferrari Ferrari 312 PB 4 Sport S 3.0 Bandiera del Regno Unito Brian Redman 215 Rit Rit
Legenda

1000 km del Nürburgring[modifica | modifica wikitesto]

Anno Scuderia Costruttore Vettura Numero Categoria Classe Co-Pilota Giri Risultato
di classe
Risultato
assoluto
1971 Bandiera dell'Italia S.p.A. Ferrari SEFAC Ferrari Ferrari 312 PB 15 Prototipo P 3.0 Bandiera del Belgio Jacques "Jacky" Ickx 21 Rit Rit
1972 Bandiera dell'Italia Spa Ferrari SEFAC Ferrari Ferrari 312 PB 1 Sport S 3.0 Bandiera del Belgio Jacques "Jacky" Ickx 16 Rit Rit
1973 Bandiera dell'Italia Autodelta SpA Alfa Romeo Alfa Romeo 33 TT12 9 Sport S 3.0 Bandiera dell'Italia Carlo Facetti 2 Rit Rit
Legenda

Formula 2[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Team Vettura Motore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Punti Pos.
1968 Tecno Racing Team Tecno TF68 Ford HOC THR JAR
5
ZOL[31] PAL
3
TUL ZAN
Rit
PER
4
HOC
Rit
VAL
NC
13
1969 Scuderia Ferrari Ferrari 166 Ferrari THR
10
HOC
NP
NÜR
Rit
JAR
11
TUL 5 10º
Tecno Racing Team Tecno TF69 Ford PER
4
VAL
1970 Tecno Racing Team Tecno TF69
Tecno TF70[32]
Ford THR
8
HOC
1
MON
8
CRY
2
PER
1
TUL
Rit
IMO
1
HOC
2
44
1971 Shell-Arnold Team March 712M Ford HOC THR NÜR JAR PAL ROU MAN TUL ALB VAL VAL
Rit
0 NC
1977 Project Four Racing Ralt RT1 BMW SIL THR HOC NÜR
Rit
VAL PAU MUG ROU NOG PER 0‡ NC
Ardmore Racing Chevron B40 Hart MIS
6
EST DON
1978 Everest Racing Team Chevron B40 BMW THR HOC NÜR PAU MUG VAL ROU DON NOG PER MIS
Rit
HOC 0 NC
1979 Racing Team Everest March 792 BMW SIL
Rit
HOC THR NÜR VAL MUG
Rit
PAU HOC ZAN PER MIS
Rit
DON 0 NC

È stato assegnato metà punteggio in quanto è stata completata meno del 75% della distanza di gara.

500 Miglia di Indianapolis[modifica | modifica wikitesto]

Anno N° auto Partito Media qualifica Finito Giri Giri in testa Causa ritiro
1977 38 29º 186.047 30º 25 0 Cella a combustibile
Totale 25 0

BMW M1 Procar[modifica | modifica wikitesto]

(legenda) (Le gare in grassetto indicano la pole) (Le gare in corsivo indicano il giro veloce)

Anno Squadra 1 2 3 4 5 6 7 8 Punti Pos.
1979 BMW Motorsport ZOL
Bandiera del Belgio
MON
Bandiera di Monaco
DIG
Bandiera della Francia
SIL
Bandiera del Regno Unito
HOC
Bandiera della Germania Ovest
ÖST
Bandiera dell'Austria
ZAN
Bandiera dei Paesi Bassi
MNZ
Bandiera dell'Italia
61
3 2 5 14 5 4 5 Rit

Clay Regazzoni nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Nel film Rush del 2013, diretto da Ron Howard e incentrato sulla rivalità sportiva nella Formula 1 degli anni 1970 tra James Hunt e Niki Lauda, è presente nel cast principale anche la figura di Clay Regazzoni (all'epoca compagno di squadra di Lauda in Ferrari), interpretato dall'attore italiano Pierfrancesco Favino.[33]

Clay Regazzoni inoltre ha partecipato personalmente a due serie di sketch della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello: negli anni 1970 e 1971, pubblicizzando il brandy SIS-Cavallino Rosso[34], e nel 1975 (con Raffaella Carrà, Enzo Paolo Turchi e Niki Lauda) i prodotti e le stazioni di servizio dell'Agip.[35]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ferrari, p. 118.
  2. ^ a b Clay Regazzoni: Don Chisciotte, su autosprint.corrieredellosport.it, 20 maggio 2010. URL consultato il 26 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2014).
  3. ^ Quando Clay era (quasi) un... Pelé, in Autosprint, n. 26, 26 giugno - 3 luglio 1972, p. 24.
  4. ^ a b c d e f Orefici, pp. 19-22.
  5. ^ a b c Gli esordi, su clayregazzoni.com. URL consultato il 26 luglio 2014.
  6. ^ http://www.clayregazzoni.com/gare.asp?Anno=1966
  7. ^ Formula 3 1967 - Jarama 12.11
  8. ^ http://www.clayregazzoni.com/gare.asp?Anno=1967
  9. ^ European F3 Challenge 1967
  10. ^ Formula 3 1968 - Hockenheim 11.08
  11. ^ (EN) David Tremayne, Obituary - Clay Regazzoni, in The Independent, 18 dicembre 2006. URL consultato il 1º agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2007).
  12. ^ Formula 2 1968 - Championship Tables.
  13. ^ Formula 2 1970 - Table
  14. ^ http://www.clayregazzoni.com/gare.asp?Anno=1970
  15. ^ Articolo su Le Mans 1970 su slotrace.dk - La gara - parte 1, su slotrace.dk. URL consultato il 21 luglio 2010.
  16. ^ I racconti di Pedro - Seconda parte - Da Spa alla 24 Ore di Le Mans 1970, su gpx.it. URL consultato il 13 aprile 2014.
  17. ^ a b Clay Regazzoni - All Results, su racingsportscars.com. URL consultato il 13 aprile 2014.
  18. ^ World Championship 1972
  19. ^ http://www.clayregazzoni.com/gare.asp?Anno=1972
  20. ^ Kyalami 9 Hours 1972 - Photo Gallery - Racing Sports Cars
  21. ^ Clay Regazzoni - Complete Archive - Racing Sports Cars
  22. ^ Nestore Morosini, La Ferrari vittoriosa perdeva benzina, in Corriere dello Sport, 7 settembre 1970, p. 11 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
  23. ^ Regazzoni, De Agostini, p. 224.
  24. ^ Incidente sulla A1, muore Clay Regazzoni - Grande dentro e fuori dai circuiti
  25. ^ Clay Regazzoni muore in un incidente d'auto
  26. ^ Regazzoni, niente malore, su gazzetta.it, 19 dicembre 2006.
  27. ^ Addio Clay, su motorzone.it. URL consultato il 7 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2013).
  28. ^ a b Dal GP di Monaco.
  29. ^ a b c Dal GP di Spagna.
  30. ^ Dal GP del Sudafrica.
  31. ^ Non tutte le fonti sono concordi ad attribuire alla gara lo status di gara valida per il campionato.
  32. ^ Dal GP di Pergusa.
  33. ^ Rush - Pierfrancesco Favino accanto a Chris Hemsworth e Daniel Bruhl, su cineblog.it, 8 maggio 2012. URL consultato il 13 aprile 2014.
  34. ^ Marco Giusti, Il grande libro di Carosello, II edizione, Sperling e Kupfer, ISBN 88-200-2080-7, p. 530
  35. ^ Marco Giusti, op. cit., p. 33

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clay Regazzoni, È questione di cuore, con Cesare De Agostini, Milano, Sperling & Kupfer, 1982, ISBN 88-200-0213-2.
  • Oscar Orefici, Clay Regazzoni, campione di cuore, in Fuorigiri - Storia, leggende, eroi dell'automobilismo sportivo, vol. 1, 1992.
  • Enzo Ferrari, Piloti, che gente..., supplemento ad Autosprint nº 15 del 15-21 aprile 2003, Bologna, Conti Editore, 2003 [1985], SBN IT\ICCU\UBO\2174365.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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