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Svizzera
Unus pro omnibus, omnes pro uno (traduzione: "Uno per tutti, tutti per uno")
Svizzera - Localizzazione
Svizzera - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoConfederazione Svizzera
Nome ufficiale(DE) Schweizerische Eidgenossenschaft;
(FR) Confédération suisse;
(IT) Confederazione Svizzera;
(RM) Confederaziun svizra
Lingue ufficialitedesco, francese, italiano; romancio (coufficiale)[1]
CapitaleBerna  (122.658 ab. / 31.12.2007)
Politica
Forma di governorepubblica federale direttoriale
Presidente della ConfederazioneHans-Rudolf Merz (2009)
Indipendenza1º agosto 1291
Ingresso nell'ONU10 settembre 2002
Superficie
Totale41.285 km² (132º)
% delle acque3,7%
Popolazione
Totale7,604,467 ab. (Luglio 2008) (92º)
Densità181 ab./km²
Nome degli abitantisvizzeri
Geografia
ContinenteEuropa
Fuso orarioUTC+1 (UTC+2 in estate)
Economia
ValutaFranco svizzero
PIL (nominale)300,900 milioni di $ (2008) (36º)
PIL pro capite (nominale)39,800 $ (2008) (15º)
ISU (2005)0,955 (alto) ()
Varie
TLD.ch
Prefisso tel.+41
Sigla autom.CH
Inno nazionaleSalmo Svizzero
Festa nazionale1° agosto
Svizzera - Mappa
Svizzera - Mappa
 

La Confederazione Svizzera (in tedesco Schweizerische Eidgenossenschaft, in francese Confédération suisse, in romancio Confederaziun svizra), comunemente abbreviata in Svizzera (in tedesco Die Schweiz, in francese Suisse, in romancio Svizra), anche conosciuta come Confederazione elvetica (in quanto traduzione della denominazione latina Confœderatio Helvetica), è uno Stato federale dell'Europa centrale, composto dai 26 cantoni. Confinano a nord con la Germania, ad est con l'Austria e il Liechtenstein, a sud con l'Italia e ad ovest con la Francia.

La Svizzera è un paese alpino senza sbocco al mare, il cui territorio è geograficamente diviso tra il massicio del Giura, l'Altopiano e le Alpi. Formano in totale una superficie di 41,285 km². I 7,5 milioni di abitanti si concentrano soprattutto sull'Altopiano, dove vi si trovano le maggiori città: Zurigo, Ginevra e Basilea. Le due prime sono piazze finanziarie internazionali e vengono anche spesso considerate come avendo la qualità di vita più elevata al mondo.[2] Con un reddito pro capite pari a 52.600 franchi svizzeri nel 2004[3] (33.000 Euro), la Svizzera è uno dei Paesi economicamente più prosperi al mondo. Tre quarti della forza lavoro sono attivi nel settore terziario.

La Svizzera è suddivisa in tre regioni linguistiche e culturali: tedesca, francese, italiana, a cui vanno aggiunte le valli del Canton Grigioni in cui si parla il romancio. Il tedesco, il francese, l'italiano sono lingue ufficiali e nazionali. Il romancio è lingua nazionale dal 1938 ed è parzialmente lingua ufficiale dal 1996. Alla divisione linguistica si aggiunge quella religiosa con i cantoni protestanti e i cantoni cattolici.

La politica estera è contraddistinta dalla tradizionale neutralità. La Svizzera fa parte delle Nazioni Unite (dal 2002), dell'EFTA, del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione mondiale del commercio. La Svizzera ospita numerose organizzazioni internazionali, in particolare a Ginevra dove vi si trovano la sede della Croce Rossa e la sede europea dell'ONU. La capitale federale della Svizzera è Berna che è anche la capitale dell'omonimo cantone.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome odierno Svizzera proviene da Svitto (tedesco: Schwyz), uno dei cantoni Waldstätten che formavano il nucleo della Vecchia Confederazione. Il nome Svitto è attestato per la prima volta nel 972 come il villaggio di Suittes ed è forse legato all'alto tedesco antico suedan "bruciare", riferendosi alle foreste bruciate per creare nuovi spazi per gli insediamenti.[4] Il nome è poi stato usato per il cantone e finalmente per l'intera confederazione.

Il nome antico Elvezia (latino: Helvetia) proviene dagli elvezi, una popolazione celtica stabilita sul altopiano svizzero prima dell'era romana. Il nome degli elvezi è menzionato per la prima volta VI secolo a.C.[5] Il nome neo-latino Confoederatio Helvetica o Helvetia viene usato quando non conviene l'uso di una o di tutte le lingue nazionali. Perciò, il nome appare sui francobolli, monete e altri.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Svizzera.

La Svizzera esiste nella sua forma attuale soltanto dall'adozione della costituzione federale del 1848. I precursori della Svizzera hanno stabilito un'alleanza protettiva dalla fine del tredicesimo secolo, formando una confederazione di stati independenti che ha persistito per secoli.

Prima del 1291[modifica | modifica wikitesto]

Le più antiche tracce di presenza umana in Svizzera risalgono a circa 150 000 anni fa.[6] Gli insediamenti agricoli più remoti ritrovati in Svizzera sono quelli di Gächlingen, che si fanno risalire al 5300 a.C circa.[6]

Fondata nel 44 a.C., Augusta Raurica Fu la prima colonia romana vicina al Reno ed è oggi il sito archeologico più important in Svizzera[7]

L'insediamento celtico più conosciuto della Svizzera è quello di La Tène, sul lago di Neuchâtel, che ha dato il nome alla cultura della tarda età del ferro avente inizio intorno al 450 a.C.[6] Una delle popolazioni celtiche più importanti in svizzera erano gli elvezi. Nel 58 a.C., Giulio Cesare impedì agli elvezi di installarsi al di fuori dell’altipiano svizzero e questi ultimi furono disfatti alla Battaglia di Bibracte da le armate di Giuglio Cesare.[6] In 15 BC, Tiberio I, che era destinato a diventare il secondo imperatore romano, e suo frattello, Druso, conquistò le Alpi, integrandole nel Impero romano. L'area occupata dagli elvezi fu prima parte dalla provincia della Gallia Belgica e poi dalla Germania superiore, mentre la parte est della Svizzera moderna fu integrata nella provincia della Rezia.

Durante l'alto medioevo, dal quarto secolo, la parte ovest della Svizzera odierna era compresa nel territorio dei Burgundi. Gli Alemanni hanno occupato l'altopiano nel quinto secolo e le Alpi nel ottavo secolo, formando l'Alemannia. I territori della Svizzera moderna erano pertanto divisi tra i regni dell'Alemannia e della Burgundia.[6] L'intera regione fu compresa nel impero dei Franchi nel sesto secolo, seguendo la vittoria di Clodoveo I sopra gli alemanni nel 504 d.C., e dopo con la dominazione dei Franchi sui Burgundi.

Attraverso il resto del sesto secolo, del settimo e ottavo secolo, le regioni svizzere continuarono sotto l'egemonia Franca (Merovingi e Carolingi). Ma dopo la sua massima estensione sotto Carlo Magno, il regno franco fu diviso dal Trattato di Verdun nel 843.[6] I territori della Svizzera odierna furono divisi tra Lotaringia e Regnum Teutonicorum finché vengono riuniti soto il Sacro Romano Impero verso l'anno 1000.[6]

Verso il 1200, l'altopiano svizzero comprendeva le case di Savoia, Zähringen, Habsburg and Kyburg.[6] Ad alcune regioni (Uri, Svitto, Untervaldo, conosciute più tardi sotto il nome Waldstätten) è stata accordata l'immediatezza imperiale per garantire all'impero il controllo sui passi alpini.

La Confederazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Vecchia Confederazione.
Il Patto federale del 1291

La storia della confederazione ha inizio il 1º agosto del 1291, quando i rappresentanti delle comunità montane di Uri, Svitto e Untervaldo (detti Cantoni primitivi o Waldstätte) si riunirono sul prato del Grütli, sulle sponde del Lago dei Quattro Cantoni, e stipularono il giuramento di alleanza eterna che costituisce la nascita della Confederazione. Il Patto eterno confederale costituiva una lega difensiva volta ad estromettere dalle valli gli Asburgo. A Morgarten (1315), Sempach (1386) e Näfels (1388) la fanteria confederata inflisse tre clamorose sconfitte agli Austriaci. Nel contempo nuovi cantoni aderivano alla confederazione: con l'adesione di Lucerna, Zurigo, Glarona, Zugo e Berna si costituisce la cosiddetta Confederazione degli otto cantoni.

Nel corso del XV secolo gli Svizzeri assoggettano i territori di Argovia e Turgovia e ottengono l'alleanza di Ginevra, Vallese, San Gallo, Appenzello e Grigioni. Nel XVI secolo Carlo il Temerario di Borgogna è sconfitto a Grandson e Morat. Adesione di Friburgo e Soletta. Nel 1501 aderisce Basilea. Intanto Uri, con l'aiuto di Untervaldo, passa a sud delle Alpi e conquista la valle settentrionale del fiume Ticino. Nel corso del secolo si diffonde in Svizzera la Riforma Protestante introdotta da Ulrico Zwingli a Zurigo e da Giovanni Calvino a Ginevra, che diviene la "capitale" del protestantesimo. Le guerre di religione che infuriano in tutta l'Europa non risparmiano il paese (lo stesso Zwingli muore sul campo di battaglia). Berna conquista il Canton Vaud e vi diffonde il Protestantesimo. I cantoni rurali rimangono generalmente cattolici, mentre i cantoni "cittadini" accolgono la Riforma. È nel villaggio di Glarona (capoluogo dell'omonimo cantone) che viene giustiziata l'ultima strega in Europa, Anna Goeldi - siamo nel 1782.

Nel 1648 con la Pace di Vestfalia viene riconosciuta l'indipendenza della Svizzera dall'Impero (nello stesso trattato ottengono l'indipendenza anche i Paesi Bassi). Nel 1798 la Svizzera è invasa dalle truppe rivoluzionarie francesi e trasformata in una repubblica unitaria: la Repubblica Elvetica. Non ci sono più cantoni ma solo semplici unità amministrative, sul modello dei Départements francesi. Nel 1803 Napoleone fa tornare la Svizzera uno stato confederale tramite l'Atto di Mediazione. Da questo momento non ci sono più territori soggetti ad altri cantoni (i baliaggi); ogni cantone è messo sullo stesso piano degli altri. Nascono così i cantoni Argovia, Grigioni, San Gallo, Turgovia, Ticino, e Vaud. Finita l'era napoleonica, al Congresso di Vienna del 1815 vengono riconosciute internazionalmente le frontiere esterne della Svizzera e quelle interne tra cantoni. Le grandi potenze impongono al Paese la «neutralità armata permanente» per sottrarlo all'influenza francese. Ai 19 cantoni della Mediazione si aggiungono Neuchâtel, Vallese e Ginevra. Il Patto federale (1815-1848) restaura la confederazione di cantoni sovrani, che avevano perso la loro autonomia sotto il dominio napoleonico.

Lo stato federale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1845 i cantoni conservatori-cattolici costituiscono una propria lega (Sonderbund). La Guerra del Sonderbund è rapidamente vinta dai cantoni liberali. Nel 1848 entra in vigore una nuova costituzione: la Svizzera, da confederazione di stati, diventa uno stato federale.

Inaugurazione della linea del Gottardo nel 1882

Nel 1979 Il Canton Giura si stacca da Berna e diventa il ventiseiesimo cantone. Nel 1971 in un referendum gli elettori maschi decidono che anche le donne hanno diritto al voto a livello federale. Nel 1984 Elisabeth Kopp del Partito radicale è la prima donna eletta ministro. A livello cantonale l'ultimo cantone a adeguarsi è Appenzello Interno, che introdurrà il suffragio femminile solo nel 1990, per decisione del Tribunale federale.

Nel 1986 in un plebiscito gli elettori rifiutano di entrare nelle Nazioni Unite. Nel 1992 rifiutano di partecipare all'area economica europea. In questa occasione il paese si divide tra la Romandia (Svizzera francese) favorevole a un'integrazione nell'Unione Europea e la Svizzera tedesca e italiana che vogliono mantenere la separazione culturale ed economica dagli "Europei". Si dice che la Svizzera tedesca tema la Germania e la Svizzera italiana tema l'Italia. Un accordo è invece raggiunto con le maggiori organizzazioni capitalistiche mondiali, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.

Nel 1999 Ruth Dreifuss è la prima donna presidente. Dopo una nuova votazione popolare, questa volta con esito positivo, la Confederazione entra ufficialmente nelle Nazioni Unite il 10 settembre 2002.

Negli ultimi anni, la tradizionale reputazione della Svizzera come terra di virtù civile, pace e prosperità è particolarmente scossa da due eventi che segnano profondamente l'immaginario collettivo elvetico.

In seguito ad accuse da parte di organizzazioni ebraiche americane, secondo le quali, beni depositati da cittadini ebrei in banche svizzere, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale non sarebbero stati restituiti ai legittimi proprietari, si riaccende una vasta discussione interna sul ruolo della Svizzera nel conflitto (fino a quel momento piuttosto idealizzato in conformità al mito della neutralità elvetica) e sul suo rapporto con il regime nazista tedesco. Alcune colpe vengono ammesse, e due delle maggiori banche del paese patteggiano nel 1998 il pagamento di $1,25 miliardi alle suddette organizzazioni per essere distribuiti alle famiglie delle vittime dell'Olocausto.

A causa di errori di amministrazione e per la sfavorevole congiuntura internazionale, nel 2001 fallisce la compagnia aerea di bandiera Swissair, per decenni orgoglio e simbolo della nazione (era chiamata la "banca volante"). Il grounding del 2 ottobre 2001 è vissuto da tutta la popolazione come un trauma collettivo.

L'autunno 2001 è segnato inoltre da altre due sciagure che hanno scosso il paese: il 27 settembre un forsennato irrompe nel parlamento cantonale di Zugo e uccide buona parte dei parlamentari a colpi di fucile. Il 24 ottobre, nel tunnel autostradale del San Gottardo (17 km) un incidente provoca 11 morti e la chiusura del tratto per alcuni mesi. Il traffico tra il Nord e il Sud dell'Europa resta paralizzato.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia svizzera.

La Svizzera è l'unico paese con territori estesi sia a sud che a nord della catena alpina.[8] Ne risulta una diversità elevata di climi e paesaggi su uno spazio ristretto.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Carta topografica della Svizzera

La Svizzera è un territorio prevalentemente montuoso. La struttura geologica della Svizzera è il risultato della convergenza delle zolle continentali africana ed europea negli ultimi milioni di anni. La Svizzera occupa tre regioni morfologiche principali: il Giura, una catena montuosa calcarea, l'altopiano centrale (Mittelland) e le Alpi. A queste vanno aggiunte due piccole regioni: l'estremo meridionale della Svizzera, ossia il Mendrisiotto, che morfologicamente fa parte della pianura Padana, e Basilea, che giace nel bassopiano renano.

Montagne[modifica | modifica wikitesto]

Il Cervino e la Dent d'Hérens sono alcuni dei numerosi 4000 metri del Vallese
Lo stesso argomento in dettaglio: Alpi svizzere.

In Svizzera svettano complessivamente 74 cime oltre i 4000 metri, di cui 55 completamente nel territorio svizzero e 19 al confine con l'Italia. Le dodici cime più alte sono tutte nelle Alpi vallesane. Il punto più elevato è rappresentato dai 4.634 m s.l.m. sul livello del mare della Punta Dufour del massiccio del Monte Rosa, poco distante dall'Italia, mentre la montagna più alta interamente nel territorio della Confederazione è il Dom, di 4.545 m s.l.m., tra Zermatt e Saas Fee. Il monte svizzero (condiviso con l'Italia) più noto al mondo è probabilmente il Matterhorn, anche conosciuto come Cervino (4.478 m s.l.m.), a sud di Zermatt. Anche il gruppo composto da Eiger (3970 m s.l.m.), Mönch (4.107 m s.l.m.) e Jungfrau (4.158 m s.l.m.) nelle Alpi bernesi è uno dei panorami più fotografati.

Fiumi[modifica | modifica wikitesto]

Le gole del Reno nei Grigioni
Lo stesso argomento in dettaglio: Fiumi della Svizzera.

I maggiori fiumi svizzeri, tra cui i grandi fiumi europei Reno e Rodano nascono dal massiccio del San Gottardo, che dà alla luce anche il Ticino che scorre verso sud, e la Reuss, che forma a nord il Lago dei Quattro Cantoni. Tutti i fiumi svizzeri confluiscono nel Reno o nel Rodano, tranne il Ticino, che sfocia nel Po, e l'Eno, che nasce presso il passo del Maloja e si getta nel Danubio. Le Alpi svizzere fungono quindi da spartiacque, generando corsi d'acqua che si dirigono verso l'Oceano Atlantico, il Mediterraneo occidentale, il Mediterraneo orientale e il Mar Nero.

Il corso d'acqua più lungo nel territorio svizzero è il Reno, lungo 375 km, seguito dal suo affluente Aar con 295 km e dal Rodano con 264 km.

Laghi[modifica | modifica wikitesto]

Il lago dei Quattro Cantoni in Svizzera centrale
Lo stesso argomento in dettaglio: Lista di laghi e dighe della Svizzera.

A causa della sua struttura topografica e in eredità dalle ere glaciali, il territorio svizzero ospita circa 1.500 laghi, per la maggior parte laghetti di montagna.

Il lago con la maggior estensione in Svizzera è il Lemano (580,03 km², di cui il 60% in territorio svizzero), formato dal Rodano, su cui si specchiano Ginevra e Losanna. Con i suoi 536 km², il lago di Costanza, al confine con Austria e Germania e formato dal Reno, è solo leggermente meno esteso. A sud delle Alpi, il territorio Svizzero è bagnato da due laghi, il lago Maggiore (la parte in territorio svizzero è poco estesa (19,20 km²) in rapporto alla parte italiana), il cui emissario è il Ticino, e il lago di Lugano (o Ceresio) che si ramifica in territorio svizzero e italiano. Il lago Maggiore, (il cui pelo dell'acqua rappresenta il punto più basso della Svizzera: 193 m s.l.m.), prende il proprio nome erroneamente dal fatto che, anticamente, si credeva fosse il più grande tra i tre laghi presenti nella Regione Insubrica: in effetti il più esteso è il lago di Garda . I laghi più grandi completamente in territorio elvetico sono il lago di Neuchâtel (215,20 km²), il lago dei Quattro Cantoni (113,72 km²) e il lago di Zurigo (88,17 km²).

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Uno stambecco nel Lötschental

Flora[modifica | modifica wikitesto]

La vegetazione è tipicamente alpina e segue le fasce di altitudine. Le foreste di latifoglie arrivano fino a circa 1500 metri.

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

Fra i componenti della fauna stanziaria (tipica alpina) svizzera, si possono citare: il camoscio, lo stambecco, il cervo, la marmotta, lo scoiattolo, la gazza, il picchio, il corvo, il martin pescatore, il falco, il lupo, la volpe, il cinghiale, il riccio, la lepre, la salamandra, il tritone, la trota, il salmerino alpino, il cavedano, il luccio, la coturnice, l'ermellino, il capriolo, il gallo cedrone, il francolino di monte ed il fagiano di monte.

Ordinamento dello stato[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema politico della Svizzera.

Politica interna[modifica | modifica wikitesto]

La base della Confederazione è nella Costituzione del 1848, la quale è stata modificata nel 1874 ed è rimasta inalterata fino alla votazione del 1999 (Vedi Nuova Costituzione), quando il popolo adottò una magna charta totalmente rinnovata. Tra gli stati moderni, la Svizzera è il solo ad essere governato tramite Democrazia diretta. Il parlamento svizzero, inoltre, non è composto da politici professionisti. Le camere federali si riuniscono quattro volte all'anno per tre settimane. Questo permette ai parlamentari di lavorare tra una sessione e l'altra. Nonostante i problemi che comporta il sistema dei politici part-time, vi è una forte opposizione popolare ad una sua eventuale modifica, poiché è convinzione comune che nelle situazione attuale i parlamentari siano più vicini ai problemi dei cittadini elettori e che, facendo anch'essi parte del mondo del lavoro, possano portare la loro esperienza professionale all'interno delle discussioni parlamentari.

Suddivisione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cantoni della Svizzera.

La Svizzera politicamente è una federazione di 26 stati chiamati cantoni[9], è stata una confederazione solo fino al 1848. Da quell'anno, pur mantenendo il nome di confederazione, si è trasformata in una repubblica federale. Tradizionalmente è sempre stata divisa in cantoni, termine tuttora ufficialmente e correntemente usato per indicare i vari stati, poiché la maggioranza di essi sono coestensivi con gli omonimi cantoni tradizionali (p.es. Repubblica e Cantone del Ticino, République et Canton de Neuchâtel); sei stati (Obvaldo e Nidvaldo, Basilea Città e Campagna, Appenzello Interno ed Esterno) sono però considerati in pratica mezzi cantoni, in quanto uniti a due a due formano tre cantoni tradizionali, che però in questo caso non hanno alcun titolo di ufficialità (rispettivamente Untervaldo, Basilea e Appenzello).

Cantoni della confederazione elvetica

Template:Carta dei cantoni svizzeri

(*) semicantone: i semicantoni Appenzello Esterno e Interno formano il Canton Appenzello, Basilea Città e Basilea Campagna formano il Canton Basilea, Nidvaldo e Obvaldo formano Untervaldo.

A livello federale il potere legislativo è esercitato da due camere, il Consiglio Nazionale e il Consiglio degli Stati. I cantoni svizzeri mantengono gran parte della loro sovranità. In alcuni piccoli cantoni (Appenzello, Glarona e Untervaldo) è ancora in vigore la pratica della Landsgemeinde: l'assemblea dei cittadini si riunisce all'aperto e vota per alzata di mano. Le lingue ufficiali della Svizzera sono tre: il tedesco, nella pratica lo svizzero-tedesco (Schwizerdütsch) che, per inciso non è una lingua a se stante ma un dialetto (65% della popolazione), il francese (dialetti francoprovenzali) (20%) e l'italiano (dialetti lombardi) (6.5%). A queste si aggiunge il romancio (meno dell'1%) parlato unicamente nel canton Grigioni

Politica estera[modifica | modifica wikitesto]

La politica estera della Svizzera è improntata da cinque secoli (dal 1515) alla neutralità. Questo non ha impedito di sviluppare, soprattutto negli ultimi anni, una politica estera attiva, tesa ad appianare le divergenze fra stati terzi ("i buoni uffici"), a promuovere attivamente i diritti umani e a garantire le basi naturali della vita (l'impegno per lo sviluppo e l'affermazione di un sistema ambientale internazionale). Il 10 settembre 2002, con l'approvazione popolare, la Svizzera è entrata a far parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), come centonovantesimo stato. La sede della croce Rossa si trova in Svizzera, a Ginevra, sin dalla sua fondazione. Nel 1960 la Svizzera ha dato vita all'Associazione europea di libero scambio (EFTA), ne è tuttora membro insieme con la Norvegia, il Liechtenstein e l'Islanda. Nel 1963 la Svizzera ha aderito al Consiglio d'Europa e nel 1975 all'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Membro anche dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), nel 1992 la Confederazione è entrata a far parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e nella Banca Mondiale (WB)

La Svizzera e l'Unione europea[modifica | modifica wikitesto]

In generale la Svizzera affronta la politica europea, così come quella estera, con prudenza e pragmatismo. Dopo il fallimento di alcuni referendum su un'eventuale adesione (ma con margini molto ristretti: il primo di questi, sullo Spazio economico europeo nel 1992, venne respinto dal 50,3% dei votanti), la Svizzera, per evitare l'isolamento, ha dovuto scegliere una via bilaterale (basata cioè su accordi bilaterali) con l'Unione.

Nel 2000 un importante pacchetto di 7 accordi su, rispettivamente, libera circolazione delle persone, trasporto aereo, trasporti terrestri, agricoltura, ostacoli tecnici al commercio, appalti pubblici, ricerca, ha avuto l'avallo popolare. Questo pacchetto di 7 accordi è tenuto insieme dalla cosiddetta clausola ghigliottina: vale a dire, che se uno solo dei 7 accordi viene messo in discussione, cade l'intero pacchetto.

Nel giugno del 2005 la Svizzera ha aderito agli accordi di Schengen, negoziandone l'attuazione pratica in modo di mantenere controlli saltuari alle frontiere, e reclamando un eventuale diritto di rescissione. Il 25 settembre 2005, un altro referendum ha esteso l'accordo della libera circolazione delle persone ai 10 Paesi entrati nell'UE nel 2004 (il referendum riguardava solo questo accordo, in quanto gli altri 6 si erano già automaticamente estesi ai nuovi Paesi). Il 12 dicembre 2008 la Confederazione è entrata nell'area Schengen come 25° Paese, più nessun controllo alla frontiera per le persone, controlli ancora per le merci.

L'8 febbraio 2009 il popolo svizzero è stato chiamato a rispondere attraverso un referendum alla domanda se allargare l'accordo sulla libera circolazione delle persone anche alla Romania e alla Bulgaria e al rinnovo dello stesso accordo con gli altri stati Europei; il risultato è stato positivo con il 59,6% di preferenze.

Il 26 novembre 2006, sulla scia delle trattative bilaterali in corso, un ulteriore referendum ha permesso l'approvazione della Legge federale sulla cooperazione con i Paesi dell'Est: tale legge funge da base legale per il versamento di un miliardo di Franchi svizzeri (650 milioni di Euro), che avverrà a tappe nell'arco dei prossimi 10 anni, a sostegno dello sviluppo sociale ed economico dei 10 Paesi che hanno aderito all'UE nel 2004.

Forze armate[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Esercito svizzero.
F/A-18 Hornet delle forze aeree svizzere

Le forze armate svizzere sono composte dall'esercito e dall'aeronautica militare. Essendo senza sbocco al mare, la Svizzera non possiede una marina militare, ma sui laghi frontalieri vengono usate imbarcazioni militari. La particolarità dell'esercito svizzero è il sistema di milizia. I soldati professionali costituiscono soltanto circa il 5% del personale militare. Il resto è formato da cittadini tra i 20 e i 34 anni di età (in certi casi fino ai 50 anni). Agli Svizzeri viene proibito di servire in eserciti stranieri, fatta eccezione per la Guardia Svizzera Pontificia.

Veicoli blindati Mowag Eagle durante una parata militare

La struttura del sistema di milizia implica per il soldato il mantenimento del suo equipaggiamento personale, incluso il ben noto coltellino militare e l'arma personale, solitamente un fucile da combattimento. Questo suscita dibattito da parte di alcune associazioni e partiti politici. L'obbligo di servizio riguarda tutti i cittadini svizzeri maschi; le donne, infatti, possono servire solo su base volontaria. In generale i coscritti ricevono l'ordine di marcia verso i 19 anni per la coscrizione. Ogni anno 20.000 nuove reclute vengono addestrate per un periodo di tempo compreso tra le 18 e le 21 settimane. La riforma "Esercito XXI" è stata adottata per votazione nel 2003, e ha sostituito il modello precedente "Esercito 95", riducendo così il numero di effettivi da 400.000 a circa 210.000 unità, delle quali 130.000 in servizio attivo e 80.000 riservisti.[10]

Nella storia, per assicurare l'integrità e la neutralità della Svizzera, sono state dichiarate tre mobilizzazioni generali. La prima è avvenuta con lo scoppio della guerra franco-prussiana nel 1870. La seconda è stata decisa nell'agosto 1914, all'inizio della prima guerra mondiale. L'ultima mobilizzazione è stata dichiarata in risposta all'attacco della Polonia da parte della Germania nel settembre 1939, occasione nella quale Henri Guisan fu eletto comandante in capo.

A causa della sua neutralità, la Svizzera non partecipa ai conflitti militari esteri, ma l'esercito può essere impiegato in missioni di pace. Dal 2000 il dipartimento militare gestisce anche il sistema di intercettazioni Onyx.

Bandiera[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera svizzera (sul lago di Brienz)

La croce bianca era un simbolo diffuso nei territori del Sacro Romano Impero Germanico. Fece la sua comparsa fra le armate svizzere, per la prima volta, nella battaglia di Laupen nel 1339. Tuttavia gli svizzeri continuarono ad usare le bandiere dei singoli cantoni. La prima bandiera unitaria fu il tricolore della Repubblica elvetica: verde, rosso e giallo utilizzato dal 1799 al 1803. Nel 1815, ricostituita la Svizzera su base federale, venne adottata la croce bianca in campo rosso come simbolo ufficiale della confederazione. Nel 1840 il generale Guillaume-Henri Dufour chiese l'adozione di un unico simbolo nazionale per l'esercito federale. Nel 1848, dopo la guerra del Sonderbund, la croce bianca in campo rosso divenne il simbolo del nuovo stato federale. Nel 1889 l'Assemblea federale regolamentò definitivamente anche le proporzioni della bandiera, quadrata, 1:1. Tuttavia a partire dalla seconda guerra mondiale la marina mercantile svizzera (sia marittima sia fluviale) utilizza la bandiera rettangolare, con la proporzione 2:3.

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Gli svizzeri quindi non formano una nazione nel senso di una comune appartenenza etnica, linguistica e religiosa. Il forte senso di appartenenza al Paese si fonda sul percorso storico comune, sulla condivisione dei miti nazionali e dei fondamenti istituzionali (federalismo, democrazia diretta, neutralità), sulla geografia (Alpi), sulle piccole dimensioni in mezzo ai giganti europei e in parte sull'orgoglio di rappresentare un caso particolare in Europa.

Lingue[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lingue in Svizzera.
Ripartizione delle lingue ufficiali in Svizzera (2000)

Le lingue parlate in Svizzera sono fondamentalmente quattro, ossia - in ordine per numero di locutori materni - il tedesco, il francese, l'italiano e il romancio. Le prime tre sono lingue "nazionali e ufficiali" a livello federale. Dal 1938 anche il romancio è "lingua nazionale" e dal 1999 è pure lingua ufficiale "nei rapporti [della Confederazione] con le persone di lingua romancia". Vale a dire che ogni documento ufficiale pubblicato in Svizzera deve essere disponibile in tedesco, francese e italiano, mentre se ne fornisce una versione in romancio solo su richiesta.

Il sistema scolastico è federalista, quindi in ogni cantone l'insegnamento viene impartito nella propria lingua, mentre è obbligatorio lo studio di un'altra delle tre lingue nazionali. Quasi tutti i programmi scolastici prevedono anche l'insegnamento come lingua straniera dell'inglese. Ogni cittadino svizzero ha il diritto di potersi rivolgere alle istituzioni nazionali in una delle tre lingue ufficiali e di ricevere risposta in tale lingua. Ciò vale anche per i romanci. Questo plurilinguismo, però, non vale a livello dei cantoni e dei comuni, in cui ogni territorio decide indipendentemente sulle questioni linguistiche a livello locale.

Nel 2000 il tedesco era parlato dal 63,7% degli svizzeri (in 17 cantoni), il francese dal 20,4% (in 7 cantoni), l'italiano dal 6,5% (unica lingua ufficiale del Canton Ticino e una delle tre lingue ufficiali, assieme al tedesco e romancio, nel Canton Grigioni), e il romancio dallo 0,5%. Il 9,0% della popolazione parla una lingua non nazionale. Queste percentuali includono infatti le persone senza la cittadinanza elvetica che vivono in Svizzera (20,5% della popolazione nel 2005). Se si tiene conto solo di cittadini svizzeri la situazione (censimento 2000) è la seguente: germanofoni 72,5%, francofoni 21,0%, italofoni 4,3%, romanciofoni 0,6%, altri 1,6%.

Gli svizzeri tedescofoni comunicano tra di loro usando in stragrande maggioranza il dialetto locale, spesso definito unitariamente "svizzero tedesco" anche se costituito in realtà da un insieme di varietà diverse. Questo fatto è dovuto anche alla volontà di differenziarsi dai tedeschi di Germania nel periodo del nazismo ed opporsi così alle ideologie pangermaniche (prima della Prima guerra mondiale in Svizzera era diffuso anche il tedesco standard), e di conseguenza anche alla crescente diffusione dell'uso del dialetto anche nei mass-media elettronici e nella società dello spettacolo a partire dagli anni 1960. Grazie a quest'evoluzione, lo svizzero tedesco viene ora utilizzato automaticamente in quasi tutti i registri linguistici del parlato. Non si può definire un idioma unitario, ma cambia da cantone a cantone e persino da paese a paese. Lingua ufficiale è comunque il tedesco standard (con minimali differenze di scrittura rispetto ad Austria e Germania), che è la forma universalmente usata nella comunicazione scritta anche dalla maggioranza dialettofona.

Religioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Svizzera.
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica in Svizzera.

Il 41% dei residenti svizzeri aderisce al cattolicesimo, il 40% alla Chiesa riformata svizzera (calvinista), il 2,5% a chiese riformate libere e il 4,3% all'islam (sostanzialmente appartenenti a ceti immigrati). L' 11,1% della popolazione svizzera non professa alcun credo religioso.[11]. Fra gli stranieri (circa il 20% della popolazione residente) il 44% è cattolico, il 5% protestante, il 17% cristiano ortodosso, il 18% islamico e il 2% non professa nessun credo. Il panorama religioso svizzero può essere visto in dettaglio sul sito dell'Amministrazione federale[12].

Città[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Città svizzere.

Le due principali aree metropolitane svizzere, centri demografici ed economici, sono la regione di Zurigo e quella del lago di Ginevra (detta Arco Lemanico) che comprende le città di Ginevra e Losanna. Le due aree contengono entrambi circa 2 milioni di abitanti. Altre grandi città sono Basilea e Berna che svolgono un ruolo maggiore nell'industria e nell'amministrazione.

Lugano e il centro urbano più importante sul versante sud delle alpi svizzere ed è anche la terza piazza economica del paese. Si distinguono anche, se non per il numero di abitanti ma per le loro posizioni particolari, le città di La Chaux-de-Fonds a oltre 1,000 metri di altitudine nel arco del Giura e quella di Davos che, a 1,560 metri di quota, può essere considerata la città più elevata d'Europa.

Le 10 città più popolose (abitanti residente nel comune)

Comuni e città più estese

  • Davos (284 chilometri quadrati)
  • Bagnes (282,6 chilometri quadrati)

Enclavi[modifica | modifica wikitesto]

Büsingen am Hochrhein e Campione d'Italia sono enclavi estere in Svizzera e sono territorio doganale svizzero, ma territorio amministrativo estero. Il comune tedesco di Büsingen confina a nord con il cantone di Sciaffusa e a sud con i cantoni di Zurigo e Turgovia. Campione d'Italia si trova all'interno del Canton Ticino, sul Ceresio.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Economia svizzera.
Vista notturna di Zurigo, centro economico della Svizzera

Essendo un paese molto piccolo e povero di risorse, la Svizzera ha dovuto basare la propria economia su di un'industria di precisione e poi più tardi sul settore dei servizi. Questo ha permesso al paese di creare un importante valore aggiunto.

Fino alla prima rivoluzione industriale, l’economia elvetica si basava quasi unicamente sull’agricoltura, come nella larghissima maggioranza degli altri stati europei. Tuttavia le novità in campo tessile provenienti dal Regno Unito trovarono terreno molto fertile, questo permise al paese di diventare uno degli Stati più industrializzati d’Europa. Successivamente nella prima metà dell’800, l’industria orologiera conobbe un grandissimo sviluppo, soprattutto nella Svizzera Romanda, diventando uno dei settori più importanti. L’800 vide nascere in terra elvetica anche molte banche, alcune delle quali oggi diventati dei colossi del mercato globale (UBS, dopo le varie fusioni e Credit Suisse), rinomate per la professionalità e la segretezza con cui trattano i loro clienti. A causa della mancanza di risorse sul proprio territorio la Svizzera non ha potuto sfruttare a pieno la seconda rivoluzione industriale, se non in campo farmaceutico, anche se con questa si lasciò definitivamente l’era agricola per aprire l’era industriale.

St. Moritz in Engadina, il turismo costituisce un reddito importante per le regioni di montagna

Oggi la Svizzera si basa soprattutto sul settore dei servizi ed è sede di molte multinazionali come le sopraccitate UBS e Credit Suisse, ma anche del colosso mondiale degli alimenti Nestlé e di molte grandi aziende farmaceutiche, ad esempio Novartis e La Roche.

A Zurigo vi è la sede della Borsa Svizzera, che ricopre un ruolo molto importante in campo internazionale, soprattutto nel settore finanziario e nel commercio dell’oro. Con una capitalizzazione di 1,33 miliardi di dollari americani, la Borsa di Zurigo, lo SWX Swiss Exchange, è la quindicesima borsa del pianeta e la quinta in Europa (dopo Londra, Francoforte sul Meno, Madrid e Stoccolma). (vedi Borsa valori)

Inoltre la Confederazione è molto famosa e criticata per la sua pressione fiscale molto bassa in confronto a quella di molti altri paesi europei. Ultimamente è nato un contenzioso tra Unione europea e Svizzera per le agevolazioni fiscali offerte a risiedenti stranieri, ree di sottrarre gettito fiscale a molti Stati dell’Unione.

Grazie al paesaggio alpino (es.: stazioni di risalita invernali) e alle molte attrazioni artistiche (es.: Zentrum Paul Klee) la Svizzera possiede anche un importante mercato turistico.

In Svizzera molti esercizi pubblici accettano l'Euro in forma di banconota, con eventuale resto in Franchi Svizzeri, alcuni esercizi pubblici accettano pure la moneta dell'Euro, in questi esercizi viene dato anche il resto direttamente in Euro.

Risorse[modifica | modifica wikitesto]

Trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Svizzera.
Un Intercity sulla linea del Gottardo

La rete di trasporti in Svizzera è molto ben sviluppata: le ferrovie coprono in modo capillare tutto il territorio. Gli autopostali collegano innumerevoli stazioni alle località più discoste. Il tariffario è unificato tra treni, autobus, battelli, funivie, ecc. Da una biglietteria automatica delle Ferrovie Federali Svizzere è possibile selezionare la maggior parte delle destinazioni, anche se fanno capo ad altre imprese di trasporti. Un sistema d'orario cadenzato fu istituito già negli anni settanta-ottanta.

Dal 2005, oltre all'apertura della tratta ad alta velocità Mattstetten (Berna) - Rothrist (Argovia), tra Berna e Zurigo, un sistema di nodi in corrispondenza dei principali centri ha migliorato la connettività tra le regioni. La maggior parte dei treni di lunga percorrenza entrano in stazione nei 10 minuti precedenti o successivi l'ora in punto. È quindi possibile ripartire nei 10/15 minuti seguenti verso destinazioni regionali e locali. Sulle linee principali i treni transitano ogni mezz'ora. Attualmente è allo studio la cadenza di 15 minuti sulle linee principali (Ginevra-Losanna-Berna-Zurigo-San Gallo).

Nel 1998 è iniziata la costruzione della galleria ferroviaria più lunga del mondo (progetto AlpTransit Gottardo) che terminerà approssimativamente nel 2017. L'AlpTransit comprende anche la galleria di base del Lötschberg (linea Basilea-Milano via Berna-Sempione-Domodossola), inaugurata nel giugno 2007, e operativa dal dicembre dello stesso anno. Le NTFA (nuove trasversali ferroviarie alpine) sono un progetto molto dispendioso che è nato con l'intento di trasferire la maggior parte degli autocarri che attraversano il paese su rotaia e ridurre di conseguenza il traffico e l'inquinamento stradale.

Autopostale sulla strada del passo del Susten

Secondo le cifre pubblicate a fine 2006 dall'Ustra (Ufficio federale delle strade) sono attualmente in servizio 1758,2 km di strade e semiautostrade, ciò che corrisponde circa al 93% della rete pianificata. I tratti ancora in costruzione per ordine di importanza sono: A9 tra Sierre e Briga, in Vallese; A4 circonvallazione Sud di Zurigo; A16 "Transgiurassiana" Tavannes (BE) - Delémont (JU) - confine francese presso Boncourt (JU); A5 circonvallazione di Biel/Bienne (BE).

Le basi giuridiche per l'esistenza della bandiera svizzera sul mare sono state create durante la Seconda guerra mondiale da una decisione del Consiglio federale del 9 aprile 1941. Benché gli impegni per costituire una marina mercantile risalgano già agli inizi dell'esistenza della Confederazione nel 1848, il 9 aprile 1941 è considerato come la data di nascita della flotta nazionale. Nel 1957 il diritto di emergenza del settore marittimo è stato sostituito dalla legge federale sulla navigazione marittima sotto bandiera svizzera.

Marina mercantile - Pur non disponendo di un accesso diretto al mare, la Svizzera possiede una flotta mercantile composta di 23 navi per una capacità totale di trasporto di un milione di tonnellate circa, costituendo così la più grande flotta navale degli Stati senza sbocco sul mare.

Commercio svizzero[modifica | modifica wikitesto]

Esportazioni[modifica | modifica wikitesto]

Importazioni[modifica | modifica wikitesto]

Prodotti svizzeri famosi[modifica | modifica wikitesto]

L'orologeria svizzera[modifica | modifica wikitesto]

L'Omega Speedmaster portata dagli astronauti durante le missioni lunari Apollo

È celebre in tutto il mondo per la sua precisione. In quasi tutte le gare sportive la rilevazione cronometrica dei risultati è affidata ad una marca svizzera (Omega, Tissot, Rolex); famosa anche la Swatch che produce orologi di qualità anche per uso quotidiano.

Il cioccolato svizzero[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cioccolato.

Il cioccolato ha una storia molto lunga e complicata, che com'è ovvio inizia molto lontano dalla Svizzera. Con la grande migrazione dei Maya nell'America del sud, infatti, essi stabilirono le prime piantagioni di cacao. Nel 1504, durante il suo quarto viaggio, Colombo scoprì il chicco di cacao, ma inizialmente non se ne interessò. Il cacao rimase sconosciuto finché, nel 1528, Hernán Cortés portò in Europa la pianta e gli utensili per la preparazione della bevanda degli indiani, che veniva chiamata xocoatl, da cui deriva "cioccolata".

Durante il 1600 gli europei iniziarono ad interessarsi al "cioccolato" ed iniziarono a scrivere libri sull'argomento, ma solo dopo il 1615 si introdusse l'usanza di bere la cioccolata nelle corti. Nel 1569, infatti, papa Pio V aveva assaggiato la bevanda e la aveva trovata così sgradevole da vietare di berla. Soltanto nel 1662 anche la Chiesa iniziò ad accettarla.

Nel 1697 il sindaco di Zurigo, Heinrich Escher, fece una vacanza in Spagna, dove assaggiò il cioccolato e ne rimase estremamente colpito. Tuttavia la prima fabbrica di cioccolato in Svizzera venne aperta da Francois-Louis Cailler solo nel 1819. Il motivo per cui ora la Svizzera è conosciuta in tutto il mondo per il suo buonissimo cioccolato, sta nell'invenzione del primo cioccolato al latte da parte dello svizzero Daniel Peter, nel 1875.

Il coltellino svizzero[modifica | modifica wikitesto]

È famoso in tutto il mondo il coltellino svizzero, che è un ferro tascabile nel quale sono racchiusi uno o più coltelli, giraviti vari, cucchiaio, forchetta, stuzzicadenti, forbici, ecc. È uno strumento multiuso utile per risolvere diversi problemi. Il coltellino in dotazione all'esercito però ha solo pochi accessori, ed è di color argenteo, mentre le versioni commerciali più recenti possono contenere dispositivi elettronici (memory stick, altimetro,...).

Prodotti chimici e medicinali[modifica | modifica wikitesto]

La ditta Novartis, colosso della produzione farmaceutica mondiale, è una multinazionale con sede a Basilea, risultato della fusione delle principali industrie chimiche basilesi.

Le banche e le assicurazioni svizzere[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema bancario svizzero garantisce interessi di molto superiori alla media della comunità europea e in generale ci si potrebbe azzardare a dire che essi siano i più alti del mondo (con rare eccezioni in alcuni microstati come Lichtenstein e Andorra). In generale però gli stati esteri non permettono grandi esportazioni di denaro in moneta contante e per questo sono numerose le persone che vengono arrestate ogni anno cercando di portare i soldi (spesso originari da proventi non legali, ne è un esempio tra tutti la mafia siciliana) oltre frontiera.

Anche le assicurazioni sono tra le migliori del mondo nell'ordine di capitale gestito e velocità dei pagamenti dei premi assicurativi.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cultura svizzera.

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

L'istruzione obbligatoria è di 9 anni (per costituzione). Varia di cantone in cantone l'età d'inizio (ad esempio in Ticino si comincia solitamente a 6 anni) e la suddivisione (Ticino 5 anni di elementari e 4 anni di medie). In seguito ci sono varie scuole professionali o pre-universitarie. Le principali università/politecnici sono Zurigo, Losanna e Ginevra.

Stampa[modifica | modifica wikitesto]

La Costituzione svizzera tutela la libertà di stampa.

Festa Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

La Festa Nazionale svizzera (detta "Natale della Patria") ricorre ogni 1° agosto. Essa ricorda la nascita della Confederazione avvenuta nei primi giorni d'agosto dell'anno 1291. Con la stipulazione del Patto confederale i primi tre cantoni (Uri, Svitto e Untervaldo, detti Cantoni primitivi) davano vita ad un'alleanza per contrastare le pressioni degli Asburgo d'Austria attraverso l'amministrazione dei balivi. La mattina di questo giorno si tiene la tradizionale festa sul praticello del Grütli (o Rütli). Vi partecipano il Presidente della Confederazione, oltre ad altre personalità di spicco, e l'avvenimento è trasmesso dalle televisioni nazionali. In serata viene anche trasmessa l'allocuzione del Presidente. La popolazione è solita festeggiare in maniera piuttosto sobria davanti ad un falò, esponendo le bandiere sui balconi o sparando fuochi artificiali. In questo giorno, alle 8 di sera, tutte le campane della Svizzera suonano a festa. Inoltre, la sera, un Comune svizzero scelto con rotazione delle regioni linguistiche ospita i festeggiamenti ufficiali, trasmessi a reti unificate. Una seconda festività comune a tutti gli svizzeri è il Digiuno Federale. Inizialmente celebrato solo nei cantoni protestanti, a partire dal 1643 anche i cantoni cattolici introducono prescrizioni riguardanti la preghiera e il digiuno. Nel 1796 la Dieta Federale dichiara l'8 settembre 1796 festa federale di preghiera. Infine, nel 1832 la Dieta Federale dispone che cattolici e protestanti in tutti i cantoni celebrino una giornata di preghiera, digiuno e ringraziamento la terza domenica di settembre.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte svizzera.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La Svizzera ho dato i natali a uno dei più celebri architetti: Charles-Edouard Jeanneret, meglio noto con il nome di Le Corbusier (La Chaux-de-Fonds, 6 ottobre 1887 - Cap Martin, Francia, 27 agosto 1965). Il suo volto appare sulla banconota da 10 franchi.

Altri architetti contemporanei conoscuiti a livello internazionale sono: Mario Botta, Herzog & de Meuron, Peter Zumthor, Livio Vacchini, Luigi Snozzi.

Pittura e scultura[modifica | modifica wikitesto]

Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa, 10 ottobre 1901 – Coira, 11 gennaio 1966), pittore e scultore, figlio di Giovanni pittore di paesaggi. A Parigi, fra le due guerre, si accostò al movimento cubista per arrivare al surrealismo, dopo la seconda guerra mondiale, ritorno a Parigi e influenzato dall'esistenzialismo sviluppò un personalissimo stile di figure molto allungate in bronzo composte da piccoli ammassi di materia stile che sviluppo anche in pittura e soprattutto in stampe litografiche.

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Autori svizzero tedeschi: Friedrich Dürrenmatt, Max Frisch

Autori svizzero italiani: Plinio Martini

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

La territorialità della lingua, nel contesto della confederazione elvetica, fa sì che l'italiano sia usato - come lingua di comunicazione e cultura - soltanto nella cosiddetta Svizzera Italiana: il Cantone Ticino e quattro valli (Mesolcina, Calanca, Bregaglia e Valposchiavo) del cantone Grigioni (che pratica altre due lingue: romancio e tedesco).

Anche il teatro italofono, dunque, è limitato a queste regioni (salvo rare eccezioni di gruppi amatoriali che lavorano in italiano a Ginevra, Friburgo o Zurigo). Nella regione italiana della Svizzera vi sono tracce teatrali almeno a partire dal Seicento (convento dei Gesuiti di Bellinzona, Convento dei Somaschi a Lugano), con realizzazioni anche di un certo rilievo (traduzioni inedite dal francese, in special modo di Molière e Corneille, ad opera dell'abate Gian Pietro Riva). Nell'Ottocento l'attività teatrale è specialmente incentrata sull'importazioni di spettacoli dall'Italia (e più raramente dal resto della Confederazione Elvetica): sorgono i teatri di Lugano, Bellinzona (un raffinato edificio architettonicamente affine alla Scala di Milano), Locarno e Chiasso.

La produzione autoctona tarda però a manifestarsi, se non nelle forme del teatro amatoriale e dialettale (senza testi scritti fino alla fine dell'Ottocento) e nelle manifestazioni folkloriche (come le "Sacre Rappresentazioni" - dette "Processioni storiche" - di Mendrisio, nel basso Ticino, tradizione tuttora esistente. Nel 1932 nasce la prima compagnia teatrale professionistica, ad opera di un'attrice ticinese nata a Londra, Maria Bazzi (rapido fallimento dell'iniziativa). Nel 1932, inoltre, nasce la Radio Svizzera Italiana (detta anche Radio Monteceneri) che formerà una prima generazione di attori e registi: si ricorda in particolare il lavoro, presso questo ente di Guido Calgari, Romano Calò, Giuseppe Galeati. Subentrano in seguito, come registi, Vittorio Ottino e Carlo Castelli. Grazie alla radio, gli attori iniziano anche a calcare i palcoscenici in modo professionista e nascono le compagnie indipendenti: Teatro Prisma (diretto dall'italiano Franco Passatore, 1956-59), Teatro La Cittadella (1961-66) e Teatro La Maschera (1984-93), compagnie dirette da Alberto Canetta (1924-87), uno dei più importanti uomini di teatro del dopoguerra, nella Svizzera di Lingua Italiana. Nel 1981 nasce il "Teatro della Svizzera Italiana", che promuove vaste tournée sul territorio cantonale e la cui esperienza si esaurisce nel 1987. Nel 1987 nasce inoltre il TASI (Teatri Associati della Svizzera Italiana) che raggruppa le nuove compagnie indipendenti, nate nel corso degli anni 70-80. Un ruolo notevole, in questo contesto, è svolto dalla Scuola e dal Teatro Dimitri, istallato a Verscio, da cui escono molti degli artisti attivi a partire dagli anni novanta. Nell'attuale scena, estremamente composita dal profilo sia organizzativo che stilistico (teatro di parola, teatro di marionette, teatro-danza, teatro-multimediale) si possono ricordare: il Teatro Pan, il Teatro Sunil (il cui regista Daniele Finzi Pasca lavora con il Cirque du Soleil in grandi realizzazioni internazionali), Luganoteatro, la Markus Zohner Theater Compagnie, il Teatro Paravento, il Teatro delle Radici, il Teatrodanza Margit Huber, ecc.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

La svizzera è la patria dell'alphorn, lo strumento che è diventato il simbolo della Confederazione elvetica. Narra la leggenda che un giorno un pastorello incontrò tre strani personaggi. Il primo gli promise forza e potere, il secondo oro e belle donne, il terzo canti e l'arte di suonare il corno. Senza esitazione il pastorello scelse il piacere della musica, lasciando così in eredità al popolo svizzero i canti vocalizzati, detti yodel; lo strumento è il monumentale corno delle Alpi o alphorn che può avere varie dimensioni dai 2 fino ai 4 metri di lunghezza! Questo strano strumento è stato ricavato da un tronco cavo e ha accompagnato i pastori di tutto il mondo fin dalla preistoria. Alle origini questo strumento musicale aveva funzioni comunicative, grazie infatti al suo suono si riusciva a comunicare da valle a valle.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sport in Svizzera.

Dal 1855 sono considerati sport nazionali la lotta svizzera e il lancio della pietra (una specie di hornuss). Queste discipline venivano già disputate nel Basso Medioevo, e si svolgevano durante sagre, feste di tiro o feste di mezza estate. Solamente a partire dal 1850 questi sport si diffusero tra la popolazione, all'inizio erano giochi da pastore.

Oltre ai giochi nazionali in Svizzera lo sport più diffuso è l'hockey su ghiaccio, seguito dal calcio e dalla pallacanestro. Riscuote molto successo fra il pubblico anche il grande tennista Roger Federer, e verso la fine degli anni novanta e inizio del nuovo millennio anche la campionessa di tennis femminile Martina Hingis. Anche il calcio è molto considerato, grazie anche all'europeo UEFA disputato nel 2008, in cui si sono visti giocatori come Senderos, Inler, Yakin e Frei. Molti giocatori svizzeri emigrano in Germania, Francia, Italia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il romancio è lingua ufficiale nei rapporti con le persone di lingua romancia: ex Art. 70 della Costituzione Svizzera.
  2. ^ Quality of Living global city rankings 2009 – Mercer survey mercer.com. Ricavato il 2009-07-06
  3. ^ Volkswirtschaft admin.ch
  4. ^ Room, Adrian. Placenames of the World. London: MacFarland and Co., Inc., 1997.
  5. ^ Reproduction in R.C. De Marinis, Gli Etruschi a Nord del Po, Mantova, 1986.
  6. ^ a b c d e f g h Dalla preistoria ai romani swissworld.org. Consultato il 2009-07-06
  7. ^ Switzerland's Roman heritage comes to life swissinfo.ch
  8. ^ Considerando i bacini dell'Adriatico per il versante sud e il Mar del Nord per il versante nord.
  9. ^ Tradizionalmente, 23 cantoni di cui tre suddivisi in due semicantoni. L'attuale Costituzione, seppur impieghi unicamente il termine di cantone, configura la rappresentanza nella Camera alta del parlamento federale sempre in base ai 23 cantoni storici
  10. ^ L'esercito in cifre - Effettivi di truppa admin.ch
  11. ^ admin.ch
  12. ^ (FRDE) Panorama religioso svizzero