Cucchiaio

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Il cucchiaio (dal latino cochleārium, "strumento per mangiare le chiocciole"[1]), è una posata da tavola costituita da una paletta concava ovale fornita di manico usata per raccogliere e portare alla bocca cibi liquidi o non compatti. Il cucchiaio è principalmente di metallo; un tempo in argento, ottone, corno e alpacca, oggi acciaio inossidabile, ma ne esistono anche di legno, corno e quelli di porcellana, tipici della cucina orientale. Per la ristorazione veloce o per occasioni in cui non vi è la possibilità di lavare le posate come picnic o feste ci sono cucchiai in plastica usa e getta anche imbustati, in genere con coltello, forchetta e tovagliolo di carta, per motivi igienici.

Un comune cucchiaio d'argento

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cucchiai e cucchiaini rinvenuti a Pompei ed esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

In origine il cochleārium era un recipiente che conteneva le chiocciole, come si ritrova in Varrone; più tardi la parola prese a indicare un arnese con punta che serviva a cavare i molluschi fuori dal guscio, come avverte Marziale[2] (prima in osso e poi in metallo) e talvolta si usava anche per aprire le uova. In alcuni casi il manico aveva una doppia punta e veniva usato con le stesse funzioni con cui oggi si usa la forchetta. Un altro tipo di cucchiaio latino era la ligula, con una cavità ovale allungata e appuntita e un manico dritto o leggermente incurvato con un ornamento in fondo.[3]

Nel corso del tempo sono stati prodotti cucchiai di rilevante interesse artistico; esemplari medievali e rinascimentali, sono conservati al Museo Correr di Venezia,[4] al Louvre e al Victoria and Albert Museum di Londra.

Con il tempo il cucchiaio ha subito un'evoluzione: nel '600 il manico è stato progressivamente allungato, mentre nel '700 il cucchiaio ha assunto forme e dimensioni diversificate in base all'uso a cui era destinato.

Oltre che per cibarsi, il cucchiaio ha avuto (e ha) anche una funzione liturgica. Fino al '700 ne esistevano a fori sottilissimi per far passare il vino durante la messa. Esistono ancora nelle chiese di rito cattolico romano cucchiai da incenso, mentre nel rito greco, copto e siriaco esiste un cucchiaio da comunione.

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Le dimensioni dei cucchiai sono in relazione all'uso, elencati dal più grande al più piccolo:

In paesi anglofoni come Regno Unito, Stati Uniti e Australia il cucchiaio e il cucchiaino vengono usati come unità di misura, con i nomi di tablespoon "cucchiaio da tavola" e teaspoon "cucchiaio da tè".

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giacomo Devoto, Avviamento all'etimologia italiana, Milano, Mondadori, 1979.
  2. ^ Carlo Battisti e Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950-57.
  3. ^ lìgula in Vocabolario – Treccani, su treccani.it. URL consultato il 13 dicembre 2015.
  4. ^ Il museo Correr possiede una discreta quantità di posateria dal XVI al XVIII secolo fra cui uno splendido cucchiaio con decorazioni all'agemina del ' '500 e un raffinato cucchiaino con paletta in pietra d'Agata del '600

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Mariacher, Argenti Italiani, Gorlich Editore, MI 1965

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