Dolomiti: differenze tra le versioni
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La prima denominazione geografica del termine "Dolomiti" comparve nel 1837 in una guida edita a [[Londra]], per descrivere una regione montuosa comprendente le valli di [[Fassa]], [[Gardena]], [[Badia]], la [[val Pusteria]] nonché le Alpi veneziane. Nel 1864 fu pubblicato il volume ''The Dolomite Mountains'', resoconto di viaggio di due naturalisti inglesi, [[John Gilbert]] e G.C.Churchill. Con questo volume il termine fu introdotto a livello europeo.<ref>''Dolomiti'', Touring Editore, 2014, pag. 37. </ref> <ref>http://www.repubblica.it/cultura/2014/02/16/news/la_scoperta_delle_dolomiti-78735025/</ref> |
La prima denominazione geografica del termine "Dolomiti" comparve nel 1837 in una guida edita a [[Londra]], per descrivere una regione montuosa comprendente le valli di [[Fassa]], [[Gardena]], [[Badia]], la [[val Pusteria]] nonché le Alpi veneziane. Nel 1864 fu pubblicato il volume ''The Dolomite Mountains'', resoconto di viaggio di due naturalisti inglesi, [[John Gilbert]] e G.C.Churchill. Con questo volume il termine fu introdotto a livello europeo.<ref>''Dolomiti'', Touring Editore, 2014, pag. 37. </ref> <ref>http://www.repubblica.it/cultura/2014/02/16/news/la_scoperta_delle_dolomiti-78735025/</ref> |
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La denominazione ''Monti Pallidi'' si rifà ad una leggenda.<ref>http://www.altoadige-suedtirol.it/arte_storia/leggende/alto_adige/monti_pallidi.php</ref> |
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== Storia geologica == |
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* 180-80 milioni di anni fa mari profondi permettono l'accumulo di calcari e [[marne]] in spessi strati, |
* 180-80 milioni di anni fa mari profondi permettono l'accumulo di calcari e [[marne]] in spessi strati, |
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* 20 milioni di anni fa nascono le montagne attraverso la deformazione degli antichi fondali. La placca africana si scontra con quella euroasiatica facendo sollevare le Dolomiti (ad esempio il [[Gruppo del Sella]] che si erge per quasi mille metri sul paesaggio circostante era un'unica grande barriera corallina).<ref>Marco Avanzini, Evelyn Kustatscher, ''La gola del [[Bletterbach]], Storie nella roccia'', pag.64-65, ed. Besucherzentrum Geoparc Bletterbach (Aldino, Bolzano), 2011.</ref> |
* 20 milioni di anni fa nascono le montagne attraverso la deformazione degli antichi fondali. La placca africana si scontra con quella euroasiatica facendo sollevare le Dolomiti (ad esempio il [[Gruppo del Sella]] che si erge per quasi mille metri sul paesaggio circostante era un'unica grande barriera corallina).<ref>Marco Avanzini, Evelyn Kustatscher, ''La gola del [[Bletterbach]], Storie nella roccia'', pag.64-65, ed. Besucherzentrum Geoparc Bletterbach (Aldino, Bolzano), 2011.</ref> |
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Un evidente ed assai interessante esempio di stratificazione geologica delle rocce è presente nel [[canyon]] del [[Bletterbach]] in [[Alto Adige]]. |
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Il paesaggio attuale è spigoloso e ricco di dislivelli. A determinare tale trasformazione sono stati i piegamenti e le rotture delle rocce lungo piani di scorrimento ([[faglie]]), ai cui movimenti corrispondono altrettanti terremoti; episodiche esplosioni vulcaniche e relativi depositi; erosioni differenziali legate agli agenti atmosferici e ai piani di debolezza insiti nelle rocce. |
Il paesaggio attuale è spigoloso e ricco di dislivelli. A determinare tale trasformazione sono stati i piegamenti e le rotture delle rocce lungo piani di scorrimento ([[faglie]]), ai cui movimenti corrispondono altrettanti terremoti; episodiche esplosioni vulcaniche e relativi depositi; erosioni differenziali legate agli agenti atmosferici e ai piani di debolezza insiti nelle rocce. |
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Dai boschi di abete rosso (o [[peccio]]) di certe zone, come quelli della [[val di Fiemme]] o attorno al [[lago di Carezza]], si ricava il legno per le casse armoniche degli strumenti musicali: è l’ ''abete di risonanza''. Il popolo del [[Cadore]], fiero delle sue peccete, volle rappresentare nel suo stemma un abete rosso avvinto da due torri. |
Dai boschi di abete rosso (o [[peccio]]) di certe zone, come quelli della [[val di Fiemme]] o attorno al [[lago di Carezza]], si ricava il legno per le casse armoniche degli strumenti musicali: è l’ ''abete di risonanza''. Il popolo del [[Cadore]], fiero delle sue peccete, volle rappresentare nel suo stemma un abete rosso avvinto da due torri. |
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Innumerevoli sono i tipi di fiori che costituiscono la flora alpina dolomitica, come ad esempio: la [[stella alpina]] alle alte quote, alcuni tipi di [[genziana]], alcuni tipi di sassifraghe ([[Saxifraga]]), il [[giglio martagone]], la [[campanula]] (del Moretti e [[campanula scheuchzeri]]), il [[rododendro]] di montagna e l'[[azalea]] delle Alpi, il [[botton d'oro]], la vitalba alpina, l'[[erica]], la miosòtide, vari tipi di [[orchidea]], la [[viola]], il [[ciclamino]], il [[colchicum]], il [[croco]], l'[[astro alpino]], il [[garofano]] dei ghiacci, la Pulsatilla alpina o [[anemone]] alpino, il [[senecio]], la veronica delle rocce, la [[nigritella]], l'[[arnica]], il [[narciso |
Innumerevoli sono i tipi di fiori che costituiscono la flora alpina dolomitica, come ad esempio: la [[stella alpina]] alle alte quote, alcuni tipi di [[genziana]], alcuni tipi di sassifraghe ([[Saxifraga]]), il [[giglio martagone]], la [[campanula]] (del Moretti e [[campanula scheuchzeri]]), il [[rododendro]] di montagna e l'[[azalea]] delle Alpi, il [[botton d'oro]], la vitalba alpina, l'[[erica]], la miosòtide, vari tipi di [[orchidea]], la [[viola]], il [[ciclamino]], il [[colchicum]], il [[croco]], l'[[astro alpino]], il [[garofano]] dei ghiacci, la Pulsatilla alpina o [[anemone]] alpino, il [[senecio]], la veronica delle rocce, la [[nigritella]], l'[[arnica]], il [[narciso]], la [[dafne]], il [[camedrio alpino]], il papavero alpino, il geranio sanguineo, la pinocchiella delle rupi, il [[leontodon]], il [[raponzolo di roccia]]. |
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== Fauna == |
== Fauna == |
Versione delle 18:34, 13 giu 2014
Dolomiti | |
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Continente | Europa |
Stati | Italia |
Catena principale | Alpi |
Cima più elevata | Marmolada (3.343 m s.l.m.) |
Massicci principali | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo Dolomiti di Zoldo Dolomiti di Gardena e di Fassa Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino Dolomiti di Brenta |
Bene protetto dall'UNESCO | |
---|---|
Dolomiti | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Naturali |
Criterio | (vii) (viii) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2009 |
Scheda UNESCO | (EN) The Dolomites (FR) Scheda |
«Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?»
Le Dolomiti, anche dette Monti pallidi (in ted. Dolomiten o Bleiche Berge, in lad. Dolomites, in vec. Dołomiti, in fri. Dolomitis, in franc. Les Dolomites, in ingl. The Dolomites), sono un insieme di gruppi montuosi delle Alpi Orientali italiane, comprese tra le province di Belluno (sul cui territorio è situata la maggior parte dei gruppi dolomitici), Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.
Il 26 giugno 2009 il Comitato Esecutivo della Convenzione sul patrimonio materiale dell'umanità dell'UNESCO, riunita a Siviglia, ha dichiarato le Dolomiti Patrimonio dell'Umanità.[1][2][3]
Terminologia
Quando si parla di Dolomiti ci si può riferire principalmente a due accezioni del significato:
- quell'insieme di gruppi montuosi, caratterizzati da una prevalente presenza di roccia dolomitica. Tali gruppi si trovano principalmente all'interno della sezione alpina definita come Dolomiti ma anche in altri gruppi appartenenti ad altre sezioni[4]. Per contro, dei gruppi montuosi inseriti nella sezione Dolomiti hanno poco o per nulla natura dolomitica[5].
- quella parte delle Alpi definita come sezione Dolomiti che ha limiti geografici ben precisi e continuità territoriale.
La presente voce tratta delle Dolomiti partendo dalla prima definizione. Per la trattazione delle Dolomiti riguardanti la seconda accezione si rimanda alla voce Dolomiti (sezione alpina).
Delimitazione
Normalmente con il termine Dolomiti è solito riferirsi all'insieme di gruppi montuosi, caratterizzati da una prevalente presenza di roccia dolomitica, convenzionalmente delimitati a nord dalla Rienza e dalla Val Pusteria, a ovest dall'Isarco e dall'Adige con la valle omonima, a sud dal fiume Brenta da cui si stacca la Catena del Lagorai al confine con la Val di Fiemme e a est dal Piave e dal Cadore.
L'esistenza delle Dolomiti d'Oltrepiave, situate a est del fiume Piave, nelle province di Belluno, Udine e Pordenone (e anche in parte dell'Austria, in bassa Carinzia), delle Dolomiti di Brenta, collocate nel Trentino occidentale, delle Piccole Dolomiti, fra Trentino e Veneto, e di affioramenti sparsi sulle Alpi (ad esempio la cima del Gran Zebrù nel gruppo Ortles-Cevedale) evidenzia la natura puramente convenzionale di questa delimitazione territoriale.
Le Dolomiti, intese nell'accezione più ristretta, vengono divise in due zone dal corso del torrente Cordevole (il quale scorre in provincia di Belluno ed è il principale affluente del Piave), in Dolomiti Orientali, ovvero ad est del Cordevole e Dolomiti Occidentali ad ovest del Cordevole.
L'area dolomitica si estende tra le province di Belluno, sul cui territorio è situata la maggior parte dei gruppi dolomitici, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.
Comunemente si indica la Marmolada come la cima più alta delle Dolomiti, con i suoi 3.343 m s.l.m., ma è da notare come questa formazione non sia affatto costituita da dolomia, bensì in prevalenza da calcari bianchi molto compatti derivati da scogliere coralline, con inserti di materiale vulcanico: quindi a rigore la Marmolada non farebbe parte del gruppo.
Origine del nome
Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, battezzata in suo onore dolomia, costituita principalmente dal minerale dolomite (MgCa(CO3)2) ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio. Questa composizione chimica delle rocce dà origine al fenomeno dell'enrosadira.
La prima denominazione geografica del termine "Dolomiti" comparve nel 1837 in una guida edita a Londra, per descrivere una regione montuosa comprendente le valli di Fassa, Gardena, Badia, la val Pusteria nonché le Alpi veneziane. Nel 1864 fu pubblicato il volume The Dolomite Mountains, resoconto di viaggio di due naturalisti inglesi, John Gilbert e G.C.Churchill. Con questo volume il termine fu introdotto a livello europeo.[6] [7]
La denominazione Monti Pallidi si rifà ad una leggenda.[8]
Storia geologica
La genesi di questo tipo di roccia carbonatica inizia attraverso accumuli di conchiglie, coralli e alghe calcaree e in ambiente marino e tropicale (simile all'attuale barriera corallina delle Bahamas, e dell'Australia orientale), i quali ebbero luogo nel Triassico, circa 250 milioni di anni fa, in zone con latitudine e longitudine molto diverse dall'attuale locazione delle Dolomiti, dove esistevano mari caldi e poco profondi. Sul fondo di questi mari si accumularono centinaia di metri di sedimento che, sotto il loro stesso peso e perdendo i fluidi interni, si trasformarono in roccia. Successivamente, lo scontro tra la placca europea e la placca africana (orogenesi alpina) fece emergere queste rocce innalzandole oltre 3000 m sopra il livello del mare.
Sintetizzando, la storia orogenetica dolomitica è la seguente:
- 270-235 milioni di anni fa rocce sedimentarie si accumulano in terra e in mare. Si formano atolli e barriere coralline, spesso sconvolti da eruzioni vulcaniche;
- 235-180 milioni di anni fa, calcari e dolomie si accumulano sul fondo di lagune piatte e costiere;
- 180-80 milioni di anni fa mari profondi permettono l'accumulo di calcari e marne in spessi strati,
- 20 milioni di anni fa nascono le montagne attraverso la deformazione degli antichi fondali. La placca africana si scontra con quella euroasiatica facendo sollevare le Dolomiti (ad esempio il Gruppo del Sella che si erge per quasi mille metri sul paesaggio circostante era un'unica grande barriera corallina).[9]
Un evidente ed assai interessante esempio di stratificazione geologica delle rocce è presente nel canyon del Bletterbach in Alto Adige.
Il paesaggio attuale è spigoloso e ricco di dislivelli. A determinare tale trasformazione sono stati i piegamenti e le rotture delle rocce lungo piani di scorrimento (faglie), ai cui movimenti corrispondono altrettanti terremoti; episodiche esplosioni vulcaniche e relativi depositi; erosioni differenziali legate agli agenti atmosferici e ai piani di debolezza insiti nelle rocce.
L'innalzamento delle rocce dolomitiche è tuttora in corso. Oggi le Dolomiti mostrano il biancore dei carbonati di scogliera corallina, l'acutezza di rocce coinvolte in orogenesi recenti, le incisioni di potenti agenti esogeni (ghiacciai, vento, pioggia, freddo-caldo).
Nel futuro geologico, le Dolomiti continueranno a crescere inglobando nuovi settori di rocce sospinte dallo scontro tra le placche europea e africana (analogamente a quanto succede per la catena himalayana); la scomparsa di questa spinta determinerà il prevalere degli agenti esogeni tendenti ad appianare e addolcire il paesaggio montano (come è successo negli Urali).
Vegetazione
Fino a 1800 m (versanti nord) o 2.200 m (versanti soleggiati) la vegetazione è formata principalmente da boschi di conifere (abete rosso, abete bianco e pino silvestre), mentre nelle alte quote da boschi di larice, cirmolo e cespuglieti di mughi. Il “pino mugo” legnoso, resistente a tutte le bufere, trattiene le nevi, protegge dalle valanghe, e fornisce una sostanza medicamentosa detta “olio di mugo”. Un altro nome del pino mugo è barancio (presso San Candido si trova il gruppo dolomitico della Rocca dei Baranci).
Sono presenti anche diversi pascoli in alta quota, come ad esempio l'Alpe di Siusi o gli Altipiani Ampezzani.
Dai boschi di abete rosso (o peccio) di certe zone, come quelli della val di Fiemme o attorno al lago di Carezza, si ricava il legno per le casse armoniche degli strumenti musicali: è l’ abete di risonanza. Il popolo del Cadore, fiero delle sue peccete, volle rappresentare nel suo stemma un abete rosso avvinto da due torri.
Innumerevoli sono i tipi di fiori che costituiscono la flora alpina dolomitica, come ad esempio: la stella alpina alle alte quote, alcuni tipi di genziana, alcuni tipi di sassifraghe (Saxifraga), il giglio martagone, la campanula (del Moretti e campanula scheuchzeri), il rododendro di montagna e l'azalea delle Alpi, il botton d'oro, la vitalba alpina, l'erica, la miosòtide, vari tipi di orchidea, la viola, il ciclamino, il colchicum, il croco, l'astro alpino, il garofano dei ghiacci, la Pulsatilla alpina o anemone alpino, il senecio, la veronica delle rocce, la nigritella, l'arnica, il narciso, la dafne, il camedrio alpino, il papavero alpino, il geranio sanguineo, la pinocchiella delle rupi, il leontodon, il raponzolo di roccia.
Fauna
Nelle Dolomiti vivono numerose specie di mammiferi e roditori: il capriolo, il cervo, il camoscio, lo stambecco, il cinghiale, la marmotta, lo scoiattolo, il tasso, la donnola, la faina, la puzzola, la volpe, la lepre, il ghiro, il riccio. In alcune zone vivono l'orso bruno, la lince e il lupo. Tra gli uccelli si ricordano: l' aquila reale, il falco pellegrino, l'astore, la poiana, il gheppio, il corvo, il gallo forcello, la civetta, il barbagianni, l' urogallo, il picchio, l'upupa, lo sparviere, il fagiano di monte, il francolino di monte, il gufo, la pernice, il merlo, il gracchio alpino, la ghiandaia, l'allocco, la coturnice, il tordo, il pettirosso. Tra gli anfibi vivono la rana, il rospo, il tritone alpestre, la salamandra. Tra i rettili vi sono la vipera e bisce d'acqua.
Tutela
Numerosi parchi naturali proteggono questa particolare natura e vari comitati ad hoc si sono impegnati nel proporre le Dolomiti come Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, tentativo coronato da successo il 26 giugno 2009, quando a Siviglia i ventuno componenti del World Heritage Committee hanno deciso all'unanimità di includere le Dolomiti nell'elenco dei patrimoni naturali.[10][11][12] La candidatura era stata inizialmente avanzata nel 2004 dal Ministero dei Beni Culturali ma era stata bocciata dall'UNESCO nel maggio 2006. Successivamente il gruppo di lavoro UNESCO del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, coordinato dal prof. Pier Luigi Petrillo, ha ripresentato i due dossier di candidatura, avviando, contestualmente, un intenso negoziato con i 165 paesi membri della Convenzione e i 37 paesi membri del Comitato. A conclusione del negoziato, durato due anni e mezzo, l'Autorità indipendente di valutazione delle candidature naturalistiche, l'IUCN, ha espresso parere favorevole avverso la candidatura. Da ultimo, a Siviglia, nel giugno 2009, la squadra coordinata dal prof. Petrillo ha condotto gli ultimi finali negoziati ottenendo il riconoscimento dell'UNESCO che "certifica" l'unicità, nel mondo, delle Dolomiti.
Turismo
Alcune fra le località di villeggiatura più conosciute presenti nelle vallate dolomitiche sono: Cortina d'Ampezzo nella Conca Ampezzana, Auronzo di Cadore-Misurina in Val d'Ansiei, Rocca Pietore-Marmolada nella Val Pettorina, Selva e Ortisei in Val Gardena, Dobbiaco e Sesto in Val Pusteria, Castelrotto ai piedi dell'Alpe di Siusi, Canazei e Moena nella Val di Fassa, Falcade in Valle del Biois, San Martino di Castrozza nel Primiero, Arabba nella Valle di Livinallongo, Corvara, La Villa, San Cassiano, Badia in Val Badia, Madonna di Campiglio in Val Rendena e Forni di Sopra in Friuli Venezia Giulia.
Un altro tipo di turismo è rappresentato dai luoghi legati ai combattimenti della Fronte Italiano della Prima Guerra Mondiale: tra questi ricordiamo il Pasubio (Strada delle 52 gallerie e Dente Italiano).
Gruppi
Un elenco dei gruppi dolomitici può essere il seguente[13], tra parentesi sono riportate le province di appartenenza:
- Gruppi tra l'Adige ed il Piave:
- Marmolada (Belluno, Trento)
- Latemar (Bolzano, Trento)
- Catinaccio (Trento, Bolzano)
- Gruppo del Sella (Bolzano, Trento, Belluno)
- Gruppo del Sassolungo (Bolzano, Trento)
- Pale di San Martino (Belluno, Trento)
- Gruppo Odle-Puez (Bolzano)
- Gruppo Plose-Putia (Bolzano)
- Sciliar (Bolzano)
- Gruppo delle Conturines o di Fanes (Bolzano)
- Gruppo di Fanis (Belluno, Bolzano)
- Gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo delle Tre Cime di Lavaredo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo del Monte Piana (Belluno, Bolzano)
- Gruppo del Popera (Belluno, Bolzano)
- Gruppo della Croda dei Toni (Belluno, Bolzano)
- Gruppo dei Tre Scarperi (Bolzano)
- Gruppo Rondoi-Baranci (Bolzano)
- Gruppo del Picco di Vallandro (Bolzano)
- Gruppo del Cristallo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo del Pomagagnon (Belluno)
- Gruppo dei Cadini di Misurina (Belluno)
- Gruppo delle Tofane (Belluno)
- Gruppo del Col di Lana (Belluno)
- Gruppo del Sorapiss (Belluno)
- Gruppo delle Marmarole (Belluno)
- Gruppo dell'Antelao (Belluno)
- Gruppo della Croda da Lago (Belluno)
- Gruppo del Nuvolau (Belluno)
- Monte Civetta (Belluno)
- Monte Pelmo (Belluno)
- Gruppo di Bosconero (Belluno)
- Gruppo Tamer-San Sebastiano (Belluno)
- Gruppo dei Feruc (Belluno)
- Vette Feltrine-Gruppo del Cimonega (Belluno, Trento)
- Gruppo dello Schiara (Belluno)
- Gruppi oltre il Piave:
- Gruppo delle Terze (Belluno)
- Gruppo del Peralba (Belluno)
- Gruppo dei Longerin (Belluno)
- Gruppo del Rinaldo (Belluno)
- Gruppo dei Brentoni (Belluno)
- Gruppo degli Spalti di Toro e Monfalconi (Belluno, Pordenone, Udine)
- Gruppo del Duranno e Cima dei Preti (Belluno, Pordenone)
- Gruppo del Pramaggiore (Udine, Pordenone)
- Gruppo della Cridola (Belluno, Udine)
- Dolomiti di Lienz (Austria)
- Gruppi oltre l'Adige:
- Dolomiti di Brenta (Trento)
- Altri gruppi:
- Piccole Dolomiti (Trento, Vicenza, Verona)
Le vette più alte
Le principali vette delle Dolomiti che superano i tremila metri sono (lista incompleta):
Cime
Le cime principali sono le seguenti (non in ordine di altezza):
- Marmolada (Punta Penia, m 3343)
- Antelao (m 3264)
- Latemar (Torri di Latemar, m 2814)
- Gruppo del Catinaccio (Catinaccio d'Antermoia, m 3004) con le Torri del Vajolet (m 2821)
- Gruppo del Sella (Piz Boè, m 3151)
- Sassolungo (m 3184)
- Pale di San Martino (Cima Vezzana, m 3192)
- Gruppo Odle-Puez (Furchetta e Sass Rigais, m 3025) con Sass de Putia (m 2875), Sassongher (m 2665) e Gruppo Cir (Gran Cir, m 2592)
- Sciliar (Monte Petz, m 2662)
- Gruppo delle Conturines (Cima Conturines, m 3064)
- Dolomiti di Sesto (Punta dei Tre Scarperi, m 3145)
- Cristallo (Monte Cristallo, m 3221)
- Cadini di Misurina (Cima Cadin di San Lucano, m 2839)
- Tofane (Tofana di Mezzo, m 3244)
- Gruppo delle Marmarole (Cimon del Froppa, m 2932)
- Col di Lana (m 2452) con Sett Sass (m 2571) e Sass de Stria (m 2477)
- Sorapiss (m 3205)
- Gruppo della Croda da Lago (Cima Ambrizzola, m 2715)
- Gruppo del Nuvolau (Monte Averau, m 2647)
- Gruppo del Civetta (Monte Civetta, m 3220)
- Gruppo del Pelmo (m 3168)
- Gruppo del Bosconero (Sasso di Bosconero, m 2468)
- Vette Feltrine (Monte Pavione, m 2334) e Gruppo del Cimonega (Sass de Mura, m 2550)
- Gruppo dello Schiara (Monte Schiara, m 2563)
- Dolomiti di Lienz (Große Sandspitze, m 2770)
- Dolomiti Friulane (Cima dei Preti, m 2703)
- Dolomiti di Comelico – Dolomiti Carniche (Monte Cavallino, m 2689)
- Dolomiti di Brenta (Cima Tosa, m 3178)
Passi rotabili
Nome | Altitudine (m) | Località collegate | Provincia di appartenenza |
---|---|---|---|
Passo Sella | 2240 | Val Gardena - Canazei | Bolzano Trento |
Passo Pordoi | 2239 | Canazei – Livinallongo del Col di Lana | Belluno Trento |
Passo Valparola | 2199 | Cortina, Agordino – Val Badia | Belluno Bolzano |
Passo Campolongo | 1875 | Livinallongo del Col di Lana – Val Badia | Belluno Bolzano |
Passo Gardena | 2137 | Val Gardena – Val Badia | Bolzano |
Passo Falzarego | 2117 | Livinallongo del Col di Lana – Cortina | Belluno |
Passo Giau | 2233 | Selva di Cadore – Cortina | Belluno |
Passo Staulanza | 1773 | Selva di Cadore – Zoldo | Belluno |
Passo Cibiana | 1530 | Cadore – Zoldo | Belluno |
Passo Fedaia | 2046 | Rocca Pietore – Canazei | Belluno Trento |
Passo Valles | 2032 | Falcade – Paneveggio | Belluno Trento |
Passo delle Erbe | 2003 | Val di Funes – Val Badia | Bolzano |
Passo Rolle | 1984 | Predazzo – San Martino di Castrozza e Primiero | Trento |
Passo Campo Carlo Magno | 1681 | Madonna di Campiglio - Val Rendena | Trento |
Passo di San Pellegrino | 1918 | Falcade – Moena | Belluno Trento |
Passo Tre Croci | 1808 | Cortina – Auronzo di Cadore | Belluno |
Passo di Costalunga | 1753 | Nova Levante – Vigo di Fassa | Bolzano Trento |
Passo di Monte Croce di Comelico | 1638 | Comelico – San Candido/Innichen | Belluno Bolzano |
Passo Duran | 1601 | Agordo – Zoldo | Belluno |
Passo Cimabanche | 1529 | Cortina d'Ampezzo – Dobbiaco/Toblach | Belluno Bolzano |
Passo Cereda | 1372 | Primiero – Agordo | Belluno Trento |
Passi e forcelle
Nome | Tipologia | Altitudine (m) |
---|---|---|
Passo d'Ombretta (Val di San Nicolò - Val d'Ombretta) | sentiero | 2738 |
Passo della Sentinella (Val Popera - Val Fiscalina) | sentiero | 2717 |
Forcella del Sasso Lungo (Val Gardena - Campitello) | sentiero | 2683 |
Tschagerjoch (Lago di Carezza - Valle Vajolet) | sentiero | 2644 |
Forcella Jou de la Tana (Cadore - Val d'Ansiei) | sentiero | 2644 |
Grasleiten Pass (Valle Vajolet - Valle Grasleiten) | sentiero | 2597 |
Passo di Pravitale (Altopiano di Rosetta - Val Pradidali) | sentiero | 2580 |
Passo delle Comelle (Altopiano di Rosetta - Val Gares) | sentiero | 2579 |
Passo Rosetta (San Martino di Castrozza - Altopiano di Rosetta) | sentiero | 2573 |
Passo Vajolet (Tiers - Valle Vajolet) | sentiero | 2549 |
Passo di Canali (Primiero - Agordino) | sentiero | 2497 |
Passo dell'Alpe di Tierser (Campitello - Tiers) | sentiero | 2455 |
Forcella Lavaredo (Val Lavaredo - Val Fiscalina) | sentiero | 2454 |
Passo di Ball (San Martino di Castrozza - Val Pradidali) | sentiero | 2450 |
Forcella di Giralba (Sesto - Auronzo di Cadore) | sentiero | 2436 |
Forcella Giau (Mondeval - Val Costeana) | sentiero | 2360 |
Col dei Bos (Valle del Falzarego - Valle Travernanzes) | sentiero | 2313 |
Forcella Grande (San Vito di Cadore - Auronzo di Cadore) | sentiero | 2262 |
Passo Tre Sassi (Cortina - San Cassiano) | sentiero | 2199 |
Mahlknechtjoch (Alta Val Duron - Alpe di Siusi) | sentiero | 2168 |
Forcella de la Ciavazoles (Cibiana di Cadore - Zoldo) | sentiero | 1994 |
Forcella Forada (Selva di Cadore - San Vito di Cadore) | strada | 1975 |
Forcella d'Alleghe (Alleghe - Valle di Zoldo) | sentiero | 1820 |
Valli
Le principali vallate dolomitiche sono:
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Laghi
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Parchi naturali
Dolomiti nei media
Nelle Dolomiti hanno girato alcune scene di vari film, tra cui: Dracula – di Roman Polanski (1967), L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1987), James Bond con Roger Moore (1981), Cliffhanger con Silvester Stallone (1993), The Italian Job (film 2003) di F. Gary Gray (2003), la serie tv Un passo dal cielo con Terence Hill (2010).
Galleria fotografica
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Cimon della Pala
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Vista del centro di Belluno con il gruppo della Schiara
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Monti del Sole
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Alpe dei Piani
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Vista invernale del Gruppo del Sella
-
Panorama dalla Marmolada
Bibliografia
- (DE) Maria M. Gordon Ogilvie, Das Grödener-, Fassa- und Enneberggebiet in den Südtiroler Dolomiten. Geologische Beschreibung mit besonderer Berücksichtigung der Überschiebungserscheinungen, 2 voll. (Abhandlungen der geologischen Bundesanstalt, XXIV,1-2), Vienna, Geologische Bundesanstalt, 1927.
- Bosellini A., 1996. Geologia delle Dolomiti. Bolzano: Casa editrice Athesia. 191 pp.
- Claudio Cima, Scopriamo insieme i parchi delle Dolomiti, Ist. Geografico De Agostini, 1994.
- Claudio Cima, I laghi delle Dolomiti, Edizioni Mediterranee, 1996.
- Leonardi P. et al., 1967. Le Dolomiti. Geologia dei monti tra Isarco e Piave. Rovereto: Manfrini Editore. 1019 pp.
- Franco de Battaglia e Luciano Marisaldi, Enciclopedia delle Dolomiti, Bologna, Zanichelli, 2000. ISBN 978-88-08-09125-3
- Petrillo P.L., Le Dolomiti patrimonio dell'Umanità, http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=92 in Rivista Siti UNESCO
- Provincia di Belluno, Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige Autonome Provinz Bozen-Südtirol, Provincia di Pordenone, Provincia Autonoma di Trento, Provincia di Udine, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2008. Nomination of the Dolomites for inscription on the World Natural Heritage List UNESCO. Nomination Document. 363 pp. http://fondazionedolomitiunesco.org/documentazione-2/01_DOLOMITES_nomination_document_jan2008_1236608233_1294933181.pdf
- Reinhold Messner e Jakob Tappeiner, Dolomiti: le più belle montagne della terra, Lana, Tappeiner, 2002. ISBN 88-7073-317-3
- Reinhold Messner, Ursula Demeter, Georg Tappeiner, Dolomiti: patrimonio dell'umanità, Bolzano, Tappeiner, 2010. ISBN 978-88-7073-561-1
Voci correlate
- Dolomiti (sezione alpina)
- Ciclabile delle Dolomiti
- Dolomia, Dolomite
- Dolomiti lucane
- Geologia
- Rifugi delle Dolomiti
- Via ferrata
Altri progetti
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Note
- ^ Le dolomiti Patrimonio dell'Umanità
- ^ (EN) The Dolomites-UNESCO World Heritage, su whc.unesco.org. URL consultato il 27 settembre 2010.
- ^ Non tutti i gruppi dolomitici sono siti protetti dall'UNESCO. Non lo sono ad esempio il Gruppo del Sella e il Gruppo del Sassolungo.
- ^ Le Dolomiti di Brenta appartengono alle Alpi Retiche meridionali; le Dolomiti Friulane, le Dolomiti di Lienz e le Dolomiti di Comelico-Dolomiti Carniche appartengono alle Alpi Carniche e della Gail; le Piccole Dolomiti appartengono alle Prealpi Venete.
- ^ La Marmolada, considerata come la vetta più alta delle Dolomiti, è composta principalmente di calcari. Le cosiddette Dolomiti di Fiemme sono per nulla composte di dolomia.
- ^ Dolomiti, Touring Editore, 2014, pag. 37.
- ^ http://www.repubblica.it/cultura/2014/02/16/news/la_scoperta_delle_dolomiti-78735025/
- ^ http://www.altoadige-suedtirol.it/arte_storia/leggende/alto_adige/monti_pallidi.php
- ^ Marco Avanzini, Evelyn Kustatscher, La gola del Bletterbach, Storie nella roccia, pag.64-65, ed. Besucherzentrum Geoparc Bletterbach (Aldino, Bolzano), 2011.
- ^ Dolomiti patrimonio dell'umanità dall'Unesco il riconoscimento - ambiente - Repubblica.it
- ^ Fonte: Corriere della Sera. Fonte: UNESCO.
- ^ Dolomiti Unesco - Patrimonio dell'umanità
- ^ Per quanto riguarda la suddivisione delle Dolomiti proposta dalla Partizione delle Alpi e dalla SOIUSA si veda la voce Dolomiti (sezione alpina).
Collegamenti esterni
- http://www.treccani.it/enciclopedia/dolomiti/
- http://www.dolomiticlick.it/fauna/fauna-animali-delle-dolomiti.html
- Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi
- Template:Dmoz
- Libro sulle vie normali a tutte le cime oltre i 3000 metri delle Dolomiti
- Sito web dedicato alle cime oltre i 3000 metri delle Dolomiti
- Dolomiti.org: Portale ufficiale delle Dolomiti
- DolomitesWorld.com: Portale delle Dolomiti