Calvenzano

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Calvenzano
comune
Calvenzano – Stemma
Calvenzano – Bandiera
Calvenzano – Veduta
Calvenzano – Veduta
La parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
SindacoFabio Ferla (lista civica Amiamo Calvenzano) dal 5-6-2016
Territorio
Coordinate45°29′42″N 9°35′58″E / 45.495°N 9.599444°E45.495; 9.599444 (Calvenzano)
Altitudine113 m s.l.m.
Superficie6,72 km²
Abitanti4 270[2] (28-2-2022)
Densità635,42 ab./km²
Frazioninessuna[1]
Comuni confinantiArzago d'Adda, Caravaggio, Casirate d'Adda, Misano di Gera d'Adda, Treviglio, Vailate (CR)
Altre informazioni
Cod. postale24040
Prefisso0363
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016047
Cod. catastaleB442
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 383 GG[4]
Nome abitanticalvenzanesi
Patronosanti Pietro e Paolo Apostoli
Giorno festivoprima domenica di maggio e lunedì successivo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Calvenzano
Calvenzano
Calvenzano – Mappa
Calvenzano – Mappa
Posizione del comune di Calvenzano nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Calvenzano ([kalvenˈʦaːno]; Carvensà[5] [kaɾvɛnˈsa] o Colvensà[6] [kolvɛnˈsa] in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 4 270 abitanti[2] della provincia di Bergamo in Lombardia.

Situato nella pianura sud-occidentale, nel territorio denominato Gera d'Adda, dista circa 24 chilometri a sud dal capoluogo orobico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I primi insediamenti sul territorio di Calvenzano sono riconducibili all'epoca romana, come indicano recenti studi basati sui ritrovamenti inerenti quell'epoca, riguardanti sepolture con iscrizioni funerarie. Anche il significato etimologico ha avuto origine in quel periodo: deriva infatti dal nome gentilizio Calventius, ovvero appartenente alla gens Calventia. In epoca romana, da Calvenzano, passava la via Mediolanum-Brixia, strada romana che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Brixia (Brescia) passando da Cassianum (Cassano d'Adda).[senza fonte]

I secoli seguenti non hanno lasciato segni tangibili delle varie dominazioni, anche se si suppone che la zona sia stata soggetta alla dominazione longobarda, visti i numerosi reperti rinvenuti nei vicini paesi.

Il primo documento scritto che attesta l'esistenza del borgo risale invece al 984, epoca in cui Calvenzano era posto sotto l'autorità del vescovo di Bergamo, a cui subentrò quello di Cremona.

Nel 1186 Federico Barbarossa, alleatosi con Milano, assegnò quasi tutta la Gera d'Adda, Calvenzano compreso, alla communitas mediolanensis. Il paese si ribellò contro le autorità milanesi, sfruttando l'occupazione della Geradadda del 1237 da parte di Federico II, nipote del Barbarossa, in guerra contro Milano. Quando Federico II fu sconfitto a Gorgonzola nel 1247, i milanesi tornarono e la zona fu sottoposta (1251) ad una spedizione punitiva.

Con questi eventi aveva avuto inizio una lunga stagione di guerre ed occupazioni fra Milanesi e Veneziani che avrebbero interessato l'intera regione sino al Risorgimento.

Inoltre anche Calvenzano fu interessato dalle lotte fratricide tra guelfi e ghibellini, come testimoniato dall'esistenza di un castello (risalente all'XI secolo), di cui ora resta soltanto una torre.

La signoria del paese passò alla famiglia dei Visconti, che tuttavia non godevano di particolare autorità nella Geradadda: il Papa mosse contro di loro una crociata, e la zona subì un'occupazione da parte dell'esercito papale (1320). Qualche anno più tardi la famiglia, guidata da Azzone Visconti, si riprese i territori sconfiggendo l'esercito papale in una battaglia presso Vaprio d'Adda.

Seguirono numerose battaglie tra i milanesi e la Repubblica di Venezia, con parecchi ribaltamenti di fronte che videro i primi avere la meglio.

La supremazia del Ducato di Milano durò fino al 1707 quando subentrarono gli austriaci.

Nel 1796 la Gera d'Adda, e con essa Calvenzano, fu occupata dalle truppe di Napoleone Bonaparte, che proclamò la Repubblica Cisalpina; il paese fu assegnato inizialmente al dipartimento dell'Adda, e quindi a quello del Serio, entrando definitivamente nell'orbita bergamasca.

Dopo la caduta di Napoleone, ad ogni modo, l'Austria rioccupò la Lombardia, instaurando il Regno Lombardo-Veneto che durò fino al 1859, anno in cui avvenne l'annessione al Regno d'Italia. Da allora non si sono verificati eventi degni di nota, se non una lenta trasformazione di Calvenzano che, da paese rurale, si è trasformato in borgo industrializzato.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 6 aprile 1987.[7]

«Troncato: nel PRIMO, di rosso, alla lira d'oro, munita di cinque corde, di nero; nel SECONDO, d'azzurro, alla fede di carnagione, con gli avambracci, vestiti di rosso, moventi dai fianchi dello scudo. Ornamenti esteriori da Comune.»

La lira simboleggia la banda musicale di Calvenzano, una delle più antiche della provincia bergamasca. La fede araldica, raffigurata da due mani che si stringono, rappresenta una delle particolarità di Calvenzano: essere il paese delle cooperative; qui presero avvio la Cooperativa Agricola nel 1887, la Cassa Rurale nel 1902, la Latteria Sociale nel 1922 e una ventina di altre cooperative minori.[8]

Il gonfalone è un drappo troncato di azzurro e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei luoghi maggiormente ricchi di storia a Calvenzano è il castello. Costruito nel corso dell'XI secolo, ha mantenuto poche delle caratteristiche che lo contraddistinguevano e di esso non resta molto, essendo ora inglobato in un opificio. Resta comunque la torre, in buono stato di conservazione.

Numerosi sono gli edifici sacri presenti nel paese: il più importante è indubbiamente la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo Apostoli, che risale al XVIII secolo e presenta ampliamenti del XX secolo. All'interno è possibile ammirare un buon numero di opere, tra le quali spiccano la balaustra (purtroppo ridotta e manomessa da interventi di rifacimento del presbiterio a metà degli anni '90 del XX secolo) e l'altare maggiore sormontato da un tempietto in marmi policromi di scuola fantoniana e dipinti di Bernardino Galliari e Paolo Gallinoni. Gli affreschi raffiguranti episodi della vita dei santi Pietro e Paolo sono stati realizzati nel 1931 dal pittore cremonese Giuseppe Moroni. I quattro evangelisti nelle vele della cupola e gli angeli con cartiglio nel soffitto della navata sono opera dei fratelli Margoni di Asola eseguiti nel 1935 a seguito dell'ampliamento della chiesa. Nella parrocchiale è altresì presente un organo dei fratelli Serassi del 1861 in ottimo stato di conservazione.

Le altre chiesette sono quelle dell'oratorio della Beata Vergine Assunta degna di nota e di indubbio valore artistico, nella quale sono ancora presenti in ottimo stato di conservazione sia il campanile del XIV secolo che numerosi pregevole ciclo di affreschi del XVII secolo eseguiti da Tomaso Pombioli e raffiguranti: sulle pareti le diverse scene della vita della Vergine con rispettive didascalie in italiano seicentesco, nelle vele del presbiterio i quattro evangelisti, sull'abside la Trinità, nelle vele della navata gli angeli musicanti, sul transetto le sibille, a fianco delle finestre i profeti, mentre sulla parete ove è posta la porta d'ingresso è raffigurata la strage degli Innocenti con cruento realismo; e l'Oratorio dei morti, piccola chiesetta campestre costruita dopo la peste del XVII secolo.

Altro edificio caratteristico è la Cascina dei Frati, un tempo adibita a monastero dell'ordine degli Umiliati.

Il paese presenta inoltre una grande quantità di cascine in aperta campagna: la Cascina Spino (in prossimità dell'omonimo laghetto), la Cascina dei Frati, la Cascina Torri, la Cascina Avogadri, la Cascina Breda, la Cascina Vesture e la Cascina San Giorgio. Queste stanno a ricordare l'anima rurale del borgo, nelle quali sono ancora presenti segni della vita di un tempo.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Calvenzano - Statuto
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  6. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 119, ISBN 88-11-30500-4.
  7. ^ Calvenzano [collegamento interrotto], su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 13 marzo 2023.
  8. ^ Calvenzano, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 13 marzo 2023.
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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