Serassi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Opera di Giuseppe II Serassi presso la Cappella Ducale di San Liborio a Colorno

La famiglia Serassi fu una celebre dinastia di maestri organari, originari di Grandola ed Uniti, attivi per sei generazioni, dal 1720 al 1895. Le loro opere sono dislocate principalmente in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Liguria.

La storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe I[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Serassi è originaria di Cardano una frazione di Grandola ed Uniti (Como), dove nacque Giuseppe I (1693-1760). Nel 1720 questi risulta attivo a Bergamo operando in diverse località come manutentore e dove nel 1723 colloca un organo, il primo noto, nella chiesa della Madonna del Castello di Ambivere (BG).

Andrea Luigi[modifica | modifica wikitesto]

Dei sei figli di Giuseppe, tre femmine e tre maschi, sarà soprattutto Andrea Luigi (1725-1799) a curare la fabbricazione d'organi – gli altri due fratelli intraprenderanno la carriera ecclesiastica –, contribuendo ad elaborare nuovi disponivi tecnici e migliorando la composizione fonica degli strumenti, mentre un particolare rilievo sul piano intellettuale lo avrà l'abate Pier Antonio (1721-1791) che, dotato di grande erudizione verrà ricordato per i suoi studi sulla vita e l'opera di Torquato Tasso. Alla definitiva affermazione della casa bergamasca contribuirà senza dubbio la figura e l'opera di Giuseppe II (1750-1817).

Il perfezionamento[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe II[modifica | modifica wikitesto]

Artefice di grande genio, Giuseppe II contribuisce all'arte organaria con invenzioni originali (fra cui una trasmissione meccanica sotterranea che unisce gli organi collocati in due cantorie contrapposte, che realizzò a Bergamo in S. Alessandro nel 1781), e numerosi perfezionamenti alla meccanica e al sistema trasmissivo. Altra sua notevole opera è il grande organo della Cappella Ducale di San Liborio a Colorno (Parma), dotato di ben 2.898 canne. Le idee di Giuseppe Serassi sulla fabbricazione degli organi e le sue considerazioni storico-erudite intorno ai fabbricanti del passato, sono oggetto di una raccolta epistolare pubblicata a Bergamo nel 1816.

L'apogeo[modifica | modifica wikitesto]

Carlo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Carlo Serassi.

Alla morte di Giuseppe i suoi figli Andrea (1776-1843), Carlo (1777-1849), Alessandro (1781-1870), Giuseppe III (1784-1849), Giacomo (1790-1877), Ferdinando (1792-1832), portano il prestigioso marchio al suo apogeo; ma è soprattutto Carlo Serassi a conquistare una meritata fama come costruttore, attestata dai numerosi riconoscimenti che gli vengono assegnati da Istituzioni ed Accademie (Bologna, Firenze, Bergamo). Gli strumenti prodotti dalla Imperial Regia Fabbrica di Bergamo diventano presto uno status symbol tanto per le chiese di centri importanti quanto per sedi periferiche. Dal Piemonte - dove operano soprattutto nel Canavese - alla Corsica, dalla Toscana alla Sicilia, il nome Serassi è sinonimo di prestigio e qualità.

Giacomo[modifica | modifica wikitesto]

Opera di Giacomo Serassi (1864-1865) presso la Basilica di San Lorenzo di Firenze

In seguito alla scomparsa di Carlo, Giacomo Serassi coadiuvato dai nipoti Giuseppe IV, Carlo II e Vittorio e da uno stuolo di operai qualificati (fra i quali Locatelli, Bianchi, Giudici, Allieri, Perolini) continua l'attività negli anni 1860 quando gerente della fabbrica è Giovan Battista Castelli, autore fra l'altro, di un catalogo delle opere della fabbrica fino al 1868 e coautore, insieme al musicista cremasco Vincenzo Petrali di un noto metodo intitolato Norme generali sul modo di trattare l'organo moderno con esempi musicali del noto maestro organista Vincenzo Petrali.

La decadenza[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando II[modifica | modifica wikitesto]

Intorno al 1870 la gloriosa fabbrica Serassi inizia ad avvertire segni di crisi. Giacomo Locatelli (1839-1875) insieme al Castelli e ad altri operai lascia la casa madre per aprire un proprio laboratorio. Per i Serassi la parabola discendente è ormai avviata. Nell'ultimo scorcio del XIX secolo Ferdinando II Serassi opera in collaborazione con Casimiro Allieri (1848-1900), soprattutto in Sicilia dove realizza strumenti imponenti come quelli della chiesa Madre a Ragusa Ibla[1], del duomo di San Giorgio a Modica Alta[2], del Santissimo Salvatore a Ragusa (1893) nonché realizza vari organi per le maggiori chiese di Chiaramonte Gulfi sempre in provincia di Ragusa, come nella chiesa di san Filippo d'Agira. In passato ve ne erano altri due uno nella chiesa Madre poi ingrandito dopo il 1910 dalla ditta Polizzi di Modica e un secondo nella chiesa commendale di San Giovanni scempiato nel 1968 per l'incuria dell'uomo sostituendolo con un altro proveniente dalla Chiesa del Carmine di Ragusa (di cui oggi resta solo il campanile) riadattato dalla Ditta Polizzi di Modica.

Nel 1894 Ferdinando II Serassi muore determinando la definitiva chiusura della gloriosa esperienza della fabbrica bergamasca. Un anno più tardi Vittorio Serassi come rappresentante della ditta, attraverso atto notarile concede alla casa Locatelli di aggiungere alla sua ragione sociale la denominazione "Successore alla vecchia ditta Fratelli Serassi".

Cronologia genealogica della famiglia Serassi[modifica | modifica wikitesto]

 Giuseppe I Serassi
*16931760
 
  
 Andrea Luigi
*17251799
Giovan Battista
*17271808
 
 
 Giuseppe II
*17501817
 
      
Andrea II
*17761843
Carlo I
*17771849
Alessandro
*17811870
Giuseppe III
*17841849
Giacomo
*17901877
Ferdinando I
*17921832
 
   
 Giuseppe IV
*1824 † post 1893
Carlo II
*1828 † post 1878
Vittorio
*1829 † post 1899
 
 
 Ferdinando II
*18551894

Opere[modifica | modifica wikitesto]

XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ definito organum maximum 1882, op.833, tre tastiere
  2. ^ 1886-88, quattro tastiere e pedaliera di 27 note
  3. ^ Organo Serassi 1823 Asola.
  4. ^ organo minore
  5. ^ organo distrutto dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale
  6. ^ A seguito di tale opera collocata da Giacomo Locatelli, tuttora ben conservata, il Re Vittorio Emanuele II nominò il signor Giacomo Serassi Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, e concesse alla ditta la facoltà di fregiare del Regio stemma l'insegna del suo stabilimento artistico industriale
  7. ^ in collaborazione con Casimiro Allieri

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giosuè Berbenni, I Serassi celeberrimi costruttori d'organi, Associazione culturale “G. Serassi”, (Collana d'arte organaria, I - in 4 voll.), Guastalla 2012
  • Giosuè Berbenni, Biografia di Carlo Serassi, Celebre costruttore d'organi, 1849. Scritta da Giambattista Cremonesi, (Collana d'arte organaria, XVIII) Guastalla 2013
  • Giosuè Berbenni, Catalogo degli organi Serassi, Ordinamento cronologico e aggiornamento (1722-1893), con ristampe anastatiche allegate in CD (Collana d'arte organaria, XXXI), Guastalla 2014
  • Giuseppe Serassi, Sugli organi. Lettere 1816, Bergamo, Stamperia Natali, 1816. Ristampa anastatica a cura di O. Mischiati, Bologna, Pàtron editore, 1973.
  • I Cataloghi originali degli organi Serassi, ristampa anastatica con appendici postilla e indici a cura di O. Mischiati, Bologna, Pàtron editore, 1975.
  • Giosuè Berbenni, L'arte organaria a Bergamo, Provincia di Bergamo, Settore turismo, Clusone (Bg), Ferrari Grafiche S.p.A., 1998.
  • Ivano Sonzogni, Il carteggio Alessandro Furietti - Pierantonio Serassi. Momenti dell'erudizione bergamasca a metà Settecento, in "Bergomum", n.2, 1996, pp. 91–188.
  • Federico Lorenzani, Gabriele Medolago, Il grandioso organo Giuseppe Serassi 1798 di Urgnano, a cura di prepositurale dei santi Nazario e Celso Urgnano, Off- Grafica Annone Brianza, 2013.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti opere[modifica | modifica wikitesto]

L'elenco delle opere è stato desunto e rielaborato visitando:

Controllo di autoritàCERL cnp00557702 · LCCN (ENsh2002002661 · GND (DE119505320 · J9U (ENHE987007286246905171