Crema (Italia)

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Crema
comune
Crema – Stemma
Crema – Bandiera
Crema – Veduta
Crema – Veduta
Il municipio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Cremona
Amministrazione
SindacoFabio Bergamaschi (centro-sinistra) dal 26-6-2022[1]
Territorio
Coordinate45°22′N 9°41′E / 45.366667°N 9.683333°E45.366667; 9.683333 (Crema)
Altitudine79 m s.l.m.
Superficie34,52 km²
Abitanti33 882[2] (31-10-2023)
Densità981,52 ab./km²
FrazioniSanta Maria dei Mosi, Santo Stefano in Vairano, Vergonzana
Comuni confinantiBagnolo Cremasco, Campagnola Cremasca, Capergnanica, Cremosano, Izano, Madignano, Offanengo, Pianengo, Ricengo, Ripalta Cremasca, Trescore Cremasco
Altre informazioni
Cod. postale26013
Prefisso0373
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT019035
Cod. catastaleD142
TargaCR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 506 GG[4]
Nome abitanticremaschi
Patronosan Pantaleone
Giorno festivo10 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Crema
Crema
Crema – Mappa
Crema – Mappa
Posizione del comune di Crema nella provincia di Cremona
Sito istituzionale

Crema (IPA: [ˈkrɛːma], Crèma in dialetto cremasco) è un comune italiano di 33 882 abitanti[2] della provincia di Cremona in Lombardia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Situata nella bassa Pianura Padana, poco oltre la linea delle risorgive presso la sponda destra del fiume Serio, è il centro principale della provincia dopo il capoluogo Cremona e dà il proprio nome a tutta la parte settentrionale del territorio provinciale: il Cremasco. Il comune appartiene alla regione agraria nº 2 (pianura di Crema) ed è inserito nel contesto del Parco del Serio, a 79 metri sul livello del mare, dista da Cremona 40 km.

Corografia[modifica | modifica wikitesto]

La formazione geologica di quest'area territoriale può essere distinta in diverse fasi: una prima fase in cui il territorio era interamente sommerso dalle acque dei fiumi Adda, Serio e Oglio; una fase successiva, in cui questi ultimi si sono scomposti creando una zona circondata da paludi; ed un'ultima caratterizzata da un'opera di bonifica che ha permesso la trasformazione dell'area paludosa e lacustre in una pianura coltivabile. Mentre la parte più alta della pianura risulta essere composta da terreno alluvionale o di trasporto più asciutto, quella meridionale è più acquitrinosa. Il suolo presenta una natura molto varia; si passa infatti da terreni molto sciolti ad altri molto compatti, oppure da terreni a piccolo strato a terreni di profondo strato di cultura. Nonostante questo, il terreno di media composizione (a profondo strato di coltura e fertile) rimane il predominante.[5]

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema idrografico dell'area territoriale di Crema ha per dorsale il fiume Serio, il quale discendendo verso Nord-sud si congiunge al fiume Adda a livello del Comune di Montodine. Con riferimento alla rete idrica minore, costituita da un centinaio di corsi d'acqua che si intersecano su tutto il territorio, degno di nota è il canale artificiale Vacchelli (dal nome del senatore Pietro Vacchelli che ne promosse la costruzione nel 1888). Lungo 34 km, il canale si dirama dall'Adda per poi suddividersi ed irrigare le terre della bassa cremonese.

La notevole ricchezza d'acqua del territorio Cremasco, costituita prima dall'ormai prosciugato lago Gerundo e poi dalle successive zone paludose, ha avuto conseguenze sul clima e sulla salubrità ambientale. Nonostante vi siano stati anche gravi condizionamenti (ad esempio l'abolizione nel 1656 della coltivazione di riso per evitare l'aggravamento delle condizioni sanitarie), con il progredire del tempo l'habitat ha assunto caratteristiche sempre migliori.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'antichità[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di Crema sono legate all'invasione longobarda del VI secolo d.C.; il nome deriva probabilmente dal termine longobardo "Crem" che significa "altura". Secondo la tradizione, la fondazione della città risalirebbe al 15 agosto 570 quando, di fronte alla minaccia rappresentata dall'invasione longobarda, gli abitanti della zona trovarono rifugio nella parte più elevata dell'"isola della Mosa", approntandola a difesa sotto la guida prima di Cremete, conte di Palazzo, e poi di Fulcherio. Da questi due personaggi deriverebbero perciò i toponimi Crema e Insula Fulcheria[6].
Secondo altre fonti la sua fondazione risale invece al IV secolo, quando Milano era capitale dell'Impero romano d'Occidente.
Un'altra versione invece parla di un più antico insediamento celtico o etrusco.

Il Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

La prima occorrenza di Crema nei documenti storici risale all'XI secolo come possedimento dei conti di Camisano.
In seguito venne governata da Bonifacio marchese di Toscana e sua figlia Matilde che, nel 1098, la donò al vescovo di Cremona. Durante questo periodo l'agricoltura prosperò e l'Ordine degli Umiliati introdusse la lavorazione della lana, che costituì una delle principali risorse economiche fino al XIX secolo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di Crema.

Nel 1159, dopo aver stretto un'alleanza con Milano contro la ghibellina Cremona, Crema venne assediata, conquistata e distrutta dall'imperatore Federico Barbarossa.
L'assedio di Crema fu caratterizzato da molti episodi di brutalità: i teutoni appesero alcuni prigionieri cremaschi alle loro macchine belliche sperando che i difensori non colpissero gli ostaggi. Tuttavia questo espediente non funzionò e si trasformò in una carneficina: questo episodio è uno dei più famosi della storia cremasca ed è celebrato da un quadro presente nella sala del Consiglio Comunale, detta appunto "sala degli Ostaggi Cremaschi", a cui è dedicata anche una via.

Con la pace di Costanza (1185) arrivò il permesso di ricostruire la città come "castrum". Ne seguì una fase di libero comune in cui comunque si verificarono lotte faziose, tipiche dei comuni del Nord Italia in quell'epoca. In ogni caso, la città venne fortificata con nuove mura, fossati e porte (1199), e successivamente una rete di canali valorizzò l'agricoltura.

Nel XIII secolo Crema venne anche arricchita della costruzione della Cattedrale e del Palazzo Pretorio. Per staccarsi anche come giurisdizione ecclesiastica da Cremona la città scelse di dipendere dalla più lontana diocesi di Piacenza, a sua volta poi parte allora della provincia ecclesiastica di Ravenna, e tale situazione durò fino al 1580 quando fu eretta la diocesi di Crema.

L'autonomia del comune ebbe termine nel 1335, quando la città si arrese ad Azzone Visconti, la cui famiglia possedette la città fino alla fine del secolo.
Nel 1361 Crema fu interessata dalla peste bubbonica. Seguì un breve periodo di regno della famiglia guelfa Benzoni (Bartolomeo e Paolo dal 1403 al 1405, successivamente il loro nipote Giorgio fino al 1423). La signoria passò di nuovo ai Visconti e, dal 1449 in poi, alla Repubblica di Venezia.

La sudditanza alla Serenissima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Podestà veneti di Crema.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Repubblica di Venezia.
Evoluzione urbanistica di Crema

In qualità di provincia veneziana dell'entroterra, Crema ottenne numerosi privilegi e fu al riparo dal declino economico del vicino Ducato di Milano sotto il dominio spagnolo. Mantenne una sostanziale autonomia che permise la progettazione di nuove costruzioni. Esse includevano la nuova cinta muraria, la ricostruzione del Palazzo Comunale (1525-1533), il Palazzo della Notaria, ora Palazzo Vescovile. Nel 1580 Crema divenne sede vescovile e fu costruito il santuario di Santa Maria della Croce (1490).

Secondo i documenti custoditi negli archivi della diocesi, Crema fu anche la città d'origine dei Mastai Ferretti, la famiglia senigalliese di papa Pio IX. Secondo una ricerca operata dal parroco del paese d'origine dei Visconti, anche il famoso Innominato, descritto da Manzoni ne I promessi sposi, aveva origine cremasca da parte di madre. Vissuto ai tempi in cui Crema era sotto il dominio della Serenissima, aveva appezzamenti agricoli dalle parti di Bagnolo, pur essendo nato e vissuto nel Palazzo Visconti a Brignano Gera d'Adda, un gioiello di architettura e di fasto vicino a Crema. Brignano era sotto il dominio del Ducato di Milano, perciò a Francesco Bernardino Visconti (l'Innominato) capitò di rifugiarsi nel palazzo Martini, che allora era sotto il dominio della Repubblica di Venezia e che apparteneva alla famiglia di sua madre Paola Benzoni. In tal modo Francesco Bernardino sfuggiva alla giustizia milanese e anche trovava asilo in una piccola città dove nella Parrocchia della Cattedrale di Crema, un Benzoni, Leonardo Benzoni figlio di Soccino Benzoni, si laureò alla Sorbona a Parigi e, successivamente, divenne vescovo (non a Crema); era stato quindi un esponente religioso importante (su un capitello del Palazzo esiste tuttora lo stemma di Leonardo Benzoni, un cappello vescovile che sovrasta un cane, simbolo dei Benzoni. Per queste circostanze il nipote di Leonardo Benzoni, Francesco Bernardino Visconti (l'Innominato), poteva sperare di ricevere un maggior riguardo a Crema rispetto a quello che gli sarebbe toccato nel Ducato di Milano, oltre all'inopinabile vantaggio di cambiare velocemente Stato e confini politici in caso di necessità (dal Ducato di Milano alla Repubblica di Venezia) e, quindi, uscire in breve tempo dalla giurisdizione milanese.

L'età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il museo ospita la riproduzione in ceramica della più antica carta del Cremasco, risalente al XV secolo: l'originale è conservato presso il Museo Correr a Venezia

Nel XVII secolo ebbe inizio la decadenza della città, causata dal fallimento delle sue attività industriali, anche se l'agricoltura continuò a essere fiorente. Nel 1796 venne fondata l'Accademia dell'Agricoltura.

Alla caduta della Serenissima nel 1797, l'esercito francese depose l'ultimo podestà e creò la cosiddetta "Repubblica Cremasca", annessa dopo pochi mesi alla Repubblica Cisalpina. Crema divenne capoluogo (insieme con Lodi) dell'effimero Dipartimento dell'Adda, e in seguito fu annessa al Dipartimento dell'Alto Po, con capoluogo Cremona.
Dal 1810 al 1816 furono annessi alla città di Crema i comuni suburbani di Castelnuovo, Ombriano, Porta Ombriano, San Bernardino con Vergonzana, San Michele, Santa Maria della Croce e Vairano.

Nel 1815, l'impero napoleonico si dissolse e Crema divenne parte del Regno Lombardo-Veneto, dipendente dall'Impero austriaco. In questo periodo la città riprese lo status di capoluogo, questa volta della provincia di Lodi e Crema[7].

Cittadini cremaschi che ebbero un ruolo di rilievo nelle vicende risorgimentali furono Enrico Martini, Vincenzo Toffetti e Pietro Donati.

Dopo l'Unità d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il tram a vapore sul fiume Serio

Crema fu annessa al Regno di Sardegna, con tutta la Lombardia tranne Mantova e parte della sua provincia, nel 1859, degradata a capoluogo dell'omonimo circondario nella provincia di Cremona. Dal 1861 fece parte del Regno d'Italia.

Nel 1862 fu toccata dalla ferrovia Treviglio - Cremona, e nel 1880 dalla tranvia interurbana a vapore Lodi - Crema - Soncino (eliminata poi nel 1931). Iniziò un importante sviluppo industriale e demografico.

Nel 1875 al comune di Crema vennero aggregate la frazione Molini di Porta Nuova, già appartenente allo smembrato comune di Vairano Cremasco[8], e la frazione San Bernardino, staccata dal comune di San Bernardino[9].

Nel 1928 furono aggregati alla città di Crema i comuni di Ombriano, San Bernardino e Santa Maria della Croce[10].

Il 18 giugno 1944, nel corso di un rastrellamento di prigionieri di guerra effettuato dalla GNR di Crema, venne ucciso con un colpo di arma da fuoco il prigioniero di guerra Demetrios Dermarabolo[11].

Al referendum del 2 giugno 1946 il 66,9% degli elettori cremaschi votò a favore della Repubblica e solo il 33% per il mantenimento della monarchia[12]. Nelle prime ore notturne tra l'11 e il 12 giugno 1946, una forte esplosione per un attentato di matrice repubblicana al monumento a Vittorio Emanuele II in piazza Roma svegliò di soprassalto i cremaschi residenti in centro città e infranse, per la sua forza d’urto, numerosi vetri delle abitazioni e dei negozi circostanti, posti a parecchi metri di distanza[13].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiese nel centro storico[modifica | modifica wikitesto]

Duomo di Crema

Chiese nei quartieri e frazioni[modifica | modifica wikitesto]

La basilica di Santa Maria della Croce

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzi[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Bondenti, ora Terni de Gregori

Ville[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo pretorio con la sua torre, recante il Leone di San Marco
  • Villa Albergoni-Zurla, inizi XIX secolo, nella frazione di Vergonzana;
  • Villino Acerbi, inizi XIX secolo, nel quartiere di Santa Maria della Croce;
  • Villa Pezzani, inizi XIX secolo, nella frazione di Santo Stefano in Vairano;
  • Villa Vailati, XIX secolo, nel quartiere Castelnuovo, villa di campagna ridotta a residenza di lusso;
    Il palazzo comunale di fronte al duomo
  • Villa Rossi, seconda metà XIX secolo, nel quartiere di Ombriano, pregevole esempio di edificio in stile neogotico. Nulla rimane di un grandioso parco che un tempo la circondava;
  • Villa Zaghen, inizi XX secolo, nel quartiere di Santa Maria della Croce, riedificata in stile liberty.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Sommità del Torrazzo
Uno dei chiostri del già convento di Sant'Agostino, ora museo civico

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Crema è inserita nel Parco del Serio. Inoltre sono presenti le seguenti aree verdi attrezzate:

  • Giardini pubblici, allestiti nel 1859 sul luogo dell'antico castello;
  • Giardini pubblici (via Cadorna);
  • Giardini pubblici (via Giardini);
  • Giardini pubblici (via Griffini);
  • Campo di Marte (via Crispi / via Vailati) - vari giochi ludico ricreativi;
  • Parco Chiappa (via Monte di Pietà);
  • Parco ex Nosocomio (viale di S. Maria / via Bramante);
  • Parco Bonaldi (fraz. Sabbioni) - attrezzato percorso vita;
  • Parco San Bernardino (via Brescia / via XI Febbraio).

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Popolazione storica (migliaia)[14]

Abitanti censiti[15]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2020 i cittadini stranieri residenti a Crema sono 3 939. Le comunità nazionali numericamente significative sono[16]:

  1. Romania, 911
  2. Marocco, 414
  3. Albania, 369
  4. Ucraina, 276
  5. Egitto, 274
  6. Nigeria, 167
  7. India, 149
  8. Cina, 125
  9. Moldavia, 118
  10. Filippine, 108

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Dialetto cremasco[modifica | modifica wikitesto]

Oltre all'italiano, a Crema si parla il dialetto cremasco, che foneticamente appartiene all'area dei dialetti gallo-latini della Lombardia orientale. Ha affinità linguistica con i dialetti bergamasco e bresciano, tutti e tre di origine cenòmane[17].

Il più noto poeta dialettale fu Federico Pesadori (Vergonzana, 3 settembre 1849 - Bolzano, 8 aprile 1923).

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca comunale, intitolata alla studiosa etnoantropologa Clara Gallini, è ubicata in pieno centro storico nell'ex palazzo Benzoni-Frecavalli in via Civerchi.

La biblioteca diocesana è ospitata nell'ex palazzo Bonzi, in via Giacomo Matteotti e consente la consultazione di testi ecclesiali con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose[18].

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

I cicli prescolastici e i primi due cicli dell'istruzione pubblica si svolgono in plessi collocati all'interno di un'organizzazione su tre istituti comprensivi[19].

A Crema sono presenti:

Università[modifica | modifica wikitesto]

L'Università degli Studi di Milano organizza a Crema un corso di laurea triennale in "Infermieristica"[25].

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Il museo civico di Crema e del Cremasco, istituito nel 1960, si trova nel convento rinascimentale di Sant'Agostino.

Media[modifica | modifica wikitesto]

Stampa[modifica | modifica wikitesto]

Il quotidiano La Provincia ha una redazione locale[26].

Vengono pubblicati i tre settimanali Il Nuovo Torrazzo (primo numero nel 1926[27]), in Primapagina (fondato nel 1986[28]) e (in) Cremasco Week[29].

Radio[modifica | modifica wikitesto]

Radio Antenna 5, fondata nel 1977 anche sulla spinta del vescovo Carlo Manziana[30].

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Lodi Crema TV, marchio del gruppo Sol Regina Po di Soresina[31].

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Tortelli Cremaschi

Il piatto più caratteristico è costituito dai tortelli cremaschi (i turtèi), dalla particolare pizzicatura della pasta e con un ripieno dolce, composto da grana, amaretti, uva sultanina, cedro candito, spezie e un biscotto speziato tipico, il mostaccino.

Va ricordato inoltre il salva, formaggio DOP tipico della zona di Crema, consumato tradizionalmente con le tighe (peperone verde lombardo), confezionate sott'aceto.

Piatto povero tipicamente invernale, in accompagnamento al cotechino o ai lessi, è il pipèto (sformato di verze, burro, aglio, parmigiano, noce moscata).

Dolci della città sono: la treccia d'oro e la torta Bertolina (Bertulina), una popolare torta autunnale a base di uva fragola, a cui è dedicata anche una festa di piazza; e la più nobile Spongarda, consumata tutto l'anno.

In tempo di Carnevale si preparano i chisulì, palline ripiene di un impasto preparato con scorza di limone, lievito di birra, uva sultanina, mela e strutto.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Nella frazione Santa Maria della Croce si tiene ogni anno l'omonima fiera, nel fine settimana prossimo al 25 marzo, mentre il 3 aprile si celebra l'anniversario dell'apparizione della Vergine a Caterina degli Uberti, avvenuta secondo la tradizione nel 1590[32].
  • Il 10 giugno si celebra la festa di san Pantaleone, patrono della città e della diocesi di Crema.
  • Nella settimana centrale di agosto ha luogo una tradizionale manifestazione culinaria nella centrale piazza Aldo Moro, occasione in cui è possibile degustare il piatto tipico cittadino, i tortelli cremaschi.
  • Nel periodo natalizio si tiene il Presepe dei Sabbioni.

Film e video musicali ambientati a Crema[modifica | modifica wikitesto]

Film[modifica | modifica wikitesto]

Video musicali[modifica | modifica wikitesto]

Giovane Giovane, brano di Laioung (2016)

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale, come si presenta nella sua attuale estensione, è il frutto di un accorpamento avvenuto in due fasi dello stesso con i territori dei Comuni all'epoca confinanti con Crema. La prima espansione del territorio della città si è avuta nel 1875 con la soppressione del Comune di Vairano Cremasco il cui territorio venne ripartito con il Comune di Santa Maria della Croce. A Crema fu assegnata la frazione di Santa Maria dei Mosi; mentre a Santa Maria della Croce fu assegnato il capoluogo Vairano. La stessa sorte la ebbe anche il Comune di San Michele Cremasco il cui territorio venne anch'esso ripartito tra Crema e il Comune di Ripalta Nuova (ora Ripalta Cremasca); a Crema fu assegnata la frazione San Bartolomeo ai Morti e a Ripalta Nuova invece fu assegnata San Michele. La seconda e ultima espansione avvenne nel 1928 quando furono definitivamente aggregati alla città i Comuni di San Bernardino Cremasco (con le rispettive frazioni di Castelnuovo e Vergonzana), Santa Maria della Croce (con la rispettiva frazione di Vairano e altre località), e infine il Comune di Ombriano[33].

La maggior parte di questi comuni soppressi sono divenuti contigui per espansione edilizia alla città e sono divenuti, di fatto, dei quartieri suburbani (o sobborghi) per via della sussistenza di alcune fasce verdi e di altre barriere come la ferrovia, il canale Vacchelli e il fiume Serio che li tengono separati seppur di poco dalla città.

Porte storiche della città[modifica | modifica wikitesto]

Porta Ombriano
  • Porta Serio (Pòrta Sère);
  • Porta Ombriano (Pòrta Umbrià);
  • Porta Pianengo o porta Tadini (Pòrta Tadì);
  • Porta Ripalta o porta dell'Ospedale (Pòrta da l'Uspedàl).

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

Quartieri[modifica | modifica wikitesto]

Porta Serio

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia era caratterizzata nel secolo scorso dall'agricoltura, con produzione di foraggi, cereali (degna di nota quella del grano), pioppi, e dall'allevamento nel contesto dell'economia provinciale. Dagli anni settanta, sono presenti aziende casearie e importanti aziende alimentari in generale, oltre a industrie metallurgiche, meccaniche, elettroniche e tessili.

Un aspetto notevole dell'artigianato è costituito dalle fabbriche di organi musicali; tale settore venne portato a livelli di eccellenza da Pacifico Inzoli nel 1867 e da Giovanni Tamburini nel 1893. I due maggiori organi italiani esistenti (16.000 canne) del duomo di Milano e di Messina, tra i più grandi d'Europa, sono opera degli organari cremaschi.[34][35]

Nel XX secolo, dalla fine degli anni sessanta sino al 1992 l'Olivetti ha avuto un importante polo produttivo nella città lombarda, che arrivò a toccare quota 3 150 addetti nel 1971 e che all'atto della chiusura nel 1992 contava ancora 700 dipendenti. L'Olivetti arrivò in città alla fine degli anni sessanta acquisendo l'area industriale di via Mulini, dove si trovava la Serio-Everest, un'azienda fondata nel 1929 da sette fuoriusciti dalla Said di Milano, Società anonima italiana dattilografia. La Serio-Everest è stata la prima azienda al mondo a produrre una macchina per scrivere con tastiera a quattro file di tasti invece che tre. Arrivò a contare 1 600 addetti e fu inglobata dall'Olivetti a partire dal 1967.

Attorno all'azienda a Crema si formò poi un'area, abitazioni, centro ricreativo e aziende. Dopo la fine della storia dell'Olivetti l'area di via Bramante è stata recuperata grazie all'insediamento, fino al 2020[36], del Dipartimento di Informatica dell'Università degli Studi di Milano e di diverse aziende tecnologiche che hanno recuperato l'area. La storia di Serio-Everest e Olivetti a Crema è stata raccontata nel 2002 dalla pubblicazione "Dalla Everest all'Olivetti"[37] edita dal Centro di ricerche Alfredo Galmozzi.

Ultimamente c'è stata una forte crescita delle aziende cosmetiche (è stato istituito anche un'associazione apposita, il Polo Della Cosmesi). All'ultima fiera internazionale Cosmoprof 2017 di Bologna si sono presentate ben 41 aziende del territorio cremasco.[38]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Stazione ferroviaria

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Le principali direttrici stradali che interessano Crema sono la strada provinciale ex SS 235 (di Orzinuovi), la strada provinciale ex SS 415 (Paullese) e la strada provinciale ex SS 591 (Cremasca).

Ferrovie e tranvie[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Crema, ubicata nel centro cittadino, si trova sulla ferrovia Treviglio-Cremona ed è servita da treni regionali svolti da Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia.

Fra il 1880 e il 1931 la città era servita dalla tranvia Lodi-Crema-Soncino. Con il suo andamento Est-Ovest, il tracciato di questa tranvia rappresentava una soluzione ottimale per la comunicazione tra i Comuni centro-meridionali del Cremasco ed i due importanti poli esterni (Lodi e Soncino). La soppressione di questa linea tranviaria, in quanto considerata non più adeguata dal punto di vista tecnico, è stata seguita dalla istituzione di una significativa rete di linee di autotrasporti che collega le grandi città di Milano e Cremona con tutti i centri della zona, compresi anche i più piccoli.[5]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Crema.

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La più antica squadra calcistica della città è il Crema: fondato nel 1908, nel secondo dopoguerra (capitanato dal campione del mondo Renato Olmi) giocò per tre stagioni in Serie B. Scioltosi nel 1994, è stato rifondato nel 1995 ripartendo dalle categorie regionali lombarde, che ha risalito fino ad accedere alla Serie D. I colori sociali sono il bianco e il nero.

L'altra principale società cittadina è la Pergolettese, espressione del quartiere di Pergoletto (per il calcolo della tradizione sportiva, la principale squadra della città). Fondata nel 1932, ha mutato più volte fisionomia sociale: venne infatti ridenominata Pergocrema nel 1974, Cremapergo nel 1994 e ancora Pergocrema nel 2002. Successivamente fallita, è stata rifondata nell'estate 2012 su iniziativa del Pizzighettone, che ha trasferito la propria sede sociale a Crema e riadottato l'originaria denominazione Pergolettese, ereditandone la tradizione sportiva. Il Pergo annovera quale maggior risultato della sua storia undici partecipazioni al campionato nazionale di terza serie. I colori sociali sono il giallo e il blu.

Entrambe le squadre giocano le loro gare interne presso lo stadio Giuseppe Voltini, costruito nel 1920.

Altre formazioni cittadine, rappresentative dei diversi quartieri della città, militano nelle categorie minori.

La città ospita nel mese di giugno la fase finale del Trofeo Dossena, competizione calcistica internazionale riservata alla categoria Primavera.

Calcio a 5[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio a 5 è il GSD Videoton 1990 (Serie A2) che dal 1996 prende parte all'attività di calcio a 5 organizzata dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Pallacanestro[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di pallacanestro femminile è il Basket Team Crema che ha militato nel 2022-2023 nella Serie A1 ed è stata vincitrice di cinque coppe Italia A2 consecutive dal 2018 al 2022, oltre che insignita dal CONI della Stella al merito sportivo 2019 (consegnata nel 2022 dopo la cessazione dell'emergenza sanitaria dovuta al COVID-19)[43]. Nella stagione 2022-2023 il Basket Team Crema è iscritto nella serie C regionale.

Nel basket maschile la principale società cittadina è la Pallacanestro Crema (partecipa alla Serie B).

Tennis[modifica | modifica wikitesto]

Crema è sede del Tennis Club Crema, circolo tennistico tre volte campione d'Italia negli anni ottanta[44] e attualmente militante nel campionato di serie A1.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

I principali impianti sportivi di Crema sono:

Tra le altre strutture si segnalano tre campi sportivi per la pratica del calcio, un campo da rugby, due palestre di pugilato, il palazzetto dello sport Paolo Bertoni, il PalaCremonesi di Ombriano e 14 palestre, talora in uso promiscuo con le istituzioni scolastiche.[45]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Election day 12 giugno 2022 - Secondo turno [collegamento interrotto], su elezioni.interno.gov.it. URL consultato il 27 giugno 2022.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ a b c G. Corna Pellegrini, Il Cremasco.
  6. ^ Soddu Corrado, Crema Romana, Ed. Lulu 2010, Milano. ISBN 978-1-291-00562-2
  7. ^ Di fatto, però, il centro amministrativo era la città di Lodi.
  8. ^ La restante parte del territorio comunale fu aggregata al comune di Santa Maria della Croce
  9. ^ Regio Decreto 1º aprile 1875, n. 2420
  10. ^ Regio Decreto 15 aprile 1928, n. 951
  11. ^ Esecuzione a Crema da parte della GNR nel 1944 (PDF), su straginazifasciste.it.
  12. ^ Risultati referendum del 1946 a Crema, su elezionistorico.interno.gov.it.
  13. ^ Attentato al Monumento del Re a Crema nel 1946 (PDF), su comune.crema.cr.it.
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  32. ^ Cammilleri, p. 196.
  33. ^ Per tutto questo paragrafo la fonte è il seguente libro da cui si ricavano i dati qui riportati: Giorgio Zucchelli, Le ville storiche del cremasco. Secondo itinerario, Libreria Editrice Buona Stampa, Crema 1998, pagg. 9-57-91-115-143-167-187-219.
  34. ^ L'organo Tamburini del Duomo di Messina, su organoduomomessina.it. URL consultato il 23 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2014).
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367.

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