Sh2-271

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sh2-271
Regione H II
Sh2-271
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneOrione
Ascensione retta06h 12m :[1]
Declinazione+12° 23′ :[1]
Coordinate galattichel = 197,5; b = -02,8[1]
Distanza15600[2] a.l.
(4800[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)1' x 1'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Classe2 1 2[3]
Dimensioni9,1 a.l.
(2,8 pc)
Caratteristiche rilevantiunita a Sh2-272
Altre designazioni
PK 197-02 1 (PK 197-02 2)
Mappa di localizzazione
Sh2-271
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 06h 12m 00s, +12° 23′ 00″

Sh2-271 è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione di Orione; costituisce un unico sistema con Sh2-272, un piccolo frammento di gas illuminato appartenente alla stessa regione nebulosa.

Si osserva nella parte orientale della costellazione, a pochi gradi dal confine con l'Unicorno; è individuabile circa mezzo grado ad ovest di 74 Orionis, che essendo di magnitudine 5,04 è visibile anche ad occhio nudo nelle notti limpide. La sua declinazione non è particolarmente settentrionale e ciò fa sì che sia osservabile agevolmente da entrambi gli emisferi celesti, sebbene gli osservatori dell'emisfero boreale siano leggermente più avvantaggiati; il periodo in cui raggiunge la più alta elevazione sull'orizzonte è compreso fra i mesi di novembre e marzo.

Assieme a Sh2-272 forma un'unica regione H II, di cui Sh2-271 costituisce la parte più grande a appariscente; il complesso giace sul Braccio di Perseo, uno dei bracci di spirale maggiori della Via Lattea, a una distanza di circa 4800 parsec (15600 anni luce) dal sistema solare[2] o, secondo alcune stime, a 4600±1200 parsec. Le principali responsabili della ionizzazione dei gas della regione sono due stelle di classe spettrale O9V (una stella blu) e B1V (una stella azzurra), ben avvolte all'interno della nube,[4] la cui massa si aggira sulle 9800 masse solari.[5] La regione ha ospitato in tempi astronomicamente recenti dei fenomeni di formazione stellare, come è testimoniato dalla presenza di un ammasso di sorgenti infrarosse, noto come [BDS 2003] 82 e individuato nel 2003.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 1º dicembre 2009.
  2. ^ a b c Blitz, L.; Fich, M.; Stark, A. A., Catalog of CO radial velocities toward galactic H II regions, in Astrophysical Journal Supplement Series, vol. 49, giugno 1982, pp. 183-206, DOI:10.1086/190795. URL consultato il 18 ottobre 2009.
  3. ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions., in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato il 1º dicembre 2009.
  4. ^ Avedisova, V. S.; Kondratenko, G. I., Exciting stars and the distances of the diffuse nebula, in Nauchnye Informatsii, vol. 56, 1984, p. 59. URL consultato il dicembre 2009.
  5. ^ Hunter, Deidre A.; Thronson, Harley A., Jr.; Wilton, Charles, Small Galactic H II regions. II - The molecular clouds and star formation, in Astronomical Journal, vol. 100, dicembre 1990, pp. 1915-1926, 2067-2078, DOI:10.1086/115647. URL consultato il 2 dicembre 2009.
  6. ^ Russeil, D., Star-forming complexes and the spiral structure of our Galaxy, in Astronomy and Astrophysics, vol. 397, gennaio 2003, pp. 133-146, DOI:10.1051/0004-6361:20021504. URL consultato il 2 dicembre 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari