Colori e simboli della Juventus Football Club: differenze tra le versioni

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[[File:Juventus 2008-09 - Bianconeri.jpg|thumb|Il soprannome ''Bianconeri'' racchiuso tra le (allora) due [[Stella (calcio)|stelle]] e stampato all'interno delle maglie juventine della stagione [[Juventus Football Club 2008-2009|2008-2009]].]]
[[File:Juventus 2008-09 - Bianconeri.jpg|thumb|Il soprannome ''Bianconeri'' racchiuso tra le (allora) due [[Stella (calcio)|stelle]] e stampato all'interno delle maglie juventine della stagione [[Juventus Football Club 2008-2009|2008-2009]].]]


Un altro nomignolo, che avrebbe origine almeno dagli anni 1920, è quello di ''Gobbi'', sicché la squadra è occasionalmente appellata anche come ''La Gobba'' (dal piemontese ''gheuba'',<ref>{{cita libro|curatore=Enrico Olivetti|url=http://piemonteis.com/dizionario-italiano-piemontese.php?parola=gobba|capitolo=Gobba|titolo=Dizionario Italiano-Piemontese|opera=Dizionario Piemontese|anno=2002}}</ref> in seguito deformato in ''goeba'' o ''göba''). Caso particolare, questo ha preso col tempo una doppia valenza: se inizialmente veniva declinato principalmente in maniera spregiativa verso i giocatori e tifosi della Juventus, da parte dei sostenitori delle [[Tifoseria della Juventus Football Club#Gemellaggi e rivalità|squadre rivali]], col passare degli anni è stato invece fatto proprio dagli stessi supporter bianconeri, e da allora fieramente ostentato — il cosiddetto «orgoglio gobbo» — come sinonimo di un comportamento «deciso, voglioso, grintoso e determinato su tutti i fronti».<ref>{{cita web|autore=Davide Terruzzi|url=http://www.tuttojuve.com/primo-piano/orgoglio-gobbo-102091|titolo=Orgoglio gobbo|data=11 luglio 2012}}</ref>
Un altro nomignolo, che avrebbe origine almeno dagli anni 1920, è quello di ''Gobbi'', sicché la squadra è occasionalmente appellata anche come ''La Gobba'' (dal piemontese ''gheuba'',<ref>{{cita libro|curatore=Enrico Olivetti|url=http://piemonteis.com/dizionario-italiano-piemontese.php?parola=gobba|capitolo=Gobba|titolo=Dizionario Italiano-Piemontese|collana=Dizionario Piemontese|anno=2002}}</ref> in seguito deformato in ''goeba'' o ''göba''). Caso particolare, questo ha preso col tempo una doppia valenza: se inizialmente veniva declinato principalmente in maniera spregiativa verso i giocatori e tifosi della Juventus, da parte dei sostenitori delle [[Tifoseria della Juventus Football Club#Gemellaggi e rivalità|squadre rivali]], col passare degli anni è stato invece fatto proprio dagli stessi supporter bianconeri, e da allora fieramente ostentato — il cosiddetto «orgoglio gobbo» — come sinonimo di un comportamento «deciso, voglioso, grintoso e determinato su tutti i fronti».<ref>{{cita web|autore=Davide Terruzzi|url=http://www.tuttojuve.com/primo-piano/orgoglio-gobbo-102091|titolo=Orgoglio gobbo|data=11 luglio 2012}}</ref>


L'origine più accreditata di questo termine risale tuttavia agli anni 1950, quando l'undici piemontese indossava una casacca dall'ampia foggia, più simile a una camicia, a differenza delle maglie aderenti usate dalle altre formazioni del tempo: quando i giocatori juventini correvano sul campo, la casacca, che sul petto aveva un'apertura con lacci, in stile inglese, generava un rigonfiamento sulla schiena (una sorta di "effetto [[paracadute]]") dando l'impressione che questi avessero, per l'appunto, la [[Cifosi|gobba]].<ref name=Calzaretta/> Soprattutto negli anni 1970 la [[Tifoseria del Torino Football Club#Curva Maratona|Curva Maratona]], la sezione più calda dei rivali storici del {{Calcio Torino|N}}, intonava spesso il coro «gheuba, gheuba» come sfottò rivolto ai tifosi juventini durante il [[Derby di Torino|derby della Mole]].
L'origine più accreditata di questo termine risale tuttavia agli anni 1950, quando l'undici piemontese indossava una casacca dall'ampia foggia, più simile a una camicia, a differenza delle maglie aderenti usate dalle altre formazioni del tempo: quando i giocatori juventini correvano sul campo, la casacca, che sul petto aveva un'apertura con lacci, in stile inglese, generava un rigonfiamento sulla schiena (una sorta di "effetto [[paracadute]]") dando l'impressione che questi avessero, per l'appunto, la [[Cifosi|gobba]].<ref name=Calzaretta/> Soprattutto negli anni 1970 la [[Tifoseria del Torino Football Club#Curva Maratona|Curva Maratona]], la sezione più calda dei rivali storici del {{Calcio Torino|N}}, intonava spesso il coro «gheuba, gheuba» come sfottò rivolto ai tifosi juventini durante il [[Derby di Torino|derby della Mole]].
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* {{Cita libro|autore1=[[Gianni Mura]]|autore2=Andrea Gentile|autore3=Aurelio Pino|titolo=Non gioco più, me ne vado: gregari e campioni, coppe e bidoni|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=2013|ISBN=88-428-1752-X|cid=Mura ''et al''}}
* {{Cita libro|autore1=[[Gianni Mura]]|autore2=Andrea Gentile|autore3=Aurelio Pino|titolo=Non gioco più, me ne vado: gregari e campioni, coppe e bidoni|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=2013|ISBN=88-428-1752-X|cid=Mura ''et al''}}
* {{Cita libro|autore1=Antonio Papa|autore2=Guido Panico|titolo=Storia sociale del calcio in Italia|editore=Il Mulino|città=Bologna|annooriginale=1993|anno=2002|cid=Papa|ISBN=88-15-08764-8}}
* {{Cita libro|autore1=Antonio Papa|autore2=Guido Panico|titolo=Storia sociale del calcio in Italia|editore=Il Mulino|città=Bologna|annooriginale=1993|anno=2002|cid=Papa|ISBN=88-15-08764-8}}
* {{Cita libro|autore=[[Mario Pennacchia]]|altri=in collaborazione della Federazione Italiana Giuoco Calcio|titolo=Il calcio in Italia|volume=1|editore=UTET|città=Torino|anno=1999|cid=Pennacchia, 1999|ISBN=8-802-05351-0}}
* {{Cita libro|autore=[[Mario Pennacchia]]|altri=in collaborazione della Federazione Italiana Giuoco Calcio|titolo=Il calcio in Italia|volume=1|editore=UTET|città=Torino|anno=1999|cid=Pennacchia, 1999|ISBN=88-02-05351-0}}
* {{Cita libro|curatore=Marco Sappino|titolo=Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano|volume=2|editore=Baldini Castoldi Dalai|città=Milano|anno=2000|ISBN=88-8089-862-0|cid=Dizionario di un secolo del calcio italiano}}
* {{Cita libro|curatore=Marco Sappino|titolo=Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano|volume=2|editore=Baldini Castoldi Dalai|città=Milano|anno=2000|ISBN=88-8089-862-0|cid=Dizionario di un secolo del calcio italiano}}
* {{Cita libro|autore1=Renato Tavella|autore2=Franco Ossola|titolo=Il Romanzo della Grande Juventus|editore=Newton & Compton|città=Roma|annooriginale=1997|anno=2003|cid=Tavella, Ossola|ISBN=88-8289-900-4}}
* {{Cita libro|autore1=Renato Tavella|autore2=Franco Ossola|titolo=Il Romanzo della Grande Juventus|editore=Newton & Compton|città=Roma|annooriginale=1997|anno=2003|cid=Tavella, Ossola|ISBN=88-8289-900-4}}

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Voce principale: Juventus Football Club.

«Fin dalla sua fondazione la Juventus è stata depositaria di un'estetica assai particolare, in campo e fuori, capace di sintetizzare la componente aristocratica e quella elitaria, la nobiltà con il popolare, il portamento signorile al sudore proletario.»

Antonio Cabrini in azione con la classica divisa della Juventus: maglia a strisce verticali bianche e nere, con pantaloncini e calzettoni bianchi.

I colori e simboli della Juventus Football Club hanno svolto un ruolo decisivo nella costituzione dell'identità societaria e identificazione visiva del club al di fuori del ambito strettamente sportivo dalla fine del XIX secolo. All'esordio ufficiale nel campionato nazionale del 1900, le tinte sociali della Juventus erano il rosa e il nero, allora i colori sportivi del liceo in cui studiarono i fondatori e primi soci del club. Quella che diverrà la canonica tenuta di gioco della squadra, oltreché una tra le più iconiche del panorama sportivo mondiale in virtù dei successi della squadra, la diffusione della propria tifoseria e la propria influenza sui colori sociali — tra altri simboli bianconeri — adottati da numerose squadre sportive a livello internazionale,[2][3] — ispirata alla casacca degli inglesi del Notts County —, venne portata al debutto tre anni più tardi; questa, bianca e nera a strisce verticali — da cui il soprannome di Bianconeri — fu scelta da Gordon Thomas Savage, uno dei soci juventini nonché, in precedenza, il primo giocatore d'origine non italiana dell'undici torinese, a rappresentare «divise da gioco più professionali»[4] nonché un «simbolo d'aggressività e potere»[3] grazie alle sue tinte bianche e nere associate, rispettivamente, alla purezza e all'autorità.[5] Nel corso del Novecento, dopo la svolta verso il professionismo del calcio italiano, sulla maglia di gioco vennero inseriti distintivi quali la numerazione tattica, alla fine degli anni 1930, e i marchi degli sponsor tecnici e ufficiali del club, a cavallo tra gli anni 1970 e 1980. Infine, lo stemma societario fu cucito sulle divise bianconere per la prima volta a metà degli anni 1990.

Lo stemma della Juventus, reso pubblico per la prima volta nel 1905, non subì variazioni in termini di disegno dalla fine della prima guerra mondiale, diventando un simbolo sportivo perenne nel tempo.[6] Esso racchiude, tra i suoi principali elementi, il nome del club, i colori societari adottati nel 1903 e il toro furioso preso dall'araldica cittadina; durante gli anni 1970, per un breve periodo tale figura fu sostituita dalla stilizzazione di una zebra rampante, anch'essa già simbolo associato alla squadra dall'inizio del XX secolo.

Altre caratteristiche essenziali della società bianconera sono la longevità della sua proprietà, che perdura in maniera pressoché ininterrotta dagli anni 1920, un particolare modello di gestione riassunto nelle "tre S" — «Semplicità, Serietà, Sobrietà»[7] —, l'estesa diffusione che contraddistingue la propria tifoseria, slegata da confini geografici o classi sociali, e «un'invidia [nei confronti del club] altrettanto diffusa».[8]

La maglia

Prima divisa

Storia

«Chi indossa la nostra divisa, le rimarrà fedele malgrado tutto e la terrà come prezioso ricordo.»

Origini
La Juventus della stagione 1987-88 con una riedizione celebrativa della divisa rosanero dell'esordio in campionato, indossata nei giorni del novantenario del club.

Quella che è comunemente considerata la storica tenuta di gioco della Juventus, una camicia rosa (con cravatta o farfallino nero) accompagnata a pantaloncini e calzettoni neri,[10] venne introdotta dopo la sua ricostituzione quale «Foot-Ball Club» nel 1899 e originariamente adottata per l'esigenza di distinguersi dalle altre società calcistiche; questa venne sfoggiata sino al 1903. In precedenza, tuttavia, la prima divisa juventina del biennio 1897-1898 fu una semplice camicia bianca con pantaloni neri, indossata nelle diverse competizioni in cui era impegnato l'allora «Sport-Club» alla fine del XIX secolo.[11]

Nel 1903, secondo quanto attestato nelle memorie del fondatore e in seguito presidente Enrico Canfari, un inglese di nome Gordon Thomas Savage, tra i soci del club e commerciante all'ingrosso di prodotti tessili a Torino, nonché giocatore di calcio nell'International Foot-Ball Club oltreché arbitro designato di determinate partite ufficiali, visto l'ormai stinto rosa pallido delle magliette dei giocatori della Juventus, propose loro di rinnovare quell'uniforme comprando in Inghilterra delle nuove divise, rosse con bordini bianchi, simili a quelle utilizzate dal Nottingham Forest.[3]

Una formazione della Juventus nel 1906, pochi anni dopo l'adozione dei colori bianconeri.

Ricevuto l'incarico, Savage si mise in contatto con una fabbrica tessile di Nottingham e inviò l'ordine d'acquisto, accompagnato dalla più maltrattata delle vecchie camicie rosa. L'impiegato di Nottingham, alla vista dello scolorito capo, credette che anziché rosa fosse piuttosto bianca e macchiata: sicché, vista la coincidenza con i colori bianconeri dell'altra compagine di Nottingham, il Notts County, uno dei più antichi club del campionato inglese di calcio e rivale storico dei Garibaldi Reds,[3] pensò bene di spedire in Italia una dotazione di uniformi appunto dei Magpies.

A Torino, quando fu aperto il grosso pacco postale, inizialmente le quindici maglie a strisce verticali bianche e nere decisamente non piacquero, ma data la prossimità del campionato non vi erano alternative per i soci-giocatori juventini: pertanto dovettero adottarle, insieme a pantaloncini e calzettoni di colore nero, talvolta con laccetti all'altezza del colletto. Da allora divennero queste le divise ufficiali della squadra piemontese, in quanto sembrava che «portassero fortuna» alla società: diventeranno tra le casacche più famose al mondo, sia per i numerosi successi sportivi dei torinesi sia perché prese da riferimento, assieme agli altri distintivi juventini, da vari altri club a livello internazionale.[2]

«[La] Juve indossa le maglie [bianconere] da allora, considerando i colori aggressivi e forti. Un esempio di come il Notts ha contribuito a modellare uno dei più grandi club al mondo, e la prova di questo è che la divisa della Juventus è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo.»

Dagli albori agli anni 1960
Umberto Caligaris con la divisa del Quinquennio d'oro negli anni 1930: la maglia è aderente, e sono utilizzati calzettoni di colore nero.

La formazione juventina che vinse il suo primo scudetto nel 1905, due anni dopo l'abbandono della maglia rosa, portava sul petto otto righe che successivamente subirono una variazione: da un minimo di sette passarono a un massimo di nove — come quelle delle formazioni che si ricordano nel Quinquennio d'oro (1931-1935).[12] In quegli anni la maglia subisce un ritocco: uno scollo a «V» bianco sostituisce il colletto. Il colore dei pantaloncini cambiò in bianco e furono introdotte due righine bianche sui calzettoni neri sotto il ginocchio.

L'unica novità che si registrò durante gli anni 1940 fu l'introduzione di un girocollo bianco e, secondo il regolamento della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) all'epoca, di una numerazione sulla maglia per l'identificazione dei giocatori.[10] Così, la prima serie dei numeri fu impressa in bianco e indossata sul fondo nero della divisa, grazie a una rigatura più ampia.

John Charles tra gli anni 1950 e 1960, con la casacca portata al debutto dal Trio Magico: si nota un'ampia foggia, più simile a una camicia, e una larga palatura.

Tra gli anni 1950 e 1960 furono introdotte delle righe più larghe, di tessuto non elastico, accompagnate dai numeri rossi[13] sulla schiena della maglia. La forma del colletto cambiò in circolare. Precisamente nel 1956-1957 — con la Juventus del Trio Magico composto da Boniperti, Sívori e Charles — fu adottato definitivamente il colore bianco sui calzettoni, mentre la maglia divenne una sorta di casacca di tessuto non elastico con righe ampie, dalla foggia più affine a una camicia piuttosto che a un capo sportivo.

All'inizio della stagione 1958-1959, dopo aver ottenuto l'approvazione della FIGC, venne cucita sulla maglia una «stella d'oro a cinque punte»[14] a seguito del decimo titolo italiano conquistato pochi mesi prima, al tempo il nuovo record nazionale per titoli vinti nella massima serie nazionale: ciò rappresentò il primo caso, nella storia del calcio, in cui venne introdotto un distintivo atto a simboleggiare la vittoria di un certo numero di trofei, un'icona che sarà in seguito replicata da numerose squadre di club e nazionali nel resto del mondo.[15] La prima divisa rimase così, senza subire cambiamenti, esattamente per un decennio.

Anni 1970 e 1980

Le righe più strette (addirittura undici, in omaggio agli undici giocatori titolari della squadra[10]) vennero utilizzate stabilmente per tutti gli anni 1970, fino alla seconda metà degli anni 1980.

I numeri sulla divisa ritornarono bianchi e furono inseriti in un riquadro nero sulla schiena. I pantaloncini, corti e aderenti, sono anch'essi bianchi; dello stesso colore i calzettoni, su cui spiccano due righe nere. Era la Juventus guidata principalmente da Giovanni Trapattoni durante il Ciclo Leggendario (1972-1986), e quelle casacche attillate erano indossate da giocatori come il capitano Scirea, Cabrini, Bettega, Causio, Anastasi e Furino.

File:Juventus, 1975, Claudio Gentile e Roberto Bettega.jpg
Claudio Gentile e Roberto Bettega negli anni 1970: tornano tessuti attillati e strisce più strette.

Il periodo trapattoniano della storia bianconera principalmente è poi contraddistinto da un nuovo cambiamento: ritornano infatti le righe medie su maglie meno aderenti al corpo e i numeri bianche con fondo nero sulla schiena dal 1979 — quando, per la prima volta, compare il logo del fornitore tecnico Robe di Kappa — al 1993 e dal 2001 al 2004;[10] precisamente nel 1979 la Lega Nazionale Professionisti autorizzò le squadre a mostrare il marchio dello sponsor tecnico (che viene collocato sulla parte destra della divisa, sui pantaloncini e sui calzettoni), evento seguito nel 1981 dalla liberalizzazione delle sponsorizzazioni commerciali, che permise l'esposizione di marchi pubblicitari nella parte frontale della maglia.

Nel 1982-1983 la nuova maglia vedrà le due stelle — in riconoscimento al ventesimo scudetto vinto dalla Signora la stagione precedente — racchiuse in una particolare «scatolina» bordata d'oro che talvolta fa tutt'uno con il tricolore, e leggermente più piccole rispetto al passato; tale fregio rimarrà inserito sul petto delle divise bianconere fino alla prima parte del decennio seguente. La stessa casacca juventina, sia nella foggia che nel disegno, resterà praticamente immutata da qui in avanti sino al termine degli anni 1980.

Michel Platini a metà degli anni 1980: la muta, ormai sponsorizzata (dal 1978 sul lato tecnico e dal 1981 su quello pubblicitario), è ancora priva dello stemma sociale sul petto (lo sarà fino al 1994), elemento sostituito nell'iconografia juventina dell'epoca dalle stelle[16][17] — qui inglobate, sopra lo scudetto, in una caratteristica «scatolina».

Il 1º novembre 1987, in una partita di campionato contro l'Avellino, venne inoltre rispolverata per la prima volta la storica divisa rosa delle origini, in coincidenza col novantesimo anniversario di istituzione della Juventus;[18] a differenza della muta di fine Ottocento, di fatto più simile a una camicia, questa maglia celebrativa recava un grande colletto bianco, con numeri di gioco neri.

Anni 1990

Durante gli anni 1990 mancarono i motivi della rigatura sulla schiena, e nel fondo della parte dedicata allo sponsor fu adottato il colore bianco della divisa (nel triennio dal 1995-1996 al 1997-1998). Le maglie non sono più di cotone, ma realizzate in materiale sintetico, divenendo «più lucide ed aggressive».[10]

A metà del decennio le due stelle cambiano versione: più grandi e liberate dalla scatolina. Nella stagione 1997-1998 la Kappa realizzò una delle maglie più particolari della storia juventina, con righe larghissime (solo cinque, e solo sul davanti), le stelle e lo stemma societario — introdotto sulla maglia per la prima volta — dirottati sulla manica sinistra, motivi tondeggianti sul retro e sulle maniche, e prevalenza del nero anche per pantaloncini e calzettoni.

Roberto Baggio nei primi anni 1990: è ormai visibile il ricorso ai nuovi materiali sintetici per la realizzazione delle mute da gioco.

Nella stagione 1997-1998, quella del centenario di fondazione della società (il cosiddetto Juvecentus), ci fu spazio per nuovo ritorno della storica divisa rosanero, sfoggiata il 3 agosto 1997 in un'amichevole con il Newcastle Utd;[19] rispetto alla muta delle origini nonché a quella vista nel 1987, la casacca aveva bordini e colletto nero, quest'ultimo con un profondo scollo — che alla base integrava il logo Juvecentus —, e "code di topo" dello stesso colore che percorrevano longitudinalmente i fianchi.

Nel 1998-1999 si è deciso per un ulteriore rimando all'antico, con la reintrodozione dei numeri rossi sul dorso della maglia come negli anni 1960, colletto bianco e righe tradizionali.[10]

Anni 2000

Gli anni 2000 videro l'arrivo della Lotto, che ripropose numeri neri con fondo bianco. A partire dalla stagione 2003-2004 le divise sono disegnate dalla Nike, che decide l'introduzione dei numeri colorati in giallo, similmente con lo Swoosh che appare ora sulle maglie juventine.

Nel 2004-2005 fa la sua comparsa un collo opalo sulla maglia, la quale ha sette righe bianconere. L'anno dopo le righe diventano nove — con una piccola bandiera italiana sulla schiena, e la frase commemorativa «Centenario del primo Scudetto 1905-2005» alla base dello stemma —, fino alle undici righe verticali dell'annata 2006-2007 in serie cadetta — simile al modello del 1957-1958 — con le due stelle spostate sulla manica sinistra.

Claudio Marchisio, negli anni 2000, sfoggia sulla schiena nome e numero in giallo, una costante grafica su quasi tutte le maglie bianconere utilizzate nel corso del decennio.

L'annata 2007-2008, quella del ritorno in massima serie, vede la reintroduzione dello scollo a «V» bianco e il colore rosso nei numeri sulla schiena della maglia — che è invece composta da sette righe verticali. Dalla stagione successiva i numeri sulla schiena ritornato gialli.

Durante l'annata 2009-2010 la prima divisa della Juventus, ispirata in quella utilizzata durante la prima metà degli anni 1930, è stata composta da nove righe verticali bianconere con i bordi in bianco. I pantaloncini sono di color bianco con una striscia laterale bianconera mentre che i calzettoni, dello stesso colore dei pantaloncini, hanno il nome del club stampato sul polpaccio.[20]

Anni 2010

Gli anni 2010 iniziano con le casacche della stagione 2010-2011, in cui la Juventus ha deciso di presentare la classica prima maglia a strisce bianconere, ma più ampie rispetto alla stagione precedente e con i bordi zigzagati, i pantaloncini e i calzettoni tornano ad essere neri come non succedeva dalla stagione 2002-2003.[21]

Andrea Pirlo nei primi anni 2010: in polemica con gli organi federali per l'albo d'oro del campionato italiano, la Juventus rimuove le stelle dalle proprie uniformi.

Nel 2011-2012 c'è il ritorno del bianco per i calzettoni e i calzoncini, mentre le righe nere della casacca presentano delle sfrangiature sui lati per creare un effetto tridimensionale;[22] in occasione della sola amichevole con l'Al-Hilal giocata il 5 gennaio 2012 a Dubai (partita d'addio del portiere saudita Mohamed Al-Deayea), viene sfoggiata una variante della prima divisa stagionale, con numeri e nomi in nero sullo sfondo di un grande quadrato bianco.[23]

L'annata 2012-2013 vede la maglia bianconera adottare delle strisce più larghe. All'interno della divisa, stampata all'altezza del colletto, è presente la frase «Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta», storico motto di Giampiero Boniperti. Dopo quasi un decennio vengono abbandonati i numeri colorati, così sulla schiena c'è il ritorno del classico "quadratone" nero con numeri bianchi; il nome dei giocatori è invece scritto in nero all'interno di una striscia bianca che sovrasta il riquadro dei numeri. Calzoncini e calzettoni rimangono bianchi.[24] A seguito della polemica con la Federazione circa il palmarès juventino negli scudetti vinti, vengono eliminate le stelle dalla maglia e viene inserita la scritta «30 SUL CAMPO» sotto lo stemma del club;[25] in vendita invece i tifosi troveranno la maglia con le due stelle, con la possibilità di applicare la terza in omaggio. Un richiamo alla città di Torino è invece riscontrabile nella scelta del carattere utilizzato per nomi e numeri di maglia: si tratta infatti dell'Eurostile, disegnato da Aldo Novarese nel 1962 per la Fonderia Nebiolo, una delle più famose tipografie torinesi.[26]

L'uniforme approntata per la stagione 2013-2014 segna un ritorno allo stile degli anni 1980. La maglia vede le righe verticali più strette abbinate alla presenza di uno scollo a «V» bianco; viene mantenuto l'Eurostile di Novarese come font per nomi e numeri, mentre all'interno del colletto è presente una piccola targhetta nera, recante uno scudetto che ingloba la data «1897», ovvero di fondazione della squadra. Rispetto alla stagione precedente, scompare dal petto la frase riferita agli scudetti vinti «sul campo», ma permane l'assenza delle stelle.[27]

Per il 2014-2015, ultima annata in cui Nike veste il club torinese, la maglia si segnala inizialmente per il ritorno dei numeri sulla schiena dipinti in giallo, inseriti stavolta all'interno di un quadrato bianco come avveniva sulle casacche degli anni 1950 e 1960 (quando la numerazione era però rossa);[28] tuttavia, a seguito della scarsa leggibilità di questo abbinamento cromatico riscontrata durante il precampionato,[29] con l'esordio ufficiale nomi e numeri hanno mutato colore dal giallo al nero, sempre su fondo bianco.[30] All'interno del colletto è inoltre presente il motto «Fino alla fine», frase scelta dai tifosi bianconeri attraverso un sondaggio online organizzato dalla società sabauda.[28]

Evoluzione

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1897-1899
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1899-1903
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1903-1914
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1914-1919
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1919-1920
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1920-1921
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1921-1924
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1924-1925
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1925-1926
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1926-1927
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1927-1929
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1929-1931
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1931-1936
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1936-1942
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1942-1943
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1943-1950
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1950-1953
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1953-1957
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1957-1958
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1958-1959
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1959-1960
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1960-1961
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1961-1965
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1965-1966
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1966-1967
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1967-1968
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1968-1969
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1969-1972
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1972-1974
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1974-1975
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1975-1976
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1976-1977
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1977-1979
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1979-1980
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1980-1981
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1981-1982
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1982-1983
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1983-1984
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1984-1985
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1985-1986
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1986-1987
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1987-1990
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1990-1991
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1991-1994
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1994-1995
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1995-1996
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1996-1997
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1997-1998
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1998-1999
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1999-2000
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2000-2001
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2001-2002
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2002-2003
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2003-2004
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2004-2005
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2005-2006
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2006-2007
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2007-2008
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2008-2009
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2009-2010
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2010-2011
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2011-2012
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2012-2013
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2013-2014
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2015-2016
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2016-2017
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2017-2018

Seconda divisa

Storia

La Juventus del 1941-1942 in nero, tra le più classiche seconde divise dei torinesi, ciclicamente sfoggiata in vari momenti della loro storia.

Le seconde maglie della Juventus, dalle prime decadi sino al termine degli anni 1960, furono storicamente bianche oppure nere. Solo nel periodo interbellico e nel secondo dopoguerra si segnalò l'unica e saltuaria variazione di rilievo, una casacca verde portata sporadicamente al debutto all'inizio degli anni 1930, e in seguito ripresa a cavallo degli anni 1940 e 1950, stavolta ulteriormente cerchiata da una fascia bianconera.[31]

Un primo punto di svolta arrivò all'inizio degli anni 1970 quando, dopo quasi due decenni, venne creata una divisa di cortesia nuova di zecca, blu con colletto e bordini bianconeri. Questa, nata da un'idea dell'allora dirigente juventino Italo Allodi, debuttò sul finire della stagione 1970-1971, realizzata specificatamente per la finale di ritorno della Coppa delle Fiere da giocarsi il 3 giugno 1971, in Inghilterra, contro il Leeds Utd: la seconda casacca dell'epoca del club bianconero, bianca, sarebbe infatti andata a confondersi cromaticamente con il tradizionale completo casalingo degli Whites. Molto simile alla maglia azzurra indossata dall'Italia, l'uniforme voleva per l'appunto rimarcare l'italianità della Juventus, in quel frangente unica squadra di club del bel paese ancora in gioco in campo internazionale.[32]

Boniperti e Charles nel 1957-1958 con l'uniforme di cortesia spezzata bianconera, cui il club ricorse più volte dal secondo dopoguerra alle soglie degli anni 1970.

Tale divisa, ciclicamente aggiornata in minimi dettagli, si affermò stabilmente a Torino per quasi un quindicennio (con il fugace intermezzo di una variante celeste, sfoggiata per l'unica volta il 20 aprile 1983, nella semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni contro i polacchi del Widzew Łódź) sino a quando, con l'annata 1983-1984, venne sostituita da un'uniforme spezzata composta da maglia gialla, pantaloncini blu e calzettoni pure gialli — che, di fatto, andava a riproporre i colori dello stemma comunale torinese —, la quale segnò le trasferte dei piemontesi fino all'inizio degli anni 1990. Sia la divisa blu sia la gialloblù finirono per contrassegnare alcune delle più importanti vittorie internazionali della Juventus nel Novecento — rispettivamente, la Coppa UEFA 1976-1977 e la Coppa delle Coppe 1983-1984 —, rimanendo da allora nella memoria dei tifosi bianconeri.[10]

Marco Tardelli con la seconda muta blu, stabilmente usata dal 1971 al 1983.

Dopo il breve intermezzo della stagione 1990-1991, in cui venne rispolverato un completo nero, dal 1994-1995 al 1997-1998 la seconda maglia ritornò blu, con due grandi stelle posizionate all'altezza delle spalle: sino alla stagione 1995-1996 queste furono riempite di giallo e contornata di bianco, mentre successivamente le stelle passarono a blu e bordate di giallo. Tale divisa accompagnò i bianconeri nella vittoria della finale della Champions League 1995-1996. Il campionato 1998-1999, pur riproponendo lo stesso template sopracitato, segnò invece un primo ritorno del bianco, con una maglia linda e le due stelle nere. A cavallo del secondo e terzo millennio, anche nel 2002-2003 la maglia da trasferta fu appannaggio di un completo bianco, che nell'occasione recava come variazione cromatica numerose "code di topo" nere.

Col nuovo secolo, una seconda maglia grigia venne utilizzata nel 2000-2001, mentre per l'annata 2001-2002 venne creata una uniforme completamente nera; colore poi ripreso anche nel 2006-2007, stavolta su di una muta più ricercata dal punto di vista dei dettagli. In mezzo, la seconda maglia del 2003-2004 ripropose coi canoni moderni la divisa rosanero degli albori, con una maglia caratterizzata da un singolare motivo grafico a croce, mentre nel corso della stagione 2004-2005 fu sfoggiata una particolare maglia a strisce verticali rosablù di differente larghezza; per l'annata 2005-2006 la Vecchia Signora ha poi adottato una maglia rossa con fascia verticale biancoverde sul lato sinistro del petto, per un effetto "tricolore" celebrativo dei cento anni dal primo titolo nazionale dei bianconeri. Nel 2007-2008, campionato del ritorno in massima serie, la divisa da trasferta è azzurra — in omaggio al trentesimo anniversario della prima vittoria bianconera in Coppa UEFA —, col petto attraversato da due sottili fasce gialle che inglobano lo sponsor.

La Juventus finalista della Coppa Italia 1991-1992 in gialloblù, tra i più iconici completi da trasferta dei piemontesi, che riprende i colori dello stemma di Torino.

All'inizio del decennio seguente, la Juventus del 2009-2010 ha indossato una maglia di colore acciaio con una sbarra nera e bianca sul davanti. I pantaloncini e calzettoni sono di color nero, rispettivamente con una striscia laterale nei colori societari e la scritta JUVENTUS in grigio sul polpaccio.[20] Per la stagione 2010-2011 la seconda torna completamente bianca con un palo tricolore, con effetto zigzagato, che scende dall'alto verso il basso al centro della maglia. I pantaloncini, anch'essi di colore bianco, possiedono una riga laterale tricolore a zigzag e si abbinano perfettamente al resto della divisa.[21] Nel 2011-2012 si torna invece alle origini, ma con una tonalità di rosa vivo molto accesa. La casacca è completata dal profilo di una grande stella nera.[22] Per la stagione 2012-2013, la squadra indossa nuovamente una seconda divisa completamente nera — che omaggia la muta del 1941-1942 con cui venne conquistata la Coppa Italia —; i numeri di maglia e altri piccoli particolari sono invece in bianco.[33] Il completo da trasferta del 2013-2014 vede il ritorno dell'abbinamento gialloblù, i colori di Torino, riproposti secondo lo schema già noto della maglia gialla e dei pantaloncini blu; stavolta, la maglietta vede dei bordini bianconeri su maniche e colletto, con nomi e numeri in nero sul retro.[34] C'è un nuovo ritorno al passato nella stagione 2014-2015, con un completo blu arricchito solo da discreti dettagli gialli; sul petto, la maglia è caratterizzata dalla presenza di tre grandi stelle, riportate tono su tono, che si dipanano dallo stemma societario.[28]

Evoluzione

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1941-1942

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1945-1950

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1950-1951

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1951-1952

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1952-1953

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1953-1954

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1954-1957

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1957-1961

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1961-1962
(1ª versione)
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1961-1962
(2ª versione)
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1962-1963
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1963-1965
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1965-1966
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1966-1967
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1967-1968
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1968-1971
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1971-1972
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1972-1974
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1974-1976
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1976-1977
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1977-1979
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1979-1980
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1980-1981
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1981-1982
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1982-1983
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1983-1984
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1984-1985
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1985-1986
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1986-1987
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1987-1989
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1989-1990
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1990-1991
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1991-1992
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1992-1994
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1994-1995
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1995-1996
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1996-1997
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1997-1998
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1998-1999
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1999-2000
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2000-2001
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2001-2002
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2002-2003
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2003-2004
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2004-2005
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2005-2006
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2006-2007
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2007-2008
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2008-2009
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2009-2010
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2010-2011
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2011-2012
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2012-2013
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2013-2014
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2015-2016
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2016-2017

Nel 2013 la maglia alternativa usata dalla Juventus nella stagione 2011-12 venne classificata al 32º posto nella lista dei cinquanta migliori abbigliamenti calcistici per il materiale usato, forma e colore, di tutti i tempi stilata dalla rivista bimestrale statunitense, specializzata in arte e disegno, Complex. Una delle uniche due creazioni del bel paese inserite nella lista, la pubblicazione evidenziò l'italianità del disegno della casacca, le tonalità dei colori rosa e nero impiegati nonché l'originalità nella forma in cui la silhouette di una grande stella nera sporge sopra la divisa.[35]

Terza divisa

Storia

L'insolita terza maglia vista raramente nei primi anni 1940, bianca e con una «J» nera sul petto.

Nonostante la storia delle terze maglie juventine abbia inizio solamente con l'ultimo decennio del XX secolo, il club torinese sperimentò fugacemente l'uso di un'ulteriore divisa da trasferta già nei primi anni 1940, con una casacca bianca dal particolare design, recante una grande lettera «J» nera in mezzo al petto.[16]

Dopo un lungo lasso di tempo, è solo con la stagione 1991-1992, quando la storica divisa spezzata gialloblù venne relegata a questo ambito, che nella società bianconera s'iniziò a veder prodotte con continuità delle terze casacche da gioco. Dal 1994 al 1996 ci fu una tenuta nera con due stelle gialle sopra le spalle — un template che riprendeva di fatto quello già usato per la contemporanea seconda muta blu —, mentre nel 1996-1997 l'idea di un completo giallonero venne variata ricorrendo a una particolare fantasia grafica, la stilizzazione del muso di una zebra, che si stagliava lungo tutto il busto; va da sé che, nonostante la messa in produzione di tali uniformi, a conti fatti queste non vennero mai utilizzate dai giocatori di movimento della squadra — eccetto i portieri — in incontri ufficiali.

A cavallo tra II e III millennio, a livello cromatico la fecero da padrone le varie tinte di blu, mentre nell'annata 2005-2006 si rivide dopo una discreta assenza il completo gialloblù nato a suo tempo negli anni 1980. In seguito, per un discreto lasso di tempo, la Juventus non ebbe a disposizione una terza divisa "originale", ovvero creata per l'occasione: dal 2006-2007 al 2013-2014, il fornitore tecnico Nike decise infatti di riutilizzare ogni volta, per questo ambito, le seconde divise dell'annata precedente. La stagione 2014-2015 vide il ritorno di una terza casacca pensata all'occasione, che dopo oltre cinquant'anni rispolverò il colore verde; questo, virato in versione fluo, si caratterizzò per l'adozione della tinta in due distinte tonalità, chiara nella parte frontale e scura in quella posteriore.[36]

Evoluzione

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Anni 1940
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1991-1992
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1994-1995
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1995-1996
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1996-1997
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1998-1999
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1999-2000
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2000-2001
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2003-2004
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2004-2005
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2005-2006
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2006-2007
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2007-2008
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2008-2009
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2009-2010
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2010-2011
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2011-2012
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2012-2013
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2013-2014
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2015-2016
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2016-2017

Divisa dei portieri

Roberto Anzolin in nero negli anni 1960, e Dino Zoff in grigio nei primi anni 1980, due abituali divise dell'epoca dei portieri juventini.

A margine, la tradizione della divisa per i portieri juventini: fin dal principio ha dominato il nero, come nel caso di Lucidio Sentimenti IV e Giovanni Viola,[10] e il grigio (quest'ultimo è stato il colore preferito da Dino Zoff anche come portiere dell'Italia) con qualche concessione al bianco nel periodo di Gianpiero Combi e, poi, di Giuseppe Vavassori e Carlo Mattrel.[10]

Dalla fine degli anni 1980 gli sponsor tecnici hanno avuto molta libertà nel disegno (per esempio, Stefano Tacconi nel 1989-1990 ha indossato una maglia nera con fiamme verdi), frenata solo da Angelo Peruzzi (che nella finale della Champions League 1995-1996 indossò la maglia gialla con le stelle blu sulle spalle) e, poi, Edwin van der Sar — il primo portiere d'origine non italiana nella storia bianconera[37] — che hanno voluto tornare al passato conservando la tipica casacca nera.

Stefano Tacconi nel 1990, con una delle prime maglie che diedero spazio alle nuove fantasie stilistiche del tempo, e Gianluigi Buffon nel 2014, il quale mostra un generale ritorno alla sobrietà.

Gianluigi Buffon, portiere della Madama bianconera dal 2001, anche ha adottato come «sua» prima divisa le seconde mute della squadra torinese, come l'uniforme rosa nella stagione 2003-2004, la azzurra nel 2004-2005, la rossa con palo laterale biancoverde nel 2005-2006, e la nera vista in alcune partite della stagione cadetta 2006-2007.

Nella stagione 2010-2011 i portieri indossano una tenuta bianca con strisce zigzagate di colore verde nella manica destra, e di colore rosso in quella sinistra, ispirate ai colori della bandiera d'Italia.[21] Sempre ispirata al tricolore la maglia per la stagione successiva, completamente nera con inserti verdi e rossi sui fianchi;[22] da qui in avanti c'è un generale ritorno alla sobrietà per gli estremi difensori juventini, con maglie solitamente monocromatiche (nere, blu, verdi o gialle) e con pochi dettagli di stile.

Evoluzione

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
1ª 2010-2011
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
2ª 2010-2011
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
3ª 2010-2011
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1ª 2011-2012
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2ª 2011-2012
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
3ª 2011-2012
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1ª 2012-2013
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2ª 2012-2013
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
3ª 2012-2013
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1ª 2013-2014
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2ª 2013-2014
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
3ª 2013-2014
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1ª 2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2ª 2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
3ª 2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
4ª 2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
5ª 2014-2015
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1ª 2015-16
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2ª 2015-2016
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
3ª 2015-2016
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
4ª 2015-2016
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1ª 2016-2017
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2ª 2016-2017
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
3ª 2016-2017
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
4ª 2016-2017
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1ª 2017-2018

Simboli ufficiali

Stemma

Il tradizionale stemma della Juventus ha avuto solo delle modeste variazioni dall'inizio del XX secolo, «in quanto esso deve essere un punto di riferimento fisso e costante».[6] Alcuni dei suoi elementi sono utilizzati fin da sempre, quali lo scudo ovale, i colori bianco e nero della società con sviluppo di sette strisce verticali, e il vincolo con la sua città d'origine attraverso la rappresentazione dello scudo comunale.[6]

Il primo stemma societario, risalente al 1905, era bicromo e includeva attorno a sé gli svolazzi in colore bianco ispirati allo scudo di Torino vigente a metà del XIX secolo, incoronato con un cinto bianco in cui era iscritto l'allora motto societario basato su una frase del I secolo, in lingua latina, attribuita al teologo cristiano Paolo di Tarso: Non coronabitur nisi legitime certaverit ("Non riceve la corona se non chi ha combattuto secondo le regole").[6][38] Nel 1921, tali ornamenti furono rimpiazzati dalla denominazione FOOT-BALL CLUB[6] per sottolineare la propria attività primaria e, ulteriormente, venne aggiunta nella regione superiore la frase FONDATA NEL 1897 spostanto a quella inferiore la denominazione societaria.

Nel 1921 lo sfondo, in cui era riportato il nome del club in oro, mutò il suo colore dal bianco originario a una sorta di blu elettrico ispirato alla tonalità del cielo vista dall'aviatore ed eroe italiano Francesco De Pinedo.[6] L'altro elemento principale dello scudo juventino è composto da un toro furioso dorato, inserito all'interno di una struttura esagonale blu a cui fu successivamente aggiunta una corona murale.[6] Nel 1929 venne introdotto uno stemma bicromatico composto da nove strisce bianconere dentro lo scudo ovale, il nome del club su fondo nero contornato da una linea colore bianco e, occupando la metà inferiore dello stemma, una zebra in posizione rampante rivolta verso l'Ovest ispirata in un'icona disegnata originalmente per la Juventus dal vignettista Carlin nel 1928, che la propose «per antica nobiltà» e la presentò inserita all'interno di un scudo francese antico nero sulla rivista Guerin Sportivo sulla fine di quell'anno.[39] Due anni più tardi lo stemma juventino ritornò al modello usato nel 1921, subendo alcune modifiche: il toro furioso, mutuato dallo stemma cittadino, sarà rintrodotto colorato in oro al posto della zebra[6] e, come la corona murale, avrà una dimensione considerevolmente maggiore in confronto al disegno originario, mentre che il nome del club sarà scritto con caratteri squadrati. Il blu De Pinedo sarà reinserito da sfondo del toro e la dicitura sociataria nonché usato per nel corso del decennio.[6]

Dal 1940 al 1971 i colori impiegati nello stemma juventino furono prettamente il bianco e nero, con una fugace apparizione del grigio. Gli sfondi nei campi dello scudo e della scritta JUVENTUS diventarono anch'essi bianchi,[6] mentre la corona murale e il toro furioso della città sabauda acquisirono, rispettivamente, toni neri e grigi.[6] In quell'anno lo stemma subì un primo e importante restyling, con i campi per lo scudo cittadino e la scritta che tornarono al colore blu, mentre lo scudo ovale, ora dai tratti più tondeggianti rispetto al passato, venne ulteriormente bordato d'oro; venne inoltre inclusa all'interno dello stemma il riconoscimento sportivo della stella, che rimase tale sino alla stagione 1981-82 quando ne venne affiancata una seconda, dopo la vittoria del ventesimo titolo nazionale da parte del club.[40] Nel 1990 lo stemma fu nuovamente modificato: gli elementi interni vennero ridimensionati, le due stelle si spostarono fuori dall'ovale, in alto, e lo sfondo del nome del club ritornò bianco con caratteri neri, mentre quello dello stemma con il toro, ora nero, virò verso l'oro. Nel 1997, in occasione del centenario del club, allo stemma societario venne inoltre affiancato un logo specifico per l'anniversario, Juvecentus, consistente in un tratto grafico giallo che stilizzava il numero 100, inglobante a sua volta la denominazione dell'evento in un rettangolo bianconero, il tutto su fondo blu.

L'ultima versione dello stemma, realizzata dall'agenzia di consulenza di marca statunitense Interbrand[41] e introdotta a Lisbona nel 2004,[42] rappresenta un profondo redesign del precedente.[41] All'interno dello scudo si possono osservare i seguenti elementi: nella parte superiore il nome della società impresso in un'area bianca convessa, al di sopra di una curva color oro, la quale simboleggia l'onore;[41] nella parte inferiore è ravvisabile la forma di un toro furioso, simbolo del Comune di Torino, sormontato da una corona turrita. Le stelle sono state rimosse, in quanto considerate un riconoscimento sportivo — quindi, variabile nel tempo — e non un elemento d'identità del club:[41]

«Partendo dal marchio esistente, un lungo e attento studio degli elementi grafici ha permesso di giungere a una soluzione di grande personalità, in equilibrio tra passato e futuro. Il trattamento grafico si basa su un arioso gioco di contrasto tra bianco e nero; il nome Juventus è più leggibile, grazie a un carattere chiaro e moderno, ed è sottolineato da un tratto grafico giallo che costituisce il punto di luce del marchio. Viene mantenuto il legame con la città di Torino attraverso una rilettura in chiave contemporanea dell'araldica cittadina.»

Il 16 gennaio 2017, durante la settimana della moda di Milano, al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci è stato presentato il futuro stemma societario, di fatto un vero e proprio logo, che sarà implementato dal club torinese a partire della stagione 2017-2018. Questo porta avanti una rinnovata identità societaria[42] «che vuole superare gli schemi tipici della tradizione calcistica ed esprime[re] il coraggio della discontinuità»[43] Creato anch'esso da Interbrand, presenta uno stile minimalista e avveneristico[44] — l'astrazione grafica lo rende replicabile su qualsiasi sfondo, caratteristica che lo distingue dai modelli tradizionalmente usati dalle societa calcistiche europee (più simili a un scudo, retaggio dell'araldica civica)[45] — coniugando diversi elementi iconografici usati dal club in passato: è composto da un pittogramma che riproduce una lettera «J» maiuscola stilizzata — inserita negli anni 1940 sulle maglie di gioco,[16] e ormai divenuto un marchio commerciale bianconero[42] —, divisa in tre righe verticali[42] e ispirata in una frase dell'Avvocato Agnelli sul proprio rapporto con la Juventus;[46] queste s'incurvano fino a tratteggiare e proiettare i bordi di uno scudo francese antico, rimandando così allo scudetto e, implicitamente, alla vittoria come principale obiettivo societario[42] — motivo per cui è anche definita un'immagine gestaltica.[44] Sopra tale monogramma è inserito orizzontalmente il wordmark JUVENTUS scritto con un carattere creato specificamente per il club, denominato Juventus Fans, composto da cinque stili tipografici diversi che invocano insieme le proprie tradizioni industriali e quelle delle origini,[44] in bianco su campo nero:[42]

«[...] Il nuovo logo è iconico e universale. È sufficiente coraggio per fare una dichiarazione, ma lo sufficientemente flessibile per apparire accanto ad una vasta gamma di nuove esperienze, nello stadio e altrove. Lasciando intatti le strisce bianche e nere che contraddistinguono la squadra, la Juventus sta portando con sé l'illustre eredità e lo spirito di una delle squadre preminenti d'Italia a un nuovo pubblico e tifosi duri a morire allo stesso modo.»

Il 28 aprile 2017 a Londra, la rinnovata identità visiva della Juventus è stata premiata ai 55º D&AD Professional Awards, evento internazionale specializzato in disegno e direzione artistica: il logo del club ha ricevuto il Graphite Pencil della categoria Branding Schemes, Large Organisation, mentre il carattere Juventus Fans ha ottenuto il Wood Pencil della categoria Crafts for Design, Typefaces.[48]

Iconografia

Ispirata nell'icona disegnata da Carlin nel 1928, con la fine degli anni 1970 il club adottò come stemma societario la silhouette nera con righe diagonali bianche e nere del citato equus in quella positura, influenzata dall'op art,[6] cui sullo sfondo era affiancata, fino alla stagione 1981-1982, una stella a rappresentare la vittoria di dieci campionati italiani.[49] Sopra tale stemma fu aggiunto ulteriormente il wordmark e l'abbreviazione della ragione sociale football club, scritti in nero su campo bianco — JUVENTUS F.C. — a formare un arco; dopo l'assegnazione del ventesimo titolo nazionale al club piemontese e, di conseguenza, della seconda stella, entrambi i simboli furono affiancati sui lati del nome. Infine, durante la prima metà degli anni 1990 il nome e le sigle della denominazione football club vennero inserite nella regione inferiore dello stemma, e le stelle in quella superiore.

Nel 2013 la zebra rampante della Juventus fu eletta dalla rivista specializzata in design e identità di marca Brand Identikit Magazine come il primo simbolo calcistico societario al mondo per emblematicità simbolica, per la sua qualità nel disegno, il livello di incisività e l'emotività differenziante:

«Ciò che rende questo marchio eccezionale è prima di tutto la sua originalità, sia per la tecnica grafica adottata sia per il soggetto, ottenendo così un'iconografia emblematica (uno stile moderno della classica araldica) e una riconoscibilità unica, collegata ai colori e alla livrea della maglia a strisce bianconere. La zebra rampante viene associata ancora oggi alla Juve e, probabilmente, molti tifosi la richiamerebbero a gran voce, se non altro per differenziarsi dal simbolo del toro — inglobato all'interno dell'attuale logo juventino — utilizzato dai rivali stracittadini.»

Inni

La Juventus ha avuto, complessivamente, cinque inni societari nel corso della sua storia, due dei quali sono stati pubblicati nel libro-LP Juventus primo amore. Storia sportiva e romantica della Juventus (1972), a cura del giornalista Sandro Ciotti con la collaborazione dei suoi colleghi Enrico Ameri e Bruno Mobrici.[51] Il primo è stato scritto dal poeta e letterato Corrado Corradino nel 1915 e risuonava in tutte le partite della squadra allo Stadio Comunale dal 1963 al 1972:[52]

«Juventus, Juventus
la squadra dei grandi sei tu
che non tramonta più.»

In tale anno, la casa discografica Durium ha inoltre pubblicato, su 45 giri, il secondo inno del club intitolato Juve, Juve, composto dai musici Lubiak e Renzo Cochis e cantato dagli Undici Bianconeri.[53]

Nel 1991 Edizioni musicali Eraora ha pubblicato Semper Juventus (Sempre Juventus in lingua italiana), scritto e musicato dal professore Natalio Capranico, che l'inserì nell'album Antologia Musicale;[54] il quale sarebbe l'inno ufficiale del club fino alla stagione 1997-98;[55] in cui è stato sostituito da Grande Juve, bella signora, come parte di un progetto pubblicato dalla casa discografica italiana Fonit Cetra.[56]

Quattordici anni più tardi, dopo un concorso indetto dalla società nel corso dell'anno precedente tra i suoi tifosi,[57] l'inno del club bianconero è Juve (storia di un grande amore),[58] scritto da Alessandra Torre e Claudio Guidetti,[57] e poi riarrangiato nel 2007 dal cantante e musicista Paolo Belli.[59] Scelto il 29 maggio 2005, nel corso dell'ultima sfida di campionato contro il Cagliari e in collegamento con il programma televisivo Quelli che il calcio,[57] da allora l'inno — con diverso arrangiamento — risuona ogni volta che la squadra bianconera disputa una partita casalinga:[60]

«Juve, storia di un grande amore
bianco che abbraccia il nero
coro che si alza davvero
Juve per sempre sarà.»

Mascotte

Una grande zebra di cartapesta realizzata a Torino per i festeggiamenti del ventesimo scudetto bianconero, il 16 maggio del 1982.

A partire dagli anni 1980, in coincidenza con l'apertura del calcio italiano a pratiche quali marketing e, in particolar modo, merchandising, la Juventus iniziò ad affiancare ai suoi tradizionali simboli societari anche delle mascotte, indirizzate soprattutto ai tifosi bianconeri di giovane età. Intorno al 1985 fece il suo debutto la prima mascotte ufficiale del club, il cagnolino Giampi:[61] questi era un bobtail con ciuffo bianconero, divisa juventina e fascia tricolore;[62] di fatto una semplice «operazione-simpatia» che, nel nome, riprendeva quello della bandiera nonché, al tempo, presidente del club Giampiero Boniperti.[63]

Giampi venne utilizzato dalla Juventus per il successivo decennio quando, all'inizio della stagione 1995-1996, in coincidenza con un rinnovamento nell'immagine della società torinese, lasciò il posto ad Alex: una mascotte che, già dal nome, tradiva il legame con l'allora n. 10 della squadra, Alessandro Del Piero, di cui andava a rappresentare, né più né meno, una versione caricaturale: in versione cartacea, Alex fu protagonista di alcune strisce a fumetti pubblicate all'interno dell'house organ del club, Hurrà Juventus, e nelle allegate pubblicazioni Forza Juve e Play Juve destinate ai fan più acerbi;[64] come pupazzo trovò invece posto a bordocampo al Delle Alpi in occasione delle partite casalinghe della Juventus.[65] Nell'ottobre del 1999 fu poi la volta di Zig Zag,[66] una zebra che, nel nome, voleva essere «quasi un invito ai giocatori bianconeri a slalomeggiare nelle difese e segnare i gol decisivi per conquistare i tre punti della vittoria».[67]

Dopo alcuni anni in cui la Juventus rimase priva di una mascotte ufficiale, il 10 settembre 2015[68] venne presentata Jay, una zebra dai tratti e comportamenti antropomorfi,[69] destinata a contrassegnare tutte le iniziative del club rivolte ai giovani fan bianconeri.[68] Da segnalare inoltre come, in vista dei XX Giochi olimpici invernali ospitati nel 2006 dalla città di Torino, nel biennio 2004-2005 la Juventus e i concittadini del Torino "adottarono" Neve e Gliz, le due mascotte dell'evento a cinque cerchi,[70] le quali animarono il pre-partita e l'intervallo delle sfide interne delle due squadre,[71] nonché offerte come gadget dai capitani agli avversari.[72]

Stile Juventus

Lo stesso argomento in dettaglio: Stile Juventus.

Riconosciuto come uno degli elementi che più contraddistinguono l'identità del club piemontese,[73] lo «stile Juventus» è una peculiare forma di gestione sportiva applicata all'interno della società, inerente all'amministrazione aziendale,[74][75] al fine di ottenere con maggior efficienza il successo.[76][77] Ebbe un ruolo decisivo nella svolta verso il professionismo e nell'ulteriore affermazione popolare del calcio in Italia,[73][78] influendo anche nelle decisioni dirigenziali di altri club a partire dal secondo dopoguerra ed emergendo quale modello organizzativo di riferimento per lo sport nella Penisola.[79][80]

Alcuni analisi nell'ambito delle scienze sociali conclusero che il termine, adottato dai mezzi di comunicazione di massa attorno agli anni 1930[81] (nonostante l'origine risalga già al 1914[82]) e attribuito all'avvocato torinese Edoardo Agnelli,[83] descrive un duraturo modello di gestione sportiva-aziendale caratterizzato da una cospicua capacità d'adattamento alla congiuntura nazionale[84] e alla continuità nel tempo dell'azionista di riferimento — iniziata nel 1923 e ininterrotta dal 1947 — e, di conseguenza, la sinergia tra la società sportiva e la FIAT (pur non essendo stata mai da essa direttamente gestita),[85] la pianificazione strategica e l'insieme di politiche amministrative introdotte con successo all'interno del club; nonché, dai principi e valori che esso persegue quali «correttezza, professionalità, capacità di innovazione continua e capacità di perseguire e conseguire il risultato con tutte le proprie forze»,[86] un ethos sportivo[86] riferito all'insieme di comportamenti, atteggiamenti e valori che fanno capo «all'eleganza, alla parsimonia, alla misura, alla disciplina e alla concretezza» che lo contraddistinguono agli occhi della popolazione media italiana,[87][88] espresse da varie personalità di rilievo legate alla Juventus quali giocatori, allenatori, dirigenti e presidenti, avendo anche qualche nesso con altri concetti inerenti al club quali «orgoglio gobbo»,[89] «fino alla fine»[90] e, più complessivamente, «emozione Juventus»;[91] oltre a far riferimento, per esteso, a qualsiasi aspetto della propria cultura sportiva, degli usi e dei costumi delle diverse personalità legate alla società, nonché alle caratteristiche dell'organizzazione interna[92] e, inoltre — in virtù delle origini del club nonché della stessa dinastia Agnelli —, correlato intrinsecamente al cosiddetto «stile sabaudo» strettamente affine alla cultura piemontese.[93]

Soprannomi

Lo slogan «Forza göba» sopra uno striscione della tifoseria bianconera allo stadio Comunale, nella sfida del 9 dicembre 1979 contro la Roma.

La Juventus ha come principale soprannome quello di Signora o, in lingua piemontese, Madama, appellativo che fa riferimento alle origini della società. A livello internazionale è conosciuta come La vecchia Signora[94] o anche come La squadra d'Italia in ragione della diffusione della propria tifoseria oltre confine.[76][95] Un altro celebre appellativo del sodalizio torinese è La fidanzata d'Italia,[96] nato a seguito della notevole crescita del numero di tifosi juventini durante i successi sportivi degli anni 1930.[97] Sia i supporter che i componenti della squadra vantano anche altri soprannomi quali I Bianconeri, dato che dal 1903 i colori della divisa casalinga sono il bianco e il nero — e seguendo la tradizione anglosassone e britannica di appellare i club sportivi secondo le tinte societare —,[98] e Le Zebre, per via della mascotte societaria. Limitatamente agli anni 1970, la squadra juventina è stata inoltre conosciuta come [La] Signora Omicidi, grazie ai suoi risultati sul campo,[99] e La Sudista, per la predisposizione societaria ad acquistare giocatori d'origine meridionale — nonché, in senso più ampio, per il marcato sostegno di cui fin dagli anni 1930 gode, in controtendenza rispetto agli altri club del Settentrione, in tale regione.[100][101]

Il soprannome Bianconeri racchiuso tra le (allora) due stelle e stampato all'interno delle maglie juventine della stagione 2008-2009.

Un altro nomignolo, che avrebbe origine almeno dagli anni 1920, è quello di Gobbi, sicché la squadra è occasionalmente appellata anche come La Gobba (dal piemontese gheuba,[102] in seguito deformato in goeba o göba). Caso particolare, questo ha preso col tempo una doppia valenza: se inizialmente veniva declinato principalmente in maniera spregiativa verso i giocatori e tifosi della Juventus, da parte dei sostenitori delle squadre rivali, col passare degli anni è stato invece fatto proprio dagli stessi supporter bianconeri, e da allora fieramente ostentato — il cosiddetto «orgoglio gobbo» — come sinonimo di un comportamento «deciso, voglioso, grintoso e determinato su tutti i fronti».[103]

L'origine più accreditata di questo termine risale tuttavia agli anni 1950, quando l'undici piemontese indossava una casacca dall'ampia foggia, più simile a una camicia, a differenza delle maglie aderenti usate dalle altre formazioni del tempo: quando i giocatori juventini correvano sul campo, la casacca, che sul petto aveva un'apertura con lacci, in stile inglese, generava un rigonfiamento sulla schiena (una sorta di "effetto paracadute") dando l'impressione che questi avessero, per l'appunto, la gobba.[10] Soprattutto negli anni 1970 la Curva Maratona, la sezione più calda dei rivali storici del Torino, intonava spesso il coro «gheuba, gheuba» come sfottò rivolto ai tifosi juventini durante il derby della Mole.

Note

  1. ^ Beatrice, «Estetica del bianco e nero», p. 4
  2. ^ a b The FIFA Weekly, WEEKLY TOP 11: «The most evocative colours in football», p. 29
  3. ^ a b c d e (EN) Black & White, su nottscountyfc.co.uk, 7 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2010).
  4. ^ Giuseppe Sergi, Storia delle maglie bianconere, in Leonardo Casalino (a cura di), Juvecentus: La mostra del centenario, Firenze, Gribaudo Paravia, 1997, ISBN 88-395-8164-2.
  5. ^ Dietschy, p. 133
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m Il marchio Juventus
  7. ^ Bromberger, pp. 149-152
  8. ^ Patrick Hazard, David Gould, Three Confrontations and a Coda: Juventus of Turin and Italy, pp. 209; 215
  9. ^ Un po' di storia: gli inizi, su cuoribianconeri.it, 21 maggio 2008.
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Pubblicazioni varie

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Videografia

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