Mezzogiorno (Italia)
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Mezzogiorno | |
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Stati | ![]() |
Territorio | |
Superficie | 123 024 km² |
Abitanti | 20 482 711[1] (31-12-2019) |
Densità | 166,49 ab./km² |
Il Mezzogiorno o Meridione d'Italia è una macro-regione economica comprendente l'Italia meridionale e quella insulare.
L'estensione geografica del Mezzogiorno d'Italia corrisponde al bacino territoriale, storico e culturale un tempo occupato dai due Regni di Sicilia e di Napoli (ufficialmente nominati Regnum Siciliae ultra Pharum e citra Pharum, ovvero "Regno di Sicilia al di là del Faro" e "al di qua del Faro"), riuniti nel 1816 nel Regno delle Due Sicilie (comprendente le attuali regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e parte della regione Lazio)[2][3][4][5][6]; la Sardegna non vi è mai rientrata, per quanto nei dati sia comunque, di solito, spesso aggregata alla definizione di "Mezzogiorno"[7][8]. In virtù della comune appartenenza storica allo stato borbonico, si usa considerare come parte del Mezzogiorno anche una frazione del Basso Lazio (i circondari di Gaeta e Sora) nonché il Circondario di Cittaducale.
Lo sviluppo economico di questa macroregione è oggetto di studi da parte di enti quali la Svimez[9], con sede a Roma, e l'Associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno[10], con sede a Napoli.
L'appartenenza dell'isola di Sardegna alla suddetta macroregione è controversa, in virtù del posizionamento geografico, della storia del tutto peculiare, nonché di svariate differenze linguistiche e culturali rispetto alle altre regioni considerate.
Geografia[modifica | modifica wikitesto]
Il Mezzogiorno italiano confina a nord-ovest con il Lazio, a nord-est con le Marche, e a est, ovest e sud con il mar Mediterraneo. Il suo territorio è prevalentemente collinare-montuoso, le pianure più estese sono: il Tavoliere delle Puglie (seconda pianura più estesa della penisola italiana), la pianura salentina, il Campidano, la piana di Metaponto, la piana del Sele, la Piana di Sibari, piana di Catania e la Pianura Campana.
È attraversato da nord a sud dalla catena montuosa degli Appennini, le vette più elevate sono il Gran Sasso d'Italia 2.912 m, monte Amaro 2.793 m, monte Miletto 2.050 m (Massiccio del Matese), il monte Terminio 1.806 m e il Monte Cervialto 1.809 m (Appennino campano), il monte Pollino 2.248 m, serra Dolcedorme 2.267 m, monte Papa 2.005 m, monte Alpi 1.900 m (Appennino lucano), monte Botte Donato 1.930 m Appennino calabro, Montalto (Aspromonte) 1.956 m Aspromonte che rientra nel territorio del Parco nazionale dell'Aspromonte, di cui costituisce una delle principali attrattive; il monte Cervati 1.899 m e il monte Gelbison (o Sacro Monte di Novi Velia) i quali si trovano ambedue nel parco Nazionale del Cilento, il Roccamonfina alto 1.006 m.
I mari che bagnano le regioni del Mezzogiorno sono l'Adriatico, lo Ionio e il Tirreno; pertanto, si potrebbero classificare in:
- Regioni Adriatiche: Abruzzo, Molise, Puglia;
- Regioni Ioniche: Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia;
- Regioni Tirreniche: Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

Le sette città metropolitane del Mezzogiorno sono quelle di Napoli, Palermo, Bari, Cagliari, Catania, Messina e Reggio Calabria.
Il clima è tipicamente mediterraneo, mentre in Sicilia è di tipo subtropicale.
Il territorio meridionale è caratterizzato da elevata attività sismica; si segnalano il terremoto dell'Irpinia, che provocò 2.914 morti e 280.000 sfollati, e ancora prima quello di Messina del 1908, tuttora il più grave disastro naturale mai registrato in Europa.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Dai Primi insediamenti umani alle poleis greche[modifica | modifica wikitesto]
Le prime tracce umane nel Mezzogiorno risalgono al paleolitico in base ai ritrovamenti di utensili tipo "amigdala" a Capri (NA) e a Castelpagano (BN) e i manufatti di tipo "musteriano" a Palinuro (SA), Tufara (CB), Grottaminarda (AV), Nerano (NA) e Montemiletto (AV)[11]. Considerando, inoltre, i più antichi nuclei indo-europei dei Siculi (1000-650 a.C.) e dei Sanniti (1000 a.C.)[12], l'Italia meridionale fu colonizzata dai greci che, nell'VIII secolo a.C. con un flusso migratorio originato da singole città greche, fondarono città come Zankle (Messina), Syrakousai (Siracusa), Akragas (Agrigento), Gela, Pithekusa (sull'isola di Ischia), Rhegion (Reggio di Calabria), Kroton (Crotone), Kyme (Cuma), Metapontion (Metaponto) e Taras (Taranto)[13]. Le colonie greche, che si estendevano dalla Calabria alla Sicilia, dalla Campania alla Puglia, divennero così la culla della civiltà europea e non solo.
In Sardegna, all'elemento etnico locale si affiancò invece quello fenicio, caratterizzato da rapporti perlopiù pacifici lungo le zone costiere, e in seguito cartaginese, attivamente contestato dalle tribù autoctone. La battaglia del Mare Sardo delineò definitivamente la sfera d'influenza punica nel Mediterraneo occidentale, in cui la Sardegna rientrava.
Dall'età romana fino al 1733[modifica | modifica wikitesto]
A partire dal IV secolo a.C., il Sud Italia fu progressivamente conquistato dai romani, che diedero grande impulso alle unità urbane, costruendo strade, città, templi, palazzi, acquedotti e altre infrastrutture, imponendosi definitivamente dopo la seconda guerra punica[13]. Nel Mezzogiorno ci sono i più grandi ritrovamenti romani come Pompei, Ercolano, Stabia, Pozzuoli, oplonti, boscoreale e una delle più grandi e antiche collezioni si trova nel museo di Napoli.
Dopo la caduta di Roma e la costituzione del Regno d'Italia ostrogoto, la guerra greco gotica, che sancì la divisione dell’Italia fino al 1861, l’invasione longobarda e l’insiedamento degli arabi in Sicilia, il Meridione italiano rimase diviso in diverse entità statali: per esempio, la Puglia, la Calabria e il ducato di Napoli erano formalmente unite all’impero bizantino, ma formarono ducati autonomi retti dalla nobiltà locale; la provincia di Caserta e La zona meridionale del Lazio era sotto il dominio del principiato di Capua, l’attuale provincia di Salerno e parte della Lucania era governata dal principato di Salerno, l’Abruzzo e parte del Sannio erano governati dal principato di benevento, la città di Amalfi formò la prima nonché una delle più storicamente rilevanti repubbliche marinare, e infine la Sicilia era governata dagli Arabi. Una volta instauratosi l'Emirato di Sicilia, Palermo divenne un importante centro culturale e politico del mondo musulmano. Questo equilibrio fu rotto dai normanni che, conquistando tutto il meridione, rimase da allora in poi unito, anche se con alcuni intervalli, fino all’unità d’Italia.
Il Mezzogiorno italiano vide dunque l'alternarsi di molte entità politiche: Normanni, Svevi, Angioni, Aragonesi e infine spagnoli dalla fine delle guerre d’Italia alla guerra di successione spagnola; dopodiché, fu un viceregno austriaco che finì con l’autonomia concessa con la conquista di Carlo II di Borbone, il quale fece iniziare il dominio borbonico che resse il Meridione quasi ininterrottamente fino al 1861.

Regno delle Due Sicilie[modifica | modifica wikitesto]
Il Regno delle due Sicilie nasce, nel dicembre del 1816, dalla volontà di Ferdinando I di unire la corona di Sicilia con quella di Napoli. L’economia del regno si sviluppò molto nei primi anni di regno di Ferdinando II, anche se dipendeva molto dal capitale dello stato e delle imprese straniere ed era sviluppata in modo poco omogeneo. Le zone costiere, e specialmente nella zona di Napoli e Caserta, avevano un modesto sviluppo industriale: ciò è dimostrato dalle officine di pietrasa, dalle acciaierie in Calabria, dai più grandi cantieri navali dell’Italia a Castellammare che fecero salpare il primo piroscafo, nonché dalla costruzione della Napoli-Portici.
Inoltre, il bilancio del Regno delle Due Sicilie era in attivo, pur avendo una spesa sociale non indifferente[14]. Rimanevano rilevanti problemi nelle campagne: un'economia fondata sul latifondismo, la mancanza di strade asfaltate e infrastrutture nell’interno.
Nelle città meridionali si sviluppò una vivace borghesia, che portò alla nascita dell’illuminismo partenopeo e di altre correnti culturali fondamentali per lo sviluppo dell’Europa moderna. Questa vivace borghesia, nata sotto il periodo borbonico, sarebbe diventata sempre più ostile alla monarchia, che era ben voluta dalla chiesa e dal proletariato urbano e rurale. Questo determinò diverse rivoluzioni, fra cui quella del 1799, quella del 1821 e quella del 1848.
Dall’Unità d'Italia al periodo fascista[modifica | modifica wikitesto]
In seguito all'Unità d'Italia, la mancata integrazione economica della parte appena annessa del Paese, la chiusura di numerosi impianti industriali presenti nel territorio, la mancata redistribuzione delle terre promessa dai garibaldini, l’introduzione della leva obbligatoria, l’inserimento di nuove tasse per diminuire il debito causato dalle guerre d’indipendenza, la debolezza del neonato stato portarono a numerose rivolte nelle campagne e a un depauperamento del territorio portò al brigantaggio e a partire dal 1870, alla "questione meridionale" e a una corrente di pensiero e ricerca storica detta "meridionalismo"[15].
Dopo il 1880, a seguito della crisi agraria che interessò il Mezzogiorno, si inasprì la povertà delle regioni meridionali, favorendo una massiccia emigrazione verso le Americhe. La crisi fu determinata dal crollo delle esportazioni dei prodotti agrari a causa della politica nazionale economica riguardante i dazi sui manufatti industriali stranieri: senza dazi alle frontiere, infatti, i manufatti nazionali erano molto più costosi di quelli stranieri. Ciò, unito all'introduzione da parte dei paesi stranieri di dazi sui prodotti italiani, causò la rovina del settore agricolo meridionale e veneto. Le esportazioni di prodotti agrari crollarono. Le campagne furono letteralmente abbandonate ed ebbero inizio le prime ondate d'emigrazione[16][17][18]. Tutti i governi che si sono succeduti nel corso del XX secolo si sono adoperati, spesso con scarsi risultati, con interventi speciali sulle aree interessate, al fine di diminuire lo squilibrio che a molti livelli lasciava il Mezzogiorno lontano dalle restanti regioni italiane, a partire dalla legge speciale per il risanamento di Napoli, voluta fortemente da Francesco Saverio Nitti.
Durante il periodo fascista, parte dell'attuale Lazio (il circondario di Sora e quello di Gaeta) fu scorporata dalla ex provincia di Terra di Lavoro del Regno delle Due Sicilie e quindi dal Mezzogiorno. Lo stesso accadde a territori abruzzesi come l'area di Amatrice, Cittaducale e Leonessa, assegnata al Lazio da Mussolini e si arrivo a un enorme differenza di reddito tra le regioni del nord e quelle del sud per via della volontà del regime di creare uno stato autarchica e dell’inizio della battaglia del grano, questo fu in parte colmato grazie agli interventi fatti durante il miracolo economico.
Dal dopoguerra a oggi[modifica | modifica wikitesto]
Dopo la seconda guerra mondiale, fu istituito un apposito ente pubblico che aveva funzioni di realizzare politiche incentivanti la produzione e sussidiarie delle economie locali: la Cassa per il Mezzogiorno (CASMEZ). L'attività di tale ente, che soprattutto nei suoi primi venti anni di vita aveva contribuito a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, è cessata negli anni novanta ed è stata più volte oggetto di sospetti per una presunta gestione clientelare da parte della politica a partire dagli anni ottanta nel corso del novecento sono diventate sempre più forti le organizzazioni criminali.
Nel dopoguerra le direttrici migratorie si spostarono verso l'Europa centrale e settentrionale (Francia, Germania, Svizzera e Belgio) e, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, verso l'Italia settentrionale (segnatamente Piemonte e Lombardia) quando la ricostruzione richiamò manodopera per il lavoro nelle fabbriche.
Il mezzogiorno ha contribuito nel novecento fortemente allo sviluppo della cultura in italia e nel mondo questo grazie a Leonardo Sciascia, Salvatore Quasimodo, Elio Vittorini, Alfonso Gatto, Rocco Scotellaro, Leonardo Sinisgalli, Luciano De Crescenzo, Pino Daniele, Federico Salvatore, Massimo Troisi, Antonio de Curtis, Eduardo de Filippo e tanti altri.
Demografia[modifica | modifica wikitesto]
La popolazione residente nel Mezzogiorno ammonta a 20.479.566 abitanti[1] suddivisa come segue:
- Italia meridionale: 13.881.422[19]
- Italia insulare: 6.598.144[20]
Regioni[modifica | modifica wikitesto]
Comuni più popolosi[modifica | modifica wikitesto]
Di seguito si riporta l'elenco della popolazione residente nei comuni con più di 50.000 abitanti[24].
In corsivo i comuni non capoluogo. In grassetto i comuni capoluogo di regione.
# | Comune | Regione | Provincia | Abitanti | Superficie
(km²) |
Densità
(ab./km²) |
Note | Altitudine |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | ![]() |
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972.212[21] | 119,02 | 8.139,27 | (30/06/2016) | 17 |
2 | ![]() |
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671.531[21] | 160,59 | 4.178,6 | (30/06/2016) | 14 |
3 | ![]() |
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325.183[21] | 117,39 | 2.770,51 | (30/06/2016) | 5 |
4 | ![]() |
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314.318[21] | 182,9 | 1.706 | (30/06/2016) | 7 |
5 | ![]() |
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237.603[21] | 213,23 | 1.106,95 | (30/06/2016) | 3 |
6 | ![]() |
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199.561[21] | 249,86
Acque interne: 71,53 km² (28,63%) |
796,65 | (30/06/2016) | 3-431 |
7 | ![]() |
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182.703[21] | 236,02 | 773,46 | (30/06/2016) | 31 |
8 | ![]() |
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154.411[21] | 85,01 | 1.814,19 | (30/06/2016) | 23 |
9 | ![]() |
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151.975[21] | 509,26 | 297,48 | (30/06/2016) | 76 |
10 | ![]() |
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135.066[21] | 59,85 | 2.253,25 | (30/06/2016) | 2 |
11 | ![]() |
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127.745[21] | 547,04 | 233,32 | (30/06/2016) | 225 |
12 | ![]() |
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122.086[21] | 207,78 | 586,84 | (30/06/2016) | 17 |
13 | ![]() |
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120.565[21] | 34,36 | 3.500,76 | (30/06/2016) | 4 |
14 | ![]() |
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123.276[21] | 94,62 | 1.308,53 | (30/06/2016) | 97 |
15 | ![]() |
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100.365[21] | 402,89 | 248,12 | (30/06/2016) | 151 |
16 | ![]() |
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94.660[21] | 149,35 | 632,75 | (30/06/2016) | 15 |
17 | ![]() |
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94.982[21] | 238,93 | 397,89 | (30/06/2016) | 49 |
18 | ![]() |
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90.435[21] | 112,72 | 799,33 | (30/06/2016) | 320 |
19 | ![]() |
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88.126[21] | 332,98 | 262,88 | (30/06/2016) | 15 |
20 | ![]() |
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85.927[21] | 33,7 | 2.544,87 | (30/06/2016) | 43 |
21 | ![]() |
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83.205[21] | 243,26 | 341,49 | (30/06/2016) | 12 |
22 | ![]() |
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81.592[21] | 43,44 | 1.875,97 | (30/06/2016) | 28 |
23 | ![]() |
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77.433[21] | 12,13 | 6.358,53 | (30/06/2016) | 60 |
24 | ![]() |
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75.522[21] | 279,07 | 270,39 | (30/06/2016) | 46 |
25 | ![]() |
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76.257[21] | 54,07 | 1.02,09 | (30/06/2016) | 68 |
26 | ![]() |
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73.276[21] | 444,67 | 165,59 | (30/06/2016) | 502 |
27 | ![]() |
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70.455[21] | 427,75 | 164,91 | (30/06/2016) | 467 |
28 | ![]() |
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70.944[21] | 96,41 | 735,90 | (30/06/2016) | 6 |
29 | ![]() |
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70.749[21] | 162,43 | 436,44 | (30/06/2016) | 216 |
30 | ![]() |
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69.627[21] | 473,91 | 146,47 | (30/06/2016) | 721 |
31 | ![]() |
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68.665[21] | 273,13 | 250,32 | (30/06/2016) | 3 |
32 | ![]() |
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67.584 | 37,86 | 1.779,77 | (30/09/2014) | 238 |
33 | ![]() |
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67.367 | 175,43 | 377,85 | (maggio 2014) | 819 |
34 | ![]() |
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65.522 | 17,90 | 3.601,68 | (30/04/2014) | 43 |
35 | ![]() |
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64.506 | 17,81 | 3.740,48 | (31/12/2010) | 6 |
36 | ![]() |
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63.034 | 421,25 | 149,07 | (30/12/2013) | 149,07 |
37 | ![]() |
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62.748 | 182,48 | 350,98 | (30/08/2013) | 168 |
38 | ![]() |
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60.884 | 182,00 | 349,53 | (31/07/2014) | 8 |
39 | ![]() |
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60.384[21] | 392,09 | 153,97 | (30/06/2016) | 401 |
40 | ![]() |
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60.385 | 129,00 | 465,33 | (novembre 2014) | 135 |
41 | ![]() |
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60.338 | 58,97 | 1.015,33 | (31/12/2012) | 15 |
42 | ![]() |
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59.567 | 54,71 | 1.094,83 | (30/11/2014) | 26 |
43 | ![]() |
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59.457 | 15,64 | 3.822,95 | (31/01/2014) | 151 |
44 | ![]() |
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59.010 | 245,32 | 242,54 | (30/12/2013) | 230 |
45 | ![]() |
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58.484 | 383,64 | 156,86 | (30/9/2014) | 10 |
46 | ![]() |
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58.213 | (30/11/2014) | |||
47 | ![]() |
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57.299 | (30/06/2014) | |||
48 | ![]() |
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56.043 | (dicembre 2013) | |||
49 | ![]() |
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55.810 | (31/07/2013) | |||
50 | ![]() |
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55.513 | (30/09/2014) | |||
51 | ![]() |
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55.424 | (01/01/2014) | |||
52 | ![]() |
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55.205 | (30/11/2014) | |||
53 | ![]() |
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54.857[21] | (30/06/2016) | |||
54 | ![]() |
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54.854 | (31/12/2013) | |||
55 | ![]() |
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54.305 | (31/08/2014) | |||
56 | ![]() |
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54.257 | (30/09/2012) | |||
57 | ![]() |
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53.520 | (31/12/2010) | |||
58 | ![]() |
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53.734[21] | (30/06/2016) | |||
59 | ![]() |
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53.057 | (31/08/2013) | |||
60 | ![]() |
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52.813 | (01/01/2013) | |||
61 | ![]() |
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52.792 | (30/12/2013) | |||
62 | ![]() |
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51.614[21] | (30/06/2016) | |||
63 | ![]() |
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50.485 | (31/01/2013) | |||
64 | ![]() |
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50.275 | (30/09/2013) | |||
65 | ![]() |
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50.096 | (31/12/2011) |
Economia[modifica | modifica wikitesto]
Nonostante il mutamento avvenuto negli ultimi 30 anni, sussiste un profondo divario economico tra le regioni settentrionali e quelle meridionali. Basti pensare che per ogni euro di PIL al sud se ne producono due al centro-nord[25].
A peggiorare la situazione concorrono diversi fattori: in primis i problemi dell'offerta per la quale si perdono più posti di lavoro durante le fasi di recessione di quanto se ne creino durante le fasi di espansione; secondariamente, i problemi della domanda che vede acuirsi la distanza tra beni di mercato e tra servizi sociali alimentati rispettivamente dalla produttività del nord e dall'assistenzialismo del sud[26].
Il Mezzogiorno rappresenta circa un terzo della forza lavoro dell'Italia, eppure oltre il 20% della popolazione è esclusa dal mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione, in particolare, colpisce i giovani sotto i 24 anni per oltre il 50%[25].
Tra le cause di tale problema concorrono, tra l'altro, la carenza di investimenti, la dotazione di infrastrutture, la diffusione di attività illegali caratterizzate da penetrazione mafiosa e la bassa accumulazione di capitale sociale.
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
La cultura del Meridione italiano è il ricco portato delle sue varie esperienze storiche, fra cui la plurisecolare presenza greca, il perdurante lascito degli arabi e dei normanni, nonché una qual certa influenza spagnola.
Alla precoce unificazione nel Regno di Sicilia, la cui superficie politica risultò pressoché immutata fino all'unità d'Italia, fa anche seguito una qual certa identità linguistica: le lingue popolari più diffuse tra i locali, in una situazione di diglossia, sono infatti i dialetti italiani centro-meridionali, di pertinenza italo-romanza e italo-dalmata, suddivisi nei due rami meridionali intermedi o "napoletani" e meridionali estremi o "siciliani".
La cultura meridionale, fiorendo nelle sue varie espressioni, ha avuto modo di esprimersi tanto nello stato nazionale moderno quanto a livello internazionale, nei quali si è radicata conoscendo un vasto numero di reintepretazioni (si pensi, per esempio, alla pizza o al calzone, affermatisi lungo tutto lo Stivale, o alla Sicilian pizza o a quella in stile newyorchese in ambito estero).
La pizza Margherita.
Il calzone.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Dato Istat al 31/12/2019
- ^ «Con questa denominazione si indica lo Stato costituito nel dic. 1816 con l'unificazione dei regni di Napoli e di Sicilia, che restaurava l’autorità borbonica su tutta l’Italia meridionale; fu mantenuta fino all’ott. 1860, quando, tramite plebiscito, fu votata l’annessione al regno di Sardegna.» Regno delle Due Sicilie in Dizionario di Storia, su www.treccani.it.
- ^ «Meridionale: in part.: che fa parte delle regioni continentali e insulari del Mezzogiorno d'Italia (delimitate convenzionalmente dai fiumi Garigliano e Sangro), le quali, in età prerisorgimentale, costituivano il Regno delle due Sicilie.» Battaglia, Salvatore (1961). Grande dizionario della lingua italiana, UTET, Torino, V. X, p.160.
- ^ «Il regno meridionale, Napoli e Sicilia con 6 milioni e 200 mila abitanti,... pare in principio per certa foga di riforme e per valori d'ingegni filosofici e riformisti gareggiare con la Lombardia austriaca.» Carducci, III-18-21, citato in Grande dizionario della lingua italiana, UTET, Torino, V. X, p.160.
- ^ La programmazione dei fondi strutturali comunitari (DOC), su ciofs-fp.org (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2011).
- ^ «Tra le maggiori novità del secolo ci fu proprio il ritorno all'indipendenza del regno meridionale, che riunì in un unico stato indipendente e sovrano il Mezzogiorno insulare e continentale.» Francesca Canale Cama; Daniele Casanova; Rosa Maria Delli Quadri, Storia del Mediterraneo moderno e contemporaneo, Napoli, Guida Editori, 2017, p. 173.
- ^ Il rapporto annuale Svimez sull'economia del Mezzogiorno, Regione Autonoma della Sardegna, 10 luglio 2007. URL consultato il 21 aprile 2014.
Sardegna, S.R.M. Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, 2017. URL consultato il 21 aprile 2014. - ^ Gert J. Hospers, Regional Economic Change in Europe, LIT Verlag Münster, 2004.
- ^ Sito Svimez, su svimez.it.
- ^ Sito SRM, su srmezzogiorno.it.
- ^ La Porta G. (1994) Neapolis, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, p. 15
- ^ Aa., Vv. (1995) Le genti sicule, in “Viaggio nelle meraviglie dell'archeologia”, Istituto Geografico De Agostini, Novara, p. 9; Id., La civiltà nuragica, p. 133; Id., Le tribù del sannio, p. 361, ISBN non esistente
- ^ a b Aa., Vv. (1954) I cinque libri del sapere. Il libro della storia, Milano, Garzanti, p. 77, 169, ISBN non esistente
- ^ Denis Mack Smith, Storia d'Italia dal 1861 al 1997, Bari, Laterza, 1998, ISBN 88-420-5345-7.
- ^ Villari P. (1972) Le lettere meridionali ed altri scritti sulla questione sociale in Italia, Torino, Loescher (ed. orig. 1875), p. 156, ISBN non esistente
- ^ Gigi Di Fiore, Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento, Milano, Ed. Rizzoli, 2007, ISBN 978-88-17-01846-3.
- ^ Carlo Scarfoglio, Il Mezzogiorno e l'Unità d'Italia, Firenze, Parenti, 1953.
- ^ Carlo Alianello, La conquista del Sud, Milano, Rusconi Editore, 1994, ISBN 88-18-70033-2.
- ^ Bilancio demografico anno 2019 (dati provvisori) Ripartizione: Italia Meridionale, su demo.istat.it.
- ^ Bilancio demografico anno 2019 (dati provvisori) Ripartizione: Italia Insulare, su demo.istat.it.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 21 novembre 2016.
- ^ Sardegna Statistiche - Carta d'identità, su www.sardegnastatistiche.it. URL consultato il 15 dicembre 2017.
- ^ Superfici delle unità amministrative a fini statistici, su www.istat.it, 30 novembre 2012. URL consultato il 15 dicembre 2017.
- ^ Bilancio demografico Istat 2014, su demo.istat.it.
- ^ a b Musella M., Carniti P., Frisanco R. (1999) Mezzogiorno: come valorizzare le risorse, Roma, Fondazione Italiana per il Volontariato, p. 11, 15, 57, 67, ISBN 88-87154-27-9.
- ^ ”Il Mattino”, 2 novembre 2000, Imprese del nord sbarcano nel Mezzogiorno?, p. 18
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Fortunato Aloi, Mezzogiorno oggi. Attualità della «questione meridionale», Pellegrini Editore, 2003, ISBN 978-88-8101-178-0.
- Giovanni Brancaccio, Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno, Guida Editori, 1991, ISBN 978-88-7835-121-9.
- Mario Del Treppo, Storiografia nel Mezzogiorno, Guida Editori, 2006, ISBN 978-88-6042-961-2.
- Angelo Massafra, Il Mezzogiorno preunitario: economia, società e istituzioni, Edizioni Dedalo, 1988, ISBN 978-88-220-4136-4.
- G. Nappi, Il paradigma Mezzogiorno: economia e società alla prova della modernizzazione della qualità, 2005.
- ”Roma”, 19 febbraio 2009, Villaggio preistorico, un sito unico al mondo.
- ”Il Mattino”, 30 marzo 2001, Informazione, una sfida.
- ”Il Mattino”, 2 novembre 2000, Mezzogiorni di fuoco. I vantaggi nascosti di un'ottica plurale.
- Sabino Cassese, Amministrazione speciale e amministrazione ordinaria per lo sviluppo del Mezzogiorno. Rassegna della legislazione, Milano, Giuffrè, 1965, pp. 1–58.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Gruppi di regioni d'Italia
- Nomenclatura delle unità territoriali per le statistiche dell'Italia
- Italia meridionale
- Italia insulare
- Meridionalismo
- Regno delle Due Sicilie
- Due Sicilie
- Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su istat.it.
- (EN) Mezzogiorno, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Demo-Istat, su demo.istat.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 157249484 · LCCN (EN) sh85069035 · BNF (FR) cb13904976t (data) · WorldCat Identities (EN) viaf-157249484 |
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