Pumenengo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pumenengo
comune
Pumenengo – Stemma
Pumenengo – Bandiera
Pumenengo – Veduta
Pumenengo – Veduta
Castello Barbò
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
SindacoMauro Barelli (lista civica Un progetto in comune) dal 5-6-2016
Territorio
Coordinate45°28′N 9°52′E / 45.466667°N 9.866667°E45.466667; 9.866667 (Pumenengo)
Altitudine106 m s.l.m.
Superficie10,12 km²
Abitanti1 703[2] (30-11-2023)
Densità168,28 ab./km²
Frazioninessuna[1]
Comuni confinantiCalcio, Fontanella, Roccafranca (BS), Rudiano (BS), Torre Pallavicina
Altre informazioni
Cod. postale24050
Prefisso0363
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016177
Cod. catastaleH091
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 251 GG[4]
Nome abitantipumenenghesi
Patronosan Pietro e san Paolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pumenengo
Pumenengo
Pumenengo – Mappa
Pumenengo – Mappa
Posizione del comune di Pumenengo nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Pumenengo [pumeˈnɛŋɡo , pumeˈneŋɡo] (Pömenèngh [pømɛˈnɛŋk] o Pümenèngh [pymɛˈnɛŋk] in dialetto bergamasco[5]) è un comune italiano di 1 703 abitanti[2] della provincia di Bergamo in Lombardia.

Situato nella pianura orientale bergamasca, al confine con la provincia di Brescia, dista circa 34 chilometri a sud-est dal capoluogo orobico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le poche informazioni inerenti alla storia di Pumenengo riguardano quasi unicamente l'epoca medievale. Prima di questa si presume che il territorio fosse interessato da piccoli insediamenti Longobardi, o quantomeno avrebbe potuto essere compreso nelle corti da loro fondate, come si evince dal significato del toponimo: Pumenengo, difatti sta a significare proprietà di Pumeno, con la caratteristica desinenza longobarda -engo.

Al termine della dominazione longobarda, sul territorio si verificò l'arrivo dei Franchi. Furono questi ultimi a creare i presupposti per la formazione del Sacro Romano Impero, i cui reggenti governarono le sorti del paese per tutta l'epoca medievale.

Si sa che questi territori vennero donati in feudo, unitamente alle zone circostanti, al vescovo di Cremona già nell'XI secolo.

Fu però con l'arrivo della signoria dei Barbò che il borgo ebbe un periodo di notorietà, durante il quale, risentendo delle lotte di fazione tra guelfi e ghibellini, ritenne necessario dotarsi di numerosi edifici fortificati. Tra questi il principale era indubbiamente il castello dei conti Barbò, facente parte di una serie di fortificazioni poste a difesa delle rive occidentali del fiume Oglio, da sempre terra di confine tra entità politiche, e conseguentemente sede di scontri volti ad ottenerne il predominio.

Questa zona fu spartiacque anche tra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano, tanto da essere considerata una vera e propria zona franca, chiamata Calciana, in sostanza quasi uno Stato indipendente amministrato dai signori di Calcio, Pumenengo, Urago, Torre Pallavicina e comprendente anche la parte sud di Cividate, esente da tasse e da ogni obbligo verso lo Stato centrale. E come in tutte le zone di confine, notevole era il contrabbando praticato nonostante le rigide leggi che lo vietavano, pena dure sanzioni, anche se per gli abitanti stessi questa era una delle principali fonti di sostentamento.

La totale esenzione dalle tasse durò fino verso la fine del XVIII secolo, mentre pochi decenni più tardi si verificò il passaggio alla Repubblica Cisalpina. La nuova dominazione revocò tutti i privilegi riservati al paese, che fu annesso al dipartimento facente a capo a Bergamo, ed unito amministrativamente ai vicini comuni di Calcio e Torre Pallavicina.

Nel XX secolo il paese ha subito la crisi del settore agricolo che, non compensata dall'evoluzione industriale, lo ha nuovamente relegato a ruolo marginale nell'economia della bassa bergamasca.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 30 luglio 2023. [6][7]

«Di rosso, al castello del Comune di Pumenengo d'argento, murato di nero, visto di prospettiva, merlato alla ghibellina di sei pezzi visibili, tre per lato, finestrato sul lato destro di tre pezzi rettangolari, stretti e lunghi ordinati in fascia di nero, aperto del campo, sul lato sinistro finestrato di un pezzo più largo e più corto di nero, aperto dello stesso, detto fastigio sormontato da un arpione di nero, fiancheggiato da due boschi al naturale, il tutto fondato sulla campagna d'oro, attraversata dal fiume Oglio al naturale posto in fascia. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma rappresenta la torre di Pumenengo, vista di spigolo, murata di nero, fondata sulla campagna d'oro, attraversata dal fiume al naturale; agli alberi al naturale nodriti sulla campagna.[8] Il gonfalone è un drappo troncato di giallo e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili e militari[modifica | modifica wikitesto]

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Castello Barbò

Il castello di Pumenengo sorge su un terrapieno posto a ridosso della vallata che conduce al fiume Oglio; è inoltre lambito dal Naviglio Pallavicino, che poi continua nel suo percorso verso Cremona.

La storia di questo edificio è fortemente legata a quella della signora di Milano Beatrice Regina della Scala, che acquistò questo territorio, insieme a quello di Calcio e di Floriano, la cosiddetta Calciana Inferiore, da tale Cabriolo Aliprandi nel 1366, che a sua volta lo aveva ricevuto in permuta dai monaci del convento di San Lorenzo di Cremona due anni prima. Benché la signora di Milano abbia fatto erigere diversi castelli nei suoi territori, ad esempio quello di Pandino, come struttura di villeggiatura, nessun documento attesta che il castello di Pumenengo sia stato voluto da lei; è molto probabile invece che esistesse una fortificazione risalente al XII secolo, resasi necessaria a causa dei continui conflitti con il borgo di Rudiano, per motivi legati al passaggio sul fiume. Regina della Scala[9], nel tentativo di far ripartire da un punto di vista economico e sociale i suoi possedimenti, ottenne dal marito Bernabò Visconti delle agevolazioni fiscali che sarebbero durate fino al 1796. Tutto questo non servì a rilanciare l'economia del territorio e fu così che la signora di Milano, fra il 1380 e il 1382, smembrò e vendette il suo feudo ad alcune famiglie nobili[9], che avevano il compito di gestire insieme la Calciana Inferiore, dando vita al cosiddetto "Condominio", dove varranno sempre le agevolazioni fiscali volute dalla precedente proprietaria. Pumenengo venne ceduta alla famiglia di origine soncinese dei Barbò, che subito si insediarono nel castello[9] e vi rimasero fino agli inizi del XX secolo.

Durante le dispute tra Filippo Maria Visconti e la Serenissima, il castello di Pumenengo subì un'occupazione da parte di Gianfrancesco Gonzaga.[9]

La posizione sul terrapieno ha fortemente condizionato la planimetria dell'edificio: a differenza di altri castelli di pianura, che presentano una pianta quadrata con una torre per ogni angolo, il castello di Pumenengo ha una pianta trapezoidale, con sole tre torri. Per supplire alla mancanza della torre sud-est si è provveduto a rinforzare il muro con una massiccia scarpatura. Tutto l'edificio è circondato da fossato. L'ingresso si trova ad ovest e permetteva l'ingresso in un rivellino, ancora ben conservato. L'accesso avveniva mediante un ponte levatoio, oggi sostituito da un ponte fisso, e da una pusterla, oggi murata. Oltre il rivellino si apriva la corte interna del castello, su cui si affaccia la torre di nord-ovest, un tempo utilizzata come prigione, cui si accedeva per mezzo di una scala esterna. La famiglia Barbò ha vissuto esclusivamente nell'ala meridionale dell'edificio, apportandovi delle modifiche: nelle sale che oggi ospitano la biblioteca si possono ammirare i soffitti con volte ad ombrello risalenti al XVII secolo; nel seminterrato si trova una grande sala rettangolare voltata a botte, che affianca la cappella castellana, che conserva al suo interno degli affreschi piuttosto rovinati, risalenti con tutta probabilità al XVI secolo. I piani superiori invece conservano decorazioni del XIX secolo con vedute del complesso.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della parrocchiale

La chiesa parrocchiale settecentesca, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, era originariamente una cappella gentilizia dell'attiguo castello. Fu ampliata nel XVIII secolo, quando venne destinata ad uso pubblico. All'interno si possono trovare opere di alto pregio.

In direzione di Calcio si trova il Santuario della Madonna della Rotonda che, opera di Pellegrino Tibaldi, fu costruito in seguito a un'apparizione mariana avvenuta, secondo la tradizione, nel 1585[10]. All'interno sono presenti dipinti di Giulio, Vincenzo e Antonio Campi.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Pumenengo - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2023 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  6. ^ Pumenengo (Bergamo) D.P.R. 30/07/2021 concessione di Stemma e Gonfalone, su presidenza.governo.it.
  7. ^ Il prefetto Forlenza consegna stemma e gonfalone al Confine di Pumenengo [collegamento interrotto], su Prefettura di Bergamo. URL consultato il 3 marzo 2023.
  8. ^ Pumenengo, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 3 marzo 2023.
  9. ^ a b c d Contino, Castello di Pumenengo.
  10. ^ Cammilleri, p. 240.
  11. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Angelo Contino, Castelli in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1982.
  • Calcio e la signoria della Calciana, Caproni Riccardo, Pagani Roberto, Amministrazione comunale di Calcio, San Paolo d'Argon, Industrie grafiche Pezzini, 1990, pp. 25–32.
  • Castra Bergomensia. Castelli e architetture fortificate di Bergamo e provincia, Monumenta Bergomensia, LXXI, Clusone, Ferrari Grafiche, 2004, pp. 430–437.
  • Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Bergamo: accedi alle voci di Wikipedia su Bergamo e sul suo territorio