Campionato mondiale di Formula 1 1979

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Campionato mondiale di Formula 1 1979
Edizione n. 30 del Campionato mondiale di Formula 1
Dati generali
Inizio21 gennaio
Termine7 ottobre
Prove15
Titoli in palio
PilotiBandiera del Sudafrica Jody Scheckter
su Ferrari 312 T3 e Ferrari 312 T4
CostruttoriBandiera dell'Italia Ferrari
Altre edizioni
Precedente - Successiva
Edizione in corso
Jody Scheckter fu il primo, e per ora unico, pilota africano ad aggiudicarsi il titolo mondiale piloti.

Il campionato mondiale di Formula 1 1979 organizzato dalla FIA è stato, nella storia della categoria, il 30° ad assegnare il Campionato Piloti e il 22° ad assegnare il Campionato Costruttori. È iniziato il 21 gennaio e terminato il 7 ottobre, dopo 15 gare, una in meno della stagione precedente. Il titolo dei piloti è andato per la prima volta a Jody Scheckter e il titolo costruttori per la sesta volta alla Ferrari.

La pre-stagione[modifica | modifica wikitesto]

Il calendario[modifica | modifica wikitesto]

Il numero di gran premi scese di un'unità rispetto al 1978: inizialmente in calendario vi era anche il Gran Premio di Svezia, previsto per il 16 giugno.[1] Il Gran Premio di Spagna scambiò il suo posizionamento in calendario con il Gran Premio di Monaco, tornando così prima gara iridata in Europa della stagione. Il Gran Premio di Watkins Glen tornò invece ultima gara stagionale, al posto del Gran Premio del Canada.

Gara Nome ufficiale del gran premio Circuito Sede Data Ora Diretta TV
Locale UTC ITA
1 Bandiera dell'Argentina Gran Premio de la Republica Argentina Autódromo Municipal Ciudad de Buenos Aires Buenos Aires 21 gennaio 14:30 17:30 18:30 Rete 2
2 Bandiera del Brasile Grande Prêmio do Brasil Circuito di Interlagos San Paolo 4 febbraio 12:00 15:00 16:00
3 Bandiera del Sudafrica The Simba Grand Prix of South Africa Circuito di Kyalami Midrand 3 marzo 14:15 12:15 13:15 Rete 1
4 Bandiera degli Stati Uniti Lubi Lon United States Grand Prix West[2] Circuito di Long Beach Long Beach 8 aprile 13:00 19:00 22:00
5 Bandiera della Spagna Gran Premio de España Circuito permanente del Jarama San Sebastián de los Reyes 29 aprile 15:00 14:00 15:00 Rete 2
6 Bandiera del Belgio Grote Prijs van Belgie Circuito Terlaemen di Zolder Heusden-Zolder 13 maggio 15:00 14:00 15:00
7 Bandiera di Monaco Grand Prix Automobile de Monaco Circuito di Monte Carlo Monaco 27 maggio 15:30 13:30 15:30 Rete 2 / Telemontecarlo
8 Bandiera della Francia Grand Prix de France Circuito di Digione-Prenois Prenois 1º luglio 14:00 12:00 14:00 Rete 2
9 Bandiera del Regno Unito Marlboro British Grand Prix Circuito di Silverstone Silverstone 14 luglio 15:00 13:00 15:00 Rete 1
10 Bandiera della Germania Großer Preis von Deutschland Hockenheimring Hockenheim 29 luglio 14:00 12:00 14:00 Rete 2
11 Bandiera dell'Austria Großer Preis von Österreich Österreichring Spielberg bei Knittelfeld 12 agosto 13:30 11:30 13:30 Non trasmesso[3]
12 Bandiera dei Paesi Bassi Grote Prijs van Nederland Zandvoort Park Zandvoort 26 agosto 15:00 13:00 15:00 Rete 2
13 Bandiera dell'Italia Gran Premio d'Italia Autodromo nazionale di Monza Monza 9 settembre 15:30 13:30 15:30
14 Bandiera del Canada Grand Prix du Canada Circuit de l'île Notre-Dame Montréal 30 settembre 14:30 18:30 19:30
15 Bandiera degli Stati Uniti Toyota Grand Prix of the United States[4] Watkins Glen International Watkins Glen 7 ottobre 14:05[5] 18:05 19:05 Non trasmesso

Accordi e fornitori[modifica | modifica wikitesto]

Un motore Ford Cosworth DFV montato sulla Ligier. La casa francese nel 1979 adottò il DFV dopo l'abbandono della Matra.

La Matra, che nel 1978 aveva fornito i suoi motori V12 alla Ligier, abbandonò il mondiale. La scuderia francese adottò, in sostituzione, il tradizionale V8 Ford Cosworth DFV.[6]

La Brabham divenne così la sola scuderia a non essere fornita dalla Ford Cosworth ma dall'Alfa Romeo, sempre tenendo conto che la Ferrari e la Renault costruivano in proprio il propulsore. Il rapporto tra Brabham e Alfa, che scadeva al termine del 1978, venne rinnovato[7] pur nell'incertezza del team inglese, scontento della volontà della casa milanese di far debuttare una propria monoposto.[8] Nel Gran Premio del Canada, infine, la Brabham abbandonò i motori dell'Alfa Romeo e tornò a utilizzare il tradizionale Ford Cosworth DFV.

Non vi furono novità in merito agli pneumatici. Tutte le scuderie, con le sole eccezioni di Ferrari e Renault appoggiate dalla Michelin, continuarono il loro rapporto con la Goodyear. La casa statunitense fornì gratuitamente gli pneumatici a nove scuderie soltanto: Arrows, Brabham, Copersucar-Fittipaldi, Ligier, Lotus, McLaren, Tyrrell, Williams e Wolf. La Goodyear decise inoltre di privilegiare nella fornitura degli pneumatici "superveloci" da qualifica, i piloti meglio classificatisi nel 1978 con le sue coperture (Mario Andretti, Niki Lauda, Patrick Depailler e John Watson), oltre ai tre migliori nella prima sessione di prove di ciascun gran premio.[9] L'Alfa Romeo venne gommata dalla Goodyear, anche se inizialmente venne prospettato l'impiego delle gomme Michelin.[10]

La Lotus venne sponsorizzata dalla Martini Racing e adottò una livrea verde.

Nel corso del weekend del Gran Premio di Germania 1978 venne annunciata la nascita del campionato ProCar quale supporto delle gare di Formula 1, a partire dalla stagione 1979. Il campionato utilizzava vetture BMW M1, e impiegava anche piloti della massima formula.[11] Le gare si tenevano, per lo più, sulle stesse piste europee del mondiale di Formula 1, al sabato pomeriggio, dopo la fine delle sessioni di prova della massima formula.

In merito agli abbinamenti commerciali, la First National City Bank, decise di limitare il suo piano di sponsorizzazioni all'America; per tale ragione terminò l'appoggio alla Tyrrell.[12] La casa britannica venne avvicinata all'accordo con la Martini & Rossi,[13] che invece poi sponsorizzò la Lotus. La Martini tornò in Formula 1, come sponsor, dopo una stagione di assenza, firmando un contratto biennale da due miliardi di lire.[14] La Tyrrell, in assenza di sponsorizzazione, decise di affittare, gran premio per gran premio, la pubblicità sulle sue monoposto, con una tariffa di 50.000 dollari per gara.[15] Dal Gran Premio del Belgio la scuderia poi ottenne l'appoggio della Candy, azienda italiana produttrice di elettrodomestici.[16]

L'Arrows confermò l'accordo con la Warsteiner, azienda tedesca produttrice di birra, per 750.000 sterline.[17]

Scuderie e Piloti[modifica | modifica wikitesto]

Scuderie[modifica | modifica wikitesto]

Arturo Merzario, qui nel GP d'Argentina, proseguì nel suo impegno come costruttore.

Si mise in dubbio la partecipazione dell'Arrows al campionato, in seguito alla vicenda della copiatura della vettura della Shadow, per la quale era stata condannata nel 1978. Si prospettò l'ipotesi che all'Arrows potesse essere ritirata la licenza.[17]

La Surtees abbandonò il mondiale di F1 al termine della stagione 1978. La casa britannica, che aveva esordito nel Gran Premio di Gran Bretagna 1970 come costruttore autonomo, con lo stesso John Surtees alla guida, aveva ottenuto, in nove stagioni, 2 podi, tre giri veloci e 53 punti. Il miglior risultato in una gara iridata erano stati il secondo posto di Mike Hailwood nel Gran Premio d'Italia 1972. Con lo stesso John Surtees al volante aveva vinto l'International Gold Cup 1970 e 1971, gare però non valide per il campionato. John Surtees giustificò la decisione per la difficoltà di trovare un buon pilota, da cui derivava l'impossibilità di comunicare alla CSI la composizione della squadra entro il 1º dicembre 1978, e per la politica seguita dalla Goodyear nell'allocazione degli pneumatici. La scuderia confermò però il suo impegno ancora per la Formula Aurora.[18]

Uscirono dal mondiale quasi tutte le scuderie private, che impiegavano telai costruiti da altri. Rimase la sola Rebaque, che si affidò inizialmente a una Lotus 79-Ford Cosworth, vettura che nella stagione 1978 aveva vinto il titolo piloti con Mario Andretti, e quello per i costruttori. Héctor Rebaque aveva annunciato di avere un'opzione per la fornitura delle vetture britanniche fino al 1981.[19]

Nel Gran Premio di Spagna fece il suo esordio nel mondiale la scuderia tedesca Willi Kauhsen Racing Team. La scuderia, che avrebbe dovuto fare già il suo esordio nel corso del mondiale 1978, utilizzando un telaio fornito dalla giapponese Kojima,[20] era stata esclusa inizialmente per non aver saldato la tassa d'iscrizione al campionato, che era di 30.000 dollari, per tutte le scuderie che non avevano marcato punti nel mondiale precedente. L'importo veniva comunque restituito al termine della stagione.[21] Una volta saldata la tassa d'iscrizione, e la multa, la scuderia tedesca venne ammessa a partecipare al mondiale, anche se senza la possibilità di marcare punti validi per la classifica piloti e la Coppa Costruttori.[22] L'avventura della scuderia tedesca durò soli due gran premi, poi il materiale venne acquistato dalla Merzario.

Nel successivo Gran Premio di Zolder l'Alfa Romeo tornò in Formula 1 direttamente come costruttore. L'ultima apparizione risaliva al Gran Premio di Spagna 1951. L'Alfa tornò nel campionato utilizzando la struttura dell'Autodelta, nome ufficiale della scuderia al mondiale.[23] L'Alfa saltò il gran premio di Monaco, così come il Team Rebaque. La casa milanese saltò anche il GP di Gran Bretagna, il GP di Germania, pur avendo precedentemente annunciato la sua presenza a Hockenheim,[24] il Gran Premio d'Austria e il Gran Premio d'Olanda.

L'Alfa tornò solo nel Gran Premio d'Italia ove la Rebaque presentò per la prima volta la vettura costruita in proprio, che sostituiva la Lotus 79, fino a quel momento utilizzata.

Piloti[modifica | modifica wikitesto]

Elio De Angelis esordì in F1 nel Gran Premio d'Argentina 1979 al volante di una Shadow.

Il "mercato" fu caratterizzato da una vera e propria girandola di piloti. Il 17 agosto 1978 era stato ufficializzato il passaggio di Jody Scheckter dalla Wolf alla Scuderia Ferrari per la stagione 1979.[25] Si prospettò inizialmente che Gilles Villeneuve potesse prenderne il posto nella scuderia canadese ma,[26] a sorpresa, fu invece Carlos Reutemann ad abbandonare la scuderia di Maranello. L'argentino passò alla Lotus (dove venne preferito a Clay Regazzoni e Bruno Giacomelli),[27] per affiancare il campione del mondo uscente, Mario Andretti. L'italoamericano, dal canto suo, annunciò un accordo con la Lotus fino alla stagione 1981.[28]

Alla Wolf, al posto di Scheckter, arrivò James Hunt. In McLaren, a far coppia con Patrick Tambay sarebbe dovuto giungere Ronnie Peterson, ma il pilota svedese morì a causa delle ferite riportare in un incidente nel corso del Gran Premio d'Italia 1978.[29] Venne così messo sotto contratto il nordirlandese John Watson, che lasciò il suo volante della Brabham al giovane brasiliano Nelson Piquet. Piquet, che già aveva corso con la scuderia di Bernie Ecclestone il Gran Premio del Canada 1978, venne ingaggiato anche grazie all'apporto di una sponsorizzazione da 500.000 dollari.[30]

Nel corso del fine settimana del Gran Premio del Canada 1978 Clay Regazzoni annunciò il suo passaggio alla Williams per la stagione. Frank Williams affermò che la sua scelta era ricaduta su Regazzoni in luogo della sua esperienza, preferendolo così a Bruno Giacomelli. La scuderia britannica confermò anche Alan Jones, impiegando perciò due vetture nella stagione.[31]

Anche la Ligier passò a due vetture: a Jacques Laffite venne affiancato Patrick Depailler, impegnato nel 1978 con la Tyrrell. Alla casa britannica giunse Jean-Pierre Jarier (impiegato in vari gran premi nel 1978 da ATS e Lotus a far coppia con Didier Pironi). La Renault confermò Jean-Pierre Jabouille affiancandogli René Arnoux, che nella stagione precedente aveva esordito con la Martini, e corso anche per la Surtees. Furono ben 7 i piloti francesi al via del mondiale.

Il tedesco Jochen Mass abbandonò l'ATS e passò all'Arrows, dove rimase invece Riccardo Patrese, che affermò di aver rifiutato un'offerta dell'Alfa Romeo.[32] Mass fu sostituito dall'altro tedesco Hans-Joachim Stuck, che nel 1978 aveva corso per la Shadow. Quest'ultima si affidò a due debuttanti: l'olandese Jan Lammers (che aveva vinto nel 1978 il campionato europeo di F3) e il romano Elio De Angelis, che si era imposto nel campionato italiano di F3 1977 e aveva disputato, nel 1978, il campionato europeo di F2.

Nel Gran Premio di Spagna la neoentrata Kauhsen si affidò a Gianfranco Brancatelli, pilota torinese all'esordio nel mondiale, con una certa esperienza in Formula 2. Inizialmente la Kauhsen aveva utilizzato come pilota, nei test, il belga Patrick Nève.[21]

Dal GP di Zolder l'Alfa Romeo impiegò Bruno Giacomelli, pilota con già con 6 gran premi alle spalle, nel biennio 1977-1978, alla McLaren. Nel Gran Premio di Monaco il pilota torinese Gianfranco Brancatelli, sostituì l'infortunato Arturo Merzario (il comasco subì un infortunio alla mano destra all'officina di Carate Brianza e dovette portare il gesso per tre settimane).[33] Inizialmente il posto era stato offerto a Vittorio Brambilla, ma il monzese non aveva accettato l'invito.[34]

Jacky Ickx, qui impegnato a Monza, sostituì l'infortunato Patrick Depailler alla Ligier.

Il 3 giugno Patrick Depailler si procurò fratture multiple al femore, alla caviglia e alla mano destra durante un'escursione in deltaplano sul Puy-de-Dôme, vicino a Clermont-Ferrand;[35] con una prognosi di circa tre mesi a parte il recupero,[35] la sua stagione di fatto terminò e la Ligier dovette cercare un sostituto, trovato nell'esperto belga Jacky Ickx (con all'attivo già 106 gran premi disputati),[36] che mancava nel campionato mondiale di F1 dal Gran Premio di Svezia 1978 corso con l'Ensign. Inizialmente sembrò che la Ligier fosse orientata a preferire un pilota francese, Michel Leclère.[37]

Dopo aver annunciato già a marzo[38] la sua volontà di abbandonare la F1 al termine della stagione James Hunt, a giugno, decise il suo ritiro immediato dalle competizioni;[39] la Wolf ingaggiò così Keke Rosberg, che aveva già disputato nove gran premi nel corso della stagione 1978 con Theodore Racing (utilizzando in tre occasioni un telaio della Wolf) e ATS.

Dal Gran Premio di Francia Arturo Merzario tornò al volante della sua vettura, ormai ristabilito, e così fece anche Héctor Rebaque, che presentò nuovamente la sua Lotus 79 privata. All'Ensign il francese Patrick Gaillard prese il posto di Derek Daly, che aveva rotto il contratto con la casa inglese.[40] Gaillard, all'esordio nella massima formula, era giunto terzo nel campionato europeo di F3 1978. Si rivide anche l'Alfa, sempre con Bruno Giacomelli quale unico pilota.

Jean-Pierre Jarier della Tyrrell non poté prendere parte al Gran Premio di Germania per un'epatite. Inizialmente venne indicato come suo sostituto Bruno Giacomelli, che fino a quel momento era stato l'unico pilota presentato dall'Alfa. Proprio la casa milanese, pur non presente all'evento, pose un veto alla sua partecipazione.[41] La Tyrrell decise così di impiegare Geoff Lees, pilota britannico che però non era fornito di licenza per correre in F1, che gli venne però rapidamente concessa.[42] Lees aveva tentato, senza successo, di qualificarsi al Gran Premio di Gran Bretagna 1978 con l'Ensign. Nella gara seguente Lees venne sostituito da Derek Daly, che a inizio stagione aveva corso per l'Ensign. Dopo due gare d'assenza, al Gran Premio d'Olanda Jarier tornò a essere il pilota della Tyrrell.

A Monza l'Ensign fece esordire lo svizzero Marc Surer, mentre l'Alfa portò due vetture: una per Giacomelli, e una per Vittorio Brambilla, che mancava dall'incidente dell'edizione 1978. Nel gran premio seguente, in Canada, la Tyrrell affidò una terza vettura a Derek Daly, già impiegato in Austria, sulla quale venne montata una telecamera. La Copersucar iscrisse una seconda vettura, per Alex-Dias Ribeiro, pilota brasiliano che mancava dal mondiale dal Gran Premio del Giappone 1977. A causa dell'alto numero di iscritti gli organizzatori volavano effettuare delle prequalifiche, alle quali sarebbero state costrette anche le due Alfa Romeo. La casa milanese decise perciò in un primo momento di ritirarsi dal gran premio;[43][44] successivamente si giunse a un compromesso in cui alla casa venne concesso di partecipare alle prove del sabato ma con una sola vettura. Venne così scelto il solo Bruno Giacomelli, che però declinò l'invito adducendo la non perfetta preparazione della vettura, dovuta all'assenza di prove libere. Fu così Vittorio Brambilla a prenderne il posto.[44]

Dopo la prima sessione di prove libere, dove aveva ottenuto il diciottesimo tempo, Niki Lauda annunciò il suo ritiro immediato dalle corse,[45] per dedicarsi alla sua compagnia aerea, la Lauda Air.

Lauda aveva corso 114 gran premi iridati, con 17 successi (più due vittorie non titolate), 24 pole, 16 giri veloci e si era laureato campione del mondo piloti nel 1975 e 1977 con la Ferrari. Il pilota austriaco venne sostituito da Ricardo Zunino, pilota argentino all'esordio in F1, presente a Montréal come spettatore.[43] Zunino venne confermato anche per il gran premio seguente, quello degli USA-Est.

Tabella riassuntiva[modifica | modifica wikitesto]

I seguenti piloti e costruttori presero parte al campionato del mondo di Formula 1 nella stagione 1979.

Team Costruttore Telai Motore Gomme No Piloti
Bandiera del Regno Unito Martini Racing Team Lotus Lotus-Ford 79
80
Ford Cosworth DFV G 1 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti
2 Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann
Bandiera del Regno Unito Team Tyrrell
Bandiera del Regno Unito Candy Tyrrell Team[46]
Tyrrell-Ford 009 Ford Cosworth DFV G 3 Bandiera della Francia Didier Pironi
4 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jarier
Bandiera del Regno Unito Geoff Lees
Bandiera dell'Irlanda Derek Daly
33 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly
Bandiera del Regno Unito Parmalat Racing Team Brabham-Alfa Romeo BT46BT48 Alfa Romeo 115-12

Alfa Romeo 1260

G 5 Bandiera dell'Austria Niki Lauda
Bandiera dell'Argentina Ricardo Zunino
Brabham-Ford BT49 Ford Cosworth DFV 6 Bandiera del Brasile Nelson Piquet
Bandiera del Regno Unito Marlboro Team McLaren
Bandiera del Regno Unito Löwenbräu Team McLaren[47]
McLaren-Ford M26
M28
M29
Ford Cosworth DFV G 7 Bandiera del Regno Unito John Watson
8 Bandiera della Francia Patrick Tambay
Bandiera della Germania ATS Wheels ATS-Ford D2
D3
Ford Cosworth DFV G 9 Bandiera della Germania Hans-Joachim Stuck
Bandiera dell'Italia Scuderia Ferrari SpA SEFAC Ferrari 312T3
312T4
312T4B
Ferrari Tipo 015 M 11 Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter
12 Bandiera del Canada Gilles Villeneuve
Bandiera del Brasile Fittipaldi Automotive Fittipaldi-Ford F5A
F6
F6A
Ford Cosworth DFV G 14 Bandiera del Brasile Emerson Fittipaldi
19 Bandiera del Brasile Alex Ribeiro
Bandiera della Francia Équipe Renault Elf Renault RS01
RS10
Renault-Gordini EF1 M 15 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille
16 Bandiera della Francia René Arnoux
Bandiera del Regno Unito Samson Shadow Racing Team
Bandiera del Regno Unito Interscope Shadow Racing Team
Shadow-Ford DN9 Ford Cosworth DFV G 17 Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers
18 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis
Bandiera del Canada Olympus Cameras Wolf Racing Wolf-Ford WR7
WR8
WR9
Ford Cosworth DFV G 20 Bandiera del Regno Unito James Hunt
Bandiera della Finlandia Keke Rosberg
Bandiera del Regno Unito Team Ensign Ensign-Ford MN177
MN179
Ford Cosworth DFV G 22 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly
Bandiera della Francia Patrick Gaillard
Bandiera della Svizzera Marc Surer
Bandiera dell'Italia Team Merzario Merzario-Ford A1B
A2
A4
Ford Cosworth DFV G 24 Bandiera dell'Italia Arturo Merzario
Bandiera dell'Italia Gianfranco Brancatelli
Bandiera della Francia Ligier Gitanes Ligier-Ford JS11 Ford Cosworth DFV G 25 Bandiera della Francia Patrick Depailler
Bandiera del Belgio Jacky Ickx
26 Bandiera della Francia Jacques Laffite[48]
Bandiera del Regno Unito Albilad-Saudia Racing Team Williams-Ford FW06
FW07
Ford Cosworth DFV G 27 Bandiera dell'Australia Alan Jones
28 Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni
Bandiera del Regno Unito Warsteiner Arrows Racing Team Arrows-Ford A1B
A2
Ford Cosworth DFV G 29 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese
30 Bandiera della Germania Jochen Mass
Bandiera del Regno Unito Team Rebaque Lotus-Ford 79 Ford Cosworth DFV G 31 Bandiera del Messico Héctor Rebaque
Rebaque-Ford HR100
Bandiera dell'Italia Autodelta Alfa Romeo 177
179
Alfa Romeo 1260
Alfa Romeo 115-12
G 35 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli
36 Bandiera dell'Italia Vittorio Brambilla
Bandiera della Germania Willi Kauhsen Racing Team Kauhsen-Ford WK1 Ford Cosworth DFV G 36 Bandiera dell'Italia Gianfranco Brancatelli

Circuiti e gare[modifica | modifica wikitesto]

Non vi furono novità tra i circuiti e le gare previste dal mondiale. Saltò solo il Gran Premio di Svezia. Vi furono invece i soliti cambi di sede, dovuti all'alternanza fra circuiti della stessa nazione. Il Circuito di Silverstone tornò a ospitare il Gran Premio di Gran Bretagna, al posto di quello di Brands Hatch, così come il Circuito di Digione-Prenois fu sede del Gran Premio di Francia in luogo del Paul Ricard. Anche il Gran Premio del Brasile si tenne nuovamente sul Circuito di Interlagos, che prese il posto di quello di Jacarepaguà. La gara sudamericana fu però in dubbio per problemi finanziari.[49] Il tracciato venne modificato leggermente alle curve do Sol, Sargento e Mergulho, portando la lunghezza a 7,873 km.[50]

Il 22 maggio venne annunciato l'annullamento del Gran Premio di Svezia, a seguito della decisione della FISA di non considerarlo più valido quale prova iridata, a causa del ritardo degli organizzatori nel fornire le garanzie economiche previste. Tale decisione aveva, a sua volta, dissuaso i possibili finanziatori della gara svedese. Il numero di gare totali della stagione scendeva a 15.[51] La FISA non accettò l'accordo che era stato trovato tra gli organizzatori e Bernie Ecclestone, e segnalò anche altre anomalie in merito alla tenuta della prova.[52]

Il Zandvoort Park venne leggermente modificato all'altezza delle Hondenvlak, un velocissimo sinistra-destra da affrontare ad acceleratore completamente aperto che destava preoccupazioni per la sicurezza da parte degli organizzatori. I gestori del circuito, visto il brevissimo preavviso, risposero intervenendo sulla seconda Hondenvlak e realizzando una chicane temporanea. Questa nuova chicane venne criticata da molti piloti, tra cui Clay Regazzoni, che accusò Jody Scheckter, pilota a capo della commissione sicurezza, per come la stessa era stata concepita, sia perché non rallentava sufficientemente le vetture, sia per l'altezza dei cordoli, che potevano fungere da trampolino per le vetture.[53]

Le problematiche ambientali e la scadenza dell'accordo tra i Comuni di Monza e Milano con la SIAS, la società che gestiva l'Autodromo di Monza, al 31 dicembre 1978, misero in dubbio la prosecuzione dell'attività sportiva sul tracciato monzese. Il 5 settembre 1978, con un comunicato congiunto, i due comuni coinvolti annunciarono di volere prolungare di un anno il contratto con la SIAS per la gestione del circuito.[54] L'8 settembre 1978, comunque, l'AC Milano presentò il progetto per la costruzione di un nuovo autodromo, il Monza 2, che avrebbe sostituito l'autodromo presente, qualora l'attività sportiva sullo stesso fosse stata vietata per ragioni ambientali. Il tracciato, lungo 6,975 km, avrebbe ricalcato il disegno di quello del vecchio autodromo e sarebbe stato costruito in una zona ancora da individuare, a Nord di Milano.[55]

Il 26 ottobre 1978 l'Automobile Club di Bologna annunciò l'accordo con Bernie Ecclestone, capo della FOCA, per la tenuta di un gran premio sul Circuito di Imola per tre stagioni. L'annuncio venne criticato dall'ACI, che si considerava l'unico soggetto intitolato per chiudere un tale accordo, così come dalla Commissione Sportiva Internazionale, unico ente predisposto per l'omologazione dei circuiti.[56] Ecclestone giustificò la scelta, che avrebbe eliminato il Circuito di Monza dal calendario, non essendo previsti due gran premi in Italia, con la scarsa qualità delle strutture del tracciato brianzolo e dalla mancata progettazione dei lavori richiesti.[57] Il presidente dell'ACI, Filippo Carpi de Resmini, ribadì la scelta del suo ente per far disputare il gran premio a Monza, accusando Ecclestone di voler gestire in proprio il Gran Premio d'Italia.[58] Il 13 aprile 1979 vi fu un accordo per tenere il Gran Premio d'Italia a Monza e svolgere una gara fuori campionato a Imola, che a sua volta, avrebbe ospitato il gran premio nazionale nel 1980, introducendo quindi un'alternanza fra le due strutture.[59]

Il tracciato brianzolo subì degli aggiornamenti. Venne ampliata la zona dei parcheggi sul retro del paddock e vennero costruiti nuovi box. La corsia dei box stessa venne ampliata a 11 metri di larghezza, contro i 9 precedenti. Sul rettilineo di partenza, onde evitare possibili imbottigliamenti al via, come accaduto nel tragico Gran Premio d'Italia 1978, dovuti al taglio da parte dei piloti della linea bianca che delimitava il tracciato, vennero inseriti nell'asfalto dei piccoli coni di gomma. Nel regolamento della gara venne anche stabilito che chi avesse superato la linea sarebbe stato penalizzato di un minuto. Vennero poi ampliate parti della pista, come la prima chicane, e molte vie di fuga, sia alla Curva Grande che alle Lesmo. Nei punti più pericolosi vennero anche sistemate della barriere fatte con gli pneumatici, per meglio assorbire gli eventuali impatti delle vetture contro il guardrail. Vennero infine abbattute delle piante alla Ascari per garantire maggiore visibilità e la stessa banchina venne arretrata.[60]

Il Gran Premio d'Italia venne premiato per la prima volta col Race Promoters' Trophy , quale gran premio meglio organizzato nella stagione.

Venne prospettata anche la tenuta di un gran premio in Australia, che però non ebbe seguito.[61] Ecclestone annunciò anche la possibilità che un gran premio potessere essere disputato nell'Est Europa, localizzato probabilmente in Unione Sovietica.[62]

Modifiche al regolamento[modifica | modifica wikitesto]

Regolamento tecnico[modifica | modifica wikitesto]

La Williams FW07 fu la dominatrice della seconda parte della stagione. Nella corsa al titolo il nuovo regolamento però penalizzava la scuderia inglese per i pochi punti ottenuti nella prima parte del campionato.

La Commissione Sportiva Internazionale fissò a Zandvoort, durante il fine settimana del Gran Premio d'Olanda 1978, una riunione per la decisione definitiva in merito alla regolarità dei vari accorgimenti aerodinamici presentati dalle scuderie di F1 negli ultimi tempi.[63] La CSI decise di bandire, dal 1º gennaio 1979, l'utilizzo delle "minigonne", accogliendo la proposta dell'ing. Enrico Benzing. Una sottocommissione venne incaricata di studiare un nuovo regolamento.[64] La decisione venne contrastata dalla FOCA, l'associazione dei costruttori, che minacciò di presentarsi al via del campionato senza tener conto di tale divieto, avendo già progettato le monoposto per la stagione 1979.[65] Successivamente la CSI rivide la sua posizione e rinviò a data da destinarsi l'applicazione di tale messa al bando.[66] Si ribadì il divieto di appendici aerodinamiche mobili, ma si permise che le appendici esistenti avessero un perimetro continuo libero non superiore al 20% della loro lunghezza.[67]

Regolamento sportivo[modifica | modifica wikitesto]

Il nuovo regolamento obbligava le scuderie iscritte al mondiale a partecipare a tutte le gare previste dal calendario.[68] Le sedici gare, inizialmente previste, venivano divisi in due "gironi" da otto gare ciascuno: erano validi solo i quattro migliori risultati per girone.[68] Da questa stagione tutte le vetture di un costruttore portavano punti validi per la classifica della Coppa Costruttori, e non solo la prima vettura giunta al traguardo.

Venne stabilito in 24 il numero massimo di piloti ammessi al via, e in 28 quelli ammessi alle qualifiche. Il numero di piloti al via veniva ridotto per le gare previste su un circuito cittadino. La CSI emise, prima dell'inizio del campionato, la lista delle 17 scuderie ufficiali ammesse al campionato, per un totale di 27 piloti. Qualsiasi altra scuderia che avesse voluto partecipare a una gara iridata avrebbe dovuto disputare le prequalifiche e i suoi piloti non avrebbero potuto segnare punti validi per il mondiale.[67]

Riassunto della stagione[modifica | modifica wikitesto]

Gran Premio d'Argentina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Argentina 1979.
Jacques Laffite conquistò pole, vittoria e giro più veloce nel GP d'Argentina.

Alla partenza, alla curva del Cervo, John Watson toccò la vettura di Jody Scheckter: questa iniziò a piroettare lungo il tracciato, coinvolgendo le monoposto sopraggiungenti di Patrick Tambay, Mario Andretti, Didier Pironi, Arturo Merzario e Nelson Piquet, che colpirono quella del sudafricano. La gara venne interrotta e ripresa sulla distanza originaria.

Alla ripartenza Patrick Depailler fu il più lesto e scattò davanti a Jean-Pierre Jarier, John Watson, Jacques Laffite, Mario Andretti, Carlos Reutemann e Gilles Villeneuve.

Jarier perse rapidamente terreno, passato da Watson, Laffite al secondo giro, e Andretti e Reutemann al terzo; il francese della Tyrrell era penalizzato da un problema al motore. Un giro dopo Reutemann prese una posizione ad Andretti, mentre al giro 5 Jacques Laffite s'installò al secondo posto, passando Watson. La rincorsa di Laffite si concluse al giro 11, quando passò a condurre.

I problemi al motore della Tyrrell di Jarier costrinse il francese a ritirarsi al quindicesimo giro, quando era sesto. Un giro ancora e Carlos Reutemann si pose al terzo posto, passando anch'egli John Watson.

La classifica rimase congelata fino a pochi giri dalla conclusione quando, a causa problemi di motore, Depailler retrocedette fino al quarto posto. Vinse Jacques Laffite, autore nel fine settimana dell'Hat Trick (vittoria, pole e giro più veloce), davanti a Reutemann, Watson, Patrick Depailler, Mario Andretti ed Emerson Fittipaldi. Per Laffite e la Ligier si trattò del secondo successo nel mondiale, dopo la vittoria al Gran Premio di Svezia 1977.

Gran Premio del Brasile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Brasile 1979.

Poco prima del via la Lotus di Mario Andretti presentò dei problemi tecnici che dovettero essere riparati in pista dai meccanici della scuderia britannica. Al segnale di accensione dei motori, dal propulsore della vettura dell'italoamericano, si sprigionò del fumo che costrinse all'intervento i pompieri. La vettura però poté prendere il via. Anche l'altra Lotus, quella di Carlos Reutemann subiva dei problemi, tanto che, per affrontare il giro di ricognizione, venne spinta dai meccanici.

Le due Ligier, con Jacques Laffite davanti a Patrick Depailler, presero la testa della gara, seguite dalle due Lotus di Mario Andretti (che nei primi metri del gran premio si era posto davanti a Depailler) e Carlos Reutemann. Seguivano Jody Scheckter, Emerson Fittipaldi e Didier Pironi. Andretti abbandonò la gara dopo due soli giri, sempre per il guasto al motore, già evidenziato prima del via. Sempre al secondo giro, Emerson Fittipaldi passò Scheckter, portandosi al quarto posto. La Ferrari denunciavano però dei problemi agli pneumatici, tanto che il sudafricano venne passato anche da Didier Pironi, al giro 11.

Al ventiduesimo giro Fittipaldi fu costretto a una sosta ai box, per sostituire gli pneumatici, ormai degradati. Ripartì in sedicesima posizione. Al giro 27 Scheckter venne passato anche da Alan Jones. Ora la classifica vedeva in testa il duo della Ligier, seguito da Reutemann, Pironi, Jones. Quest'ultimo si ritirò al giro 33 per un guasto all'alimentazione, mentre Scheckter perse altre posizioni, per una sosta ai box, necessaria per il cambio gomme. Entravano così in zona punti Gilles Villeneuve e Jochen Mass; al giro 36 il tedesco però venne scavalcato da Jody Scheckter che, con gomme nuove, era tornato competitivo.

Vinse Jacques Laffite (che conquistava nuovamente vittoria, pole e gpv come in Argentina) davanti al compagno Patrick Depailler: questa fu la prima e unica doppietta della Ligier. Terzo fu Carlos Reutemann, seguito da Pironi, Villeneuve e Scheckter. Nella convinzione che Reutemann venisse penalizzato di un minuto per la spinta all'avvio, che poi non venne comminata, sul podio si presentò Didier Pironi.

Gran Premio del Sudafrica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Sudafrica 1979.

Al via il poleman Jean-Pierre Jabouille venne passato dalle Ferrari ma, sfruttando la potenza del motore turbo, al termine del rettilineo di partenza si riportò al comando davanti a Jody Scheckter, Gilles Villeneuve, Niki Lauda, Didier Pironi, Jacques Laffite. Nei primi due giri Jabouille e le due Ferrari dettero vita a un lungo duello fatto di sorpassi e controsorpassi.

Nel corso del secondo giro iniziò a piovere: la direzione di corsa decise di fermare la gara. L'ordine della ripartenza fu determinato dalla classifica al secondo giro e la classifica finale venne stilata per somma di tempi. Primo quindi era Villeneuve davanti a Scheckter, Jabouille, Laffite, Pironi, Lauda e Jarier. Solo Jody Scheckter, Patrick Tambay, Nelson Piquet e Patrick Depailler optarono per le gomme slick.

Alla seconda partenza Gilles Villeneuve prese un buon vantaggio sul pilota di casa che era seguito da Jean-Pierre Jabouille mentre Jarier scavalcò Niki Lauda; perse invece diverse posizioni Jacques Laffite, autore di una partenza pessima.

Al quinto giro Scheckter, in difficoltà con le gomme da asciutto, venne passato da Jean-Pierre Jabouille ma, due giri dopo, con una pista che si stava asciugando con rapidità, Scheckter riconquistò la seconda posizione. Un giro dopo Jabouille perse ancora una posizione, a vantaggio di Jean-Pierre Jarier. Più dietro stavano rinvenendo Mario Andretti, ora quinto, e Jacques Laffite, che si era riportato in ottava posizione.

I piloti iniziarono a fermarsi ai box per montare gomme da asciutto. Il leader della gara, Villeneuve, attese il giro 15 per cambiare le sue gomme: ripartì secondo, dietro a Jody Scheckter. La classifica vedeva ora premiati i piloti che avevano scelto alla seconda partenza gomme slick. Dietro al duo della Ferrari si trovavano Patrick Tambay, Nelson Piquet, Jean-Pierre Jarier, Mario Andretti, Niki Lauda e Alan Jones. La classifica ufficiale, quella per somma di tempi, vedeva invece Jarier terzo, seguito da Andretti, Lauda e Laffite.

Nel gruppo di testa Patrick Tambay scontava dei problemi causati da un alettone danneggiato, mentre Piquet perse diverse posizioni per il motore non al meglio. Al giro 46 Laffite terminò la gara per incidente, mentre Tambay fu costretto a una sosta ai box per il cambio degli pneumatici. Due giri più tardi anche Jabouille si ritirò per un guasto a una valvola.

Anche per Scheckter si profilavano dei problemi con le coperture tanto che al 53º giro decise di fermarsi per sostituirle. Passò a condurre così Villeneuve. Scheckter cercò negli ultimi giri di avvicinarsi a Villeneuve, ma senza successo. Per Gilles Villeneuve si trattò della seconda vittoria iridata. Dietro a Jody Scheckter sui classificò Jean-Pierre Jarier, seguito dalle due Lotus e da Niki Lauda, che aveva passato Nelson Piquet negli ultimi giri.

Gran Premio degli Stati Uniti-Ovest[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Ovest 1979.

Nel giro di formazione, il motore della vettura di Carlos Reutemann si ammutolì, tanto che venne riportato ai box, da dove prese la partenza. Al termine dello stesso giro di formazione il poleman Gilles Villeneuve superò la piazzola di partenza assegnatagli: ciò creò confusione nell'intero gruppo di macchine che finì per seguirlo, rendendo necessario così un secondo giro di ricognizione. Nel frattempo la Ligier di Jacques Laffite accusò un guasto meccanico e si fermò in mezzo alla pista, provocando il rinvio della partenza. Anche lui come Reutemann partì dai box, con la vettura di riserva.

Alla partenza scattarono bene le Ferrari mentre, dietro, al primo tornante, Patrick Tambay volò sopra Niki Lauda, e ruppe l'alettone a Jan Lammers. Tambay e Lauda furono costretti al ritiro.

Al termine del primo giro Villeneuve guidava davanti a Patrick Depailler, Jody Scheckter, Jean-Pierre Jarier, Mario Andretti, Riccardo Patrese, Alan Jones e Nelson Piquet. Al giro 9 Depailler mancò una marcia, e venne tamponato da Scheckter: ne approfittò Jarier che passò entrambi. Il giro successivo Scheckter passò Depailler, che scontava dei problemi al cambio.

Mentre Gilles Villeneuve comandava la gara si creò una battaglia per il posto d'onore coinvolgeva Jean-Pierre Jarier, Jody Scheckter, Patrick Depailler, Mario Andretti e Alan Jones che formavano un lungo trenino di vetture. Jarier lottava con delle vibrazioni allo sterzo, rallentando chi lo seguiva, anche se nessuno era capace di sorpassarlo.

Jody Scheckter, che passò Jarier al giro 27 per il secondo posto, era stato capace di scavare un buon solco rispetto agli inseguitori. Jarier resistette in pista per diversi giri, pur perdendo delle posizioni, a causa delle crisi delle gomme; ciò lo costrinse a una sosta al 47º giro. Ripartì in nona posizione.

Con una Ligier in difficoltà Depailler non poté resistere a Jones che salì così al terzo posto al giro 63. Mario Andretti iniziò ad attaccare Patrick Depailler: i due lottarono per la quarta posizione a lungo, con la Lotus capace di passare nella parte mista e la Ligier che continua a ripassare nel rettilineo. Al giro 71, Héctor Rebaque, che era sesto, si ritirò per un incidente. Jean-Pierre Jarier rientrò così in zona punti.

Quando Patrick Depailler cercò di doppiare lo stesso Jean-Pierre Jarier, tamponò con la sua ruota anteriore quella posteriore di Jarier, Andretti fu capace di conquistare la quarta piazza definitivamente.

Gilles Villeneuve conquistò la sua seconda vittoria consecutiva (condita da gpv e pole, unica hat trick della sua carriera iridata), balzando per la prima volta in testa al mondiale.

Gran Premio di Spagna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Spagna 1979.

Al via, la testa della gara venne presa da Patrick Depailler, che precedeva Jacques Laffite, Gilles Villeneuve, Carlos Reutemann, Jody Scheckter e Mario Andretti. L'argentino della Lotus passò Villeneuve nel corso del secondo giro, ma il canadese tentò di riprendersi subito la posizione. Sulla sua vettura però saltò la prima marcia, col canadese che finì fuori pista: pochi giri dopo e, a causa di un testacoda, Gilles Villeneuve perse altre posizioni, finendo nelle retrovie.

Patrick Depailler era capace di tenere un ritmo di gara di un secondo al giro più rapido del suo compagno di scuderia, e primo inseguitore, Jacques Laffite ma Laffite si ritirò al giro 15, a causa di un guasto all'impianto elettrico.

La classifica rimase congelata fino al quarantacinquesimo giro quando Niki Lauda fu capace di passare Andretti. L'austriaco della Brabham, quindici giri dopo, fu capace di passare anche Jody Scheckter, e porsi al terzo posto. Tre giri dopo, però, un guasto al motore della sua monoposto, lo costrinse al ritiro. Al giro 67 Mario Andretti scalzò Scheckter dal podio virtuale.

Patrick Depailler si aggiudicò il secondo e ultimo gran premio di F1, valido per il mondiale, della sua carriera, precedendo le due Lotus.

Gran Premio del Belgio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Belgio 1979.
Dopo 27 anni l'Alfa Romeo rientrò come costruttore in F1, dal GP del Belgio.

Al via Patrick Depailler conquistò la vetta della gara, precedendo Alan Jones, Nelson Piquet, Jacques Laffite, Mario Andretti e Clay Regazzoni, Jody Scheckter e Gilles Villeneuve. Nel secondo giro Scheckter passò Clay Regazzoni ma le due vetture si toccarono: la Williams venne tamponata dall'altro ferrarista, Villeneuve, che si trovava subito dietro. Regazzoni fu costretto al ritiro, mentre il canadese rientrò ai box per sostituire l'ala anteriore.

Nelson Piquet perse diverse posizioni per un problema agli pneumatici: venne prima passato da Laffite poi dallo stesso Scheckter e da Mario Andretti, prima della sosta ai box. La classifica vedeva così sempre in testa Patrick Depailler, seguito da Jones, Laffite, Scheckter, Andretti e Carlos Reutemann.

Alan Jones, pressato dal rimontante Laffite, attaccò Depailler all'esterno, in fondo al rettilineo dei box, ma il francese resistette, costringendo l'australiano ad allargare. Ciò permise a Laffite di portarsi in seconda posizione. Al giro 19 Jacques Laffite passò Depailler che, poco dopo, al giro 21 venne passato anche da Jones. Al ventiquattresimo giro Laffite mancò una marcia così Jones poté portarsi al comando della gara. Altri soli tre giri e fu il turno di Depailler a risorpassare Laffite, alla chicane. Al giro 27 si ritirò Andretti. La classifica vedeva perciò primo Jones, seguito dal duo della Ligier, poi Jody Scheckter, James Hunt, Jean-Pierre Jarier e Didier Pironi.

Al trentanovesimo giro, a causa un guasto all'impianto elettrico, si ritirò la Williams di Alan Jones. Un giro dopo, James Hunt si ritirò per un'uscita di pista; ciò coinvolse anche Jarier che venne superato da Pironi e dovette poi rientrare ai box.

Al quarantaseiesimo giro Depailler, leader della gara, a causa dell'afflosciamento di una gomma, arrivò lungo alla curva dopo i box ed uscì di pista. Al 52º passaggio Villeneuve sorpassò Riccardo Patrese e si portò in quarta posizione. Jody Scheckter, grazie a degli pneumatici ancora in buono stato, ridusse il gap su Jacques Laffite, tanto da passare in testa al giro 53. Gilles Villeneuve passò poco dopo anche Pironi, conquistando il terzo posto.

A poche centinaia di metri dal traguardo il canadese finì il carburante e si fermò all'ingresso della corsia dei box. Vinse Jody Scheckter davanti a Jacques Laffite, Didier Pironi, Carlos Reutemann e Riccardo Patrese.

Gran Premio di Monaco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Monaco 1979.
Una Renault RS10 nei box del GP di Monaco.

Jody Scheckter scattò per primo, seguito da Niki Lauda che infilò Gilles Villeneuve alla Santa Devota; terzo era Depailler, quarto Laffite, quinto Didier Pironi, sesto Alan Jones. Già al terzo giro Villenueve riprese la seconda posizione. Le due Ferrari guadagnarono un buon margine anche sfruttando la lentezza della vettura di Niki Lauda, che bloccava, di fatto, le più veloci Ligier.

La classifica rimase invariata, per le prime posizioni, poi tra il sedicesimo e ventiduesimo giro Didier Pironi attaccò Jacques Laffite stringendolo contro il guardrail. Le gomme della Ligier ne vennero danneggiate, tanto che Laffite fu costretto a una sosta ai box; poi Patrick Depailler, costringendolo a un testacoda, che lo fece piombare nelle retrovie. Al giro 22 il francese della Tyrrell si trovò in battaglia, per la terza posizione, con Niki Lauda. Nella discesa del Mirabeau la sua vettura toccò quella dell'austriaco: la Tyrrell s'impennò sopra la Brabham, distruggendone la parte posteriore, e finendo contro il guardrail, a sua volta. Jones conquistò così la terza posizione, seguito da Jochen Mass, Jean-Pierre Jarier e Carlos Reutemann. Al trentatreesimo giro Jarier passò Mass e Regazzoni prese una posizione a Reutemann. Solo un giro e Jarier fu costretto ad abbandonare con una sospensione rotta.

Al giro 44 terminò la gara per Jones, che andò contro il guard-rail, anche lui a causa della rottura della sospensione. Mass perse diverse posizioni a causa di una sosta ai box e, al giro 54, anche Gilles Villeneuve fu costretto all'abbandono per un problema alla trasmissione. Ora la classifica vedeva Clay Regazzoni al secondo posto, seguito da Carlos Reutemann, Nelson Piquet, Watson e le due Ligier.

Al sessantottesimo giro Nelson Piquet ruppe l'albero di trasmissione mentre Depailler superò Watson ma, a sua volta, ruppe il motore. Scheckter controllò il ritorno del ticinese e vinse per la nona volta in carriera.

Gran Premio di Francia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Francia 1979.
L'Arrows A2, vettura estrema nell'aerodinamica, senza alettoni anteriori, esordì nel GP di Francia.

Gilles Villeneuve partì bene e passa primo alla prima curva davanti al poleman Jean-Pierre Jabouille, Jody Scheckter, Nelson Piquet, Jean-Pierre Jarier e Niki Lauda; male invece iniziò René Arnoux, partito dalla prima fila, che al termine del primo giro era nono.

Arnoux fu il protagonista dei primi giri: passò Jones al terzo giro, poi Niki Lauda, poi Jean-Pierre Jarier al giro 7 e Nelson Piquet dopo altri quattro giri, portandosi così in quarta posizione, dietro a Jody Scheckter. Il sudafricano, penalizzato dalle coperture, resistette poco, tanto che al giro 15 Arnoux si pose in terza posizione.

Tra il trentacinquesimo e trentaseiesimo giro Jody Scheckter perse altre due posizioni a favore di Nelson Piquet e Alan Jones. La classifica vedeva sempre al comando Gilles Villeneuve, seguito dalle due Renault.

Al giro 47 Jean-Pierre Jabouille passò Villeneuve, installandosi al primo posto e riuscendo subito a porre un certo margine sul canadese. Sei giri dopo anche l'altra Brabham, quella di Piquet, fu costretta al ritiro, per incidente, mentre al giro 55 Jody Scheckter fu costretto a una sosta ai box per sostituire le coperture. Scalarono in zona punti (dietro a Jabouille, Villeneuve, Arnoux e Jones) Jean-Pierre Jarier e Clay Regazzoni.

Negli ultimi giri Villeneuve si trovò in crisi con i freni tanto che Arnoux iniziò ad avvicinarsi al ferrarista. Negli ultimi tre giri i due piloti dettero vita a un intenso duello fatto di sorpassi e controsorpassi, con la Ferrari più veloce nel misto e la Renault che recuperava sul breve rettilineo.

Vinse, per la prima volta in F1, Jean-Pierre Jabouille, pilota francese su vettura francese, a motore, pneumatici e carburante francesi: questa fu la prima vittoria in F1 di Renault e di un motore turbocompresso.

Gran Premio di Gran Bretagna[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Gran Bretagna 1979.
La McLaren fece esordire a Silverstone la M29, che conquistò subito un quarto posto con John Watson.

Al via Clay Regazzoni prese la testa della gara, seguito da Alan Jones e Jean-Pierre Jabouille, ma venne passato da entrambi nel corso del primo giro. Al termine del primo giro comandava perciò Jones, seguito da Jabouille, Regazzoni, Piquet, Niki Lauda e Mario Andretti.

Nelson Piquet si ritirò al secondo giro per un testacoda alla Woodcote, mentre René Arnoux passò Mario Andretti. Jacques Laffite perse inoltre tre posizioni a favore delle due Ferrari e Carlos Reutemann. Lauda si trovò in crisi coi freni e fu costretto al ritiro al giro 12.

Al giro 15 un errore nella cambiata costò una posizione a Gilles Villeneuve, a favore di Jody Scheckter. Due giri dopo Jean-Pierre Jabouille, che era secondo, fu costretto a una sosta ai box, per cambiare gli pneumatici, e sprofondare così nelle retrovie. La classifica vedeva sempre primo Jones, seguito da Clay Regazzoni, René Arnoux, Jody Scheckter, Gilles Villeneuve, Jacques Laffite e John Watson.

Al 34º giro un rimontante Jacques Laffite passò prima Villeneuve alla Woodcote e, al giro 36 anche Scheckter. Al trentanovesimo giro Alan Jones, che comandava con tranquillità la gara, fu costretto al ritiro per un guasto al motore. Prese il comando il suo compagno di scuderia Clay Regazzoni.

Al giro 42 Laffite fu costretto a una sosta ai box per un problema alle candele. Rientrò in pista undicesimo. Ora, dietro al ticinese, si trovava sempre René Arnoux, seguito dalle due Ferrari e da Jean-Pierre Jarier. Dietro al francese vi era Watson, autore di una bella rimonta.

Al giro 51 anche Villeneuve fu costretto a una sosta, dove gli vennero cambiati gli pneumatici: tornò in pista settimo. Al sessantaquattresimo giro Jean-Pierre Jarier passò Scheckter e conquistò la terza posizione. Un giro dopo e l'altro ferrarista Gilles Villeneuve si ritirò per un problema all'impianto di alimentazione. Scheckcter, con degli pneumatici ormai consunti, non rientrò ai box, come richiesto dalla sua scuderia, ma proseguì fino al termine anche se venne passato anche da Watson.

Vinse Clay Regazzoni, per la quinta e ultima volta nel mondiale. Per la Williams fu il primo successo, diventando così la ventisettesima scuderia capace nell'impresa, dopo che nel gran premio precedente era stato il turno della Renault. René Arnoux, secondo, conquistò il secondo podio consecutivo, mentre Jean-Pierre Jarier, terzo, conquistò il terzo e ultimo podio della carriera in F1.

Gran Premio di Germania[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio di Germania 1979.

Alan Jones, al via, passò subito al comando davanti a Jean-Pierre Jabouille, Jacques Laffite, Jody Scheckter, Clay Regazzoni e Nelson Piquet. Il brasiliano venne passato dal suo compagno di scuderia Niki Lauda al secondo giro.

All'ottavo giro Jabouille attaccò Jones alla Sachs, sbagliò però il tempo della frenata, terminando in testacoda, e dovendosi ritirare. Nel corso dello stesso giro Clay Regazzoni prese una posizione a Scheckter. Nelle retrovie era autore di un buon recupero Gilles Villeneuve, che già dopo pochi giri, si era riportato in quinta posizione.

Al tredicesimo passaggio Regazzoni passò anche Jacques Laffite, grazie anche a un errore del francese alla prima chicane, ma non attaccò poi successivamente Jones, per ordini di scuderia. Villeneuve scontava la rottura dell'alettone posteriore, ciò permise a Niki Lauda di passarlo al ventisettesimo giro. Un giro dopo l'austriaco fu però costretto al ritiro per la rottura del motore.

Al giro 33 Piquet passò Villeneuve per la quinta posizione. Negli ultimi giri il canadese fu costretto a una sosta ai box per sostituire l'alettone, sosta gli costò la sesta posizione. Anche Piquet però fu costretto ad abbandonare la gara a due tornate dal termine per un problema al motore. Il battistrada Jones, negli ultimi giri, dovette rallentare il ritmo sia a causa di un problema a uno pneumatico, sia per la perdita di potenza del suo motore.

Vinse comunque Alan Jones, per la seconda volta nel mondiale dopo la vittoria nel Gran Premio d'Austria 1977, al volante di una Shadow.

Gran Premio d'Austria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Austria 1979.

Gilles Villeneuve scattò molto rapidamente al via, tanto che alla prima curva era già in testa, davanti a Alan Jones, Niki Lauda, René Arnoux, Clay Regazzoni, Didier Pironi, Jacques Laffite e Jody Scheckter. Partì male Jean-Pierre Jabouille che, da terzo al via, si trovò nono al termine del primo giro.

Al quarto giro Alan Jones passò a condurre, superando Villeneuve alla Hella Licht Schikane. Pochi giri dopo il canadese fu superato dalle due Renault di Arnoux e Jabouille, che già al quarto giro si era portato al quarto posto.

Ancora un giro e Jabouille fu capace di conquistare la seconda posizione. Dopo soli due giri però, fu costretto al ritiro per un guasto alla frizione. La classifica vedeva sempre al comando Jones, seguito da Arnoux, poi Villeneuve, Scheckter, Regazzoni, Laffite e Piquet.

A cinque giri dal termine René Arnoux fu costretto ad una sosta ai box negli ultimi giri per un rabbocco di carburante perdendo così il podio e rientrando in pista sesto. All'ultimo giro, Jacques Laffite passò Scheckter conquistando il terzo posto.

Vinse così Alan Jones, per la seconda volta consecutiva, la terza per una Williams.

Gran Premio d'Olanda[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Olanda 1979.

Al via prese la testa del plotone Alan Jones, seguito subito da Gilles Villeneuve; René Arnoux, partito dalla pole position, colpì la vettura di Clay Regazzoni: sia Arnoux che il ticinese finirono fuori pista e furono costretti al ritiro poco dopo. Partì male, a causa di un problema tecnico, Jody Scheckter, che si ritrovò nelle retrovie.

Al termine del primo giro, dietro ai due battistrada, vi erano Jean-Pierre Jabouille, Didier Pironi, Jacques Laffite, Niki Lauda e Keke Rosberg. Quest'ultimo passò l'austriaco al secondo giro. Lauda, a sua volta, abbandonò dopo 4 giri per un dolore al polso. Jody Scheckter, penalizzato da una partenza negativa, era invece in grande recupero, tanto da conquistare il sesto posto al giro 10. La classifica vedeva primo Jones, seguito da Villeneuve, Jabouille, Pironi, Rosberg, Scheckter, Jarier e Laffite.

All'undicesimo passaggio Gilles Villeneuve affiancò Jones all'esterno della Tarzan Bocht e lo superò, conquistando la vetta della gara. Simili sorpassi vennero compiuti da Rosberg e Scheckter ai danni di Didier Pironi tra il dodicesimo e diciassettesimo giro. Al giro 26 la frizione fermò Jabouille mentre Scheckter conquistò una posizione su Rosberg. La gara del pilota della Wolf terminò al giro 33 per un guasto al propulsore.

Al quarantasettesimo giro Alan Jones, avvicinatosi a Villeneuve, lo attaccò alla nuova chicane: il canadese fu autore di un testacoda: l'australiano divenne primo e il ferrarista poté ripartire ma la sua gomma posteriore sinistra stava iniziando a sgonfiarsi. Poco dopo, Villeneuve subì il dechappamento della ruota, ma decise di proseguire, dopo un lungo alla prima curva. Percorse quasi un intero giro su tre ruote, fino a quando la ruota posteriore sinistra si strappò e, trattenuta dalle tubazioni dei freni, venne trascinata a rimorchio, dietro la vettura. Villeneuve riuscì a raggiungere il suo box, ma solo per ritirarsi.

Al giro 52 si ritirò anche Didier Pironi, che era terzo, per la rottura di una sospensione. A pochi giri dal termine Jacky Ickx passò Mass, conquistando la quinta posizione; il belga mise sotto pressione anche Nelson Piquet, ma senza successo.

Alan Jones vinse (terza vittoria consecutiva per l'australiano, quarta per la Williams) davanti a Scheckter, Laffite, Nelson Piquet che ottenne i primi punti della carriera, Ickx e Mass.

Gran Premio d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio d'Italia 1979.
Jody Scheckter, grazie alla vittoria a Monza si aggiudicò il titolo mondiale. La Ferrari conquistò la Coppa Costruttori.

Jody Scheckter conquistò subito il comando seguito da René Arnoux, Gilles Villeneuve, Jacques Laffite (partito settimo), Jean-Pierre Jabouille, Clay Regazzoni, Nelson Piquet (partito ottavo) e Mario Andretti (partito decimo). Alan Jones, autore di una cattiva partenza, per un problema all'accensione, era solo ventesimo. L'australiano si fermò al box al termine del primo giro, ripartendo con due giri di ritardo.

Al secondo giro uscì di pista Nelson Piquet, e abbandonò la gara, mentre Arnoux passò Scheckter. Il francese comandò il plotone fino al giro 12, poi, a causa di un problema al motore, dovette dare via libera agli inseguitori, fino al ritiro, due giri dopo.

Ora era in testa di nuovo Scheckter, davanti a Gilles Villeneuve, Jacques Laffite, Jabouille, Regazzoni e Lauda. Al giro 24 Regazzoni conquistò una posizione su Jabouille. Al giro 42 Jacques Laffite ebbe un problema col pedale del freno che urtava quello della frizione, ciò provocò un guasto al motore, che lo costrinse al ritiro.

Negli ultimi giri Villeneuve, ancora in lizza per il mondiale, non attaccò Scheckter, che così vinse per la decima, e ultima, volta nel mondiale. La Ferrari conquistò la prima doppietta a Monza dai tempi del Gran Premio d'Italia 1966. Il sudafricano si aggiudicò il mondiale piloti e la Scuderia Ferrari vinse la Coppa costruttori per la sesta volta. La Michelin otteneva i suoi primi titoli iridati. Terzo arrivò Clay Regazzoni, quarto Niki Lauda che tornava a punti dopo nove gare, quinto Andretti, sesto Jarier.

Gran Premio del Canada[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio del Canada 1979.

Gilles Villeneuve scattò al via molto bene, portandosi in testa davanti a Alan Jones, Clay Regazzoni, Nelson Piquet, Didier Pironi e Jacques Laffite. Nei primi tre giri Didier Pironi venne infilato prima da Laffite poi da Mario Andretti.

All'ottavo giro Nelson Piquet superò Regazzoni e si portò sul podio virtuale dietro Villeneuve e Alan Jones. Laffite si ritirò per un guasto al motore al giro 10; nelle retrovie fu autore di una lunga rimonta Jody Scheckter che, dodicesimo al termine del primo giro, si portò sino in quinta posizione, dopo soli quattordici giri. Il sudafricano fu però costretto a una sosta ai box per cambiare gli pneumatici che lo fece ripiombare nelle parti arretrate della classifica. Dietro ai primi quattro si trovava così Carlos Reutemann, seguito da Mario Andretti e Didier Pironi. Al 23º giro Reutemann si ritirò per la rottura di una sospensione.

Scheckter, dopo la sosta, inanellò un'altra serie di sorpassi e si riportò in settima posizione, davanti a Vittorio Brambilla e Jacky Ickx. Al giro 53 ci fu la svolta della gara: Alan Jones sfruttò un piccolo tentennamento di Villeneuve al tornante prima dei box, e passò così in testa.

Negli ultimi giri il canadese tentò di avvicinarsi a Jones, ma senza successo. L'australiano conquistò così la quarta vittoria stagionale. Piquet perse invece il terzo posto negli ultimi giri a causa della rottura del cambio. Salì così sul podio Clay Regazzoni, per la ventottesima e ultima volta nel mondiale di F1. Anche Andretti, in zona punti fino al giro 66, fu costretto al ritiro per la mancanza di carburante.

Gran Premio degli Stati Uniti-Est[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est 1979.

La pioggia arrivò venti minuti prima della partenza costringendo i piloti a montare gomme da bagnato. Alla partenza Nelson Piquet, che aveva gomme da asciutto, scivolò dietro in classifica a causa della sbagliata scelta delle coperture. La testa venne prese da Gilles Villeneuve, davanti ad Alan Jones; Jody Scheckter, che partiva in ottava fila, scelse una traiettoria esterna alla prima curva per evitare collisioni, ma uscì di pista, rientrando in fondo al gruppo. Al termine del primo giro, la classifica vedeva in testa Villeneuve, poi Jones, Carlos Reutemann, Jacques Laffite, Jean-Pierre Jabouille, Clay Regazzoni, René Arnoux, Didier Pironi, John Watson e Jean-Pierre Jarier. Nei primi giri Regazzoni passò sia Jabouille che Laffite, che a sua volta venne passato anche dal pilota della Renault.

Reutemann abbandonò al settimo giro, quando era terzo, per un guasto all'unità per l'estinzione degli incendi, che cadde nell'abitacolo e lo ostacolò sulla pedaliera. Jody Scheckter era autore nel frattempo di una lunga rimonta: tredicesimo al secondo giro, si trovò nono un giro dopo, sesto al giro 6 e addirittura quarto dopo solo sette giri. La classifica vedeva perciò, dietro a Villeneuve, Jones, Regazzoni e Scheckter, il duo della Renault Jean-Pierre Jabouille-René Arnoux, seguito dalle tre Tyrrell di Jarier, Pironi e Daly. Al 13º giro Scheckter ebbe la meglio anche su Regazzoni, conquistando il terzo posto. Al giro 18 Jarier fu costretto, da un incidente, al ritiro.

La pioggia terminò e i piloti iniziarono a fermarsi ai box per montare gomme da asciutto. Dopo i cambi gomma, dietro a Villeneuve e Jones, si pose così Jean-Pierre Jabouille, seguito da René Arnoux, poi Daly, Scheckter, Regazzoni e Stuck. Jabouille abbandonò al giro 24 per un guasto meccanico.

All'inizio del giro 25, la maggior parte delle monoposto montava gomme slick, visto che la pioggia era ormai cessata, tranne i tre battistrada, Villeneuve, Jones e Arnoux. Al giro 29 Regazzoni si ritirò per incidente. Il circuito continuava a asciugarsi e Alan Jones riuscì ad avvicinarsi a Villeneuve, che guidava con due secondi di margine sull'australiano. Al trentunesimo giro, Jones passò a condurre. In soli due giri, l'australiano guadagnò 3,1 secondi. Villeneuve tornò al box per montare le slick al trentaquattresimo giro 34: il canadese impiegò solo 18"78 per l'operazione mentre Jones ripartì ma perse una ruota poco dopo.

Col ritiro del pilota della Williams Gilles Villeneuve si trovava al comando, con quasi un giro di vantaggio sul compagno di scuderia Jody Scheckter. Terzo era Arnoux che perse in pochi giri due posizioni fino a quando fu richiamato per cambiare le gomme. Rientrato in pista il francese fu capace di riguadagnare il terzo posto, davanti a Daly e Pironi, in soli due giri.

Al giro 48, Scheckter fu costretto al ritiro a causa del dechappamento della gomma; solo 9 vetture erano ancora in corsa. Derek Daly, quarto, andò in testacoda mentre Piquet, dopo aver segnato il primo gpv della carriera, quando era all'inseguimento di John Watson, fu costretto al ritiro per un guasto alle sospensioni, a cinque tornate dal termine.

Villeneuve rallentò vistosamente, tanto da consentire a Elio De Angelis e Hans-Joachim Stuck di sdoppiarsi, ma fu capace di vincere con 48 secondi di margine su Arnoux, terzo era Pironi. La Shadow ottenne con Elio De Angelis i primi punti dell'anno, e gli ultimi in assoluto (primi punti iridati anche per il pilota romano), così come la ATS che colse i primi punti come costruttore (aveva ottenuto dei punti con Jarier ma facendo correre una Penske) grazie a Hans-Joachim Stuck.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Risultati dei gran premi[modifica | modifica wikitesto]

Gara Gran Premio Data Circuito Pole position Giro più veloce Pilota vincitore Costruttore Resoconto
1 Bandiera dell'Argentina Gran Premio d'Argentina 21 gennaio Buenos Aires Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Ford Resoconto
2 Bandiera del Brasile Gran Premio del Brasile 4 febbraio Interlagos Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Ford Resoconto
3 Bandiera del Sudafrica Gran Premio del Sudafrica 3 marzo Kyalami Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
4 Bandiera degli Stati Uniti Gran Premio degli USA-Ovest 8 aprile Long Beach Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
5 Bandiera della Spagna Gran Premio di Spagna 29 aprile Jarama Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera della Francia Patrick Depailler Bandiera della Francia Ligier-Ford Resoconto
6 Bandiera del Belgio Gran Premio del Belgio 13 maggio Zolder Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
7 Bandiera di Monaco Gran Premio di Monaco 27 maggio Montecarlo Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter Bandiera della Francia Patrick Depailler Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
8 Bandiera della Francia Gran Premio di Francia 1º luglio Digione Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera della Francia Renault Resoconto
9 Bandiera del Regno Unito Gran Premio di Gran Bretagna 14 luglio Silverstone Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni Bandiera del Regno Unito Williams- Ford Resoconto
10 Bandiera della Germania Gran Premio di Germania 29 luglio Hockenheim Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Resoconto
11 Bandiera dell'Austria Gran Premio d'Austria 12 agosto Österreichring Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Resoconto
12 Bandiera dei Paesi Bassi Gran Premio d'Olanda 26 agosto Zandvoort Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Resoconto
13 Bandiera dell'Italia Gran Premio d'Italia 9 settembre Monza Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
14 Bandiera del Canada Gran Premio del Canada 30 settembre Montréal Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Resoconto
15 Bandiera degli Stati Uniti Gran Premio degli USA-Est 7 ottobre Watkins Glen Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto

Risultati delle qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Pilota ARG
Bandiera dell'Argentina
BRA
Bandiera del Brasile
RSA
Bandiera del Sudafrica
USW
Bandiera degli Stati Uniti
ESP
Bandiera della Spagna
BEL
Bandiera del Belgio
MON
Bandiera di Monaco
FRA
Bandiera della Francia
GBR
Bandiera del Regno Unito
GER
Bandiera della Germania
AUT
Bandiera dell'Austria
NED
Bandiera dei Paesi Bassi
ITA
Bandiera dell'Italia
CAN
Bandiera del Canada
USA
Bandiera degli Stati Uniti
1 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti 7 4 8 6 4 5 13 12 9 11 15 17 10 10 17
2 Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann 3 3 11 2 8 10 11 13 8 13 17 13 13 11 6
3 Bandiera della Francia Didier Pironi 8 8 7 17 10 12 7 11 15 8 10 10 12 6 10
4 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jarier 4 15 9 7 12 11 6 10 16 16 16 13 11
Bandiera del Regno Unito Geoff Lees 16
Bandiera dell'Irlanda Derek Daly 11
5 Bandiera dell'Austria Niki Lauda 23 12 4 11 6 13 4 6 6 7 4 9 9
Bandiera dell'Argentina Ricardo Zunino 19 9
6 Bandiera del Brasile Nelson Piquet 20 22 12 12 7 3 18 4 3 4 7 11 8 4 2
7 Bandiera del Regno Unito John Watson 6 14 14 18 18 19 14 15 7 12 16 12 19 17 13
8 Bandiera della Francia Patrick Tambay 9 18 17 19 20 NQ NQ 20 18 15 14 14 14 20 22
9 Bandiera della Germania Hans-Joachim Stuck NQ[69] 24 24 21 21 20 12 23[70] NQ 23 18 15 15 12 14
11 Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter 5 6 2 3 5 7 1 5 11 5 9 5 3 9 16
12 Bandiera del Canada Gilles Villeneuve 10 5 3 1 3 6 2 3 13 9 5 6 5 2 3
14 Bandiera del Brasile Emerson Fittipaldi 11 9 18 16 19 23 17 18 22 22 19 21 20 15 23
15 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille 12 7 1 20[71] 9 17 20 1 2 1 3 4 1 7 8
16 Bandiera della Francia René Arnoux 25 11 10 22[71] 11 18 19 2 5 10 1 1 2 8 7
17 Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers 21 21 21 14 24 21 NQ 21 21 20 23 23 NQ 21 NQ
18 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis 16 20 15 20 22 24 NQ 24[70] 12 21 22 22 24 23 20
19 Bandiera del Brasile Alex-Dias Ribeiro NQ NQ
20 Bandiera del Regno Unito James Hunt 18 10 13 8 15 9 10
Bandiera della Finlandia Keke Rosberg 16 14 17 12 8 23 NQ 12
22 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly 24 23 NQ 24[71] NQ NQ NQ
Bandiera della Francia Patrick Gaillard NQ 23 NQ 24 NQ
Bandiera della Svizzera Marc Surer NQ NQ 21
24 Bandiera dell'Italia Arturo Merzario 22 NQ NQ 22 NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ
Bandiera dell'Italia Gianfranco Brancatelli NPQ
25 Bandiera della Francia Patrick Depailler 2 2 5 4 2 2 3
Bandiera del Belgio Jacky Ickx 14 17 14 21 20 11 16 24
26 Bandiera della Francia Jacques Laffite 1 1 6 5 1 1 5 8 10 3 8 7 7 5 4
27 Bandiera dell'Australia Alan Jones 15 13 19 10 13 4 9 7 1 2 2 2 4 1 1
28 Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni 17 17 22 15 14 8 16 9 4 6 6 3 6 3 5
29 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese 13 16 16 9 16 16 15 19 19 19 13 19 17 14 19
30 Bandiera della Germania Jochen Mass 14 19 20 13 17 22 8 22 20 18 20 18 21 NQ NQ
31 Bandiera del Messico Héctor Rebaque 19 NQ 23 23[71] 23 15 23[70] 24 24 NQ 24 NQ 22 NQ
33 Bandiera dell'Italia Gianfranco Brancatelli NQ NQ
35 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli 14 17 18 18
36 Bandiera dell'Italia Vittorio Brambilla 22 18 NQ
Pilota ARG
Bandiera dell'Argentina
BRA
Bandiera del Brasile
RSA
Bandiera del Sudafrica
USW
Bandiera degli Stati Uniti
ESP
Bandiera della Spagna
BEL
Bandiera del Belgio
MON
Bandiera di Monaco
FRA
Bandiera della Francia
GBR
Bandiera del Regno Unito
GER
Bandiera della Germania
AUT
Bandiera dell'Austria
NED
Bandiera dei Paesi Bassi
ITA
Bandiera dell'Italia
CAN
Bandiera del Canada
USA
Bandiera degli Stati Uniti

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica piloti[modifica | modifica wikitesto]

I punti erano attribuiti con il seguente metodo: 9 al primo classificato, 6 al secondo, 4 al terzo, 3 al quarto, 2 al quinto e 1 al sesto. Per l'assegnazione del Campionato erano validi i 4 migliori risultati delle prime sette gare ed i migliori quattro risultati delle ultime otto. La stagione infatti prevedeva un totale di sedici gran premi, ma il G.P. di Svezia, previsto come ottavo, fu annullato. Tra parentesi sono indicati i punti totali conquistati dal pilota, fuori dalle parentesi quelli validi per il Campionato.

(Legenda) (risultati in grassetto indicano la pole position, risultati in corsivo indicano il giro veloce)

Pos. Pilota Punti
1 Bandiera del Sudafrica Jody Scheckter Rit 6 2 2 4 1 1 7 5 4 4 2 1 4 Rit 51 (60)
2 Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Rit 5 1 1 7 7* Rit 2 14* 8 2 Rit 2 2 1 47 (53)
3 Bandiera dell'Australia Alan Jones 9 Rit Rit 3 Rit Rit Rit 4 Rit 1 1 1 9 1 Rit 40 (43)
4 Bandiera della Francia Jacques Laffite 1 1 Rit Rit Rit 2 Rit 8 Rit 3 3 3 Rit Rit Rit 36
5 Bandiera della Svizzera Clay Regazzoni 10 15 9 Rit Rit Rit 2 6 1 2 5 Rit 3 3 Rit 29 (32)
6 Bandiera dell'Argentina Carlos Reutemann 2 3 5 Rit 2 4 3 13* 8 Rit Rit Rit 7 Rit Rit 20 (25)
7 Bandiera della Francia Patrick Depailler 4 2 Rit 5 1 Rit 5* 20 (22)
8 Bandiera della Francia René Arnoux Rit Rit Rit NP 9 Rit Rit 3 2 Rit 6 Rit Rit Rit 2 17
9 Bandiera del Regno Unito John Watson 3 8 Rit Rit Rit 6 4 11 4 5 9 Rit Rit 6 6 15
10 Bandiera della Francia Didier Pironi Rit 4 Rit SQ 6 3 Rit Rit 10 9 7 Rit 10 5 3 14
11 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jarier Rit Rit 3 6 5 11 Rit 5 3 Rit 6 Rit Rit 14
12 Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti 5 Rit 4 4 3 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 5 10* Rit 14
13 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jabouille Rit 10 Rit NP Rit Rit NC 1 Rit Rit Rit Rit 14* Rit Rit 9
14 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Rit Rit 6 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 4 SP[72] 4
15 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis 7 12 Rit 7 Rit Rit NQ 16 12 11 Rit Rit Rit Rit 4 3
16 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Rit Rit 7 8 Rit Rit Rit Rit Rit 12* Rit 4 Rit Rit Rit 3
17 Bandiera del Belgio Jacky Ickx Rit 6 Rit Rit 5 Rit Rit Rit 3
18 Bandiera della Germania Ovest Jochen Mass 8 7 12 9 8 Rit 6 15 Rit 6 Rit 6 Rit NQ NQ 3
19 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese NP 9 11 Rit 10 5 Rit 14 Rit Rit Rit Rit 13 Rit Rit 2
20 Bandiera della Germania Ovest Hans-Joachim Stuck NP Rit Rit SQ 14 8 Rit NP NQ Rit Rit Rit 11 Rit 5 2
21 Bandiera del Brasile Emerson Fittipaldi 6 11 13 Rit 11 9 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 8 8 7 1
22 Bandiera del Messico Héctor Rebaque Rit NQ Rit Rit Rit Rit 12 9 Rit NQ 7 NQ Rit NQ 0
23 Bandiera della Francia Patrick Tambay Rit[73] Rit 10 Rit 13 NQ NQ 10 7* Rit 10 Rit Rit Rit Rit 0
24 Bandiera dell'Argentina Ricardo Zunino 7[72] Rit 0
25 Bandiera del Regno Unito Geoff Lees 7 0
26 Bandiera dell'Irlanda Derek Daly 11 13 NQ Rit NQ NQ NQ 8 Rit Rit 0
27 Bandiera del Regno Unito James Hunt Rit Rit 8 Rit Rit Rit Rit 0
28 Bandiera dei Paesi Bassi Jan Lammers Rit 14 Rit Rit 12 10 NQ 18 11 10 Rit Rit NQ 9 NQ 0
29 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg 9 Rit Rit Rit Rit Rit NQ Rit 0
30 Bandiera dell'Italia Vittorio Brambilla 12 Rit NQ 0
31 Bandiera della Francia Patrick Gaillard NQ 13 NQ Rit NQ 0
32 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli Rit 17 Rit NPR Rit 0
33 Bandiera dell'Italia Arturo Merzario Rit NQ NQ Rit NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ 0
34 Bandiera della Svizzera Marc Surer NQ NQ Rit 0
35 Bandiera dell'Italia Gianfranco Brancatelli NQ NQ NPQ 0
36 Bandiera del Brasile Alex-Dias Ribeiro NQ NQ 0
Pos. Pilota Punti
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

* Indica quei piloti che non hanno terminato la gara ma sono ugualmente classificati avendo coperto, come previsto dal regolamento, almeno il 90% della distanza totale.

Classifica costruttori[modifica | modifica wikitesto]

Vengono sommati i punti delle prime due vetture giunte al traguardo, per ciascun costruttore. Non ci sono scarti.

(Legenda) (risultati in grassetto indicano la pole position, risultati in corsivo indicano il giro veloce)

Pos. Costruttore Pilota ARG
Bandiera dell'Argentina
BRA
Bandiera del Brasile
RSA
Bandiera del Sudafrica
USW
Bandiera degli Stati Uniti
ESP
Bandiera della Spagna
BEL
Bandiera del Belgio
MON
Bandiera di Monaco
FRA
Bandiera della Francia
GBR
Bandiera del Regno Unito
GER
Bandiera della Germania
AUT
Bandiera dell'Austria
NED
Bandiera dei Paesi Bassi
ITA
Bandiera dell'Italia
CAN
Bandiera del Canada
USE
Bandiera degli Stati Uniti
Punti
1 Bandiera dell'Italia Ferrari Scheckter Rit 6 2 2 4 1 1 7 5 4 4 2 1 4 Rit 113
G. Villeneuve Rit 5 1 1 7 7* Rit 2 14* 8 2 Rit 2 2 1
2 Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Jones 9 Rit Rit 3 Rit Rit Rit 4 Rit 1 1 1 9 1 Rit 75
Regazzoni 10 15 9 Rit Rit Rit 2 6 1 2 5 Rit 3 3 Rit
3 Bandiera della Francia Ligier-Ford Depailler 4 2 Rit 5 1 Rit 5* 61
Ickx Rit 6 Rit Rit 5 Rit Rit Rit
Laffite 1 1 Rit Rit Rit 2 Rit 8 Rit 3 3 3 Rit Rit Rit
4 Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Andretti 5 Rit 4 4 3 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 5 10* Rit 39
Reutemann 2 3 5 Rit 2 4 3 13* 8 Rit Rit Rit 7 Rit Rit
Rebaque Rit NQ Rit Rit Rit Rit 12 9 Rit NQ 7
5 Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Pironi Rit 4 Rit SQ 6 3 Rit Rit 10 9 7 Rit 10 5 3 28
Jarier Rit Rit 3 6 5 11 Rit 5 3 Rit 6 Rit Rit
Lees 7
Daly 8 Rit Rit
6 Bandiera della Francia Renault Jabouille Rit 10 Rit NP Rit Rit NC 1 Rit Rit Rit Rit 14* Rit Rit 26
Arnoux Rit Rit Rit NP 9 Rit Rit 3 2 Rit 6 Rit Rit Rit 2
7 Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Watson 3 8 Rit Rit Rit 6 4 11 4 5 9 Rit Rit 6 6 15
Tambay Rit Rit 10 Rit 13 NQ NQ 10 7* Rit 10 Rit Rit Rit Rit
8 Bandiera del Regno Unito Brabham-Alfa Romeo Lauda Rit Rit 6 Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit Rit 4 7
Piquet Rit Rit 7 8 Rit Rit Rit Rit Rit 12* Rit 4 Rit
9 Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Patrese Rit 9 11 Rit 10 5 Rit 14 Rit Rit Rit Rit 13 Rit Rit 5
Mass 8 7 12 9 8 Rit 6 15 Rit 6 Rit 6 Rit NQ NQ
10 Bandiera del Regno Unito Shadow-Ford Lammers Rit 14 Rit Rit 12 10 NQ 18 11 10 Rit Rit NQ 9 NQ 3
De Angelis 7 12 Rit 7 Rit Rit NQ 16 12 11 Rit Rit Rit Rit 4
11 Bandiera della Germania ATS-Ford Stuck NP Rit Rit SQ 14 8 Rit NP NQ Rit Rit Rit 11 Rit 5 2
12 Bandiera del Brasile Fittipaldi-Ford E. Fittipaldi 6 11 13 Rit 11 9 Rit Rit Rit Rit Rit Rit 8 8 7 1
Ribeiro NQ NQ
13 Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Lauda SP[72] 0
Zunino 7[72] Rit
Piquet Rit Rit
14 Bandiera del Canada Wolf-Ford Hunt Rit Rit 8 Rit Rit Rit Rit 0
Rosberg 9 Rit Rit Rit Rit Rit NQ Rit
15 Bandiera del Regno Unito Ensign-Ford Daly 11 13 NQ Rit NQ NQ NQ 0
Gaillard NQ 13 NQ Rit NQ
Surer NQ NQ Rit
16 Bandiera dell'Italia Merzario-Ford Merzario Rit NQ NQ Rit NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ NQ 0
Brancatelli NPQ
17 Bandiera del Messico Rebaque-Ford Rebaque NQ Rit NQ 0
18 Bandiera dell'Italia Alfa Romeo Giacomelli Rit 17 Rit Rit 0
Brambilla 12 Rit NQ
19 Bandiera della Germania Ovest Kauhsen-Ford Brancatelli NQ NQ 0
Pos. Costruttore Motore ARG
Bandiera dell'Argentina
BRA
Bandiera del Brasile
RSA
Bandiera del Sudafrica
USW
Bandiera degli Stati Uniti
ESP
Bandiera della Spagna
BEL
Bandiera del Belgio
MON
Bandiera di Monaco
FRA
Bandiera della Francia
GBR
Bandiera del Regno Unito
GER
Bandiera della Germania
AUT
Bandiera dell'Austria
NED
Bandiera dei Paesi Bassi
ITA
Bandiera dell'Italia
CAN
Bandiera del Canada
USE
Bandiera degli Stati Uniti
Punti

* Indica quei piloti che non hanno terminato la gara ma sono ugualmente classificati avendo coperto, come previsto dal regolamento, almeno il 90% della distanza totale.

Gare non valide per il Mondiale[modifica | modifica wikitesto]

La stagione presentò tre appuntamenti non validi per il campionato. Uno di questi si svolse sul Circuito di Imola, in seguito all'accordo tra l'AC Milano e l'AC Bologna, in merito all'alternanza tra Monza e Imola quali sedi del Gran Premio d'Italia.[59] L'Italia ospitò così per la prima volta una gara non valida per il campionato, dal Gran Premio Repubblica Italiana, corso nel 1972, sul Circuito di Vallelunga. Le altre due date previste per gran premi non iridati furono occupate da gare britanniche: la tradizionale Race of Champions a Brands Hatch e una gara dedicata alla memoria di Gunnar Nilsson, pilota svedese deceduto per un tumore, da correre a Donington Park.[74] La FISA, dopo aver depennato il Gran Premio di Svezia dal calendario iridato, confermò comunque la possibilità per l'Automobile Club di Svezia di tenere una gara non valida per il mondiale alla data prevista del 16 giugno. Questa possibilità però non si concretizzò.[52]

La Race of Champions, che avrebbe dovuto svolgersi il 18 marzo, ma venne posticipata al 15 aprile, per la neve che colpì il circuito britannico.[75]

Il Gunnar Nilsson Memorial Trophy, inizialmente inserito nel calendario degli appuntamenti non validi per il mondiale non venne sanzionato dalla FIA come un gran premio, e per tale ragione si decise di trasformarla in una gara a cronometro. Ciò però porto molte delle vetture, già presenti sul circuito, ad abbandonare la competizione.[76]

Gara Gran Premio Data Circuito Pole Position Giro veloce Vincitore Costruttore Resoconto
1 Bandiera del Regno Unito Race of Champions[77] 15 aprile Brands Hatch Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti[78] Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Canada Gilles Villeneuve[79] Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
2 Bandiera del Regno Unito Gunnar Nilsson Memorial Trophy[80] 3 giugno Donington Bandiera dell'Australia Alan Jones Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Resoconto
3 Bandiera dell'Italia Gran Premio Dino Ferrari 16 settembre Imola Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera del Canada Gilles Villeneuve Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito Brabham-Alfa Romeo Resoconto
Lo stesso argomento in dettaglio: Formula Aurora stagione 1979.

Nella stagione venne disputata anche la seconda edizione della Formula Aurora in cui venivano schierate anche vetture di Formula 1. La Race of Champions fu valida anche come terza prova di questo campionato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le squadre '79 di Formula 1, in La Stampa, 14 dicembre 1978, p. 21.
  2. ^ Il Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Ovest era noto anche come Grand Prix of Long Beach.
  3. ^ Cristiano Chiavegato, Austria: un affare Williams-Renault, in Stampa Sera, 11 agosto 1979, p. 22.
  4. ^ Il gran premio corso a Watkins Glen venne definito anche Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est, per distinguerlo da quello corso a Long Beach.
  5. ^ La partenza del Gran Premio degli USA-Est, prevista inizialmente per le 14:35, venne anticipata di mezz'ora per evitare che vi fosse la sovrapposizione con la visita di Papa Giovanni Paolo II a Washington. La gara anticipata a causa del Papa, in La Stampa, 7 ottobre 1979, p. 21.
  6. ^ Depailler lascia la Tyrrell per Ligier, in La Stampa, 10 settembre 1978, p. 15.
  7. ^ Alfa e Brabham accordo rinnovato, in La Stampa, 17 ottobre 1978, p. 21.
  8. ^ Ercole Colombo, Esordio a Monza per l'Alfa-Alfa?, in La Stampa, 30 luglio 1978, p. 14.
  9. ^ Gomme, 9 squadre per la Goodyear, in La Stampa, 18 gennaio 1979, p. 17.
  10. ^ (ES) Xavier Ventura, Italia F-1: nueva mecha al polvorin, in El Mundo Deportivo, 3 maggio 1979, p. 28. URL consultato il 26 settembre 2012.
  11. ^ Per correre coi big di F1, in La Stampa, 29 luglio 1978, p. 11.
  12. ^ (ES) First National City Bank: carreras solo en America, in El Mundo Deportivo, 29 luglio 1977, p. 24. URL consultato il 12 agosto 2012.
  13. ^ La F.1 inglese (in crisi) cerca i piloti italiani, in Stampa Sera, 11 ottobre 1978, p. 10.
  14. ^ Carlo Ricono, Lotus e Brabham svelano le loro carte, in La Stampa, 21 dicembre 1978, p. 19.
  15. ^ (ES) Las escuderias de F-1 ultiman preparativos, in El Mundo Deportivo, 3 gennaio 1979, p. 31. URL consultato il 15 settembre 2012.
  16. ^ (ES) "Tyrrell" ya tiene patrocinador, in El Mundo Deportivo, 11 maggio 1979, p. 21. URL consultato il 15 settembre 2012.
  17. ^ a b Carlo Ricono, F.1, Patrese potrà gareggiare e guiderà una nuova Arrows, in La Stampa, 14 novembre 1978, p. 21.
  18. ^ (ES) Xavier Ventura, "Surtees" renuncia a los G.P. de F-1, in El Mundo Deportivo, 19 novembre 1978, p. 24. URL consultato il 7 settembre 2011.
  19. ^ Ercole Colombo, Pre-prove: sul circuito c'è già aria di vigilia, in La Stampa, 4 settembre 1978, p. 15.
  20. ^ (ES) Willy Kaushen y "Kojima" llegaron a un acuerdo, in El Mundo Deportivo, 21 gennaio 1978, p. 23. URL consultato il 2 luglio 2012.
  21. ^ a b (ES) "Kaushen" excluida por razones economicas dal mundial de F-1, in El Mundo Deportivo, 5 gennaio 1979, p. 22. URL consultato il 20 settembre 2012.
  22. ^ (ES) El "Kaushen" en el G. P. de España F-1, in El Mundo Deportivo, 27 aprile 1979, p. 28. URL consultato il 20 settembre 2012.
  23. ^ Cristiano Chiavegato, Tutti contenti, meno Lauda, in La Stampa, 12 maggio 1979, p. 21.
  24. ^ L'Alfa Romeo a Hockenheim, in La Stampa, 12 luglio 1979, p. 19.
  25. ^ (ES) Scheckter firmó por "Ferrari", in El Mundo Deportivo, 18 agosto 1978, p. 22. URL consultato il 16 agosto 2012.
  26. ^ Cristiano Chiavegato, Scheckter lascia Wolf per la Ferrari, in La Stampa, 27 luglio 1978, p. 11.
  27. ^ Ercole Colombo, Chapmam spiega il perché s'è assicurato Reutemann, in La Stampa, 8 settembre 1978, p. 10.
  28. ^ Cristiano Chiavegato, Andretti in un fiume di miliardi, in La Stampa, 5 ottobre 1978, p. 17.
  29. ^ (ES) Xavier Ventura, Se confirma el ingreso de Reutemann en "Lotus", in El Mundo Deportivo, 6 settembre 1978, p. 25. URL consultato il 18 agosto 2012.
  30. ^ Cristiano Chiavegato, Amari retroscena nel "circo" dei motori, in Stampa Sera, 2 ottobre 1978, p. 17.
  31. ^ Cristiano Chiavegato, Clay Regazzoni alla Williams, in La Stampa, p. 17.
  32. ^ (ES) Patrese, no a "Alfa Romeo", in El Mundo Deportivo, 13 luglio 1978, p. 15. URL consultato il 5 agosto 2012.
  33. ^ Merzario ferito, corre Brambilla, in La Stampa, 16 maggio 1979, p. 21.
  34. ^ Carlo Baffi, Quella Kauhsen troppo lenta, Magazine Italiaracing, 23 maggio 2011, p. 29. URL consultato il 25 maggio 2011.
  35. ^ a b Depailler si frattura il femore in deltaplano, in Stampa Sera, 4 giugno 1979.
  36. ^ Cristiano Chiavegato, Per le "solite" Ferrari gli avversari rinnovati, in La Stampa, 29 giugno 1979.
  37. ^ (ES) Xavier Ventura, Leclere a "Ligier" y Rosberg a "Wolf", in El Mundo Deportivo, 16 giugno 1979, p. 23. URL consultato il 2 ottobre 2012.
  38. ^ Ercole Colombo, "Lascio la F. 1 a fine anno, ho paura, rischio troppo", in La Stampa, 3 marzo 1979, p. 23.
  39. ^ James Hunt: "Basta con le corse!", in La Stampa, 8 giugno 1979.
  40. ^ (ES) El nuevo "Arrows" F-1 debutara en el G. P. de Francia, in El Mundo Deportivo, 22 giugno 1979, p. 24. URL consultato il 2 ottobre 2012.
  41. ^ Giacomelli non corre con la Tyrrell, in La Stampa, 26 luglio 1979, p. 17.
  42. ^ Cristiano Chiavegato, È il momento delle Renault- Le Ferrari sono in difficoltà, in La Stampa, 28 luglio 1979, p. 15.
  43. ^ a b Lauda non corre più, è paura?, in Stampa Sera, 29 settembre 1979, p. 31.
  44. ^ a b C'è anche l'Alfa con Brambilla, in La Stampa, 30 settembre 1979, p. 19.
  45. ^ (ES) Canada F-1: ¡Lauda abandona la competicion!, in El Mundo Deportivo, 29 settembre 1979, p. 26. URL consultato il 25 ottobre 2012.
  46. ^ La Tyrrell assunse la denominazione di Candy Tyrrell Team dal Gran Premio del Belgio
  47. ^ La McLaren corse come Löwenbräu Team McLaren nel Gran Premio degli USA Ovest.
  48. ^ In sostituzione di Jackie Ickx
  49. ^ Ultimatum di Ecclestone per il G. P. del Brasile, in La Stampa, 14 novembre 1978, p. 21.
  50. ^ INTERLAGOS (JOSÉ CARLOS PACE & AYRTON SENNA), su gdecarli.it. URL consultato il 12 settembre 2012.
  51. ^ Domani prove a Monaco, No al G.P. di Svezia, in La Stampa, 23 maggio 1979, p. 19.
  52. ^ a b (ES) Confirmada la anulacion del G.P. de Suecia F-1, in El Mundo Deportivo, 23 maggio 1979, p. 25. URL consultato il 28 settembre 2012.
  53. ^ Cristiano Chiavegato, Regazzoni è polemico, in La Stampa, 24 agosto 1979, p. 15.
  54. ^ Ercole Colombo, Milano e Monza non cacciano l'autodromo, in La Stampa, 6 settembre 1978, p. 10.
  55. ^ Ercole Colombo, Presentato Monza 2, in La Stampa, 9 settembre 1978, p. 13.
  56. ^ Questa volta Monza chiude, in Stampa Sera, 27 ottobre 1978, p. 4.
  57. ^ Carlo Ricono, "Perché ho scelto Imola", in La Stampa, 28 ottobre 1978, p. 23.
  58. ^ Michele Fenu, "Il Gran Premio saltato a Monza", in La Stampa, 23 novembre 1978, p. 23.
  59. ^ a b Monza e Imola per il gran premio d'Italia, in La Stampa, 14 aprile 1979, p. 23.
  60. ^ Ercole Colombo, Monza, ora si rischia di meno, in La Stampa, 5 settembre 1979, p. 17.
  61. ^ (ES) Un G.P. de Australia para 1979, in El Mundo Deportivo, 16 novembre 1977, p. 24. URL consultato il 28 giugno 2012.
  62. ^ Cristiano Chiavegato, Ecclestone vuole la Formula 1 in Urss, in La Stampa, 15 novembre 1978, p. 21.
  63. ^ (ES) Reunion comision deportiva internacional, in El Mundo Deportivo, 19 agosto 1978, p. 22. URL consultato il 16 agosto 2012.
  64. ^ La Csi abolisce le "minigonne", in La Stampa, 27 agosto 1978, p. 14.
  65. ^ Ma ora chi sarà a vincere la "guerra dell'aerodinamica"?, in Stampa Sera, 28 agosto 1978, p. 13.
  66. ^ Permesse le "minigonne", in La Stampa, 22 novembre 1978, p. 19.
  67. ^ a b (ES) Xavier Ventura, La Federacion publico las listas, in El Mundo Deportivo, 17 dicembre 1978, p. 27. URL consultato il 5 settembre 2012.
  68. ^ a b Scelti i piloti della Formula 1, in La Stampa, 17 dicembre 1978, p. 21.
  69. ^ Nel Gran Premio d'Argentina Riccardo Patrese non partì a seguito di un incidente nel warm-up. Il primo dei non qualificati, Hans-Joachim Stuck, preferì non prendere parte alla gara a causa della non perfetta messa a punto della sua vettura. Venne così ripescato René Arnoux.
  70. ^ a b c Nel Gran Premio di Francia l'ATS ritirò per protesta contro la Goodyear la vettura affidata a Hans-Joachim Stuck. Venne così ammesso al via Elio De Angelis, primo dei non qualificati e scalò di una posizione Héctor Rebaque.
  71. ^ a b c d Nel Gran Premio degli USA-Ovest Jean-Pierre Jabouille non prese parte alla gara a seguito di un incidente. La Renault decise poi di ritirare anche René Arnoux per ragioni di sicurezza. Vennero così riammessi i non qualificati Héctor Rebaque e Derek Daly.
  72. ^ a b c d Nel Gran Premio del Canada Ricardo Zunino sostituì Niki Lauda, dopo le prime prove libere.
  73. ^ Nel Gran Premio d'Argentina, dopo la collisione al primo giro, Patrick Tambay cedette la sua vettura al compagno di scuderia John Watson.
  74. ^ Carlo Ricono, "La Formula uno a Imola o non si corre in Italia", in La Stampa, 24 dicembre 1978, p. 20.
  75. ^ La neve blocca la corsa dei campioni, in La Stampa, 16 marzo 1979, p. 21.
  76. ^ (EN) Mattijs Diepraam Tom Prankerd, The fan car raced twice!, su 8w.forix.com, forix.com. URL consultato il 12 novembre 2012.
  77. ^ La Race of Champions fu valida anche come terza prova della Formula Aurora.
  78. ^ Tra le vetture di F. Aurora il miglior tempo in prova fu Rupert Keegan su Arrows A1-Ford Cosworth.
  79. ^ Tra le vetture di F. Aurora s'impose Guy Edwards su Fittipaldi F5A-Ford Cosworth.
  80. ^ Il Gunnar Nilsson Memorial Trophy non si disputò con la formula del gran premio ma fu una prova a cronometro.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pino Casamassima, Storia della Formula 1, Bologna, Calderini Edagricole, 1996, ISBN 88-8219-394-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN130845458 · GND (DE2058212-2
  Portale Formula 1: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Formula 1