«[...] riguardo alla loro organizzazione militare, essi hanno questo grande impero come premio del loro valore, non come dono della fortuna. Non è infatti la guerra che li inizia alle armi e neppure solo nel momento dei bisogno che essi la conducono [...], al contrario vivono quasi fossero nati con le armi in mano, poiché non interrompono mai l'addestramento, né stanno ad attendere di essere attaccati. Le loro manovre si svolgono con un impegno pari ad un vero combattimento, tanto che ogni giorno tutti i soldati si esercitano con il massimo dell'ardore, come se fossero in guerra costantemente. Per questi motivi essi affrontano le battaglie con la massima calma; nessun panico li fa uscire dai ranghi, nessuna paura li vince, nessuna fatica li affligge, portandoli così, sempre, ad una vittoria sicura contro i nemici [...]. Non si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre, battaglie senza spargimento di sangue e le loro battaglie esercitazioni sanguinarie.»
(Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, III, 5.1.71-75.)
Benvenuto nel portale dedicato all'esercito romano
L'esercito ebbe un ruolo fondamentale nella storia romana: grazie ad esso l'Urbe poté creare e mantenere per alcuni secoli un Impero comprendente tutti i territori dell'intero bacino del mare Mediterraneo.
Ricostruzione della falange oplitica romana di tipo greco-etrusca della I classe in epoca regia.
Secondo la tradizione fu Romolo a creare, forse sull'esempio della falange greca, la prima legione romana in epoca regia. La legione era strutturata conseguentemente alla suddivisione del popolo romano in tre tribù (Tities, Ramnes e Luceres): ogni tribù forniva mille pedites (fanti) e cento equites (cavalieri), per un totale di tremila fanti e trecento cavalieri.
La legione si disponeva su tre file, con la cavalleria ai lati. Ogni fila era comandata da un tribuno, mentre gli squadroni di cavalleria erano alle dipendenze dei tribuni celerum; il re assumeva il comando dell'esercito.
In coincidenza con il passaggio dalla monarchia alla repubblica, l'esercito fu diviso in due legioni, ognuna al comando di un console, e solo in caso di estremo pericolo le due legioni venivano unificate e veniva eletto un solo capo, in carica sei mesi, detto dictator.
Ogni legione ora risultava composta da 4 200/5 000 fanti e da 300 cavalieri. Le file del corpo di cavalleria, detta ala, perché durante le battaglie si disponeva ai fianchi dello schieramento, vennero gradualmente occupate dai contingenti alleati dei romani detti Socii.
Il servizio attivo permanente volontario, che durava per i cittadini arruolati mediamente 6 anni, subiva un importante cambiamento in seguito alla riforma di Gaio Mario, quando lo Stato romano decise di assumersi l'onere di equipaggiare e rifornire le truppe legionarie, permettendo a tutti, compresi i nullatenenti, di arruolarsi, creando così un esercito di professionisti. L'età minima era ora stabilita a 17 anni.
I volontari che si arruolavano entravano a far parte di un esercito dotato di una disciplina ferrea, invidiato da molti stati mediterranei.
Decurione, valido per la cavalleria ma irrilevante nella fanteria
ufficiali superiori: di rango equestre, oppure appartenenti all'ordine senatorio ma ancora all'inizio della carriera politica. Tuttavia un plebeo che si dimostrasse coraggioso sul campo e predisposto al comando poteva essere promosso fino al grado di prefetto.
Maestro della cavalleria (Magister equitum), il luogotenente del Dittatore e comandante della cavalleria. Questo incarico cessava con il termine di mandato del Dittatore.
ufficiali generali con comando di una o più legioni: tutti di ordine senatorio
Legato (Legatus legionis), delegato da un magistrato civile (console, spesso) al comando di una sola legione
Propretore, magistrato civile straordinario al comando di poche legioni dislocate nella provincia da governare
Proconsole, magistrato civile straordinario al comando di poche legioni dislocate nella provincia da governare
Ricostruzione storica di un reparto legionario.Struttura della legione dopo la riforma di Augusto.
Con Ottaviano Augusto la legione cambiò struttura, aumentando i suoi effettivi fino a 5 400 soldati, essenzialmente fanti ma anche cavalieri (120 per legione). La legione imperiale era divisa in 10 coorti (di cui nove di 480 armati ciascuna), che al loro interno contavano 3 manipoli oppure 6 centurie. La prima coorte era una coorte miliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti (pari a 960 legionari) e portava l'aquila della legione.
Ufficiali di grado superiore al comandante di legione
Ufficiali di livello superiore al legatus legionis, al comando di una o più legioni (e/o truppe ausiliarie): inizialmente di provenienza patrizia di rango senatorio, in seguito i generali saranno quasi totalmente di origine equestre:
Legato Propretore di Augusto (Legatus Augusti pro praetore), ufficiale ordinario delegato dall'Augusto a comandare una o più legioni in una determinata provincia, con funzioni pretoriali. Se si trovava a comandare più legioni, per ognuna di esse aveva sotto la sua autorità un Legatus legionis, ma era subordinato al Procuratore Delegato oppure al Proconsole in carica
Proconsole (Proconsul), come nell'era repubblicana, il proconsole era un governatore a tutti gli effetti, ovvero un magistrato civile in carica straordinaria, con il comando delle legioni stanziate nella sua provincia. Il suo consiglio militare era composto dai Legati Propretori
ImperatoreCesareAugusto (ImperatorCaesarAugustus), con l'avvento del Principato, ogni Imperatore si assicurava con una mozione irreversibile l'imperium proconsulare maius et infinitum, rendendosi in questo modo il comandante supremo e assoluto di tutte le forze armate romane
Le truppe ausiliarie (ovvero “Truppe d'appoggio”, in latinoauxilia) furono un corpo dell'esercito romano reclutato a partire dal principato di Augusto fra le popolazioni provinciali o alleate di Roma, costituito da contingenti non ancora in possesso della cittadinanza romana, ma che l'avrebbero acquisita al termine della ferma militare dopo un servizio di 20-25 anni.
Le unità militari a presidio dell'Urbe furono tre corpi differenti dell'esercito romano reclutati a partire dal principato di Augusto a difesa della capitale dell'impero romano. Erano costituite dalla guardia pretoriana (a difesa dell'imperatore), dagli urbaniciani (a difesa della città) e dai Vigiles (con la doppia funzione: a protezione dagli incendi e in qualità di polizia notturna).
Diocleziano riorganizzò e rafforzò l'Esercito romano che era uscito dalla grande crisi del III secolo. Innanzi tutto aumentò il numero degli effettivi irrigidendo il servizio di leva obbligatorio ed introducendo il servizio di leva ereditario. Quindi trasformò la "riserva strategica mobile" introdotta da Gallieno in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus ("compagnia"), nettamente distinto da un "esercito di confine". L'aspetto complessivo che l'esercito assunse conseguentemente all'operato di Diocleziano, lodato dallo storico Zosimo, è quello di un apparato quantitativamente concentrato lungo le frontiere, che mantiene un ristretto nucleo mobile centrale qualitativamente eccelso.
Costantino completò la riforma militare di Diocleziano suddividendo l’"esercito mobile" in "centrale" (unità palatinae) e "periferico" (unità comitatenses). In genere le unità palatinae costituivano l'esercito dedicato ad una intera Prefettura del Pretorio, mentre le unità comitatenses costituivano l'esercito dedicato ad una singola Diocesi nell'ambito della Prefettura. Analogamente conferì all'"esercito di confine" una connotazione più peculiare. Costantino, oltre ad apportare la suddetta divisione dell'"esercito mobile", rovesciò l'assetto complessivo dell'apparato bellico romano definito dal suo predecessore Diocleziano: fu espansa a dismisura la componente mobile ed indebolita quella di frontiera. In particolare, secondo lo storico Zosimo, questo nuovo assetto fu la causa del progressivo stanziamento delle popolazioni barbariche nei territori imperiali, nonché il degrado dei centri urbani in cui venivano acquartierate truppe eccessivamente numerose. Inoltre Costantino organizzò una complessa gerarchia militare che vedeva la figura del magister militum a capo dell' "esercito mobile" di una Prefettura del Pretorio (le suddette unità palatinae), nonché la figura del comes a capo dell' "esercito mobile" di una Diocesi (le suddette unità comitatenses). Infine, come comandanti supremi dell'intero esercito imperiale (o di una delle due Partes), introdusse due magistri militum praesentalis (equitum e peditum o semplicemente I e II). Infine Costantino sciolse la guardia pretoriana, fedele al suo rivale Massenzio (312), ed introdusse come unità scelte dell’esercito le scholae palatinae ("reparti di palazzo"). L'innovativo assetto che Diocleziano e Costantino imposero all'esercito fu sostanzialmente conservato per tutto il IV e il V secolo e sopravvisse almeno fino al VI secolo presso l'Impero romano d'Oriente.
unità Comitatenses vere e proprie = unità "mobili regionali" (a disposizione dei singoli Cesari: i figli di Costantino), più tardi dei vari magistri militum non-praesentalis, a loro volta suddivise in:
...oltre a un excursus storico della lunga serie di campagne militari sostenute dagli eserciti di Roma, dalla fondazione della città alla caduta dell'impero:
Esiste un'ampia letteratura storico militare antica e moderna sull'esercito romano o su accadimenti riguardanti questa istituzione base della società romana.
Il punto di ritrovo per tutti coloro che collaborano alle voci riguardanti la storia romana è il Progetto Antica Roma. Se avessi la necessità di contattare il gruppo del progetto per segnalazioni, richieste, suggerimenti e quant'altro, lascia un messaggio al Forum Romanum, il nostro bar tematico.